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Autore: Nihal93    17/09/2014    6 recensioni
Isabella e Rosalie sono due sorelle gemelle che si trasferiscono a Forks per l'ultimo anno di liceo.
Lì si faranno nuovi amici e chissà.. magari anche nuovi amori.
Tratto dal CAPITOLO 10:
"Tu alla mia festa non sei venuta, mentre io alla tua si.. ti potresti far perdonare con un’uscita a cena o al cinema.. "
E bravo gemellino che si portava avanti con il lavoro, mi aveva appena chiesto di uscire? O ero in un bellissimo sogno.
Annusai il suo profumo buonissimo, era fruttato ma non molto forte, sapeva di uomo, di lui..
"Magari.."
Spero di avervi incuriosito.. passate a trovarmi e mi raccomando: lasciate un segno del vostro passaggio!
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Grazie per la pazienza. Abbiate fede!

Buona lettura.

 

 
CAPITOLO 44 – POV EDWARD

Mentre il professor Banner spiegava allegramente gli animali, io ero intento a scarabocchiare sui miei appunti, disegni che non avevano alcuna logica.

Nella mia mente erano ancora impresse a fuoco le parole che, prima di entrare nell’aula, io e Bella c’eravamo scambiati.

“Tanya è una stronza e lo sanno tutti. Ma il fatto che lei tiri fuori cose vecchie una vita tra me e te non significa proprio un bel niente. Per me non significano più niente. Sono in grado di difendermi da sola.”

Per un istante chiusi gli occhi, troppo intontito e addolorato dalle parole che erano uscite dalla sua bocca. Sapevo che ormai tra noi era finita, se avevo ancora delle speranze, erano tutte scomparse il giorno precedente, quando avevo capito che tra lei e il giardiscemo c’era qualcosa di più di una semplice amicizia.

Per me non significano più niente.

Sei parole che bruciavano nella mia mente, sei parole che spezzavano il mio cuore.

Me le meritavo, come mi meritavo il fatto che lei non mi amasse più e che non mi volesse più nella sua vita.

Ero stato uno stupido a non raccontarle subito che cos’era successo con Aro Volturi, ma ora non sarei mai potuto tornare indietro. Era finita.

“Complimenti signorina Swan. Avete capito?”

Sentendo il suo nome, riportai l’attenzione sulla lezione.

Probabilmente il professor Banner le aveva chiesto qualcosa e lei aveva risposto correttamente.

“Allora ragazzi.. Ho deciso che venerdì prossimo mi dovrete consegnare un approfondimento a coppie su un qualsiasi argomento che riguardi un animale o più animali di una delle cinque classi di vertebrati che abbiamo cominciato a vedere oggi.”

Sbuffai infastidito, la mia voglia di andare a scuola stava svanendo ogni giorno di più.

Ci mancava solo più una ricerca, avevo già tante cose a cui pensare.

Mentre andavo verso la cattedra affiancato da Bella, speravo il più possibile di finire in coppia con qualcuno serio, non avevo nessuna voglia di fare una ricerca completamente da solo.

Mitch, l’odioso Mitch, passò il foglio a Bella, guardandola con uno strano sorrisino irriverente.

Aspettai il mio turno, guardandola di sottecchi.

In un’altra dimensione, l’avrei baciata fino a consumarle completamente le labbra e poi l’avrei sdraiata sulla sul nostro banco e..

Il suono del foglio e della sua mano che sbatteva sulla cattedra mi fecero tornare alla realtà, giusto il tempo per vederla uscire molto, molto arrabbiata dall’aula.

Diedi un’occhiata veloce al foglio e capii al volo il motivo del suo repentino cambio d’umore.

Certo, che tra tutti i compagni che avevamo, proprio insieme doveva metterci il Professor Banner? Le corsi dietro, cercando di fermarla e d’informarmi su quali argomenti avrebbe voluto trattare nella ricerca.

L’imbarazzo era palpabile e mentre parlavamo, potei notare anche le sue mani tremare.

Quindi non gli ero così indifferente come avevo creduto, vero?

“Beh.. ciao.” La salutai, tirando fuori il sorriso che lei definiva irresistibile.

Mi guardò per alcuni istanti negli occhi, prima di girarsi e camminare a passo sostenuto verso l’aula di storia, lasciandomi come un cretino in mezzo al corridoio.

 

Per tutta la lezione di spagnolo ero stato come in trans, vagliando le alternative che avevano portato Bella a non salutarmi ed a scappare via da me in quel modo, tanto che non sentii neanche la campanella di fine scuola suonare.

Tutti corsero fuori nel corridoio, quasi come se fossero stati posseduti da qualche demone.

Invece, io, con tutta calma misi le penne e il libro che non avevo neanche usato dentro allo zaino e uscii, continuando a formulare le ipotesi più disparate.

Sapevo, o meglio, speravo di non essere del tutto indifferente a Bella, anche perché i sentimenti non potevano sparire da un giorno all’altro. Ma, allo stesso tempo, sapevo che lei aveva sofferto davvero tanto per la nostra separazione.

“Ehi! Bell’addormentato! Da quand’è che non saluti gli amici?”

“Ciao Daniel. Scusa.. ma non ti avevo visto.”

Il mio amico mi guardò storto per un attimo, ma, per fortuna, non fece commenti.

