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Autore: one_fable    17/09/2008    11 recensioni
Voleva incominciare una nuova vita a New York come assisstente del direttore di una delle riviste di moda più letta del mondo. Peccato che il suo capo sia un bastardo.
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Others Life

Sapete cuei giorni in cui credete che tutti vi odino e che nessuno, nessuno in questo mondo e in cielo faccia in modo che non tutto, ma almeno qualcosina vada bene? Ecco quello era uno di cuei giorni. Naruto stava correndo come un pazzo, doveva raggiungere quella dannata fermata e la doveva raggiungere subito, aumentò ancora il passo anche se sentiva le gambe pesanti che gli urlavano “fermati” invece il suo cervello gli urlava “cazzo l’autobus!”, se perdeva questo avrebbe dovuto prendere un taxi, dio odiava i taxi e poi costavano troppo... l’autobus partì quando lui era a pochi metri di distanza da esso.

 

Naruto si fermò maledicendo chiunque gli venisse in mente in quel momento, le batterie della sveglia che si erano scaricate, la sveglia che aveva consumato tutta l’energia delle batterie cosí in fretta, il fatto che la sua ventiquattrore si era nascosta sotto il letto, i due uomini con i cani che gli avevano bloccato la strada, il suo forse-futuro-datore di lavoro che gli aveva dato un appuntamento alle sette di mattina, e tutti quelli che lo avevano rallentato nella sua corsa disperata verso l’autobus, che ormai era perso...

 

Decise che non si sarebbe messo a piangere, anche se ne aveva una voglia matta, non aveva neanche mangiato il ramen. Singhiozzò. Avrebbe pagato un taxi, faceva lo stesso, forse sarebbe riuscito ad ottenere un lavoro, e allora i soldi non sarebbero stati più un problema, o almeno non più un problema così consistente.

 

Si concentrò sulla strada in cerca di un taxi, popolavano le strade di New York come delle pulci, figuriamoci se non si sarebbe stato almeno un taxi.

 

Le ultime parole famose, non vi era un taxi a pagarlo oro, e doveva essere dall’altra parte di New York tra mezz’ora, MEZZ’ORA!

 

Poteva correre...ma chi prendeva in giro non sarebbe arrivato neanche a metà starda, poteva prendere la bicicletta...si per poi venire preso sotto dal traffico di quella dannata città.

Estrasse il cellulare e incominciò a guardare tutti i numeri, ricordandosi però poi che tutti i suoi amici abitavano da un’altra parte...

 

Intascò il cellulare, chiuse gli occhi e incominciò a pregare mentalmente: “Tutti coloro che sono la su e che hanno pietà per una povera anima persa come la mia, per favore, fate apparire un taxi.” Naturalmente non accadde e il biondo disperato stava per buttarsi sotto una macchina quando vide un cartello arancione con sopra scritto una grande “M”, i suoi occhi si illuminarono di gioia e corse giù per le scale che si trovavano vicino al cartello. Ovviamente! Avrebbe preso la metropolitana!

 

Riuscì a raggiungere un enorme grattacielo, appena in tempo per precipitarsi dentro e salire tutte le scale fino al ventesimo piano a piedi, per catapultarsi dentro un ufficio tutto sudato ed ansimante.

 

Lanciò un’occhiata alla donna che stava scrivendo qualcosa sul computer, cioè aveva smesso di scrivere appena era entrato e ora lo stava guardando con sguardo superiore e leggermente schifato.

 

La donna si mise apposto gli occhiali con fare importante e chiese: “Cosa posso fare per lei signore?”

Naruto riuscì ad alzarsi e a mettersi a posto i capelli, giusto per recuperare un pò di dignità: “Mi chiamo Naruto Uzumaki, ho un appuntamento con il signor Uchiha se non erro.”

“Ah giusto.” La segretaria si alzò, fece il giro della scrivania e si diresse verso la porta e dopo aver bussato la apre: “Signor Uchiha? C’è Naruto Uzumaki per lei.”

