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Autore: one_fable    02/10/2008    8 recensioni
Voleva incominciare una nuova vita a New York come assisstente del direttore di una delle riviste di moda più letta del mondo. Peccato che il suo capo sia un bastardo.
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Naruto era seduto sulla sua cattedra che stava tentando di tenere a bada tutte le persone che stavano chiamando per parlare con Kyubi. Voleva sapere che diavolo gliene fregava a loro se aveva finito la sua più recente ricerca o no?

Era terribile, sembrava che tutto il mondo non sapesse più il significato della frase : “fatti-gli-affari-tuoi.”

“No signore, non ne so ancora niente, certamente lei sarà il primo a sapere quando verrà fuori qualcosa, certamente, sicuramente. A risentirci...” a mai più! E chiuse la telefonata spaccando praticamente la cornetta: “Li ucciderò tutti!”

“Tutti chi?” chiese una voce curiosa dietro di lui. Naruto si voltò e vide una ragazzo dai capelli rossi e profondi occhi neri, il fratello minore di Kyubi.

“Ah Akai! Come va?” era sempre felice di vederlo, era molto simpatico e gli portava sempre qualcosa da mangiare.

“Bene e tu?”

“Un inferno.”

“Ah...capisco, è per la nuova ricerca di ainiki, vero?”

“Si, mi stanno facendo impazzire, sembra che tutti debbano sapere qualcosa su...cos’era?”

“I cambiamenti socio-economici della Cina dopo l’occidentalizzazione.”

“Ah, si sta roba quì.”

Akai prese una piccola scatolina e la diede al biondo: “Tieni, ho provato a fare dei muffin.”

Naruto sorrise felice: “Grazie Akai, sei un genio, sono sicuro che sarai una perfetta mogliettina!”

Lui arrossì dolcemente ridacchiando: “Ecco, per questo...volevo chiederti, ecco, se, magari, volevi uscire con me.”

 

Naruto rimase un pò a fissare il ragazzo davanti a se e poi arrossì, non aveva mai pensato a se stesso come omosessuale. Cioè, non che avesse mai avuto qualcosa contro di loro, per amor del cielo, solo che non si era mai guardato in quella prospettiva.

Però...Akai era veramente un ragazzo molto bello, dolce e simpatico: “Non so Akai, sei il fratello minore del mio capo...”

“Oh, ti prego Naruto, lo convincerò io!”

L’assisstente piegò la sua testa verso destra, poi verso sinistra e infine sospirò: “D’accordo, sabato sera sono libero, passo a prenderti alle otto?”

Il ragazzo dai capelli rossi annuì felice e scappò nell’ufficio del fratello maggiore dopo averlo salutato allegramente.

 

Il biondo sospirò e chiuse gli occhi, un appuntamento, sabato, alle otto. Un sorriso gli scappò dalle labbra, potrebbe essere una buona idea.

---*---

 

Naruto stava fissando attentamente lo specchio, o meglio detto osservava il suo riflesso vestito in un elegante attirè da sera di gaultier e un Shikamaru che lo stava osservando con occhio critico.

“Devi proprio farlo?”

“Fare cosa?” chiese innocentemente lo stilista.

“Dirmi come mi vesto? Capisco quando ti chiedo di darmi una mano per Sasuke, ma questo mi sembra un pò esagerato...”

“È il tuo appuntamento con uno dei più famosi giornalisti del mondo! Cerca di capirne l’importanza!”

Naruto sbuffò sconfitto, Shikamaru era l’essere più sfaticato del mondo, ma quando si trattava di rompere le scatole a Naruto con i vestiti, dio, gli tornavano tutte le energie, come per magia.

 

“Stai bene, con questo attirè, meglio che con quello di dolce e gabbana, sottolinea la tua linea.”

“Ah...certo.”

“Non puoi capire, questa giacca color crema scuro è molto meglio del beige chiaro.”

Ceeeeeeeeerto! A lui sembravano due giacche identiche, solo il modello era leggermente diverso...

“Certo é difficile decidere quando due giacche sono così diverse...”

DIVERSE?

“Una con una doppia cucitura e un taglio alla francese mentre l’altra ha una tripla cucitura con un taglio all’inglese, cosa fare? Cosa fare?”

