Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ShioriKitsune    18/09/2014    1 recensioni
Raccolta di flashfic più o meno esplicitamente yaoi, rigorosamente Riren, perché chi meglio di loro incarna lo spirito della malattia del doloroso bramare?
Ah, la raccolta partecipa alla Challenge "Aedi fai da te", indetta dal gruppo Facebook "Gli scrittori maledetti - Sezione anime e manga".
Ogni capitolo conterrà due mini-racconti, per un totale di 10.
Buona lettura!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Silenzio [234 parole]

 

Eren fissa lo sguardo sul caporale, inclinando appena la testa. Si domanda a cosa stia pensando in quel momento, di quali ricordi si stia nutrendo, di quale sbaglio si stia addossando le colpe.

Quell'uomo è così difficile da comprendere.

«Heichou».

Levi lo guarda, il volto come sempre privo d'emozione.

Sta per fare una domanda ma si blocca e guarda altrove.

Persi nel mezzo del nulla da ore, in attesa di rinforzi, chiusi dietro un silenzio che ha il sapore di tutte le parole non dette. Da una parte c'è Eren, che vorrebbe sapere ogni cosa di lui ma si trattiene, dall'altra c'è Rivaille, cui invece non interessa nulla. Conoscere una persona equivale ad affezionarsi ad essa e lui non può permettersi di avere debolezze. Non in quel mondo, non in quella vita.

«Odio il silenzio», sbotta poi il più giovane.

Ma Rivaille non gli rivolgerà un sorriso comprensivo, non inizierà a chiacchierare del più e del meno né del suo burrascoso passato.

Lo afferra dalla giacca, lo attira a sé e gli infila la lingua in bocca, in un bacio che di romantico ha poco e niente.

Il suo modo di rompere il silenzio è un po' più vicino allo spezzare il cuore del cadetto di quanto avrebbero potuto essere le sue parole senz'anima.

In lontananza, uno sparo e delle voci.

Rivaille non lo sa, ma ha appena firmato la sua condanna a morte.


 

4. Amnesia [230 parole]


 

Scruta il suo riflesso senza riconoscervisi, occhi vuoti che sanno di un passato che non riesce a ricordare.

 

Qual è il mio nome?

Chi sono io?

 

Le ali che portava sulla schiena adesso giacciono sul pavimento sporco di una casa in disuso.

 

Dove mi trovo?

 

Domande relative, importanti forse, ma delle quali non avverte l'urgenza della risposta.

C'è qualcos'altro però, qualcosa che pretende di essere ascoltato, qualcosa che lotta per salire a galla.

Un nome.

 

Eren

 

È quello il suo nome?

Cammina senza una meta, si allontana dalle rovine di quel posto in cui qualcuno, in passato, doveva aver vissuto la cosa più simile alla felicità che fosse loro permessa.

Guarda verso la luna, oscurata da nuvole cariche di pioggia.

È tutto così grande ed irraggiungibile.

Una scia di sangue segna un sentiero e si accorge in quel momento di essere ferito. Decide di seguirla, anche se qualcosa gli suggerisce di fermarsi.

 

Non proseguire, non farlo.

 

Lo fa comunque.

Ai piedi di un albero, immerso in una pozza di sangue, un giovane con lo sguardo fisso nel nulla.

L'uomo che non ricorda il suo nome si piega, mentre avverte un dolore lancinante percorrerlo. Una pugnalata, forse, avrebbe fatto meno male.

Si china e senza domandarsi nulla posa le labbra su quelle dell'altro, chiudendogli poi le palpebre.

Un lampo squarcia il cielo e lui alza gli occhi.


Allora, sei tu                                                             

Eren”?                                                    

 
   
 
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