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Autore: Rain e Ren    04/10/2008    3 recensioni
Una Yuki sedicenne da troppo tempo.
Un Zero ormai al limite, che sta per trasformarsi in una bestia assetata di sangue priva di ragione.
Un Kaname messo alle strette dal Consiglio.
Una Night Class che per la prima volta scopre cosa sia davvero il Consiglio e a cosa miri.
Una Shizuka diversa da come era stata descritta, dall’assassina senza scrupoli.
E una famiglia…leggendaria…che torna a lottare…
Ed infine la guerra…antica quanto il tempo…che ancora una volta richiede vittime sacrificali per la sua smania…
In un mondo ormai sul ciglio del baratro, un gruppo di ragazzi sono chiamati a fare una scelta… Scegliere da che parte schierarsi è d’obbligo per poter sopravvivere…
Ma cosa centra in tutto ciò la famiglia di Yuki?
E perché, improvvisamente, lei se ne va?
E come mai Shizuka Hiou si trova all’Istituto Cross?
E cos’è la storia che la famiglia Kiryu non è morta come invece si crede?
Segreti e misteri tornano a galla…chi sarà in grado di fermare l’avanzata sempre maggiore dell’Inferno?
La mia seconda fic su Vampire Knight, spero vi possa piacere più della prima.
ATTENZIONE: questa storia è in parte legata a Guardian, ma solo per l’apparizione, in seguito, di alcuni personaggi della mia prima ff. Non è quindi obbligatorio leggerla, anche perché non è che abbiano un grande ruolo nelle precedente ff, ma se volete…
Lo so che l’avevo gia postata, ma ho dovuto toglierla!!!
Buona lettura…Baci Rain!!!
Genere: Dark, Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shizuka Hio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Oddio…sono di fretta…e quindi non posso fermarmi molto

Oddio…sono di fretta…e quindi non posso fermarmi molto.

Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno commentato e anche a chi ha solo letto…

Baci…Baci…Rain!!!

 

 

2. Limite…

 

“ …a tutto c’è un limite, quella barriera che mai andrebbe superata, quella linea di confine che rappresenta tutte le differenze della nostra vita.

Se esiste, un motivo c’è!

Eppure si tende a dimenticarlo spesso, troppo spesso, e quando ce ne rendiamo conto ormai è troppo tardi.

Avremmo dovuto fermarci tempo fa…forse…

Non lo so, non so più cosa sia giusto e cosa non lo sia. Davvero!

Te l’ho gia detto: sono stanca!

Sento di non farcela, di non avere più la forza per affrontare l’ennesima battaglia della mia vita; ne ho viste tante negli anni che si sono susseguiti, e arrivata a questo punto sento di aver dato tutto quello che potevo dare.

Ora…

Mamma.”

 

La lettera scivolò dalle sue mani candide fino a toccare il pavimento di legno.

Dentro di lei, la rabbia si alternava alla disperazione che ormai era una fida compagna; ogni giorno era cresciuta con quei sentimenti nel cuore, amici e compagni dell’allegria e delle risate che si faceva con sua sorella.

 

[Gli opposti dell’Universo…

…quelli che lo tengono in piedi…]

 

Sospirò prima di abbassarsi e raccogliere quel pezzo di carta macchiata dall’inchiostro.

La ripiegò elegantemente e l’infilò nella busta per poi metterla nel cassetto vicino al letto insieme alle altre.

Aveva smesso di contarle molto tempo prima, ma ora le sembrava che fossero addirittura troppe.

 

[Anni di parole scritte sulla carta…

…nient’altro…niente…]

 

Portò lo sguardo fuori dalla finestra dove la luna brillava argentea.

 

[Argento come i suoi occhi nella notte…]

 

Scosse la testa prima di uscire lentamente dalla stanza.

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La notte era calma e serena, alquanto strano dato che nel Collegio Cross la parola tranquillità era quasi sconosciuta.

Yuki camminava tranquillamente sulla strada di ciottoli quando una figura le si parò davanti.

La guardò con un misto di curiosità e superficialità prima di passarla incurante del fatto che fosse fuori dal dormitorio a quell’ora.

“ Non mi rimproveri?” le chiese la voce della sconosciuta non riuscendo a celare completamente il divertimento per quella domanda.

E a cosa servirebbe?” fece la mora voltandosi leggermente verso di lei. “ Mi ascolteresti?”

L’altra rise sommessamente. “ Effettivamente…no.” Ammise guardandola e strizzandole l’occhio.

Yuki sospirò stancamente prima voltarsi completamente verso di lei e scuotere la testa. “ Che ci fai qui?” domandò a bruciapelo.

