2°
Naruto era seduto sulla sua cattedra che stava tentando
di tenere a bada tutte le persone che stavano chiamando per parlare con Kyubi.
Voleva sapere che diavolo gliene fregava a loro se aveva finito la sua più
recente ricerca o no?
Era
terribile, sembrava che tutto il mondo non sapesse più il significato della
frase : “fatti-gli-affari-tuoi.”
“No
signore, non ne so ancora niente, certamente lei sarà il primo a sapere quando
verrà fuori qualcosa, certamente, sicuramente. A risentirci...” a mai più! E
chiuse la telefonata spaccando praticamente la cornetta: “Li ucciderò
tutti!”
“Tutti chi?” chiese una voce curiosa dietro di lui.
Naruto si voltò e vide una ragazzo dai capelli rossi e profondi occhi neri, il
fratello minore di Kyubi.
“Ah
Akai! Come va?” era sempre felice di vederlo, era molto simpatico e gli portava
sempre qualcosa da mangiare.
“Bene e tu?”
“Un
inferno.”
“Ah...capisco, è per la nuova ricerca di ainiki,
vero?”
“Si,
mi stanno facendo impazzire, sembra che tutti debbano sapere qualcosa
su...cos’era?”
“I
cambiamenti socio-economici della Cina dopo
l’occidentalizzazione.”
“Ah,
si sta roba quì.”
Akai
prese una piccola scatolina e la diede al biondo: “Tieni, ho provato a fare dei
muffin.”
Naruto sorrise felice: “Grazie Akai, sei un genio, sono
sicuro che sarai una perfetta mogliettina!”
Lui
arrossì dolcemente ridacchiando: “Ecco, per questo...volevo chiederti, ecco, se,
magari, volevi uscire con me.”
Naruto rimase un pò a fissare il ragazzo davanti a se e
poi arrossì, non aveva mai pensato a se stesso come omosessuale. Cioè, non che
avesse mai avuto qualcosa contro di loro, per amor del cielo, solo che non si
era mai guardato in quella prospettiva.
Però...Akai era veramente un ragazzo molto bello, dolce e
simpatico: “Non so Akai, sei il fratello minore del mio
capo...”
“Oh,
ti prego Naruto, lo convincerò io!”
L’assisstente piegò la sua testa verso destra, poi verso
sinistra e infine sospirò: “D’accordo, sabato sera sono libero, passo a
prenderti alle otto?”
Il
ragazzo dai capelli rossi annuì felice e scappò nell’ufficio del fratello
maggiore dopo averlo salutato allegramente.
Il
biondo sospirò e chiuse gli occhi, un appuntamento, sabato, alle otto. Un
sorriso gli scappò dalle labbra, potrebbe essere una buona
idea.
---*---
Naruto stava fissando attentamente lo specchio, o meglio
detto osservava il suo riflesso vestito in un elegante attirè da sera di
gaultier e un Shikamaru che lo stava osservando con occhio
critico.
“Devi proprio farlo?”
“Fare cosa?” chiese innocentemente lo
stilista.
“Dirmi come mi vesto? Capisco quando ti chiedo di darmi
una mano per Sasuke, ma questo mi sembra un pò
esagerato...”
“È
il tuo appuntamento con uno dei più famosi giornalisti del mondo! Cerca di
capirne l’importanza!”
Naruto sbuffò sconfitto, Shikamaru era l’essere più
sfaticato del mondo, ma quando si trattava di rompere le scatole a Naruto con i
vestiti, dio, gli tornavano tutte le energie, come per
magia.
“Stai bene, con questo attirè, meglio che con quello di
dolce e gabbana, sottolinea la tua linea.”
“Ah...certo.”
“Non
puoi capire, questa giacca color crema scuro è molto meglio del beige
chiaro.”
Ceeeeeeeeerto! A lui sembravano due giacche identiche,
solo il modello era leggermente diverso...
“Certo é difficile decidere quando due giacche sono così
diverse...”
DIVERSE?
“Una
con una doppia cucitura e un taglio alla francese mentre l’altra ha una tripla
cucitura con un taglio all’inglese, cosa fare? Cosa
fare?”
Avrebbe potuto parlargli in aramaico e avrebbe capito di
più.
