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Autore: MarieCecile    24/09/2014    3 recensioni
Allison Smith non é più l'anonima ragazza con i corti capelli castani che ha lasciato sei anni prima Little East. Ora ha una lunga chioma azzurra, tre paia diverse di Dr Martens, il carattere da leader ancora più forte e una voglia che non riesce a spiegarsi di vedere com'é ora Luke Hemmings.
Cara Walker non ha più i capelli lunghi e i vestiti banali e scontati, ma maglioncini decisamente vintage accompagnati da un vaporoso caschetto mosso, la matita e il mascara sbavati ed un sorriso che non riesce mai a trattenere soprattutto se in giro c'è Ashton Irwin.
È che in sei anni le cose cambiano, anche nei paesini piccoli come Little East, dove sembra impossibile che possa accadere. E i cambiamenti, ad Allison Smith non sono mai piaciuti.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Amici.
 
Sarò sempre con te
Quando mi chiamerai…
Io ti voglio bene,
non scordartelo mai.
 
 
Simon Harris è la persona migliore che Cara possa conoscere.
Può considerarlo il suo migliore amico, la sua spalla, una persona che le serve.
Ma non in senso negativo.
Simon Harris le serve semplicemente per vivere.
E no, non sono insieme e nessuno dei due è innamorato dell’altro, semplicemente la loro amicizia è così forte, così bella, che si potrebbe solo invidiare, un’amicizia a cui è impossibile rinunciare.
Peccato che, impossibile o meno che sia, Cara Walker è obbligata a rinunciarci.
È obbligata ma non ci riesce.
E tutto questo perché esiste Meg Johnson.
È una ragazzina di due anni in meno di Cara, alta quanto una dodicenne, con degli improponibili capelli color amarena e il taglio degli occhi all’ingiù che si ostina ad evidenziare con strati e strati di matita nera.
Ha un fisico che, nonostante la bassezza, sarebbe da invidiare e delle curve che per strada fanno sempre girare i ragazzi.
Meg Johnson è la ragazza di Simon, nonché la persona più gelosa che esista sulla faccia della terra.
E il problema è che non può far finta di niente e parlare comunque con Simon, perché vivono in un paesino di cinquemila abitanti se si vuole esagerare e si sa, in posti così le voci corrono, e ci vuole poco a parlare con uno e poi con l’altro, descrivendo Cara Walker un po’ come la zoccoletta di turno.
E tutto questo perché Meg Johnson può anche esser piccolina quanto vuole, ma la lingua lunga e la fantasia ampia le ha eccome.
E Simon, di tutto questo, non sa nulla. Cara non gliene ha voluto parlare per non mettere ulteriormente in crisi la sua relazione, limitandosi ad allontanarsi da lui il più possibile e non può negare di star bene. Perché è come privarsi di una parte di se, ma non può fare altro.
Si concede di messaggiarci, quello si, come ora, ma andare con lui ed Ashton a prendere un gelato per lei è diventato off limits.
Ora è sdraiata sul letto, con il telefono in mano e l’espressione delusa, Simmon le ha appena detto di aver visto Ashton al tabacchino con Queen e, una notizia peggiore di quella proprio non sarebbe potuta arrivare. Ashton è un altro suo carissimo amico e non vuole vederlo di nuovo con il cervello fottuto da quella ragazza.
Queen Davies e Ashton Irwin sono la coppia più odiata in tutto il paese.
Si potrebbe scrivere una storia sulla loro relazione, iniziata sei anni prima e conclusa ben due volte nel frattempo.
La prima volta si era stancato lui, la seconda, diversamente da come ci si sarebbe aspettati, era stata troncata da lei.
E poi non si erano parlati per un annetto, finché la relazione nata tra Jinny e Ashton non aveva insospettito Queen che l’aveva vista qualche giorno prima in compagnia di qualche suo ex.
E così i due erano tornati a parlarsi, Ashton le aveva regalato i biglietti per un concerto e avevano ripreso ad uscire insieme.
E sarebbe tutto anche carino se non fosse per il carattere da prima donna di Queen.
Ashton sta simpatico praticamente a tutti, lei, invece no.
Eccezion fatta per le sue care amiche, che la venerano, nonostante tutti gli altri abitanti del Little East si chiedono come possano farlo.
‘’Secondo me non tornano insieme, sarebbe ridicolo riprovarci per la terza volta’’ ha scritto Simon, ma Cara non è d’accordo.
Ha notato il comportamento di Ashton con lei nell’ultimo periodo.
La abbraccia, sta sempre con lei, si comporta come se fosse il suo fidanzato, ed è già successo una volta, qualche mese prima che tornasse con Queen.
‘’Non ci spererei troppo, quella li gli ha già polverizzato il cervello.’’ Risponde buttando il telefono sul comodino.
Odia quado Ashton la tratta così.
Anzi, a dire la verità adora quando Ashton la tratta così, peccato che puntualmente quella che poi viene delusa è Cara e, ora come ora, proprio non vuole pensarci.
 
