Grazie per la pazienza. Abbiate fede!
Buona lettura.
CAPITOLO
44 – POV EDWARD
Mentre
il professor Banner spiegava allegramente gli animali, io ero intento a
scarabocchiare sui miei appunti, disegni che non avevano alcuna logica.
Nella
mia mente erano ancora impresse a fuoco le parole che, prima di entrare
nell’aula,
io e Bella c’eravamo scambiati.
“Tanya
è una stronza e lo sanno
tutti. Ma il fatto che lei tiri fuori cose vecchie una vita tra me e te
non
significa proprio un bel niente. Per me non significano più
niente. Sono in
grado di difendermi da sola.”
Per
un istante chiusi gli occhi, troppo intontito e addolorato dalle parole
che
erano uscite dalla sua bocca. Sapevo che ormai tra noi era finita, se
avevo
ancora delle speranze, erano tutte scomparse il giorno precedente,
quando avevo
capito che tra lei e il giardiscemo c’era qualcosa di
più di una semplice
amicizia.
Per
me non significano più
niente.
Sei
parole che bruciavano nella mia mente, sei parole che spezzavano il mio
cuore.
Me
le meritavo, come mi meritavo il fatto che lei non mi amasse
più e che non mi
volesse più nella sua vita.
Ero
stato uno stupido a non raccontarle subito che cos’era
successo con Aro
Volturi, ma ora non sarei mai potuto tornare indietro. Era finita.
“Complimenti
signorina Swan. Avete capito?”
Sentendo
il suo nome, riportai l’attenzione sulla lezione.
Probabilmente
il professor Banner le aveva chiesto qualcosa e lei aveva risposto
correttamente.
“Allora
ragazzi.. Ho deciso che venerdì prossimo mi dovrete
consegnare un
approfondimento a coppie su un qualsiasi argomento che riguardi un
animale o
più animali di una delle cinque classi di vertebrati che
abbiamo cominciato a
vedere oggi.”
Sbuffai
infastidito, la mia voglia di andare a scuola stava svanendo ogni
giorno di
più.
Ci
mancava solo più una ricerca, avevo già tante
cose a cui pensare.
Mentre
andavo verso la cattedra affiancato da Bella, speravo il più
possibile di
finire in coppia con qualcuno serio, non avevo nessuna voglia di fare
una
ricerca completamente da solo.
Mitch,
l’odioso Mitch, passò il foglio a Bella,
guardandola con uno strano sorrisino
irriverente.
Aspettai
il mio turno, guardandola di sottecchi.
In
un’altra dimensione, l’avrei baciata fino a
consumarle completamente le labbra
e poi l’avrei sdraiata sulla sul nostro banco e..
Il
suono del foglio e della sua mano che sbatteva sulla cattedra mi fecero
tornare
alla realtà, giusto il tempo per vederla uscire molto, molto
arrabbiata
dall’aula.
Diedi
un’occhiata veloce al foglio e capii al volo il motivo del
suo repentino cambio
d’umore.
Certo,
che tra tutti i compagni che avevamo, proprio insieme doveva metterci
il
Professor Banner? Le corsi dietro, cercando di fermarla e
d’informarmi su quali
argomenti avrebbe voluto trattare nella ricerca.
L’imbarazzo
era palpabile e mentre parlavamo, potei notare anche le sue mani
tremare.
Quindi
non gli ero così indifferente come avevo creduto, vero?
“Beh..
ciao.” La salutai, tirando fuori il sorriso che lei definiva
irresistibile.
Mi
guardò per alcuni istanti negli occhi, prima di girarsi e
camminare a passo
sostenuto verso l’aula di storia, lasciandomi come un cretino
in mezzo al
corridoio.
Per
tutta la lezione di spagnolo ero stato come in trans, vagliando le
alternative
che avevano portato Bella a non salutarmi ed a scappare via da me in
quel modo,
tanto che non sentii neanche la campanella di fine scuola suonare.
Tutti
corsero fuori nel corridoio, quasi come se fossero stati posseduti da
qualche
demone.
Invece,
io, con tutta calma misi le penne e il libro che non avevo neanche
usato dentro
allo zaino e uscii, continuando a formulare le ipotesi più
disparate.
Sapevo,
o meglio, speravo di non essere del tutto indifferente a Bella, anche
perché i
sentimenti non potevano sparire da un giorno all’altro. Ma,
allo stesso tempo,
sapevo che lei aveva sofferto davvero tanto per la nostra separazione.
“Ehi!
Bell’addormentato! Da quand’è che non
saluti gli amici?”
“Ciao
Daniel. Scusa.. ma non ti avevo visto.”
Il
mio amico mi guardò storto per un attimo, ma, per fortuna,
non fece commenti.
“Tra
l’altro.. volevo giusto parlarti,” dissi
ricordandomi di ciò che avevo pensato
durante la mensa.
“Sono
tutt’orecchi.”
Tutto
intorno a noi sentivo un leggero brusio. Che stava succedendo?
“Volevo
chiederti scusa per averti risposto un po’ male al messaggio
che mi hai inviato
ieri. Non ero molto.. dell’umore giusto.”
Daniel
scosse la testa, con un sorriso comprensivo sul volto.
“Nessun
problema. Posso immaginare cosa ti passa per la testa. Effettivamente
avrei
potuto evitare di scriverti così tante cose nei dettagli..
Non ti preoccupare,
è tutto ok.”
Sorrisi,
contento di aver chiarito la situazione.
