Kathrin correva, la folta chioma rossa agitata dal vento. Il bosco attorno a lei
sembrava quasi volerla intrappolare, come impedirne l'avanzare nell'oscurità.
Radici contorte la facevano cadere, mentre alle sue spalle, la creatura
continuava a seguirla senza darle tregua. Si voltò indietro un'altra volta,
ormai stremata, quasi in lacrime per la corsa e la fatica.
«Hai finito di farmi perdere del tempo?» la voce che giunse alle sue orecchie
aveva lo stesso calore dell'inverno, un sottile stiletto di ghiaccio che le
trafiggeva le orecchie. Si voltò, scrutò a fondo nell'oscurità ma non vide
nessuno. «Sono qui, dannata! Davanti a te, non alle tue spalle!» Kathrin, in
ginocchio con le mani che affondavano tra terra e radici, si voltò lentamente e
la vide. Il corpo magro avvolto in abiti maschili, le braccia conserte sotto il
seno e lo sguardo furente. A stento tratteneva la sua collera.
«Come hai fatto!» dimentica della paura, Kathrin la guardò piena di ammirazione
«Ero convinta di esserti riuscita a distanziare!» l'altra non rispose, si limitò
a stringere gli occhi. Avanzò di un passo, mani simili ad artigli agguantarono i
capelli rossi e Kathrin iniziò a gemere, cercando di divincolarsi, ma la forza
dell'altra era superiore e le impediva ogni tentativo di fuga.
Kathrin fu trascinata di peso attraverso il bosco, implorando perdono, senza
ricevere un minimo di considerazione. Quando iniziò a scorgere il castello, le
sue lamentele acquistarono maggior vigore.
Fu condotta verso i sotterranei, l'odore della muffa e del sangue rappreso
impestava l'aria. I gemiti iniziarono ad arrivare alle sue orecchie,
rammentandole il motivo per cui era stata condotta lì.
La lanciò dentro una cella, il pavimento viscido la fece scivolare, cadendo ai
piedi dell'uomo incatenato.
«Sai cosa devi fare.» sibilò la donna alle sue spalle. Kathrin osservò l'uomo
storcendo il naso, disgustata.
«Puzza!»
«Non me ne frega un cazzo!»
«Non potrebbe farsi un bagno prima?» Un basso ringhio gutturale fu l'unica
risposta che ottenne. Esitante si fece avanti, afferrò gli indumenti sporchi
dell'uomo e si avvicinò al suo collo spalancando le fauci. «No, Xiuyan! Non ci
riesco!» disse allontanandosi disgustata «Puzza troppo!» Xiuyan fece un passo
verso il prigioniero, gli passò una mano dietro alla testa e lo costrinse a
sollevarla, mostrando la gola sudicia. Il colpo fu rapido e preciso, l'artiglio
aprì la carne e il getto di sangue colpì Kathrin. Gli occhi grigi spalancati,
sconvolta. Xiuyan sentì un gemito seguito da un tonfo e quando si voltò, vide
l'allieva svenuta a terra priva di conoscenza.
«Dannata!
Non di nuovo!»
I Deliri di Nelith
Ok, questa "cosa" l'ho scritta stamattina alle cinque, dopo averne discusso per tutta la sera con Geneviève De Cendres (a cui la dedico). L'ho scritta per ridere un po', per prendere per i fondelli tutti quei vampiri perfetti che stanno ammorbando la letteratura contemporanea. Spero che almeno un po', questo primo capitolo vi abbia fatto sorridere ^_^ grazie per averla letta.
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