“Ah si certo, fallo entrare.” Era una voce autoritaria, che non ammetteva repliche, in alcuna circostanza, figuriamoci una contraddizione.

“Subito.” La donna liberò il passaggio, facendo a Naruto il segno di entrare, cosa che egli fece immediatamente.

 

Quando la porta dell’ufficio si chiuse, la giovane kitsune si trovò davanti il signor Uchiha in tutta la sua minacciosità, non che fosse preoccupato da Fugaku, aveva imparato eoni fa a resistere a uno sguardo come quello.

“Si sieda signorino Uzumaki. Allora ho letto il suo curriculum e l’ho letto con stupore, sa il giapponese, il cinese, lo swedese, il russo, l’italiano, l’inglese e il francese fluente.”

“A mio padre piaceva viaggiare.”

“Mmmh, come mai il cinese, il russo e lo swedese?”

“Sono le lingue del futuro signor Uchiha.”

“Mh, allora cosa l’ha fatto abbandonare il suo lavoro all’Universitá di Yale?”

“Ehm, a rischio di sembrare noioso, avevo bisogno di cambiare aria, di dimenticare il passato e concentrarmi sul futuro. Così ho deciso di venire a New York.”

“Capisco, allora, ho un lavoro apposta per lei, sarà dura, ma è ben pagato ed è perfetto per uno con le sue referenze.”

“Sono pronto a lavorare duro.”

“Perfetto. Mio figlio, Sasuke Uchiha è a capo del nostro miglior giornale.”

“ ‘Others Life’ se non mi sbaglio, giusto?”

“Esattamente, allora è molto diligente e il giornale vende il 20% in più da quando lui è il direttore, il problema è che è l’essere più capriccioso al mondo, odia parlare con gli stilisti e con le modelle, c’è solo uno stretto circolo di persone con cui parlare, così ha bisogno di un assisstente, una persona che è in grado di eseguire ogni suo ordine e ti posso garantire che Sasuke può essere terribile, ha bruciato le ultime due segretarie in due settimane, e nessuno è durato più di tre settimane, è dura, ma é ben pagato.”

Sorrise furbescamente, adorava le sfide: “Accetto.”

 

---*----

 

Camminava tranquillamente attraverso i corridoi dell’università, aveva tutto quello che si diceva sicurezza che gli sprizzava dal corpo, sicurezza e felicità.

Andò verso una porta dell’ufficio del direttore e bussò, per poi aprirla ed entrare con un sorriso sulle labbra.

“Benvenuto Uzumaki-san, sono felice che abbia accettato di venire per un colloquio.”

Si strinsero le mani: “La devo ringraziare io per avermi invitato.”

L’uomo di mezza età aprì un fascicolo che aveva sul tavolo dopo che Naruto si era seduto.

“Impressionante la sua conoscenza delle lingue, 110 e lode in giornalismo e gli insegnanti hanno detto che non hanno mai avuto uno studente con tale determinazione nello svoglere i propri compiti.”

“Cerco di fare il mio meglio.”

“Cercavamo un aiutante per il nostro migliore professore. Kyubi Yoko.”

“Lo conosco, ne ho sentito parlare.”

“Se lavorerai un anno per lui ti darà le referenze per entrare in uno dei migliori giornali del mondo, uno qualunque di tua scelta.”

“Sono onorato di venire preso in considerazione.”

“Non sei preso in considerazione, sei stato scelto. È un lavoro duro, ma alla fine di questo anno avrai ciò che desideri.”

“Accetto.”

 

---*---

 

Quel giorno Naruto era arrivato puntuale, miracolo. Era andato tutto bene, la sveglia aveva suonato, il caffè era delizioso, la ventiquattr’ore si era persino fatta trovare, non c’erano uomini con cani impazziti, l’autobus era puntuale, persino i suoi occhiali si erano trovati nel posto giusto! Era meraviglioso, se lo sentiva, sarebbe stata una giornata grandiosa!

