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Autore: Matrona    20/09/2014    8 recensioni
Akane odia gli uomini è un dato di fatto e Ranma vuole scoprire il perchè e lo farà con ogni mezzo.
" Dentro loro si amavano come se non ci fosse un domani, fuori erano due amichetti litigiosi dell'asilo, pronti ad azzannarsi la gola per sciocchezze ma altrettanto pronti farsi strappare via le braccia se qualcun altro s’intrometteva nel loro rapporto..." Piccolo racconto sui sogni e i ricordi dei nostri baka preferiti!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Kasumi Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Ranma:



Odore di legno… pavimento duro. Gli occhi di Ranma dopo innumerevoli sforzi misero a fuoco il posto in cui si trovava.
Riverso sul pavimento del dojo, guardava le foglie autunnali cadere. Un leggero venticello lo fece rabbrividire.
Si rialzò ancora intorpidito dall’intruglio ingerito, guardandosi attorno stranito.

*Non è possibile, siamo in agosto…*  

Rumore di passi e di kata quasi urlati. Il suo cuore fece un capitombolo.
Davanti a lui una piccolissima Akane, si esercitava con foga nei suoi esercizi.
 Era uno scricciolo avvolta nel karate ji. Doveva avere all’incirca quattro o cinque anni.
I corti capelli la facevano somigliare ad un maschietto se non fosse stato per i grandi e luminosi occhi orlati da lunghe ciglia.
Era davvero carina anche da piccola.

*La polvere ha funzionato sono nei ricordi di Akane…*

- Yaiiiii! -

Gridò sferrando un calcio verso un nemico immaginario. Determinazione e gioia scintillavano nelle sue iridi.
Ranma si chiese se un giorno anche i loro bambini sarebbero stati così attivi e pieni di vita.
Arrossì intensamente per l’ardito pensiero, subito allontanato dall’arrivo di una nuova presenza.
Sulla porta del dojo una bella donna sui trentacinque anni sorrideva serena.

* Dev’essere la signora Tendo…*

I capelli corvini, erano avvolti in uno chignon morbido e l’andatura aggraziata ed elegante gli ricordarono tantissimo Kasumi ma il sorriso no,
era identica ad Akane in quello. Non conosceva molto della signora Tendo ma tutti l’amavano e spesso anche i vicini la ricordavano ancora con affetto, dopo anni.

- Akane chan, ti va di fare merenda? - Si sedette compostamente sul pavimento del dojo, disponendo il tea e i dolcetti. -

 - Sì mamma! -  


Felice come solo una bimba può esserlo, corse a perdifiato tra le braccia di sua madre, ringraziandola con un bacio per il dolce pensiero.
Ranma si sentì un po' invidioso dei ricordi della sua fidanzata, lui non ne aveva di così belli con la sua.
Quella scena esprimeva il tipico amore materno che gli era sempre mancato. Due minuti dopo si diede dello stupido.
La madre di Akane era morta improvvisamente, mentre lui la sua ce l’aveva ancora.
Solo i kami sapevano quanto dolore ancora provava ancora tutta la famiglia.

Non poteva essere visto, galleggiava come in un limbo in cui era solo spettatore dei ricordi, senza poter intervenire, così decise di seguire la conversazione per capirne di più.
Sedute a terra nella penombra del dojo erano ancora più simili. La mamma di Akane era una donna radiosa e veramente bella, non lo meravigliò che Soun dopo anni non avesse ancora che lei nel cuore.
Nemmeno quella pazza bomba sexy della professoressa Hinako* era riuscito a scalfirne il ricordo. Con amorevoli carezze chiacchierava fitto con la figlia e la guardava come fosse un gioiello prezioso.
Gli stessi occhi che sua madre Nodoka e spesse volte anche Akane avevano quando guardavano lui. Sospirò.

* Sono importante per te maschiaccio? *

- Ti sei impegnata molto negli esercizi, sono già le sei.

- Sì! Scusa mamma… non mi sono accorta del tempo.


