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Autore: ladyuchiha23mangasasuk8    19/09/2014    10 recensioni
La storia riprende gli ultimi capitoli di Naruto, poi prende vita la fantasia di tre scrittrici con un unico grande amore; ma questa non sarà una storia tutta baci e romanticherie, c'è ben altro.
Dal Prologo:
"Cosa sta succedendo Sasuke-kun?" gli chiese Sakura portandosi una mano a pugno vicino alle labbra.
"Cosa ti cambia saperlo? Tanto non puoi fare nulla." le rispose con il suo tono acre e duro non preoccupandosi di celare in alcun modo quanto la ritenesse inutile.
Abbassò lo sguardo. In fondo aveva ragione. Dopo aver tentato strenuamente di raggiungerli, era di nuovo un passo indietro ai suoi compagni e guardava le loro spalle.
[I disegni sono di Lady Uchiha 23]
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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L’infinito cielo stellato era contemplato dallo sguardo di due persone nude, accaldate e dai corti respiri che giacevano distesi sull’erba, l’uno accanto all’altra, dopo essersi amati per la prima volta.
Era successo tutto in fretta... la scoperta del tatuaggio, la fuga, gli zetsu bianchi, l’attacco a Konoha per mano di Kaguya dentro al corpo di Sakura... ed era proprio quest’ultimo ricordo a tormentare la mente di Sasuke.

“Perché lei è in te?” chiese impassibile continuando a guardare le stelle.

Sakura non rimase sorpresa della domanda e ritenne giusto raccontargli la verità:

“A causa di un’antica profezia legata alla mia famiglia materna. Per molte generazioni, fino ad oggi, le prescelte erano destinate ad accogliere e a donare il proprio corpo all’essenza di Kaguya affinché potesse ritornare sulla Terra e dominarla... io... ero l’ultima rimasta e non ho accettato il mio destino!” rispose senza esitazioni incapace però di confessargli l’omicidio di aver ucciso i suoi genitori.

Sasuke la osservò con la coda dell’occhio notando il viso triste e gli occhi immersi in ricordi dolorosi. Non gli sembrò il caso di chiederle spiegazioni, aveva altre domande da farle.

 “Cosa c’entra mio fratello?” distogliendola dai suoi pensieri.

“Conosceva la profezia e mi ha aiutata a contrastare l’essenza di Kaguya… è stato la mia guida spirituale… gli devo la mia vita!..” rievocando nella mente gli ultimi tre mesi: “… Ma non è facile, Kaguya agisce colpendo i miei punti deboli… tu e Naruto!”

“Il dobe?” chiese cercando di controllare la rabbia al ricordo del loro bacio davanti all’accampamento medico.

“Sì…. lui è sempre stato un amico sincero, un fratello… e quando mi è capitata l’opportunità di fare qualcosa per lui, non l’ho fatto!” rispose amaramente.

“A cosa ti rif..”

“Basta! Ora rispondi tu alla mia domanda!” appoggiandosi su un fianco e guardandolo attentamente.

Sasuke si voltò solo con il capo e i loro occhi ritornarono in contatto.

“Adesso che sai ogni cosa e dopo quello che c’è stato fra di noi, che intenzioni hai? gli chiese con determinazione.

“Cosa intendi?” come se per lui fosse una domanda sciocca e scontata.

Sakura strinse i pugni e:

“Ho capito tutto!” alzandosi in piedi ed iniziando a cercare i vestiti sparsi sull’erba.

“Dove vai?” domandò sorpreso.

“Via!... Via da te!” continuando la sua ricerca senza degnarlo di uno sguardo. Kaguya aveva già preso il controllo su di lei scagliando un attacco contro Konoha, poteva accadere di nuovo e forse in modo più consistente. Il rischio era troppo alto, doveva andarsene dal villaggio, lontano da lui, dal suo punto debole, dal suo unico amore, portando per sempre dentro di sé il bellissimo ricordo di quella notte.

“Spiegati meglio!” disse impassibile alzandosi a sedere e puntandole addosso lo sguardo.

Sakura gettò a terra l’unico indumento raccolto e si voltò piena di rabbia.

“Kaguya prende forza dalla mia sofferenza e quindi devo stare lontana da tutto ciò che può causarla e tu, Sasuke, ne sei sempre stato una fonte inesauribile!”

L’Uchiha non si scompose continuando a guardarla come nulla fosse e a lei non rimase altro che sospirare rassegnata:

“Me ne andrò dal villaggio, è la cosa migliore per me… per voi!” voltandosi con l’intento di rivestirsi.

“Non te lo permetterò!” alzandosi di scatto e senza darle il tempo di voltarsi la afferrò per i polsi spingendola con poca delicatezza contro un tronco d’albero.

Sakura era immobilizzata, il corpo schiacciato contro la corteccia, le braccia incatenate dietro la schiena e il petto di lui talmente vicino da percepirne il calore.

“Lasciami!” gli ordinò cercando di divincolarsi.

“No!” fu la semplice risposta stringendo maggiormente la presa sui polsi.

“Hai preso la tua decisione ed io la mia, hai visto anche tu cos’ha portato la mia debolezza… Kaguya si è impossessata di me e potrebbe rifarlo ancora!” disse con voce tremante cercando di trattenere le lacrime.

“Ho detto solo che non lo so, non mi sembra che sia una decisione!...” e continuando a tenerle i polsi la voltò verso di lui incrociandone lo sguardo: “… E’ tutto nuovo per me! Fino a qualche ora fa ti giudicavo un’insopportabile noiosa, mentre ora….” abbassando lo sguardo e ammirando la sua nudità.

“Smettila di guardarmi in quel modo, mi metti in imbarazzo!” voltando il capo di lato cercando di nascondere il rossore sulle gote.

“Prima non ti dava fastidio!” disse maliziosamente togliendo una mano dalla presa ai polsi e prendendole delicatamente il mento, incrociando nuovamente i loro occhi.

“Prima è il passato, io ho bisogno di sapere il futuro!” continuando ad esprimergli le sue preoccupazioni.

“Vuoi sapere se soffrirai ancora per me? La risposta è sì… ti farò soffrire perché questa è la mia natura, ma di una cosa puoi essere certa… non mi sei indifferente!” guardandola dolcemente in attesa di una sua risposta.

Sakura continuò a guardarlo negli occhi: aveva ragione, era successo tutto troppo in fretta e aveva bisogno di tempo per metabolizzare il tutto. Sasuke aveva un proprio codice d’onore e mai l’avrebbe infangato facendo sesso per puro divertimento o per un suo bisogno personale. L’ultima frase poi, era stata la conferma di provare dell’interesse nei suoi confronti.

Sasuke era l’amore della sua vita e gli avrebbe dato tutto il tempo necessario per capire a fondo i suoi sentimenti senza fargli nessuna pressione evitando così di soffrire lei stessa.

Accennò un leggero sorriso e acconsentì con il capo.

Sasuke le accarezzò una guancia e l’altra mano le lasciò liberi i polsi andando ad appoggiarsi delicatamente sul fianco della rosa. Le loro labbra si unirono nuovamente e con dolcezza iniziarono a far danzare insieme le loro lingue.

Presto si ritrovarono sdraiati sul manto erboso mentre le mani accarezzavano i loro corpi  provocando fitte di piacere e di desiderio soffocando i gemiti con le loro bocche. L’unione fu delicata e passionale eliminando la rabbia che aveva caratterizzato la loro prima volta.

Rimasero abbracciati aspettando l’alba ormai imminente. Controvoglia si alzarono ed iniziarono a vestirsi, incamminandosi verso le porte del villaggio. Né un contatto, né una parola, ma solo uno sguardo intenso prima di separarsi .

