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Autore: crazyfrog95    19/09/2014    15 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Al Cospetto del Demone




Naruto chiuse la borsa, dopo averla riempita con tutto ciò che gli sarebbe tornato utile durante il viaggio (compresa qualche scatola di ramen...). Stava per mettersi a letto, quando un oggetto sulla scrivania attirò la sua attenzione: il diario di suo padre.

Lo prese lentamente, come fosse una reliquia. Non aveva mai avuto il coraggio di aprirlo, non credeva di essere pronto. Ma a quanto pare, Jiraiya lo riteneva tale. Si fece coraggio, e iniziò a leggere quelle pagine. Dopo le prime due, la sua curiosità era schizzata alle stelle, non riusciva più a staccarsi da quel libricino.

C'erano un'infinità di tecniche, la maggior parte delle quali a lui sconosciute, delle quali suo padre descriveva ogni caratteristica. Alcune doveva averle sviluppate personalmente, e si vedevano grandi tratti cancellati e riscritti, corredati da ampie correzioni e adattamenti. C'erano tecniche di ogni tipo, dall'arte elementale alle tecniche di sigillo, fino a quelle che il Quarto Hokage stesso aveva inventato. Continuò a leggerlo velocemente fino a tarda notte, senza la pazienza di soffermarsi su ogni tecnica, finchè il sonno non ebbe la meglio su di lui.


Jiraiya e Naruto schizzavano per la foresta, saltando di ramo in ramo. Erano partiti da circa due ore, e procedevano così spediti che la montagna degli Hokage non si vedeva già più. Dopo molto tempo passato in silenzio, Naruto iniziò a parlare.

«Ero-Sennin, ma perchè andiamo così veloci? Abbiamo fretta?»
Jiraiya si voltò leggermente per rispondergli.
«Per due motivi. Primo: si, abbiamo fretta. Tsunade viaggia continuamente, e non resta mai in uno stesso luogo per più di una settimana. Perciò dobbiamo trovarla il prima possibile, o saremo costretti a inseguirla, e perderemo altro tempo. Dubito che tu voglia perdere il tuo esame, no?
Secondo, viaggiando a questa velocità rafforzerai il tuo fisico e la tua resistenza. Sarà un buon riscaldamento per l'allenamento che ho in mente per te»

«Ok, ho capito. Perchè non mi parli un po' di Tsunade? Eri suo compagno di squadra, quindi dovresti conoscerla bene.»


Jiraiya si illuminò a quelle parole, un grosso sorriso comparve sulle sue labbra. A Naruto non sfuggì quel particolare: lui e Tsunade dovevano avere un rapporto particolare...

«Come già sai, lei è la nipote di Hashirama Senju, il Primo Hokage. In un certo senso, siete parenti, anche se non stretti, dato che anche tu discendi dal clan dello Shodaime. Ha la mia età, quindi ha quasi sessant'anni, ma sa mantenersi giovane e bellissima come una trentenne. È il più grande esperto di tecniche mediche delle Cinque Terre, ed è stata la fondatrice dell'Unità Medica di Konoha. Inoltre, come io lo sono per i rospi e Orochimaru per i serpenti, lei è l'eremita delle lumache, e questo le ha permesso di sviluppare tecniche curative che sfruttino l'energia naturale. Hai presente la tecnica che rafforza i tuoi arti se vi concentri il chakra? Quella che ti ho fatto imparare per aiutarti con il Kawazu Kumite? Beh, è stata lei a inventarla. Queste capacità, unite alla sua discendenza, ne fanno il miglior candidato possibile per il ruolo di Hokage.»


Naruto restò basito dalla descrizione della donna in questione. Doveva essere davvero una ninja formidabile...
Ma il biondo colse qualcos'altro nella descrizione di Jiraiya. Il suo padrino ne parlava con un tono particolare, come... come lui avrebbe parlato di Hinata. Quella similitudine fece capire a Naruto la verità: il suo padrino era innamorato di Tsunade. Non glielo fece notare, ma decise che li avrebbe tenuti entrambi d'occhio...

Il viaggio sarebbe durato circa due giorni, a quella velocità, quindi si accamparono per pranzare. Durante la pausa, Jiraiya si rivolse all'allievo.
«Naruto, ti dispiacerebbe darmi un attimo il diario di Minato? Vorrei controllare cosa potrei insegnarti per l'esame...»
Il biondo recuperò dalla borsa il libricino, e lo passò all'eremita. Questo iniziò a sfogliarlo, sembrava avere un'idea precisa di ciò che stava cercando.

