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Autore: Roly_chan    18/09/2014    3 recensioni
"Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
Erano di un azzurro particolare, quasi blu e lei conosceva ogni loro sfumatura.
Sapeva che al sole diventavano chiari come il cielo, e al buio scuri come le acque profonde del mare.
Aveva avuto la fortuna di leggerne dentro il dolore, la sofferenza, la lussuria, la spensieratezza, la gioia, la determinazione, il gioco, la vita… la morte."
L'ultima battaglia contro Peter Pan è andata a finire nei peggiori dei modi e Emma cerca di affrontare il proprio dolore, con scarsi risultati. Ma in città arriva un nuovo individuo che assomiglia in maniera impressionante alla persona per cui la Salvatrice si sta penando.
Intanto nella Foresta Incantata la principessa Charming incontra il pirata Killian Jones.
Spero di avervi incuriosito e grazie a chiunque leggerà questa mia storia CaptainSwan.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passate due settimane questa volta.
 

Mary Margaret aveva insistito, aveva cercato di convincerla, di non mollare.
 

Poteva essere davvero lui.
 

Ma Emma non volle sentire ragioni.
 

Avrebbe voluto controllare se il corpo di Graham o Cora fosse ancora nelle proprie tombe, magari, non essendo di quel mondo, svanivano. Così com’era successo con Killian.
 

Ma l’idea di trafugare delle tombe non l’allettava.
 

Henry aveva lezione con Colin due volte a settimana, e ogni volta le faceva un resoconto dettagliato.
 

Anche se Swan non gliel’aveva mai chiesto, era grato a suo figlio.
 

‘Sai mamma.. io credo che devi solo aiutarlo a ricordare. Così smetterai di avere paura.’
 

Le aveva detto la scorsa settimana.
 

Ma ormai erano passate tre settimane, e la bionda era decisa a non mollare.
 

Nonostante gli mancasse, nonostante soffrisse, nonostante avesse capito finalmente.
 

Era da quando erano ritornati a Storybrooke che non saliva sulla Jolly Roger.
 

Aveva perfino litigato con Trilly, vietandole di andarci.
 

Quel giorno però decise di risalirci.
 

Si guardò intorno, non riuscendo però a guardare il punto dove il suo cuore era stato fatto in frantumi.
 

Quello di lui, quello di lei. Non faceva tanta differenza, ormai.
 

D’un tratto sentì un rumore provenire da sotto coperta.
 

Che fosse Mr.Smee? Eppure le aveva promesso che non ci avrebbe messo piede.
 

Prese la sua fedele pistola e scese a controllare.
 

La porta della sua camera era aperta, e lei era certa di averla chiusa.
 

Ricordava ogni particolare di quel giorno, non poteva sbagliarsi.
 

Con passo felpato si avvicinò, per poi girarsi di scatto e puntando la pistola davanti a sé.
 

<< Oddio! Sono solo io! >> gridò l’altro, che si rivelò essere Colin.
 

<< Cosa diavolo ci fai qui? >> chiese una Emma sconvolta.
 

<< Tuo.. tuo figlio. Tuo figlio mi ha fatto vedere questa nave, tre settimane fa. E mi è piaciuta così tanto che ci vengo di tanto in tanto.. Mi ha detto che potevo farlo. Se ho violato qualche legge.. >>
 

La bionda non lo stava ascoltando più dalle parole ‘tuo figlio’.

Doveva immaginare che quella peste stesse architettando qualcosa.
 

<< Era la sua nave. Di Killian. >> disse, bloccandolo.
 

<< Oh.. >> replicò semplicemente l’altro.
 

Rimasero in silenzio, finché Colin non lo ruppe.
 

<< Vuoi parlarmi di lui? >> chiese e, straordinariamente, Emma lo fece.
 

Si sedettero a terra, uno di fronte all’altro, e iniziò.
 

Gli raccontò tutto. Del loro primo incontro, della loro prima avvenuta, del loro primo bacio, del loro addio.

Del pirata, del gigante, di Cora, di Peter Pan.
 

Lui non la interruppe, il suo viso era serio e attento.
 

La bionda non aveva deciso cosa dire, le venne naturale.

Era sempre stata sincera con lui.
 

