Oddio…sono
di fretta…e quindi non posso fermarmi molto.
Un grazie di
cuore a tutti quelli che hanno commentato e anche a chi ha solo letto…
Baci…Baci…Rain!!!
2.
Limite…
“ …a tutto c’è un limite,
quella barriera che mai andrebbe superata, quella
linea di confine che rappresenta tutte le differenze della nostra vita.
Se esiste, un motivo c’è!
Eppure si tende a dimenticarlo spesso, troppo
spesso, e quando ce ne rendiamo conto ormai è troppo tardi.
Avremmo dovuto fermarci tempo fa…forse…
Non lo so, non so più
cosa sia giusto e cosa non lo sia. Davvero!
Te l’ho gia detto: sono
stanca!
Sento di non farcela, di non avere più la forza
per affrontare l’ennesima battaglia della mia vita; ne ho viste tante
negli anni che si sono susseguiti, e arrivata a questo punto sento di aver dato
tutto quello che potevo dare.
Ora…
Mamma.”
La lettera scivolò
dalle sue mani candide fino a toccare il pavimento di legno.
Dentro di lei, la rabbia si
alternava alla disperazione che ormai era una fida compagna; ogni giorno era
cresciuta con quei sentimenti nel cuore, amici e compagni dell’allegria e
delle risate che si faceva con sua sorella.
[Gli opposti dell’Universo…
…quelli che lo tengono in piedi…]
Sospirò prima di
abbassarsi e raccogliere quel pezzo di carta macchiata dall’inchiostro.
La ripiegò
elegantemente e l’infilò nella busta per poi metterla nel cassetto
vicino al letto insieme alle altre.
Aveva smesso di contarle molto tempo prima, ma ora le sembrava che fossero
addirittura troppe.
[Anni di parole scritte sulla carta…
…nient’altro…niente…]
Portò lo sguardo fuori dalla finestra dove la luna brillava argentea.
[Argento come i suoi occhi nella notte…]
Scosse la testa prima di
uscire lentamente dalla stanza.
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La notte era calma e serena, alquanto strano dato che nel Collegio Cross la
parola tranquillità era quasi sconosciuta.
Yuki camminava
tranquillamente sulla strada di ciottoli quando una
figura le si parò davanti.
La guardò con un misto
di curiosità e superficialità prima di passarla incurante del
fatto che fosse fuori dal dormitorio a
quell’ora.
“ Non mi
rimproveri?” le chiese la voce della sconosciuta non riuscendo a celare
completamente il divertimento per quella domanda.
“ E
a cosa servirebbe?” fece la mora voltandosi leggermente verso di lei.
“ Mi ascolteresti?”
L’altra rise
sommessamente. “ Effettivamente…no.” Ammise guardandola e
strizzandole l’occhio.
Yuki sospirò
stancamente prima voltarsi completamente verso di lei
e scuotere la testa. “ Che ci fai qui?”
domandò a bruciapelo.
“ Quello che ci fai tu,
suppongo.” Rispose la figura innocentemente.
“ Studio.”
[Un gesto fluido…come quello
dell’altra notte…
…l’arma gia in pugno
pronta a colpire…]
Si ritrovò con Artemis
puntata alla gola e un’espressione seccata da parte di Yuki.
“ Ele…per
favore.” Disse con una nota di supplica nella voce.
La figura sospirò
prima di scansarsi con eleganza dall’arma e superare la mora.
“ Le cose non stanno
andando per niente bene.” Ammise con aria grave.
“ Io…noi…non sappiamo più cosa dobbiamo fare. La
situazione degenera ogni minuto che passa.”
“ E per questo sei
venuta qui?” domandò allibita dalla
risposta.
Ele chiuse gli occhi e si
passò una mano tra i capelli. “ Cosa avrei
dovuto fare, allora?” chiese con voce amareggiata. “ Dimmelo tu.
Forza…dimmelo…!”