 
Calum Hood è in piedi, davanti alla bottega di suo padre con una sigaretta in mano, una canottiera bianca e uno stupido cappellino in testa nonostante faccia anche fin troppo caldo per metterlo. Sta aspettando impaziente che Sue si degni di arrivare così da sbrigare ‘sta benedetta faccenda e andare a casa ‘ché ha in mente un ritmino e delle parole che non vede l’ora di buttar giù sul suo quaderno nascosto sotto al letto.
Sue è in ritardo di un quarto d’ora buono e non è un buon inizio per la sua nuova carriera lavorativa da suo padre.
L’aveva pregato due sere prima di aiutarla a fare qualcosa perché lei quella vita aveva dichiarato di non volerla più vivere.
E Calum aveva acchiappato la palla al balzo. Suo padre erano mesi che lo invitava nella sua bottega ad imparare a lavorare come cesellatore per fare poi i soliti gioiellini che poi vende.
Ma a Calum questo non può interessare di meno. Lui vuole fare una vita in giro per il mondo con il suo basso, non vuole invecchiare chiuso in quattro mura di un negozietto di un paesino sconosciuto.
E Sue invece gli sembrava la persona più adatta a quel lavoro. Aveva visto alcuni suoi scarabocchi su un ciondolo o su un braccialetto quando qualche mese prima era andato a casa sua e ne era rimasto affascinato.
Inoltre trovarle un lavoro era l’unico modo che aveva per tirarla fuori dal baratro in cui aveva deciso di buttarsi a capofitto insieme a Michael.
Quando la vede arrivare però tutte le aspettative di miglioramento che aveva cadono nel vuoto.
Ha una maglia zebrata larga che le lascia scoperto l’ombelico, il suo hips e un altro piercing all’ombelico. La minigonna nera è bagnata e la sua andatura è decisamente instabile, troppo per una persona perfettamente in se.
-Cal!- urla sbiasicando le lettere mentre si sbraccia.
Scuotendo la testa il ragazzo si avvicina con uno sguardo severo rivolto al suo ragazzo.
-Ha un colloquio di lavoro e la fai ubriacare prima?
Ma nemmeno Michael è perfettamente in se, lo si nota dalla bottiglia di limoncello che ha in mano e dal sorrisetto che proprio non riesce a cancellare dal volto.
-Calli, mi presenti il tuo paapà?- chiede Sue chiudendo gli occhi e lasciandosi cadere a terra.
-Non penso sia il caso. Gli dico che hai la febbre e torni domani.- le risponde il diretto interessato aiutandola a tirarsi su. –Ma come cazzo fate a sbronzarvi alle tre del pomeriggio?
E Calum è disgustato, davvero, perché non ci si può rovinare la vita così.
-Venite a casa mia a guardare un film!- propone Michael prendendo la mano della sua ragazza come se avesse paura che il moro possa provarci improvvisamente con lei.
-No Mike, adesso andate tutti e due in camera vostra e dormite finché non starete bene.
E sbuffando invia un messaggio al padre informandolo dell’improvvisa malattia di Sue.
-C’è qualcuno in casa tua?- le domanda poi poco prima di imboccare la sua via.
-Mia cugina forse.
E Michael lo guarda nuovamente in cagnesco, geloso, nonostante non lo sia mai stato particolarmente.
-La accompagno io, Cal.- dice circondando le spalle di Sue con un braccio.
Il moro non se lo fa ripetere due volte, li lascia soli facendo finta di andarsene, rimanendo comunque a controllare che arrivino entrambi a casa sani e salvi.
Lascia un foglietto nella cassetta delle lettere di Sue, per informare sua cugina –che spera sia più responsabile di lei- del colloquio del giorno dopo, nonostante sappia già che dovrà comunque inviare un messaggio e, dopo essersi accertato che Mike sia entrato in casa sua, si accende una paglia dirigendosi verso casa.
 
