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Autore: PiccoloPonyArcobaleno    23/09/2014    1 recensioni
Sapete quelle giornate in cui il sole splende,il sorriso ti accompagna,e la vita ti sembra un pò più facile?
Bene.
Dimenticatele assolutamente e scartatele perchè quella che vi sto per raccontare è l'esatto opposto.
Esagerata?
Sono soltanto morta,che vuoi che sia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre
Prison

 




4916.
Era le quattromilanovecentosedicesima volta che gli cadeva una goccia d'acqua sulla testa, perfettamente al centro.
La cosa invece di irritarla la rilassava.
Altro che accarezzatrice di materassi, ora aveva trovato il lavoro adatto a lei: avrebbe fatto la contatrice di goccie di pioggia.
Un lavoro fontamentalissimo per il mantenimento della vita umana. Sisi.
Però dove viveva lei la pioggia veniva ogni cent'anni tipo.
Avrebbe potuto provarci lo stesso no?
Se non si fosse stata così lontana da casa.
Rapita.
In prigione.
Con la sola compagnia di un cinghiale maniaco pervertito psicopatico.

Una cosa da niente.

Ah si.

Era pure morta.

Si accasciò a terra, esausta, e si raggomitolò su se stessa,come quando era piccola e si svegliava da un incubo.
Soltanto che quello era reale.

Stava ormai ripetendo gli stessi pensieri deprimenti da un'infinità di ore, senza darsi pace.
Altre lacrime le attraversarono le guancie.
Se fosse stata viva non si sarebbe stupita di morire per disidratazione.
Ma ormai non sapeva più cosa era e non voleva saperlo.

Un raggio di luce le accarezzò il viso,dall'unica minuscola finestra che c'era.
L'alba.
Avevano passato un'intera giornata in prigione.
Perchè si,come aveva detto prima lei non era da sola,c'era anche lui.
Da quando li avevano rinchiusi lì con la forza se ne era rimasto addossato alla parete,senza emettere il minimo rumore, il minimo suono.
In confronto,lei sembrava sprizzasse gioia da tutti i pori.
Ma non poteva biasimarlo.Il maniaco cinghiale era stato dichiarato condannato a morte.
Prima di essere rinchiusi,quando si trovavano ancora nella caverna, Il tipo coi capelli stile pomodoro  aveva ordinato ai suoi soldati di imprigionarli e portarli. E loro erano stati così carini da farli svenire anche con delle sofficissime botte in testa. 
Quando si svegliarono erano al centro di una sala immensa,così bianca e immacolata da risulare accecante.
Li avevano presi e disposti davanti a una serie di persone con lunghi mantelli incappucciati neri, ogn'uno su dei piedistalli man mano sempre più alti,in cerchio.
Le guardie gli avevano spiegato che si trovavano nella Domus,e che coloro che si trovavano davanti erano gli Giudici,insieme la Corte Suprema,la più alta funzione dello stato.
Non gli avevano dato modo nemmeno di dire una sola sillaba. In contemporanea avevano chinato i capi e si erano voltati.
Erano stati condannati a morte.
O meglio Karl era stato condannato,ormai lei era trapassata da un pezzo. L'avevano rinchiusa lo stesso.
Babbuini di medda.

Senti una risata sommessa,e alzò di scatto,sorpresa.

'Penso che se non fosse stato per quei stupidi pensieri che fai,a quest'ora mi sarei già suicidato'
'Oh non ti preoccupare,sarò anche uno spirito,ma mi fa piacere aiutare le persone o i cinghiali in difficoltà'
'Mi odi proprio è?'
'Mi hai uccisa. Che ti aspettavi che ti facessi una festa e ballassi il mambo per la felicità?'
'Vorrei capire cos'è un mambo, ma ho paura di chiedertelo, con quel cervello pazzo che ti ritrovi finiresti per farmi impazzire'
'Spero vivamente che tu muoia'
'Non ti preoccupare dolcezza,entro oggi succederà'

Scese un silenzio carico di tensione, che ritornò dopo simile a uno di rassegnazione.
Si mise ad osservare le pareti, piene di scritte, segni e macchie di sangue secche.
Anche una sua sarebbe finita là? Era morta si,ma solo il suo corpo. E se avessero potuto uccidere anche la sua anima?
Ormai si aspettava di tutto.

'Mi dispiace'

Non rispose,non voleva più parlare con il suo rapitore assassino.

'Forse non mi crederai, o anzi, probabilmente, ma io sono un bravo demone'

Ah si?
E se erano i bravi così,i cattivi com'erano?
Stava apposto proprio.