Sakura rincasò esausta buttandosi a peso morto sul letto, addormentandosi all’istante. Non si accorse della risata malefica che echeggiò sinistra all’interno del suo corpo.

Sasuke entrò nella sua stanza direttamente dalla finestra per evitare di svegliare i membri della sua famiglia ed essere costretto a dare delle spiegazioni su dove fosse stato.

La tentazione di sdraiarsi sul letto era tanta, ma c’era una questione molto più importante da risolvere. Decise di farsi una doccia fredda sperando di riprendersi e dedicarsi con la massima concentrazione alla sua ricerca. Una volta spogliato, notò con grande disappunto una serie di graffi sul petto, sulla schiena e cosa peggiore, tre aloni bordeaux lungo il collo.

“Maledetta! Mi hai marchiato!” pensò infastidito ma con un leggero sorriso stampato sulle labbra.

La doccia fu molto veloce, vestirsi un po’ meno: doveva trovare un abbigliamento adeguato per nascondere tutti quei segni, ma il suo armadio sembrava provvisto solo di kimoni aperti sul petto. Rovistò tutti i cassetti fino a quando trovò una maglietta nera, riuscendo così a coprire i graffi, ma il problema maggiore riguardava il collo… cosa poteva indossare per non destare sospetti e domande imbarazzanti? Non trovò niente, tranne…

Scese in cucina credendo di non trovare nessuno, ma con suo stupore la madre ed il padre stavano già facendo colazione.

“Buon giorno caro, preferisci del the o del caffè?” gli chiese amorevolmente Mikoto.

“Giorno!... Caffè!” mettendosi a sedere di fianco al padre.

“Sei molto mattiniero come tuo fratello nonostante questa notte abbiate fatto tardi! Quando io e tua madre siamo rincasati voi non c’eravate ancora… spero vi siate divertiti!” affermò Fugaku sorseggiando il suo bicchiere di thè.

“Mmh!” fu l’unica risposta.

“Mamma… potresti prepararmi qualcosa per il pranzo? Devo fare una cosa molto importante e non so quando rincaserò… forse questa sera o questa notte, non saprei!” disse impassibile iniziando a bere la bevanda amara.

“Anche tu? Tuo fratello mi ha fatto la stessa richiesta! Vedrò cosa posso fare con così poco preavviso!” sospirò Mikoto aprendo i vari cassetti della dispensa pensando a cosa cucinare.

“Itachi?” chiese stupito.

“Si, tuo fratello è uscito mezz’ora fa dopo aver fatto la tua stessa richiesta. Si può sapere che cosa dovete fare?” chiese incuriosito il padre appoggiando sul tavolo il bicchiere vuoto.

“Non posso rispondervi per mio fratello, perché non lo so nemmeno io, ma per quanto mi riguarda…” bevendo l’ultimo sorso di caffè: “… devo fare una cosa importante!”
alzandosi e prendendo il pane intero, l’insalata e i pomodori che la madre aveva appena appoggiato sul tavolo.

“Aspetta Sasuke! Devo ancora prepararti i panini!” cercò di replicare Mikoto.

“Va bene così, ci vediamo!” uscendo di casa senza dare altre spiegazioni.

“Sono proprio fratelli!” affermò sorridendo la donna.

C’era solo un posto dove Sasuke poteva sperare di trovare qualche informazione in più su Kaguya: il tempio degli Uchiha. Doveva e voleva aiutare Sakura.

Il tempio era rimasto tale e quale: lugubre e buio.

Accese una torcia posta all’ingresso e iniziò ad inoltrarsi al suo interno. Scese le scale fino a raggiungere la grande sala delle pergamene appena illuminata da una luce soffusa. Non era solo, c’era qualcun altro.

“Otouto? Che ci fai qua?” chiese sorpreso.

“Potrei farti la stessa domanda nii-san!” rispose apatico entrando nella sala e posizionando la torcia accanto a quella del fratello.

Itachi continuò a guardarlo senza proferire parola, studiando attentamente le sue mosse. Sasuke lo supererò dirigendosi verso la scansia delle pergamene e iniziando a cercare quello che gli interessava.

Percepiva lo sguardo di Itachi su di sé ed essendo stato la guida spirituale della rosa, aveva diritto di conoscere le sue intenzioni, cercando però di non sbilanciarsi troppo:

“So tutto!” dichiarò semplicemente prendendo una serie di pergamene impolverate.

“A che ti riferisci?” chiese incuriosito.

“A Sakura… e a Kaguya!” mettendosi a sedere e iniziando ad aprire le pergamene.

“Te lo ha detto lei?” insistette Itachi.

“Più o meno!” borbottò.

Itachi si avvicinò velocemente sbattendo le mani sul tavolo:

“Otouto… rispondimi!” gli ordinò.

Sasuke alzò lo sguardo leggendo chiaramente la preoccupazione dipinta sul volto del fratello.

“Dovevamo chiarire!... Mi ci è voluto un po’ ma alla fine sono riuscito a farla parlare!” gli spiegò con molta calma sperando di averlo convinto.

Itachi sospirò e si mise a sedere:

“Meno male!... Otouto, non so fino a quanto ti abbia raccontato, ma ascoltami bene…” guardandolo seriamente negli occhi: “… in questi mesi Sakura si è molto impegnata nel cercare di contrastare l’essenza di Kaguya… sembra esserci riuscita ma è ancora inesperta e molto vulnerabile… basta un qualsiasi ricordo doloroso o un forte dispiacere per rendere vani i suoi sforzi. Se ciò accadesse, l’intero villaggio e il mondo intero rischierebbe di soccombere sotto il potere distruttivo di Kaguya, quindi ti chiedo di non comportarti male con lei!”

“Lo so… non è mia intenzione rinvangare il passato ma solo vivere il presente pensando al futuro!” affermò con fierezza.

“Le tue parole di fanno onore Otouto e spero che le manterrai… Sakura ha patito le pene dell’inferno… prima la morte dei suoi genitori, poi la reincarnazione di Kaguya riuscendo a contrastarla e riportandoci in vita, poi….”

“Aspetta!... Che hai detto? E’ stata lei a riportare tutti in vita?” chiese sbigottito.

“Si… credevo te lo avesse detto!” guardandolo pensieroso.

“E’ per questo che prima ti ho detto più o meno… vedendola restia a raccontare non ho voluto insistere!” cercando di ripiegare e di essere sempre convincente agli occhi del fratello.

“Capisco... dato che conosci la maledizione che incombe su di lei, tanto vale che tu venga al corrente di tutto!”

Itachi gli raccontò tutta la storia, dalla decisione di uccidere i suoi genitori, all’ultimo desiderio prima di morire dopo aver attivato la tecnica della resurrezione, al tatuaggio e al suo ampliamento, alla forza spirituale di Kaguya all’interno della sua mente e il rischio di finire inghiottita nell’oblio interiore della dea cedendole il suo corpo.

Sasuke ascoltò con molta attenzione provando rabbia per il suo comportamento passato: l’aveva umiliata in tutti i modi possibile senza accorgersi minimamente di quanto in realtà stesse soffrendo.

“Otouto, il pericolo maggiore è che Kaguya possa riuscire a prendere il possesso del suo corpo e della sua mente… l’ultima volta che è successo è stata la sera prima di partire per il nostro viaggio… Naruto si era accorto che c’era qualcosa di strano in lei e quando ha cercato di affrontarla, Sakura ha sprigionato una forza enorme riuscendo a scaraventarlo a terra con estrema facilità… Kaguya è molto forte e non bisogna sottovalutarla!” Itachi guardò il fratello cercando di decifrare il suo sguardo.

