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Autore: _Girella_    17/09/2014    2 recensioni
-Va bene, Atsuya. Hai vinto. Puoi tornare sulla Terra, tuo fratello ha ancora bisogno di te.
Vivrai ancora per un po’. Ma ci sono dei limiti, e tu li conosci bene.
E soprattutto, non potrai restarci per sempre. Arriverà il momento in cui la tua anima terrena si consumerà
e sarai costretto a dire addio una volta per tutte a Shirou. Sei sicuro di volerlo fare?-.
Dal cap. 13
-Non manca molto ormai-.
-Cosa? Di già?-
-Atsuya sta per fare la sua scelta. E il suo destino si compirà-.
Gabriel non rispose. Semplicemente, si ritrovò a sperare che facesse la scelta giusta.
Ben sapendo che non sarebbe stato così. 
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18- Ti amo, e questa è una realtà che non cambierà
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Mentre Kazemaru cercava di consolare Shirou e Midorikawa ed Hiroto si baciavano davanti al portone, Endou batteva nervosamente il piede per terra. Kidou e Fudou lo fissavano ben consapevoli che stava per scoppiare.

-Ora basta!- gridò infatti pochi minuti dopo. –Sono quattro giorni che non vengono né a scuola né agli allenamenti. Gouenji mi sente!-.
Nemmeno si tolse i guanti da portiere e uscì in fretta dal campo, i capelli che andavano da tutte le parti.

Kidou e Fudou si sorrisero. Erano rimasti da soli. Non che la cosa gli dispiacesse.
 
***

-GOUENJIII!-.

Il grido di Endou gli fece prendere un infarto. Sapeva che l’amico non gli avrebbe mai perdonato di aver saltato tutti quegli allenamenti. Quanti erano? Tre, quattro? Non ricordava.

Come suo solito, Endou non bussò. Spalancò la porta di colpo e notando il buio nella stanza aprì la finestra e alzò le tapparelle.

 -Tu adesso mi spieghi cos’è successo! Perché è quattro giorni che fai la muffa in questa stanza, e così Midorikawa e Shirou! Non venite agli allenamenti e non c’è più verso di vedervi in giro, e tutto questo perché tu lunedì hai fatto quella scenata. Cosa. Diavolo. Ti. E’. Preso!-.

Gouenji, dopo essere rimasto nel silenzio totale per quattro giorni, si mise le mani sulle orecchie per salvaguardare i suoi poveri timpani. Questi erano i lati negativi dell’avere un amico come Endou.

 -Non ho voglia di giocare a calcio, Endou- mugugnò.

Decisamente non era la cosa giusta da dire.

-Tu? TU non hai voglia di giocare a calcio?-. Sembrava troppo per lui. Si lasciò cadere sulla sedia accanto alla scrivania. –Il mondò finirà-.

-Come sei tragico, Endou-.

-Io tragico? Ma se tu hai fatto una scenata e sei sparito senza motivo! Voglio sapere che ti è preso-.

Gouenji sospirò. Ma si, forse in fondo gli avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno.

-Shirou mi ha tradito- esclamò tutto d'un fiato. Cavolo, dirlo ad alta voce faceva molto più male di quello che si sarebbe aspettato.

A Endou cadde platealmente il pallone da sotto braccio.

-Si, è così, mi ha tradito, con Hiroto. Diceva di amarmi e mi prendeva solo in giro. Ora capisci perché non voglio tornare a scuola?-.

Si sarebbe aspettato un qualsiasi tipo di reazione da Endou. Che si intristisse, che si arrabbiasse, che lo consolasse… Non di certo che si mettesse a ridere.

Eppure, è proprio quello che fece. Rise come se Gouenji avesse raccontato la barzelletta del secolo. –Tu stai scherzando- mormorò tra le lacrime.

- Ti sembro uno che scherza?-. Gouenji alzò un sopracciglio, col solo risultato di farlo ridere ancora di più.

-Oh, mio Dio, sei serio!-.

Si passò una mano tra i capelli, asciugandosi gli occhi e cercando di riprendere il fiato necessario per articolare qualche suono. -E' serio- ripetè a nessuno in particolare. -Non posso crederci. Non può essere così stupido-.

-Ehi, guarda che io sono ancora qui- gli ricordò Gouenji, chiedendosi chi lo avesse fatto entrare. Avrebbe dovuto scambiarci qualche parolina, più tardi. -Perchè dici cosi?-.