“Ma
che cavolo succede?”
“Boh..”
risposi, continuando a guardare un gruppo di ragazzine del primo anno
che
confabulava fittamente sulla porta d’uscita.
Una
volta fuori mi fu subito chiaro a cos’era dovuto il gran
chiacchiericcio.
Bella
stava tirando uno scappellotto sulla nuca a Jullian, comodamente seduto
sulla
sua moto da duro. Insieme a loro c’erano anche Jasper, mio
fratello e Rosalie.
Si
scambiarono qualche battuta e tutti scoppiarono a ridere.
“Edward
non fare quella faccia..” disse Daniel seriamente.
“Che
faccia?”
“La
faccia che da un momento all’altro vai là, tiri un
cazzotto a Jullian, ti
carichi sulle spalle Bella e te la porti in un posto
lontanissimo.”
Sorrisi
alle sue parole, in effetti non aveva tutti i torti.
Il
cazzotto a giardiscemo glielo avrei tirato molto, molto volentieri.
“SWAN!”
Il
gelo calò su di loro, ma più in generale su tutto
il cortile.
Involontariamente
mi avvicinai un po’ di più alla scena, non volevo
assolutamente che Tanya
minacciasse ancora Bella. Per quanto lei poteva cavarsela da sola,
volevo che
quell’arpia le stesse il più lontana possibile.
Lei
e il suo adorato zietto avevano già fatto abbastanza
disastri.
Per
fortuna Jasper
cercò il più possibile di
stemperare la situazione.
“Lo
so, professor Swan. Però.. mi sembra che non è
stato mosso un dito per me
quando Isabella mi ha insultata ingiustamente davanti a tutta la sala
mensa.”
Vidi
Bella avvicinarsi minacciosa alla rivale, ma del tutto inaspettatamente
il
giardiscemo si affiancò a lei, in un chiaro segno di
protezione.
Ora
capivo. Non aveva più bisogno di farsi proteggere da me,
perché c’era lui?
“Io
cambierei tono, fossi in te.” disse sicuro di sé.
Tanya
scoppiò a ridere.
“Cos’è,
ora hai un nuovo principe azzurro che ti protegge?”
Dopo
quelle parole Bella accennò un passo in avanti, ma ancora
una volta Jullian la
fermò, appoggiando la mano sul suo braccio.
La
mia gelosia salì alle stelle e il mio cuore
sprofondò nelle stalle.
Poi,
del tutto inaspettatamente uscì allo scoperto il preside
Green e invitò la
strega a seguirlo nel suo ufficio. Forse era la volta buona in cui si
sarebbe
presa una bella sospensione.
Lo
sperai vivamente.
Mi
ero avvicinato molto al loro gruppetto, quindi non mi sfuggì
il resto della
loro conversazione.
Il
Professor Preston. Davvero? Avrei dovuto fare assolutamente qualcosa
per
impedirlo.
La
disperazione mi assalì, in particolare quando vidi Bella
salire a cavalcioni
sulla moto, stringersi con le braccia intorno alla schiena del
giardiscemo e
partire a tutto gas.
Lontano
dal mio cuore.
Bussai
alla porta dell’ufficio un po’ nervoso.
Più
che altro non sapevo come avrebbe reagito Jasper alle mie rimostranze.
“Avanti”.
Entrai
e mi richiusi subito alle spalle la porta.
“Edward!
A cosa devo la tua visita?”
Sapevo
benissimo che mancava ancora un’ora all’inizio
dell’allenamento, ma dovevo a
tutti i costi chiarire con Jasper la faccenda del nuovo co-coach. Ci
mancava
solo più che lo vedessi ogni giorno.
“Posso
sedermi?” chiesi seriamente.
“Si,
certo..”
Mi
sedetti nella poltrona di fronte a lui.
“Volevo
sapere perché Jullian Preston è stato nominato
co-coach.”
Ero
andato dritto al punto: non avevo proprio nessuna voglia di
tergiversare.
“Perché
io e il preside Green lo abbiamo ritenuto opportuno.”
La
risposa non mi piacque, ma non mi persi d’animo.
“Io
credo che sia inutile la sua presenza.”
Jasper
ridacchiò scuotendo la testa.
“Edward,
senza offesa ma qui il coach sono io e decido io che cosa è
o non è meglio per
la squadra. Jullian è una persona seria e preparata che ha
giocato a calcio per
anni e ha vinto anche una borsa di studio. Posso capire le tue
rimostranze, ma
come sai ho sempre voluto tenere fuori dal campo le motivazioni
personali.”
Rimasi
in silenzio un attimo, soppesando le sue parole.
Aveva
ragione, stavo protestando perché mi dava fastidio
l’idea di vedere Jullian e
Bella nello stesso posto per più di un’ora.
Non
avrei resistito e la mia gelosia mi avrebbe fatto fare delle
grossissime
cazzate.
“Non
sono solo motivazioni personali. Mi dispiace Jasper, ma non credo che
lui sia
la persona adatta.”
La
mia mente stava escogitando un qualche modo per toglierlo di mezzo,
magari con
una petizione firmata da più del cinquanta percento della
squadra, o andando
direttamente ad esprimere i miei dubbi al preside. Cavolo, ero il
capitano!
Volevo
pur dire qualcosa, no?
“Edward
non pensare neanche per un secondo di andare dal preside Green
perché giuro che
non ti faccio giocare fino alla fine del campionato. Non mi piace come
ti stai
comportando. Perché, anche se non lo ammetti, stai facendo
tutta questa scenata
solo perché credi che tra Jullian e Bella ci sia
qualcosa.”