“Tra l’altro.. volevo giusto parlarti,” dissi ricordandomi di ciò che avevo pensato durante la mensa.

“Sono tutt’orecchi.”

Tutto intorno a noi sentivo un leggero brusio. Che stava succedendo?

“Volevo chiederti scusa per averti risposto un po’ male al messaggio che mi hai inviato ieri. Non ero molto.. dell’umore giusto.”

Daniel scosse la testa, con un sorriso comprensivo sul volto.

“Nessun problema. Posso immaginare cosa ti passa per la testa. Effettivamente avrei potuto evitare di scriverti così tante cose nei dettagli.. Non ti preoccupare, è tutto ok.”

Sorrisi, contento di aver chiarito la situazione.

“Ma che cavolo succede?”

“Boh..” risposi, continuando a guardare un gruppo di ragazzine del primo anno che confabulava fittamente sulla porta d’uscita.

Una volta fuori mi fu subito chiaro a cos’era dovuto il gran chiacchiericcio.

Bella stava tirando uno scappellotto sulla nuca a Jullian, comodamente seduto sulla sua moto da duro. Insieme a loro c’erano anche Jasper, mio fratello e Rosalie.

Si scambiarono qualche battuta e tutti scoppiarono a ridere.

“Edward non fare quella faccia..” disse Daniel seriamente.

“Che faccia?”

“La faccia che da un momento all’altro vai là, tiri un cazzotto a Jullian, ti carichi sulle spalle Bella e te la porti in un posto lontanissimo.”

Sorrisi alle sue parole, in effetti non aveva tutti i torti.

Il cazzotto a giardiscemo glielo avrei tirato molto, molto volentieri.

“SWAN!”

Il gelo calò su di loro, ma più in generale su tutto il cortile.

Involontariamente mi avvicinai un po’ di più alla scena, non volevo assolutamente che Tanya minacciasse ancora Bella. Per quanto lei poteva cavarsela da sola, volevo che quell’arpia le stesse il più lontana possibile.

Lei e il suo adorato zietto avevano già fatto abbastanza disastri.

Per fortuna  Jasper cercò il più possibile di stemperare la situazione.

“Lo so, professor Swan. Però.. mi sembra che non è stato mosso un dito per me quando Isabella mi ha insultata ingiustamente davanti a tutta la sala mensa.”

Vidi Bella avvicinarsi minacciosa alla rivale, ma del tutto inaspettatamente il giardiscemo si affiancò a lei, in un chiaro segno di protezione.

Ora capivo. Non aveva più bisogno di farsi proteggere da me, perché c’era lui?

“Io cambierei tono, fossi in te.” disse sicuro di sé.

Tanya scoppiò a ridere.

“Cos’è, ora hai un nuovo principe azzurro che ti protegge?”

Dopo quelle parole Bella accennò un passo in avanti, ma ancora una volta Jullian la fermò, appoggiando la mano sul suo braccio.

La mia gelosia salì alle stelle e il mio cuore sprofondò nelle stalle.

Poi, del tutto inaspettatamente uscì allo scoperto il preside Green e invitò la strega a seguirlo nel suo ufficio. Forse era la volta buona in cui si sarebbe presa una bella sospensione.

Lo sperai vivamente.

Mi ero avvicinato molto al loro gruppetto, quindi non mi sfuggì il resto della loro conversazione.

Il Professor Preston. Davvero? Avrei dovuto fare assolutamente qualcosa per impedirlo.

La disperazione mi assalì, in particolare quando vidi Bella salire a cavalcioni sulla moto, stringersi con le braccia intorno alla schiena del giardiscemo e partire a tutto gas.

Lontano dal mio cuore.

 

 

 

Bussai alla porta dell’ufficio un po’ nervoso.

Più che altro non sapevo come avrebbe reagito Jasper alle mie rimostranze.

“Avanti”.

Entrai e mi richiusi subito alle spalle la porta.

“Edward! A cosa devo la tua visita?”

Sapevo benissimo che mancava ancora un’ora all’inizio dell’allenamento, ma dovevo a tutti i costi chiarire con Jasper la faccenda del nuovo co-coach. Ci mancava solo più che lo vedessi ogni giorno.

“Posso sedermi?” chiesi seriamente.

“Si, certo..”

Mi sedetti nella poltrona di fronte a lui.

“Volevo sapere perché Jullian Preston è stato nominato co-coach.”

Ero andato dritto al punto: non avevo proprio nessuna voglia di tergiversare.

“Perché io e il preside Green lo abbiamo ritenuto opportuno.”

La risposa non mi piacque, ma non mi persi d’animo.

“Io credo che sia inutile la sua presenza.”

Jasper ridacchiò scuotendo la testa.

“Edward, senza offesa ma qui il coach sono io e decido io che cosa è o non è meglio per la squadra. Jullian è una persona seria e preparata che ha giocato a calcio per anni e ha vinto anche una borsa di studio. Posso capire le tue rimostranze, ma come sai ho sempre voluto tenere fuori dal campo le motivazioni personali.”

Rimasi in silenzio un attimo, soppesando le sue parole.

Aveva ragione, stavo protestando perché mi dava fastidio l’idea di vedere Jullian e Bella nello stesso posto per più di un’ora.