 
Luke è davanti ad un muro che fino a poco tempo prima era completamente vuoto.
È di una vecchia casetta diroccata in mezzo ad uno dei campi degli Harris e quel grigio gli metteva tristezza ogni volta che lo vedeva.
Adesso per terra davanti a quel muro ci un paio di bombolette vuote e su di esso è comparsa un paesino in prospettiva con tanto di chiesetta e campanile.
Non si è nemmeno preoccupato di firmarlo, visto che a Little East lui è l’unico che, dai tempi del liceo, disegna quegli scorci di città in bianco e nero abbastanza aberrati che stupiscono sempre tutti.
Ha il braccio sinistro che brucia ancora a causa del tatuaggio che si è fatto, una maschera africana con il naso lungo e squadrato e non vede l’ora di arrivare a casa per farlo vedere a sua sorella Sarah.
I suoi genitori sono andati a trovare la nuova famiglia che si è trasferita a Little East nella casa degli Smith ma a lui non può fregar di meno.
È sempre stato uno che ama farsi gli affari suoi, sta nel suo mondo, poco gli importa quello che lo circonda, anzi, è sempre l’ultimo a scoprire gli scoop del paese, e non è mai lui a chiedere informazioni.
Un messaggio da Hannah lo riscuote facendolo tornare alla realtà.
Gli chiede se vuole raggiungerla a casa sua dopo.
Ma Luke non ha voglia. Hannah è una ragazza che aveva conosciuto qualche settimana prima in un locale a Sydney. Ci aveva un po’ provato con lei, si erano baciati e il giorno dopo si era trovato il suo numero salvato sulla rubrica del telefono.
Si erano visti qualche volta, erano stati a letto insieme e niente di più, ora Luke sta cercando solo una scusa per scaricarla definitivamente.
Le scrive che ha un lavoro da finire, il che è anche vero, anche se dubita di finirlo oggi, il braccio gli fa ancora male e non riuscirebbe mai a mettersi all’opera in quello stato.
Luke è un falegname, nonostante gli piaccia considerarsi un artista.
Anche se quella definizione che da di se stesso non è poi così sbagliata. Dal legno riesce a tirar fuori qualsiasi cosa si possa immaginare, dal gufetto porta ombrelli che la signora Morgan ha all’ingresso di casa sua, alle sedie della sala docenti della scuola.
L’anello in legno e il ciondolino a forma di elefante che ha appeso al collo sono entrambi suoi, l’orecchino di Kyra Robinson che le aveva regalato per il suo compleanno anche.
In soldoni, quasi tutti i manufatti in legno posseduti dagli abitanti di Little East son fatti a mano o da lui o da suo padre e Luke non potrebbe essere più orgoglioso di così.
-Dovresti farti pagare dal comune e metterti a fare murales in giro per la città.