“Non
è vero.” Dissi seriamente, guardandolo negli occhi.
“Non
è vero il cazzo. Ora, quando ti sei messo con lei ti avevo
fatto un bel
discorso, dicendoti che se l’avresti fatta soffrire ti avrei
appeso a testa in
giù dagli scogli della riserva. Non l’ho fatto
perché voglio tenere la vita
privata fuori dal campo ma tu non hai la minima idea di cosa avrei
voluto
farti..”
Iniziai
a sudare. Mi mancava solo più il cazziatone.
“Se
ora lei è tranquilla e serena è per merito di
Jullian e di tutti noi che le
siamo stati vicini. Quindi Edward te lo dico da fratello della tua ex
fidanzata:
non rompere i coglioni.”
Rimasi
di sasso, da Jasper questi termini coloriti non me li sarei mai
aspettati.
Senza
aggiungere altro, mi alzai dalla sedia e mi avviai verso lo spogliatoio.
“Edward?”
mi chiamò, quando stavo per aprire la porta.
Mi
girai e lo guardai, volevo solo andare a prendere una bella boccata
d’aria, ne
avevo un disperato bisogno.
“Facciamo
che questa conversazione non è mai esistita, ok?”
Annuii
e quasi di corsa uscii, per dirigermi nel campo.
Mi
sedetti con la schiena appoggiata contro il palo della porta e ripensai
alle
parole di Jasper.
Non
mi aveva confermato che tra Bella e Jullian ci fosse qualcosa, ma allo
stesso
tempo non aveva neanche smentito una probabile relazione. Ma poi, che
volevo
farci?
Lei
aveva sofferto davvero tanto per me e lui le aveva riportato il
sorriso. Avrei
dovuto essere felice, perché sapevo che era una brava
persona e che non le
avrebbe fatto mancare niente.. però non riuscivo proprio ad
accettarlo.
Rimasi
lì appoggiato fino a quando alcuni miei compagni entrarono
in campo per fare
stretching.
“Tutto
bene, Ed?” chiese mio fratello, notando probabilmente un
evidente turbamento
sulla mia faccia.
“Si,
non ti preoccupare..”
Quando
entrò Jasper con Rose e incominciò a spiegare i
primi esercizi, ero decisamente
più tranquillo e sereno.
Jullian,
non c’era.
“Aspettate
un attimo.” Ci richiamò il mister.
“Prima
che iniziate a correre vorrei annunciarvi che da mercoledì
ci sarà un nuovo
co-coach: Jullian Preston. Molti di voi sicuramente lo conosceranno..
Se
qualcuno non è d’accordo, mi dispiace ma se lo
deve far piacere.”
Tutti
annuirono.
“Mister?
Posso solo chiedere una cosa?”
“Certo,
Tyler.”
“Come
mai ora e non sei mesi fa?”
Jasper
annuì, forse quella domanda se l’aspettava.
“Prima
di tutto sei mesi fa non sapevo che mi sarei sposato.” Tutti
scoppiarono a
ridere, qualcuno, tra cui mio fratello, applaudì anche.
“Poi,
io e il preside Green ne avevamo parlato già
all’inizio dell’anno scolastico,
però, purtroppo non erano stati congelati ancora i fondi
necessari ad un
ulteriore assunzione.”
Finito
il discorso, molti iniziarono a correre, io aspettai un attimo,
rimanendo un
po’ indietro.
“Jasper?”
“Mmm..”
“Scusa
per prima, avevi ragione.”
Mi
sorrise comprensivo.
“Nessun
problema, Edward.”
Felice
di aver messo le cose a posto, mi unii al resto dei compagni con un
spirito
decisamente più positivo.
☼☼☼
Guidavo
tranquillo tra le strade di Forks. Stavo tornando a casa dopo una belle
e sana
corsa sulla spiaggia di La Push, ne avevo veramente bisogno per i miei
nervi.
Tra
l’allenamento di mercoledì e della sera prima ne
avevo veramente le scatole
piene.
Quel
Jullian poteva anche essere il miglior allenatore del mondo, ma questo
non mi
avrebbe fatto cambiare idea; anche se avevo promesso a Jasper che non
avrei
mosso un dito contro di lui, non significava che lo avrei abbracciato
alla
prima occasione.
La
mia fortuna era stata che Bella non si era presentata.
Lontano
dagli occhi, lontano dal cuore, no?
Girai
nel vialetto di casa mia e inchiodai shoccato.
C’era
una Ferrari posteggiata, la sua
Ferrai.
Sapevo
che Rose oggi non sarebbe venuta a trovare mio fratello, quindi non
c’erano
molte alternative su chi fosse.
Posteggiai
fuori dal garage ed entrai in casa di soppiatto.
C’era
silenzio, mi tranquillizzai, magari non era lei.
“Edward
cosa fai lì sulla porta come un ladro?”
Feci
un salto di un metro, spaventato.
“Io?
Niente, niente..” dissi entrando completamente e proseguendo
verso il salotto,
dove mi aspettava mia madre, seduta sul divano, con una rivista in mano.
“Si,
come no. Sei sudato, vatti a fare una doccia prima che ti venga la
febbre come
a tuo fratello.”
Annuii
alle sue parole.
Feci
qualche passo verso le scale prima di girarmi nella sua direzione.