Non avrei resistito e la mia gelosia mi avrebbe fatto fare delle grossissime cazzate.

“Non sono solo motivazioni personali. Mi dispiace Jasper, ma non credo che lui sia la persona adatta.”

La mia mente stava escogitando un qualche modo per toglierlo di mezzo, magari con una petizione firmata da più del cinquanta percento della squadra, o andando direttamente ad esprimere i miei dubbi al preside. Cavolo, ero il capitano!

Volevo pur dire qualcosa, no?

“Edward non pensare neanche per un secondo di andare dal preside Green perché giuro che non ti faccio giocare fino alla fine del campionato. Non mi piace come ti stai comportando. Perché, anche se non lo ammetti, stai facendo tutta questa scenata solo perché credi che tra Jullian e Bella ci sia qualcosa.”

“Non è vero.” Dissi seriamente, guardandolo negli occhi.

“Non è vero il cazzo. Ora, quando ti sei messo con lei ti avevo fatto un bel discorso, dicendoti che se l’avresti fatta soffrire ti avrei appeso a testa in giù dagli scogli della riserva. Non l’ho fatto perché voglio tenere la vita privata fuori dal campo ma tu non hai la minima idea di cosa avrei voluto farti..”

Iniziai a sudare. Mi mancava solo più il cazziatone.

“Se ora lei è tranquilla e serena è per merito di Jullian e di tutti noi che le siamo stati vicini. Quindi Edward te lo dico da fratello della tua ex fidanzata: non rompere i coglioni.”

Rimasi di sasso, da Jasper questi termini coloriti non me li sarei mai aspettati.

Senza aggiungere altro, mi alzai dalla sedia e mi avviai verso lo spogliatoio.

“Edward?” mi chiamò, quando stavo per aprire la porta.

Mi girai e lo guardai, volevo solo andare a prendere una bella boccata d’aria, ne avevo un disperato bisogno.

“Facciamo che questa conversazione non è mai esistita, ok?”

Annuii e quasi di corsa uscii, per dirigermi nel campo.

Mi sedetti con la schiena appoggiata contro il palo della porta e ripensai alle parole di Jasper.

Non mi aveva confermato che tra Bella e Jullian ci fosse qualcosa, ma allo stesso tempo non aveva neanche smentito una probabile relazione. Ma poi, che volevo farci?

Lei aveva sofferto davvero tanto per me e lui le aveva riportato il sorriso. Avrei dovuto essere felice, perché sapevo che era una brava persona e che non le avrebbe fatto mancare niente.. però non riuscivo proprio ad accettarlo.

Rimasi lì appoggiato fino a quando alcuni miei compagni entrarono in campo per fare stretching.

“Tutto bene, Ed?” chiese mio fratello, notando probabilmente un evidente turbamento sulla mia faccia.

“Si, non ti preoccupare..”

Quando entrò Jasper con Rose e incominciò a spiegare i primi esercizi, ero decisamente più tranquillo e sereno.

Jullian, non c’era.

“Aspettate un attimo.” Ci richiamò il mister.

“Prima che iniziate a correre vorrei annunciarvi che da mercoledì ci sarà un nuovo co-coach: Jullian Preston. Molti di voi sicuramente lo conosceranno.. Se qualcuno non è d’accordo, mi dispiace ma se lo deve far piacere.”

Tutti annuirono.

“Mister? Posso solo chiedere una cosa?”

“Certo, Tyler.”

“Come mai ora e non sei mesi fa?”

Jasper annuì, forse quella domanda se l’aspettava.

“Prima di tutto sei mesi fa non sapevo che mi sarei sposato.” Tutti scoppiarono a ridere, qualcuno, tra cui mio fratello, applaudì anche.

“Poi, io e il preside Green ne avevamo parlato già all’inizio dell’anno scolastico, però, purtroppo non erano stati congelati ancora i fondi necessari ad un ulteriore assunzione.”

Finito il discorso, molti iniziarono a correre, io aspettai un attimo, rimanendo un po’ indietro.

“Jasper?”

“Mmm..”

“Scusa per prima, avevi ragione.”

Mi sorrise comprensivo.

“Nessun problema, Edward.”

Felice di aver messo le cose a posto, mi unii al resto dei compagni con un spirito decisamente più positivo.

 

 

☼☼☼

 

 

Guidavo tranquillo tra le strade di Forks. Stavo tornando a casa dopo una belle e sana corsa sulla spiaggia di La Push, ne avevo veramente bisogno per i miei nervi.

Tra l’allenamento di mercoledì e della sera prima ne avevo veramente le scatole piene.

Quel Jullian poteva anche essere il miglior allenatore del mondo, ma questo non mi avrebbe fatto cambiare idea; anche se avevo promesso a Jasper che non avrei mosso un dito contro di lui, non significava che lo avrei abbracciato alla prima occasione.

La mia fortuna era stata che Bella non si era presentata.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, no?

Girai nel vialetto di casa mia e inchiodai shoccato.

C’era una Ferrari posteggiata, la sua Ferrai.

Sapevo che Rose oggi non sarebbe venuta a trovare mio fratello, quindi non c’erano molte alternative su chi fosse.

Posteggiai fuori dal garage ed entrai in casa di soppiatto.

C’era silenzio, mi tranquillizzai, magari non era lei.

