Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Marty Andry    20/09/2014    1 recensioni
La storia che tutti credevamo, la storia di Piero, un soldato.
Un soldato che muore, un soldato che porta il nome di tutti gli altri.
Ma in realtà Piero non è morto.
Perché tra quelle spighe di grano ancora verdi, la sua vita altrettanto giovane non poteva spezzarsi.
Perché Piero voleva vivere. E amava.
"Chi ha paura di morire, muore più d'una volta."
____________________________________________________________________________________
Una storia ispirata alla canzone di Fabrizio De Andrè "La guerra di Piero".
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Accompagnato da una lieve brezza d'inizio autunno, la famiglia Valenti si presentò a casa Caraccioli. Mentre i loro genitori discutevano del più e del meno, Piero e Teresa non facevano altro che scambiarsi sguardi d'intesa. Alla fine, il dottore capì l'ansia del figlio e spostò l'argomento della conversazione.
<< Insomma, non siam certo venuti qui per parlare di politica, vero Piero? >> esordì il dottore.
Il ragazzo annuì e, con le gambe che tremavano, si alzò. Sfregò l'una contro l'altra le mani fradice e parlò. << Signori Caraccioli, >> iniziò, cercando di assumere un tono serio << vorrei chiedere la mano di vostra figlia di Teresa. >>
Si sorrisero, nell'attesa della conferma dei genitori di lei. Questa, ripensò alla frase della madre detta la sera precedente prima che andasse a dormire: "Tu finirai come Ninetta"
<< Piero, ti parlo con franchezza. Teresa è l'unica figlia che ho, so quanto tiene a te. Sei entrato nella sua vita come un uragano, all'improvviso, a causa mia. Ricordi quel giorno d'aprile? Ho sempre voluto che lei facesse le sue scelte e che fosse felice, ho voluto lasciarla sbagliare per farla diventare una donna dalle ossa forti. Ebbene, avete il mio consenso. >>
Teresa si alzò subito e corse da Piero, la madre di lui scoppiò a piangere, i due uomini, trattenendo le lacrime, si strinsero affettuosamente le mani. 
<< Io non sono d'accordo. >>
Tutti e cinque si voltarono verso Rita, sorpresi. 
<< Vogghiu figghima cu si sposa doppu ca iddu torna ti la uerra. (Voglio che mia figlia si sposi dopo che lui torna dalla guerra.) >> disse decisa << No vogghiu ca rimani comu la zita di Puzanu. (Non voglio che faccia la stessa fine della promessa sposa di Pulsano). >>
Tutti le tenevano gli occhi incollati addosso.
<< Va bene, va benissimo. >> ruppe il silenzio Roberto.
Rimasero anche per il pranzo, per poi tornare a casa, dove le valigie ancora vuote aspettavano il ragazzo.

<< Cuddu no passa mancu l'arcu ti la porta ca lu 'cciunu. E poi vogghiu 'vesciu ce faci! >> sentenziò Rita la sera.
Teresa cercò di immaginare Piero, il suo Piero, uccidere ed essere colpito a morte, con l'uniforme madida di sangue. Con le mani tra i capelli e visioni tragiche, si addormentò, rannicchiata accanto al padre.

Piero odiava i temporali, e quella mattina non fu fortunato. 
Il giorno in cui partì il sole era alto e splendente. Avrebbe voluto lasciare il paese mentre pioveva, col cielo coperto da nuvole plumbee. Mentre le gocce d'acqua coprivano il suo volto giovane, scivolando rapide sulle sue guance, come la vita che diventata sempre più inafferrabile.
Nonostante fosse già metà settembre e le fronde degli alberi andavano colorandosi delle tonalità del giallo, quella mattina il sole baciava il paese e l'intera regione. La notte, Piero, non aveva dormito, ma aveva pianto, in silenzio. Sembrava che tutto fosse già finito, che la sua esistenza fosse stata irrimediabilmente stroncata. Quante cose avrebbe voluto fare: diventare, ormai paradossalmente, un maestro; assistere i suoi genitori; crescere i due gemellini di casa, Ciccio e Andrea; proteggere Margherita dai giovanotti che, senza ombra di dubbio, le avrebbero fatto la corte; ridere e scherzare con Salvo. Costruire una famiglia con Teresa.
Con gli occhi arrossati e andatura flemmatica uscì dalla sua stanza e andò in quella dei genitori, svegli anche loro.