“ Quello che ci fai tu, suppongo.” Rispose la figura innocentemente. “ Studio.”

 

[Un gesto fluido…come quello dell’altra notte…

…l’arma gia in pugno pronta a colpire…]

 

Si ritrovò con Artemis puntata alla gola e un’espressione seccata da parte di Yuki.

“ Ele…per favore.” Disse con una nota di supplica nella voce.

La figura sospirò prima di scansarsi con eleganza dall’arma e superare la mora.

“ Le cose non stanno andando per niente bene. Ammise con aria grave. “ Io…noi…non sappiamo più cosa dobbiamo fare. La situazione degenera ogni minuto che passa.

“ E per questo sei venuta qui?” domandò allibita dalla risposta.

Ele chiuse gli occhi e si passò una mano tra i capelli. “ Cosa avrei dovuto fare, allora?” chiese con voce amareggiata. “ Dimmelo tu. Forza…dimmelo…!”

Yuki ripose Artemis sotto alla gonna scuotendo la testa. “ Di certo non venire qui.” La rimproverò con calma. “ Insomma…” sbottò poi allargando le braccia in segno di esasperazione. “ Questo non è certo il luogo più sicuro; potrei dirti che i casini maggiori c’è li abbiamo proprio qui.”

L’altra la guardò restando in silenzio per un momento, combattuta tra il risponderle e il prenderla a pugni, alla fine, scelse la prima strada.

Ma di sicuro qui è più sicuro di là fuori…” notò accigliata.

“ Non ne sarei così sicura.”

Ele alzò gli occhi al cielo prima si sospirare sconfitta.

 

[Non si può sopportare mai troppo…]

 

“ Piuttosto,” disse cambiando discorso. “ lo sai chi è venuta al Collegio, vero?”

Yuki la guardò per un momento, e il ghignò che vide non le piacque per niente. “ Non farti venire strane idee.” Le disse prima ancora di sentire il resto.

Ma io non stavo pensando a nulla.” Si lamentò l’altra piagnucolando.

“ Si, si…”

Ele rise sommessamente a quella risposta: sempre la solita storia!

“ Lo sai, piuttosto, che cosa significa?” le chiese tornando seria improvvisamente.

Yuki annuì impercettibilmente, ma lei capì comunque.

Le fece un breve cenno con la mano e dopo un attimo era sparita.

 

[Un soffio di vento…

e il reale non e più tale…]

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La Serata da Ballo era una delle manifestazioni più importanti al Collegio Cross: la Day Class e la Night Class si trovavano per una volta assieme, sotto le luci del grande salone, chi a danzare chi a chiacchierare, in un ballo di società molto prestigioso.

La maggior parte degli studenti erano eccitati all’idea di questo evento, ma c’era anche chi, come i componenti della Night Class, non erano proprio entusiasti; tutti gli anni la stessa storia, le stesse persone, le stesse ragazzine urlanti qua e la…era davvero difficile sopportare tutto questo!

Solitamente era la Day Class quella più contenta di questo evento, eppure anche li c’erano alcuni componenti che non ne volevano proprio sapere di mettersi un vestito elegante e scendere in quella sala gremita di gente che ti guarda e si chiede, indecisa, se invitarti a ballare oppure no.

Yuki Cross non aveva mai avuto una particolare simpatia per i balli di società, e solo l’idea di dovervi partecipare le faceva venire un mal di testa terribile; anche per questo aveva accettato senza far storie l’idea di sorvegliare la sala con la divisa scolastica piuttosto che indossare un bel abito e danzare per tutta la serata.

Ora, davanti allo specchio della sua stanza, una benda faceva bella vista di se sul suo collo: i segni del morso di Zero era ben visibili là sotto!

 

[I segni del peccato…

…il più terribile che possa esistere…]

 

A volte si chiedeva davvero se stesse sbagliando a fare quello che stava facendo, eppure le era venuto spontaneo offrirgli il suo sangue per continuare a vivere…benché questo non allontanasse la fine, ma la rendesse solo più terribile e vicina.

 

[Non lo si può impedire…

…non si può fermare la morte…]

 

Portò lo sguardo sul letto dove, appoggiato e incartato con cura, un abito aspettava soltanto che lei si decidesse ad indossarlo; il regalo di Kaname voleva solo essere usato, ma lei sapeva benissimo che così non sarebbe stato…non quella sera, perlomeno.

Si sistemò meglio la fascia elastica sul collo e, dopo un ultimo sguardo al vestito, uscì dalla stanza.

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La sala era stata allestita a festa e, come ogni volta, era gia gremita di studenti che ballavano o chiacchieravano guardandosi intorno.

