Capitolo X
Come Illudere e Illudersi
Si svegliò alle 7 e decise
di andare a parlare con Zecks, doveva chiarire.
Entrò nella sua stanza e
vide l’amico piangere silenziosamente. Ritornò visibile e Zecks lo guardò con
gli occhi sbarrati. – Vattene.
- Zecks, voglio parlarti.
- Io no. Vattene
o dirò ai prefetti che sei qui.
Invece di andarsene prese
una sedia e l’avvicinò al letto del ragazzo. – Zecks se avessi saputo che ti
piaceva Nerix, non l’avrei mai fatto.
- Chi te l’ha detto?
- Miriam a Capodanno, ma ora non c’entra… Zecks dobbiamo chiarire, non
ce la faccio a non vederti come amico.
- Dovrai
farci l’abitudine perchè io non ho intenzione di chiarire. Non m’importa
che se l’avessi saputo non l’avresti fatto, mi dà
fastidio il fatto che tu abbia tradito Miriam. Quella ragazza ti ama e tu hai
avuto il coraggio di tradirla senza neanche darle una motivazione valida.
- Ho chiarito ieri sera con
Miriam.
- Non ti credo.
Lo fissò sconcertato e
riprese: - Puoi chiederglielo, ma non sono qui per parlare di me e Miriam, sono qui per parlare con te.
Zecks sbuffò leggermente e
si sedette sul letto.
- Oltre ad avercela con me
perchè ho tradito Miriam, perchè ce l’hai con me?
- Che
cosa prova Nerix per te? – chiese il ragazzo senza rispondergli.
Aliack abbassò lo sguardo e
Zecks capì: - Ti ama, vero?
- Sì…
- Maledizione! –si alzò e
iniziò a mettere a soqquadro la stanza – Perchè devi sempre superarmi in tutto?! – rovesciò la scrivania – Tutte le volte devi battermi:
sei più forte di me – ruppe una sedia – più bello – ruppe
una pergamena – più intelligente – face cadere l’armadio – L’unica cosa per cui
non volevo competere con te era Nerix, sai mi sono sentito felice quando ho
scoperto che tu e Miriam eravate insieme, pensavo di avere una chance in più
per conquistare Nerix, invece sei riuscito a portarmela via.
- Zecks, calmati. Io non ti
sono superiore in niente, tu sei molto più
intelligente e forte di me quindi…
- Non dire idiozie! Tutte
le volte che ci picchiavamo da bambini, io combattevo sul serio, volevo
batterti, tu, invece, riuscivi a battermi anche se
stavi solamente giocando. Ho sempre detto di aver preso un voto superiore al tuo,
in realtà ne prendevo uno più basso, non ti ho mai superato in niente!
Aliack riuscì a bloccarlo
prima che lanciasse una sedia contro il muro. – Calmati!
Zecks girò lo sguardo e lo
fissò quasi irato, ma dopo qualche secondo tornò calmo.
- Scusami…
- Di niente. Mi odi ancora?
- Odiare? Non ti ho mai
odiato…
Aliack lo guardò
sconcertato, poi gli si avvicinò e lo abbracciò. – Scusami per quello che ho
fatto… se l’avessi saputo non l’avrei mai fatto.
- Non preoccuparti… almeno
mi sono risparmiato la figuraccia che avrei fatto con Nerix…
Lo vide sorridere, però
scorse un velo di tristezza nel suo sguardo.
- Sei proprio cotto, sai?
- Già… peccato che te ne sei accorto solo adesso… comunque, hai parlato con Nerix?
- No, le parlo dopo. Tutto
a posto , quindi?
- Per cosa?
- Non ce
l’hai con me?
- No, non preoccuparti,
tutto passato. Avevo solo bisogno di sfogare la mia rabbia.
All’ora di pranzo vide un gruppo di Corvonero avvicinarsi
alla Sala Grande e fece cenno a Nerix. La ragazza lo vide e si separò dalle
compagne.