“Edward cosa fai lì sulla porta come un ladro?”

Feci un salto di un metro, spaventato.

“Io? Niente, niente..” dissi entrando completamente e proseguendo verso il salotto, dove mi aspettava mia madre, seduta sul divano, con una rivista in mano.

“Si, come no. Sei sudato, vatti a fare una doccia prima che ti venga la febbre come a tuo fratello.”

Annuii alle sue parole.

Feci qualche passo verso le scale prima di girarmi nella sua direzione.

“Per caso c’è qualcuno della famiglia Swan, qui?” chiesi titubante.

Mia madre sospirò.

“Si. C’è Isabella sopra con Emmett.”

“Grandioso.” Sussurrai rassegnato.

“E’ stata molto carina a venire a trovarlo, non credi?”

“Nonostante la possibilità di trovarmi? Si, direi quasi coraggiosa.” Dissi con un tono amaro.

“Oh Edward!”

Mia madre di alzò e in pochi passi mi raggiunse abbracciandomi.

Non piansi perché ormai ne avevo già versato troppe lacrime ed ero stufo di sentirmi così male, però ricambiai l’abbraccio. Ne avevo bisogno.

Quando ci staccammo mi guardò attentamente, spingendomi delicatamente verso le scale.

“Ora vai.. puzzi!”

Le sorrisi e feci i gradini a due a due, di corsa.

Guardai un secondo la porta della camera di mio fratello, dall’interno non sentivo provenire nessun rumore, ma magari stavano parlando a bassa voce. Entrai nella mia stanza deciso a farmi una doccia di almeno mezz’ora.

Rilassato uscii dalla mia camera.

Questa volta la curiosità vinse su qualsiasi cautela e decisi di avvicinarmi alla porta per sentire di cosa stavano parlando.

Come una vera e propria spia segreta appoggiai l’orecchio al legno, ma non sentii assolutamente nulla. Che Bella fosse andata via mentre io ero sotto la doccia?

Appoggiai la mano sulla maniglia, per poi toglierla pochi secondi dopo.

Alla sesta volta decisi di entrare.

Nel caso fossero stati entrambi presenti avrei inventato una qualsiasi scusa.

A dire la verità mi ero immaginato una vasta gamma di scenari, ma nessuno poteva minimamente avvicinarsi a ciò che mi trovai davanti: Bella ed Emmett che dormivano.

Lui dormiva con la bocca aperta, mentre lei, sdraiata su un fianco dava le spalle alla porta.

Attento a non fare il minimo rumore mi avvicinai ancora di più, guardandola rapito.

Le mani sotto la guancia, le labbra piene e rosse appena aperte, i capelli sciolti sparsi sul cuscino, le gambe fasciate dai jeans chiari.. sarei potuto stare ore e ore e ancora ore ad ammirarla.

Era bellissima.

La guardai ancora per qualche istante, lei mosse le gambe e borbottò qualcosa d’indefinito.

Preoccupato che da un momento all’altro si svegliasse, trovandomi a guardarla come un maniaco, decisi, anche se di malavoglia, di uscire dalla stanza.

Prima però, afferrai la copertina di pile che Emmett teneva sulla sedia della scrivania e la coprii, rimanendo per qualche istante indeciso se lasciarle o meno un bacio sulla fronte.

Alla fine decisi di evitare.

Ripercorsi il tratto fino alla porta, cercando di non fare rumore.

 

“La doccia ti ha fatto bene, se sorridi così tanto..”

Guardai mia madre che stava tagliando la verdura, continuando a sorridere.

“Si, diciamo di si.”

“Non hai origliato quello che si stanno dicendo Emmett e Bella, vero?”

Mi sedetti sulla penisola e appoggiai davanti a me il libro di biologia.

“Edward?” continua impaziente di sapere la risposta.

“No, mamma.”

“Meno male, perché sarebbe stato davvero poco matur..”

“Stanno dormendo.”

“Sei entrato nella camera di tuo fratello?” chiese quasi scandalizzata.

“Non ho saputo resistere. Ho dato una sbirciatina e sono uscito.”

Dalla sua espressione capii che si stava sforzando di apparire arrabbiata, ma in verità era solo molto, molto divertita. Infatti dopo pochi istanti scoppiò a ridere, indirizzandomi un:

“Hai preso proprio da tuo padre.”

Aprii il libro ad una pagina indefinita. Volevo farmi un’idea di quali argomenti avrei potuto proporre a Bella.

“Che cosa studi?”

“Guardo quali argomenti potrei proporre a Bella per la ricerca di biologia.”

“Scusa.. ma non dovevate consegnarla per questa settimana?” chiese curiosa, mentre pelava le patate.

“Si, inizialmente. Poi il Professor Banner ha avuto la stupenda idea di farcela consegnare come ricerca di fine anno.”

Stranamente non rispose, forse assorta in chissà quali pensieri.

Mi concentrai sulla pagina che avevo aperto: i pesci.

No, a Bella non sarebbero per nulla piaciuti, decisi di andare direttamente ai mammiferi.

“Bella che cos’ha detto della ricerca?”

Alzai le spalle: “Nulla. Mi ha semplicemente detto di fare una lista degli animali che potevano interessarmi e poi valutavamo i punti in comune.”

“Beh.. non è una brutta idea, no?”

Guardai mia madre negli occhi.

