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Autore: Lely_1324    20/09/2014    4 recensioni
Sarà il loro più grande segreto, che li porterà a vivere una straziante storia d'amore. Dovranno confrontarsi con la clandestinità e la passione ...Ma nella città dell'amore tutto è possibile!
JENNIFER MORRISON- COLIN O'DONOGHUE
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L.A. 2 Agosto  5:00 p.m.

Un’altra auto blu che percorreva l’asfalto di Los Angeles.
Un altro party a cui presenziare.
Un altro autista impacciato, e due giovani attori da accompagnare agli Studios, sempre gli stessi, sempre silenziosi e assorti nei propri pensieri.
Scesero dall’auto ringraziando, e raggiunsero Lana che li attendeva sulla passerella, prima che i fotografi riuscissero a scattare qualche immagine dei promessi sposi di Hollywood.
Le cose non andavano affatto bene.
Jen non era più la stessa. Lui aveva intuito che, per il momento, non voleva sentir parlare di matrimonio. Era tesa, sfuggente, e stava perdendo di nuovo peso..segno che c’era qualcosa che la assillava, la preoccupava. Aveva sbagliato a lasciarla stare, sperando che tornasse l’allegra ragazza di sempre… l’avrebbe convinta a parlare, a cercare il suo aiuto…e le cose si sarebbero sistemate. Dopo tutto, lei non si era mai sfilata il suo anello, il suo pegno d’amore, e non lo allontanava quando lui le portava il caffè nelle pause sul set o la raggiungeva a casa, in piena notte, per addormentarsi al suo fianco. Sì, era ancora sua.


LA 2 Agosto 23:30 Pm 

Jen uscì dal bagno, chiudendo l’acqua del rubinetto e infilando lo spazzolino nel bicchiere. Non disse niente, e s’infilò sotto il lenzuolo.
Sebastian: “Tesoro, ho bisogno di parlare con te...e ci terrei che tu mi ascoltassi con attenzione.”
Jen trasalì, girandosi di scatto dalla sua parte. Il ragazzo si accorse del suo turbamento:
“Hey, tranquilla, non ho intenzione di lasciarti! Non potrei mai..e nonostante desideri che tu diventi al più presto la signora Stan, mi rendo conto che la tua serenità viene prima di tutto. La nostra serenità. Vuoi rimandare ulteriormente il matrimonio, vero?”
Jen deglutì, mettendosi a sedere e guardandolo perplessa.
 “Sei sotto stress, hai lavorato per tutta l’estate, e ora che è ripreso lo show devi pure pensare alla cerimonia, a finire di sistemare la casa..senza contare che abbiamo sempre i giornalisti addosso, a pressarci per avere notizie sul lieto evento..che rischia di non essere così lieto con tutto il casino che abbiamo intorno!”
“Io credo tu abbia ragione...!”
Non riusciva a vederla bene nella penombra della stanza, ma quando le sfiorò il viso sentì il palmo della propria mano inumidirsi di lacrime.
“non piangere Jennifer..non sono dispiaciuto.. non cambia niente se ritardiamo le nozze di qualche mese..”
“Voglio finirla qui Sebastian”.
Lui farfugliò qualcosa, e scoppiò in una risata stridula:
“Mi hai quasi spaventato!”
Ma sentiva le lacrime di lei scendere ancora più copiose fra le sue dita.
“Mi dispiace tanto..” disse fra i singhiozzi.
Lui le afferrò le braccia con entrambe le mani:
“Jen…non sei in te..non ti rendi conto di cosa stai dicendo..forse..forse è meglio se ci mettiamo a dormire e ne riparliamo con calma domani”
Lei si liberò dalla sua stretta.
“..tu meriti una donna che sappia amarti con tutta se stessa! Ma io non posso farlo”
Le prese la testa fra le mani, urlando con voce roca: “Ma sei tu quella donna! Dio, suona come una dannato clichè. ...sei più stanca di quel che pensassi, e dubiti perfino di te stessa..del nostro amore..”
Jen aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma lui la  interruppe
“Non dire più niente..ho sbagliato a forzare la mano con te stasera…non abbiamo bisogno di parlare!  Abbiamo bisogno di farci una vacanza insieme, noi due soli..domani vado a parlare con Katie, sono sicuro che ci concederà qualche giorno.."
“Non è del tuo amore che dubito ma del mio...voglio rompere il fidanzamento.”
“Smettila, Jennifer!” ora la sua voce era deformata da un’insolita venatura rabbiosa.
“Ormai ho deciso, Sebastian.”
“TU..Tu avresti deciso? Siamo in due a dover decisere, Dannazione!”
Le lasciò andare le tempie, allontanandosi da lei, scioccato. Affondò la testa nel proprio cuscino, dandole le spalle:
“Dormiamo. Domani questo delirio sarà sparito come un brutto sogno.”
Jen si distese supina, continuando a piangere silenziosamente.
“Mi dispiace tanto ma non cambierò idea.”