«Dunque... Eccone uno... e l'altro... eccolo qui. Perfetto. Ho deciso quali tecniche ti insegnerò. Ecco la prima.»
Si alzò, si avvicinò ad un albero, e una piccola sfera di chakra vorticante si formò nella sua mano.

«Guarda bene, Naruto...» e colpì l'albero con quella tecnica. In pochi attimi, l'albero fu ridotto in briciole da quelle lame di chakra vorticanti. Naruto era senza parole.

«Wow! Fantastica! Che tecnica è?»
«Si chiama Rasengan, ed è stato tuo padre ad inventarla. Non è troppo difficile da imparare, entro domani dovresti riuscirci. Ma non avere fretta: prima di insegnartela, dobbiamo sistemare un paio di cosette. Togliti la maglia.»

Naruto fece come richiesto. Jiraiya aprì la mano, facendo apparire su ogni dito un simbolo luminoso.
«Tecnica di Confinamento: Liberazione Pentastica!»
E lo colpì come aveva fatto Orochimaru, sciogliendo il Sigillo Pentastico. Naruto si sentì subito meglio: quel sigillo non bloccava solo l'energia del Kyuubi, ma interferiva anche con la sua regolare circolazione del chakra. Aveva avuto vari problemi a usare le sue tecniche a causa di quell'impiccio, ma ora era tutto sparito.

«Bene, prima di tutto, dovrò insegnarti a controllare il chakra del Kyuubi. Prima, un po' di basi...» Indicò un piccolo ruscello lì vicino. «Vedi quell'acqua? Camminaci sopra.»
«E come dovrei fare?» Naruto non aveva idea di cosa fare, ma l'eremita lo illuminò.
«Hai presente quando ti ho insegnato la tecnica per l'arrampicata verticale? Dovrai fare nello stesso modo. Emettendo dai piedi una piccola quantità di chakra, essi galleggeranno. Una volta che ti sarai abituato, sarà come camminare sul normale terreno»
Naruto ci provò, e dopo un paio di tentativi riuscì a restare in equilibrio sullo specchio d'acqua.


«Bene, ora proviamo qualcosa di un po' più difficile...»
Prese la grossa pergamena che portava sulle spalle, e la aprì davanti al biondo.
«Guarda qui. Tecnica del Richiamo!»
Fece cinque sigilli, appoggiò la mano a terra, e un piccolo rospo apparve davanti a lui in uno sbuffo di fumo bianco.

«Questa è un tecnica che ti permette di evocare degli oggetti da un luogo predefinito, se ti appartengono, oppure degli animali. Ma per avere la fiducia di una data specie animale e poterne evocare gli esemplari, devi firmare un contratto con la loro specie. Questo è il contratto con i rospi. Se lo firmi, potrai evocarli in tuo aiuto.»

Convinto, Naruto firmò il rotolo col sangue, sentendo un brivido nel leggere la firma di suo padre prima della sua. Jiraya gli insegnò i sigilli: Cinghiale, cane, gallo, scimmia, pecora. Non ci riuscì subito, ma dopo alcuni tentativi da una nuvoletta di fumo spuntò un piccolo rospo.

«Maggiore è la quantità di chakra che immetti nella tecnica, più forte sarà l'animale evocato. Per evocare i signori dei rospi ti servirà moltissimo chakra. Continua a provare, quando avrai un buon controllo del chakra passeremo alla fase successiva.»


Naruto continuò per circa un'ora, finchè evocare rospi delle dimensioni all'incirca di un cane non gli risultò facile. Jiraya a quel punto si ritenne soddisfatto.

«Bene, direi che può bastare. Ora iniziamo a fare sul serio. Dovrai richiamare il chakra della Volpe a Nove Code.»
Naruto fu spiazzato da ciò che Jiraya aveva appena detto, solo in quel momento capì l'enormità di ciò che doveva fare.

«Ora ascoltami bene. Il Kyuubi dimora nella tua coscienza, rinchiuso in una gabbia. Dovrai percepire il suo chakra dentro di te, e cercare di attingervi. Se ci riuscirai, dovresti ritrovarti nel tuo subconscio, faccia a faccia con il demone. Non ti cederà il suo chakra così facilmente, dovrai fare in modo di convincerlo. È chiaro?»
Naruto annuì, preoccupato ma determinato.