<< Ti prego, sbrigati! >> gridava Teresa lungo il tragitto da casa di Salvo a quella di Piero, tirando la manica della camicia ormai sgualcita.
<< Calmati, metti ansia anche a me. >> 
Lei tremava come una foglia, la pelle era più bianca che mai.
<< Ti ricordo che se continui così, diventerai così pallida che sembrerai un tutt'uno con l'abito bianco. >> commentò, nell'intento di risollevarle il morale.
La ragazza gli lanciò un'occhiata, un misto di preoccupazione e di rimprovero.
<< Perdono, perdono, chiedo umilmente perdono. >>

In casa Valenti regnava il silenzio più totale. Margherita, Ciccio e Andrea ponevano insistenti domande su cosa stesse accadendo, senza ricevere alcuna risposta. Piero li osservava tutti, come per catturarne un ultimo sguardo o gesto. Fissava sua madre, alta e dalla forme armoniose nonostante le molte gravidanze. Gli occhi verdi, come quelli di Piero, erano velati, a dimostrazione del suo stato d'animo. Il naso dritto, la pelle ambrata ed il collo un po' lungo la rendevano eccezionalmente bella. Piero la ricordava mentre raccoglieva rametti di rosmarino nell'orto, mentre il vento le sollevava la gonna e scompigliava i capelli. Una donna dalla tempra forte e audace.
Il dottor Valenti, invece, stava seduto su una sedia di paglia, con lo sguardo perso nel vuoto, oltre il tavolo su cui erano poggiati i bagagli del figlio. La camicia, abbottonta male, la fronte lucida dal sudore ed i capelli spettinati davano l'idea che fosse l'uomo più disperato del mondo. 
Rosalba Del Gennaro e Roberto Valenti, avrebbe detto Ninetta, erano comu li fichi 'cucchiati. E quando lei aveva perso i genitori, lui l'aveva sposata, e avevano scoperto di amarsi.
Ciccio e Andrea giocavano col cappello militare del fratello. Sei anni più piccolo del primogenito, si distinguevano solo per la scriminatura dei cappelli. Occhi neri come la pece e capelli riccioluti rispecchiavano il loro carattere vivace ma la contempo mite. Andrea amava disegnare, qualità ereditata dal suo nonno paterno. 
Margherita, invece, aveva otto anni, e Pietro la adorava. Quella matti a sedeva sulle ginocchia del ragazzo mentre questo le accarezzava i morbidi riccioli color del miele. Era stregato dagli occhi dello stesso colore dell'acqua e come lo guardava quando la sollevava in aria facendola volteggiare. 

Piero , quel giorno, si sentiva più confuso che mai. Il giorno prima aveva deciso di sposare Teresa, promessa di un futuro certo, e tra meno di due ore sarebbe andato incontro alla fine.
Bussarono alla porta e il ragazzo trasalì, lui ed i genitori si scambiarono occhiate fugaci. Rosalba aprì e si trovò davanti Salvo che teneva Teresa sottobraccio. Appena li vide, Piero scattò in piedi. Li abbracciò forte entrambi, scoppiando in lacrime. Salvo non esternava facilmente i suoi sentimenti, ma in quella circostanza non ce la fece a contenersi. Guardò l'amico negli occhi e ripercorse tutta la loro infanzia, le loro avventure. Quando si avvicinò a Teresa, lei gli passo una mano sulla giubba verde, passandola poi sul viso per percorrere i suoi lineamenti. I familiari del ragazzo ebbero il buon senso di dileguarsi, in modo da donargli gli ultimi momenti coi suoi amici.
<< Senti, >> disse con voce spezzata << quando torno voglio vederti sistemato, Salvatò. Va bene? >>
L' altro abbassò lo sguardo. << Ovvio, ma aspetterò te. >>
<< Scrivici almeno ogni settimana, ti prego. >> lo supplicò Teresa.
Lui, in tutta risposta, fece scivolare le sue labbra salate dalle lacrime sulle sue.
Un'ora dopo Piero si lasciava alle spalle il suo paesino, la sua famiglia e tutti gli altri suoi affetti, con un cuore ancora giovane e già troppo carico di emozioni.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Marty Andry