“Shika, non c’è bisogno di vestirmi come se dovessi
andare a un gran galà. È solo un appuntamento, giuro! Non ti sto mentendo e
dietro alle tue spalle stanotte vado alla settimana del cinema di
Venezia.”
Shikamaru sbuffò seccato e tirò fuori una nuova giacca:
“Forse è meglio se ti facciamo vestire più
casual...”
“Shikaaaaaaaaaaa!”
“Senti, se hai fortuna venite beccati da qualche
giornalista e sicuramente non ti faró fare brutta
figura.”
“Ma
figurati, cosa vuoi che gliene fregi ai giornali di
noi.”
“L’assisstente ufficiale di Sasuke Uchiha, il più
desiderato scapolo del mondo esce con Kiba Inuzuka, il giornalista del momento,
che è in guerra con Sasuke da cinque anni. Kiba è famoso, che ti piaccia o
no.”
Magnifico. Assolutamente
magnifico.
Si
guardò allo specchio, i vestiti che indossava costavano di più di quanto lui
guadagnava in sei mesi. Giacca e pantaloni color crema di Gualtier, camicia di
Armani, cravatta di Valentino e scarpe di D&G fantastico. Il suo cellulare
suonò e lui rispose: “Hai Sasuke-kun?”
“Hn,
dobe. Informa il ‘dark rose’ che voglio la mia camera
stasera.”
“Chiamo Karin?”
“Si,
dille di arrivare alle nove e poi dì a Ino di venire per le undici.” E la
chiamata terminò.
Era
incredibile, avere il giorno libero per Sasuke voleva dire solamente non dover
andare in ufficio, però stava organizzando tutto dal
cellulare.
Digitò un numero sul cellulare e poi se lo posò
sull’orecchio.
“Pronto, quì il dark rose, cosa posso fare per
lei?”
“Salve sono Naruto Uzumaki.”
“Oh,
Naruto-kun! Cosa posso fare per lei?”
“Il
teme vuole la sua solita stanza, spero sia
disponibile?”
“Se
è lei a chidermelo Naruto-kun sicuramente!”
“Grazie mille Shion, sei un tesoro.”
“Di
niente! Spero che un giorno tornerai a farci
visita!”
“Sicuramente. Allora Sasuke arriverà verso le nove meno
un quarto. Ciao!”
“Ciao!”
La
ragazza era la figlia del proprietario della catena dei dark rose, una catena di
hotel molto prestigiose e costosa che però era in grado di accontentare
qualsiasi capriccio e sembrava che si fosse presa una cotta per Naruto e non era
stata neanche scoraggiata dal fatto che fosse gay, anzi era ancora più
determinata a portarlo sulla ‘retta via’.
Digitò un altro numero e quando qualcuno rispose disse:
“Sono Naruto, Karin. Sasuke ha detto di venire al dark rose per le nove, sii
puntuale.”
“Hai
Naruto-kun!” era una ragazza dal carettere impossibile, capiva perchè Sasuke la
volesse avere solo a letto, parlare con lei era un
suicidio.
Poi
chiamò Ino e la informò di andare all’hotel alle undici e poi chiamò Mark per
dirgli di andare aprendere Sasuke.
Quando ebbe finito tutte le chiamate qualcuno bussò alla
porta, sospirò e fece apparire un sorriso sulle labbra, prese il portafoglio e
se lo infilò nella tasca, nell’altra mise il cellulare e poi aprì la porta e
corse giù per la scalinata finchè non si trovò giù in strada, davanti a una
ferrari nera e un Kiba che, kami-sama, sembrava un dio su terra.
“Ciao dolcezza.”
“Ciao, non chiamarmi in quel
modo.”
“Stai bene vestito così.”
Naruto arrossì leggermente: “Shikamaru, il nostro
capo-stilista, ieri mi ha fatto rimanere tutto il giorno da lui mentre mi
vestiva.”
“Ha
proprio fatto un bel lavoro.”
“Grazie. Andiamo?”
Kiba
gli aprì la portiera e quando era dentro la chiuse dietro di lui e per poi
andarsi alla parte del guidatore: “Muoviamoci doucer, il film incomincia tra
mezz’ora.”
“Sei
tu al volante mone capitaine.”