“Per
caso c’è qualcuno della famiglia Swan,
qui?” chiesi titubante.
Mia
madre sospirò.
“Si.
C’è Isabella sopra con Emmett.”
“Grandioso.”
Sussurrai rassegnato.
“E’
stata molto carina a venire a trovarlo, non credi?”
“Nonostante
la possibilità di trovarmi? Si, direi quasi
coraggiosa.” Dissi con un tono
amaro.
“Oh
Edward!”
Mia
madre di alzò e in pochi passi mi raggiunse abbracciandomi.
Non
piansi perché ormai ne avevo già versato troppe
lacrime ed ero stufo di
sentirmi così male, però ricambiai
l’abbraccio. Ne avevo bisogno.
Quando
ci staccammo mi guardò attentamente, spingendomi
delicatamente verso le scale.
“Ora
vai.. puzzi!”
Le
sorrisi e feci i gradini a due a due, di corsa.
Guardai
un secondo la porta della camera di mio fratello,
dall’interno non sentivo
provenire nessun rumore, ma magari stavano parlando a bassa voce.
Entrai nella
mia stanza deciso a farmi una doccia di almeno mezz’ora.
Rilassato
uscii dalla mia camera.
Questa
volta la curiosità vinse su qualsiasi cautela e decisi di
avvicinarmi alla
porta per sentire di cosa stavano parlando.
Come
una vera e propria spia segreta appoggiai l’orecchio al
legno, ma non sentii
assolutamente nulla. Che Bella fosse andata via mentre io ero sotto la
doccia?
Appoggiai
la mano sulla maniglia, per poi toglierla pochi secondi dopo.
Alla
sesta volta decisi di entrare.
Nel
caso fossero stati entrambi presenti avrei inventato una qualsiasi
scusa.
A
dire la verità mi ero immaginato una vasta gamma di scenari,
ma nessuno poteva
minimamente avvicinarsi a ciò che mi trovai davanti: Bella
ed Emmett che
dormivano.
Lui
dormiva con la bocca aperta, mentre lei, sdraiata su un fianco dava le
spalle
alla porta.
Attento
a non fare il minimo rumore mi avvicinai ancora di più,
guardandola rapito.
Le
mani sotto la guancia, le labbra piene e rosse appena aperte, i capelli
sciolti
sparsi sul cuscino, le gambe fasciate dai jeans chiari.. sarei potuto
stare ore
e ore e ancora ore ad ammirarla.
Era
bellissima.
La
guardai ancora per qualche istante, lei mosse le gambe e
borbottò qualcosa
d’indefinito.
Preoccupato
che da un momento all’altro si svegliasse, trovandomi a
guardarla come un
maniaco, decisi, anche se di malavoglia, di uscire dalla stanza.
Prima
però, afferrai la copertina di pile che Emmett teneva sulla
sedia della
scrivania e la coprii, rimanendo per qualche istante indeciso se
lasciarle o
meno un bacio sulla fronte.
Alla
fine decisi di evitare.
Ripercorsi
il tratto fino alla porta, cercando di non fare rumore.
“La
doccia ti ha fatto bene, se sorridi così tanto..”
Guardai
mia madre che stava tagliando la verdura, continuando a sorridere.
“Si,
diciamo di si.”
“Non
hai origliato quello che si stanno dicendo Emmett e Bella,
vero?”
Mi
sedetti sulla penisola e appoggiai davanti a me il libro di biologia.
“Edward?”
continua impaziente di sapere la risposta.
“No,
mamma.”
“Meno
male, perché sarebbe stato davvero poco matur..”
“Stanno
dormendo.”
“Sei
entrato nella camera di tuo fratello?” chiese quasi
scandalizzata.
“Non
ho saputo resistere. Ho dato una sbirciatina e sono uscito.”
Dalla
sua espressione capii che si stava sforzando di apparire arrabbiata, ma
in
verità era solo molto, molto divertita. Infatti dopo pochi
istanti scoppiò a
ridere, indirizzandomi un:
“Hai
preso proprio da tuo padre.”
Aprii
il libro ad una pagina indefinita. Volevo farmi un’idea di
quali argomenti
avrei potuto proporre a Bella.
“Che
cosa studi?”
“Guardo
quali argomenti potrei proporre a Bella per la ricerca di
biologia.”
“Scusa..
ma non dovevate consegnarla per questa settimana?” chiese
curiosa, mentre
pelava le patate.
“Si,
inizialmente. Poi il Professor Banner ha avuto la stupenda idea di
farcela
consegnare come ricerca di fine anno.”
Stranamente
non rispose, forse assorta in chissà quali pensieri.
Mi
concentrai sulla pagina che avevo aperto: i pesci.
No,
a Bella non sarebbero per nulla piaciuti, decisi di andare direttamente
ai
mammiferi.
“Bella
che cos’ha detto della ricerca?”
Alzai
le spalle: “Nulla. Mi ha semplicemente detto di fare una
lista degli animali
che potevano interessarmi e poi valutavamo i punti in comune.”
“Beh..
non è una brutta idea, no?”
Guardai
mia madre negli occhi.
“Si,
invece. Perché, per quanto io possa sforzarmi, lei non mi
guarderà mai più come
prima.”
Ecco
che tutta la positività che avevo accumulato prima con la
corsa e, dopo, con la
visita nella stanza di mio fratello, era scomparsa.
“E
a questo proposito non posso che darle ragione. Edward, le hai spezzato
il
cuore.”