-Perchè? Ma dai, Gouenji…  E’ chiaro come il sole quanto Shirou ti ami! E’pazzo di te, e tu sei pazzo di lui! Me ne accorgo persino io! Credi davvero che possa averti tradito? Con Hiroto poi! Che stravede per Midorikawa!-.

Effettivamente, quello che diceva Endou non era del tutto sbagliato. Ma Tayou aveva detto...

Bhè, non che lui si fidasse al cento per cento di Tayou, pensò poi. Trovava strana la sua completa amnesia riguardo alla sua famiglia e al luogo da cui proveniva, e poi aveva qualcosa di sospetto, quel ragazzo. La sua voce che aveva scosso a tal punto Shirou, la sua conoscenza dell'Eternal Blizzard… Nessuno apparte Atsuya poteva conoscere quella tecnica e Atsuya era, beh, morto.

-Quindi… pensi che non sia vero?- si arrischiò a domandare alla fine. Voleva crederci, voleva crederci davvero.

-Non lo penso, ne sono sicuro!-. Endou si alzò e prese a palleggiare con la coscia. –E poi, perché non ne hai parlato con lui invece che rintanarti qui? Poverino, starà malissimo-.

Gouenji si alzò di scatto dal letto. –Hai ragione! Sono davvero un'idiota…-.

-Mmmh no, non sei un'idiota- sorrise Endou. –Semplicemente, la paura di perderlo ti ha fatto andare fuori di testa-.

Gouenji, che si stava infilando la maglia, lo guardò stupito. –Come mai così profondo, oggi?-.

-Perché non ne potevo più di allenarci in quattro- rise Endou. –E gira quella maglietta, è al contrario-.

Era talmente ansioso di andare a parlare con Shirou che non riusciva a concentrarsi su nient’altro.

 
Piombò sotto casa di Shirou come una furia, e pregò che non ci fosse nessuno oltre al suo ragazzo. Salì le scale a due a due, ansioso di chiedergli scusa. Si sarebbe fatto perdonare, si, in qualsiasi modo.

Sul pianerottolo, per poco non si scontrò con Kazemaru. –Che ci fai qui?- domandarono contemporaneamente, Gouenji ansante, Kazemaru sospettoso. Shuuya immaginò che agli occhi dei suoi compagni il suo comportamento dovesse essere stato davvero orribile.

-Sono venuto a scusarmi con Shirou. Sono stato davvero uno coglione, proprio non so cosa mi sia preso… ho bisogno di parlargli-.

Attese di leggere un giudizio negli occhi di Kazemaru, che invece rimasero limpidi e sorridenti. –Non è colpa tua. Ma sbrigati, vai-.

Gouenji sorrise ringraziando mentalmente il cielo di avere degli amici così fantastici ed entrò nell’appartamento di Shirou.

Tutto era silenzioso, ma Fubuki doveva essere a casa per forza. Si arrischiò a sussurrare

-Shirou?- per poi esclamare a voce più alta. –Shirou!-.
 
 
“Andiamo bene, ho le allucinazioni uditive” pensò Shirou, il volto affondato nel cuscino. Era stordito dagli ultimi avvenimenti e pensò di stare solo immaginando la voce di Gouenji che lo chiamava. Perciò quando qualcuno gli toccò il braccio, sentì un tuffo al cuore e gridò, saltando a sedere sul letto come una molla.

 Non appena distinse la sua figura, nella sua mente gli passarono centinaia di pensieri diversi. Lo avrebbe ucciso per averlo spaventato in quel modo. Si sarebbe scusato per il casino combinato da Tayou.Lo avrebbe baciato anche solo per essere lì. 

–Gouenji…- mormorò alla fine, quando il suo cuore ebbe di nuovo raggiunto un battito normale.

Al ragazzo si strinse il cuore al sentirsi chiamare così. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse stato stupido. Come aveva fatto a dubitare di Shirou, quando solo la sua vista gli faceva venire voglia di abbracciarlo?

Si inginocchiò vicino al letto e gli scostò i capelli dagli occhi. –Shirou- sorrise.

Per un solo secondo, parve che tra loro non fosse successo niente. Entrambi avvertirono l’improvviso desiderio di baciarsi e entrambi si fermarono quasi subito, per il timore di incombere nel disappunto dell’altro. Così, rimasero semplicemente a fissarsi.

Gouenji esaminò il suo volto pallido, gli occhi rossi, e si rese conto che era semplicemente impensabile che Shirou lo avesse tradito. E quella consapevolezza non fece altro che contribuire a farlo sentire il più grande idiota del mondo.

