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Autore: Scarlett Carson    17/09/2014    1 recensioni
[IN SOSPESO] Questo è il secondo capitolo della mia storia. Stavolta è raccontata dal punto di vista di... un'altra persona, che, a seguito di complicanze, si ritrova a "convivere" per un periodo, con l'Immortale Ottavia, stabilitasi nella Foresta della Norvegia del 1000 A.C.. Stavolta la nostra protagonista se ne starà per un pò dietro le quinte per vedere cosa combina questo ragazzo, molto attraente, con grandi occhi verdi come smeraldi e capelli neri come il carbone.
Avrà un sacco di problemi quest'umano particolare, che lo porteranno al mistero di Ottavia, ma cosa accadrà una volta che lo scoprirà? Cosa cambierà tra loro? Cosa porterà il ragazzo ad un cambiamento che lo muterà per il resto della sua vita?
Tutto questo lui ancora non lo sa, ma sa che tutto ha avuto inizio in un giorno in cui la neve ricopre tutto ciò che c'è intorno a lui.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga: La Ragazza Immortale'
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Capitolo 10. Sentimenti sempre più forti

 

Passarono i giorni, ed io imparavo sempre più da Ottavia, l'eremita della foresta: imparai a cacciare animali sempre più grossi, ad orientarmi nella foresta seguendo tracce, il ruscelletto per cercare la fonte più vicina, ad usare tutte le armi del suo arsenale.

Ero diventato anche io una specie di eremita della foresta. Ero diventato più forte e la mia muscolatura era di poco più imponente. Oramai, andavo anche da solo nella foresta per cacciarmi il cibo, e Ottavia faceva lo stesso per se stessa.

Ci vedevamo sempre più di rado; lei a casa di giorno a cucinare quello che portavi per poi mangiarlo e lei andava via di notte.

Ogni tanto la mente andava da Emily, mi chiedevo spesso cosa stesse facendo, se era preoccupata per me e cosa era accaduto da quanto ero qui, esiliato nella foresta.

Desiderai di poterla rivedere almeno una volta per assicurarmi che stesse bene. Sarei potuto tornare al villaggio per vedere che cosa era cambiato e cosa si diceva di me.

Sviluppai lentamente, l'idea di poter tornare, senza farmi scoprire, giusto per dare un'occhiata e avrei potuto farlo di notte. Perchè no, infondo anche Ottavia usciva di notte per andare chissà dove, dopo che sarebbe uscita, sarei potuto evadere per poi tornare al mattino, senza farmi scoprire. Lo avevo fatto tante volte, avrebbe funzionato. Lei non se ne sarebbe mai accorta.

Avevo davvero bisogno di tornare alla civiltà per vedere chi mi aveva aiutato, se stavano tutti bene e, per rassicurare loro, che anche io stavo bene.

Mentre sviluppavo il piano nei dettagli, fui interrotto dalla porta che si era aperta con un leggero cigolio. Lo odiavo quel suono, avrei pensato a come farlo smettere il giorno seguente.

“Bentornata” le dissi, tranquillamente seduto a, quello che ormai, era diventato il mio posto davanti al camino.

“Cosa hai portato?” le chiesi, andandole incontro per aiutarla, mi sembrava abbastanza affaticata.

“Ho portato un po' di selvaggina così ne avremmo per un pò” disse. Infatti, dietro di lei, scorsi diversi cerbiatti, conigli ed un cinghiale molto robusto.

Però, che bottino! Dovevo ammetterlo, lei portava a casa molte più cose di me.

La aiutai a portare dentro la carne e metterla in cucina, vicino alla finestrella dove entrava l'aria gelida dell'inverno. Da quando ero lì, non aveva più nevicato, solo piovuto qualche volta, ma per il resto c'era sempre stato il sole.

La invitai a sedersi un po' vicino al camino, Ottavia non controbatté e, come ero abituato a fare con una signora, le accostai la sedia il più vicino possibile al fuoco, ma senza esagerare.

Inavvertitamente toccai la sua pelle, nell'incavo del collo, mentre le scostavo i lunghi capelli portandoli dietro, di modo che non si bruciassero: non era né fredda ma di certo non calda; la sua pelle color porcellana, al contatto con la mia, molto più calda e leggermente più scura della sua, aveva provocato una specie di scossa dentro di me, sperai che lei non se ne accorse, ma come me, si era irrigidita.

Non capivo, mi sentivo confuso e l'avevo solo sfiorata; certo era la prima volta che accadeva tra noi due, non ci eravamo mai toccati a vicenda, eppure con tutte le ragazze che avevo toccato, persino quanto avevo fatto l'amore con Emily, non avevo provato nulla di simile.

Quella sera, parlammo pochissimo, io non avevo più avuto il coraggio di pronunciar parola, mi sentivo teso, agitato, il cuore che batteva troppo forte, mi pareva che anche lei potesse udirlo dato quanto batteva con forza come se volesse uscire e schiaffeggiarmi in faccia quello che sentiva.

Non aveva tutti i torti nel volerlo fare, in fondo mi avrebbe chiarito molte cose, ad esempio, come mai non trovavo il coraggio di chiederle le cose più banali, ad esempio chi era, da dove veniva, come era capitata qui, quanti anni aveva, io non sapevo nessuna di queste cose sul suo conto. Lei invece, non mi aveva mai chiesto nulla, sapeva solo che ero un esiliato, che mi nascondevo a casa sua perchè mi volevano morto. Pensai che, per rompere quel silenzio imbarazzante, avremmo potuto parlare di questo, ma la mia lingua si sbloccava sempre per paura di dire qualcosa di poco consono, o anche solo per paura di offenderla.