Kiba
si mise a ridere e fece partire la macchina.
“Allora, che film hai scelto?” chiese Naruto
curioso.
“Su
‘others life’ ho letto un bel pezzo su ‘truth is a
whisper’.”
“Ah già: ‘truth is a whisper
and it is our choice to bow and listen or to go straight and ignore it.’
Deve essere
molto bello, volevo proprio vederlo, ma non avevo mai tempo. Credo che ti debba
ringraziare.”
Un
sorriso spuntò sulle labbra dell’amante dei cani: “Nah, volevo vederlo anch’io
quel film.”
Quando arrivarono davanti al cinema Naruto notò che c’era
una fila kilometrica: “Ehm, Kiba, forse non saremo in grado di entrare nel
cinema...”
Il
castano sorrise e gli fece l’occhiolino: “Non ti preoccupare, il mio cervello
geniale ha già pensato a tutto.”
La
kitsune alzò le sopracciglia, curiosa di sapere cosa aveva escogitato, Kiba lo
prese per un braccio e lo portò dentro al cinema, un uomo vestito elegantemente
disse: “Signor Inuzuka? Prego da questa parte.” E li accompagnò dentro a una
sala completamente vuota: “Sedetevi dove meglio vi aggrada, il film inizierà tra
cinque minuti, come richiesto salteremo la pubblicità. Divertitevi.” Poi se ne
andó.
Kiba
portò Naruto nella fila più alta della sala mentre il biondo era confuso: “Ma
cosa...?”
“Ho
pensato, per non farci dare fastidio da nessuno, ho pagato il cinema per darci
una sala tutta per noi.”
“Pfff, tu sei pazzo, quanto ti ha
costato?”
La
proiezione incominciò e Kiba si piegò verso di lui: “Per te questo e
altro.”
Naruto lo guardò sorpreso ma quando vide che Kiba si era
concentrato sul film portò anche il suo sguardo sullo schermo facendo spuntare
un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Quando il film era finito uscirono dalla sala, la giovane
kitsune aveva ancora gli occhi arrossati dalle lacrime e Kiba tentava di tirarla
su di morale: “Su, dai, è solo un film...”
“Ma
non è giusto! Lui non aveva fatto niente!”
“Lo
so, lo so...”
Naruto si asciugò di nuovo le lacrime e sospirò: “Allora
dove andiamo a mangiare?”
“Mai
sentito parlare del ‘mylord’s’?”
Il
mylord’s era il locale più costoso di tutta New York, facevano pagare un
bicchiere d’acqua naturale dieci dollari, solo perchè ti davano da bere un
bicchiere di cristallo e quando si sedettero sul tavolo fuori sulla veranda
Naruto si sentiva realizzato, come se fosse riuscito a raggiungere qualcosa
nella sua vita. Era al Mylord’s diamine! Solo per mangiarsi una tartina si
doveva prenotare dieci mesi prima, se avevi fortuna! Come diavolo era riuscito a
ricevere un posto in così poco tempo. Il posto sulla veranda! Che era prenotato
anticipo per dieci secoli!
“Come sei riuscito ad avere il posto sulla veranda in una
settimana?”
Kiba
sorrise furbescamente: “Il proprietario del mylord’s è un mio amico d’infanzia,
e mi ha fatto questo favore.”
“Conosci Chouji Akamichi?”
“Hai, abitavamo nello stesso
quartiere.”
Proprio in quel momento un uomo molto
ehm...rotondo...venne verso di loro: “Kiba! Amico mio! Che piacere
vederti!”
I
due si abbracciarono e poi l’attenzione di Chouji venne portata su Naruto:
“Allora è questo il tuo appuntamento. Ora capisco come mai mi hai praticamente
supplicato in ginocchio di darti questo tavolo!”
Il
biondi si alzò e gli strinse la mano: “È un onore conoscerla
Akamichi-san.”
“Oh
chiamami Chouji! Allora, spero che vi piaccia la mia cucina, perchè si, cucinerò
personalmente per voi!” poi estrasse dei meno e li consegnò ai due uomini:
“Prendetevi tutto il tempo che volete!”
Naruto sorrise a Kiba: “Questo è il migliore appuntamento
della mia vita! Perchè non ho accettato prima di uscire con
te?”