Avrebbe potuto parlargli in aramaico e avrebbe capito di più.

 

“Shika, non c’è bisogno di vestirmi come se dovessi andare a un gran galà. È solo un appuntamento, giuro! Non ti sto mentendo e dietro alle tue spalle stanotte vado alla settimana del cinema di Venezia.”

Shikamaru sbuffò seccato e tirò fuori una nuova giacca: “Forse è meglio se ti facciamo vestire più casual...”

“Shikaaaaaaaaaaa!”

“Senti, se hai fortuna venite beccati da qualche giornalista e sicuramente non ti faró fare brutta figura.”

“Ma figurati, cosa vuoi che gliene fregi ai giornali di noi.”

“L’assisstente ufficiale di Sasuke Uchiha, il più desiderato scapolo del mondo esce con Kiba Inuzuka, il giornalista del momento, che è in guerra con Sasuke da cinque anni. Kiba è famoso, che ti piaccia o no.”

Magnifico. Assolutamente magnifico.

 

Si guardò allo specchio, i vestiti che indossava costavano di più di quanto lui guadagnava in sei mesi. Giacca e pantaloni color crema di Gualtier, camicia di Armani, cravatta di Valentino e scarpe di D&G fantastico. Il suo cellulare suonò e lui rispose: “Hai Sasuke-kun?”

“Hn, dobe. Informa il ‘dark rose’ che voglio la mia camera stasera.”

“Chiamo Karin?”

“Si, dille di arrivare alle nove e poi dì a Ino di venire per le undici.” E la chiamata terminò.

Era incredibile, avere il giorno libero per Sasuke voleva dire solamente non dover andare in ufficio, però stava organizzando tutto dal cellulare.

 

Digitò un numero sul cellulare e poi se lo posò sull’orecchio.

“Pronto, quì il dark rose, cosa posso fare per lei?”

“Salve sono Naruto Uzumaki.”

“Oh, Naruto-kun! Cosa posso fare per lei?”

“Il teme vuole la sua solita stanza, spero sia disponibile?”

“Se è lei a chidermelo Naruto-kun sicuramente!”

“Grazie mille Shion, sei un tesoro.”

“Di niente! Spero che un giorno tornerai a farci visita!”

“Sicuramente. Allora Sasuke arriverà verso le nove meno un quarto. Ciao!”

“Ciao!”

La ragazza era la figlia del proprietario della catena dei dark rose, una catena di hotel molto prestigiose e costosa che però era in grado di accontentare qualsiasi capriccio e sembrava che si fosse presa una cotta per Naruto e non era stata neanche scoraggiata dal fatto che fosse gay, anzi era ancora più determinata a portarlo sulla ‘retta via’.

 

Digitò un altro numero e quando qualcuno rispose disse: “Sono Naruto, Karin. Sasuke ha detto di venire al dark rose per le nove, sii puntuale.”

“Hai Naruto-kun!” era una ragazza dal carettere impossibile, capiva perchè Sasuke la volesse avere solo a letto, parlare con lei era un suicidio.

Poi chiamò Ino e la informò di andare all’hotel alle undici e poi chiamò Mark per dirgli di andare aprendere Sasuke.

 

Quando ebbe finito tutte le chiamate qualcuno bussò alla porta, sospirò e fece apparire un sorriso sulle labbra, prese il portafoglio e se lo infilò nella tasca, nell’altra mise il cellulare e poi aprì la porta e corse giù per la scalinata finchè non si trovò giù in strada, davanti a una ferrari nera e un Kiba che, kami-sama, sembrava un dio su terra.

 

“Ciao dolcezza.”

“Ciao, non chiamarmi in quel modo.”

“Stai bene vestito così.”

Naruto arrossì leggermente: “Shikamaru, il nostro capo-stilista, ieri mi ha fatto rimanere tutto il giorno da lui mentre mi vestiva.”

“Ha proprio fatto un bel lavoro.”

“Grazie. Andiamo?”

 

Kiba gli aprì la portiera e quando era dentro la chiuse dietro di lui e per poi andarsi alla parte del guidatore: “Muoviamoci doucer, il film incomincia tra mezz’ora.”