Yuki ripose Artemis sotto alla gonna scuotendo la testa. “ Di certo non venire qui.” La rimproverò con calma. “
Insomma…” sbottò poi allargando le braccia in segno di esasperazione. “ Questo non è certo il luogo
più sicuro; potrei dirti che i casini maggiori
c’è li abbiamo proprio qui.”
L’altra la guardò restando in silenzio per un momento, combattuta tra
il risponderle e il prenderla a pugni, alla fine, scelse la prima
strada.
“ Ma
di sicuro qui è più sicuro di là
fuori…” notò accigliata.
“ Non ne sarei
così sicura.”
Ele alzò gli occhi al
cielo prima si sospirare sconfitta.
[Non si può sopportare mai
troppo…]
“ Piuttosto,” disse cambiando discorso. “ lo sai chi
è venuta al Collegio, vero?”
Yuki la guardò per un
momento, e il ghignò che vide non le piacque
per niente. “ Non farti venire strane idee.” Le disse prima ancora
di sentire il resto.
“ Ma
io non stavo pensando a nulla.” Si lamentò l’altra
piagnucolando.
“ Si, si…”
Ele rise sommessamente a
quella risposta: sempre la solita storia!
“ Lo sai, piuttosto,
che cosa significa?” le chiese tornando seria improvvisamente.
Yuki annuì
impercettibilmente, ma lei capì comunque.
Le fece un breve cenno con la
mano e dopo un attimo era sparita.
[Un soffio di vento…
…e il reale non e
più tale…]
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La maggior parte degli
studenti erano eccitati all’idea di questo
evento, ma c’era anche chi, come i componenti della Night Class, non erano
proprio entusiasti; tutti gli anni la stessa storia, le stesse persone, le stesse ragazzine urlanti qua e la…era
davvero difficile sopportare tutto questo!
Solitamente era
Yuki Cross non aveva mai avuto una particolare simpatia per i balli di
società, e solo l’idea di dovervi partecipare le faceva venire un
mal di testa terribile; anche per questo aveva accettato senza far storie
l’idea di sorvegliare la sala con la divisa scolastica piuttosto che
indossare un bel abito e danzare per tutta la serata.
Ora, davanti allo specchio
della sua stanza, una benda faceva bella vista di se sul suo collo: i segni del
morso di Zero era ben visibili là sotto!
[I segni del peccato…
…il più terribile che possa esistere…]
A volte si chiedeva davvero
se stesse sbagliando a fare quello che stava facendo, eppure le era venuto
spontaneo offrirgli il suo sangue per continuare a vivere…benché
questo non allontanasse la fine, ma la rendesse solo più terribile e
vicina.
[Non lo si può impedire…
…non si può fermare la morte…]
Portò lo sguardo sul
letto dove, appoggiato e incartato con cura, un abito aspettava soltanto che
lei si decidesse ad indossarlo; il regalo di Kaname voleva solo essere usato,
ma lei sapeva benissimo che così non sarebbe stato…non quella
sera, perlomeno.
Si sistemò meglio la
fascia elastica sul collo e, dopo un ultimo sguardo al vestito, uscì
dalla stanza.
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La sala era stata allestita a
festa e, come ogni volta, era gia gremita di studenti che ballavano o
chiacchieravano guardandosi intorno.
Zero, appoggiato al muro,
controllava la situazione con aria attenta ma assorta, come se i suoi pensieri
stessero spaziando chissà dove in quel momento.
“ Ah, vedo che alla fine sei venuto.” Disse Yuki con un sorriso.
“ E tu perché
non sei vestita?” chiese lui senza far caso a
ciò che la ragazza aveva detto.
“ Non mi piacciono i
balli di società.” Disse semplicemente. “ E poi lo sai che
il Direttore ci ha chiesto di tenere d’occhio la situazione…nel
caso accada qualcosa.”
Lui la guardò per un
momento come se non credesse a quello che aveva sentito: da quando in qua una
ragazza preferiva stare in un angolo piuttosto che ballare in mezzo alla sala!?
Yuki era proprio strana!