Guardai
mia mamma scocciato e shoccato.
“Scusa..
ma da che parte stai?”
Non
volevo litigare, anche perché si contavano le volte in cui
entrambi avevamo
alzato la voce, ma come poteva incolparmi di aver spezzato a Bella il
cuore,
quando lei era la prima a sapere quanto realmente stavo male?
“Dalla
tua, sempre. Però l’altro pomeriggio ho parlato
con Sarah e mi ha raccontato
delle cose di Bella che..”
“Che?”
Non
mi piaceva per niente la piega che aveva preso la nostra conversazione.
Sospirò
tristemente.
“Non
voglio raccontartele Edward.”
“Perché?”
“Perché
sono brutte.”
Mi
spazientii e la guardai ancora più infastidito.
“Non
puoi lanciare la pietra e tirare via la mano. Dimmele mamma, ho tutto
il
diritto di sapere..”
“Anche
lei ha il diritto di sapere che cos’è successo con
il signor Volturi. Lo sai
che domani sera andrà a quella festa.. Per fortuna ci
sarà Jacob con lei, ma so
che lei vorrebbe ancora che ci fossi tu ad accompagnarla.. Non
è un bel momento
per Bella. Lei è stata veramente male quando vi siete
lasciati, più di quanto
ti abbia mai fatto vedere.”
Soppesai
le parole di mia madre.
“Come
fai a sapere che mi vorrebbe ancora? Ormai Jullian è il suo
nuovo ragazzo, io
non sono più nulla per lei. E poi, lo sai benissimo che non
posso dirle nulla
di Volturi.”
“Perché
Bella è ancora innamorata di te. Quando Sarah me ne ha
parlato non volevo
crederci, ma poi quando prima ho parlato con lei, ho capito. Il modo
con cui si
pone con te: quando fa la fredda, l’arrabbiata o la
distaccata.. è perché sta
cercando un modo per andare oltre all’amore che prova per
te.. Sta cercando di
trasformarlo in odio e io, fossi in te, farei in modo che
ciò non si
verificasse. Sarah non ha saputo o voluto dirmi se tra Bella o Jullian
c’è una
storia chiodo schiaccia chiodo o c’è solo un
rapporto puramente fisico o c’è
solo un’amicizia. Però so che da quando lui
è entrato nella sua vita lei mangia
e sorride di nuovo.”
Un
rapporto puramente fisico. Non riuscivo o meglio, non volevo
immaginare Bella e quel coglione fare sesso. Per niente.
“Non
ti dico questo per farti star ulteriormente male, ma per cercare di
farti
capire come forse dovresti uscire allo scoperto e raccontarle la
verità. Perché
di una cosa sono sicura, se tu fossi al posto di Bella vorresti sapere
che
cavolo sta succedendo.”
Non
risposi subito a mia madre troppo preso dal capire il significato delle
sue
parole.
Quando
sentii mia madre parlare per poco non mi prese un coccolone.
“Ah
Bella! Stavo giusto per venire su a svegliarvi.. la cena è
quasi pronta. Ti
fermi a mangiare qui?”
Immediatamente
mi girai verso la sua direzione. Era ancora più bella con i
capelli un po’
scompigliati e gli occhi ancora un po’ addormentati.
Quando
stavamo insieme adoravo dormire con lei per vedere la luce meravigliosa
che
aveva negli occhi quando si svegliava e mi trovava al suo fianco.
“Ehm..
Emmett dorme ancora.” Sussurrò con evidente
imbarazzo.
A
costo di sembrare maleducato, continuai a fissarla e a saziarmi della
sua
immagine.
Il
discorso di mia madre continuava a girarmi nella testa a
velocità supersonica.
“Mi
piacerebbe.. ma no. Grazie.”
E
certo che le sarebbe piaciuto, un’infinità di
volte era stata ospite a cena o a
pranzo a casa mia che avevo quasi perso il conto.
Ma,
ormai, era troppo tardi.
Poteva
anche amarmi ancora ma nulla sarebbe mai più tornato come
prima.
“Ti
accompagno alla porta.. mi ha fatto piacere che sei..”
“L’accompagno
io alla porta, mamma.”
In
un baleno mi uscirono quelle poche parole dalla bocca. Volevo parlarle,
anche
solo per qualche minuto.
Senza
quasi lasciarle il tempo di salutare mia madre l’accompagnai
alla porta.
“Che
diavolo ti prende?” chiese arrabbiata.
“Domani
parti?”
Mentre
rispondeva con un “Già..” sussurrato, si
aprì la porta da sola, probabilmente
per svignarsela il più in fretta possibile da me.
Avrei
voluto dirle mille e più cose, ma alla fine tirai fuori la
prima frase che la
mia bocca riuscì a pronunciare.
“Dobbiamo
trovare qualcosa da fare per biologia..”
Per
un attimo cambiò espressione, sorridendo quasi, prima di
tornare una maschera
indecifrabile.
“Magari
ne possiamo parlare lunedì, adesso dovrei proprio andare..
mi staranno
aspettando per la cena.”
“Si
certo..” borbottai infastidito dal suo comportamento.
Forse
mia madre aveva ragione. Cercava di fare il più possibile la
cattiva con me,
perché stava cercando la giusta forza dentro di
sé per odiarmi.
E
io? Sarei riuscito a sopportare una Bella che mi odiava?
No,
decisamente.