- Nerix, devo parlarti.
- Non è un problema per me,
ho sempre saputo che sarebbe finita così. – se ne andò
e Aliack si chiese se quelle parole corrispondessero davvero alla realtà.
Entrò nella sala e si
sedette di fronte ai gemelli.
- Mi sembri felice… -
osservò George.
- Già… ho chiarito con gli
altri.
Ron alzò la faccia dal
piatto e chiese: - Perchè avevate litigato?
- Più o
meno…
- E
perchè?
- Non ho intenzione di
raccontartelo.
Il rosso lo guardò scuro in
volto e riprese a mangiare.
Subito dopo il pranzo uscì dalla
sala e aspettò che uscisse anche Miriam. La vide
avvicinarsi insieme a Draco e pensò a ciò che quel ragazzo sapeva.
- Allora, hai chiarito con
gli altri?
- Sì.
- Allora ci vediamo dopo,
ciao.
Si diressero entrambi verso
le loro rispettive aule e si rividero quella sera stessa nel dormitorio
di lei.
La ragazza l’osservò
incuriosita e chiese: - Come mai sei venuto qui?
- In questi casi preferisco
venire nel tuo dormitorio.
Lo guardò dolcemente e lui
si sedette vicino a lei. Rimasero per qualche istante in silenzio, poi si
girarono contemporaneamente e si abbracciarono.
Sentì dei singhiozzi di lei e la strinse ancora più forte, ma gli
comparve in mente l’immagine di Nerix e ruppe bruscamente l’abbraccio.
Miriam lo guardò
preoccupata e lui tentò di rimediare dicendo: - Scusa, mi sono fatto male,
forse le punizioni della Umbridge iniziano ad avere effetto… - tentò di sorridere e lei
decise di lasciar perdere. Tentò di cacciare l’immagine di Nerix dalla mente,
ma quella rimase prepotentemente impressa, se ne andò
solo per sostituirsi con un’altra che la rappresentava nuda sotto di lui mentre
facevano sesso.
Fissò Miriam tentando di
non far trasparire niente, ma la ragazza capì subito che c’era qualcosa che non
andava. – Stai bene?
- Sì, sono solo un po’
stanco… - iniziò a sentire anche i gemiti di piacere e decise che era meglio andarsene
– Torno nel mio dormitorio, ci vediamo domani.
- Prima mi dici che cos’hai. Sei agitato e non ne capisco il motivo.
- Scusami è che stavo
pensando ad una cosa…
- C’entra con Nerix? – la
fissò con gli occhi sbarrati e lei abbassò lo sguardo – Aliack, ti senti colpevole nei suoi confronti?
- Miriam, che…?
- Zecks mi ha raccontato di quando hai corteggiato quella ragazza e che il giorno
dopo ti sentivi colpevole nei miei confronti. Ti prego,
rispondi alla mia domanda.
Abbassò lo sguardo per
tentare di capire i suoi sentimenti, però era troppo chiaro e dopo qualche
secondo disse: - Miriam, perdonami.
- La ami?
- Non lo so…
sono così confuso…
- Aliack, non m’importa che
tu mi risponda adesso… l’importante è che tu capisca i tuoi sentimenti. Io
posso anche aspettare.
La guardò tristemente e si
alzò dal letto. Tornò nel suo dormitorio e si buttò sul letto rimanendo
immobile a pensare.
Sentiva di amare Miriam,
eppure l’immagine di Nerix continuava a rimanergli in mente.
Avvertì una presenza nella
stanza e si alzò di scatto accendendo la luce. Riconobbe Nerix e la guardò con
gli occhi sbarrati: aveva solo l’intimo e indossava una sottile vestaglia di
seta quasi trasparente.
- Nerix…
- Non m’importa se provi
qualcosa per Miriam. So perfettamente che ami anche me e non intendo demordere.
