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Autore: shirylen    18/09/2014    5 recensioni
Per Yongguk è giunto il primo giorno di lavoro in un asilo.
Ha sempre amato i bambini, far spuntare loro il sorriso, ed immergersi nella loro fantasia.
Ama fare loro dei ritratti, perché la sua grande passione è la pittura, anche se è ancora alla ricerca del "soggetto perfetto".
Junhong è un ragazzo con le gambe in spalla, testardo ma sa il fatto suo.
Nonostante le difficoltà che lo hanno ostacolato, e che lo fanno ancora, continua ad andare avanti, tenendo per mano il suo piccolo fratellino, convinto che la luce della felicità arriverà anche per loro, prima o poi.
Yongguk è convinto che Junhong sia il suo sole.
Junhong è invece convinto che Yongguk sia il sole suo e di suo fratello.
"-Bang, per l'amor del cielo, sarà anche un ragazzino, ma è quasi più maturo di noi! Non angosciarti così tanto!-
-Che intendi dire?-
-Oh, andiamo, sei palesemente innamorato di lui.-
-S-stai farneticando...-
-Chi lo stava facendo ieri sulla sedia continuando a dire il nome di una certa persona?-
-P-perché non mi chiami Hyung?-"
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti, Yongguk, Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno mi svegliai alle dieci e mezza di mattina, per via del bussare della porta. Feci per alzarmi, ma una fitta alla testa mi bloccò. Anche gli occhi facevano male ad ogni loro insignificante movimento, perciò molto lentamente mossi la testa sul cuscino in direzione del rumore.
-Avanti-
La porta si aprì, ed entro una signora sui sessant'anni che portava un vassoio in mano. Mi ricordava stranamente qualcuno, ma non ci feci poi così caso.
-Ciao!-
-Buongiorno...- Lei mi guardò con finto disappunto.
-Non essere così formale per l'amor del cielo, so di essere vecchia, ma possiamo far finta di non notarlo?-
-Mi scusi...-
-E ciò include anche l'utilizzo del lei-
-Scusami-
La signora sorrise convinta. -Ecco, così va decisamente meglio-  
Mi prese la mano abbandonata sul letto e la strinse con dolcezza  -Piacere, sono la mamma di Yongguk, SunJung, tu sei JunHong, giusto?  Yongguk e da giorni non fa che parlare di te, avessi visto com'era preoccupato quando è arrivato con il piccolo Daehyun, e te sulle spalle, tutti completamente fradici.-
-Mi dispiace recare disturbo...-
-Ma quale disturbo! Non c'è problema! E poi se Yongguk si sta preoccupando degli altri é  un buon segno: vuol dire che sta maturando no? In fondo fra un mese si trasferirà e...- La voce le mancò ed iniziò a piangere. -Il mio piccolo Yongguk!! E' cresciuto così in fretta!! Ricordo ancora la volta in cui, non sapendo ancora nulla del mondo, ed incuriosito da tutto, mangiò una cacca di piccione , eppure ora è lui ad occuparsi dei bambini e fra poco mi lascerà per trasferirsi!- Si soffiò il naso, e parve "calmarsi". -Scusami....ma il tempo passa così velocemente....piuttosto, misuriamo la febbre-
Alla fine, la temperatura si era alzata, ed allora SunJung mi fece mangiare una brioche appena sfornata e bevvi un po' di latte, sotto la vigile attenzione della donna, che dopo avermi dato il bicchiere con la tachipirina, mi rimboccò le coperte.
Mi imbarazzai per quel gesto, nessuno prima d'ora lo aveva fatto, ma in un certo senso mi faceva sentire bene.
-Dormi, sai, questa è la miglior medicina.-
Effettivamente, le ore piccole della notte prima si facevano sentire, le palpebre si fecero immediatamente pesanti, e dopo pochi minuti mi addormentai.
 
POV YONGGUK
Dopo aver atteso che tutti i bambini fossero mano nella mano con i propri genitori, mi diressi a casa con Daehyun, che  corricchiava impaziente per parlare col fratello.  Gli avevo rivelato che mia madre mi aveva detto che, grazie alle diverse ore di sonno, a Junhong si era abbassata di molto la febbre, perciò Daehyun avrebbe potuto vederlo senza grossi rischi di contagio.