- Brava la mia bimba! Sei proprio forte come il tuo papà. -
Disse amorevolmente, accarezzandole i capelli. Gli occhi di Akane brillarono intensamente per poi rabbuiarsi. La madre se ne accorse.

- C’è qualcosa che ti turba piccola mia?

- Ma…mamma Nabiki dice che le donne che praticano arti marziali sono dei maschi mancati… io sono un maschio? -

La signora Tendo trattenne a stento una risata. Sua figlia Nabiki aveva davvero una fervida fantasia e spesso la piccola Akane era vittima prediletta nei suoi scherzi.

- Oh, non curarti di Nabiki. Stava solo scherzando. Conosco molte donne che praticano le arti marziali. Non solo sono forti ma anche aggraziate e femminili.
Non devi preoccuparti, sono sicura che sarai una donna abile e gentile ma soprattutto una degna erede del dojo dei Tendo. -


Il broncio della piccola si allargò in un sorriso. Aveva sempre ammirato suo padre allenarsi e in cuor suo sperava un giorno di poter seguire le sue orme.
Contenta di aver portato il sorriso sul volto della figlia le chiese:

- Ti piacciono cos’ tanto eh?

- Sì… Mi fanno sentire bene. E’ come se tutte le cose cattive scivolassero via. Mi sento felice quando combatto.  -

Ranma rimase colpito da quelle parole. Un semplice dialogo tra madre e figlia aveva spiegato l’essenza delle arti marziali e la gioia di praticarle.
Si sentiva proprio come la piccola Akane, libero e felice.

- Akane chan… resta sempre come sei bimba mia e fa sempre ciò che il tuo cuore ti dice.

- Promesso! - Cinguettò la bimba, allungando il ditino mignolo verso la madre.

- Promesso. - E così siglarono un piccolo patto tra donne, in un tiepido pomeriggio settembrino.


Il codinato sorrise di riflesso. Era un ricordo dolce e prezioso che profumava di legno e pioggia autunnale.
La piccola Akane aveva paura di sembrare un maschio ma sua madre l’aveva prontamente rassicurata, incitandola a fare ciò che amava di più.
Ancora una volta gli si annebbiò la vista e per alcuni minuti ebbe l’impressione di cadere in un sonno ancora più profondo.




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Stelle. Un cielo limpido e trapuntato di piccoli bagliori, fece capolino nei suoi occhi lasciandolo stupito. Non era più nel dojo.
Era in strada e conosceva bene quel posto. Davanti all’insegna luminosa dell’ambulatorio del dottor Tofu, due figure si stavano allontanando lentamente.
Si avvicinò per inquadrarle meglio. Una ragazzina sui quattordici anni teneva per mano una bambina sui dieci.
Erano Akane e Kasumi che mano nella mano si avviavano verso casa. Il codinato ebbe un moto di apprensione.
Due bambine per strada da sole a quell’ora? Ok che Kasumi era responsabile ma gli era sembrato davvero strano.


- Akane chan ma perché hai fatto a botte con quei bambini più grandi? Ti sei di nuovo fatta male… ah se non ci fosse il dottor Tofu a rattopparti!  -

La piccola aveva il capo chino e il visetto imbronciato ancora sporco di terra. La gonnellina malconcia e le ginocchia livide. Era proprio incorreggibile.
Ranma si chinò per osservala da vicino. Aveva gli occhi pieni di lacrime ma furiosi. Gli stessi che lo fulminavano tutte le volte che esagerava con le parole.
Ebbe un sussulto. Lo odiava come stava odiando quei bulletti della scuola?

- I maschi sono tutti stupidi! Volevano alzare la gonna a me e Sayuri. Ci siamo solo difese. - Borbottò tra le lacrime.

- Oh Akane…picchiarli non è la soluzione. Dovevi chiamare la maestra. Guarda questa povera gonna. Se non diventi più femminile non potrai mai piacere al dottor Tofu. -
E fu in quel momento che Ranma apprese che poteva leggere nei pensieri di Akane oltre che vedere nei suoi ricordi.