“Si, invece. Perché, per quanto io possa sforzarmi, lei non mi guarderà mai più come prima.”

Ecco che tutta la positività che avevo accumulato prima con la corsa e, dopo, con la visita nella stanza di mio fratello, era scomparsa.

“E a questo proposito non posso che darle ragione. Edward, le hai spezzato il cuore.”

Guardai mia mamma scocciato e shoccato.

“Scusa.. ma da che parte stai?”

Non volevo litigare, anche perché si contavano le volte in cui entrambi avevamo alzato la voce, ma come poteva incolparmi di aver spezzato a Bella il cuore, quando lei era la prima a sapere quanto realmente stavo male?

“Dalla tua, sempre. Però l’altro pomeriggio ho parlato con Sarah e mi ha raccontato delle cose di Bella che..”

“Che?”

Non mi piaceva per niente la piega che aveva preso la nostra conversazione.

Sospirò tristemente.

“Non voglio raccontartele Edward.”

“Perché?”

“Perché sono brutte.”

Mi spazientii e la guardai ancora più infastidito.

“Non puoi lanciare la pietra e tirare via la mano. Dimmele mamma, ho tutto il diritto di sapere..”

“Anche lei ha il diritto di sapere che cos’è successo con il signor Volturi. Lo sai che domani sera andrà a quella festa.. Per fortuna ci sarà Jacob con lei, ma so che lei vorrebbe ancora che ci fossi tu ad accompagnarla.. Non è un bel momento per Bella. Lei è stata veramente male quando vi siete lasciati, più di quanto ti abbia mai fatto vedere.”

Soppesai le parole di mia madre.

“Come fai a sapere che mi vorrebbe ancora? Ormai Jullian è il suo nuovo ragazzo, io non sono più nulla per lei. E poi, lo sai benissimo che non posso dirle nulla di Volturi.”

“Perché Bella è ancora innamorata di te. Quando Sarah me ne ha parlato non volevo crederci, ma poi quando prima ho parlato con lei, ho capito. Il modo con cui si pone con te: quando fa la fredda, l’arrabbiata o la distaccata.. è perché sta cercando un modo per andare oltre all’amore che prova per te.. Sta cercando di trasformarlo in odio e io, fossi in te, farei in modo che ciò non si verificasse. Sarah non ha saputo o voluto dirmi se tra Bella o Jullian c’è una storia chiodo schiaccia chiodo o c’è solo un rapporto puramente fisico o c’è solo un’amicizia. Però so che da quando lui è entrato nella sua vita lei mangia e sorride di nuovo.”

Un rapporto puramente fisico. Non riuscivo o meglio, non volevo immaginare Bella e quel coglione fare sesso. Per niente.

“Non ti dico questo per farti star ulteriormente male, ma per cercare di farti capire come forse dovresti uscire allo scoperto e raccontarle la verità. Perché di una cosa sono sicura, se tu fossi al posto di Bella vorresti sapere che cavolo sta succedendo.”

Non risposi subito a mia madre troppo preso dal capire il significato delle sue parole.

Quando sentii mia madre parlare per poco non mi prese un coccolone.

“Ah Bella! Stavo giusto per venire su a svegliarvi.. la cena è quasi pronta. Ti fermi a mangiare qui?”

Immediatamente mi girai verso la sua direzione. Era ancora più bella con i capelli un po’ scompigliati e gli occhi ancora un po’ addormentati.

Quando stavamo insieme adoravo dormire con lei per vedere la luce meravigliosa che aveva negli occhi quando si svegliava e mi trovava al suo fianco.

“Ehm.. Emmett dorme ancora.” Sussurrò con evidente imbarazzo.

A costo di sembrare maleducato, continuai a fissarla e a saziarmi della sua immagine.

Il discorso di mia madre continuava a girarmi nella testa a velocità supersonica.

“Mi piacerebbe.. ma no. Grazie.”

E certo che le sarebbe piaciuto, un’infinità di volte era stata ospite a cena o a pranzo a casa mia che avevo quasi perso il conto.

Ma, ormai, era troppo tardi.

Poteva anche amarmi ancora ma nulla sarebbe mai più tornato come prima.

“Ti accompagno alla porta.. mi ha fatto piacere che sei..”

“L’accompagno io alla porta, mamma.”

In un baleno mi uscirono quelle poche parole dalla bocca. Volevo parlarle, anche solo per qualche minuto.

Senza quasi lasciarle il tempo di salutare mia madre l’accompagnai alla porta.

“Che diavolo ti prende?” chiese arrabbiata.

“Domani parti?”

Mentre rispondeva con un “Già..” sussurrato, si aprì la porta da sola, probabilmente per svignarsela il più in fretta possibile da me.

Avrei voluto dirle mille e più cose, ma alla fine tirai fuori la prima frase che la mia bocca riuscì a pronunciare.

“Dobbiamo trovare qualcosa da fare per biologia..”

Per un attimo cambiò espressione, sorridendo quasi, prima di tornare una maschera indecifrabile.

“Magari ne possiamo parlare lunedì, adesso dovrei proprio andare.. mi staranno aspettando per la cena.”

“Si certo..” borbottai infastidito dal suo comportamento.

Forse mia madre aveva ragione. Cercava di fare il più possibile la cattiva con me, perché stava cercando la giusta forza dentro di sé per odiarmi.