Solo alla fine si rese conto di quello che aveva fatto e lo fissò terrorizzata.
 

Sarebbe corso via, additandola come una pazza?
 

Per ora era ancora lì, che la fissa, sorridendo sereno.
 

Si allungò, mettendole una mano sul ginocchio.
 

<< Il vostro era vero amore, ne sono certo. >> disse solamente.
 

<< Perché non scappi? >> chiese, allibita l’altra.
 

Colin corrugò la fronte, non sapendo nemmeno lui cosa dire.
 

<< Bé.. mi fido di te. >> rispose semplicemente.
 

Emma abbassò per un secondo lo sguardo, sorridendo, e quando lo rialzò, notò che qualcosa stava succedendo.
 

Colin la fissava, ma era come se non la vedesse.

Respirava con fatica e il petto si abbassava e alzava velocemente.
 

<< Colin! >> urlò la donna, preoccupata, alzandosi in piedi.
 

L’altro, finalmente, alzò lo sguardo e la riconobbe per davvero.
 

<< Mia principessa! >> esclamò, saltando in piedi e prendendole le mani.
 

<< Ci siamo riusciti! La maledizione ha funzionato! >> continuò.
 

<< Killian? >> domandò confusa l’altra.
 

Che fosse impazzito? Cosa diavolo stava succedendo?
 

Il pirata la guardò con.. amore?
 

Emma si sentì disorientata, non sapendo cosa fare.
 

Era Hook, ne era certa, eppure.. c’era qualcosa di diverso in lui. Oltre alle sue ultime frasi, ovviamente.
 

<< Abbiamo trovato il modo per sconfiggere Peter Pan. >> disse con più calma.
 

<< Sì, e poi sei morto. >> fece ovvia la bionda.
 

<< Aye. Me la sono vista brutta. Ma sto bene. Ora dobbiamo ritornare. >>
 

Swan si spaventò davvero e cercò di divincolarsi dalla presa sempre più ferrea del Capitano.
 

<< Nono, Emma, ascoltami. Fidati di me. >> cercò di calmarla.
 

<< Io.. Io.. io non so chi tu sia.. >>
 

<< Emma guardami. Lo sai che sono io. Ti fidi di me, vero? Ti prego, dimmelo. >> fece serio l’altro.
 

<< Certo che mi fido di te! Io ti amo! >> urlò, esasperata.
 

Vide solamente Jones sorridere e farsi più vicino a lei.
 

Le mise le mani sulle guance e la baciò.
 

Emma chiuse gli occhi, e quando li riaprì era a casa.
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Un mese era passato da quando erano giunti a Neverland e non erano mai riusciti a vincere una battaglia.
 

Erano esausti, non facevano che litigare, quando non erano impegnati a cacciare cibo.
 

L’unica cosa che erano riusciti a fare, fu avvertire Henry che erano lì.

Emma bussò alla porta del Capitano, pronta a scusarsi.
 

Avevano avuto un’altra delle loro bruttissime litigate e, come al solito, uno dei due andava a fare la pace.
 

Aprì senza aspettare la risposta dell’altro e arrossì a dismisura.
 

L’uomo era senza maglietta e con i pantaloni slacciati.
 

Stavano passando molto tempo insieme, ma non l’aveva mai visto così svestito.
 

Già dover ammettere che lo trovava sexy da paura era stata una vera sfida per lei, ma vederlo così..
 

“ Emma tuo figlio è in pericolo e tu fai certi pensieri su un pirata? Vergognati!”
 

<< Allora? >> chiese, chiaramente arrabbiato l’altro.
 

<< Potresti almeno metterti una maglietta. >> rispose lei.
 

<< Devo prima fasciarmi la ferita. >> fece lui, come se nulla fosse.
 

<< Cosa?! >>
 

<< Non ti preoccupare, non è nessun veleno. Il cinghiale che abbiamo provato a catturare, mi ha graffiato. >> spiegò.
 

<< Vedi che ho ragione? Eri stanco, potevo andare io a caccia. Con mio padre e mia madre sarei stata al sicuro! >>
 

<< Emma sono stufo, voglio solo dormire, possiamo spostare questa lite a domani? >>
 

La principessa sospirò, rilassandosi, poi si avvicinò a passo di carica all’altro, obbligandolo a sedersi sul letto.
 

