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Autore: Doomsday_    24/09/2014    3 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolo Autrice: E continuiamo, anche in questo capitolo, con gli alti e bassi tra Draco e Asteria! Perché se non faccio personaggi bipolari poi non sono contenta u_u
Buona lettura a tutti... anche se questa volta sarà una lettura un po' breve! xD
Ringrazio infinitamente NarcissaBM, Lulyx e BekkaMalfoy per le loro bellissime recensioni, che mi riempiono sempre il cuore di gioia <3
E un grazie speciale anche alle 17 persone che hanno aggiunto la storia nelle preferite, le 39 che l'hanno aggiunta nelle seguite e le 6 nelle ricordate.
Un bacione a tutti,
Giuliii





Debolezze e paure.





Entrato in bagno Draco si poggiò al lavandino, come se stesse per crollare a terra e quello fosse l'unico appoggio disponibile. Aveva il respiro affannato e il battito tachicardico.
Il riflesso, nello specchio, gli restituiva uno sguardo sconvolto.
Aprì il rubinetto e lasciò che l'acqua scorresse. Stringeva spasmodicamente i bordi del lavabo, sempre più pallido in volto.
Si allentò la cravatta, sbottonandosi un po' la camicia, quando sentì il respiro farsi più strozzato, per poi sciacquarsi frettolosamente il viso con l'acqua gelida, senza curarsi di bagnare i capelli e la camicia.
C'era una ragione per cui aveva cercato di evitarla, pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Non era capace di reggere ad un confronto con lei, mantenendo intatte le convinzioni che lo facevano andare avanti.
Lasciò che le gocce d'acqua gli scorressero lungo il viso come lacrime. Si guardava allo specchio come se volesse lanciare una maledizione senza perdono alla persona che gli restituiva lo sguardo.
D'un tratto sentì una seconda presenza nel bagno. Una figura opalescente gli arrivò alle spalle e, girandosi, si trovò di fronte Mirtilla Malcontenta.
« Uh, va tutto bene? » gli chiese lei, con quella sua vocetta acuta. Lo guardava interessata, la testa reclinata da una parte e un sorrisetto gentile sul viso.
« Posso darti una mano? Se vuoi con me puoi parlare » si offrì, fluttuando sempre più vicina al ragazzo.
Sul volto di Draco si dipinse un'espressione di puro disgusto « Vattene » ordinò con voce che trasudava il medesimo sentimento.
Mirtilla incrociò le braccia al petto, indispettita « Non è molto educato, trattar male chi cerca di aiutarti! » esclamò con la vocetta divenuta lagnosa e prossima alle lacrime.
Draco si voltò completamente verso il fantasma. « Ti ho detto di andartene! Vai via! » gridò.
Mirtilla indietreggiò, spaventata.
« Non ho bisogno di nessuno! Men che meno di uno stupido fantasma piagnucoloso! ».
Mirtilla Malcontenta volò via attraverso i muri, con un ultimo ululato di tristezza per essere stata trattata tanto malamente, il quale riverberò per tutto il bagno.

Ben presto Draco si rese conto di quanto poco tempo aveva a disposizione. Le lezioni erano per lui insopportabili: tutte quelle ore seduto in classe a fingere di ascoltare e prendere appunti, quando invece poteva mettersi all'opera.
Non riusciva a pensare ad altro, in ogni singolo istante. Eppure più ci pensava, e meno aveva idee su come riuscire nel suo obiettivo.
Ma non poteva ignorarlo, perché lo sentiva bruciare sul suo braccio, come una presenza. Si sentiva sempre osservato, ogni suo pensiero leggibile.
Era come avere costantemente un cappio attorno al collo, che si stringeva ogni giorno.
Ma il problema di come uccidere uno dei maghi più potenti della storia, non era l'unico che lo affliggeva. No, certo, c'era anche l'altra cosa. L'altra richiesta dell'Oscuro Signore.
Doveva trovarlo, ma non sapeva dove. Il gemello mancante. Il doppio di quello che si trovava da Magie Sinister: l'Armadio Svanitore.
Per questo ogni pomeriggio si aggirava di nascosto per il castello, cercando di dare nell'occhio il meno possibile, per trovarlo. Non gli importava dello studio, delle ricerche in biblioteca o del Quidditch; tutto passava in secondo piano adesso che viveva nell'incertezza. Finché non fosse riuscito a trovarlo, ad essere sicuro che il piano da lui stesso congegnato poteva avere esito positivo, in ogni istante tutto poteva crollare sotto i suoi piedi.
Le probabilità che ogni cosa poteva andare nel verso sbagliato erano ben maggiori di un risvolto positivo.
E più non trovava risposte e più i giorni sembravano passare inesorabilmente veloci.
Erano innumerevoli le volte nelle quali, al posto di studiare la lezione del giorno dopo, si perdeva tra le pagine dei libri sui veleni, pozioni mortali e oggetti maledetti. Non aveva mai avuto voti così bassi, prima.
Anche quando si trovava nella Sala Comune, in mezzo a tutti gli altri suoi compagni di Casa, percepiva uno spesso muro di vetro dividere lui da loro. Spesso si perdeva a contemplare il fondale torbido del lago, quand'anche i suoi pensieri divenivano insopportabilmente tormentati.
Ma il più delle volte prediligeva sedersi accanto al fuoco a meditare. Spesso, in quelle occasioni, gli si sedeva accanto Asteria. La ragazza si mostrava sempre silenziosa, attenta a non provocare il minimo rumore e non disturbarlo. I suoi approcci lo intimidivano sempre, ed egli restava rigido in attesa che lei parlasse, che lo accusasse di qualcosa per poi discutere; ma lei non parlava mai, e lui finiva per rilassarsi accanto a lei e ad essere confortato dalla sua presenza. Asteria era riuscita a trovare il modo di stargli accanto, nonostante il suo volerla allontanare. Lui non aveva tempo per lei, ma lei sembrava averne abbastanza per entrambi.
Non si era lasciata scoraggiare neppure per un secondo; e forse era proprio questo che sconvolgeva maggiormente Draco: la naturalezza e la semplicità tramite cui lei cercava di alleviare ogni suo problema.
E allora sentiva il cuore rallentare i battiti, i nervi rilassarsi e il mal di testa placarsi; mentre accanto a lui il respiro di Asteria soffiava tranquillo e il suo odore gli teneva i pensieri occupati. Quel silenzio era per lui fondamentale, più di qualsiasi parola lei potesse dire.