Si avvicinò al ragazzo e si
sdraiò su di lui iniziando a baciargli il torace.
- Nerix, ti prego,
smettila.
La ragazza si bloccò e lo guardò
sensualmente. – Se lo scopre puoi dirle che ti ho
bloccato con la magia…
- Nerix, ti prego… Miriam
ti considera la sua migliore amica, non voglio che vi odiate per colpa mia.
- Aliack, non m’importa
quello che dirà Miriam, a me importa soltanto avere te.
Riprese a baciarlo. Aliack
riuscì a fermarla e si sedette sul letto dandole le spalle. – Nerix, voglio
capire i miei sentimenti, ti prego, smettila.
- Aliack, tu pensi di amare
Miriam, eppure continui a pensare a me, non pensi che
questo significhi qualcosa?
- Come fai
a sapere a cosa penso?
- Sono entrata in questa
stanza da ancora prima che andassi da Miriam, so che se non fosse successo
qualcosa saresti rimasto da lei, il che vuol dire che
hai pensato a me e Miriam se n’è accorta.
Non rispose, rimase in
silenzio a fissare il pavimento, ma dopo qualche istante la ragazza iniziò a
massaggiargli la schiena e provò un brivido di piacere. Si voltò verso di lei e
la fissò negli occhi azzurri così simili ai suoi. La vide avvicinarsi e si alzò
velocemente dal letto. – Nerix, piantala.
- Perchè mi rifiuti?
Qualche giorno fa non l’avresti fatto.
- Qualche giorno fa non
capivo di aver fatto la più grossa cavolata della mia vita.
La ragazza si alzò e rimase
a qualche passo da lui. – Aliack, perchè continui a pensare di amare Miriam?
Non riesci a concepire il fatto di amare
qualcun’altra?
- Non conosci i miei
sentimenti.
- Mi basta guardarti. Se davvero non t’interessassi mi avresti cacciata con la
forza, invece, non mi hai ancora detto di andare.
Fissò il muro e notò una
foto: gliel’avevano mandata mentre era dal fratello e
rappresentava lei e Zecks con in mano un dolce. Notò lo sguardo trionfale di lui
e scorse quello sensuale di lei.
Si rigirò verso la ragazza.
– Nerix, voglio capire i miei sentimenti, ti chiedo di lasciarmi solo.
- No, voglio aiutarti a
capirli. Hai sempre avuto difficoltà a capire i tuoi sentimenti… lo so che non
dovrei dirtelo, però non ti sei mai chiesto perchè volevi
a tutti i costi aiutare Miriam? Non ti sei mai chiesto perchè
hai sempre voluto proteggerla? Non ti sei mai chiesto se l’amavi veramente o se la consideravi solo come una sorella?
Non rispose,
la fissò tristemente. Si sedette su una sedia e rimase imbambolato a
guardare una foto: c’erano tutti e quattro. Risaliva al secondo anno ad Hogwarts, a quel tempo erano migliori amici e non
immaginavano minimamente di innamorarsi fra loro. Osservò Zecks e riconobbe il
livido che gli aveva procurato lui stesso sull’occhio. Guardò Miriam e la vide
felice come succedeva raramente. Nerix con il suo volto di ghiaccio, solo in
quei mesi aveva scoperto il suo vero carattere, lo nascondeva sempre sotto a quella maschera di ghiaccio. Infine lui
da piccolo, il suo sguardo era orgoglioso e spavaldo, come tutte le volte che
usciva vincitore da qualche scommessa. Era da tempo che non mostrava più
quella fierezza, l’aveva abbandonata a diciassette anni, quando aveva preso il
titolo di Aquila e aveva rischiato di ricevere il
bacio di un dissennatore, quando si era reso conto di tutta la gioia che aveva
caratterizzato la sua vita che sentiva andar persa, di quando si era reso conto
dell’affetto che provava per Nerix, Miriam e Zecks.