3 Agosto, 2:30 p.m.

Stava appoggiato con la schiena alla parete, il copione in mano e aspettava di girare la prossima scena, intanto che il tecnico delle luci e gli scenografi davano istruzioni alla miriade di giovani attori che lo circondavano, ciascuno con un numero identificativo appeso al collo. Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a concentrarsi sulle battute: non per il caos che aveva intorno, no..ormai a quello era abituato. Ciò che lo distraeva era la visione periferica di altri due giovani attori, che discutevano nervosamente, appartati, in fondo al corridoio del set.
Non poteva sentire quello che si stavano dicendo, parlavano sottovoce: ma il ragazzo aveva un’espressione attonita, rabbiosa, che mai gli aveva visto dipinta in volto fino ad allora...e la ragazza..quella ragazza, la sua Jen, si stringeva nelle braccia più che poteva, come a difendersi, e nel contempo come a chiedere scusa. La sua Jen...aveva il diritto di rivendicarla come sua?  Turbato, tornò a fissare le pagine che stringeva in mano, non riuscendo a vedere altro che lettere e lettere senza senso.
A un certo punto, sentì un sospiro pesante, e una voce familiare farsi vicina.
“Ah, le donne!”
Alzò lo sguardo, incrociando lo sguardo di Sebastian.
“Non ci crederai, ma la mia fidanzata sembra impazzita!”
Colin deglutì, cercando di abbozzare un sorriso, ma tutto ciò che ottenne fu uno strano ghigno preoccupato.
“Scusami, so che sei molto impegnato..è che mi chiedevo se tutte le donne diventano paranoiche in prossimità del matrimonio!”
 “Beh..credo di sì..anche mia moglie era molto nervosa..”
Balle. Da quando aveva scoperto di essere incinta, Helen non aveva desiderato altro che diventare la signora O'Donoghue il più in fretta possibile. E quando lui le aveva detto: “Ormai siamo già una famiglia, perché non mettiamo nero su bianco?” aveva visto il suo viso rasserenarsi, e quell’espressione placida non l’aveva abbandonata fino al giorno delle nozze.
Sebastian “Grazie Colin, un po’ mi consola! Jen ha davvero bisogno di staccare la spina per un pò..pensa, Katie ci darebbe anche qualche giorno libero, ma lei si rifiuta  categoricamente! Alle volte sa essere così ostinata, non puoi neanche lontanamente immaginare.."
Colin rise sommessamente, abbassando la fronte.
Sebastian gli mise confidenzialmente una mano sulla spalla:
“Scusa ancora..se hai occasione di parlarci, vedi di convincerla ad accettare l’offerta di Katie! Lo sai vero, che hai un certo ascendente su di lei?”
Colin lo fissò, non riuscendo a dissimulare il proprio stupore, ma lui si stava già allontanando con un sorriso di riconoscenza.
Colin inspirò profondamente, mormorando fra sé: “Non ti rendi minimamente conto...”
Poi girò lo sguardo dalla parte di Jen, che, da lontano, aveva seguito con il cuore in gola il loro breve colloquio.
Incatenò i propri occhi ai suoi, per pochi istanti, e fece di no con la testa, quasi in maniera impercettibile.
No…non sospetta niente.
No…non fare cazzate.
No...non sei sola.
 Jen comprese, e gli rispose con un accenno di sorriso, stanco e rassegnato.


15 Agosto, 7:00 p.m.

“Non riesco ancora ad abituarmi a questa barba!”
“ Alle donne piace...” rispose in tono scanzonato.
Helen gli rivolse un’occhiata severa, e lui sbuffò, finendo di abbottonarsi la camicia.
La sua famiglia lo aveva raggiunto a Beverly Hills per una breve vacanza. 
In quel momento, la presenza di sua moglie e dei suoi figli era più che mai un’ancora di salvezza.
Perché lui stava naufragando. E non era il solo.
Dopo quello scambio di battute con Sebastian, si era fatto forza e aveva trovato il modo di convincere Jen ad aspettarlo nel suo trailer. Finite le riprese, era corso da lei, mosso questa volta non dal desiderio, ma dal bisogno di sapere cosa diavolo fosse successo.
Ma quando aveva spalancato la porta e l’aveva vista corrergli incontro piangendo, le parole gli erano morte in gola e non aveva potuto far altro che chiudere a chiave e stringerla forte, baciandole gli occhi ricolmi di lacrime, gli zigomi bagnati, accarezzandole la schiena scossa dai singhiozzi.
" Mi fa male ovunque.." gli aveva sussurrato ancora stretta tra le sue braccia. E lui aveva colto tutti i significati che quella frase implicava.
"Dove ti fa male, amore?"le aveva domandato e lei sopirando gli aveva indicato le gambe.
-Dannati tacchi -aveva mormorato
Le aveva avvolto un braccio attorno alle palle per poi passarle l'altro sotto le ginocchia così da sollevarla e farla sdraiare sul divano, facendole poggiare le gambe sul proprio grembo.
Lui le aveva  sfiorato la guancia con la mano e si era abbassato per  baciarla mentre con l’altra mano ricominciava a lavorarle sulle sue gambe doloranti, dalle caviglie sottili  fino al fianco, e qualcosa di simile alla contentezza lo aveva  invaso, semplicemente perché lei si fidava tanto di lui da permettergli di toccare quella sua pelle perfetta.

Ma lui aveva i suoi figli ed Helen, sì, per quanto...
Loro erano i suoi punti cardinali.
Ma le sue certezze vacillavano
Specialmente quando la aveva vicina.
Non osava chiedersi cosa fosse Jen per lui, men che meno in quel preciso istante, mentre sua moglie gli stava sistemando il colletto della camicia. Si stavano preparando per uscire tutti quanti a cena.
D’un tratto sentì la voce della figlia provenire dal salotto:
“No.. Che peccato!! Papà, alla TV hanno detto che i tuoi colleghi hanno rotto il fidanzamento! Hanno litigato? Tu lo sapevi?”
Helen sentì il marito tremare, e alzò lo sguardo verso di lui: “Colin, tu lo sapevi?”
  
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