<< Ho sempre saputo che sarebbe successo.. solo non pensavo che avresti approfittato di un mio momento di debolezza per violentarmi. >> disse il pirata, sogghignando.
 

<< Idiota. Ci manca solo che prendi un’infezione. >> tagliò corto l’altra, incominciando a medicarlo.
 

Per tutto il tempo nessuno dei due parlò, troppo presi dall’inevitabile turbinio di emozioni che li stava assalendo.
 

Emma fece tutto il possibile per non fargli notare il tremolio delle mani.
Killian fece tutto il possibile per non farle notare il respiro irregolare.
 

<< Oggi pensavo a una cosa. >> disse all’improvviso il Capitano.
 

<< Cosa? >>
 

<< Chi sa se in un mondo parallelo siamo stati in grado di sconfiggere Peter Pan. >>
 

<< Cosa intendi per mondo parallelo? >> chiese curiosa lei.
 

<< Si dice che questo non sia l’unico mondo, ma ne esistano tanti altri. Magari in uno di questi le cose sono andate diversamente. Chi può dirlo. >>
 

<< Magari in un mondo dove la maledizione di Regina ha funzionato ci siamo riusciti. >>
 

<< Esatto. O magari siamo tutti morti. >>
 

I due si guardarono e si sorrisero, divertiti da quelle teorie, ma il rumore secco di una porta che sbatte li fece sobbalzare.
 

<< Voi due! Allora non siete così stupidi come volete far sembrare! Mettiamo subito in atto il piano! >> disse entusiasta la Regina Cattiva, correndo a riferire tutto ai due sovrani.
 

Emma finì subito di medicare il pirata, e quest’ultimo si rivestì di corsa.
 

<< Posso scagliare questa maledizione. Manderò il volontario in quest’altro mondo, un mondo dove abbiamo avuto successo. >> spiegò la strega.
 

<< Non sarà rischioso? >> chiese preoccupata Snow.
 

<< Ogni magia richiede un prezzo. Sarà sicuramente rischioso. Dovrà affrontare sfide diverse, ma vale la pena tentare. >> insistette la mora.
 

<< Si può fare? >> chiese Emma, raggiungendo il gruppetto, seguita dal pirata.
 

<< Tutto è possibile con la magia, tranne tre cose: cambiare il passato, riportare in vita e costringere qualcuno a innamorarsi. >> spiegò la Regina.
 

<< Se in quest’altro mondo dovesse succedere qualcosa, varebbe anche per il nostro mondo? >> chiese David.
 

<< Intendi morire? Non saprei. >>
 

Ci fu un attimo di silenzio: tutti si aspettavano una risposta più ottimista.
 

<< Bé.. Cosa stiamo aspettando? Sono pronta. >> disse decisa la bionda.
 

<< Tesoro non andrai tu. >> contestò il re.
 

<< Certo che sì! Regina deve scagliare la maledizione, tu hai un regno da governare, Hook è l’unico che sa navigare. E se dovesse succedere qualcosa, voglio che Henry abbia una figura materna.. come la tua, mamma. >>
 

Snow si avvicinò alla figlia, con gli occhi lucidi.
 

Le accarezzò il viso e le mise una ciocca ribelle dietro all’orecchio.
 

<< Immagino che sia inutile farti cambiare idea. >> fece già rassegnata l’ex fuorilegge.
 

La principessa sorrise.
Sua madre la conosceva bene.
 

Altri minuti passarono con David deciso a non lasciare andare la figlia, ma alla fine dovette cedere anche lui.
 

<< Bene, vado a preparare la pozione. >> asserì Regina.
 

<< Fermi! >> urlò all’improvviso Hook, che fine a quel momento era stato fin troppo silenzioso.
 

<< Andrò anch’io con lei. >> proruppe il pirata.
 

<< Sei impazzito?! Tu devi badare alla nave! >> protestò la bionda, ma l’altro ormai parlava solo con la strega.
 

<< Ogni maledizione ha bisogno di qualcosa per farla rompere. Come funzionerà con questa? >> chiese ancora.
 

<< Immagino come qualsiasi altra maledizione: il bacio del vero amore. >> spiegò la Regina.
 