Si voltò verso la ragazza
nella sua stanza e chiese come avrebbe fatto un qualunque bambino: - Perchè tu
e Miriam vi siete innamorate di me? Ho perso tutto il
mio orgoglio a diciassette anni, ormai sono il fantasma di ciò che ero… perchè
mi amate?
Nerix lo guardò dolcemente
e Aliack si sorprese nel paragonare il suo viso con quello di Miriam, capì che
Nerix con lui era sincera, gli dava sicurezza, eppure lui aveva bisogno della
spavalderia che Miriam mostrava sempre, del suo carattere dai mille aspetti,
del suo aspetto angelico in contrasto con il cupo passato, con i ricordi con
non riusciva a dimenticare, sapeva di essere l’unico
barlume di speranza nella vita della ragazza. – Io mi sono innamorata di te per
la sicurezza che mostri, per la facilità con cui hai superato il ricordo del
dissennatore, per la facilità con cui hai accettato Miriam nonostante ti avesse
quasi ucciso. Aliack, io non cerco qualcuno che abbia
solo spavalderia e orgoglio, io cerco qualcuno che riesca a rassicurarmi anche
solo stringendomi, qualcuno che mi faccia sentire importante. So perfettamente
che la prima volta che lo abbiamo fatto era perchè mi hai vista piangere, ma
non m’importa, io in quel momento mi sono sentita qualcuno.
- E
perchè Miriam?
- Perchè le hai dato il coraggio di andare avanti e perchè sei la sua
speranza.
Si alzò dalla sedia e
rimase a un passo dalla ragazza. – Nerix… aiutami a capire i miei sentimenti, io non riesco a fare
chiarezza…
- Aliack, ricordi i
sentimenti che hai provato quando hai fatto sesso con Miriam?
– ripensò a quei momenti e assentì col capo – Ti ricordi
quelli provati con me?
Capì dove voleva arrivare.
Si sdraiò sul letto e rimase per dieci minuti immobile
a confrontare le sue sensazioni. Quando ebbe finito
girò lo sguardo verso Nerix e le fece cenno di avvicinarsi. La ragazza obbedì
inquieta e lui la strinse a sè baciandola.
- Vado a parlare con Miriam.
- Aspetta…
non dirglielo ora, diglielo domani dopo pranzo.
- Perchè?
- Sai che sta andando male,
vero? – annuì – Domani ha un test, se le dicessi ora di amare
me prenderebbe sicuramente Scadente.
Assentì col capo e la
strinse a sè addormentandosi dopo qualche istante con delle lacrime sulle
ciglia.
Si svegliò il mattino dopo,
sentì un peso sul torace e capì che Nerix era rimasta con lui tutta la notte.
La svegliò dolcemente e andò a prepararsi.
A colazione cercò con lo
sguardo Zecks e Miriam sondando tutto il tavolo dei Tassorosso e quello dei
Serpeverde, ma non li vide da nessuna parte.
Non sapendo a chi chiedere
domandò ai gemelli Weasley: - Avete visto Zecks?
- Sta studiando con Miriam.
- Studiando? – chiese
esterrefatto.
- Sì, ha deciso di aiutare Miriam
con lo studio.
Li guardò quasi scioccato.
– Zecks?
- Sì, Zecks. – rispose
stressato George.
Si fece dire dove li
avevano visti e andò a cercarli. Sentì le loro voci dopo una decina di minuti e
si bloccò sentendo il suo nome.
- Secondo te Aliack e Nerix
sono insieme?
- Anche
tu hai sentito l’aura di Nerix che usciva dal dormitorio Grifondoro?
- Già…
Vide Nerix venirgli
incontro e in quell’istante capì di aver perso i suoi due migliori amici e
tutto perchè si era innamorato… Vide tutti i momenti
passati con i due scorrergli davanti agli occhi come se fossero un film, li
vide ridere, scherzare, crescere, capì ciò che aveva fatto, si rese conto che
non aveva pensato a loro due e un’angoscia infinita lo invase velocemente.