Zero, appoggiato al muro, controllava la situazione con aria attenta ma assorta, come se i suoi pensieri stessero spaziando chissà dove in quel momento.

“ Ah, vedo che alla fine sei venuto.” Disse Yuki con un sorriso.

“ E tu perché non sei vestita?” chiese lui senza far caso a ciò che la ragazza aveva detto.

“ Non mi piacciono i balli di società.” Disse semplicemente. “ E poi lo sai che il Direttore ci ha chiesto di tenere d’occhio la situazione…nel caso accada qualcosa.

Lui la guardò per un momento come se non credesse a quello che aveva sentito: da quando in qua una ragazza preferiva stare in un angolo piuttosto che ballare in mezzo alla sala!?

Yuki era proprio strana!

“ Chi ti capisce è bravo.” Borbottò arrabbiato prima di riportare lo sguardo sulla sala.

Lei alzò gli occhi al cielo prima di posarli sugli studenti presenti e, come c’era da immaginare, qui quattro casinisti che avevano in classe non c’erano.

Meglio così…forse…

Fece vagare gli occhi sulla sala finché non incontrò la figura di Kaname Kuran, in piedi sul balcone, che fissava il buio della notte senza troppo interesse.

Si avviò in quella direzione con passo calibrato e, una volta che fu dietro al bel vampiro, il sorriso forzato che aveva tentato di mantenere da quando aveva messo piedi là dentro svanì.

“ Mi spiace che tu non abbia indossato l’abito. Iniziò Kaname con voce calma e suadente. “ Sono certo che ti avrebbe donato molto.”

“ Forse.” Annuì lei senza troppo interesse. “ Ma non dovevo venire qui per ballare, perciò ho preferito la divisa scolastica, anche perché la fascia da Disciplinare stonava un po’ con l’eleganza di quel vestito, non trovi anche tu?”

Lui si voltò piano fino ad incrociare i suoi occhi, quasi volesse leggerle dentro, ma lei non glielo permise.

“ Sei strana.” Sussurrò avvicinandosi con calma.

Yuki alzò un sopracciglio e lo guardo con finta curiosità.

“ Sei cambiata.” Disse lui con la voce seducente che da sempre gli apparteneva. “ Soprattutto in questo periodo. Dimmi…è per caso successo qualcosa?”

La ragazza sospirò chiedendosi se quella fosse davvero la domanda da fare in un momento come quello; che fosse successo qualcosa era ovvio, anche perché era proprio lui una delle cause scatenati di tutto il casino che aveva avvolto il Collegio Cross in quel periodo.

“ Non lo so.” mentì lei con una risatina sciocca. “ Sinceramente: non riesco proprio a capire cosa possa essere successo. I suoi occhi lo incatenarono al suolo, e per un momento, fuggevole e leggero, Kaname ebbe davvero paura di lei. “ Dimmelo tu s’è successo qualcosa.”

“ Non credo di seguirti.” Disse fingendosi sorpreso.

“ Oh, andiamo, Kaname.” Lo riprese lei abbandonando la gentilezza di poco prima. “ Qui ci siamo solo tu ed io, nessun altro. Basta con le balle!” soffiò incrociando le braccia al petto. “ Lo sappiamo entrambi che, ieri, sei stato tu ha farmi perdere i sensi e a cancellarmi la memoria cosicché non ricordassi di aver sentito il nome di Shizuka Hiou, ne ricordassi di averla vista nel corpo di Maria Kurenai.”

Gli occhi di Kaname si fecero improvvisamente irrequieti, e per quando avesse voluto distoglierli, era come se Yuki avesse praticato su di lui una sorta d’incantesimo, privandolo di quell’azione che tanto avrebbe voluto fare.

“ Voleva solo proteggerti.” Sussurrò infine riuscendo ad abbassare lo sguardo.

“ Cambia disco.” Sbuffò lei stanca. “ Questo l’ho gia sentito troppe volte.”

Lui la guardò sorpreso: dov’era finita la Yuki che conosceva lui?

Ma è la verità.”

Lei alzò gli occhi al cielo e si voltò per andarsene, ma lui la richiamò.

Cosa c’è ancora?” domandò irritata voltandosi.

E Kaname perse le parole.

Perché in quel momento capì di aver osato troppo, capì di aver superato quella linea di confine che dovrebbe restare inviolata, e lo capì quando incrociò gli occhi della ragazza che un tempo era stata una bambina indifesa, ma che ora sembrava possedere più forza di quando lui ritenesse fosse possibile.

 

[Aveva superato il limite…

…e ora ne avrebbe pagate le conseguenza…]

   
 
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