“Sei tu al volante mone capitaine.”

Kiba si mise a ridere e fece partire la macchina.

 

“Allora, che film hai scelto?” chiese Naruto curioso.

“Su ‘others life’ ho letto un bel pezzo su ‘truth is a whisper’.”

“Ah già: ‘truth is a whisper and it is our choice to bow and listen or to go straight and ignore it.’ Deve essere molto bello, volevo proprio vederlo, ma non avevo mai tempo. Credo che ti debba ringraziare.”

Un sorriso spuntò sulle labbra dell’amante dei cani: “Nah, volevo vederlo anch’io quel film.”

 

Quando arrivarono davanti al cinema Naruto notò che c’era una fila kilometrica: “Ehm, Kiba, forse non saremo in grado di entrare nel cinema...”

Il castano sorrise e gli fece l’occhiolino: “Non ti preoccupare, il mio cervello geniale ha già pensato a tutto.”

La kitsune alzò le sopracciglia, curiosa di sapere cosa aveva escogitato, Kiba lo prese per un braccio e lo portò dentro al cinema, un uomo vestito elegantemente disse: “Signor Inuzuka? Prego da questa parte.” E li accompagnò dentro a una sala completamente vuota: “Sedetevi dove meglio vi aggrada, il film inizierà tra cinque minuti, come richiesto salteremo la pubblicità. Divertitevi.” Poi se ne andó.

Kiba portò Naruto nella fila più alta della sala mentre il biondo era confuso: “Ma cosa...?”

“Ho pensato, per non farci dare fastidio da nessuno, ho pagato il cinema per darci una sala tutta per noi.”

“Pfff, tu sei pazzo, quanto ti ha costato?”

La proiezione incominciò e Kiba si piegò verso di lui: “Per te questo e altro.”

Naruto lo guardò sorpreso ma quando vide che Kiba si era concentrato sul film portò anche il suo sguardo sullo schermo facendo spuntare un piccolo sorriso sulle sue labbra.

 

Quando il film era finito uscirono dalla sala, la giovane kitsune aveva ancora gli occhi arrossati dalle lacrime e Kiba tentava di tirarla su di morale: “Su, dai, è solo un film...”

“Ma non è giusto! Lui non aveva fatto niente!”

“Lo so, lo so...”

Naruto si asciugò di nuovo le lacrime e sospirò: “Allora dove andiamo a mangiare?”

“Mai sentito parlare del ‘mylord’s’?”

 

Il mylord’s era il locale più costoso di tutta New York, facevano pagare un bicchiere d’acqua naturale dieci dollari, solo perchè ti davano da bere un bicchiere di cristallo e quando si sedettero sul tavolo fuori sulla veranda Naruto si sentiva realizzato, come se fosse riuscito a raggiungere qualcosa nella sua vita. Era al Mylord’s diamine! Solo per mangiarsi una tartina si doveva prenotare dieci mesi prima, se avevi fortuna! Come diavolo era riuscito a ricevere un posto in così poco tempo. Il posto sulla veranda! Che era prenotato anticipo per dieci secoli!

 

“Come sei riuscito ad avere il posto sulla veranda in una settimana?”

Kiba sorrise furbescamente: “Il proprietario del mylord’s è un mio amico d’infanzia, e mi ha fatto questo favore.”

“Conosci Chouji Akamichi?”

“Hai, abitavamo nello stesso quartiere.”

Proprio in quel momento un uomo molto ehm...rotondo...venne verso di loro: “Kiba! Amico mio! Che piacere vederti!”

I due si abbracciarono e poi l’attenzione di Chouji venne portata su Naruto: “Allora è questo il tuo appuntamento. Ora capisco come mai mi hai praticamente supplicato in ginocchio di darti questo tavolo!”

Il biondi si alzò e gli strinse la mano: “È un onore conoscerla Akamichi-san.”

“Oh chiamami Chouji! Allora, spero che vi piaccia la mia cucina, perchè si, cucinerò personalmente per voi!” poi estrasse dei meno e li consegnò ai due uomini: “Prendetevi tutto il tempo che volete!”