* Kasumi è sempre così bella e femminile, il dottor Tofu non capisce nulla più quando la vede…forse… se mi facessi crescere i capelli lunghi come lei, il dottore mi troverebbe carina… *

Arrossì a quel desiderio così intimo. Non aveva la minima idea che una mocciosa di dieci anni pensasse già all’amore. Si trovò ad essere addirittura geloso di quell’innocente pensiero.

* Allora è per quello che portava i capelli così lunghi? *
A Ranma venne in mente ciò che lei gli disse quando con la caviglia storta e i capelli corti, era andata dal dottor tofu per farsi medicare.

* Stavo già pensando di darci un taglio…mmm, forse non intendeva solo i capelli…*

Con i capelli lunghi era bella ma i capelli corti riflettevano il suo vero essere, di questo il ragazzo col codino ne era sicuro,
infatti l’aveva trovata davvero cento volte più carina con quel look sbarazzino e il suo sorriso sincero immerso nel tramonto erano uno dei ricordi più cari.
Poco a poco si stava accorgendo che le incursioni nei suoi ricordi lo stavano aiutando a capire di più del carattere della sua fidanzata.
Era impulsiva, semplice e di buon cuore, pronta a buttarsi nella mischia per aiutare gli amici o difendere i suoi ideali.  

- Hai ragione Kasumi… l’ho fatto senza pensarci.

- Su andiamo a casa, papà sarà preoccupato.
-

E sparirono inghiottite nella notte di Nerima. E il buio inghiottì anche lui, facendogli vorticare leggermente la testa.




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Un suono.
La campanella della scuola. Il profumo dei ciliegi in fiore, tipico della primavera. Ranma si svegliò seduto sotto un grande albero dal tronco leggermente cavo.
Era in un giardino, sembrava un’istituto scolastico ma ad occhio e croce non era il Furinkan. Si alzò lentamente, quello sballottamento tra i vari ricordi non faceva bene al suo stomaco.
Girò un po' per il cortile cercandola con lo sguardo, tutti erano presi da mille impegni e nugoli di ragazzini correvano qua e la per il largo spiazzale antistante l’entrata.
Era una scuola media, dopo qualche incertezza ne aveva riconosciuto la divisa alla marinara blu scuro.
Era l’istituto Hoshido, ad est di Nerima, qualche volta ci era passato davanti con Akane e lei gli aveva detto che per un breve periodo l’aveva frequentato,
prima di essere trasferita ad uno più vicino alla palestra dei Tendo. Un vociare di ragazze lo condusse verso il teatro della scuola, forse anche lei era li.
Una moltitudine di persone attendeva raggruppata di fronte al palcoscenico, mentre un buffo ometto con la calvizie incipiente salì sul palco e con un microfono cominciò a proclamare i futuri protagonisti dello spettacolo.

- Megumi Hayashibara*, sarà la madre di Romeo, Seki Toshihiko* sarà Mercuzio, Yamadera Koichi* sarà una guardia dei Capuleti, Akane Tendo sarà… -

E la vide, in un angolo della stanza, quasi nascosta da un enorme drappo in velluto rosso.
I capelli le arrivavano alle spalle, ed erano divisi in due piccole codine, ferme con dei nastrini gialli,
la divisa alla marinara blu le metteva in risalto quel corpo giovane e atletico, un piccolo fiore che sboccia .
Aveva l’aria preoccupata e Ranma ebbe la netta impressione che volesse scappare via da li il più presto possibile.

- Romeo Montecchi! - La vide sbiancare e poi sorridere nervosa. Le compagne di classe le si erano praticamente gettate addosso.

- Wow Akane il ruolo di Romeo! Sarai fantastica! Con le tue capacità nelle arti marziali faremo uno spettacolo grandioso!  

- Eh…eh..già… -

Il codinato si era ricordato subito della determinazione della sua lei nel voler interpretare la parte della protagonista femminile e
per poco non gli era venuto un infarto quando aveva scoperto che tutto quel marasma non gli avrebbe portato nessun viaggio in Cina.