Quando aprii la porta di casa il piccolo ci si fiondò dentro cercando il fratello entrando in tutte le stanze. Lo presi per mano e lo condussi al piano di sopra, dove quella mattina avevo portato Junhong ancora addormentato, e quando raggiunsi la porta della mia camera, decisi di lasciarli ''parlare'' a quattr'occhi, perciò scesi al piano di sotto, dove raggiunsi mia madre.
 
POV ZELO
Apprezzai molto il gesto di Yongguk, se eravamo solo noi due, Daehyun sarebbe riuscito ad esprimersi meglio. Quando sentii bussare, sapevo già che era mio fratello, me lo aspettavo. Lo vidi avanzare lievemente nascosto dalla sua frangia, mentre mi guardava con quei suoi occhioni insicuri.
Dae si posizionò sul bordo del letto, ma, dopo essermi seduto anche io, si avvicinò più a me (Naturalmente stavo indossando la mascherina).
Strofinai giocosamente il suo naso col mio, era una piccola tradizione che svolgevamo dopo aver litigato. Poi mi diede un bacetto sulla guancia e si accoccolò stretto stretto abbracciandomi. Awww ma quanto era puccio puccio il mio fratellino?
Rimanemmo così per tanto tempo. Era il nostro modo di comunicare, quello con cui Daehyun si trovava meglio .
Alla fine, mai me lo sarei aspettato, ma Daehyun iniziò a parlarmi. Già gli era difficile, figurarsi in un ambiente a lui sconosciuto.
Si stava sforzando davvero tanto...e ciò mi faceva sentire in colpa: chissà che colpo a vedermi steso per terra.
-Jun...oggi ho giocato con un bambino!-
La sorpresa fu tale che mi bloccai scioccato,e per lungo tempo non riuscii a parlare dalla gioia. Tale che quasi iniziai a piangere per la felicità.
-Dae...è meraviglioso!!-
-Vero? Lo penso anche io! Non mi sono mai divertito così tanto! Ha iniziato a parlarmi, ma io avevo paura di rispondere. Ma a differenza degli altri, lui è rimasto. Ha guardato il mio disegno e mi ha detto "Che bravo!! Come fai a disegnare così?" e da lì mi ha preso per mano e mi ha portato nella vasca della sabbia, dove mi ha chiesto di aiutarlo a costruire un castello di sabbia! Poi mi ha detto che da grandi faremo gli architetti, come suo padre, ma di castelli di sabbia per ospitare gli animali! E' il nostro sogno! E sai perché? Perché siamo migliori amici! Me lo ha detto lui!-
Troppo occupato dal suo entusiasmo, parlava scorrevolmente, era un miracolo, un miracolo!!
-Splendido! Vuoi invitarlo a giocare qualche volta?-
-Posso davvero?-
-Certo! Non vedo l'ora di conoscerlo!-
-Yay!! Grazie Jun!!!-
Daehyun mi parlò ancora per una decina di minuti di quel bambino, mi disse che aveva un neo sul naso, che aveva un magnifico sorriso, che lo aveva presentato ad altri bambini, a cui era riuscito a fare ciao ciao con la mano e  che tutti lo prendevano in giro perché assomigliava leggermente ad un topo, ma che lui ci scherzava su facendo finta di esserlo davvero.
-Ma secondo non è vero! Ah, si chiama Jongup!!-
Quasi non mi accorsi che aveva finito di parlare.
Ne ero rimasto sconvolto, basito: era davvero un cambiamento radicale. Non avevo mai visto Daehyun con le guancie rosse, gli occhi luccicanti e un sorriso magnifico sul viso.
Un po' ero invidioso di quel Jongup, che mi aveva rubato il mio Daedae, ma in fondo non era meglio così? Finalmente Daehyun aveva un amico! Un amico!! Avrebbe potuto giocare a nascondino con gli altri, fare castelli di sabbia, gare di biglie e anche fantasticare a fare i pirati! E alla fine, non riuscii a trattenere le lacrime.