“È
quello che mi sono chiesto anch’io.”
Il
ragazzo ridacchiò e mentre si leggeva il menù chiese quasi sovrapensiero: “Mi
chiedevo come sei riuscito a scrivermi un articolo sullo sviluppo economico del
Giappone dopo l’occidentalizzazione in due minuti.”
“Beh, non l’ho proprio scritto in due
minuti...”
Naruto abbassò il menù e fissò Kiba negli occhi per un
secondo e poi il sorriso gli sparì dalle labbra: “Tu hai pagato il giornalista
che ci doveva dare l’articolo per non darcelo, sapevi che era un suicidio
scrivere un articolo in meno di due ore, così hai potuto mandare fuori di testa
Sasuke e obbligarmi chiederti un favore e di conseguenza uscire con te.
Praticamente ti sei divertito di mandare Sasuke sull’orlo di una crisi di nervi
e me su quello del suicidio!”
Dopo
un attimo di silenzio scioccato Kiba chiese: “Ma cosa facevi prima? Il
detective?”
“L’assisstente di un
bastardo.”
“Intendevo cosa facevi prima di
Sasuke.”
“Credo che attiro bastardi come un
magnete.”
I
due si fissarono, Kiba per sembrare pentito e perdonabile e Naruto per tenere
sotto controllo l’istinto omicida.
“Senti mi dispiace, tu mi piaci veramente, ma non mi davi
nemmeno una possibilità.”
“Tu
sei conscio di quanti anni di vita ho perso per colpa
tua?”
“Mi
dispiace, sul serio.”
“Hn.” Il suo sguardo era freddo, anzi,
glaciale.
L’amante dei cani si prese la testa tra le mani, poi
appoggiò le braccia sul tavolo e si morso il labbro prima di dire: “Ti sei mai
visto? Visto veramente dico.” Naruto alzò un sopracciglio,
scettico.
“Sei
bellissimo, hai dei capelli magnifici che sembrano oro fluido, una pelle che
somiglia al caramello, morbida, delle labbra rosee, occhi incredibili, che
sembrano due cieli. Senza parlare del tuo sorriso, della tua personalità.
Kami-sama, sono ossessionato da te Naruto, non riuscivo a non pensare a te e non
sapevo piú cosa fare.”
Naruto alzò il menù con uno scatto e disse: “Voglio
aragoste, ostriche, caviar, champagne e questo tortino che costa cento
dollari.”
“Mi
perdoni?”
“Vedremo.”
Alla
fine della cena Kiba pagó e i due entrarono nella macchina, il castano
incominciò: “Per quello che ho fatto...”
“Sta
zitto.”
Il
ragazzo voleva tirare testata contro il volante quando Naruto disse: “Hai
prenotato una sala del cinema per me e mi hai trovato un tavolo, il migliore
tavolo, nel ristorante migliore e più caro di tutta New York. Per questa volta
farò finta che tu non centrassi niente con la mancanza
dell’articolo.”
Kiba
sospirò sollevato e si avvicinò al suo passeggero:
“Posso...baciarti?”
Naruto sorrise e susurrò:
“Si...”
All’inizio fu solo uno sfiorarsi di labbra, poi un casto
bacio, che divenne più dolce, passionale, lussurrioso sempre più profondo, i due
si staccarono ed entrambi avevano gli occhi apannati dal desiderio.
“Vieni a casa mia?” sussurrò il
giornalista.
“Si.” Rispose il biondo quasi in automatico, da quanto
non si sentiva più così? Da quanto non si sentiva così desiderato? Ne aveva
bisogno, dannatamente bisogno.
Quando raggiunsero l’edificio in cui viveva Kiba, vicino
al Central Park, scesero dalla macchina e con l’ascensore salirono verso il
penultimo piano i loro sguardi erano divertiti, maliziosi, sapevano cosa stava
per succedere e non ne vedevano l’ora.
Entrarono nell’enorme
appartamento.
“Wow! Questo appartamento è grande almeno cinque volte il
mio!” sembrava un bambino a natale, con quei grandi occhi azzurri aperti in
meraviglia.
Kiba
sorrise: “Se vuoi puoi andarti a fare una doccia, il bagno è l’ultima porta a
destra.”