“Sai… ho capito a quale scena ti riferisci… quella sera dovevi ritornare da una missione e volevo venirti incontro… passando davanti all’accampamento dell’ospedale, li ho visti… ti confesso che fino a questo momento ho pensato avessero fatto altro!” affermò con un leggero sorriso provando una strana sensazione di benessere.

Itachi lo guardò un attimo per poi iniziare a ridere:

“Otouto, non dirmi che credevi…”

“Nii-san, non ridere! Se fossi stato al mio posto avresti pensato la stessa cosa!” rispose infastidito, iniziando a concentrarsi nuovamente sulla lettura delle pergamene.

“Ti chiedo scusa, non volevo ridere di te… parlando d’altro… se sei qui immagino tu stia cercando delle informazioni su Kaguya, vero?” chiese seriamente.

“Mmh!” rispose completamente assorto nella lettura.

Per alcune ore i fratelli si concentrarono sulla loro ricerca fino a quando Itachi, stiracchiandosi, non notò qualcosa di strano.

“Otouto?... Come mai indossi una maglia anziché il tuo solito kimono?” chiese con curiosità, sapendo quanto fosse abitudinario.

“Mi andava di cambiare!” rispose apatico continuando a leggere.

“Ahhh!... E come mai indossi il coprifronte della foglia attorno al collo?” continuò a chiedere maliziosamente, intuendo che forse, il chiarimento dei due ragazzi non si fosse basato solo sulle parole…

Sasuke si irrigidì e le gote si colorarono appena di rosso…

Bingo!

“Nii-san!... Che razza di domande fai!” rispose seccato cercando di nascondere l’imbarazzo.

Itachi sorrise e smise di fargli altre domande… la vita privata di Sasuke doveva rimanere tale e non sarebbe stato di certo lui ad invaderla.

Quando uscirono dal tempio, il sole era già tramontato da diverse ore, il cielo era completamente buio fatta eccezione per qualche sporadica stella.

Giunti a un incrocio che portava da un lato al loro quartiere e dall’altro al centro del villaggio, Sasuke si fermò di colpo.

“Nii-san!... Mi sono dimenticato di una cosa, arrivo fra un po’!” cercando di controllare il tono della voce.

“I nostri genitori saranno già andati a dormire… ti lascio la finestra della tua camera aperta!” balzando sopra i tetti senza lasciarli il tempo di dire o chiedere qualcosa.
Sapeva che voleva andare da Sakura e che allo stesso tempo voleva tenersi per sé questo segreto.

Sasuke ringraziò mentalmente il fratello e iniziò a correre per le vie del villaggio, cercando di non farsi vedere da nessuno.

L’appartamento della rosa era buio, nonostante non fossero ancora le undici di sera. Entrò dalla finestra della camera, la stessa che aveva utilizzato per spiarla la sera prima.

La trovò sdraiata sul letto, con indosso gli stessi vestiti del mattino. Dormiva beatamente e quasi avrebbe preferito non svegliarla, ma era li per lei.

“Sakura!” le bisbigliò all’orecchio scuotendola appena.

La rosa iniziò a svegliarsi e, dopo essersi stiracchiata in un modo poco femminile, si spaventò incontrando i due occhi neri che la fissavano.

“S-sasuke!” urlò alzandosi a sedere sul letto, rossa in viso.

“Credevo mi aspettassi sveglia!” si limitò a dirle sedendosi sul letto.

Sakura puntò lo sguardo verso la sveglia posta sul comodino accanto al moro e incredula si buttò per afferrarla, incurante di aver schiacciato l’addome di Sasuke.

“Cosa?... Ma com’è possibile… ho dormito tutto questo tempo?” si chiese, continuando a guardare le lancette che segnavano le undici passate.

“Sakura!... Sei pesante… alzati che così non respiro!” protestò falsamente.

“Scusami…” alzandosi e continuando a guardare la sveglia: “… non mi era mai capitato di dormire per quasi diciannove ore!”

“Mm… si vede che eri stanca!” prendendole la sveglia e appoggiandola nuovamente sul comodino.

“Adesso che ci penso, mi era già successo di sentirmi così stanca… è stato durante l’allenamento con Itachi… quando Kaguya prendeva il sopravvento su di me, il suo potere e la sua forza mi indebolivano!” abbassando il capo tristemente ricordando la notte precedente.

“Mmh… hai udito ancora la sua voce?” le chiese con tono serio.

“No, ma si manifesta quando meno me lo aspetti…  non credo che riuscirò a contrastarla ancora per molto…” scuotendo il capo, come per allontanare quel cattivo presagio.

Sasuke, finalmente, riuscì a comprendere la sua paura, tuttavia non fu in grado di darle conforto. Le ricerche che aveva effettuato quel giorno con Itachi non erano servite a molto. Aveva bisogno di tempo e sperò che Sakura avesse la forza per darglielo. Non era ancora il momento di rivelare che lui e Itachi stavano cercando un modo per aiutarla, avrebbe creato in lei false speranze.

“… Ma non voglio pensarci adesso!...” continuò. Sasuke era con lei, seduto sul suo letto e non voleva rovinare quel momento con pensieri negativi: “ … Cos’hai fatto di bello oggi?”

“Niente di speciale, mi sono allenato con Itachi!” mentendo spudoratamente.

“Capisco!... Posso farti una domanda?...” gli chiese guardando il suo abbigliamento e puntando l’indice: “… come mai indossi una maglietta e hai il coprifronte intorno al collo?”

“Questo è il motivo per cui sono venuto da te…” mentì di nuovo, sfilandosi gli abiti di dosso e mostrandole i segni che rigavano la sua pelle candida: “… toglimeli subito!”
Sakura, in principio, lo guardò perplessa per poi iniziare a ridere.

“Smettila… sei insopportabile!” mostrando un po’ di imbarazzo nel tono della voce.

“Scusami, adesso te li tolgo!” continuando a sorridere mentre si apprestava a passargli il chakra.

“Non farlo più… non sopporto di essere marchiato!” pentendosi immediatamente per la sua affermazione.

Sakura abbassò il capo portandosi una mano all’altezza della parte posteriore del collo, in corrispondenza del segno di Kaguya.

“Non intendevo quello, ma…”

“Non preoccuparti… ho capito a cosa alludevi, però…” cercando di riprendersi: “… forse anch’io ho dei segni simili ai tuoi, è meglio controllare per sicurezza!” sfilandosi la maglia e notando subito una serie di graffi che prontamente iniziò a curare.

La visione della rosa con indosso solo la fascia all’altezza del seno, scaturì in Sasuke il desiderio di toccare e di baciare nuovamente quella pelle così morbida e delicata. Aspettò che Sakura finisse di curarsi per poi appropriarsi nuovamente delle sue labbra e del suo corpo.

Passarono tre settimana dalla notte in cui Sakura rivelò la verità a Sasuke.

La rosa aveva ripreso in mano la sua vita, durante il giorno lavorava in ospedale dimostrando la sua competenza paragonabile a quella dell’Holage, alla sera usciva spesso con i suoi amici ed era rimasta molto contenta nel sapere che finalmente Naruto ed Hinata si erano fidanzati, anche se provava ancora un po’ di rimorso nei confronti dell’amico e, alla notte, si incontrava di nascosto nel suo appartamento con Sasuke rimanendo insieme fino alle prime luci dell’alba. Avevano deciso di comune accordo, di non rivelare a nessuno della loro relazione, un po’ per riservatezza e un po’ per dare il tempo a Sasuke di fare chiarezza sui suoi sentimenti. Si comportava bene con lei e avevano iniziato a dialogare di più. Ogni notte finivano sempre per fare l’amore e avevano deciso, di comune accordo, di utilizzare delle precauzioni per evitare una gravidanza, inopportuna per la loro giovane età e per l’incertezza di Sasuke, nonostante dimostrasse di tenere a lei.  Ma la cosa che più la rendeva felice era l’assenza della voce di Kaguya. Dopo quella famosa notte, non si era più fatta viva.