- Noriko Hidaka* sarà Giulietta Capuleti! -
Akane riemerse dal vociare intorno, sentendo che il professore continuava a strillare i nomi dei partecipanti e Ranma percepì chiaramente i pensieri della sua lei.

* Oh no… di nuovo il ruolo di Romeo ma cosa c’è che non va in me?… Noriko è ancora una volta Giulietta, non posso crederci…*  

Il codinato si sporse tra la folla per capire chi diavolo fosse questa ragazzina che impensieriva la mora. Dopo qualche minuto riuscì a vederla.
Minuta e gracilina una ragazzina dai lunghi capelli castani salì sul palco. Era sicuramente graziosa e femminile ma non era certamente una femme fatale, sempre se a tredici anni si possa esserlo.
Akane per quanto maschiaccio era stata davvero perfetta nei panni di Giulietta. Si rigirò a guardare la sua fidanzata ma non riuscì ad intercettarla tra la folla.

*Quella stupida si preoccupa per una mocciosa insipida! *  

Uscì fuori dal teatro per cercarla, magari stava piangendo in un angolo. Come prevedibile la trovò ma non in lacrime bensì intenta a prendere a calci un albero.
 
* Poi si lamenta che la scelgono per il ruolo di Romeo. *
Pensò quasi irritato.        


- Tendo… -

Una voce maschile lo colse di sorpresa e non fu il solo ad esserlo. Akane smise subito di picchiare l’albero e divenne color pulce, cominciando nervosamente a lisciarsi la gonna.
Un ragazzo alto e dallo sguardo limpido si era avvicinato. I corti e scarmigliati capelli castani, uniti a occhi luminosi, lo rendevano davvero carino.

- Yamaguchi* Sempai…

- Ti avevo detto di chiamarmi Kappei*… -
Ranma non poté fare a meno di rabbuiarsi. Chi diavolo era quel ragazzino spocchioso e quanta confidenza si  prendeva con la sua fidanzata, anche se li tecnicamente non si conoscevano ancora.

- Sì…Kappei kun… mi cercavi?

- Sì Akane san, ho sentito che hai avuto il ruolo di Romeo… beh complimenti
. - Il ragazzo non poté fare a meno di vedere la mora intristirsi.

- Sarai bravissima. Sei così forte e agile che qualche volta ti invidio… nessuno dei miei amici al corso di Karate è così forte. -  Disse poggiandole una mano sulla spalla.

* Ehi coso… tieni giù le mani!* - Sbottò il giovane Saotome.

- Eh eh…grazie… - Lo stesso disagio del teatro e quel fastidioso rossore su per il collo dato dalla sua vicinanza.

- Per quanto riguarda quella cosa di febbraio… - Ranma aguzzò subito l’udito. Essere li in quella pseudo situazione romantica lo imbarazzava e irritava come non mai.

- Ti ringrazio per il cioccolato… ma vedi l’ho preso in amicizia. Sei davvero carina ma per me sei come un’amica, posso parlare di tutto come faccio con Seki e Koichi*…
e poi ecco… voglio dirti la verità… non sopporterei di avere una ragazza più forte di me, dovresti trovarti un fidanzato che pratichi le arti marziali, sarebbe certamente più adatto. -


- Oh…Ok… ho capito…

- Se vuoi possiamo restare amici, ci terrei molto …


Akane poté sentire un sonoro crack nel petto. Il ragazzo alla quale con fatica aveva regalato del cioccolato per San Valentino, la vedeva come amica, anzi praticamente come un maschio.