Naruto sorrise a Kiba: “Questo è il migliore appuntamento della mia vita! Perchè non ho accettato prima di uscire con te?”

“È quello che mi sono chiesto anch’io.”

Il ragazzo ridacchiò e mentre si leggeva il menù chiese quasi sovrapensiero: “Mi chiedevo come sei riuscito a scrivermi un articolo sullo sviluppo economico del Giappone dopo l’occidentalizzazione in due minuti.”

“Beh, non l’ho proprio scritto in due minuti...”

Naruto abbassò il menù e fissò Kiba negli occhi per un secondo e poi il sorriso gli sparì dalle labbra: “Tu hai pagato il giornalista che ci doveva dare l’articolo per non darcelo, sapevi che era un suicidio scrivere un articolo in meno di due ore, così hai potuto mandare fuori di testa Sasuke e obbligarmi chiederti un favore e di conseguenza uscire con te. Praticamente ti sei divertito di mandare Sasuke sull’orlo di una crisi di nervi e me su quello del suicidio!”

Dopo un attimo di silenzio scioccato Kiba chiese: “Ma cosa facevi prima? Il detective?”

“L’assisstente di un bastardo.”

“Intendevo cosa facevi prima di Sasuke.”

“Credo che attiro bastardi come un magnete.”

 

I due si fissarono, Kiba per sembrare pentito e perdonabile e Naruto per tenere sotto controllo l’istinto omicida.

 

“Senti mi dispiace, tu mi piaci veramente, ma non mi davi nemmeno una possibilità.”

“Tu sei conscio di quanti anni di vita ho perso per colpa tua?”

“Mi dispiace, sul serio.”

“Hn.” Il suo sguardo era freddo, anzi, glaciale.

 

L’amante dei cani si prese la testa tra le mani, poi appoggiò le braccia sul tavolo e si morso il labbro prima di dire: “Ti sei mai visto? Visto veramente dico.” Naruto alzò un sopracciglio, scettico.

“Sei bellissimo, hai dei capelli magnifici che sembrano oro fluido, una pelle che somiglia al caramello, morbida, delle labbra rosee, occhi incredibili, che sembrano due cieli. Senza parlare del tuo sorriso, della tua personalità. Kami-sama, sono ossessionato da te Naruto, non riuscivo a non pensare a te e non sapevo piú cosa fare.”

 

Naruto alzò il menù con uno scatto e disse: “Voglio aragoste, ostriche, caviar, champagne e questo tortino che costa cento dollari.”

“Mi perdoni?”

“Vedremo.”

 

Alla fine della cena Kiba pagó e i due entrarono nella macchina, il castano incominciò: “Per quello che ho fatto...”

“Sta zitto.”

Il ragazzo voleva tirare testata contro il volante quando Naruto disse: “Hai prenotato una sala del cinema per me e mi hai trovato un tavolo, il migliore tavolo, nel ristorante migliore e più caro di tutta New York. Per questa volta farò finta che tu non centrassi niente con la mancanza dell’articolo.”

 

Kiba sospirò sollevato e si avvicinò al suo passeggero: “Posso...baciarti?”

Naruto sorrise e susurrò: “Si...”

All’inizio fu solo uno sfiorarsi di labbra, poi un casto bacio, che divenne più dolce, passionale, lussurrioso sempre più profondo, i due si staccarono ed entrambi avevano gli occhi apannati dal desiderio.

“Vieni a casa mia?” sussurrò il giornalista.

“Si.” Rispose il biondo quasi in automatico, da quanto non si sentiva più così? Da quanto non si sentiva così desiderato? Ne aveva bisogno, dannatamente bisogno.

 

Quando raggiunsero l’edificio in cui viveva Kiba, vicino al Central Park, scesero dalla macchina e con l’ascensore salirono verso il penultimo piano i loro sguardi erano divertiti, maliziosi, sapevano cosa stava per succedere e non ne vedevano l’ora.

Entrarono nell’enorme appartamento.

 

“Wow! Questo appartamento è grande almeno cinque volte il mio!” sembrava un bambino a natale, con quei grandi occhi azzurri aperti in meraviglia.