Sasuke durante il giorno continuava le sue ricerche insieme al fratello, ma purtroppo, più passava il tempo, più le loro speranze di trovare una soluzione definitiva al problema di Sakura, sembravano svanire. Le pergamene riguardanti Kaguya, trattavano solo l’enorme potere della dea senza nessuna informazione specifica né sulla setta, né tantomeno su come poter contrastare il suo enorme potere.

Itachi aveva capito che Sasuke e Sakura avevano una relazione segreta, ma vedendoli entrambi tranquilli non vedeva l’utilità di fare domande, aspettando che fossero loro a rendere pubblica la loro storia.

Una notte Sasuke, come di consueto, entrò nella stanza di Sakura notando le suo occhiaie profonde:

“Stai male?” le chiese preoccupato avvicinandosi a lei.

“No… sono solo un po’ stanca!” rispose poggiando la testa sul suo torace e lasciandosi accarezzare le braccia.

“Mi stai per caso nascondendo qualcosa?” insistette con la sua nota prepotenza.

Sakura si alzò di scatto e infastidita lo allontanò appena un po’.

“No! Ho deciso di non nasconderti più nulla. Se Kaguya si fosse rifatta viva sta pur certo che te l’avrei già detto!” gli disse con tono secco, quasi indispettito dal suo atteggiamento malfidato.

Si guardarono dritti negli occhi e Sasuke potè leggere in quelli della rosa tutta la sincerità delle parole appena proferite.

“Scusami!...” gli disse, rendendosi conto di essere scattata come una molla, quando probabilmente l’intenzione di Sasuke era solo quella di informarsi sul suo stato di salute con i suoi modi poco ortodossi: “… Sono solo stanca, forse è perché dormo poco!” guardandolo maliziosamente ed avvicinandosi a lui mentre la sua mano si dirigeva ad accarezzargli il petto scoperto dal kimono.

“Allora è meglio dormire!” le disse afferrandole i polsi e spingendola dolcemente vicino al letto.

Si sdraiarono insieme e Sakura appoggiò, come d’abitudine, la testa sul torace lasciandosi abbracciare dai fianchi. Si addormentò poco dopo.

La mattina seguente si recò in ospedale, sentendosi stranamente piena di energie. La notte tra le braccia di Sasuke aveva sortito ottimi effetti.

“Ehi fronte spaziosa! Come mai così euforica di prima mattina? Cos’hai fatto?” le chiese furbamente la Yamanaka.

“Assolutamente niente Ino-pig… sono in forma tutto qui!” rispose tranquillamente prendendo in mano la cartella dei suoi appuntamenti giornalieri.

Quel giorno in ospedale c’erano più pazienti del solito e nel tardo pomeriggio, a causa di alcune urgenze, Sakura dovette rimanere a fare qualche ora di straordinario.

“Ino-pig, mi potresti sostituire un attimo? Avrei bisogno di prendere un caffè!” chiese massaggiandosi le tempie.

“Si, vai pure e riposati un po’… sei molto pallida… sei sicura di stare bene?” domandò preoccupata.

“Sono solo un po’ stanca, non preoccuparti… torno subito!” rispose allontanandosi per raggiungere la sala dei medici.

La sala era vuota e senza perdere tempo si avvicinò alla caffettiera, ma appena versata la bevanda scura, provò un forte senso di nausea, tanto da portarsi la mano alla bocca e correre in bagno a rimettere.

Vomitò tutto il pranzo e quando sentì di stare un po’ meglio, si alzò per raggiungere il lavandino e sciacquarsi il viso.

“Devo essere proprio stanca!” ipotizzò fra sé e sé asciugandosi con una salvietta.

Appena uscì dal bagno sentì nuovamente l’odore nauseante del caffè e istintivamente si portò una mano sul ventre:

“Non capisco, perché mi dà fastidio? Eppure l’ho bevuto anche qualche ora fa! Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male, ho persino la pancia gonfia!” continuò a pensare, guardando il leggero rigonfiamento della sua pancia.

C’era però qualcosa di strano: il ventre era duro e non molle!

Guardò incredula il calendario facendo un rapido calcolo e si guardò nuovamente il ventre:

“No, non può essere! Prendiamo tutte le precauzioni e l’unica volta che non le abbiamo usate è stata la prima volta che lo abbiamo fatto e non era di certo il periodo fertile. No, sicuramente mi sto sbagliando!” ragionando mentalmente e dirigendosi verso l’armadietto medico per prendere qualche pastiglia contro la nausea.
“Vediamo cosa posso prendere!” iniziando a cercare un medicinale adatto, quando senza volere, prese un test di gravidanza. Lo guardò attentamente e senza alcuna ragione apparente, decise di metterlo dentro la borsa.

“Sakura, presto vieni, c’è un’emergenza!” urlò Ino aprendo la porta.

“Arrivo subito!” uscendo dalla saletta e correndo a fianco dell’amica.

Un bambino era stato portato d’urgenza in ospedale a causa di una peritonite acuta. Bisognava operarlo alla svelta altrimenti avrebbe rischiato di morire. L’unica dottoressa in grado di eseguire quell’intervento era Sakura, dato che Tsunade era impegnata a palazzo per svolgere le sue funzioni di Hokage.

L’intervento durò diverse ore, ma per fortuna lo staff medico riuscì a salvare la vita del piccolo.

“Ottimo lavoro fronte spaziosa!” le disse orgogliosa la Yamanaka che le aveva fatto da seconda.

“No… grazie a tutti voi per il vostro aiuto!...” rispose asciugandosi la fronte sudata: “… potresti completare tu la cartella clinica mentre finisco il giro delle visite?”

“Certo, però dopo promettimi che vai subito a casa a riposarti… hai delle occhiaie spaventose, ok?” facendole l’occhiolino.

Sakura rincasò verso mezzanotte, completamente esausta non si accorse della presenza del moro seduto sulla poltrone del salotto.

“Sono esausta!” esordì, dirigendosi verso il tavolo e appoggiando malamente la borsa aperta, da cui balzò fuori il test di gravidanza.

“Cos’è quello?” chiese il moro alzandosi e prendendolo in mano prima che la rosa potesse nasconderlo.

“N-niente!” cercò di rassicurarlo.

“Tze!” sibilò il moro, stizzito.

“Sasuke non so neanche perché lo abbia preso. Per favore, sono davvero stanca!” lo implorò massaggiandosi le tempie sperando di non iniziare una discussione che non aveva, a suo parere, il minimo senso.

“Fallo!” le ordinò glaciale.

“Come?” alzando lo sguardo e guardandolo con stupore.

“Ho detto, fallo!” ripeté nuovamente, allungandole la scatola.

“Ma…”

“Fallo!” ringhiò infine, perentorio, non ammettendo più alcuna replica.

La rosa prese la scatola con stizza, non aveva voglia di discutere con lui. Lo superò senza degnarlo di uno sguardo dirigendosi verso il bagno e uscendo un paio di minuti dopo.

“Allora?” le chiese freddamente seduto sulla poltrona con le braccia conserte.

