Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: thksel    18/09/2014    0 recensioni
Gli anni passavano. Ad un certo punto, l'illusione di essere una bambina svanì. Scoprii che la vita è una catena di cambiamenti senza fine.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo sette.


Mi svegliai di buon'ora. Io e la mamma dovevamo andare ad aspettare Ashley e gli zii all'aereoporto. Si dice che la notte porti consiglio. Per me non era mai valso questo proverbio, ma quella notte...fu davvero così. Mi alzai dal letto molto carica, anche se era piuttosto presto. Mia cugina non mi ha mai sopportato, e devo dire che la cosa è reciproca. Ma i suoi comportamenti, mi intenzionarono a scavare nel suo inconscio, fino a scoprire le vere ragioni celate dietro ai suoi atteggiamenti.
C'èra un motivo. Forse stava davvero male psicologicamente. Ed è risaputo che colui che fa soffrire gli altri è spesso colui che soffre di più. Io mi sentivo davvero bene nel dare, senza ricevere nulla in cambio. Amavo aiutare gli altri, e forse lei ne aveva bisogno.
[...]
Erano le 8:00 in punto. L'aereo era appena atterrato.
Appena scesero i passeggeri riconobbi subito Ashley con Charlie, sua sorella e i loro genitori. Mia madre andò subito incontro a Drake, suo fratello e mio zio. Si abbracciarono e poi salutò gli altri. Io abbracciai Charlie, poi feci lo stesso con Ashley, Drake e Madison,mia zia.
Sembravano tutti felici di essere tornati in patria, ma quanto volevo essere io in Canada, al loro posto.
'Allora, com'è andato il viaggio?' chiese mia madre.
'Tutto bene. Erano molto gentili anche le hostess. Siamo felici di essere qui almeno per un pò.'
'Noi siamo felici di ospitarvi. Su andiamo, salite in macchina.'
Mentre eravamo in auto, notai lo sguardo perso nel vuoto di Ashley. Volevo tanto sapere a cosa stava pensando. Tornati a casa, mamma e Madison cominciarono a preparare il pranzo. Doveva essere uno di quelli per i festeggiamenti, quindi prevedevo una lunga giornata trascorsa a tavola,dato che sarebbero venuti anche altri parenti.
Io e Ashley, nel frattempo eravamo sole nella mia cameretta e ci sedemmo sul letto a chiacchierare un pò. 'Raccontami, com'è il Canada?' le chiesi.
'Non c'è male. Anzi, è un posto davvero bello, l'unica pecca è il freddo. Li cade moltissima neve l'inverno.'
'Immagino. Io non potrei vivere lì, data la mia passione per il mare.'
Ci fu un attimo di pausa, nessuna delle due sapeva come continuare la conversazione. Decisi di rompere il ghiaccio.
'E le persone? Hai conosciuto qualcuno di interessante?'
'Sono tutti così snob e pieni di sè. Non riuscivo a stare con nessuno di loro.'
Dimenticavo la facilità con cui Ashley giudica le persone e ne parla sempre male. Poteva anche essere gente fantastica, ma lei non lo avrebbe mai saputo. Perchè guardava il mondo con la negatività che aveva dentro. Insomma, l'unico vero viaggio è avere occhi diversi. Poter viaggiare è sicuramente stupendo, ma non serve a niente se non si cambia prospettiva.
Decisi di provare a fare un tentativo per rigirarmi la frittata a modo mio.
'Non hai provato a conoscere davvero queste persone? A volte l'apparenza inganna.'
'Si, ma a volte le persone fanno schifo così come sono.'
'Ma tutti meritano una seconda chance. Mi sbaglio?'
'Forse,non lo sò.'
'E.. a scuola? Come sono i compagni?'
Non ebbe tempo di rispondere a quella domanda, perchè ci chiamarono per il pranzo. Andammo in cucina e c'èra una lunga tavolata, con tanta gente che augurava ai miei zii il ben tornato.
Durante il pranzo, altri zii e cugini chiesero ad Ashley come stava andando con la scuola. Abbassò lo sguardo, divenne cupa, il suo corpo si irrigidì. Mi accorsi che stava cercando di trattenere le lacrime, ma si alzò dalla sedia e corse via prima che anche gli altri se ne rendessero conto. Io la guardavo preoccupata, e tutti fecero lo stesso, domandandosi cosa le fosse successo. A quel punto Madison intervenne:'E' stata bocciata un'altra volta. Non ne vuole parlare. E' stravolta. Scusate.'