* Perché…perché tutte a me?*

Erano gli unici disperati pensieri che il codinato riusciva a percepire. Quella ragazzina dalle codine corvine era in un mare di lacrime e stava scappando via da quel ragazzo crudele.
Non poté fare a meno di dispiacersi per lei nonostante la fervente gelosia. Avrebbe voluto mollare un pugno a quel cafone che l’aveva trattata così ma era solo spettatore del ricordo, non poteva intervenire.
Si fermò un attimo affannato dalla ricerca. Non aveva mai riflettuto che essere figlia di un’artista marziale non era facile. Vedere una ragazzina forte e abile per un maschio delle medie faceva quasi paura.
Nelle scuole che aveva frequentato lui c’erano solo ragazzi. Suo padre gli diceva sempre che una scuola mista lo avrebbe distratto dalle arti marziali,
mentre una scuola prettamente maschile poteva diventare un buon campo di allenamento.
Ripensò a tutte le volte che le aveva detto  * se sei così acida e violenta non troverai mai un ragazzo! * eppure l’Akane dei tredici anni ci aveva provato con tutta se stessa,
ricevendo un ruolo da Romeo e un due di picche dal ragazzo che le piaceva.

* Certo che è anche sfortunata… *

La trovò rannicchiata in un angolo del magazzino degli attrezzi. Piangeva silenziosamente e avrebbe tanto voluto consolarla.
Ranma le si avvicinò cautamente. Sperava ardentemente che venisse qualche sua amica a tirarle su il morale. 
D’ improvviso con un moto di stizza si sciolse i codini e si tirò a sedere asciugandosi gli occhi, il ragazzo saltò per lo spavento.

- Che stupida che sono… non si merita le mie lacrime… gli uomini sono tutti idioti e infantili! Non mi innamorerò mai più! Il mio unico scopo saranno le arti marziali!  -

Incitava se stessa a gran voce, con il fuoco della determinazione arderle dentro. In piedi contro le porte del magazzino, i capelli  al vento e il volto rigato di lacrime,
Ranma capì che Akane dentro di se voleva solo essere accettata per quello che era. Rimase in silenzio ad osservarla,
anche a tredici anni la sua fidanzata si dimostrava coriacea e dannatamente carina ed era proprio questo suo essere così indipendente e risoluta che lo affascinava tanto.
Infondo sapeva benissimo che lei riusciva cavarsela da sola e non le serviva certo un fidanzato,
era semplicemente una ragazza onesta e gentile che che si nascondeva dietro la corazza dell’essere maschiaccio per non essere ancora ferita.
Akane aprì la porta del magazzino, sicura e pronta ad affrontare una nuova vita. Mentre la luce intensa del tramonto la investiva,
il codinato si sentì di nuovo annebbiare la vista, scivolando in un senso di pesantezza e torpore.    



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Vapore denso e profumato di fiori si alzava in voluttuose spire. Ranma si sentì improvvisamente agitato. Un neon e delle piastrelle azzurre.
Balzò a sedere scattando come una molla. Era nel bagno dei Tendo e quell’aroma era inconfondibile.

* Lo shampoo che usa Akane…*

Deglutendo sonoramente si voltò al rallentatore verso l’ Ofuro dando un’immagine ai suoi pensieri.
La bella mora era placidamente distesa nell’acqua, capo reclinato e un panno caldo sugli occhi.
Doveva essere stata una giornata pesante ma il codinato non riusciva a incastrarla in uno spazio temporale preciso.
Aveva i capelli corti e il viso più maturo rispetto all’ultima visione.

* Forse qui già ci siamo conosciuti…*

Per poco non gli venne un infarto quando lei si ridestò improvvisamente e si tolse il panno dagli occhi. Le belle iridi nocciola fissavano il suo volto.

* Calma Ranma lei non può vederti…*

Osservò meglio i suoi tratti. Aveva pianto e scommetteva che la causa delle sue lacrime era proprio lui. Delusione mista ad una lieve rabbia.
Possibile che ancora dopo anni Akane non riuscisse a non farsi ferire dalle sue parole?

* Stupida…*    - S’impegnò per riuscire a captare i suoi pensieri.