<< Ma lei dimenticherà chi è, giusto? >>
 

<< Sì. Ma quando ricontrerà suo figlio, il suo vero amore presumo, riuscirà a ricordare. E romperà la mia maledizione originale, e quando Henry verrà rapito e, speriamo, salvato.. >>
 

<< Cosa? Salverà il ragazzino, scaperanno da Neverland e basta. Nel periodo che tu volevi scagliare la maledizione, io ero alleato con tua madre, ed eravamo già pronti a salvarci. Sarei stato immune. Quindi se ora porti anche me in questo nuovo mondo, basterà un solo atto, una qualsiasi cosa, che mi faccia ricordare. Ma saprò già cosa davvero sta succedendo. >>
 

La spiegazione di Hook non faceva una piega e lasciò tutti senza fiato.
 

Era così complicata e assurda, ma in ogni caso, vera.
 

C’era una cosa che però tutti si chiedevano, ma nessuno ebbe il coraggio di domandare ad alta voce.
 

Regina andò a preparare la pozione.

Snow White coccolò la figlia, il suo bellissimo cigno, come piaceva soprannominarla.
Hook spiegò un po’ della base della navigazione a David.

<< Prenditi cura di Emma. Anche se non vorrà darti retta, tu non mollare. >> gli disse il re, con tanta di quella serietà che il pirata evitò ogni tipo di battuta, si limitò a un solenne: << Sì. >>
 

Tutto era pronto.
 

Bastava prendere quello strano intruglio nerastro e quella nuova avventura sarebbe incominciata.
 

Ci furono gli ultimi abbracci e ‘ti voglio bene’, poi gli altri si allontanarono di qualche metro per lasciare ai due un po’ di intimità.
 

Erano palese che volessero parlarsi.
 

<< Hook… Killian. Nonostante tutto, mi sento di doverti ringraziare. >> proruppe la bionda.
 

<< Non devi. >> disse semplicemente l’altro, rigirandosi quella piccola boccetta nella mano.
 

<< Prima di andare, voglio saperlo. >> arrivò al sodo Emma, senza tanti giri di parole.
 

<< Lo sai. >>
 

<< Voglio sentirmelo dire. >> insistette.
 

Il pirata fece un bel respiro, accertandosi che gli altri non sentissero. Anche se poco gli importava.. se non riusciva più a nasconderlo a lei, era inutile provarci con gli altri.
 

<< Non avrei mai pensato di riuscire a dimenticare il mio primo amore, la mia Milah. Non avrei mai creduto di poter trovare qualcun altro… prima di incontrare te. >>
 

L’aveva guardata dritto negli occhi, senza un attimo di esitazione. Sincero, al cento per cento.
 

Emma non voleva credere alle sue orecchie.

Come poteva provare un sentimento del genere per lei?

Lei che era come il suo cavallo.

Vecchio e stanco. Si reggeva in piedi solo perché la obbligavano.
 

Lei non era come lui.
 

Non sapeva provare così intensamente.
Non sapeva essere così importante per una persona.
 

Come faceva a non accorgesene?
 

Lui, che nonostante tutto, era una persona così viva, così buona.

Gli voleva dire che sbagliava a provare questi sentimenti per lei. Che lo avrebbe fatto soffrire.
 

Eppure, era stata lei a voler sentire quelle parole ad alta voce.
 

Perché, prima di cadere nell’ignoto, voleva sentirsi per un attimo viva come lui.
 

Sapere che ci sarebbe stata una persona che avrebbe fatto di tutto per ritrovarla e aiutarla.

Sapere che ci sarebbe stata una persona al suo fianco, letteralmene, per sempre.


Si sentiva il cuore esplodere.


Gli strinse la mano e poi ne baciò il palmo.


Avrebbe voluto fare di più, avrebbe voluto dire di più.


Ma da come lui la guardava, doveva aver capito tutto.


Si sorrisero per l’ultima volta, poi ognuno si sistemò nel proprio letto. Bevvero la propria pozione e si addormentarono.
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<< E così tutto dipendeva da te, mamma. >> riassunse Henry.
 

Era così bello vedere il suo bambino.


Pulito, con i suoi abiti raffinati, sorridente.


Quando l’aveva rivisto a Neverland si era sentita male.


Dimagrito, bianco come un lenzuolo e sporco.