 

Scese delicatamente dall’autobus e si diresse velocemente verso l’empire state building dove si trovava l’ufficio di ‘Others Life’, sorrise all’uomo all’entrata e disse: “Sono Uzumaki Naruto, sono il nuovo assistente di Sasuke Uchiha.”

L’uomo di mezza età alzò un sopracciglio, controllò sul computer l’informazione e quando affermò che l’informazione era vera gli lanciò uno sguardo pieno di tristezza: “Condoglianze, se avrai mai bisogno di aiuto conta su di me.”

“Ehm...grazie...?”

“Ibiki.”

“Grazie Ibiki.” Lo salutò con un sorriso ed attraversò l’entrata, entrò nell’ascensore e si ritrovò insieme con un ragazzo dai capelli castani e un cane in braccio.

Il ragazzo gli sorrise: “Piacere, Kiba Inuzuka.” E allungò la mano.

“Naruto Uzumaki.” La strinse.

“Non ti ho mai visto quì.”

“Sono il nuovo assistente di Sasuke Uchiha.”

 

Kiba perse colore fino a diventare bianco cadavere, ma un cadavere molto molto molto vecchio.

“Oh, mi dispiace, le mie più sincere conodglianze...”

“Eh? Sei il secondo che mi fa le condiglianze, Non può essere così terribile...oh?”

Il silenzio che seguì quell’affermazione fu più che sufficente.

“Beh e tu che lavoro fai?” tentò di portare il discorso a un’altro livello.

“Sono un giornalista freelance.”

Naruto si sentì riempire di invidia: “Davvero? Sei un giornalista? Volevo diventarlo anch’io!”

“E come mai non lo sei diventato?”

Il ricordo lo colpì come un pugno in pieno stomaco: “Beh, sai come è, la vita non sempre segue i tuoi piani.”

“Ah, capisco. Beh, mi sembri un tipo apposto, ti verrò a trovare di tanto in tanto, quando passo per di qua.”

“Scrivi articoli per ‘OL’?”

Il ragazzo con il cane ridacchio: “No, vengo quì, mi ascolto le offerte e poi gliele rigetto in faccia, odio Sasuke Uchiha è un pomposo ragazzino viziato.”

“Sono sicuro che esageri.”

Le porte si aprirono ed entrambi uscirono: “Sono così invidioso di te Naru-chan, sei così buono...”

“Hei non chiamarmi così! Sono un ragazzo!”

“Non ne hai l’aspetto...”

“Hei!”

Kiba gli prese la mano e gli bacio il dorso: “À bientôt douceur.” (ci vediamo dolcezza-francese)

“Nous allons le voir, Don Giovanni.” (vedremo, don Giovanni.-francese)

Kiba sembrò sorpreso ma sorrise e i due si separarono.

 

Naruto andò verso l’ufficio di Sasuke, davanti all’ufficio c’era una bella scrivania bianca, un computer d’ultima generazione, un citofono, un telefono, un contenitore per le penne e un blocchetto, andò verso la porta dell’ufficio e dopo aver respirato profondamente e aver controllato di essere puntuale, bussò.

Rimase ad aspettare finchè un: “Avanti.” Si sentì dall’altra parte della porta, spinse giù la maniglia e munito di una estrema determinazione entrò nell’ufficio.

 

Il capo di Naruto era seduto con gambe incavallate sulla sedia difronte alla scrivania, i capelli neri che gli cadevano sul viso pallido, il volto appoggiato sulla mano appoggiata sulla scrivania, occhi neri come la pece e dei fini occhiali neri da lettura sul naso, l’unica cosa che Naruto poté pensare fu: “O mio dio! Ma che figo!”

“Vuoi fissarmi ancora per un pò dobe?”

L’Uzumaki alzò un sopracciglio indispettito Com’è che mi ha chiamato?: “Scusi, Uchiha-sama.”

“Hn. Siediti.”

E l’ordine fu subito eseguito.

 

L’Uchiha estrasse un foglio e disse leggendolo: “Mio padre ha detto che sai parlare sei lingue.”

“Hai Uchiha-sama.”

“Chiamami Sasuke-sama.”