E io? Sarei riuscito a sopportare una Bella che mi odiava?

No, decisamente.

Quando alzai lo sguardo per vedere i suoi occhi, lei mi stava già dando le spalle, dirigendosi verso la sua macchina. Mi ero perso ciò che mi aveva detto, non potevo lasciarla andare via così.

Mi affrettai e la raggiunsi, afferrandole il braccio.

“Divertiti a Seattle..” dissi titubante, “e.. fai attenzione”.

Pensò un attimo di troppo a cosa rispondermi.

“Grazie. Ora puoi lasciarmi il braccio?”

“Bella mi dispiace, veramente. Non avrei mai voluto che..” mi bloccai di colpo. Mia madre poteva farmi tutti i discorsi di questo mondo, ma non avrei mai rinunciato a proteggere Bella.

Lei doveva continuare a vivere la sua vita.

“Beh.. ci vediamo lunedì.”

Lei mi scrutò in faccia per pochi istanti, prima di girarsi e raggiungere la macchina.

“Ti amo.” Dissi sconsolato alla pioggia che flebilmente cominciava a scendere.

 

Entrai in casa scombussolato.

“Edward vai a svegliare Emmett, tuo padre sarà quasi arrivato.”

Senza darle alcuna risposta salii le scale e mi catapultai in camera di mio fratello.

Dovevo assolutamente sapere che cosa si erano detti, ne andava della mia sanità mentale.

Quando aprii la porta, lo trovai già sveglio con un bigliettino in mano.

“Ah! Sei sveglio... mamma mi ha detto di dirti che è quasi pronto.”

“Bella è andata via da molto?”

“No, da pochi minuti. Ti ha lasciato un bigliettino?”

“Si, leggilo pure.”

Mi passò il foglio di carta, lessi le poche parole che gli aveva scritto, tracciando con le dita l’iniziale del suo nome.

“Edward?”

Alzai lo sguardo su mio fratello, aveva un’aria piuttosto sconsolata.

“Devi dirglielo. Lei ti pensa ancora.. credo che con Jullian ci sia solo un’amicizia molto forte. Non credo che riuscirò a mentire a Rose ancora per tanto..”

“Stai scherzando?”

“No. Non voglio giocarmi il mio rapporto con la ragazza che amo. Il prossimo anno ci saranno già abbastanza chilometri a dividerci..”

Mi sentii profondamente tradito, ma in un certo senso me lo sarei aspettato da Emmett.

“Con questo non voglio dirti che domani o dopodomani andrò da Rose a confessargli tutto, ma prima o poi dovrò dirglielo! Domani sera Bella sarà a quella dannata festa, cosa potrà succedere? Magari conoscerà Caius Volturi.. e non so. Guardala meglio, come si comporta quando tu sei nei paraggi. Soffre. Pensaci solo. Ne vale la pena stare lontano da lei?”

Annuii scosso. Era la seconda volta nel giro di neanche un’ora che qualcuno mi faceva un discorso del genere.

Dirglielo a Bella.

Sarebbe stato bello, perché finalmente avrei potuto togliermi un grosso, grossissimo macigno dal petto, ma come potevo essere sicuro che lei non mi avrebbe veramente odiato, una volta scoperta la verità?

Non lo sapevo e forse non l’avrei mai saputo.

 

☼☼☼

 

 

Ero seduto al tavolo di un stupido locale con gran parte dei componenti della mia squadra, Alice, Jasper e il giardiscemo.

Avevo più volte cercato di evitare i festeggiamenti post partita, ma Daniel mi aveva quasi obbligato a partecipare. Se avessi avuto la macchina, me ne sarei già tornato a casa.

“Uuuh!” trillò Alice tutta contenta, “Jasper dobbiamo vedere la presentazione in streaming. Devo vedere se Bella ha messo il vestito nel modo giusto e come l’hanno truccata.”

Il vestito.

Quel vestito.

Quando mio fratello mi aveva fatto vedere la foto che gli aveva inviato Rose, per poco ero svenuto. Non solo il vestito fasciava perfettamente il suo corpo da favola, ma, grazie al pizzo, molte parti erano in evidenza. Avrei dato qualsiasi cosa per poterla vedere dal vivo così..

“Ho portato il tablet apposta.”

Rose tirò fuori dalla sua borsa l’apparecchio e lo accese, cercando probabilmente il sito dal quale poter vedere la presentazione.

“M’immagino la gioia di Bella nell’essere pettinata, truccata, imbalsamata..” disse Angela, scatenando le risate generali, tanto che anche a me scappò un sorriso.

“Mai come la gioia che ha provato quando Alice le ha mostrato il vestito. A me ha fatto lo stesso effetto di quando vai in discoteca e stai tre ore sotto le casse..” disse Jullian, mentre Jasper ridacchiava annuendo.

 “Perché? Non le piaceva?”

“A detta sua.. lei non è il tipo che va in giro mezza nuda. Poi, credo che abbia anche detto che lei non è la bella statuina.. bla, bla, bla.. vero Alice?”

Alice stava per aggiungere qualcosa, quando Rose parlò.

