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Autore: Dryas    17/09/2014    4 recensioni
Estate, stagione di mare e di serate con gli amici.
Di fronte a una distesa color cobalto, immersi nel relax più totale, dieci ninja di Konoha dovranno fare i conti con nuove emozioni e nuove situazioni. Ma a mischiarsi con i sentimenti più nobili ci saranno anche scontri, che siano verbali o in vetta a una montagna innevata, e amicizie vecchie di anni rischieranno di rompersi. Perché il pericolo è sempre dietro l’angolo, anche in spiaggia!
Seconda classificata al contest “Summer in Love.” di Tomoko_chan sul forum di EFP , vincitrice dei premi Coppia Migliore e Miglior Grammatica.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Premessa
Preciso che Hinata è legata con corde che assorbono chakra, esattamente come quelle che legavano Naruto.




COBALTO

-Raven’s Love-


#10. Abisso 










La sua mente tornava sempre a un breve ricordo, un frammento rispetto ai dieci giorni che aveva trascorso insieme ad Hinata. La giornata era quasi finita e il sole stava cominciando a tramontare. La luce calda, più intensa rispetto alle altre ore del giorno ma meno forte, illuminava la spiaggia, accendendola di arancione.
Si era appisolato, dopo un pomeriggio passato tra le onde, e quando aveva riaperto gli occhi non si aspettava di trovarsi immerso nel tramonto. Hinata era di fronte a lui, di spalle, e teneva le braccia spalancate. Con le sottili dita delle mani piegate dolcemente nell’aria, sembrava pronta a spiccare il volo nel cielo illuminato d’oro. Il mare, nel suo azzurro celestiale, si piegava davanti a lei, come a volerle andare sempre più vicino, per avvolgerla nel suo abbraccio fresco. La brezza serale faceva oscillare i suoi lunghi capelli corvini, finalmente liberi di volare, lungo la sua schiena e il suo viso, di solito nascosto e timoroso, era rivolto all’orizzonte.
Quell’immagine di Hinata lo seguiva in continuazione. Lo aveva colpito, tanto da portarlo a desiderare di vederla sempre così: libera, senza pensieri, felice. Per questo escogitava qualsiasi piano pur di ritrovare quell’espressione incantevole.
Anche mentre si lanciava dal precipizio aveva di fronte agli occhi quel ricordo. Poteva sentire il rumore del mare e il tiepido calore del sole sulla pelle, nonostante l’ambiente che lo circondava fosse ben diverso. A chiazze, sulla conca dell’antico ghiacciaio brillava la neve e dietro di lui cupe nuvole nere avevano coperto la vallata sottostante.
-Fermi!- gridò, sentendo la voce uscirgli dal petto con potenza. Poteva distinguere tre figure nere correre velocemente sulla neve, agili e più preparate di lui a quel clima invernale. I suoi passi, benché veloci, rimanevano piegati nel soffice manto bianco, facendogli perdere stabilità. Hinata era legata, mani e piedi, ma poteva riconoscere il suo sguardo perlaceo seguirlo con tenacia.
Quando le raffiche di vento si fecero più intense e la neve coprì interamente il suolo, vide la distanza che li separava aumentare. Ringhiò, sentendo il chakra scorrergli nel corpo come fuoco, pronto a incendiare tutto, ma incapace di dar sfogo alla sua forza.
-Ho detto fermi!-
Si bloccò, piantando saldamente i piedi sulla neve, e una nuvola rossa lo avvolse. Presto l’intera conca fu piena di kage-bushin. I tre ninja si fermarono sul versante che stavano percorrendo: alla loro sinistra centinaia di copie, alla loro destra il vuoto.
Naruto era ovunque, e approfittando del loro smarrimento passò all’attacco. Nell’istante in cui mandava a terra anche l’ultimo ninja, però, si accorse che Hinata stava scivolando. La vide perdere l’equilibrio e cadere a terra.
Poi iniziò la discesa.
Il ghiaccio, reso più scivoloso dal clima relativamente mite dell’estate, non opponeva alcuna resistenza. Hinata cercò di aggrapparsi ad ogni sporgenza che incontrava, ma con mani e piedi legati muoversi era praticamente impossibile.
-Naruto!- gridò terrorizzata, mentre il ragazzo infliggeva l’ultimo colpo. I suoi occhi incontrarono quelli sconvolti della ragazza, la cui attenzione però fu presto catturata dalla voragine che si apriva sotto di lei. Vide il limite del ghiacciaio avvicinarsi sempre di più e cercò di fermare la sua caduta con le gambe, ma fu tutto inutile. Il baratro stava per inghiottirla, facendola andare in mille pezzi sulle rocce appuntite.
Sentì il cuore salirle in gola e le sue membra diventare leggere nell’aria pungente. La sensazione di cadere, di non aver nulla sotto di sé, la inghiottì come la montagna stava facendo con lei. Gridò, terrorizzata all’idea di dover vivere quel viaggio verso la fine senza poter far nulla per salvarsi.
Il suo urlo si spezzò e all’improvviso si ritrovò con la schiena appoggiata alla parete di roccia dello strapiombo.
-Non ti lascerò mai cadere, Hinata.- Naruto era riuscito ad afferrarla e la teneva stretta a sé con un braccio, mentre con l’altro e con i piedi si teneva saldamente agganciato alla pietra. Hinata sospirò, incrociando i suoi occhi dall’intensità disarmante, ma tornò a trattenere il respiro quando Naruto la baciò. Lì, sopra un abisso di nuvole e rocce, assaporò le sue labbra.