“Allora cosa? Bisogna aspettare cinque minuti!” rispose seccata sedendosi sul divano, lontana da lui.

I minuti successivi rimasero in silenzio: Sasuke era fermo nella stessa posizione con gli occhi chiusi, mentre Sakura aveva iniziato a torturarsi le unghie per l’atmosfera tesa.

Improvvisamente Sasuke aprì gli occhi e si alzò dalla poltrona:

“D-dove stai andando?”  chiese preoccupata.

“Il tempo è passato!” dirigendosi in bagno a recuperare il test e tornando qualche secondo dopo.

“Spiegami come funziona!” chiese osservando quella specie di termometro.

“Una linea negativo, due linee positivo!” rispose sospirando.

Sasuke alzò leggermente il sopracciglio dell’occhio sinistro continuando a rimanere in silenzio con lo sguardo puntato verso il test.

“Positivo!” disse impassibile.

“Come? Ma non è possibile, fammi vedere!” alzandosi di scatto e prendendogli dalle mani il test.

Sbarrò incredula gli occhi mentre Sasuke continuava a rimanere in piedi impassibile, puntando lo sguardo verso il vuoto.

“Ma… ma com’è successo? Siamo stati sempre attenti e non…”

“No, ti sbagli! La prima volta non abbiamo usato nessuna precauzione!” rispose apatico sedendosi nuovamente sulla poltrona.

“Ma quella volta non era fertile, ne sono sicura!” cercò di giustificarsi, mettendosi a sedere sul divano.

“A quanto pare ti sei sbagliata, ma non è questo il punto… aspetti un bambino… mio figlio! Non mi sottrarrò alle mie responsabilità, quindi la cosa più giusta da fare è quella di sposarci!” le comunicò con tono seccato, ma deciso.

Sakura lo guardò sconvolta: non solo aveva appena scoperto di essere incinta, ma Sasuke le aveva proposto di sposarla quando di fatto nessuno era a conoscenza della loro relazione.

“Non sei obbligato a farlo!” rispose abbassando il capo.

“Nessuno mi ha mai obbligato a fare niente!...” alzandosi e allungandole la mano: “… Andiamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata… voglio che tu vada subito dall’Hokage per informarla e per chiederle alcuni giorni di riposo, mentre io darò la notizia ai miei genitori! Questa notte rimarrò con te!” sentenziò, dirigendosi verso la camera da letto.

Sakura non sapeva cosa pensare, era tutto così assurdo e così irreale…

Il mattino seguente, Sakura si svegliò tra le braccia di Sasuke.

“Già sveglio?” gli chiese con la voce impastata strofinandosi gli occhi.

“Mm… facciamo colazione e andiamo a fare quello che abbiamo detto ieri sera!” alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno.

Sakura scosse la testa rassegnata: aveva deciso tutto lui senza interpellarla come sua abitudine.

Si alzò anche lei iniziando a vestirsi e aspettando di andare in bagno anche lei.

La preparazione di entrambi fu molto veloce, tipica due ninja in missione.

“Non fai colazione?” gli chiese vedendola pronta per uscire.

“Non ho fame, mangerò più tardi!” uscendo senza nemmeno salutarlo.

L’Hokage, come ogni mattina, si recava in ospedale per controllare tutte le cartelle cliniche e Sakura sapeva di trovarla nel suo ufficio.

“Hokage? Mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di parlarle!” entrando e parlando timidamente.

“Vieni pure Sakura, accomodati… stai male? Sei molto pallida!” le disse indicandole la sedia di fronte alla sua scrivania.

“N-no… non proprio… ecco vede, io…” iniziando a torturarsi le unghie non sapendo come iniziare il discorso: “… ecco, si… insomma io… io sono, anzi no… credo di….”

“Sakura, cosa stai cercando di dirmi? Così mi sta facendo spazientire! Sai che non ho molto tempo, quindi se non è una cosa urgente….”

“Sono incinta!” disse tutto di un fiato lasciando la sua maestra sbigottita.

“Cosa? Ne sei sicura?” le chiese con un sorriso gioioso stampato sul viso. Era la sua pupilla e le voleva bene come una figlia.

“Be’ ecco, non lo so con precisione… ho fatto il test, ma come sa, potrebbe non essere attendibile!” cercando una spiegazione più plausibile alla sua incertezza. Le risultava ancora impossibile che stesse aspettando un figlio.

“Allora vieni con me! Facciamo subito un’ecografia!” facendole segno di seguirla.

Entrarono nell’ambulatorio delle ecografie e Tsunade la fece sdraiare sul lettino continuando a rimanere in silenzio ma con le labbra incurvate in un sorriso.

“Vediamo!” disse dopo averle messo il gel sul ventre e appoggiato il cursore.

“Sakura, ti confermo che aspetti un bimbo! La gravidanza sta procedendo molto bene… i parametri sono tutti nella norma… le mie congratulazioni, anche se ammetto di essere sorpresa! Credevo che il tuo unico amore fosse Sasuke… invece alla fine ti sei innamorata di suo fratello… è vero che si assomigliano molto e che….”

“Aspetti! Perché pensa che il padre sia Itachi?” le chiese sorpresa.

“Oh andiamo Sakura! Non ci vuole molto per capirlo… sei di otto settimane e in quel periodo eri in missione con lui e …”

“Otto settimane? Ma si sta sbagliando, io…..”

Ahahahahah! Hai visto mia cara quanto è grande il mio potere? Ho fatto in modo che tu rimanessi incinta la prima sera che hai fatto l’amore con Sasuke… ho la facoltà di accelerare i tempi… questa gravidanza ti risucchierà tutta la tua forza vitale e finalmente la profezia verrà compiuta… aspetti una femmina e sarà lei il mio contenitore perfetto… mentre tu morirai! Ahahahahah” la voce di Kaguya ricomparve all’improvviso, terrorizzando la rosa che urlò in preda al panico invocando il nome di Itachi, la sua guida spirituale, l’unico a poterla aiutare, svenendo subito dopo.

Sasuke rincasò direttamente dalla porta principale, trovando la sua famiglia in cucina a fare colazione.

“Sei stato fuori tutta la notte?” chiese sorpresa la madre.

“Si!” rispose impassibile sedendosi al suo posto.

“Tutto bene?” continuò a chiedergli Mikoto vedendolo pensieroso.

“Io e Sakura ci sposiamo!” disse tranquillamente afferrando una fetta di pane.

Fugaku per poco non si affogò con il thè, Itachi sbarrò gli occhi e la madre fece cadere a terra, frantumando, un piatto pieno di biscotti.

“Otouto? Scusa, ho capito bene? Tu e Sakura vi sposate?” domandò ancora incredulo.

“Si!” continuando a mangiare come se la notizia data alla famiglia fosse una cosa di poco conto.

Fugaku lo guardò e per richiamare la sua attenzione, senza successo, iniziò a dare qualche colpo di tosse.

“L’hai messa incinta!” affermando con sicurezza, essendo l’unica spiegazione plausibile a tale decisione. Dopotutto, per quanto ne sapeva, Sasuke non aveva mai dimostrato nessun interesse verso una ragazza e men che meno nei confronti della rosa, anche se nelle ultime tre settimane si era accorto che rincasava sempre all’alba.

“Mmh!” continuando a rispondere a monosillabi.

“C-che bello! Diventerò nonna!...” disse Mikoto cercando di riprendersi da quella rivelazione inaspettata: “… Sakura è una brava ragazza!”

“Ha i capelli rosa! Non si è mai visto un Uchiha con quel colore assurdo!” affermò con stizza il capo famiglia.