“Hai!” e Naruto corse nel bagno per farsi una doccia, si
tolse tutti i vestiti e si mise sotto il raggio caldo dell’acqua, sciaquando via
il sudore e lo stress.
Kiba
aveva preso dei bicchieri e una bottiglia di champagne, si diresse verso la sua
stanza e vi entrò con un fluido movimento aprendo la porta con una leggera
spallata, quel che vide gli fece quasi cadere i bicchieri e la bottiglia di mano
e i pantaloni diventargli più stretti di varie
taglie.
Sul
letto era seduto tranquillamente Naruto, i capelli biondi bagnati che gli
incorniciavano il viso leggermente arrossato e l’accappatoio bianco poichè era
particolarmente corto dava una vista perfetta delle
gambe.
“Ah
eccoti. Hai portato dello champagne!” la giovane kitsune, saltò su e giù
agitato, prese il bicchiere vuoto che venne subito
riempito.
“Già.” Dopo aver riempito il proprio bicchiere il castano
appoggiò la bottiglia ai piedi del letto e sorridendo disse: “Alla salute!” poi
i due brindarono.
Il
bicchiere si avvicinò alle labbra di Naruto, mandò giú il liquido sorridendo poi
e dicendo: “Buono...”
“Già.”
Poi
il biondo appoggiò il bicchiere a terra e tirò a se Kiba con la cravatta: “Hai
qualcos’altro da farmi provare?”
Il
bicchiere cadde a terra frantumandosi in mille pezzettini e il bacio che si
scambiarono era affamato, lussurrioso. Le mani del giornalista accarezzarono le
spalle dell’altro, per poi portarle sotto l’accappatoio e toglierlo esponendo
completamente il corpo del ragazzo e l’unica cosa che potè fare era rimanere a
fissarlo, amagliato e sentiva la sua eccitazione crescere sempre più
velocemente.
“Hai
intenzione di fissarmi per tutta la notte?”
La
kitsune si fece scivolare giù verso il bacino dell’altro, portò le sue mani,
aprì la cintura e con un delicato movimento gli fece scivolare giù dai finachi
gettandoli poi in una angolo.
Si
vedeva l’erezione attraverso i boxer neri: “Come sei eccitato Kiba...e non ti ho
ancora fatto niente...” ci soffiò sopra strappando un piccolo urletto dalle
labbra del castano, con un veloce movimento lo liberò della stoffa nera baciando
poi la punta del membro, il suo sguardo cadde sulla sua stessa eccitazione,
notando che non si era minimamente
risvegliata...accidenti.
“Mmh, sei già duro...forse è ora di far diventare duro
me, non credi?”
Kiba
arrossì all’audacità del biondino, se lo aspettava più...imbarazzato e
sopratutto si aspettava di essere lui il dominante, lo era sempre
stato...
Prese Naruto e lo tirò su: “Devo dedurre che non é la tua
prima volta?”
“No,
devi dedurre che sono difficile da soddisfare.”
Il
castano annuì e baciò Naruto velocemente sulla bocca, incominciando poi a
scendere fino a raggiungere il suo membro, lentamente alle attenzione che
ricevette dalle mani incominciò a risvegliarsi, Kiba lo prese in bocca
incominciando a succhiarlo leggermente, sentendo che stava diventando sempre più
duro aumentò la forza.
Naruto incominciava a sentire piacere, oddio eccome se lo
sentiva.
“Ki-kiba...basta...” il ragazzo alzó lo sguardo verso il
suo compagno tra l’eccitato e il curioso e vide Naruto inserire tre dita dentro
la sua bocca, succhiarle e dopo aver allontanato Kiba le posizionò davanti alla
sua entrata penetrandola con due dita facendosi scappare un gemito tra il dolore
e il piacere. Incominciò ad allargarla sforbiciando le dita per poi aggiungere
un terzo dito, il giornalista che difronte a lui era eccitato all’inverosimile,
gli strappò le dita via dalla sua apertura penetrandolo in un solo
colpo.
Naruto strinse forte i denti, soffocando l’urlo di
dolore, l’Inuzuka incominciò subito a muoversi riuscendo a colpire dopo alcuni
tentativi la prostata e il dolore divenne immenso
piacere.
“Oddio, ancora! Più forte!”