“ Chi ti capisce
è bravo.” Borbottò arrabbiato prima di riportare lo sguardo
sulla sala.
Lei alzò gli occhi al cielo prima di posarli sugli studenti presenti
e, come c’era da immaginare, qui quattro casinisti che avevano in classe
non c’erano.
Meglio così…forse…
Fece vagare gli occhi sulla
sala finché non incontrò la figura di Kaname Kuran, in piedi sul
balcone, che fissava il buio della notte senza troppo interesse.
Si avviò in quella
direzione con passo calibrato e, una volta che fu dietro al bel vampiro, il
sorriso forzato che aveva tentato di mantenere da quando
aveva messo piedi là dentro svanì.
“ Mi spiace che tu non
abbia indossato l’abito.” Iniziò
Kaname con voce calma e suadente. “ Sono certo che ti avrebbe
donato molto.”
“ Forse.”
Annuì lei senza troppo interesse. “ Ma non dovevo venire qui per ballare, perciò ho preferito la divisa
scolastica, anche perché la fascia da Disciplinare stonava un po’
con l’eleganza di quel vestito, non trovi anche tu?”
Lui si voltò piano
fino ad incrociare i suoi occhi, quasi volesse leggerle dentro, ma lei non
glielo permise.
“ Sei strana.”
Sussurrò avvicinandosi con calma.
Yuki alzò un
sopracciglio e lo guardo con finta curiosità.
“ Sei cambiata.”
Disse lui con la voce seducente che da sempre gli apparteneva. “ Soprattutto
in questo periodo. Dimmi…è per caso
successo qualcosa?”
La ragazza sospirò
chiedendosi se quella fosse davvero la domanda da fare in un momento come
quello; che fosse successo qualcosa era ovvio, anche perché era proprio
lui una delle cause scatenati di tutto il casino che
aveva avvolto il Collegio Cross in quel periodo.
“ Non lo so.” mentì lei con una risatina sciocca. “
Sinceramente: non riesco proprio a capire cosa possa essere successo.” I suoi occhi lo incatenarono al
suolo, e per un momento, fuggevole e leggero, Kaname ebbe davvero paura
di lei. “ Dimmelo tu s’è successo
qualcosa.”
“ Non credo di
seguirti.” Disse fingendosi sorpreso.
“ Oh, andiamo,
Kaname.” Lo riprese lei abbandonando la gentilezza di poco prima. “
Qui ci siamo solo tu ed io, nessun altro. Basta con le balle!”
soffiò incrociando le braccia al petto. “ Lo sappiamo entrambi
che, ieri, sei stato tu ha farmi perdere i sensi e a
cancellarmi la memoria cosicché non ricordassi di aver sentito il nome
di Shizuka Hiou, ne ricordassi di averla vista nel corpo di Maria
Kurenai.”
Gli occhi di Kaname si fecero
improvvisamente irrequieti, e per quando avesse voluto distoglierli, era come
se Yuki avesse praticato su di lui una sorta d’incantesimo, privandolo di
quell’azione che tanto avrebbe voluto fare.
“ Voleva solo
proteggerti.” Sussurrò infine riuscendo ad abbassare lo sguardo.
“ Cambia disco.” Sbuffò lei stanca. “ Questo l’ho gia sentito troppe volte.”
Lui la guardò
sorpreso: dov’era finita
“ Ma
è la verità.”
Lei alzò gli occhi al
cielo e si voltò per andarsene, ma lui la richiamò.
“ Cosa
c’è ancora?” domandò irritata voltandosi.
E Kaname perse le parole.
Perché in quel momento
capì di aver osato troppo, capì di aver superato quella linea di
confine che dovrebbe restare inviolata, e lo capì
quando incrociò gli occhi della ragazza che un tempo era stata
una bambina indifesa, ma che ora sembrava possedere più forza di quando
lui ritenesse fosse possibile.
[Aveva superato il limite…
…e ora ne avrebbe
pagate le conseguenza…]