'In 200 anni non ho mai infranto una legge, mai. E non guardarmi così, è la verità. So che non sembra, ma sono un pasticciere. Avevo una piccola locanda che gestivo con mia sorella. Eravamo orfani dalla nascita,e con le nostre sole forze eravamo riusciti a vivere non nel lusso ovviamente, ma felicemente. Poi tutto fini. Mia sorella si ammalò. Per comprarle le cure incominciai ad avere debiti, finchè la banca mi negò altri prestiti. Avevo venduto per fino la locanda e mi ero trasferito in una squallida cascina fuori città. Ma era inutile. I soldi erano finiti, gli interessi erano a mille, e le medicine stavano per finire. Ero disperato. Poi mi venne in mente di un giorno alla locanda, il più proficuo della nostra storia. Un uomo aveva comprato ben 18 torte all'amarena e 36 pasticcini al gusto di ribes, pagato 56 pasti per tutti i suoi amici e dato la mancia più grande che avessi mai visto. Era un cacciatore di anime. Lo capì quando gli portai il pasto, e al suo collo notai una boccetta luminosa. Era un contenitore di anime. Fu da lì che ideai il mio piano.
Dicendogli di volerlo ringraziare per la parsimonia che ci aveva riservato, cominciai a versargli del vino, quasi una botte intera alla fine, e tanto che era ubriaco svenne a terra. Gli rubai tutti i suoi mezzi da cacciatore, e poi lo trascinai fino alla piazza della città, dove sicuramente sarebbe stato arrestato.
Qui vieni in gioco tu,Kia.
Sei stata la prima anima che abbia mai catturato, l'unica.
Non avrei mai pensato che mi avrebbero catturato così facilmente...ero accecato dalla prospettiva del guadagno che avrei avuto vendendoti a qualche stregone o altro...Mi sono perso....so di non poter essere perdonato...ma almeno riesci a comprendere le mie ragioni,anche se di poco?'

Era furiosa.
Sentiva nascere una furia ceca dentro di lei,inarrestabile.
E non per il cinghiale, anzi, Karl.
Ma verso se stessa.

Non riusciva ad odiarlo.
Per quanto l'avesse uccisa, rapita, e ora messa nella merda fino al collo, non riusciva a provere rancore.
Ma provava di peggio.

Lo capiva.

Mentre parlava non aveva staccato un attimo gli occhi dai suoi.
E la verità l'aveva scottata.
Non erano gli occhi di un'assassino.
Ma di chi aveva combattuto tutta la vita con un destino avverso implacabile. Come lei.
E più si capacitava di quello che pensava di Karl, più la disperazione entrava in lei senza pietà.
L'odio per lui, per il suo assassino, era la sola cosa che aveva avuto in mente.
Si era aggrappato ad esso come un naufrago alla deriva.
Era l'unica cosa che la faceva andare avanti.
Ma ora?
Si era basata su un odio fasullo, per una persona che nella vita tranne ucciderla non aveva commesso peccati, un'anima quasi pia.
Come avrebbe fatto ad andare avanti?
La sua vita era finita. Eppure doveva essere l'inferno dov'era, perchè quella condanna era atroce.
Destinata a vivere come spirito, vagando, senza poter far ritorno.
Che aveva fatto di male? Perchè?!

Forti singhiozzi presero a scuoterle il corpo, le membra.
Un forte rumore scosse le pareti,creando un frastuono quasi assordante.
Una decina di guardie era pronta per loro aldilà delle sbarre,ormai aperte.
Ero ora.
L'ora del giudizio.

Entrarono nella cella e li ammanettarono bruscamente, nemmeno fossero animali.
Almeno non li avevano fatti svenire.
.....
Le ultime parole famose.
Doveva imparare a zittire,cappio!
.....
Kia Zeimis, la ragazza che vagava nella merda.







Angolo dell'autrice super mega iper rincoglionita:
PiccoloponyArcobaleno: Ehilà genteee :D
*un macete le sfiorqa la guancia, andandosi a conficcare contro il muro*
PiccoloponyArcobaleno: Aww anche voi mi siete mancatiii 
* si sente in sottofondo il rumore di una motosega in azione*
PiccoloponyArcobaleno: Ma ste cose ve le portate appresso da casa? Perchè no, altro che lima per unghie, io ho una scimitarra babe!
*Si aggiunge il rumore di un tir*
PiccoloponyArcobaleno: Ok....beh non avrei mai pensato che sarei ricorsa a questo mezzo...ma....MODE SERIO ON!

Cari lettori,scusate per il mio immenso ritardo. Fra l'inizio della scuola, febbre (si sono l'unica che può avere la ciorta di prendersi la febbre quando ancora si schiatta di caldo),problemi di cuore,e il più grande mancanza d'ispirazione, c'ho messo un sacco a scrivere questo capitolo,e devo dire che nemmeno ne vado molto fiera. D'ora in poi cercherò di postare un capitolo almeno ogni quattro giorni,se posso di meno anche. Spero che perdoniate il mio increscioso ritardo.

MODE SERIO OFF!

PiccoloponyArcobaleno: Ok quindi raga giù le armi, che io sappia qui non siamo a Call of Duty u.u Ma a proposito,dove è andata a ficcarsi quella monella della mia amata protagonista? <3
Karl: Se ne è ansata in vacanza.
PiccoloponyArcobaleno: CHE COSA?!
Karl: Già già. Ha fatto la valigia, ha minacciato di morte tutti quelli che incontrava, compreso il cane della vicina. Ah si ha anche preso i tuoi soldi dal salvadanaio a forma di maiale.
PiccoloponyArcobaleno: No...Non può essere vero....MR PANCETTOOOOOO T_T
Karl: Ma che razza di nome è? Tu hai dei problemi sa...
*un'aura misteriosa circonda l'autrice+
Karl: P-piccoloPony c-cha fai?
* si piazza davanti al computer, armata di tastiera*
PiccoloponyArcobaleno: Mi vendico. MUHAHAHHAH
Karl: Qualcuno ci aiuti D':
   
 
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