<< Non esattamente. C’è stato bisogno dell’aiuto anche di tuo padre, del signore Oscuro e di tutti gli altri. >>


<< Ma è grazie alla tua magia che Peter Pan è stato sconfitto. Non avrei mai immaginato che avessi magia in te. >>
 

<< Già. Stranamente ero più consapevole delle mie potenzialità in quel mondo senza magia, che in questo. Per tutti ero la Salvatrice. >>
 

<< Qui sei solo la mia Salvatrice. >>
 

<< Ne sono onorata. >>
 

Emma e il figlio risero felici, mentre affacciati alla terrazza guardavano il regno.
 

Era riuscita a salvarlo. In quel mondo senza magia e nel suo mondo.
 

Mai avrebbe immaginato che la sua vita potesse essere così complicata, se qualcuno non avesse impedito a Regina di lanciare la maledizione.
 

Quel qualcuno si era rivelato essere proprio il Signore Oscuro, Rumplesteski.
 

Perso il figlio per un suo errore, era disposto a tutto pur di ritrovarlo.
 

Grazie alla sua capacità di vedere il futuro, sapeva che avrebbe dovuto prima insegnare la magia a Regina, ma poi privarle di scagliare la maledizione.
 

Ci avrebbe pensato la Salvatrice a farlo ricongiungere con il figlio amato.
 

Figlio che si era rivelato essere Baelfire!
 

A Emma stava per venirle un infarto a quella notizia, ma tutto aveva un senso ora: Neal -come si era sempre fatto chiamare da lei, in ogni mondo- venendo a conoscenza della sua reale identità, aveva avuto paura che il padre sarebbe venuto a sapere del suo ritorno nell’Enchated Forest.
 

Così era scappato.
 

Nell’altro mondo era successa una cosa del genere. Era sempre stata abbandonata, incinta. Ma lì era senza i suoi amati genitori.
 

Sapendo come sarebbe potuta essere la sua vita senza di loro, adesso li adorava ancora più di prima.
 

Era stato più semplice del previsto convincere Rumplestelski e Neal a seguirli in quel loro viaggio per salvare Henry.

D’altronde il primo sapeva che sarebbe successo, il secondo era pur sempre il padre.
 

Forse nell’altro mondo era stato più semplice il salvataggio, erano già passati nella fase dove si odiavano tutti.
 

Nella realtà, nel mondo doveva appartenevano erano nel pieno di quel periodo.
 

Regina odiava Rumplestelski perché l’aveva, fondamentalmente, ingannata.
Rumplestelski odiava Regina perché non gli aveva mai rivelato che Belle era viva.
Neal continuava a odiare il padre e accussare Hook. Alla fine dei conti era tutta colpa sua se il figlio era stato messo in pericolo e se lui era stato costretto a rincontrare l’uomo che l’aveva messo al mondo.
Hook stava ancora lavorando sulla sua sete di vendetta.
 

Eppure qualcosa di buono era nato ed Emma era convinta che le cose sarebbero andate meglio. Sarebbero diventati una grande famiglia felice, com’erano in quella strana cittadina di nome Storybrooke.
 

<< Papà è arrivato! A domani mamma! >> la riscosse dai suoi pensieri la voce trillante di Henry.
 

Quello rientrava nelle cose positive: Neal aveva deciso di entrare nella vita del figlio e di restarci.
 

Ma Emma era stata chiara.

Nel loro mondo, non aveva avuto dubbi, nemmeno un attimo di indecisione.

Sapeva chi voleva nella sua vita.
 

Dopotutto non ci era mai stata una scelta, nemmeno nell’altro mondo.
 

Era stata più dura la strada. Ma quello doveva essere il prezzo della maledizione.
 

Ma alla fine si erano ritrovati.
 

Proprio nell’Enchated Forest. Lei e Killian.
 

<< Swan. >> si sentì chiamare.
 

Sorrise. Da quando erano ritornati, lui la chiamava sempre così.
 

<< Sai c’erano tanti termini originali con cui ti definivo lì. Non ti farebbe piacere sentirli. >>
 

<< Sempre così scontrosa. >> si lamentò lui, solo per vedere quella sua buffa espressione.
 

Le si avvicinò, guardando anche lui giù, dove Bae e Henry passeggiavano e chiacchieravano.
 