Sentì le forze mancargli e
iniziò a cadere, prima di chiudere definitivamente gli occhi vide solo Nerix
che si avvicinava velocemente e che apriva e chiudeva la bocca come a
pronunciare il suo nome, ma lui non sentiva niente.
Si svegliò in infermeria e
vide Miriam e Zecks ai lai del suo letto, si aspettò di vedere anche Nerix, ma
della ragazza non c’era traccia.
- Se
cerchi Nerix se n’è andata, ha deciso di lasciarci soli per chiarire.
Si mise a sedere e li guardò
negli occhi. – Scusatemi… sono un’idiota.
- Concordo. – affermò
Zecks.
- Potevi evitare di fare
tutte quelle promosse se sapevi che non le avresti mai mantenute… - disse Miriam
risentita.
- Scusatemi, ma non riesco
mai a capire i miei sentimenti.
Zecks sbuffò divertito e Miriam
si alzò.
- Aspetta,
voglio chiarire.
- Ho una verifica che mi
andrà sicuramente male, ma che non ho intenzione di saltare, ci vediamo dopo.
Rimase solo con Zecks e
pensò a ciò che gli aveva detto la mattina precedente: gli aveva giurato che se
avesse saputo che gli piaceva Nerix non ci sarebbe andato a letto. – Zecks…
- Vado anch’io, se rimango
solo con te non so cosa potrei distruggere.
Si mise la testa fra le
mani e si chiese quando tutti erano cambiati così
tanto, quando tutti erano diventati così freddi con lui, in quel momento
l’immagine di Nerix gli sembrava un’ancora a cui aggrapparsi e capì come si
sentiva Miriam con lui e del male che le aveva fatto decidendo di stare con
Nerix.
Si alzò dal letto e guardò
l’orologio: erano le undici. In quel momento lui doveva essere nell’aula di
divinazione con il nuovo prof., Fiorenzo, ma non aveva
intenzione di andarci.
Rimase seduto sul letto per
qualche minuto, poi si alzò e si sedette vicino alla finestra per osservare il
paesaggio così splendente e così in contrasto con il suo stato d’animo. Si aprì
la porta e riconobbe la voce di Fred. – Abbiamo saputo che sei svenuto, stai
bene?
- Sì, non preoccuparti. –
si voltò e notò che c’erano tutti i Weasley più Harry ed Hermione – Come mai
tutti qui?
- Ci siamo
preoccupati – borbottò Ron. Lo fissò quasi sorpreso, ma non rispose. Si
girò nuovamente verso la finestra e ci furono alcuni istanti di silenzio. Suonò
la campanella e nella stanza entrò anche Nerix. La fissò sorridendo e lei
chiese: - Come ti senti?
- Bene.
- Hai chiarito con gli
altri?
- No, se ne sono andati
appena ho iniziato a parlare.
La ragazza gli andò vicino
e lo fissò tristemente.
- Non preoccuparti, dopo ci
parlo…
- A che pensi?
Si voltò stupito dalla sua
domanda. – A che dovrei pensare?
- Mi sembri strano, comunque ci vediamo dopo, vado a lezione, ciao.
Appena la ragazza uscì si
ricordò degli altri e si pentì di aver detto troppe cose.
- Mi sa che qualcuno deve
spiegarci la situazione… - disse George.
- Ve lo dico
stasera, ora non sono dell’umore.
Dopo le lezioni s’incontrò con Miriam e Zecks sotto al salice e iniziò
dicendo: - Vi prego, nonostante vi abbia detto un mucchio di scemenze, vi prego
di rimanere miei amici.
Lo fissarono
inespressivi per alcuni istanti, poi Miriam disse: - Forse fra qualche
anno…
- Anche
dieci anni – corresse Zecks.