“Smettila!...” ringhiò la moglie: “… Sasuke è una ragazzo intelligente e maturo, forse un po’ troppo serio per la sua età, ma se si è innamorato di quella ragazza vuol dire che ha qualcosa di speciale!”

Sasuke smise di colpo di mangiare sbarrando gli occhi: sua madre aveva usato la parola innamorato, ma lo era veramente di Sakura?

“Be’, allora le mie congratulazioni Otouto… diventerò zio!” intervenne sorridente Itachi, cercando di alleviare quell’atmosfera imbarazzante.

“Ti sei preso le tue responsabilità decidendo di sposarla, ti chiedo di portarla questa sera a cena da noi per le presentazioni ufficiali!” disse infine rassegnato Fugaku.
Improvvisamente comparve una lumaca sul tavolo degli Uchiha.

“Mi manda l’Hokage! Chiede immediatamente la presenza di Itachi in ospedale… Sakura è svenuta dopo aver urlato il suo nome!” scomparendo alla stessa velocità di come era apparsa.

“Cosa?” urlò preoccupato il maggiore dei due fratelli, alzandosi di scatto.

Sasuke lo seguì a ruota, colpito da una strana sensazione di rabbia: perché era stato convocato il fratello e non lui?

“Fugaku, andiamo anche noi!” implorò Mikoto, sorridendo appena vedendo il consenso del marito.

Itachi e Sasuke balzavano sui tetti delle case fianco a fianco senza proferire parola, entrambi preoccupati per l’incolumità della rosa. Il pensiero che dietro al suo malessere ci fosse Kaguya, diventava sempre più predominante.

Arrivarono in pochi minuti, trovando Ino davanti all’ingresso dell’ospedale ad aspettarli, completamente terrorizzata.

“Sei arrivato Itachi, presto vieni!” lo implorò la Yamanaka trascinandolo per un braccio, ignorando completamente Sasuke, facendolo infuriare ancora di più.

Camminarono velocemente lungo il corridoio fino a quando giunsero davanti ad un ambulatorio, Ino aprì la porta senza bussare mostrando Tsunade intenta a cercare di far riprendere i sensi alla rosa.

“Hakage?” la chiamò Itachi avvicinandosi a lei come a chiederle spiegazioni.

“Sei arrivato! … Non so cosa sia successo, dopo averle dato conferma che aspettavate un figlio, è sbiancata… ha urlato il tuo nome terrorizzata ed è svenuta… non riesco a farla riprendere!” disse molto preoccupata, continuando a sprigionare il chakra sul corpo inerte della sua pupilla.

“Forse ho capito… si sposti e mi lasci tentare una cosa!” le disse seriamente spostandola con delicatezza.

Sasuke rimase davanti alla porta cercando di metabolizzare le parole dell’Hokage: perché credeva che il padre fosse suo fratello?

Itachi attivò lo sharingan iniziando a comporre una serie di sigilli. La tecnica durò qualche minuto fino a quando Sakura non riprese conoscenza.

“I-itachi!” sibilò con fatica.

“Calmati, va tutto bene!” le sussurrò appena prendendola per mano.

Quel gesto fece infuriare ancora di più di Sasuke che si avvicinò velocemente scostando il fratello in malo modo.

“Che diavolo è successo?” ringhiò indispettito verso i presenti.

“Sasuke, non mi sembra questo il modo di parlare e poi chi ti ha dato il permesso di entrare!” lo riprese contrariata Tsunade.

“Tze! Ho più diritto io rispetto a lui!” indicando con lo sguardo il fratello.

“Non so cosa ti faccia credere di averlo… Sakura aspetto un figlio da Itachi e…”

“Cosa? No… si sbaglia, non sono io il padre ma Sasuke!” intervenne incredulo Itachi, osservando lo sguardo incollerito del fratello.

“Come? Ma è impossibile… Sakura è incinta di due mesi e in quel periodo Sasuke era qui al villaggio, mentre voi eravate in missione a… non ci sto capendo niente, mi volete spiegare cosa sta succedendo?” chiese allibita.

“Due mesi?” dissero all’unisono i due fratelli.

“E’ stata Kaguya!... Me lo ha detto lei!” disse flebile la rosa.

“C’era di immaginarselo… è stato per questo che ti sei rifugiata in un angolo del tuo subconscio? Ma perché non volevi ritornare? Ho faticato per convincerti a seguirmi e riportarti in mezzo a noi!” chiese preoccupato Itachi.

“P-perché… perché lei ha detto che…” iniziando a piangere: “… che sarà una bambina e che… e che prenderà il suo corpo facendomi morire lentamente!” coprendosi gli occhi, piangendo disperatamente.

“Kaguya? Prendere il suo corpo? Farla morire? Esigo una spiegazione, immediatamente!” ordinò l’Hokage.

“D’accordo, ma prima le dia qualcosa per calmarla e farla riposare… ha bisogno di recuperare le energie!” disse Itachi vedendo la disperazione della rosa e l’impassibilità del fratello che continuava a guardare un punto indefinito della stanza.

Tsunade ubbidì senza replicare, iniettando un sedativo nel braccio di Sakura, addormentandosi qualche secondo dopo.

“Andiamo a parlare nel mio ufficio!” ordinò ai due fratelli.

Fuori dall’ambulatorio c’erano Ino, i coniugi Uchiha insieme a Naruto, incontrato da quest’ultimi sulla via per l’ospedale. L’avevano informato della chiamata urgente da parte dell’Hokage e l’Uzumaki non aveva esitato ad andare con loro per accertarsi personalmente delle condizioni dell’amica.

“Possono venire tutti! E’ giusto che conoscano tutta la verità!” disse impassibile Itachi, prima che Tsunade potesse dire qualcosa.

Sasuke fu l’ultimo ad uscire dall’ambulatorio trovandosi di fronte i suoi genitori.

“Come sta Sakura? E il bambino?” chiese preoccupata Mikoto.

“E’ femmina!” disse gelido, sorpassandoli ed incamminandosi silenziosamente.

Quando furono tutti nell’ufficio dell’Hokage, Itachi iniziò a raccontare nei minimi dettagli la situazione di Sakura, spiegando infine l’instabilità della rosa nel gestire l’essenza di Kaguya che colpiva principalmente i suoi punti deboli: Sasuke e Naruto.
I presenti rimasero sconvolti dalla rivelazione dell’Uchiha maggiore, lanciando sguardi fugaci al fratello, notando che continuava a guardare il basso stringendo fortemente i pugni.

“Allora è per questo che siamo tornati in vita! E’ per merito di Sakura… la mia futura nuora!” affermò con orgoglio e un pizzico di amarezza Fugaku.

“Povera Sakura! Chissà quanto deve aver sofferto!” disse Ino asciugandosi le lacrime.

“Ecco cos’aveva Sakura-chan… è sempre stata altruista e ha sofferto a causa mia!” constatò Naruto stringendo gli occhi.

“Non mi sembra il momento di soffermarsi su queste cose… c’è una questione più importante da risolvere!” ringhiò Sasuke, adirato da quei discorsi, per lui, patetici.

“Teme, ma che stai dicendo…”

“No Naruto, Sasuke ha ragione… da quello che ci ha raccontato Itachi e vedendo la velocità con cui sta avanzando la gravidanza, il tempo stringe e nessuno di noi sa come impedire la minaccia di Kaguya… almeno che…” disse Tsunade portandosi una mano sotto il mento e iniziando a pensare.

“Almeno che cosa, nonna!” la esortò Naruto.