Chiuse gli occhi per concentrarsi, esplorando la sua stessa essenza. Percepiva ogni filamento di energia che scorreva al suo interno, un armonia perfetta, la vita che scorreva nel suo corpo, quasi senza imperfezioni... Quasi.
D'un tratto, al centro del suo essere, percepì una presenza diversa dalla sua. Era piena di rabbia, traboccante d'odio, rossa come il fuoco. Capì che quella era la direzione giusta, e iniziò ad attingere chakra da quel punto. Sentì subito gli ormai familiari effetti che quel chakra aveva su di lui: rabbia, istinto omicida, senso di onnipotenza.
Ma stavolta non erano le sue emozioni a guidarlo, stavolta era lui ad avere il controllo, rimanendo lucido. Si immerse sempre più in quel flusso, finche non sentì più alcun rumore. Sorpreso, aprì gli occhi.


Il luogo in cui si trovava ora era diverso dalla radura in cui si era fermato con il suo maestro. Era da solo, in una grande galleria il cui pavimento era ricoperto d'acqua, che gli bagnava i sandali.
Era sicuro di non essere mai stato in un posto del genere, ma stranamente gli sembrava familiare. Senza restare a farsi domande, iniziò a muoversi. Il suo corpo agiva da solo, guidandolo verso ciò che stava cercando.

Dopo alcuni minuti, o forse solo pochi secondi, sbucò in un'enorme stanza, illuminata da una luce fioca. L'intera stanza era occupata da un'immensa gabbia dalle sbarre d'oro, sulla cui serratura era impresso il kanji "sigillo".
Dall'ombra che albergava dietro quelle sbarre, due occhi rossi si aprirono, brillando nell'oscurità. La gabbia sembrava non riuscire a contenere l'enorme mole del demone, che avanzò verso il suo ospite, mostrandosi alla luce. La figura maestosa ed elegante della Volpe a Nove Code si palesò agli occhi di Naruto, bella e terrificante. Il demone lo guardò con occhi di fuoco, per poi scoppiare in una risata agghiacciante. Poi parlò, con la sua voce antica e profonda, che rimbombava in quella angusta dimora.

«Alla fine, eccoti qui. Naruto Uzumaki, figlio dello Yondaime. Ancora dopo dodici anni maledico il nome di quel ninja per avermi intrappolato dentro di te, così debole, così incapace da non sapere nemmeno come sfruttare i miei poteri...»

Al suono di quella voce, Naruto tremò. Percepiva l'enorme potere del Kyuubi stando alla sua sola presenza. Poi, quando sentì insultare suo padre, ritrovò l'uso della parola.

«Fa silenzio! Non hai il diritto di dire una sola parola su mio padre! Lui ti ha impriginato dentro di me perchè sapeva che io sarei stato in grado di controllarti, e stai certo che ci riuscirò!»

La volpe lo guardò con un sopracciglio alzato, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
«Ahahahahahahah! Questa è comica! Tu, un ragazzino incapace anche di mantenere il controllo di sè stesso mentre il mio chakra scorre in te, vorresti dominare il demone più potente della terra?»

Naruto ghignò, aveva la risposta pronta: «In questo momento il tuo chakra sta scorrendo nel mio corpo, ma come puoi vedere sono perfettamente padrone di me stesso.»

La volpe rimase sbigottita da quella constatazione. Cogliendo l'attimo di esitazione, Naruto rincarò la dose: «Io sono il tuo Jinchuuriki, spetta a me mantenere il controllo sul tuo chakra. Quindi me lo darai, che tu lo voglia o no.»


Il Kyuubi lo guardò stralunato. Incredibile, i più grandi shinobi della storia tremavano di fronte a lui, eppure quel ragazzino aveva il coraggio di rispondergli in quel modo. Non si poteva negare che avesse coraggio. In effetti, permettere al biondo di sfruttare una parte del suo chakra non sarebbe stata una cattiva idea: il continuo transito della sua energia attraverso il sigillo avrebbe finito per indebolirlo. Se ne era reso conto nelle rare occasioni in cui Naruto aveva perso il controllo di sè: la pressione esercitata su di lui dal Sigillo Ottagonale dello Yondaime era diminuita ogni volta, anche se in modo quasi impercettibile. Se quel ragazzino avesse iniziato ad attingere costantemente al suo chakra, il processo sarebbe stato molto più rapido, e lui sarebbe potuto arrivare al punto di rompere il sigillo, e tornare libero. Con un ghigno, si rivolse nuovamente al biondino.