Era ripetente già da due anni, quindi la sua reazione non mi stupì molto. Non sapevo se la motivazione fosse perchè non aveva voglia di studiare o altro. Ma qualcosa doveva essere successo.
'Potete scusarmi?' dissi io, poi mi alzai e la seguii.
Era in bagno, con la porta chiusa a chiave. Da fuori udivo dei piccoli singhiozzi. Stava piangendo.
Bussai, ma non ricevetti risposta, così decisi di parlare. 'Ash,sono io, Giorgia! Posso entrare?'
Dopo due secondi sentii girare la chiave nella serratura. Mi ritrovai lei davanti che mi disse di entrare e la richiuse subito dopo di me.
Davanti allo specchio, si aciugava le lacrime.
'Ehy, cos'è successo? Sono qui per questo. A cosa pensi?'
'Credo a nulla. O a tutto.'
'Ti va di parlarne?'
'E' che non sò cosa dire.'
A quel punto forse stavo capendo.
'Probabilmente non vuoi aiuto, ma voglio dartelo e non posso se tu non ti sfoghi con me.'
'Si non ho bisogno di aiuto.'
Questa fu la sua risposta, e capii che ne aveva bisogno più che mai.
'Non si può fare niente al mondo senza coraggio. Forza, tutti hanno bisogno di aiuto. Nessuno si salva da solo.'
A quel punto decise di rispondere.
'Va bene. Prima di tutto sono fuggita perchè non avevo voglia di dire che sono stata bocciata ancora. E' come se fossi una delusione enorme, capisci? Stessa cosa con le compagne della mia classe. Non è vero che sono odiose, o forse si, in realtà non lo sò. Non ho avuto modo di scoprirlo, dato che io sono quella che viene esclusa sempre da tutto. E andare lì, imparare una nuova lingua, non è stato facile. Non è stato facile per niente.'
'Sai, ti capisco perfettamente. Ma.. anche quando eri qui andavi male a scuola. Perchè non studi?'
Fece un lungo respiro, poi mi rispose.
'La verità è che io mi impegno, costantemente. Ma quando sono lì, in piedi alla cattedra per l'interrogazione non riesco a dire nemmeno una parola. Mi blocco e ho paura che tutti possano ridere di me, ancora e ancora. Io ci provo a non avere paura.'
'Oh..ma hai provato a parlare con qualcuno?'
Non sapevo cosa dire, il fatto è che lei credeva che io fossi così sicura di me stessa.
'No, non ce la faccio.'
'Sai,potrebbe farti bene. Non va bene tenersi le cose dentro, perchè prima o poi scoppi. Devi parlare, sfogarti, dire le cose in faccia alla gente. Il problema non è il problema. E' il tuo atteggiamento verso il problema. Capisci?'
Mi guardò per un attimo poi mi disse:' Ma perchè tu adesso mi stai aiutando? Non ho fatto che trattarti male.'
Avevo capito una cosa. Aveva solo bisogno di aiuto, ed era una di quelle persone che lo manifestano diversamente. Con la rabbia, contro le persone. Come il bullismo.
'Come ti ho detto prima, tutti meritano una seconda chance.'
Un sorriso, uno di quelli veri, si stampò sul suo viso e mi abbracciò.
Era riconoscente.
'Grazie davvero, hai ricreato la mia giornata.'
Ironicamente le dissi:' Allora da adesso tregua?'
Rise e mi rispose :' Tregua.'
Così tornammo al tavolo e finimmo il nostro pranzo. Gli altri non fecero altre domande e andò tutto liscio come l'olio. Rimasero fino alla sera, e quando se ne andarono ero davvero molto stanca, quindi io andai al mio letto e Ashley al suo, nella camera degli ospiti.
Mi sentivo soddisfatta. Ma lei non sapeva che in realtà, aiutavo tanto gli altri perchè non avevo idea di come aiutare me stessa.
Mentre ripensavo alla giornata, mi addormentai.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: thksel