- Sapete, stamattina mi
sono chiesto perchè tutti sono diventati freddi con me… anche i gemelli
iniziano a non sopportarmi, ma non riesco a capire, io sono sempre lo stesso.
- I gemelli sono dalla mia
parte, è chiaro che inizino ad odiarti. – affermò tranquillo Zecks. Invece di
sorridere, Aliack abbassò la testa. Dopo qualche istante gli si avvicinarono e
lui si sbrigò ad asciugare le lacrime. – Scusatemi, devo
andare.
- Aliack! Falla soffrire
che te la vedrai con me.
Si allontanò dai ragazzi
per cercare Nerix, aveva bisogno di sfogarsi, doveva parlare con qualcuno. La trovò all’entrata del castello, sembrava lo stesse
aspettando.
- Hai chiarito?
- Sì.
- Che
ti hanno detto?
- Che torneranno ad essere
miei amici fra una decina di anni. – tentò di
sorridere, ma non vi riuscì. La ragazza lo guardò tristemente e l’abbracciò. –
Aliack, che cos’hai? Sei strano, che ti sta
succedendo?
L’allontanò e le chiese: -
Da quando abbiamo deciso che potevamo anche innamorarci fra noi quattro? A
dieci anni non ci pensavamo minimamente, ci vedevamo come un gruppo di amici, mentre ora…
- È a questo che pensavi
anche ieri?
- Sì… vorrei smetterla di
pensare a queste cose, ma è più forte di me, appena vedo una nostra foto mi chiedo quando siamo cambiati così tanto.
- Se
continui a farti queste insulse domande, ci credo che non capisci i tuoi
sentimenti. – si voltò di scatto e vide Miriam e Zecks dietro di lui.
Appena incontrò i loro
sguardi abbassò il proprio e i due se ne andarono.
- Aliack, hai davvero
chiarito?
- Più o
meno.
- Va a parlare con loro.
Uno alla volta, inizia da Miriam.
Andò verso il dormitorio
Serpeverde e l’aspettò davanti all’entrata. La vide arrivare dopo una decina di
minuti accompagnata da un ragazzo del settimo anno: era alto, biondo e con gli
occhi azzurri. Si stupì nel pensare che era geloso, ma
quella era la gelosia che prova ogni fratello quando vede la propria sorella
con un ragazzo, in realtà era solo un sentimento possessivo e si diede
dell’idiota per non aver capito prima di non amarla.
- Ti raggiungo dopo.
Il ragazzo entrò nel
dormitorio e Miriam rimase davanti ad Aliack aspettando che parlasse.
- Miriam, io ti ho sempre amata, ma il mio amore era solo quello verso una sorella.
- Lo so… ero solo io che mi illudevo… - la guardò con gli occhi sbarrati e lei spiegò
– mi hai sempre trattata come se fossi una regina, mi hai sempre protetta e mi
hai sempre aiutata… forse provavi anche altro, ma io riuscivo a cogliere solo
questi sentimenti quando ero con te. Eppure mi illudevo,
pensavo che prima o poi avresti cambiato i tuoi sentimenti… pensavo che fosse
successo, ma mi sbagliavo.
- Perdonami, so che non
dovrei chiederti di farlo, ma, ti prego, perdonami.
- Non è colpa tua, sono io
che avrei dovuto fartelo capire… Ora devo andare.
- Quello che hai detto
prima…
- Avrò bisogno di qualche
tempo per dimenticare i miei sentimenti, però se hai qualche problema puoi venire da me. – entrò anche lei nel dormitorio. Si
appoggiò al muro e una lenta lacrima gli solcò il viso. Sapeva di averla persa, nonostante gli avesse assicurato che poteva
rivolgersi a lei, sapeva perfettamente che non l’avrebbe aiutato, sapeva di
averla persa e se ne pentiva, si pentiva di non aver capito prima i suoi sentimenti
e di averla ingannata.
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