Doveva scusarsi, in fretta.

-Shirou… mi dispiace davvero tanto. Sono uno stupido, un grandissimo stupido. Non ti chiedo di perdonarmi per ciò che ho fatto, non lo meriterei, solo di capirmi, se puoi-.

Si fermò un attimo, ma la speranza sul volto di Shirou lo invitò a proseguire. –Quando ho sentito che tu mi avevi tradito io… non ci ho visto più. Mi è crollato il mondo addosso, ho odiato me stesso, ho odiato Hiroto… ho odiato il mondo intero. Ma tu, Shirou…-. Gli prese la mano. –Tu non ti ho mai odiato. Sei così importante per me, che non contemplavo l’idea di averti perso. Era come essere piombato in un incubo. Ora capisco che avrei dovuto ascoltarti, prima di perdere le staffe e trattarti in quel modo. Mi dispiace davvero-.

Tacque e abbassò la testa, mentre Shirou lo osservava con gli occhi lucidi. Le lacrime che gli scendevano lungo le guance erano le più dolci che avesse mai versato.

-Shuuya…-.

Lui alzò la testa.

-C’è una cosa che vorrei ricordassi. Vorrei che lo tenessi sempre a mente, ovunque ci troviamo, qualunque sia la situazione, anche se attorno a te è tutto triste e buio. Io ti amo, Shuuya, ti amerò sempre, e questa è una realtà che non cambierà-.

Gouenji sorrise, e non riuscendo più a trattenersi lo abbracciò, affondando il volto nei suoi capelli grigi, lasciando che le sue lacrime gli scorressero lungo le guance.

E quando finalmente lo baciò, si sentì come un esploratore che tornava a casa dopo tanto tempo. Aveva vissuto per qualche giorno in un mondo diverso, e aveva capito che quel mondo non gli piaceva per niente.
 
 
***
 
Quando riemersero dalla casa e furono baciati dal sole del tramonto, a entrambi sembrava di camminare a mezz’aria. Shirou, soprattutto, saltellava di qua e di là, affondando nella neve fino al ginocchio, senza lasciare la mano di Gouenji.

Quando giunsero al campo, avevano addosso gli occhi di tutti, tranne quelli di Endou, che continuò a palleggiare tranquillo. Lui sapeva bene cos’era successo.

Si limitò a lanciargli un’occhiata e a gridare –Non c'è di che!-.

-Pace fatta?-chiese Kazemaru, tanto per avere la conferma che la tempesta fosse davvero passata. Shirou per tutta risposta poggiò una guancia sulla spalla di Gouenji e sul volto di Kazemaru si aprì un sorriso enorme.

-Direi che non siete gli unici-. Indicò due puntini in lontananza,  che somigliavano decisamente a Hiroto e Midorikawa, chiaramente troppo occupati a farsi gli affari loro che a considerare più di tanto gli altri.

La risata cristallina di Kazemaru contagiò tutti.

-Adesso ho voglia di giocare a calcio!- esclamò Shirou.

Il sollievo che fece brillare gli occhi di Endou suscitò l'ilarità generale. –Questo è lo Shirou che conosco. Menomale, credevo non sareste più tornati Certo che Tayou stavolta l’ha combinata proprio grossa…-.

Quelle parole, benché dette con noncuranza, furono sufficienti perché le risate si spegnessero all'istante, Shirou si sentì gelare, e seppe che non era a causa della neve.

-Dimenticavo… Tayou! Dove sarà finito?-. Scambiò un’occhiata con Kazemaru, che spalancò le braccia con aria smarrita. Tutta la gioia di poco prima parve scivolar via da lui come le gocce di pioggia sui vetro delle finestre.

-Dobbiamo trovarlo! Tra poco sarà buio e Tayou non conosce bene la città, potrebbe perdersi…-.

Richiamarono anche Hiroto e Midorikawa. Insieme,  lasciarono il campo da calcio per raggiungere le strade più vicine, iniziando a chiamare il ragazzo a gran voce.

Mentre camminava in fretta, Shirou strinse la mano di Gouenji. La sua rabbia verso Tayou non era del tutto svanita, e aveva molte domande da fargli, ma in quel momento, gli importava solo che tornasse a casa sano e salvo.

Non riusciva a togliersi dalla testa le ultime parole che gli aveva rivolto.

“Non voglio vederti mai più! Sparisci!”. 







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