«Bene...» iniziò dopo una breve pausa «Forse non hai tutti i torti. D'altronde, io abito nel tuo corpo, quindi potremmo considerarlo uno scambio equo: una parte del mio chakra, che ti sarà più che sufficiente per qualsiasi cosa tu voglia fare, in cambio della mia permanenza qui. Ora, prendi...»

Una specie di ombra di colore rosso fuoco iniziò a strisciare fuori dalla gabbia, avvicinandosi a Naruto, avvolgendolo come una coperta. Naruto assorbì quel chakra, senza subire stavolta gli effetti delle emozioni del Kyuubi. Aveva il pieno controllo di quell'energia.

«Grazie mille, volpe!»
Si voltò con un sorriso, pronto ad andarsene, ma un nuovo pensiero gli attraversò la mente. Si rivolse nuovamente al demone.

«Ah, Kyuubi, ho bisogno di chiederti un paio di cose.» La volpe sembrò infastidita, nonostante l'improvviso cambio di atteggiamento del ragazzo l'avesse sorpresa.

«Va bene, ma sbrigati e vattene prima possibile.» rispose il demone con aria scocciata.
«Perchè dodici anni fa hai attaccato il Villaggio della Foglia?»
Naruto glielo chiese senza giri di parole. Perchè era successo quel disastro? Per colpa di cosa suo padre e sua madre, e chissà quanti altri innocenti, avevano pagato con la vita?
Il Kyuubi si irritò molto a quella domanda, iniziando a ringhiare.

«Non sono affari tuoi, ragazzino. Ti basti sapere... che non fu una mia iniziativa.»
Naruto allora cominciò a capire. Se non era stata iniziativa della Volpe attaccare Konoha, qualcuno doveva averla costretta. E dalla sua reazione, non doveva esserne stata troppo contenta...

«Va bene. Ho un'ultima cosa da chiederti, poi ti lascio in pace.»
La volpe lo guardò in tralice, sperando che stavolta se ne andasse sul serio. Gli stava simpatico quel marmocchio, per quanto possibile, ma era troppo invadente per i suoi gusti...

«Kyuubi, qual è il tuo nome?»
Era una domanda che il biondo si faceva da diverso tempo. Un demone di quel calibro non poteva essere un semplice animale. A quella domanda, il Kyuubi assunse un'espressione sorpresa e... malinconica?

«Il mio nome... È da più di un secolo che nessuno lo pronuncia... L'ultimo a farlo è stato... L'Eremita delle Sei Vie...»
«Chi?» Naruto sentì nominare quel ninja per la prima volta in vita sua. Ma la volpe non volle dargli ulteriori spiegazioni.

«Vattene da qui. Subito!» Il tono secco del demone pose fine alla conversazione.
Naruto capì che il Kyuubi non voleva condividere con lui quell'informazione. Mentre la volpe si rintanava nell'oscurità della sua gabbia, Naruto si voltò, per andarsene.

«...Kurama...» A sentire nuovamente la voce del demone, il biondo lo guardò sorpreso.
«Cosa?»
«Kurama... Il mio nome è Kurama.»

Alla fine aveva voluto dirglielo. Non sapeva perchè, ma Kurama sentiva che quel ragazzino aveva qualcosa di speciale, qualcosa di diverso rispetto a tutti i suoi precedenti Jinchuuriki.

Il biondo si aprì in un sorriso, prima di voltarsi di nuovo.
«Allora arrivederci... Kurama.»


Naruto riaprì gli occhi. Sentiva chiaramente il chakra di Kurama scorrere in lui, ma non sentiva alcuna emzione negativa, nessuna voglia di distruggere tutto.
Jiraiya, guardandolo negli occhi divenuti rossi, capì che stava usando il chakra del Kyuubi, ma sembrava riuscire a controllarsi.

«Ce l'hai fatta?» Chiese, stando all'erta.
«Si, maestro. Ora sono pronto...»
Fece i cinque sigilli che aveva imparato, immettendo nella tecnica quanto più chakra possibile, attingendo a quello del suo demone.

«Tecnica del Richiamo!»

Un'enorme nuvola di fumo bianco lo avvolse, e si sentì sollevare. Quando il fumo si diradò, vide che non si trovava più a terra, ma ad almeno venti metri di altezza. Sotto di lui, aveva fatto la sua comparsa un gigantesco rospo, vestito di un kimono blu, con una katana al fianco e una pipa in bocca.

Jiraiya restò esterrefatto davanti a quella dimostrazione: Naruto aveva evocato il sovrano dei rospi, Gamabunta.


 

   
 
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