“Sei
così stretto e caldo! Naruto!”
I
movimenti incominciarono a diventare sempre più frenetici e potenti, Kiba
completamente perso nella sua libidine e Naruto, prima riluttante ormai si era
completamente lasciando andare gemendo ed urlando.
---*---
Akai
era bellissimo, un dolce sorriso, una risata cristallina, nona vevano fatto
niente di speciale quella sera, un semplice film e poi erano andati a mangiare
la pizza, si erano divertiti e Naruto aveva capito che definitivamente era gay e
se non era gay, era almeno bisessuale.
Quando, dopo averlo accompagnato a casa, il più giovane
Yoko gli diede un dolce bacio sulle labbra, non esitò neanche un secondo a
rispondere staccandosi poi qualche attimo dopo.
“Sono felice che tu sia uscito con me, mi sono divertito
un mondo!”
“Si
anch’io. Dobbiamo ripetere non credi?”
“Si...mi piacerebbe molto.”
Si
diedero un altro bacio, poi Akai entró a casa con un
sorriso.
Naruto si voltò, camminando verso la prossima fermata del
autobus, non conscio degli occhi che lo stavano osservando, occhi pieni di
desiderio.
---*---
Venne svegliato da una dolce musichetta, beh dolce per
modo di dire, sembrava una sveglia impazzita, l’Uzumaki portò un braccio
mezz’addormentato verso il comodino dove la sera prima l’aveva appoggiato, per
ogni evenienza. Sinceramente si era sorpreso da come era stato lascivo e
sopratutto dominante, sentiva che se avrebbe tentato di fare il seme Kiba non
avrebbe avuto la forza per contrastarlo ed imporsi con
lui.
“Pronto?”
“Naruto? Kami-sama, grazie a dio! Devi venire quì c’è un
gran casino Sasuke é impazzito eh...”
Naruto si portò una mano ai capelli seccato per il
disturbo a quell’ora del mattino, lanciò uno sguardo verso l’orologio e lesse:
“dieci e mezza” accidenti era in ritardo.
“Okay, Shika, respira, respira. Cosa sta
succedendo?”
“Non
lo so okay? Sasuke è impazzito, vuole una nuova rassegna tra due ore e sta
terrorizzando il reparto fotografico! Oh mio dio! Come faccio? Sembra che non
gli vada bene niente! Oddio Naruto vieni quì! Fa qualcosa fermalo! Ci sta
uccidendo tutti! Ha litigato con metà dei capireparti e ne ha licenziato
altrettanti! Come faccio a preparare una rassegna in due
ore?”
Quel
teme era forse impazzito?
“Okay, rilassati Shikamaru, ce la puoi fare, usa alcuni
degli sketch dei vestiti di Hyuga che hai scartato, è solo una rassegna, prendi
tutti quelli di cui hai bisogno, non farti prendere dal panico, io arrivo lì il
prima possibile.”
Velocemente indossò i vestiti, resistendo al dolore
terribile che gli stava dando il suo fondoschiena, accidenti, non era più
abituato a queste cose..
“Dove stai andando?” chiese Kiba, probabilmente svegliato
dallo frastuono di vestiti sfruscianti. Naruto si voltò, sorridendo alla vista
di un Kiba ancora impastato dals onno, era carino: “Il teme è impazzito, devo
cercare di frenare la sua pazzia!”
“Passo a pranzo?”
Un
bacio sulle labbra: “Certo.”
“Che
ti porto?”
“Ramen! E ricordati di portare anche Akamaru!” poi con un
sorriso corse fuori dalla stanza correndo verso il primo taxi per farsi portare
direttamente all’empire state building.
Arrivò da Ibiki e lo salutò con un sorriso, che svanì
all’istante quando notò che l’uomo era pallido e tremava: “Cosa è successo
Ibiki?”
“Sa-sa-sasuke...” vide un leggero colore verdognolo
ricoprirli il viso e l’uomo piegarsi in due per
vomitare.
“Cosa diavolo...?” attraversò il corridoio correndo,
prese l’ascensore schiacciando il numero cinquantatre, la musichetta rilassante
che risuonò nell’ascensore ebbe solo effetto di irritarlo maggiormente, cosa
diavolo stava facendo quel bastardo?