* Quell’idiota… possibile che non riesca mai ad essere carino con me? Certo non ho il fisico sexy di Shan pu o i seni grandi della professoressa Hinako ma non sono certo da buttare.
Mi ci impegno da matti a cucinare o ad essere più femminile. Possibile che lui sia l’unico che non lo noti? Mi deve sempre offendere… sono così stanca…*  

* Sono così stanca… la stessa frase di ogg
i..*

Ranma rimase imbambolato a guardarla. Questi erano i suoi veri pensieri? Certo era uno che ci andava giù pesante a prenderla in giro ma lei non era da meno.
Si fermò a riflettere sulla questione. Possibile che per Akane le sue parole fossero così dolorose?
Vederla così fragile e insicura lo destabilizzò parecchio. In realtà non c’era proprio nulla che non andasse nel fisico della sua fidanzata.
Certo era assolutamente incapace di cucinare e per quanto fosse esteriormente femminile, bastava una battuta infelice a far uscire il camionista che è in lei e a spedirlo sulla luna
ma infondo Ranma adorava punzecchiarla e vederla prendersela tanto a cuore per il suo giudizio.
La cosa più snervante poi, era che tutti la adoravano e spesso, con somma irritazione, Hiroshi e Daisuke gli facevano notare questo o quel particolare nuovo o
semplicemente quanto era carina e gentile la sua Akane e quanto lui fosse un privilegiato a stare con lei.

* Sì carina con tutti, tranne che con me… *

Aveva un bel fisico tonico, i fianchi leggermente rotondi e la vita sottile. I seni erano grandi al punto giusto, gambe e sedere torniti e la sua pelle lattea come la luna.
Il viso poi era sicuramente qualcosa per cui ogni uomo sarebbe impazzito. Occhi grandi e limpidi orlati da lunghe ciglia.
Il nasino piccolo e aggraziato troneggiava appena al di sopra di una piccola bocca a cuore sempre vermiglia, il tutto contornato da corti e lisci capelli corvini.
Eh sì avvolte le moine di Kuno sull’avvenenza di lei erano del tutto comprensibili.
Si ridestò dalle sue elucubrazioni nel momento in cui la mora si alzò dalla vasca. Il cuore fece un capitombolo e il sangue dal naso non tardò a mostrarsi.

* Nuda… è nuda…*

Non riusciva ad articolare i pensieri, figuriamoci le parole. Piccole goccioline luminose imperlavano la sua pelle leggermente arrossata.
Aveva sognato, sbirciato e desiderato ardentemente di vederla così. Akane era davvero sexy e dopo questo non sarebbe più riuscito a guardarla con gli stessi occhi.
Tremendamente eccitato, si rimproverò mentalmente cercando di smettere di puntare lo sguardo nei punti più intimi.
Troppo tardi, con un gesto stizzito il codinato rivolse un cenno al cavallo dei suoi pantaloni.


- Ehi tu! Sta giù chiaro!? -
Ma cosa diavolo gli prendeva? Sapeva benissimo che non era un buon segno. Non riusciva a far smettere il suo cuore di galoppare impazzito;
era da circa un annetto ogni volta che aveva occasione di vedere una porzione del corpo nudo di Akane, di sfiorarla o di sognarla,
quello li partiva per conto suo e non la smetteva finché non veniva “sedato”, provocando momenti davvero imbarazzanti.

* L’unica cosa di cui mi vergogno nell’essere uomo…*

Fortunatamente la mora si avvolse in un telo da bagno e guardandosi allo specchio, calde stille ricominciarono a cadere lente.
Ranma le  corse dietro posizionandosi alle sue spalle. Una fitta dolorosa allo stomaco s’impossessò di lui, voleva toccarla,
abbracciarla e addirittura farsi prendere a cazzotti ma non poteva etereo e impalpabile com’era.