“Non ne sono sicura, ma mi è venuto in mente che ai tempi del mio team, Orochimaru era ossessionato dal potere del chakra e dalla sua esistenza… Kaguya è la madre del chakra e forse…”

“Forse Orochimaru ha raccolto delle informazioni su di lei, è questo che sta cercando di dire Hokage?” chiese speranzoso Itachi.

“Si, ma ripeto… non ne sono sicura!” affermò con sicurezza.

“Non ci resta che scoprirlo… dovremo andare in tutti i suoi nascondigli e cercare nei suoi appunti… teme, tu un tempo eri un suo seguace, potresti…”

“Ci sono circa una decina di nascondigli sparsi in tutte le terre ninja… Hokage, lei ha detto che la gravidanza procede molto velocemente… quanto tempo abbiamo a disposizione prima che la bambina nasca!” chiese pensieroso Sasuke.

“Diciamo dai tre ai quattro mesi, tutto dipende dal potere di Kaguya. Più la gravidanza procederà velocemente, più le condizioni fisiche di Sakura peggioreranno!” abbassando il capo tristemente.

“Allora non c’è tempo da perdere, partirò subito!” asserì con sicurezza Sasuke.

“Aspetta Otouto, non essere così precipitoso! Non possiamo partire senza una tabella di marcia ben prestabilita… per ogni covo di Orochimaru devi dire cosa nascondeva e poi stileremo l’itinerario più logico da seguire, inoltre dobbiamo ancora pensare ad un modo per aiutare Sakura! Non possiamo lasciarla sola, c’è sempre il rischio che Kaguya possa intrappolarla all’interno del suo stesso corpo mentre sta dormendo, facendola finire in coma! Capisco che tu abbia fretta, ma lo sai che è anche cattiva consigliera!” intervenne prontamente Itachi, cercando di farlo ragionare.

“E allora cosa proponi nii-san!” chiese infastidito.

“Mentre tu compilerai una mappa dettagliata sui nascondigli, io insegnerò a mamma e papà a comporre i sigilli necessari per entrare all’interno dell’anima di Sakura con l’aiuto dello sharingan… Hokage e Ino si potrebbero alternare per le visite giornaliere e Naruto, essendo uno dei suoi punti deboli, potrebbe farle capire che non ha nulla di cui sentirsi in colpa!... Quando avremo valutato attentamente l’itinerario da seguire, io verrò con te Otouto, in due con la nostra capacità oculare, dovremo far prima ad esaminare tutti i documenti di Orochimaru!” disse saggiamente Itachi.

“D’accordo!” concordò il fratello incamminandosi verso l’uscita.

“Dove stai andando?” chiese sorpresa la madre.

“A casa di Sakura a prendere la sua roba… verrà a stare da noi, così non avrete problemi ad intervenire qualora ce ne fosse bisogno!” affermò risoluto guardando i suoi genitori.

“Va bene… ma dormirete in camere separate, non siete ancora sposati!” disse risoluto il padre.

“Aspetta teme, vengo ad aiutarti!” urlò Naruto raggiungendo l’amico che era già uscito dall’ufficio.

L’Uzumaki aiutò Sasuke ad inscatolare tutti gli effetti personali dell’amica, facendo un’infinità di giri fra le due abitazione senza mai parlare. Avrebbe voluto chiedergli molte cose, fra cui quali fossero realmente i suoi sentimenti verso Sakura dato il suo atteggiamento distaccato, ma per una volta, preferì tenersi le domande fra sé, intuendo che forse, dietro a quello strano comportamento, ci fosse una profonda preoccupazione.

Tsunade gli aveva informati che il sedativo somministrato alla sua allieva avrebbe avuto effetto fino a sera. Itachi era rimasto con lei controllando le sue condizioni e aveva lasciato la stanza appena arrivò Sasuke che senza proferire parola, si mise a sedere nella sedia lasciata libera dal fratello, incrociando le braccia e chiudendo gli occhi in attesa che la rosa si svegliasse.

Sakura riprese conoscenza circa venti minuti dopo.

“Dove sono?... Cos’è successo?” chiese con voce impastata: “Kaguya! Vuole la mia bambina!” urlò ricordandosi all’istante quello che era successo al mattino.

“Sta calma! E’ tutto sotto controllo… dato la tua voce stridula, stai già meglio! Preparati e andiamo!” parlò freddamente alzandosi dalla sedia e affacciandosi alla finestra.

“Andiamo? Vorrai dire vado!” gli rispose allo stesso tono, non capendo perché tutta quella freddezza.

“NO! E’ già stato deciso tutto, verrai a vivere da me per la tua incolumità e per quella della bambina!” voltandosi e guardandola finalmente negli occhi.

“Come? Ho già una casa e non ho nessuna intenzione di venire a vivere con te… non ho intenzione di sorbirmi i tuoi sbalzi d’umore!” affermò risoluta.

“Non puoi vivere da sola, il rischio è troppo grande. La mia famiglia è l’unica ad avere lo sharingan, l’unica tecnica che può aiutarti contro Kaguya… inoltre, non preoccuparti per me… dormirai in una stanza diversa e fra qualche giorno partirò in missione insieme ad Itachi!” allungandole la casacca per farle capire di sbrigarsi a rivestire.

“Fammi capire una cosa… perché?... perché devi sempre decidere tu senza preoccuparti minimamente delle opinioni altrui? Perché mi tratti in questo modo… fino a questa mattina sembrava che le cose fra noi andassero bene, mentre ora mi tratti freddamente e con fatica mi guardi in faccia!” cercando di trattenere le lacrime che prepotentemente cercavano di uscire dai suoi occhi smeraldo.

“Hai chiamato Itachi e non me!” ringhiò stringendo i denti.

“L’ho fatto dopo aver udito la voce di Kaguya… sai benissimo che è stato la mia guida spirituale e…”

“Non mi importa! Muoviti, si è fatto tardi, ti aspetto fuori!” uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.

Sakura uscì dopo appena cinque minuti senza rivolgere la parola e lo sguardo al moro, così come per tutto il tragitto fino ad arrivare a villa Uchiha.

“Ciao Sakura, benvenuta in casa nostra!” la accolse calorosamente Mikoto affianco a Fugaku che si limitò solo ad accennarle un semplice saluto con il capo.

“G-grazie, i-io non vorrei arrecare nessun disturbo, ma…” lanciando uno sguardo contrariato a Sasuke: “… mi è stato imposto!”

“Non dirlo nemmeno… siamo noi ad essere onorati di averti qua… i ringraziamenti non sono sufficienti per esprimerti la nostra gratitudine per averci riportati in vita… inoltre, nel tuo grembo, c’è la nostra nipotina!” continuò Mikoto sorridendo amorevolmente, incurante della minaccia di Kaguya.

 “Finalmente siete arrivati… entra pure Sakura, non rimanere sulla porta!” disse Itachi andandole incontro, togliendola dall’imbarazzo.

“Vieni, ti mostro la tua stanza! Non giudicarci male, ma siamo una famiglia all’antica e preferiamo che tu dorma…”

“Lo so e va benissimo!” asserì con fermezza la rosa, interrompendo Itachi.

“Ti accompagno io!” disse Mikoto affiancandosi a lei.

Le due donne salirono le scale, mentre Fugaku si apprestò ad andare in cucina capendo dallo sguardo del figlio maggiore che aveva qualcosa di importante da dire al fratello.

“Otouto!...” richiamando la sua attenzione appeno furono soli: “… Cos’è successo fra voi due? Non dirmi che avete litigato? Lo sai che non devi…”

“Lo so benissimo, piuttosto inizia a spiegare a nostro padre la tecnica necessaria per aiutare Sakura contro Kaguya mentre io inizio a stilare l’elenco dettagliato dei covi di Orochimaru!” disse infastidito dirigendosi verso lo studio.