Si
lanciò velocemente un’occhiata allo specchio e notò che aveva ancora quell’aria
“dopo-sesso” pur avendo dormito ben sei ore...non che fossero tante e che
dovrebbe essere ormai passata...
Raggiunse l’ufficio del suo capo e dopo aver bussato
entrò, vide Sasuke arrabbiatissimo che urlava contro alcune persone che Naruto
riconobbe come il capo del reaprto giornalistico e i suoi
assisstenti.
“E
QUESTE LE CHIAMATE FOTO? SONO UNO STRANO INSIEME DI COLORI SENZA SENSO SENZA
NIENTE! SIETE TUTTI SENZA TALENTO! INCAPACI!” il suo sguardo andò verso Naruto e
disse: “EH TU! CHE CI FAI IN RITARDO?”
“Sasuke-kun...scusi mi sono svegliato
tardi...”
L’Uchiha ringhiò e sussurrò: “Ci puoi scommettere...” poi
incominciò di nuovo ad urlare contro i fotografi e loro stavano in silenzio ad
annuire, stile: ‘Si, si, é vero sono un incompetente, si, si é vero sono proprio
così inutile e senza talento come dice lei si, si...’ che nervi che gli faceva
venire quell’uomo qualche volta...
“Sasuke-kun? Posso sapere cosa posso fare per
lei?”
Lui
lo guardò per un attimo e poi disse: “Hai Naruto, chiama Demarcheliè (spero sia
giusto...nda) e digli che voglio cancellare il shooting sulle giacche di
settembre, sono banali.”
A
quell’affermazione Naruto stava per morire soffocato, si portò una mano al cuore
e con voce rauca disse: “TU STAI SCHERZANDO?” gli c’era voluta una settimana di
telefonate e negozziazione fino a chissà che ora per ottenere quello shooting,
perchè secondo Sasuke non potevano ‘assolutamente farne a meno’ e ora lo voleva
cancellare.
“Qualcosa in contrario Uzumaki? Cosa vuoi che sia fagli
una chiamata e digli che non siamo più interessati, non sei mica stato tu a
farlo quello shooting.”
Okay, questo era troppo, Shika stava andando fuori di
testa, Ibika aveva vomitato per via di quel deficente e i capi del reparto
fotografico sembravano sull’orlo delle lacrime.
“COSA DIAVOLO TI È SUCCESSO TEME? SEI ANDATO IN
MENOPAUSA?” gli uomini che erano nella stessa stanza lo stavano fissando in
orrore, come se fosse pazzo, forse lo era, stava rischiando il suo lavoro in
questo modo, eppure non riusciva a fermarsi!
“TI
RENDI CONTO CHE STAI FACENDO DANNARE TUTTI PER DEI CAPRICCI SENZA SENSO?
SHIKAMARU NON SARÀ IN GRADO IN NESSUN CASO DI PREPARARE UNA RASSEGNA IN DUE ORE!
COL CAVOLO CHE CANCELLI QUEL DANNATO SHOOTING! E LE FOTO DEL REPARTO FOTOGRAFICO
SONO PERFETTE PERCIÓ VERRANNO PUBBLICATE SUL PROSSIMO NUMERO!” inspiró
profondamente prima di continuare: “E POI COME DIAVOLO VUOI RIMPIAZZARE TUTTI QUELLI CHE HAI
LICENZIATO? SEI UNO STUPIDO! DEVI CHIAMARGLI E DIRE LORO DI TORNARE! ABBIAMO
SOLO TRE SETTIMANE PER FAR USCIRE IL NUOVO NUMERO DI ‘OL’ E TU LICENZI METÁ
STAFF! TU SEI PAZZO! EGOISTA ED EGOCENTRICO!” poi uscí dall’ufficio sbattendo la
porta, prendendo un taxi, mandando un messaggio a Kiba che non era al lavoro e
che si sarebbero visti un’altra volta e poi quando finalmente fu nella sua
stanza si gettò sul divano, realizzando infine cosa aveva appena fatto:
“Merda.”
Bene, perfetto, si era appena fatto licenziare, perfetto,
ora avrebbe dovuto trovare un altro lavoro,
magnifico.