* Come diavolo fa a sopportare tutto questo…a sopportarmi?*

- P… perché mi sono innamorata di te?… Baka… avevo promesso che mai più nessuno avrebbe ridotto a brandelli il mio cuore…
perché te l’ho lasciato fare? Perché più lo fai e più non riesco a fare a meno di te? Mi odi così tanto? - 


Adesso il suo di cuore era a brandelli. Quanta sofferenza, quanto sciocco dolore le provocava con la sua fredda difesa.
Faceva tutto quello perché aveva una dannata paura di scoprire il suo cuore. Se avesse fatto un passo in più verso lei,
avrebbe dovuto esporsi, spiegare tutto alle varie pretendenti e i loro genitori li avrebbero costretti a sposarsi in trenta secondi.
Non che non volesse sposarla ma erano solo due ragazzini orgogliosi, tre anni fa.

* Sono già passati tre anni… *

 Ranma si rese conto che a malapena il loro rapporto si era evoluto, erano così impegnati a negare la loro unione che non si erano accorti del tempo inesorabilmente trascorso.
Dentro si amavano come se non ci fosse un domani, fuori erano due amichetti litigiosi dell’asilo, pronti ad azzannarsi la gola per sciocchezze
ma altrettanto pronti farsi strappare via le braccia se qualcun altro s’intrometteva nel loro rapporto. Quell’excursus nel passato della sua fidanzata gli aveva fatto capire tante cose.
I sentimenti che lei nutriva per lui e che celava abilmente, la lama fredda delle sue parole, che staccavano ogni giorno un pezzo della sua autostima e la maschera dell’orgoglio di entrambi che stava inesorabilmente inaridendo i loro cuori.

* Eh sì…siamo proprio due baka…*









Note dell' Autrice:
Eccovi un piccolo sketch che racchiude alcuni momenti di Akane del capitolo. Fatto a volo con una matita e la graphos:

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Spiegazioini sul capitolo:

* Hinako: Nel manga aveva provato a sedurre Soun per farsi sposare, perchè era rimasta colpita dalla sua gentilezza.

* Ho usato per i compagni di scuola di Akane i nomi dei doppiatori giapponesi di Ranma, perchè mi sembrava carino paragonarli alle voci dell'anime.
kappei yamaguchi: ranma, megumi hayashibara: ranko, noriko hidaka: akane, seiki toshihiko: mousse, koichi yamadera: ryoga. In più ho volutamente lasciato i vari
suffissi kun/chan/san e sempai per calarli un pò di più nell'atmosfera giapponese da drama.

* Akane nel manga/ anime aveva già recitato nel ruolo di Romeo proprio per il suo essere mascolina e combattiva, cosa che ha distrutto non poco la sua autostima,
quindi volevo riprenderlo come un ulteriore smacco a quello che aveva passato alle elementari.

* La storia dei capelli lunghi: Ovviamente Ranma non sa che Akane li portava così per piacere a Tofu e ho pensato fosse carino farglielo scoprire e fargli rivelare questo piccolo innocente ricordo.
Anche io la preferisco con i capelli corti. Rispecchiano di più il suo carattere e poi la differenziano dalle altre fidanzate mostrandola semplicemente per quello che è. Una bella ragazza acqua e sapone.



Ma ciao!! Come va? Spero bene... Grazie infinite per aver apprezzato il primo capitolo di questa piccola storia, spero che anche questo vi sia piaciuto.
Allora che ne pensate di questo giro tra i ricordi di Akane? Ho scelto dei ricordi in varie fasce d'età che hanno come filo conduttore il suo essere ribelle e maschiaccio ma anche la sua
crescita e il suo voler far sbocciare il suo lato femminile. Volevo che Ranma captasse i suoi pensieri più profondi, le sue paure, le sue insicurezze e che vivesse degli scorci di normale quotidianeità giapponese.  Spero come sempre di averli lasciati IC e che le situazioni che ho creato sembrino verosimili e atte alla presa di coscienza del nostro adorabile baka.
Nel prossimo capitolo conosceremo alcuni dei ricordi del nostro Ranma e scopriremo come reagirà Akane che è comunque convinta di sognare.
Grazie anticipatamente a chi si fermerà a leggere e a chi lascerà un graditissimo segno del suo passaggio. Vi auguro uno spendido weekend.

Karmy 

  
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