***




Tenten accarezzava i capelli di Neji lentamente, memorizzando la sensazione che le dava sfilarli tra le dita. Il crepitio del fuoco e il suo calore l’avevano spinta in un dormiveglia rilassato, mentre il ragazzo riposava in un sonno tranquillo e regolare.

Aprì gli occhi solo quando il ninja aveva già bloccato l’ingresso della grotta. La velocità con cui si avvicinò fu tale da non consentirle di seguire i suoi movimenti. Vide solo un’enorme macchia nera stagliarsi di fronte a lei.
Sentì Neji alzarsi dalle sue gambe con uno scatto, ma il riflesso del kunai rese chiaro quanto fossero in svantaggio. Il pericolo si esaurì quando il nero del loro avversario si trasformò nel verde smagliante della tuta di Lee.
-Dormite con uno stuolo di ninja nei dintorni?!- li rimproverò, non appena il nemico fu abbattuto. –Cosa direbbe il maestro Gai?-
Neji, che ormai si era sollevato, appoggiò la testa alla parete dietro di sé, tirando lo stesso sospiro di sollievo di Tenten. Alle spalle di Lee, comparve anche Kiba, che lasciò cadere a terra il corpo di un secondo ninja.
-Vi abbiamo salvato la pelle, ragazzi!- esclamò vittorioso e la nota di vanità nella sua voce bastò per irritare Neji. Il suo nervosismo si trasformò in vera e propria collera quando Kiba aiutò Tenten ad alzarsi. Le sue mani e i suoi occhi furono così sfacciati da desiderare di prenderlo a pugni.
I nuovi arrivati spiegarono loro la situazione. Sakura aveva detto che non c’erano ninja, ma le prove della sua menzogna erano ancora prive di sensi ai loro piedi. Dovevano subito ritornare allo chalet.
-Neji, puzzi in modo incredibile!- esclamò Lee, mentre gli metteva un braccio attorno alle spalle. Con l’altra mano, invece, si coprì il naso e lo guardò storto. –Io non ti aiuto se prima non ti lavi!-
-E’ aloe, idiota, serve per le scottature.-
-Questo non toglie il fatto che una carogna è più profumata di te!- urlò di nuovo.
-Se chiudi la bocca ti accompagno sul pedalò- ringhiò Neji, stanco di sentirlo lamentarsi e ricordandosi di avere un debito con il compagno. Rock Lee esultò, felice come una pasqua, poi andò ad occuparsi della caviglia di Tenten.
-Se proprio volevi cambiare taglio, dovevi farlo come il mio- le disse, mettendole le dita tra i capelli e scompigliandoli con fare giocoso.
-Non sono mica matta!- esclamò l’altra, abbattendo tutto d’un colpo l’entusiasmo del compagno, ma il sorriso gli tornò quando, per ripicca, anche lei arruffò la sua chioma.
-Stai benissimo, Tenten!- anche Kiba le accarezzò il capo, ma invece di fermarsi a quel gesto si avvicinò ulteriormente. La ragazza riuscì a svicolarsi dal suo abbraccio prima che le mani gli diventassero tentacoli.
-Uno scoiattolo!- esclamò, zoppicandogli lontano.
Neji sorrise e osservò Tenten inginocchiarsi a terra per allungare una ghianda al piccolo animale. Si diede dello stupido per aver pensato che fosse lei ad avere un comportamento sbagliato quando era evidente che era Kiba ad avere seri problemi. Guardò di traverso l’Inuzuka, che fissava il fondoschiena della ragazza, e si ripromise di non essere mai più geloso di un idiota del genere.