<< Non avrei mai immaginato che vi conosceste. Mi sembra di sapere più cose di te in quell’altro mondo. Tu invece sai tutto di me, in ogni mondo. >> osservò la principessa.
 

<< Non è vero. Mi conosci in egual misura. Solo che non lo vuoi ammettere perché questo significherebbe che ti importa fin troppo di me. >>
 

Sempre così diretto lui. Era meglio che imparasse a convivere con questa cosa: era davvero un libro aperto.
 

Emma rise. Era felice, finalmente felice.
 

Di slancio si buttò fra le sue braccia, stringendolo forte.
 

Killian rimase per un attimo interdetto, non aspettandosi un gesto del genere.
 

La staccò da sé, e la baciò.
 

Le accarezzò il viso, il collo,i fianchi.
 

Lei lo lasciò fare, ricambiandò il bacio con ardore.
 

Si staccarono con il fiato corto, con la voglia di continuare ancora.

Con il desiderio di andare oltre.
 

Prima però il pirata avrebbe voluto dirle che l’amava. Che sarebbe andato ai confini del mondo per lei, anche del tempo!
 

Ma lei lo bloccò, appoggiandogli due dita sulle labbra ancora arrossate.
 

Lui gliele baciò, poi la lasciò parlare.
 

<< Non fraintendermi. Rapire mio figlio è stata la cosa più dolorosa che potessi mai farmi, ma ti ringrazio. Mi hai fatto conoscere te. E per questo ti ringrazio ancora. Anche nell’altro mondo, avrei voluto dirtelo.. grazie per essere entrato nella mia vita. >>
















Salve gente! Eccoci arrivati all'ultimo capitolo, dove voglio spendere qualche parola in più, ma prima voglio darvi una notizia.. ci sarà anche un epilogo! In teoria questo doveva essere il finale, ma mi sembra di aver mancato qualcosa. E' inutile negarlo che la parte che mi è piaciuta di più raccontare è quella nell' Enchated Forest.. ma mi sento il dovere di aggiungere qualcosina.. così se vorrete, fra 2 settimane (causa sessione di settembre) ci ritroveremo di nuovo qui.

Ora passiamo a questo capitolo, spero davvero che nessuno sia rimasto deluso dalla mia soluzione a tutto! In breve tutto quello che noi sappiamo di Storybrooke non è altro che il frutto di un'altra maledizione. In realtà tutti vivono nella Foresta Incantata, poiché quando Regina stava per lanciare la maledizione che noi tutti conosciamo venne bloccata da Rumple. Così, Emma vive con i suoi ecc ecc fino a che non arriviamo al punto dove su Neverland non riescono a sconfiggere PeterPan. In un semplice scambio di battute fra il pirata e la principessa viene fuori la soluzione: andare in un altro mondo. Un mondo dove hanno avuto successo. Ma ogni magia ha un prezzo. Per avere la soluzione al loro problema, Emma ha dovuto soffrire molto, capendo però quanto sarebbe stata difficile la sua vita senza i suoi genitori.
Quindi chi era Colin? Semplicemente era sempre Killian. E' un ragionamento un po' contorto, me ne rendo conto, ma cercate di vederla dal punto di vista del mio cervellino: se fosse andata solo Emma, come avrebbe fatto a risvegliarsi? A capire che esistono due maledizioni? C'era bisogno di un'altra persona, una persona che non fosse sotto la prima maledizione di Regina. E quella persona è Killian.
Il rischio era che se Emma o Killian fossero morti a Storybrooke, non era detto che sarebbero ritornati in vita e a quale prezzo. Per fortuna tutto si risolve nei migliori dei modi visto che Hook non muore, diciamo che "risorge", ma è come se fosse sotto la prima maledizione di Regina. 

Non ho voluto che Jones ricordasse con un bacio, ma mi è piaciuta sottolineare quanto la fiducia che lui ripone nella nostra Salvatrice sia davvero illimitata.

Bè.. se nonostante tutto trovate che questo non sia un'enorme pazzia, io vi ringrazio!
Davvero grazie per continuare a seguire questa mia follia.
Spero di ritrovarvi per l'epilogo e che mi facciate sapere cosa pensate!

A presto. c: 

  
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