Per terra, dietro di lui, circondata dalle spighe che iniziano a crescere c’è Kyra Robinson con un libro appoggiato sulle gambe e la sua solita espressione serena e rilassata.
È la sua migliore amica da qualche anno, nonché consulente fidata per i regali di Natale a sua sorella.
-Nah, alle vecchiette verrebbe un infarto.- afferma mettendo tutte le bombolette in un sacchetto prima di avvicinarsi e sedersi vicino a lei. –Vuoi vedere il mio nuovo tatuaggio?
Kyra annuisce spostandosi i lunghi capelli castani su una spalla lasciata scoperta dalla canottiera grigia stranamente da femmina e della sua taglia.
Luke sorride prima di iniziare a srotolare il cellophane dal punto dolente con estrema cura.
-Ma non è la stessa maschera che hai fatto per tua nonna?
-Si, è il lavoro che mi è venuto meglio.
Kyra annuisce, ricordando quando aveva partecipato con quella maschera al concorso ‘Piccoli cortili’ che si tiene ogni anno a Little East. E ricorda anche la sua vittoria.
Con il ricavato era riuscito ad aprire la sua botteghina che sognava da anni.
-Mi piace il chiaroscuro tratteggiato.
Luke annuisce senza riuscire a trattenere un sorriso. Kyra è una delle poche ragioni che lo trattengono a Little East, perché ne è certo, senza lei e i suoi consigli a quest’ora sarebbe perso.
-Devo andare a finire la sedia a dondolo per la nonna di Queen.- dice alzandosi prima di dare un bacio sulla guancia a Kyra. –Quella che fa fashion design, hai in mente?
L’amica ci pensa un attimo su, prima di annuire facendo una smorfia.
-Ci vediamo Luke.
Lo guarda allontanarsi un attimo prima di appoggiarsi al recinto li vicino, ‘ché il muro è ancora fresco, ed iniziare a leggere ‘I Dolori del Giovane Werther’.
Perché lei vivrebbe per leggere e scrivere.
Lo dimostra la memoria del computer per metà riempita dai documenti di World salvati, la sua libreria troppo piena e oggetto di perenni critiche da parte di sua cugina Sue che la considera troppo ingombrante per il loro piccolo appartamento e il suo corso di laurea in Lettere moderne.
Tutto ciò che riguarda la letteratura è diventata, negli ultimi anni soprattutto, la sua passione, il suo metodo per evadere dalla realtà, la sua àncora salda.
Che poi, tutte le arti, per lei, lo sono.
La pittura, la scultura, la musica,…
Non a caso è il punto di certezza di Luke. Quando ha bisogno di un consiglio su un soprammobile da scolpire o una cornice da intagliare non si rivolge a nessun altro se non lei.
‘Ché secondo lui è la persona migliore che potesse conoscere, nonostante il suo essere sempre sarcastica e nonostante il suo sternun di cui va fiera e che a lui proprio non piace.
 