“Hai, Sasuke-sama.”

“Voglio posticipare una cosa. Io ti odio.”

“...” Beh sai che cosa? Il sentimento è reciproco!

“Ma in ogni caso io ho bisogno di un assisstente che parli con le persone poco importanti e visto che conosci parecchie lingue forse sarai appropiato, se riuscirai a stare quì un mese intero ti assumerò. Ogni mio desiderio deve essere accontentato, oppure ti licenzierò, non accetto alcun errore. Ma solo per informazione, nessuno c’è mai riuscito.”

Okay, è il tuo capo, non puoi ucciderlo, hai bisogno di questo lavoro!

“Tieni, questo é il tuo cellulare, devi rispondere a ogni singola chiamata, sennò ti licenzio e questa quì è la carta di credito di ‘OL’ pagerai tutto quello che voglio con questo. Capito?”

“Hai.”

“Puoi andare. Dobe.”

 

Naruto s’alzò e un: “teme.” Gli sfuggì dalle labbra, labbra che vennero subito coperte dalla mano del loro possessore. Sasuke fece apparire un sorriso malvagio sulle proprie labbra: “Ah, dobe? Voglio un gelato numero quindici, due palline in una coppetta con doppia porzione di panna e aggiunta di cioccolato.”

“Un gelato numero quindici?”

“Hai quindici minuti per portarmelo, se arrivi in ritardo ti licenzierò.”

Questo colpì Naruto come una secchiata di acqua ghiacciata in piena estate, uscì velocemente dall’ufficio sentendo Sasuke ridacchiare, lo sapeva, doveva essere nato muto!

 

Corse verso la prima gelateria e guardò tutti i gusti, aveva ancora dieci minuti! Allora, gusto quindici, gusto quindici ma che cavolo voleva dire gusto quindici?

 

Quindici...

 

Quindici...

 

15...

 

Uhm, Sasuke era di origini giapponesi, giusto?

 

Quindici...

 

Ichi go...

 

Ichigo...

 

Fragola!

 

“Ehm, vorrei una coppa da due gusti alla fragola doppia porzione di panna e aggiunta di cioccolato.”

 

Naruto stava correndo verso l’ufficio, aveva ancora tre minuti per portare il gelato a quell’essere insulso, raggiunse l’ufficio e dopo aver bussato entrò.

Sasuke stava leggendo alcuni documenti e quando vide Naruto entrare con il gelato in mano rimase un attimo a fissarlo.

 

Uchiha prese il gelato, non disse niente ma gettò la coppetta nel cestino.

“C-cosa?”

“Non mi piace la roba dolce.”

Naruto sentì una voglia terribile di uccidere qualcuno e quel qualcuno si chiamava Sasuke Uchiha.

“Allora io vado, se non ha niente da farmi fare.”

“Puoi andare e chiamami Sasuke-san.”

Naruto alzò un soppraciglio: “Va bene.”

Poi si obbligò a voltarsi ed ad uscire senza spaccare niente.

 

Sasuke, anche se non aveva detto niente e il suo viso non lo tradiva, non era sorpreso, no, era assolutamente scioccato. Nessuno era riuscito a scoprire il ‘codice’, l’aveva apposta fatto ideare a Shikamaru per licenziare persone totalmente incopetenti, come quel bonbon rosa la settimana scorsa...

 

In ogni caso anche se non gli piaceva ammetterlo, era impressionato.

 

­---*----

 

Naruto entrò nell’ufficio del suo capo dopo aver bussato e si trovò davanti un uomo dai lunghi capelli rossi, la pelle diafana, era seduto sulla sedia difronte alla sua scrivania, il mento appoggiato sulla mano che era appoggiato sulla scrivania, indossava fini occhiali di lettura neri e aveva occhi color mandorla. Era molto bello.

L’uomo alzò lo sguardo verso Naruto, sorrise dolcemente e s’alzò allungando la mano: “Tu devi essere Uzumaki Naruto, piacere Kyubi Yoko.”

“Il piacere è tutto mio, sono onorato di poter lavorare insieme a lei.”