Più volte aprì la bocca ma senza che nessun suono ne uscisse. Alla fine, fu lei a parlare ed io la ringraziai mentalmente per averlo fatto.

“Vuoi chiedermi qualcosa?” la sua domanda mi stupì.

“Come fai a dirlo?” risposi io, cercando di mascherare la mia voce tremante per l'agitazione.

“Ti ho visto mente cercavi di dire qualcosa, ma non lo facevi mai” disse solo, senza mai guardarmi in viso, come se fosse imbarazzata quanto lo fossi io.

“Bè, stavo pensando al fatto che so molto poco di te, come tu di me, come puoi fidarti senza sapere nulla di me. Potrei essere un ragazzo poco raccomandabile e tu potresti essere in pericolo” dissi io, anche se erano parole confuse e non era quello che avrei voluto dire davvero.

“Bè se avessi avuto davvero quelle intenzioni” disse “lo avresti già fatto, senza pensarci, come fanno quelli là fuori” capì a chi aveva atto riferimento.

“Ti hanno mai fatto del male?” chiesi.

“No, ma ho rischiato che scoprissero troppo sul mio conto” disse, quindi io non avrei avuto molte speranze di estorcerle qualche informazione in più. Era molto riservata, sotto questo punto di vista.

“Capisco” dissi io, senza sapere cos'altro dire.

“Come mai sei qui? Intendo, come sei finito in questo pasticcio?” mi chiese lei. Era tanto che volevo raccontarlo a qualcuno, soprattutto a lei, volevo che sapesse parte della mia storia.

“Mi sarei dovuto sposare, peccato che la madre della mia promessa, abbia rovinato tutto ricattandomi; vuole proprio farmi fuori, il punto è che non ne conosco il vero motivo” dissi io, cercando di confidarmi.

“Davvero? Bè potrebbe essere gelosia da parte sua?” disse lei. Stava cercando di consigliami qualcosa.

“Gelosa? E perchè mai?” chiesi, in effetti era da molto che pensavo a questa teoria, ma non ne vedevo il motivo.

Credevo fosse solo la follia di una donna vogliosa ed infatuata di un ragazzo più giovane di lei, ma da arrivare a questo punto mi sembrava esagerato.

Tuttavia, anche Ottavia l'aveva pensata come me, eravamo più in sintonia di quanto pensassi. Nonostante fossimo l'uno l'opposto dell'altra, sentivo che mi poteva comprendere, dopotutto.

“Forse vorrebbe essere al posto di sua figlia” disse lei, provando ad indovinare.

Essere al posto di Emily, cioè sposarmi? No, non era possibile.

Non capì, però, cosa volesse dirmi con quell'affermazione, ma sapevo che probabilmente aveva ragione. In questo tempo che ero con lei, avevo capito che era difficile che sbagliasse una teoria.

“E tu, come mai ti trovi qui?” dissi, per contraccambiare la domanda che mi aveva posto.

“È una lunga e triste storia, che da anni non racconto, e che fa ancora male, nonostante di anni ne siano passati. Ti basta sapere che per me stare qui, come te, corrisponde ad un esilio, ma la differenza è che me lo sono autoindotto” disse, senza staccare mai lo sguardo dalle braci del caminetto, che si stava per spegnare.

Si alzò con molta calma e lentezza, come se fosse stanca, afferrò dei ceppi di legno e li buttò tra le fiamme ancora scoppiettanti, in poco tempo, presero fuoco e tornò a scaldarci.

“Non ti va ancora di raccontarla?” chiesi; lei era bella e misteriosa e credo che avrebbe mantenuto questo status per ancora molto tempo.

“No” rispose semplicemente, “è ancora troppo dolorosa” terminando la frase con un sorriso malinconico.

Dopo un tempo interminabile, andai a dormire. Occupavo ancora la sua camera, ma lei mi aveva quasi pregato di restare lì anche se mi sentivo uno schifo a sapere che, con molta probabilità, sarebbe stata su quella poltrona tutta la notte, da sola.

Mi richiusi la porta della camera alle spalle, coricandomi sul letto che reggeva il mio peso da giorni, abituato forse più al corpo esile della sua padrona che a quello di uno sconosciuto.

Non feci in tempo ad addormentarmi che sentì la solita porta aprirsi, il vento gelido della sera fare capolino nella dimora, con il fuoco nel camino che scoppiettava per impedire che, per colpa sua, la casa gelasse, combattendo contro il freddo finchè la porta non venne richiusa, con molta dolcezza.

Da quando ero lì, ogni sera lei usciva e prima o poi avrei capito il perchè.



Ehilà! Eccomi tornata dopo mesi e mesi xD perdonatemi, ma tra esami e lavoro non ho più avuto le forze di scrivere nuovi capitoli o storie ;)
Ma provvederò ;) 
Per ora vi pubblico tutto quello che avevo scritto finora mentre cercherò di scrivere nuovi capitoli ;) 
Spero vi sia piaciuto questo capitolo ;) e come sempre, chiedo un vostro parere e, stavolta, vi chiedo, come vorreste che andasse a finire? non so se ve lo avevo mai chiesto prima ma ero curiosa, visto che siete tanti e invito sempre a lasciare commenti anche a chi, in questa mia assenza, ha messo la storia, e non solo questa, tra le preferite le seguite e le ricordate e grazie anche a chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti
Grazie di vero cuore a chi, nonostante questa lunga assenza, mi ha continuato a seguire ;) 
Spero di non avervi deluso e di non deludervi ;) 
See you next time ;) 
Kiss Kiss
Scarlett ;) ;)


 

  
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