Daehyun si rattristò - Perché sei triste? Non posso più invitare a casa Jongup?-
Io risi lievemente e lo abbracciai forte.
-Certo che puoi, te l'ho già detto, sono solo...tanto,tanto felice.-
-E perché allora piangi?-
-Perché si piange anche di felicità!-
-Capito...-
 
POV YONGGUK
Dopo circa un'oretta, i due fratelli giunsero in cucina, Daehyun attaccato alla maglia del maggiore, entrambi con un grande sorriso sul volto.
Probabilmente il piccolo aveva raccontato a Jonhong di Jongup. Lo sapevo che, un giorno o l'altro, Jongup si sarebbe accorto di Daehyun. Era sempre stato attirato da coloro che restavano per conto proprio, lui voleva coinvolgere tutti, far sorridere tutti.
-Yongguk, Sunjung, credo che di aver sfruttato già  abbastanza la vostra ospitalità, e vi ringrazio, ma ora direi che è ora di ritornare a casa.-
Mia mamma avanzò minacciosamente colpendo ripetutamente il mattarello sulla mano.
-Fino a quando non sarai perfettamente ristabilito, tu non ti muoverai da qui, prima dovrai passare sul mio cadavere! Nessuno può uscire da questa casa con anche solo una linea di febbre!! Sia chiaro!!-
-Ma...-
-Choi Junhong!-
-O-okay-
La faccia di mia madre si distese -immagino che i tuoi genitori siano preoccupati, li hai chiamati?-
Junhong si rabbuiò - io...sì-
Daehyun lo guardò confuso, tirando un lembo della camicia in una muta domanda, ma il maggiore scosse la testa.
-Se fosse possibile vorrei parlare con loro, questo è il tuo cellulare vero?- Indicò l'apparecchio sul tavolo e lo prese.
-SunJung non ce n'è bisogno!- Junhong cercò di fermarla prendendo il cellulare, ma mia madre lo evitò e aprì la rubrica.
-Dunque...Junmeon, Taehyung...-
-Mamma!!-
-Via via! E' solo una chiamata! Kyungsoo, Youngjae...aspetta, ma qui....- Alzò lo sguardo dal cellulare stupita ed incredula. -Non c'è nessun mamma o papà...-
Junhong guardava per terra, nascosto anche lui dalla frangia. In quel momento sembrava proprio suo fratello.
-Junhong...?-
-Io....- guardò il fratello -noi, non abbiamo i genitori-
Mia madre si portò una mano a coprire la bocca spalancata. -io...scusa, non immaginavo-
Junhong sorrise forzatamente -Figurati, non c'è problema-
Il silenzio si impadronì della stanza, tutti troppo imbarazzati per parlare. Ma alla fine, sentendosi in dovere di  farlo, Jonhong cercò di alleggerire l'atmosfera.
-Beh...si è fatto tardi non è vero? Sunjong, posso darti una mano a cucinare?-
 
POV JUNHONG
Fa freddo.
Tanto, tanto freddo. Mi guardo una mano, sento un lieve pizzicare dovuto al gelo.
La neve continua a scendere, e io la osservo cadere sul palmo sulla mia mano e sciogliersi in pochi istanti.
Sono anche io così?
La mia volontà si dissolve come una nuvola di fumo.
Sono inutile, un essere che vive la giornata, che non cambia mai niente nel corso della sua vita. Inciampo su un sasso e cado sulla neve fredda.
Rabbrividisco, ma alla fine, che importa? Quello è il mio ambiente naturale in fondo? Non è forse ciò a cui sono abituato? Non sento, ogni giorno, quel gelo nel mio cuore?
Mi alzo e ricomincio a camminare.
Dove?
Non lo so, talmente poche sono le volte in cui sono uscito da quella gabbia che conosco a malapena i miei vicini di casa.
La prima lacrima scende.
Mi sento terribilmente solo.
Ormai lui mi ha lasciato, se n’è andato, proprio come un fiocco di neve.  