Il ragazzo con i cappelli rossi alzò un soppraciglio: “Nessun ‘sei il mio idolo’?”

La kitsune sorrise imbarazzata: “Veramente...ecco...”

“Sia sincero Uzumaki-san, non mi interessa se non sono il tuo idolo.” In effetti Kyubi era sorpreso che non aveva tentato di leccarli il culo.

“Beh, adoro Christina Jeanne e Gaara Sabaku, lei è molto bravo secondo me, ma ecco, loro mi hanno colpito particolarmente.”

Il capo sorrise e annuì: “Sai preferisco sincerità alla devozione Naruto. Allora, diamoci da fare, sei pronto a darti da fare?”

“Lavorerò duro signore.”

“Chiamami Kyubi.”

“Lavorerò sodo Kyubi-san.”

“Bene, i tuoi compiti sono:

1° Parlare con la gente con cui non voglio parlare, che sarebbero tutti quelli non su questa lista.                                                                          

2° Controllare tutte le mie mail per filtrare quelle inutili e scoccianti.

3° Rifiutare qualuncue invito per una festa, se non è per un premio.

4° Leggere tutti i miei articoli e correggerli se trovi qualche errore.

Capito?”

Naruto annuì determinato: “Sissignore!”

“Bene, allora per vedere che cosa sei in grado di fare il tuo primo compito sarà mettere apposto la mia stanza dei documenti.”

“Tutto quì?”

“Si, un compito semplice, semplice.”

Il biondo andò verso la stanza che gli aveva indicato Kyubi tranquillamente, aprì la porta e quando vide in che stato era stava per svenire, i documenti erano sparsi dappertutto, impolverati.

“Ah...” risuonò la voce di Kyubi dietro di lui mentre Naruto era ancora in shock: “hai solo due giorni e ricordati di ordinarli alfabeticamente.”

In quel momento Naruto sentì la voglia di uccidere qualcuno e quel qualcuno era Kyubi Yoko.

 

Quando due giorni dopo Kyubi entrò nella stanza dei documenti, per trovarla completamente pulita, riordinata e con un Naruto soddisfatto di se. Kyubi alzò un sopraciglio: “Mmh, wow, ci sei riuscito, vabbé, questo era il minimo. D’oggi in poi sarai il mio assisstente a tutti gli effetti! Datti da fare!”

“Hai!” Naruto era più che felice.

 

Quando il suo assisstente se ne era andato si permise di far apparire un espressione sbigottita sul proprio volto, era incredibile.

Quel ragazzino l’aveva proprio impressionato.

 

---*----

 

Vi ricordate quando Naruto aveva detto che sarebbe stata una giornata perfetta? Ha. Ha. Ha.

 

Lavorare con Sasuke Uchiha era un incubo, il peggior incubo di tutti i tempi, quell’uomo era un pomposo ragazzino viziato con un ego gigantesco che credeva di essere dio.

Prima voleva una cosa, poi non la voleva più, prima voleva andare a cena da solo in una pizzeria, poi dopo che aveva prentotato decideva che voleva andare con una o uno dei suoi amanti, uno dei diecimilamillioni, in un albergo.

 

Una cosa che aveva imparato era che Sasuke non aveva alcuna storia seria, un millione di amanti per quando voleva fare sesso, ma neanche mezzo con cui usciva la sera, o qualcuno che lo veniva a trovare, era solo. Non aveva nessun amico fuori dal lavoro e l’unico con cui aveva un certo contatto era Naruto. O joy.

 

Lo chiamava a qualsiasi ora, a qualsiasi giorno, per qualsiasi assurdo motivo.

 

Il biondo appoggiò la sua testa sulla scrivania, chiudendo gli occhi per riposarsi un pò, di colpo sentì qualcuno toccargli i capelli, alzò lo sguardo e vide un cane fissarlo.

“Ciao Kiba!” esclamò con un sorriso.

“Oh, sei così felice di vedermi?”

“Ho bisogno di contatto umanoooooooooooo!”