Kiba sorrise: “Se vuoi puoi andarti a fare una doccia, il bagno è l’ultima porta a destra.”

“Hai!” e Naruto corse nel bagno per farsi una doccia, si tolse tutti i vestiti e si mise sotto il raggio caldo dell’acqua, sciaquando via il sudore e lo stress.

 

Kiba aveva preso dei bicchieri e una bottiglia di champagne, si diresse verso la sua stanza e vi entrò con un fluido movimento aprendo la porta con una leggera spallata, quel che vide gli fece quasi cadere i bicchieri e la bottiglia di mano e i pantaloni diventargli più stretti di varie taglie.

Sul letto era seduto tranquillamente Naruto, i capelli biondi bagnati che gli incorniciavano il viso leggermente arrossato e l’accappatoio bianco poichè era particolarmente corto dava una vista perfetta delle gambe.

 

“Ah eccoti. Hai portato dello champagne!” la giovane kitsune, saltò su e giù agitato, prese il bicchiere vuoto che venne subito riempito.

“Già.” Dopo aver riempito il proprio bicchiere il castano appoggiò la bottiglia ai piedi del letto e sorridendo disse: “Alla salute!” poi i due brindarono.

 

Il bicchiere si avvicinò alle labbra di Naruto, mandò giú il liquido sorridendo poi e dicendo: “Buono...”

“Già.”

Poi il biondo appoggiò il bicchiere a terra e tirò a se Kiba con la cravatta: “Hai qualcos’altro da farmi provare?”

Il bicchiere cadde a terra frantumandosi in mille pezzettini e il bacio che si scambiarono era affamato, lussurrioso. Le mani del giornalista accarezzarono le spalle dell’altro, per poi portarle sotto l’accappatoio e toglierlo esponendo completamente il corpo del ragazzo e l’unica cosa che potè fare era rimanere a fissarlo, amagliato e sentiva la sua eccitazione crescere sempre più velocemente.

“Hai intenzione di fissarmi per tutta la notte?”

La kitsune si fece scivolare giù verso il bacino dell’altro, portò le sue mani, aprì la cintura e con un delicato movimento gli fece scivolare giù dai finachi gettandoli poi in una angolo.

Si vedeva l’erezione attraverso i boxer neri: “Come sei eccitato Kiba...e non ti ho ancora fatto niente...” ci soffiò sopra strappando un piccolo urletto dalle labbra del castano, con un veloce movimento lo liberò della stoffa nera baciando poi la punta del membro, il suo sguardo cadde sulla sua stessa eccitazione, notando che non si era minimamente risvegliata...accidenti.

“Mmh, sei già duro...forse è ora di far diventare duro me, non credi?”

Kiba arrossì all’audacità del biondino, se lo aspettava più...imbarazzato e sopratutto si aspettava di essere lui il dominante, lo era sempre stato...

Prese Naruto e lo tirò su: “Devo dedurre che non é la tua prima volta?”

“No, devi dedurre che sono difficile da soddisfare.”

Il castano annuì e baciò Naruto velocemente sulla bocca, incominciando poi a scendere fino a raggiungere il suo membro, lentamente alle attenzione che ricevette dalle mani incominciò a risvegliarsi, Kiba lo prese in bocca incominciando a succhiarlo leggermente, sentendo che stava diventando sempre più duro aumentò la forza.

Naruto incominciava a sentire piacere, oddio eccome se lo sentiva.

“Ki-kiba...basta...” il ragazzo alzó lo sguardo verso il suo compagno tra l’eccitato e il curioso e vide Naruto inserire tre dita dentro la sua bocca, succhiarle e dopo aver allontanato Kiba le posizionò davanti alla sua entrata penetrandola con due dita facendosi scappare un gemito tra il dolore e il piacere. Incominciò ad allargarla sforbiciando le dita per poi aggiungere un terzo dito, il giornalista che difronte a lui era eccitato all’inverosimile, gli strappò le dita via dalla sua apertura penetrandolo in un solo colpo.

Naruto strinse forte i denti, soffocando l’urlo di dolore, l’Inuzuka incominciò subito a muoversi riuscendo a colpire dopo alcuni tentativi la prostata e il dolore divenne immenso piacere.

