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Autore: Ron_Man94    02/10/2008    6 recensioni
Quando Voldemort viene sconfitto, Ron ed Hermione sono liberi di dedicarsi al loro amore. I due sono molto legati, ma può esistere qualcosa in grado di dividerli? Scopritelo . . .
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un bel po` di tempo, riesco a postare!

Non ho avuto molto tempo, in questo mese, e inoltre ho avuto anche un po` di dubbi su come far procedere la trama.

Soprattutto non volevo che Ron facesse un`altra stupidaggine, ma al contempo la trama del capitolo aveva bisogno di una svolta.

Spero di essere riuscito a trovare una via di mezzo abbastanza decente . . .

A Lily_Snape: Ho messo Neville al ministero perché, gironzolando su internet, ho letto che anche Neville è un Auror, oltre a essere professore. Baci.

A SakiJune: effettivamente Ron parla proprio come Molly. Ho scelto la parola “cagna” per l`altro significato della stessa parola in Inglese . . . Di sicuro a Ron serve qualcosa che lo faccia rinsavire, ma deve essere per forza qualcosa di nuovo?

A Potterina1993: Anche io ho desiderato, in alcuni momenti della mia fic, che Ron venisse preso a botte, ma magari riceverà un altro tipo di lezione, o semplicemente si pentirà e tenterà di riconquistare Hermione, che non è proprio il massimo dell`affabilità. Grazie dei bei commenti!   

 

 

Il giorno successivo, Harry si presentò, terrorizzato, al secondo livello del Ministero.

 

Si chiedeva cosa avrebbe combinato Ron, questa volta.

 

Nell`arco di quarantotto ore, il suo migliore amico era riuscito a varcare il limite di follia che aveva raggiunto in precedenza.

 

E invece il ragazzo dai capelli rossi era davanti all`ingresso dell`ufficio Auror, indossava dei vestiti da uomo ed era pettinato in maniera impeccabile.

 

Harry pensò che magari era ritornato una persona normale, così si avvicinò per salutarlo.

 

“Ciao Ron” gli disse.

 

Lui lo guardò, assumendo l`aspetto terribile e furente del giorno prima “Cosa vuoi”biascicò.

“Solo salutarti”rispose Harry, deluso dal fatto che le cose non fossero poi cambiate così tanto.

 

“Bene, l`hai fatto. Ora, se vuoi lasciarmi in pace, vorrei affrontare il mio primo vero giorno da apprendista senza dare di matto per colpa tua”.

 

Per fortuna proprio in quel momento arrivò Neville, che portò un minimo di serenità, quanto bastò a calmare la situazione bollente che si stava ricreando.

 

Con gran sorpresa di tutti, quel giorno Ron fu sempre educato e gentile, e seppe le risposte ad ogni singola domanda del professore, perfino a quelle di storia della magia o di cura delle creature magiche.

 

Dopo la pausa pranzo, nella quale il ragazzo dai capelli rossi mangiò con una grazia ed una compostezza paragonabili solo a quelle di Albus Silente, fu il momento di passare alla pratica.

 

“Chi si offre volontario per un pacifico e leale duello?”chiese il mentore.

 

Gli unici due ad alzare la mano furono Harry e Ron.

 

“Per la barba di Merlino, di certo non posso far combattere voi due l`uno contro l`altro!”.

 

“E perché no, professore?”chiese Ronald “Ok, ieri ho avuto una sbandata ma oggi sono tornato in regola. Mi dia questa possibilità, la prego”.

 

 “Sia”accettò lui “Ma se uno di voi si azzarda ad usare uno Schiantesimo o qualsivoglia maledizione pericolosa, verrà espulso a vita da questo corso”.

 

I due ragazzi salirono sulla pedana e, silenziosamente fecero un inchino.

 

Il mentore disse “Al mio tre. Uno, due , tre!”.

 

Harry puntò la bacchetta contro l`avversario, ma questo fu più veloce e, senza lasciargli pronunciare una parola, esclamò “Rictusempra”.

 

L`anatema andò a segno ma Harry fu rapido a rialzarsi e a pronunciare “Expelliarmus”.

 

Ron fu ancora più scattante di prima, riuscì a evitare l`incantesimo e a lasciare l`ex migliore amico con gli occhi fuori dalle orbite.

 

Harry non sapeva davvero come comportarsi.

 

Era possibile che il giovane in piedi di fronte a lui, che fino al giorno prima metteva i pantaloni al contrario ed era talmente scioccato da avere due occhiaie lunghe fino al collo, ora fosse un duellante esperto, e che non avesse ancora fatto una stupidaggine?

 

Effettivamente Ron era arso dal desiderio di schiantarlo.

 

Ma doveva trattenersi, doveva farlo, se no la prospettiva di conquistare Hermione si sarebbe allontanata ancora di più.

 

Liberandosi velocemente da questi pensieri, Ron lanciò un incantesimo di disarmo contro Harry, che vide la sua bacchetta andare a sbattere contro il muro, a diversi metri da lì.

 

A questo punto il duello era finito.

 

In teoria.

 

Ma i due si stavano guardando con uno sguardo intensissimo.

 

“Avanti” disse Harry “So che vuoi schiantarmi”.

 

Gli occhi di Ron divennero di un rosso più acceso dei capelli.

Come si permetteva quello stupido traditore, di pensare che lui fosse così barbaro da scagliare uno schiantesimo contro un mago disarmato?

 

Eppure ne aveva una gran voglia . . .

 

Sollevò la bacchetta, senza essere del tutto conscio di ciò che faceva.

 

La puntò, con forza ma quasi contro la sua volontà, Contro Harry.

 

Riuscì appena ad emettere il suono sibilante della “S”, che la sua bacchetta gli partì dalla mano, ed andò anch`essa a schiantarsi contro la parete.

 

 

“Signor Weasley” Disse l`istruttore, mentre rinfoderava la sua arma di faggio e corda di cuore di drago “Mi sembrava di aver detto che gli Schiantesimi fossero severamente vietati”.

 

“Io, ecco . . .” cercò di rispondere.

 

“È la seconda volta in due giorni che lei commette un errore imperdonabile. Evidentemente il mestiere dell`Auror non è quello che fa per lei. Non si scomodi a presentarsi, domani mattina”.

 

Ron rivolse uno sguardo carico di disperazione a Harry.

 

Gli serviva il suo aiuto, erano sette anni che, nei momenti di bisogno, aveva sempre avuto una spalla a cui appoggiarsi, ora non aveva né quella, né il suo sogno di diventare Auror.

 

Come il giorno prima, uscì dall`aula da solo.

 

Era davvero solo . . .

 

Non c`era più Hermione.

 

Non c`era più Harry.

 

Era solo.

 

Si rifugiò nei ricordi, per cercare di sfuggire alla sua solitudine.

Ma nella sua memoria c`erano solo loro tre.

 

Non vedeva che due bambini alla disperata ricerca dell`aula di Trasfigurazione, oppure una ragazzina che mescolava il contenuto di un calderone in un bagno abbandonato, un gatto rosso che un tempo gli suscitava tanto odio, le facce di tre adolescenti che sorridevano, e stringevano l`elsa di una spada tempestata di pietre preziose.

 

  
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