Il castano ridacchiò e si sedette sulla scrivania: “Te l’avevo detto.”

“Lo so, lo so...ma non mi aspettavo che fosse così...così...”

“Rompiscatole?”

“Argh! Si! È terribile!”

“Beh, sei quì da tre settimane, complimenti.”

“Devo resistere almeno un mese!”

Kiba ridacchiò e incominciò a giocare con una ciocca dei capelli biondi dell’altro.

“Ti ho mai detto che sei bellissimo?”

L’Uzumaki arrossì e allontanò la mano: “Smettila di dire cose imbarazzanti.”

“Oh ma è vero! Allora, vuoi uscire con me?”

“Hm? Ah...no!”

Kiba fece apparire due occhi da cerbiatto bastonato: “M-ma!”

“Tsk sei un principiante, è cosí che si fa quello sguardo.” Di colpo gli occhi di Naruto divennero lucidi e grandi, il labbro inferiore portato in avanti, era terribile.

“Pietà ti prego!”

“Hahaha!”

Erano scoppiati insieme a ridere quando Sasuke si fece sentire attraverso il citofono: “Vieni subito da me!”

Il biondino sbuffò scocciato e fece segno a Kiba di aspettarlo un attimo si diresse con il blocchetto e il cellulare nell’ufficio chiudendo al porta dietro di se.

 

Sasuke alzò per un attimo lo sguardo indifferente per poi tornare ad osservare il book di ‘OL’: “Allora, stasera devo incontrare alcuni uomini d’affari, fammi recapitare un abito da sera a casa, dì a Mark di venire a prendermi verso le sette e mezza e dì a Helen di venire a casa mia verso le cinque. Ah e con il vestito voglio anche le scarpe. Ora parla con Shikamaru e digli che preferisco morire che vedere Jessica Alba sulla copertina del prossimo mese, abbiamo già Charlize Theròn per settembre, dì che la voglio per luglio e parla con Hyuga e digli che mi piacerebbe averlo sulla copertina di ottobre, dì a Shikamaru e digli che per Neji deve arrangiare qualcosa di nuovo, qualcosa che attiri l’attenzione ma la devii, niente di troppo appariscente. Chiama Luois Vuitton e digli che mi deve presentare una linea migliore sennò non lo voglio sul mio giornale. È tutto.”

Naruto annuì e finì velocemente di scrivere per poi voltarsi e dirigersi verso la porta.

“Ah.” Si fermò e si voltò verso il moro.

“Si?”

“Dì a Kiba che se vuole fottersi qualcuno cerchi qualcuno che non sia il mio assisstente.”

Naruto arrossì leggermente e si voltò velocemente per uscire, sapendo che quel maledetto Uchiha stava sogghignando, soddisfatto di averlo messo in imbarazzo.

 

“Stupido teme.” Mormorò la kitsune dopo aver chiuso la porta dietro di se.

“Così avete già dei nomignoli?” chiese Kiba divertito.

“Non ci vuole molto con lui.”

“Mmmh, probabilmente hai ragione, okay, allora andiamo a pranzo douceur?”

“No, devo lavorare, Sasu-teme mi ha riempito di lavoro.”

“Non c’è niente che possa fare per convincerti?”

“Non credo.”

“Mpf, appena c’è qualcosa che posso fare informami. La prochaine fois.” (alla prossima volta-francese)

“Nous allons le voir, chien.” (vedremo, cagnolino-francese)

Poi Kiba se ne andò, portandosi dietro Akamaru.

 

Naruto sospirò, prese il telefono ed incominciò ad organizzare l’uscita del suo capo, Mark era l’autista privato di Sasuke e Helen era l’unica estetista che l’Uchiha voleva, poi dovette cercare l’abito da sera, scelse un vestito di Armani e si organizzò in modo che venisse portato a casa sua. Infine chiamò in giro per parlare con le persone per le copertine.