“Oddio, ancora! Più forte!”

“Sei così stretto e caldo! Naruto!”

I movimenti incominciarono a diventare sempre più frenetici e potenti, Kiba completamente perso nella sua libidine e Naruto, prima riluttante ormai si era completamente lasciando andare gemendo ed urlando.

 

---*---

 

Akai era bellissimo, un dolce sorriso, una risata cristallina, nona vevano fatto niente di speciale quella sera, un semplice film e poi erano andati a mangiare la pizza, si erano divertiti e Naruto aveva capito che definitivamente era gay e se non era gay, era almeno bisessuale.

 

Quando, dopo averlo accompagnato a casa, il più giovane Yoko gli diede un dolce bacio sulle labbra, non esitò neanche un secondo a rispondere staccandosi poi qualche attimo dopo.

“Sono felice che tu sia uscito con me, mi sono divertito un mondo!”

“Si anch’io. Dobbiamo ripetere non credi?”

“Si...mi piacerebbe molto.”

Si diedero un altro bacio, poi Akai entró a casa con un sorriso.

 

Naruto si voltò, camminando verso la prossima fermata del autobus, non conscio degli occhi che lo stavano osservando, occhi pieni di desiderio.

 

---*---

 

Venne svegliato da una dolce musichetta, beh dolce per modo di dire, sembrava una sveglia impazzita, l’Uzumaki portò un braccio mezz’addormentato verso il comodino dove la sera prima l’aveva appoggiato, per ogni evenienza. Sinceramente si era sorpreso da come era stato lascivo e sopratutto dominante, sentiva che se avrebbe tentato di fare il seme Kiba non avrebbe avuto la forza per contrastarlo ed imporsi con lui.

“Pronto?”

“Naruto? Kami-sama, grazie a dio! Devi venire quì c’è un gran casino Sasuke é impazzito eh...”

Naruto si portò una mano ai capelli seccato per il disturbo a quell’ora del mattino, lanciò uno sguardo verso l’orologio e lesse: “dieci e mezza” accidenti era in ritardo.

“Okay, Shika, respira, respira. Cosa sta succedendo?”

“Non lo so okay? Sasuke è impazzito, vuole una nuova rassegna tra due ore e sta terrorizzando il reparto fotografico! Oh mio dio! Come faccio? Sembra che non gli vada bene niente! Oddio Naruto vieni quì! Fa qualcosa fermalo! Ci sta uccidendo tutti! Ha litigato con metà dei capireparti e ne ha licenziato altrettanti! Come faccio a preparare una rassegna in due ore?”

Quel teme era forse impazzito?

“Okay, rilassati Shikamaru, ce la puoi fare, usa alcuni degli sketch dei vestiti di Hyuga che hai scartato, è solo una rassegna, prendi tutti quelli di cui hai bisogno, non farti prendere dal panico, io arrivo lì il prima possibile.”

Velocemente indossò i vestiti, resistendo al dolore terribile che gli stava dando il suo fondoschiena, accidenti, non era più abituato a queste cose..

“Dove stai andando?” chiese Kiba, probabilmente svegliato dallo frastuono di vestiti sfruscianti. Naruto si voltò, sorridendo alla vista di un Kiba ancora impastato dals onno, era carino: “Il teme è impazzito, devo cercare di frenare la sua pazzia!”

“Passo a pranzo?”

Un bacio sulle labbra: “Certo.”

“Che ti porto?”

“Ramen! E ricordati di portare anche Akamaru!” poi con un sorriso corse fuori dalla stanza correndo verso il primo taxi per farsi portare direttamente all’empire state building.

 

Arrivò da Ibiki e lo salutò con un sorriso, che svanì all’istante quando notò che l’uomo era pallido e tremava: “Cosa è successo Ibiki?”

“Sa-sa-sasuke...” vide un leggero colore verdognolo ricoprirli il viso e l’uomo piegarsi in due per vomitare.

“Cosa diavolo...?” attraversò il corridoio correndo, prese l’ascensore schiacciando il numero cinquantatre, la musichetta rilassante che risuonò nell’ascensore ebbe solo effetto di irritarlo maggiormente, cosa diavolo stava facendo quel bastardo?