“Se non era per me che entravo e le facevo ragionare a quest’ora erano ancora lì che si urlavano contro. Almeno io ho fatto qualcosa. Non come tu,” disse indicando Jasper, “Tu” continuò indicando il giardiscemo, “e Jacob che continuavate a ridere come degli scemi. L’idea più geniale poi alla fine l’ha avuta Jull, vero? Voleva entrare di soppiatto in camera, prenderle e buttarle in piscina.”

“Beh.. così avrebbero urlato ancora di più.” Dissi senza pensarci, attirando su di me le occhiate di tutti.

“Giusta osservazione. Infatti poi ho evitato..”

“Tanto il bagno ve l’eravate già fatto, no?” sussurrò Alice con un sorrisetto malizioso.

Jullian le rispose con un occhiolino.

L’avrei ucciso, l’idea mi faceva quasi vomitare tutta la pizza che avevo appena finito di mangiare.

“Eccolo! L’ho trovato!” esultò Rose, mettendo al centro del tavolo il tablet.

“Si ma così non riusciamo a vederlo tutti..” protestò Daniel vicino a me.

Vidi Alice alzarsi per andare a parlare con un cameriere. Pochi minuti dopo sulla televisione vicino al nostro tavolo comparvero le immagini di un palco sopra il quale c’erano Volturi, Charlie Swan e altri personaggi mai visti prima.

Cominciarono a chiamare nome per nome tutte le convocate. Quando chiamarono Isabella Marie Swan, al tavolo scoppiò il putiferio generale: Alice saltellava sulla sedia su di giri, arpionando senza pietà con un mano il braccio di Jasper. Daniel sorrideva, guardandomi di sottecchi. Rose e Jullian invece, guardavano la televisione con un misto di gioia e orgoglio sul volto.

Io, in verità, non riuscivo a definire benissimo i sentimenti che mi frullavano per la testa, più che altro, continuavo a guardare Bella come in trans.

Era bellissima. Come sempre, d’altronde.

Si vedeva che era imbarazzata, le sue guancie erano rosse e il suo sorriso era stentato, non spontaneo.

“E’ imbarazzata.” Disse Angela meravigliata.

“Beh.. troppa gente la sta guardando.”

Dopo pochi secondi la telecamera si spostò sul viso della prossima convocata.

Quando tutte le venticinque ragazze vennero presentate, la linea fu passata ad una giornalista che cominciò a intervistare qualche personaggio di spicco del calcio americano, tra cui anche Charlie.

Dopo un tipo tutto ciccia e niente capelli, la giornalista si trovò insieme ad un uomo giovane con i capelli biondo cenere e due occhi azzurrissimi.

“Aspetta.. quello è..” sussurrò Rose puntando il dito verso la televisione.

“Caius Volturi” terminò la giornalista.

Strinsi i pugni automaticamente.

Nella mia mente mi ero più volte immaginato il figlio di Aro Volturi, grasso, ma non troppo, brutto, viscido e invece era tutto l’opposto,

La mia paura aumentò a dismisura, non sarei mai riuscito a competere con uno così.

“Cosa ne pensa della presentazione? Crede che le ragazze siano state scelte con attenzione? E se posso.. qual è la sua preferita?”

Caius sorrise, inondando di luce il locale, con i suoi denti bianchissimi.

Sentii, contemporaneamente Alice, Rose e Angela sospirare.

“Buonasera a tutti. E’ un vero piacere per me e la mia famiglia che la presentazione sia stata fatta qui, nella casa della mia infanzia. Che posso dire delle ragazze? Spero che portino in alto l’orgoglio della nazione e che si facciano rispettare. Non è giusto che il vecchio continente vinca sempre le competizioni importanti, non credete?” terminò con un occhiolino.

La giornalista arrossì vistosamente, ma non demorse, continuando l’intervista.

“Continua a non dirmi qual è la sua giocatrice preferita.”

Lui alzò gli occhi al cielo ridacchiando.

“Beh.. immagino che se sono state scelte dal team della nazionale è perché sono brave e quindi si meritano la maglia a stelle e strisce.”

“Però.. se proprio devo scegliere una giocatrice.. non me ne vogliano le altre, ma.. è indubbiamente Isabella Swan.”

Eccolo. Che partiva all’attacco.

“Credo che è una delle migliori giocatrici mai viste negli ultimi anni.”

“Inoltre stasera è molto bella, vero?”

Ridacchiò, in un modo che mi fece accapponare la pelle.

Lo odiavo, forse più del giardiscemo.

“Lei è sempre bella.”

No, indubbiamente lo odiavo più di Jullian.

 

“Wow.. che uomo!” esclamò Angela alla fine dell’intervista, attirando un’occhiataccia di Ben.

“Divino. Da bruciare come se non ci fosse un domani.”

Vidi Jasper annuire alle parole del giardiscemo e, per quanto avrei voluto e dovuto odiarlo con tutto me stesso, non potevo far altro che dargli ragione.

“Oh non fate i gelosoni voi, è così.. affascinante. Sfido qualunque a donna a non rovinargli ai piedi.. E poi avete visto? Ha detto che è Bella la sua giocatrice preferita. Mia sorella..”

Jullian culo, Jullian culo.”

Tutti contemporaneamente ci girammo nella direzione del giardiscemo, al suono della voce di Bella.

Lui stava già sbloccando il cellulare borbottando qualcosa.

Alice rideva divertita.