Poi andò da Shikamaru per informargli delle decisione di Sasuke, quando alle sei sembrava che avesse finito di fare tutto si mise a mettere velocemente a posto la propria scrivania, spense il computer e prese in mano il proprio cellulare. Sorrise, visto che Sasuke sarebbe stato occupato con la cena, lui si sarebbe potuto finalmente permettere di fare una serata tutta film e ramen!

 

Aveva appena fatto un passo fuori dall’edificio con un sorriso da 36 denti quando il cellulare risuonò rovinando una giornata perfetta: “Sasuke-san?”

“Torna nell’ufficio, abbiamo un emergenza.” E chiuse la chiamata, Naruto non sapeva se ridere o piangere.

 

Quando arrivò nell’ufficio distrutto, seccato, arrabbiato e curioso di sapere perchè i piani per la sua serata erano andati in fumo, vide un Sasuke arrabbiato e un associazione di capi reparto che stavano tentando di calmarlo, un uomo grassoccio tentò di trovare una soluzione: “Possiamo sempre cercare di trovare un’altro giornalista disposto a scrivere un articolo.”

“Ah si? E dove lo trovo un giornalista che entro stasera a mezzanotte mi scrive un articolo sullo sviluppo dell’Oriente dopo l’occidentalizzazione?” i capi reparto sospirarono scervellandosi per trovare una risposta soddisfacente al problema.

Sasuke vide Naruto e gli urlò: “Uzumaki! Chiama ogni singolo giornalista alle nostre dipendenze o che ci deve un favore, trovami un dannato giornalista che sappia scrivere quel dannato articolo! E dì a Mark che non devi venire a prendermi, dì a Helen che l’appuntamento è cancellato e chiama gli uomini con cui mi dovevo incontrare e dì loro che non posso venire. È tutto!”

Il giovane assisstente non potè fare a meno che annuire e sotto lo sguardo scioccato degli assistenti uscire per fiondarsi alla sua scrivania, si sedette velocemente inspirò profondamente e poi espirò, accese il computer e mentre cercava i numeri delle persone che doveva chiamare tentò di calmare l’attacco di panico che stava per venirgli. Non poteva proprio permettersi una cosa come questa: “Okay, questa è...questa è...una sfida ecco! Questa è una sfida e farò vedere a quel teme di che cosa sono capace. Allora, chiama gli assistenti, chiama i giornalisti, chiama Mark e Helen, no a loro basta un messaggio sanno come é fatto il teme. Ho... sette ore per trovare quell’articolo. Ce la posso fare, ce la posso fare!”   

 

Dopo due ore era riuscito a liberarsi dagli assisstenti rompiscatole che si lamentavano con lui del mancato incontro, come se fosse stata una sua decisione, poi finalmente incominciò a chiamare tutti i giornalisti. La maggiorparte credeva che fosse completamente scemo per chiedere loro una cosa del genere e l’altra parte non rispose nemmeno alla sua chiamata, probabilmente avevano sentito che un giornalista ad Others Life aveva disertato e che ora stavano cercando uno che avrebbe preso il suo posto. Nessuno era abbastanza pazzo da accettare quel lavoro e Naruto era sull’orlo dell’omicidio.

“Okay, sono fottuto. Morto. Ammazzato. Sasuke mi appenderà a testa in giù e mi sparerà con una pistola sparachiodi.”

Chiuse gli occhi e incominciò a pensare, aveva bisogno di qualcuno! Forse poteva scriverlo lui? No, Sasuke non l’avrebbe neanche letto...poteva chiamare qualche giornalista freelance, ma quale giornalista freelance sarebbe stato abbastanza stupido da... con uno scatto in avanti prese il telefono e fece un numero, portò il telefono al suo orecchio ed aspettò che qualcuno rispondesse cantilenando nella sua testa: “Rispondi, rispondiiiiiii, RISPONDI!”

“Pronto, quì Kiba Inuzuka, giornalista freelance, cosa posso fare per lei?” e la voce tanto desiderata risuonò per le orecchie di Naruto.

“Ciao Kiba, quì Naruto.”

“Ah, Naru-chan.”