Si lanciò velocemente un’occhiata allo specchio e notò che aveva ancora quell’aria “dopo-sesso” pur avendo dormito ben sei ore...non che fossero tante e che dovrebbe essere ormai passata...

 

Raggiunse l’ufficio del suo capo e dopo aver bussato entrò, vide Sasuke arrabbiatissimo che urlava contro alcune persone che Naruto riconobbe come il capo del reaprto giornalistico e i suoi assisstenti.

“E QUESTE LE CHIAMATE FOTO? SONO UNO STRANO INSIEME DI COLORI SENZA SENSO SENZA NIENTE! SIETE TUTTI SENZA TALENTO! INCAPACI!” il suo sguardo andò verso Naruto e disse: “EH TU! CHE CI FAI IN RITARDO?”

“Sasuke-kun...scusi mi sono svegliato tardi...”

L’Uchiha ringhiò e sussurrò: “Ci puoi scommettere...” poi incominciò di nuovo ad urlare contro i fotografi e loro stavano in silenzio ad annuire, stile: ‘Si, si, é vero sono un incompetente, si, si é vero sono proprio così inutile e senza talento come dice lei si, si...’ che nervi che gli faceva venire quell’uomo qualche volta...

“Sasuke-kun? Posso sapere cosa posso fare per lei?”

Lui lo guardò per un attimo e poi disse: “Hai Naruto, chiama Demarcheliè (spero sia giusto...nda) e digli che voglio cancellare il shooting sulle giacche di settembre, sono banali.”

A quell’affermazione Naruto stava per morire soffocato, si portò una mano al cuore e con voce rauca disse: “TU STAI SCHERZANDO?” gli c’era voluta una settimana di telefonate e negozziazione fino a chissà che ora per ottenere quello shooting, perchè secondo Sasuke non potevano ‘assolutamente farne a meno’ e ora lo voleva cancellare.

“Qualcosa in contrario Uzumaki? Cosa vuoi che sia fagli una chiamata e digli che non siamo più interessati, non sei mica stato tu a farlo quello shooting.”

Okay, questo era troppo, Shika stava andando fuori di testa, Ibika aveva vomitato per via di quel deficente e i capi del reparto fotografico sembravano sull’orlo delle lacrime.

“COSA DIAVOLO TI È SUCCESSO TEME? SEI ANDATO IN MENOPAUSA?” gli uomini che erano nella stessa stanza lo stavano fissando in orrore, come se fosse pazzo, forse lo era, stava rischiando il suo lavoro in questo modo, eppure non riusciva a fermarsi!

“TI RENDI CONTO CHE STAI FACENDO DANNARE TUTTI PER DEI CAPRICCI SENZA SENSO? SHIKAMARU NON SARÀ IN GRADO IN NESSUN CASO DI PREPARARE UNA RASSEGNA IN DUE ORE! COL CAVOLO CHE CANCELLI QUEL DANNATO SHOOTING! E LE FOTO DEL REPARTO FOTOGRAFICO SONO PERFETTE PERCIÓ VERRANNO PUBBLICATE SUL PROSSIMO NUMERO!” inspiró profondamente prima di continuare: “E POI COME DIAVOLO VUOI  RIMPIAZZARE TUTTI QUELLI CHE HAI LICENZIATO? SEI UNO STUPIDO! DEVI CHIAMARGLI E DIRE LORO DI TORNARE! ABBIAMO SOLO TRE SETTIMANE PER FAR USCIRE IL NUOVO NUMERO DI ‘OL’ E TU LICENZI METÁ STAFF! TU SEI PAZZO! EGOISTA ED EGOCENTRICO!” poi uscí dall’ufficio sbattendo la porta, prendendo un taxi, mandando un messaggio a Kiba che non era al lavoro e che si sarebbero visti un’altra volta e poi quando finalmente fu nella sua stanza si gettò sul divano, realizzando infine cosa aveva appena fatto: “Merda.”

 

Bene, perfetto, si era appena fatto licenziare, perfetto, ora avrebbe dovuto trovare un altro lavoro, magnifico.