“Mi piace la tua suoneria. Devo chiedere a mia sorella che me la registri!”

“Molto divertente.” Rispose lui alla battuta di Rosalie.

“Che dice Bella?”

“Affari nostri.”

In un attimo vidi il sorriso di Alice mutare, da divertito a malizioso.

Sapevo di guardare Jullian trucemente, ma, nonostante le gomitate di Daniel non avevo nessuna intenzione di smettere.

Il giardiscemo posò il cellulare e dopo pochi istante arrivò la risposta che gli fece nascere un sorrisetto divertito sulle labbra.

“Bella vi saluta.” Disse, prima di passare il cellulare ad Alice e Rose che lesserò il messaggio curiose.

Avrei dato qualsiasi cosa per poterlo leggere a mia volta.

Quando tutti e tre si guardarono con una strana scintilla negli occhi, capii che era in atto una conversazione silenziosa. Di certo, sapevo che qualunque cosa fosse, non mi sarebbe per nulla piaciuta.

 

 

☼☼☼

 

 

Guardavo i carri sfilare tra le vie di Forks un po’ annoiato.

Alcuni erano davvero buffi, ma d’altronde non si poteva di certo pretendere la Luna da un paese sperduto come quello.

“Edward! L’ultimo dovrebbe essere il carro dell’orfanotrofio!” disse entusiasta mia madre.

Mi girai nella direzione che stava indicando.

Di solito il carro dell’orfanotrofio, oltre ad essere l’ultimo, era anche il più triste di tutti.

I bambini erano tutti stretti sopra con uno sguardo che faceva venire i brividi, gli addobbi erano brutti, un caleidoscopio di colori senza una logica.

“Oh!” esclamai spontaneamente quando lo vidi spuntare dalla curva.

Non ci potevo quasi credere, era troppo bello.

C’era quello che sembrava un grosso mappamondo al centro, completamente rivestito di fiori, poi, intorno, che facevano il girotondo ridendo e cantando allegramente c’erano i bambini.

Ognuno era vestito con un abito tipico di uno stato o di un continente.

C’era un indiano, un’hawaiana, un africano, una giapponese, un eschimese, e così via..

“Oddio! E’ stupendo!” esclamò mia madre, potandosi le mani alla bocca, commossa.

Mio padre la strinse in un abbraccio.

“Mamma hai ragione!” disse Emmett, uscito da casa apposta per vedere la sfilata.

Al suo fianco c’era Rosalie con un gran sorriso sulle labbra. Ad un certo punto la vidi alzare la mano e salutare qualcuno.

Seguendo la direzione del suo sguardo notai Jullian seduto sul trattore che guidava il carro e che salutava qua e là le persone che lo riconoscevano.

“Chi è il creatore?” chiesi, immaginando già la risposta.

“Jullian. Ha lavorato in ogni attimo libero che aveva. E dovresti vedere com’è stato dolce con i bambini: lo ascoltavano in tutto e per tutto. E’ una persona davvero speciale.”

“Ha preso molto a cuore la causa, Esme. Peccato che Bella non sia qui per vederlo di persona.”

“Non doveva arrivare per la cena?”

Mi girai ansioso di sentire che cosa diceva Rose.

“Si, però Jacob ha avuto un contrattempo. Per fortuna ha trovato un altro passaggio.”

Sospirai rilassato, contento di rivederla, ignaro che alla guida della macchina che la stava riportando a casa, c’era Caius Volturi.

 

 

Nell’enorme tendone dov’erano stati allestiti i tavoli per la cena, c’era un gran vociare di gente.

Io ero al tavolo con i miei compagni di squadra, mio fratello e Rosalie, al fondo della sala invece vedevo i miei genitori con i nonni di Bella, Jasper, Alice e i suoi genitori.

“Ehi! Avete notato che Irina sta alla larga da Kate e Tanya?”

La domanda di Lucinda suscitò la curiosità di tutti. Effettivamente era da qualche giorno che, anche a scuola, avevo notato Irina nettamente in disparte.

“Ah! Ma non lo sapete!” cinguettò Jessica, accarezzando la mano del suo Mike, per poco non vomitai tutto ciò che fino a quel momento avevo mangiato vedendo quel gesto.

“No, non lo sappiamo.” Sussurrò Rosalie al mio fianco.

“E’ da un po’ che hanno litigato. A quanto pare Irina si vedeva con un ragazzo senza averlo detto a Tanya e lei è andata fuori di testa..”

“Lei è fuori di testa.” Affermò Daniel scatenando le risate generali, che si fermarono, almeno da parte mia, non appena scorsi Isabella sulla porta.

“E’ arrivata tua sorella, Rose.”

Lei si girò, alzando la mano per farsi notare tra la gente.

Bella, notandoci, s’incamminò verso di noi.

“Ma scusate.. chi è il tizio che la segue? Non era andata a Seattle con Jacob?”

“Si, Lucinda. Ma purtroppo Jack ha avuto un contrattempo e Bella ha trovato un passaggio.”

“Oh cazzo..” sentii sussurrare da mio fratello.

Immediatamente il sangue del mio corpo si gelò, non appena riconobbi il tizio che stava scortando Bella al nostro tavolo come una vera e propria guardia del corpo.

Caius Volturi.

Il solo e unico.




























  
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