Quando
alzai lo sguardo per vedere i suoi occhi, lei mi stava già
dando le spalle,
dirigendosi verso la sua macchina. Mi ero perso ciò che mi
aveva detto, non
potevo lasciarla andare via così.
Mi
affrettai e la raggiunsi, afferrandole il braccio.
“Divertiti
a Seattle..” dissi titubante, “e.. fai
attenzione”.
Pensò
un attimo di troppo a cosa rispondermi.
“Grazie.
Ora puoi lasciarmi il braccio?”
“Bella
mi dispiace, veramente. Non avrei mai voluto che..” mi
bloccai di colpo. Mia
madre poteva farmi tutti i discorsi di questo mondo, ma non avrei mai
rinunciato a proteggere Bella.
Lei
doveva continuare a vivere la sua vita.
“Beh..
ci vediamo lunedì.”
Lei
mi scrutò in faccia per pochi istanti, prima di girarsi e
raggiungere la
macchina.
“Ti
amo.” Dissi sconsolato alla pioggia che flebilmente
cominciava a scendere.
Entrai
in casa scombussolato.
“Edward
vai a svegliare Emmett, tuo padre sarà quasi
arrivato.”
Senza
darle alcuna risposta salii le scale e mi catapultai in camera di mio
fratello.
Dovevo
assolutamente sapere che cosa si erano detti, ne andava della mia
sanità
mentale.
Quando
aprii la porta, lo trovai già sveglio con un bigliettino in
mano.
“Ah!
Sei sveglio... mamma mi ha detto di dirti che è quasi
pronto.”
“Bella
è andata via da molto?”
“No,
da pochi minuti. Ti ha lasciato un bigliettino?”
“Si,
leggilo pure.”
Mi
passò il foglio di carta, lessi le poche parole che gli
aveva scritto,
tracciando con le dita l’iniziale del suo nome.
“Edward?”
Alzai
lo sguardo su mio fratello, aveva un’aria piuttosto
sconsolata.
“Devi
dirglielo. Lei ti pensa ancora.. credo che con Jullian ci sia solo
un’amicizia
molto forte. Non credo che riuscirò a mentire a Rose ancora
per tanto..”
“Stai
scherzando?”
“No.
Non voglio giocarmi il mio rapporto con la ragazza che amo. Il prossimo
anno ci
saranno già abbastanza chilometri a dividerci..”
Mi
sentii profondamente tradito, ma in un certo senso me lo sarei
aspettato da
Emmett.
“Con
questo non voglio dirti che domani o dopodomani andrò da
Rose a confessargli
tutto, ma prima o poi dovrò dirglielo! Domani sera Bella
sarà a quella dannata
festa, cosa potrà succedere? Magari conoscerà
Caius Volturi.. e non so. Guardala
meglio, come si comporta quando tu sei nei paraggi. Soffre. Pensaci
solo. Ne
vale la pena stare lontano da lei?”
Annuii
scosso. Era la seconda volta nel giro di neanche un’ora che
qualcuno mi faceva
un discorso del genere.
Dirglielo
a Bella.
Sarebbe
stato bello, perché finalmente avrei potuto togliermi un
grosso, grossissimo
macigno dal petto, ma come potevo essere sicuro che lei non mi avrebbe
veramente odiato, una volta scoperta la verità?
Non
lo sapevo e forse non l’avrei mai saputo.
☼☼☼
Ero
seduto al tavolo di un stupido locale con gran parte dei componenti
della mia
squadra, Alice, Jasper e il giardiscemo.
Avevo
più volte cercato di evitare i festeggiamenti post partita,
ma Daniel mi aveva
quasi obbligato a partecipare. Se avessi avuto la macchina, me ne sarei
già
tornato a casa.
“Uuuh!”
trillò Alice tutta contenta, “Jasper dobbiamo
vedere la presentazione in
streaming. Devo vedere se Bella ha messo il vestito nel modo giusto e
come
l’hanno truccata.”
Il
vestito.
Quel
vestito.
Quando
mio fratello mi aveva fatto vedere la foto che gli aveva inviato Rose,
per poco
ero svenuto. Non solo il vestito fasciava perfettamente il suo corpo da
favola,
ma, grazie al pizzo, molte parti erano in evidenza. Avrei dato
qualsiasi cosa
per poterla vedere dal vivo così..
“Ho
portato il tablet apposta.”
Rose
tirò fuori dalla sua borsa l’apparecchio e lo
accese, cercando probabilmente il
sito dal quale poter vedere la presentazione.
“M’immagino
la gioia di Bella nell’essere pettinata, truccata,
imbalsamata..” disse Angela,
scatenando le risate generali, tanto che anche a me scappò
un sorriso.
“Mai
come la gioia che ha provato quando Alice le ha mostrato il vestito. A
me ha
fatto lo stesso effetto di quando vai in discoteca e stai tre ore sotto
le
casse..” disse Jullian, mentre Jasper ridacchiava annuendo.
“Perché?
Non le piaceva?”
“A
detta sua.. lei non è il tipo che va in giro mezza nuda.
Poi, credo che abbia
anche detto che lei non è la bella statuina.. bla, bla,
bla.. vero Alice?”
Alice
stava per aggiungere qualcosa, quando Rose parlò.
“Se
non era per me che entravo e le facevo ragionare a quest’ora
erano ancora lì
che si urlavano contro. Almeno io ho fatto qualcosa. Non come
tu,” disse
indicando Jasper, “Tu” continuò
indicando il giardiscemo, “e Jacob che
continuavate a ridere come degli scemi. L’idea più
geniale poi alla fine l’ha
avuta Jull, vero? Voleva entrare di soppiatto in camera, prenderle e
buttarle
in piscina.”