Quella sera Draco preferì sfruttare l'ora di cena per dare un'altra occhiata al settimo piano, controllando accuratamente ogni armadio presente in qualsiasi classe.
Mentre passava davanti al bagno delle ragazze sentì un lamento provenire all'interno. Inizialmente si spaventò, credendo che fosse qualche studentessa; e nessuno doveva vederlo gironzolare così lontano dai sotterranei. Poi però gli tornò in mente Mirtilla Malcontenta, e comprese la vera fonte di quel piagnucolio. Stava quindi per passare oltre, quando gli tornò alle mente l'ultima volta che l'aveva vista, a quello che lei aveva detto. Gli aveva offerto il suo aiuto. Di colpo Draco prese coscienza di quella nuova opportunità. Mirtilla era un fantasma di Hogwarts e di certo lei conosceva gli anfratti più oscuri e nascosti del castello, e ciò che essi contenevano.
Così, animato da questa nuova consapevolezza, entrò circospetto nel bagno, trovando la figura opalescente di Mirtilla Malcontenta, singhiozzare sul cubicolo di un gabinetto.
Non appena il fantasma lo vide, gli occhi le si riempirono di lacrime. « Oh sei tu! » gridò rabbiosa, « Il ragazzo maleducato! Il ragazzo che non ha bisogno di nessuno! Certo, trattiamo male Mirtilla Malcontenta, tanto lei è un fantasma e non prova sentimenti! Chi ha bisogno della povera piagnucolosa Mirtilla Malcontenta? », in una nuova violenta scossa di singhiozzi.
Per un attimo Draco pensò di lasciar perdere e andarsene via, ma l'urgenza di scoprire dove si nascondesse l'Armadio Svanitore, lo trattenne sul posto.
Spostò il peso da un piede all'altro, nervoso, e del tutto impreparato sul come parlare ad un fantasma. Soprattutto a un fantasma come Mirtilla Malcontenta.
Tossicchiò appena, prima di iniziare a parlare e, con sua sorpresa, Mirtilla smise di piagnucolare per ascoltarlo. « Mi dispiace, Mirtilla » provò, spostando lo sguardo per il bagno, imbarazzato. « Hai ragione, ho sbagliato. E mi serve aiuto. Devo trovare una cosa e non so dove cercarla... ».
Ma Mirtilla Malcontenta, con un grido furibondo, mise a tacere il ragazzo: « Certo, sfruttiamo Mirtilla Malcontenta quando ci fa più comodo! Chi se ne importa di lei! ».
« No aspetta! » ribatté lui, sbiancando. Ma Mirtilla si era già tuffata nel suo gabinetto, scomparendo in un ultimo urlo di frustrazione.
« Maledizione! » gridò Draco, afferrandosi con rabbia i capelli. Poi sentì i passi, fuori, nel corridoio, e comprese che la cena era finita e che gli studenti stavano tornando nel proprio dormitorio.
Uscì dal bagno e si mischiò tra i gruppi della sua Casa. Una volta entrato nella Sala Comune si lasciò cadere sul divano davanti al fuoco, la testa abbandonata sullo schienale e gli occhi chiusi.
Il dolore alla testa era martellante, ma cercò in ogni modo di non farsi prendere dal panico. Doveva calmarsi, riflettere, pensare lucidamente; ma la soffocante sensazione che tutto gli stava crollando addosso glielo impediva. Percepì la presenza di Asteria, puntuale come sempre, accanto a sé.
Ma per la prima volta, gli risultò sgradito averla accanto. Non seppe dire se per l'insuccesso appena ottenuto, o se per l'amarezza che tanto lo sconfortava.
Fatto sta che trovò improvvisamente ingiusto il comportamento della ragazza.
Non si rendeva conto di quanto gli costasse allontanarla? Di quanto lui avrebbe voluto permettersi il lusso di aggrapparsi a lei, nascondere il viso nei suoi capelli neri e fingere che tutto quello che stava vivendo era solo un brutto incubo?
Dopo giorni di muta compagnia, infine Draco spezzò quella bolla di accorato silenzio: « Perché vuoi sempre rendere tutto così difficile? »; la voce parve fredda persino alle sue stesse orecchie. Odiava mostrarsi ostile nei suoi confronti, ma era sempre così nervoso, così spaventato. Non aveva più il controllo della sua vita, figurarsi delle sue così volubili emozioni.
« Non sto facendo proprio nulla. Sono qui, seduta sul divano della Sala Comune, a leggere » rispose lei, già indispettita e preparata ad una simile accusa. « Nessuno ti sta obbligando a rivolgermi la parola, mi sembra ».
Egli sentì il cuore stringersi, già pentitosi di averle rivolto la parola. Chiuse nuovamente gli occhi e con la mano cercò quella di lei. Asteria la strinse, senza staccare gli occhi dalle pagine del libro. Gliela stringeva forte, la mano, come se non avesse alcuna intenzione di lasciarla andare più, per nessun motivo al mondo.



   
 
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