Dopo aver mostrato la stanza alla rosa, Mikoto la accompagnò a visitare tutta la casa. Sakura non sembrava particolarmente interessata, continuando a pensare al pericolo per la bambina in grembo e all’atteggiamento ostile di Sasuke. Doveva parlargli e chiarire il malinteso creato, ma era più facile a dirsi che a farsi, dato che per tutta la sera e per i due giorni successivi, non riuscì mai ad incontrarlo nemmeno per sbaglio, sempre chiuso nello studio impedendo a chiunque di disturbarlo.

L’inizio del terzo giorno, Sakura iniziò a stare male proprio nel momento esatto in cui Ino, come ordinatole da Tsunade, le stava facendo una semplice visita di controllo.
“Sakura!” urlò in preda al panica, vedendo l’amica sbiancare e svenire.

L’urlo della Yamanaka richiamò l’intera famiglia Uchiha che entrò nella stanza, ad eccezione di Sasuke che rimase davanti alla porta, vedendo il fratello iniziare a comporre i sigilli seguito dal padre.

Fu Fugaku a riportare indietro la rosa, supportato da Itachi. Il piano di Kaguya prevedeva di impossessarsi completamente della mente di Sakura, approfittando del suo dolore, per farla finire in coma ed agire indisturbata.

“Papà! Ti senti bene?” chiese preoccupato Itachi, vedendo la stanchezza del genitore.

“Si… ma non avrei mai immaginato che fosse così difficile e faticoso, non credo che tua madre possa farcela!" affermò ansimante.

“Devo farcela… la vita di Sakura è troppo preziosa!” disse Mikoto guardando la rosa che lentamente stava riprendendo i sensi.

Sasuke ritornò di corsa nello studio, deciso a completare velocemente la lista. Erano due giorni che non mangiava e non dormiva: c’erano una decina di covi da descrivere esattamente la loro collocazione, i labirinti, i passaggi segreti, le trappole, le pergamene relative agli studi di Orochimaru… Ne mancavano ancora due e Sakura aveva bisogno urgente d’aiuto.

Continuò a lavorare ininterrottamente, non curandosi minimamente del continuo ed insistente bussare alla porta da parte di Itachi che continuava a rimproverarlo per il suo comportamento marcando varie volte di quanto la rosa avesse bisogno di lui, per parlare, per chiarirsi… Sasuke invece preferiva dare un’altra priorità, pensando di fare tutto quello richiesto dal fratello poco prima di partire per la loro missione. Sakura lo conosceva e lo avrebbe perdonato, come sempre.

In quei giorni a Naruto fu vietato categoricamente di andare a trovare l’amica, troppo provata per la situazione e ancora incapace di accettarla. La sua presenza avrebbe potuto turbarla e farla cadere nello sconforto e nel dolore, alimentando ulteriormente i poteri di Kaguya.

Sasuke rimase rinchiuso fino a tardo pomeriggio.

“Finalmente, ho finito!” alzandosi trionfante con la lista stretta fra le mani. Fece recapitare un messaggio all’Hokage, informandola delle sue intenzioni di partire la sera stessa.

Sakura si svegliò trovandosi di fronte due occhi azzurri pieni di preoccupazioni che la fissavano.

“Come ti senti?”

“Ino-pig? Cos’è successo?” chiese frastornata non ricordandosi dell’episodio del mattino.

“Kaguya! Fugaku ti ha riportata indietro! Itachi gli insegnato molto bene!” le rispose con un sorriso incerto.

“Ora ricordo… c’eravate tutti, tranne Sasuke che è rimasto sulla porta!” affermò con dispiacere.

“Sta chiuso giorno e notte nello studio per completare quella maledetta lista… lo sta facendo per te, non devi dispiacerti ma sentirti onorata e lusingata. Si vede che tiene a te!” cercando di rassicurarla.

“Non credo... tu non sai come mi ha trattata in ospedale!” stringendo le lenzuola fra le dita.

“Vedrai che c’è un motivo…”

“NO! Ancora una volta mi sono illusa… illusa che potesse ricambiare i miei sentimenti, invece si è solo divertito a…”

“Adesso smettila fronte-spaziosa, quasi non ti riconosco, Sasuke avrà tutti i difetti di questo mondo, ma non sarebbe mai venuto con te solo per divertirsi o altro… parli così solo perché i tuoi ormoni sono in subbuglio! Fidati di me, della tua amica… lui ci tiene a te e anche alla vostra bambina!” indicandole il ventre.

Sakura posò la mano sulla pancia ormai evidente, le minacce di Kaguya erano risultate vere e le rotondità tipiche di una gravidanza iniziavano già a vedersi. Provò una stretta al cuore e le lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi smeraldi.

“Ino, dovresti farmi una promessa!” asciugandosi le guance bagnate.

“Certo, dimmi pure!” guardandola attentamente.

“Sai benissimo che questa gravidanza sta procedendo troppo velocemente e che mi sta risucchiando tutta la mia energia vitale… nonostante tu e l’Hokage vi turniate per visitarmi e curarmi, non credo di farcela…”

“Ce la farai, non temere… riusciremo a salvarti!” asserì con fermezza stringendo i pugni.

“Ino, sii realista come lo sono io… Kaguya mi terrà in vita fino alla fine per raggiungere il suo scopo, ma alla fine mi ucciderà per appropriarsi del corpo di mia figlia. Spero che troverete una soluzione per sottrarla al destino legato alla mia famiglia materna… ma la promessa che ti chiedo è un’altra… quando morirò… ti prego, fai mettere delle rose bianche sulla mia bara….”

“Smettila di parlare così!...” alzandosi furiosa: “… Non voglio più sentirti dire simili sciocchezze… tu vivrai… e adesso basta, non riesco a stare ancora in questa stanza con te che parli di queste cose!” uscendo di corsa con le lacrime agli occhi.

Sasuke aveva già dato la lista a Itachi chiedendogli di aspettarlo e dirigendosi verso il primo piano per andare a parlare con la rosa, quando si scontrò con una Yamanaka in lacrime.

“Cos’è successo! Sakura sta male!” scuotendola con preoccupazione.

“No….” Iniziando a raccontargli, tra un singhiozzo e l’altro, l’assurda richiesta dell’amica.

L’Uchiha scansò in malo modo Ino, precipitandosi come una furia in camera di Sakura. Aprì con rabbia la porta e con gli occhi iniettati di sangue la aggredì verbalmente.

“Che razza di discorsi fai!”

“S-sasuke!” sibilò con stupore, incredula nel vederlo di fronte a lei.

“Spiegami che ti salta in mente! Spiegami perché vuoi rinunciare a combattere! Spiegami perché vuoi rinunciare alla tua vita!” urlando ed ansimando per lo sforzo.

“I-io…”

“Sei insopportabile come quando avevi dodici anni! Vuoi essere commiserata da tutti? Be’ ti sbagli di grosso, perché non ho nessuna intenzione di stare qui a sentire i tuoi patetici discorsi! Rifletti sulle tue parole e renditi conto di quante persone stai facendo soffrire con il tuo comportamento. Per fortuna non dovrò stare qui a sopportarti, anche perché non ci riuscirei nemmeno!” uscendo dalla stanza sbattendo la porta, senza dare il modo a Sakura di replicare, sentendola piangere disperatamente.

Sasuke scese di corsa le scale e senza guardare nessuno, afferrò il suo zaino ordinando a Itachi di seguirlo e che non c’era tempo da perdere: avevano una missione da portare a termine.

 

(manga)

 

 

 

 

  
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