“Beh..
così avrebbero urlato ancora di più.”
Dissi senza pensarci, attirando su di me
le occhiate di tutti.
“Giusta
osservazione. Infatti poi ho evitato..”
“Tanto
il bagno ve l’eravate già fatto, no?”
sussurrò Alice con un sorrisetto
malizioso.
Jullian
le rispose con un occhiolino.
L’avrei
ucciso, l’idea mi faceva quasi vomitare tutta la pizza che
avevo appena finito
di mangiare.
“Eccolo!
L’ho trovato!” esultò Rose, mettendo al
centro del tavolo il tablet.
“Si
ma così non riusciamo a vederlo tutti..”
protestò Daniel vicino a me.
Vidi
Alice alzarsi per andare a parlare con un cameriere. Pochi minuti dopo
sulla
televisione vicino al nostro tavolo comparvero le immagini di un palco
sopra il
quale c’erano Volturi, Charlie Swan e altri personaggi mai
visti prima.
Cominciarono
a chiamare nome per nome tutte le convocate. Quando chiamarono Isabella
Marie
Swan, al tavolo scoppiò il putiferio generale: Alice
saltellava sulla sedia su
di giri, arpionando senza pietà con un mano il braccio di
Jasper. Daniel
sorrideva, guardandomi di sottecchi. Rose e Jullian invece, guardavano
la
televisione con un misto di gioia e orgoglio sul volto.
Io,
in verità, non riuscivo a definire benissimo i sentimenti
che mi frullavano per
la testa, più che altro, continuavo a guardare Bella come in
trans.
Era
bellissima. Come sempre, d’altronde.
Si
vedeva che era imbarazzata, le sue guancie erano rosse e il suo sorriso
era
stentato, non spontaneo.
“E’
imbarazzata.” Disse Angela meravigliata.
“Beh..
troppa gente la sta guardando.”
Dopo
pochi secondi la telecamera si spostò sul viso della
prossima convocata.
Quando
tutte le venticinque ragazze vennero presentate, la linea fu passata ad
una
giornalista che cominciò a intervistare qualche personaggio
di spicco del
calcio americano, tra cui anche Charlie.
Dopo
un tipo tutto ciccia e niente capelli, la giornalista si
trovò insieme ad un
uomo giovane con i capelli biondo cenere e due occhi azzurrissimi.
“Aspetta..
quello è..” sussurrò Rose puntando il
dito verso la televisione.
“Caius
Volturi” terminò la giornalista.
Strinsi
i pugni automaticamente.
Nella
mia mente mi ero più volte immaginato il figlio di Aro
Volturi, grasso, ma non
troppo, brutto, viscido e invece era tutto l’opposto,
La
mia paura aumentò a dismisura, non sarei mai riuscito a
competere con uno così.
“Cosa
ne pensa della presentazione? Crede che le ragazze siano state scelte
con
attenzione? E se posso.. qual è la sua preferita?”
Caius
sorrise, inondando di luce il locale, con i suoi denti bianchissimi.
Sentii,
contemporaneamente Alice, Rose e Angela sospirare.
“Buonasera
a tutti. E’ un vero piacere per me e la mia famiglia che la
presentazione sia
stata fatta qui, nella casa della mia infanzia. Che posso dire delle
ragazze?
Spero che portino in alto l’orgoglio della nazione e che si
facciano
rispettare. Non è giusto che il vecchio continente vinca
sempre le competizioni
importanti, non credete?” terminò con un
occhiolino.
La
giornalista arrossì vistosamente, ma non demorse,
continuando l’intervista.
“Continua
a non dirmi qual è la sua giocatrice preferita.”
Lui
alzò gli occhi al cielo ridacchiando.
“Beh..
immagino che se sono state scelte dal team della nazionale è
perché sono brave
e quindi si meritano la maglia a stelle e strisce.”
“Però..
se proprio devo scegliere una giocatrice.. non me ne vogliano le altre,
ma.. è
indubbiamente Isabella Swan.”
Eccolo.
Che partiva all’attacco.
“Credo
che è una delle migliori giocatrici mai viste negli ultimi
anni.”
“Inoltre
stasera è molto bella, vero?”
Ridacchiò,
in un modo che mi fece accapponare la pelle.
Lo
odiavo, forse più del giardiscemo.
“Lei
è sempre bella.”
No,
indubbiamente lo odiavo più di Jullian.
“Wow..
che uomo!” esclamò Angela alla fine
dell’intervista, attirando un’occhiataccia
di Ben.
“Divino.
Da bruciare come se non ci fosse un domani.”
Vidi
Jasper annuire alle parole del giardiscemo e, per quanto avrei voluto e
dovuto
odiarlo con tutto me stesso, non potevo far altro che dargli ragione.
“Oh
non fate i gelosoni voi, è così.. affascinante.
Sfido qualunque a donna a non
rovinargli ai piedi.. E poi avete visto? Ha detto che è
Bella la sua giocatrice
preferita. Mia sorella..”
“Jullian culo, Jullian culo.”
Tutti
contemporaneamente ci girammo nella direzione del giardiscemo, al suono
della
voce di Bella.
Lui
stava già sbloccando il cellulare borbottando qualcosa.
Alice
rideva divertita.
“Mi
piace la tua suoneria. Devo chiedere a mia sorella che me la
registri!”