***




-Che cosa hai intenzione di fare, Sakura?- le chiese Sasuke, le cui labbra sfioravano ancora l’orecchio della ragazza.

-Ucciderti- gli rispose, e quella sentenza di morte fu pronunciata in un abbraccio. Non si erano mossi, ma erano rimasti uniti anche quando la mani di Sakura aveva impugnato il kunai.
-Non ne sei capace- la sfidò, e la lama si piantò nella sua carne. Sasuke trattenne l’urlo di dolore, mentre la testa si piegava in avanti, incontrando la spalla di Sakura come sostegno.
-Ci hai traditi un’altra volta- la sentì sussurrare con rabbia.
-Non ti sei mai fidata di me- ribatté lui.
-E tu ti sei mai fidato di me?-
Questa volta Sakura alzò la voce. Sasuke poteva sentire la sua collera scorrerle nel corpo, irrigidito e pronto a scattare. La potenza che la caratterizzava stava per abbattersi su di lui.
-Sempre- le rispose. L’intonazione con cui aveva parlato vibrò nel petto di Sakura. Non gli era mai stata così vicina come nel momento in cui aveva deciso di ucciderlo. Sorrise per l’ironia del destino, ma era determinata: non avrebbe più sopportato altro dolore, altre lacrime e forse un’altra guerra. Questa volta era decisa a prendere subito una posizione, e non era quella di Sasuke.
-Mai- lo contraddisse. –Altrimenti mi avresti affrontata già da molto tempo.-
-Come?- chiese lui con impeto. –Dicendo che mi dispiace? Che sono solo un egoista? Questo ti sarebbe bastato? Sii sincera, Sakura- le disse, sollevandosi e guardandola negli occhi. –Ti sarebbero davvero bastate solo queste parole?-
Il kunai affondò nella sua schiena, e sul suo viso il dolore si mischiò a un tormento molto più profondo. Solo in quell’istante lo sguardo smeraldino di Sakura si rese conto che Sasuke non le era indifferente come credeva, ma che la evitava solo perché non sapeva come affrontarla.
-Non è abbastanza- continuò il ragazzo, i cui occhi profondi e bui si velarono di tristezza. –Tu meriti molto di più, e non certo un reietto come me.-
Di fronte alla sua sofferenza, trattenuta e nascosta  dietro a una maschera di freddezza fino a quel momento, Sakura sentì la sua sicurezza infrangersi.
-E quel libro?- gli chiese, prima che ogni sua difesa venisse sciolta dal suo sguardo.
-Un compito dell’Hokage, il primo da mesi- rispose. –Puoi chiedere a Shikamaru, è lui che ha il compito di sorvegliarmi.-
-Perché non me l’hai detto?-
-Perché volevo dimostrarti di essere cambiato, con le mie forze. Ma come sempre con te ho rovinato tutto.-
Il suono metallico del kunai accompagnò il bacio che Sakura diede a Sasuke. Un bacio che aveva attraversato una guerra e che sapeva di nostalgia. La ragazza non trovò assurdo avere il sangue del ragazzo sulle sue dita, perché sapeva bene che insieme a lui non ci sarebbe stata normalità. Tuttavia vi avrebbe rinunciato volentieri se farlo avesse significato sentire il suo calore avvolgerla ogni giorno, come un fiore che si scalda al sole e rinasce ogni volta.

















Solo poche parole per chiarire che Sakura, Ino e Hinata non volevano catturare Sasuke per la taglia. Quello era l’obbiettivo dei ninja del villaggio della Roccia, loro li hanno solo usati per poter mettere fuori gioco gli altri ragazzi. Era Sakura che doveva affrontare Sasuke, come avete potuto capire. Grazie a Puntolinea per avermi fatto notare questo fraintendimento!

Spero che questo capitolo abbia recuperato un po’ rispetto al nono. Le vostre opinioni saranno prese in considerazione (per il futuro ormai), non preoccupatevi. Anzi, prendo l’occasione per ringraziarvi un’altra volta.

Vi aspetto al prossimo e ultimo capitolo. A presto,

Dryas

   
 
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