Normalmente gli avrebbe urlato che non si chiamava così, ma aveva bisogno di quel dannato favore: “Si, sono io. Mi chiedevo, ti ricordi quando oggi mi avevi detto di informarti cosa potrebbe farmi venire voglia di uscire con te?”

“Hai?” la voce sembrò molto piú interessata ora.

“Beh, se mi fai un favore, un enorme favore sono disposto ad uscire con te.”

Ci fu un attimo di silenzio e poi Kiba parlò di nuovo: “Vuoi un articolo sullo sviluppo dell’Oriente dopo l’occidentalizzazione, non è vero?”

“Hai sentito allora.”

“Certo lo sanno tutti. Così sei disposto ad uscire con me se ti scrivo quell’articolo.”

“Esattamente.”

“Incontro per le sei di sera, cinema alle sei e mezza, cena alle nove meno un quarto e poi si vedrà.”

“He?”

“Queste sono le mie condizioni.”

“Vuoi dire che accetti?”

“Si se accetterai le mie condizioni.”

“Affare fatto. Riesci a scrivermelo entro mezzanotte?”

“Cheriè te lo sto inviando per e-mail.”

Naruto andò sul suo sito e vide la mail di Kiba, sospirò sollevato: “Grazie.”

“Di niente. Facciamo settimana prossima? Sabato?”

“D’accordo.”

“Ti vengo a prendere. Ci vediamo.” E la conversazione venne chiusa.

 

Sasuke era seduto al tavolo delle riunioni e stava urlando che avrebbe licenziato tutti per  essere incompetenti e completamente inutili quando Naruto bussò: “Sasuke-san?”

Il direttore del giornale gli lanciò uno sguardo furioso che qualunque altro essere umano sarebbe morto sul posto, ma Naruto ci aveva fatto la pellaccia sugli sguardi di fuoco e per quanto Sasuke fosse bravo in essi, non era niente al confronto del suo capo precedente: “Cosa vuoi dobe, sto tentando di far capire a questi idoiti in che problemi siamo.”

Naruto annuì: “Si sono sicuro che dopo sei ore di continui rimproveri non l’hanno ancora capito, ma se posso rubare la sua attenzione per un attimo e portarla su questo...” gli diede due fogli: “Sono sicuro che si sentirà molto meglio.”

L’Uchiha prese i fogli seccato ma quando si mise a leggere il suo viso si calmò, tornando all’espressione fredda che aveva al solito, diede i fogli a uno degli uomini e disse: “Potete andare, l’emergenza è cessata, OL uscirà dopodomani come previsto.”

 

Dopo che gli uomini erano usciti senza esitare neanche un secondo i due rimasero a fissarsi senza dire una parola finchè Sasuke non interruppe il silenzio: “Hai convinto Kiba a scrivere un articolo per me.”

“Si.”

“Gli hai promesso di andarci a letto?”

“No. Gli ho promesso un appuntamento, tra una settimana, sabato sera alle sei.”

Il moro annuì: “Ho capito, hai il giorno libero.”

Naruto sorrise: “Grazie. Buona notte Sasuke-san.”

“Chiamami Sasuke-kun.”

“Hai.”

Poi se ne andò con un sorriso soddisfatto sulle labbra, ce l’aveva fatta e lentamente credeva che il teme stava incominciando a riconoscere le sue capacità.

 

L’Uchiha era rimasto in silenzio a guardare fuori dalla enorme finestra di vetro del suo ufficio, pensó a Naruto e si permise di far sfuggire un sorriso sulle sue labbra, doveva ammetterlo, l’aveva impressionato, era riuscito a convincere Kiba, il giornalista che da almeno cinque anni si rifiutava di scrivere un articolo per ‘OL’, a scrivere un pezzo.

Forse, ma solo forse Naruto Uzumaki era la scelta giusta.

 

Okay, ragazzi questa è la mia prima fanfiction, perciò abbiate pietà!

 

Spero che non sia proprio una schifezza ambulante!

 

Mi fareste un enorme favore se commentaste!

 

Alla prossima!  

 

  
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