“Molto
divertente.” Rispose lui alla battuta di Rosalie.
“Che
dice Bella?”
“Affari
nostri.”
In
un attimo vidi il sorriso di Alice mutare, da divertito a malizioso.
Sapevo
di guardare Jullian trucemente, ma, nonostante le gomitate di Daniel
non avevo
nessuna intenzione di smettere.
Il
giardiscemo posò il cellulare e dopo pochi istante
arrivò la risposta che gli
fece nascere un sorrisetto divertito sulle labbra.
“Bella
vi saluta.” Disse, prima di passare il cellulare ad Alice e
Rose che lesserò il
messaggio curiose.
Avrei
dato qualsiasi cosa per poterlo leggere a mia volta.
Quando
tutti e tre si guardarono con una strana scintilla negli occhi, capii
che era
in atto una conversazione silenziosa. Di certo, sapevo che qualunque
cosa
fosse, non mi sarebbe per nulla piaciuta.
☼☼☼
Guardavo
i carri sfilare tra le vie di Forks un po’ annoiato.
Alcuni
erano davvero buffi, ma d’altronde non si poteva di certo
pretendere la Luna da
un paese sperduto come quello.
“Edward!
L’ultimo dovrebbe essere il carro
dell’orfanotrofio!” disse entusiasta mia
madre.
Mi
girai nella direzione che stava indicando.
Di
solito il carro dell’orfanotrofio, oltre ad essere
l’ultimo, era anche il più
triste di tutti.
I
bambini erano tutti stretti sopra con uno sguardo che faceva venire i
brividi,
gli addobbi erano brutti, un caleidoscopio di colori senza una logica.
“Oh!”
esclamai spontaneamente quando lo vidi spuntare dalla curva.
Non
ci potevo quasi credere, era troppo bello.
C’era
quello che sembrava un grosso mappamondo al centro, completamente
rivestito di
fiori, poi, intorno, che facevano il girotondo ridendo e cantando
allegramente
c’erano i bambini.
Ognuno
era vestito con un abito tipico di uno stato o di un continente.
C’era
un indiano, un’hawaiana, un africano, una giapponese, un
eschimese, e così
via..
“Oddio!
E’ stupendo!” esclamò mia madre,
potandosi le mani alla bocca, commossa.
Mio
padre la strinse in un abbraccio.
“Mamma
hai ragione!” disse Emmett, uscito da casa apposta per vedere
la sfilata.
Al
suo fianco c’era Rosalie con un gran sorriso sulle labbra. Ad
un certo punto la
vidi alzare la mano e salutare qualcuno.
Seguendo
la direzione del suo sguardo notai Jullian seduto sul trattore che
guidava il
carro e che salutava qua e là le persone che lo
riconoscevano.
“Chi
è il creatore?” chiesi, immaginando già
la risposta.
“Jullian.
Ha lavorato in ogni attimo libero che aveva. E dovresti vedere
com’è stato
dolce con i bambini: lo ascoltavano in tutto e per tutto. E’
una persona
davvero speciale.”
“Ha
preso molto a cuore la causa, Esme. Peccato che Bella non sia qui per
vederlo
di persona.”
“Non
doveva arrivare per la cena?”
Mi
girai ansioso di sentire che cosa diceva Rose.
“Si,
però Jacob ha avuto un contrattempo. Per fortuna ha trovato
un altro
passaggio.”
Sospirai
rilassato, contento di rivederla, ignaro che alla guida della macchina
che la
stava riportando a casa, c’era Caius Volturi.
Nell’enorme
tendone dov’erano stati allestiti i tavoli per la cena,
c’era un gran vociare
di gente.
Io
ero al tavolo con i miei compagni di squadra, mio fratello e Rosalie,
al fondo
della sala invece vedevo i miei genitori con i nonni di Bella, Jasper,
Alice e
i suoi genitori.
“Ehi!
Avete notato che Irina sta alla larga da Kate e Tanya?”
La
domanda di Lucinda suscitò la curiosità di tutti.
Effettivamente era da qualche
giorno che, anche a scuola, avevo notato Irina nettamente in disparte.
“Ah!
Ma non lo sapete!” cinguettò Jessica, accarezzando
la mano del suo Mike, per
poco non vomitai tutto ciò che fino a quel momento avevo
mangiato vedendo quel
gesto.
“No,
non lo sappiamo.” Sussurrò Rosalie al mio fianco.
“E’
da un po’ che hanno litigato. A quanto pare Irina si vedeva
con un ragazzo
senza averlo detto a Tanya e lei è andata fuori di
testa..”
“Lei
è fuori di testa.” Affermò Daniel
scatenando le risate generali, che si
fermarono, almeno da parte mia, non appena scorsi Isabella sulla porta.
“E’
arrivata tua sorella, Rose.”
Lei
si girò, alzando la mano per farsi notare tra la gente.
Bella,
notandoci, s’incamminò verso di noi.
“Ma
scusate.. chi è il tizio che la segue? Non era andata a
Seattle con Jacob?”
“Si,
Lucinda. Ma purtroppo Jack ha avuto un contrattempo e Bella ha trovato
un
passaggio.”
“Oh
cazzo..” sentii sussurrare da mio fratello.
Immediatamente
il sangue del mio corpo si gelò, non appena riconobbi il
tizio che stava
scortando Bella al nostro tavolo come una vera e propria guardia del
corpo.
Caius
Volturi.
Il
solo e unico.