 

Fu sera tardi quando finalmente ricevette la telefonata, il biondo rispose con una voce stanca e semidisperata: “Pronto?”

“Uzumaki.”

“Si, sono io.”

“Ti voglio nel mio ufficio, tra mezz’ora.”

“Ehm...” non riuscì a dire niente che la chiamata venne chiusa. Cacchio.

 

Arrivó puntualmente, non se la sentiva di far arrabbiare il signor Uchiha ancora di più di quello che probabilmente era già, la segretaria gli lanciò uno sguardo schifato come un mese prima e poi gli aprì la porta: “Il signor Uchiha la sta aspettando.”

Okay, respira, respira, infondo è un essere umano come tutti gli altri...non può essere peggio di Kyubi no? No, è impossibile, sarebbe come chiedere di trovare qualcosa di peggiore del diavolo, beh, apparte Kyubi intendeva.

 

L’uomo era seduto alla sua scrivania, lo guardava con uno sguardo freddo calcolatore e il bionda stava per alzare gli occhi al cielo, dio santo, non poteva dirgli che era licenziato direttamente per telefono?

“Allora Uzumaki, ho sentito quello che hai fatto a Sasuke.”

“Hai.”

“Gli hai urlato in faccia degli insulti.”

“Hai.”

“E gli hai detto cosa fare.”

“Hai...”

“Pensavo che per quello che hai fatto dovresti ricevere un aumento.”

“Vorrei tentare di convincerla a non licen...” incominciò Naruto, prima che il significato dell’ultima parte della frase gli divenne chiara: “COSA?”

“Mio figlio è egoista, egocentrico e sopratutto viziato, sei riuscito a fare quello che io non ho mai fatto, dirgli di no.”

“Ecco, mi sono fatto un pò prendere dal nervosismo generale...”

“Non dico di esserne felice Naruto, ma dico che hai il mio rispetto,domani torna al lavoro come al solito.”

“Sasuke non ha richiesto il mio licenziamento?”

“No. Ora vai.”

“Hai. Arrivederci.”

Uscì dall’ufficio sorridendo come un bambino a pasqua. Non era stato licenziato! Passò da Ichiraku e con un sorriso decise di auto-offrirsi tutto il ramen che voleva!

 

*

 

Sasuke era seduto nel suo ufficio, era certo che domani Naruto sarebbe apparso come al solito al lavoro, suo padre gli avrebbe sicuramente parlato, rassicurandolo. Gli era piaciuto, si sul serio, Naruto era il migliore assisstente che avesse mai avuto, se avesse continuato così avrebbe rischiato di mandare all’aria il prossimo numero di ‘others life’ e non gli sarebbe mai piaciuto, sarebbe stata una sconfitta e lui odiava le sconfitte.

Di solito i suoi assisstenti gli baciavano i piedi, lasciandolo fare qualuncue cosa stesse facendo, ignorando completamente se stava facendo una cosa bene o male e se era un completo bastardo, ebbene si, ne era conscio e si divertiva, ma lo lasciavano fare ed ora che finalmente era riuscito a trovare uno che si prendeva in un certo senso ‘cura’ di lui, non l’avrebbe lasciato andare. Lanciò un occhiata sul giornale vicino a lui, il New York Scoop e sentì tornargli nello stomaco quella strana sensazione nello stomaco, sopra c’era una grande foto di Naruto e Kiba che stavano cenando al ‘Mylord’s’ e si stavano divertendo alla grande. Chissà cos’era quella strana sensazione...

 

 

 

Ebbene si! Ces’t moi tornata! Vi sono mancata vero? (nooooo! Buuuuuuh! Tornate nel buco in cui vivi! Nda tutti) Invece no, rimango quì! Allora spero che questi chappy vi sia piaciuto!

 

Sasu: questo chappy è assolutamente disgustoso.

Me: lo dici soltanto perchè ho fatto andare a letto naru con Kiba >_>

Sasu: NARUTO E SOLO MIO!

Me: suvvia, é solo per un pò...

Sasu: grrr

Me: Vabbè in ogni caso voglio ringraziare un mondo tutti quelli che hanno commentato! Spero che questo chappy non faccia troppo schifo!

Alla prossima!

 

  
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