Fu
sera tardi quando finalmente ricevette la telefonata, il biondo rispose con una
voce stanca e semidisperata: “Pronto?”
“Uzumaki.”
“Si,
sono io.”
“Ti
voglio nel mio ufficio, tra mezz’ora.”
“Ehm...” non riuscì a dire niente che la chiamata venne
chiusa. Cacchio.
Arrivó puntualmente, non se la sentiva di far arrabbiare
il signor Uchiha ancora di più di quello che probabilmente era già, la
segretaria gli lanciò uno sguardo schifato come un mese prima e poi gli aprì la
porta: “Il signor Uchiha la sta aspettando.”
Okay, respira, respira, infondo è un essere umano come
tutti gli altri...non può essere peggio di Kyubi no? No, è impossibile, sarebbe
come chiedere di trovare qualcosa di peggiore del diavolo, beh, apparte Kyubi
intendeva.
L’uomo era seduto alla sua scrivania, lo guardava con uno
sguardo freddo calcolatore e il bionda stava per alzare gli occhi al cielo, dio
santo, non poteva dirgli che era licenziato direttamente per
telefono?
“Allora Uzumaki, ho sentito quello che hai fatto a
Sasuke.”
“Hai.”
“Gli
hai urlato in faccia degli insulti.”
“Hai.”
“E
gli hai detto cosa fare.”
“Hai...”
“Pensavo che per quello che hai fatto dovresti ricevere
un aumento.”
“Vorrei tentare di convincerla a non licen...” incominciò
Naruto, prima che il significato dell’ultima parte della frase gli divenne
chiara: “COSA?”
“Mio
figlio è egoista, egocentrico e sopratutto viziato, sei riuscito a fare quello
che io non ho mai fatto, dirgli di no.”
“Ecco, mi sono fatto un pò prendere dal nervosismo
generale...”
“Non
dico di esserne felice Naruto, ma dico che hai il mio rispetto,domani torna al
lavoro come al solito.”
“Sasuke non ha richiesto il mio
licenziamento?”
“No.
Ora vai.”
“Hai. Arrivederci.”
Uscì
dall’ufficio sorridendo come un bambino a pasqua. Non era stato licenziato!
Passò da Ichiraku e con un sorriso decise di auto-offrirsi tutto il ramen che
voleva!
*
Sasuke era seduto nel suo ufficio, era certo che domani
Naruto sarebbe apparso come al solito al lavoro, suo padre gli avrebbe
sicuramente parlato, rassicurandolo. Gli era piaciuto, si sul serio, Naruto era
il migliore assisstente che avesse mai avuto, se avesse continuato così avrebbe
rischiato di mandare all’aria il prossimo numero di ‘others life’ e non gli
sarebbe mai piaciuto, sarebbe stata una sconfitta e lui odiava le
sconfitte.
Di
solito i suoi assisstenti gli baciavano i piedi, lasciandolo fare qualuncue cosa
stesse facendo, ignorando completamente se stava facendo una cosa bene o male e
se era un completo bastardo, ebbene si, ne era conscio e si divertiva, ma lo
lasciavano fare ed ora che finalmente era riuscito a trovare uno che si prendeva
in un certo senso ‘cura’ di lui, non l’avrebbe lasciato andare. Lanciò un
occhiata sul giornale vicino a lui, il New York Scoop e sentì tornargli nello
stomaco quella strana sensazione nello stomaco, sopra c’era una grande foto di
Naruto e Kiba che stavano cenando al ‘Mylord’s’ e si stavano divertendo alla
grande. Chissà cos’era quella strana sensazione...
Ebbene si! Ces’t moi tornata! Vi sono mancata vero?
(nooooo! Buuuuuuh! Tornate nel buco in cui vivi! Nda tutti) Invece no, rimango
quì! Allora spero che questi chappy vi sia
piaciuto!
Sasu: questo chappy è assolutamente
disgustoso.
Me:
lo dici soltanto perchè ho fatto andare a letto naru con Kiba
>_>
Sasu: NARUTO E SOLO MIO!
Me:
suvvia, é solo per un pò...
Sasu: grrr
Me:
Vabbè in ogni caso voglio ringraziare un mondo tutti quelli che hanno
commentato! Spero che questo chappy non faccia troppo schifo!
Alla
prossima!