Una cosa così bella non può durare così a lungo.
Ah, che ipocrita che sono! Mi sono paragonato pari a lui, non sono un bel fiocco di neve, no,  sono uno di quelli che si è unito alla poltiglia ed al fango, che viene ripetutamente calpestato.
Ecco, così va meglio, sembro più io no?
Il mio corpo si ferma, i miei occhi hanno notato un luccichio tra la neve. Mi chino ed afferro quello che si rivela essere un pezzo di vetro, e lo guardo in tutte le sue sfumature verdognole. Lo avvicino all’occhio e scruto il mondo attraverso quella lente, e vedo tutto deformato.
Ma penso che il vetro ha ragione: il mondo è confusione, caos.
Stringo il vetro in una mano, e lentamente inizia a penetrare la pelle.
All’iniziò fa male, ma sento anche una sorta di… piacere.
Come incantato, guardo le gocce di sangue che cadono nella neve, che si tinge cremisi. E alla fine la tentazione è troppa, mi arrotolo la manica della giacca e appoggio la lente sul mio polso. Inizio a premere, le prime gocce si fanno strada. Calco la presa, ed il vetro penetra ancora di più la carne.
Mantenendolo premuto, lo faccio scorrere per il braccio, che viene tagliato come se fosse burro.
Ed eccola, finalmente, la sensazione di calore, il momento in cui non si pensa più a nulla, ma solo al forte fischiare nelle orecchie. Lui non è morto, è ancora sul letto dell’ospedale a pensare ad una delle sue stupide barzellette.
Premo ancora più forte, la pelle inizia a dolere, dopo l’intorpidimento dovuto al freddo.
Alla fine la testa gira, le gambe si fanno molli. 
 Il buio sta finalmente per raggiungermi, dormirò per chissà quanto tempo, e chissà, forse anche per sempre.
In fondo, chi mai mi cercherebbe?
E mentre la mente si spegne, un baglio di consapevolezza mi fa pentire della mia pazzia, ma ormai è troppo tardo, ormai il sangue ha iniziato a sgorgare e non si fermerà.
Non avevo promesso che ci sarei stato per lui, sebbene fossi solo il pezzo di scarto? Stupido, sono uno stupido!!
-Dae…hyun-
 
Mi svegliai urlando e tremando. Ero fradicio, da capo a piedi. Ma quella era la mia ultima preoccupazione, perché ebbi appena il tempo di correre in bagno per rigettare tutto quello che avevo nello stomaco.
Passarono diversi minuti, mi ero appoggiavo al bordo del lavandino tra un rigetto e l’altro, cercando di sostenermi. In preda alla disperazione iniziai a piangere. Non potevo chiamare nessuno, non avevo nessuno, ma in fondo era sempre stato così. Mentre vomitavo quel poco che mi era rimasto, due mani presero i miei capelli raccogliendoli per non sporcarli.
-Ehy tutto bene?-
-Ti sembra che stia bene?-
-Hai ragione- Alla fine i conati si placarono, e Yongguk mi portò nel letto. Mi accarezzò la fronte imperlata di sudore fino a che mi riaddormentai.
E per la prima volta dopo secoli, riuscii a fare sogni tranquilli.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Chiedo umilmente perdono ;w;
Scusate, ma dall'ultimo aggiornamento non ho avuto tempo, tra montagna, campo scout e soprattutto i compiti ;w;
Spero che ancora qualcuno seguirà questa fanfiction, davvero scusateeee ><
Grazie a chi è arrivato fin qui, davvero <3
E finalmente Jongup ha fatto la sua comparsa, come un bambino sorridente e solare, yatta ^^.
Ringrazio ancora, chi l'ha letta, chi è arrivato fino a qui, e soprattutto chi l'ha recensita, ovvero Nicoletta92, ShawolBrlingers14 e Sydrah,  grazie ancora e mi scuso per non avere ancora risposto alle vostre recensioni, lo farò il  prima possibile^^
E ora debbo andare, ho da fare i compiti T^T
Bye bye <3
Ps, scusate gli errori ;)
  
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