 
-Secondo me dovresti uscire Ali, incontrare i tuoi vecchi amici e ricominciare da capo.
Céline Smith è seduta sulla vecchia poltrona di casa sua, con le gambe appoggiate sul pouf.
Dovrebbe pulire quella casa, rimasta vuota per sei lunghissimi anni, ma il grosso l’ha fatto ed ora vuole solo riposarsi un attimo.
-Oppure potrei aiutarti a rifare le valigie, prendere il primo aereo per New York e tornare a casa.
-Sei nata e cresciuta qui, Allison, questa è casa tua.
E la ragazza sbuffa, ‘ché continuare a discutere sarebbe inutile.
Si era abituata alla Grande Mela, ai suoi milioni di abitanti e al suo traffico continuo.
Ora, a Little East le sembra di essere in un altro mondo, con il passaggio di una macchina massimo due ad ogni ora, pochissimi abitanti in giro per il paesino, le casette basse che non nascondono il cielo e tutti quei campi coltivati attorno che si era quasi dimenticata.
Ha voglia di vedere Michael, che non sente da sei anni se non per gli auguri del compleanno, ma un po’ si vergogna.
Non può sparire e ricomparire così nella vita degli altri.
L’urlo di sua madre dal salotto che la obbliga ad uscire la fa sbuffare ancora, mentre cerca di infilarsi le sue Dr. Martens basse senza slacciare le stringhe.
La Allison Smith che sei anni prima aveva lasciato la città viveva di All Star bianche, comunissimi jeans grigi e magliette che più anonime di così non potevano essere.
La Allison Smith che ora sta chiudendo il cancelletto di casa non può essere più diversa di così, invece.
A partire dalla lunghissima chioma azzurra, fino ad arrivare al top nero abbinato ad un paio di shorts che aveva comprato da Macy’s qualche giorno prima di partire.
Si ricordava le strade di Little East meno contorte e meno numerose, finché non si trova davanti ad una bottega con scritto ‘L’angolo del legno’.
Quella non l’aveva mai vista, ne è certa, dev’essere nuova.
In vetrina c’è un geco tutto decorato appoggiato su un tavolo dall’aria non finita.
Li vicino c’è uno sgabello con le gambe come arrotolate e la scritta ‘interamente realizzato a mano’.
Titubante spinge la porta d’ingresso in vetro, guardandosi attorno come meravigliata.
C’è di tutto, li dentro, dai comunissimi anellini in legno alle graziose marionette sedute su una mensola.
E, nascosto dietro al bancone con la cassa, c’è un ragazzo biondo che, con le cuffie alle orecchie e la testa che si muove a ritmo, sta intagliando dei ghirigori su un bracciolo di quella che sembra una sedia a dondolo.
Il problema è che il ragazzo biondo in questione non è un ragazzo biondo qualunque, visto che l’Australia ne è piena.
‘Ché Allison riconoscerebbe quella mandibola ben delineata tra tutte le mandibole del mondo, quel nasino all’insù e quelle mani orribili.
Nonostante quel piercing al labbro che non dovrebbe esserci e nonostante lo scorrere del tempo lo abbia cambiato notevolmente, Allison riesce a riconoscerlo comunque, ma proprio non ce la fa ad andare a salutarlo.
Così si volta correndo fuori dalla bottega, con il cuore a mille e il volto paonazzo.
Ed è così che si ritrova, però, faccia a faccia con una ragazzina bassa più o meno come lei, con un caschetto biondo cenere piuttosto vaporoso e scompigliato ed un look decisamente vintage.
-Devi essere la nuova arrivata!- esordisce la ragazza in questione sorridendo e porgendole la mano. –Io sono Cara Walker.
E solo in quel momento Allison riconosce quegli occhi grigi e penetranti e quel sorriso familiare.
-Io sono Allison, Allison Smith.
Ed anche gli occhi di Cara si spalancano davanti a quella presentazione, perché spesso pensava al suo ritorno, ma mai se lo sarebbe aspettata così.
E non esita un attimo ad abbracciarla ancora incredula.
Allison Smith ha i capelli azzurri e un aspetto impossibile da non notare.
Ed anche la nuova arrivata ci mette tutto l’affetto possibile in quell’abbraccio.
Cara le era mancata e cavolo, non si sarebbe mai aspettata di veder diventare quella quattordicenne vesita sempre come un maschio  una delle ragazze con i vestiti più vintage dell’intera Australia.
 
 
 
 
 
 
NdA.
Heilà.
Beh che dire, spero che adesso si inizi a capire qualcosina di più!
Mi spiace tantissimo per il capitolo lungo e ‘fermo’ che ho scritto, ci son pochissimi dialoghi ed è anche un po’ noiosetto ma ci tenevo tantissimo a descrivere i primi rapporti tra i miei personaggi.
È che Ashton, Simon e Kyra sono delle persone importantissime per me (e di conseguenza dovevo per forza farvi capire il motivo, farvele amare tanto quanto le amo io) e Luke… beh Luke è stato la mia cotta del primo quadrimestre della prima media e, nonostante siano passati anni ed abbia ben altri per la testa, un debole per lui, seppur minimo, l’avrò sempre e quindi, anche con lui, non potevo limitarmi a quattro righe di spiegazione e stop!(:
E… niente, sono logorroica e lo si capisce anche da questa nota!
Quindi vi lascio ringraziandovi di cuore delle bellissime recensioni! Siete dei tesori! <3
Un bacio!
-Ceci.
  
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