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Autore: miriamtaylor    24/09/2014    17 recensioni
Treacherous è l'amore infido, insidioso e traditore; è un incubo che si trasforma in un bellissimo sogno, un segreto che ti scoppia dentro, è andare controcorrente solo per seguire il proprio cuore.
#larrystylinson
DISCLAIMER: i primi capitoli della storia erano già stati pubblicati sul mio vecchio account, ora cancellato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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DISCLAIMER: i primi capitoli della storia sono già stati pubblicati nel mio vecchio account ora cancellato; ho deciso di riprendere la storia e decidermi di finirla in un nuovo account.



 
 
 



 



«Tesoro svegliati, sei in ritardo!»
Mormorai qualcosa di incomprensibile persino per me mentre mi rigiravo nel letto in modo da non incrociare il sole mattiniero di giugno.
«Harry, te lo ripeto per l’ultima volta. Muoviti!»
«Mamma, ho 17 anni! Devi smetterla di venire in camera a gridare per svegliarmi..»
«Disse il figlio che non si vuole mai alzare dal letto.. Su muoviti!» pronunciò quella frase con la stessa intonazione di un narratore nel bel mezzo della storia.
Adoravo mia madre, le volevo un bene immenso; con lei avevo un rapporto perfetto, era la mia migliore amica, era la persona con cui potevo confidarmi ed era l’unica che capiva; persino quando le avevo detto con parole tremanti di essere gay la sua reazione non fu che un semplice sorriso seguito da “Avevi paura a dirmelo?! Harry, sei mio figlio, io voglio solo che tu sia felice e stia bene con te stesso.” e da quel momento il nostro rapporto formato da alti e bassi era diventato costantemente positivo.
La reazione di mio padre invece fu l’opposto: non mi parlò per giorni e continuò per giorni a regalarmi sguardi pesanti ogni volta che ci scontravamo in casa, poi mia madre parlò con lui e, da un momento all’altro, il clima di tensione creatosi andò a sparire.
 
Mi alzai dal letto, presi qualcosa di semplice dall’armadio, mi lavai e scesi in cucina dove mia sorella Gemma stava aiutando mia madre a preparare delle crêpes; un profumino invitante riempì ogni centimetro della casa mentre il mio stomaco ruggiva in richiesta di cibo.
Mangiai, salutai le due donne della mia vita con un bacio e corsi alla fermata dell’autobus dove mi stava aspettando il mio miglior amico Niall.
«Hazza! Sei arrivato giusto in tempo!» disse indicando il mezzo in fondo alla strada.
Conoscevo quel ragazzo dal primo giorno di scuola elementare, tra noi c’era una sintonia fraterna: lui era l’unica persona in grado di farmi ridere e di tirarmi su di morale in ogni momento, anche il più brutto.
Era stato la prima persona a sapere della mia omosessualità, gliel’avevo raccontato durante una serata di film horror e popcorn a casa mia e, da quel momento, il nostro rapporto rimase invariato nonostante i commenti poco piacevoli che i ragazzi della nostra scuola riferivano a lui essendo il mio migliore amico e passando molto tempo con me.
A scuola ero visto come il fenomeno da baraccone ma io camminavo sempre a testa alta consapevole del mio coraggio ad aver fatto coming-out a quell’età, quando sapevo benissimo le possibili conseguenze.
 
Arrivammo a scuola mentre Niall continuava a raccontarmi della fantastica cena che aveva cucinato la sera prima dettagliandomi ogni ricetta nei minimi particolari; lui adorava cucinare e lo faceva anche molto bene: ero certo che un giorno sarebbe diventato un cuoco perfetto.
Ci dirigemmo agli armadietti per prendere i libri; i corridoi cominciavano a gremirsi di ragazzini entusiasti per l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze e di ragazze con gli occhi lucidi causati dal dispiacere di non rivedere più le loro migliori amiche per qualche mese..
Mentre analizzavo il comportamento di quest’ultimi qualcuno urtò la mia spalla: Louis Tomlinson.
Lui era un ragazzo di tre anni più grande di me, bocciato non so quante volte, era ancora al liceo; veniva considerato il più rispettato da tutti essendo il più grande della scuola nonostante il suo comportamento per niente maturo.
Sentendo quel gesto mi voltai di scatto capendo dalla sua risata che si stava prendendo gioco di te.
«Tomlinson.» un sorriso falso usci dalla mia bocca.
«Styles, ritieniti fortunato che sono il ragazzo di tua sorella, altrimenti non sai cosa ti avrei già fatto.» serrai le mascelle; quello era un colpo basso. Mia sorella e Louis stavano insieme da circa cinque mesi, si sa: il fascino del badboy fa cadere ai proprio piedi tutte le ragazze possibili e, sfortunatamente, quel ragazzo aveva scelto tra le tante pretendenti mia sorella e non ne ero per niente felice..
«Lascia fuori mia sorella da questa storia!» ringhiai.
«Altrimenti cosa mi fai? Pff, torna dal tuo fidanzatino, frocio!» gridò riferendosi a Niall, mi voltò le spalle e se ne andò.
I muscoli del mio corpo erano rigidi, le mani chiuse in un pugno mentre il mio petto continuava a muoversi a causa del mio respiro affannoso.
Sentivo ancora le risate del gruppo di quel ragazzo su di me e le loro parole; ormai ci avevo fatto l’abitudine ma mi ferivano ogni volta.
Niall mi riportò alle realtà toccandomi la spalla.
«Amico, lasciali stare. Sono solo degli idioti.»
«Non immagini quanto mi dia fastidio che mia sorella esca con un tipo del genere!»
«Calmati.. Se ne accorgerà e lo lascerà perdere, Louis non è un bravo ragazzo!»
Disse sorridendomi in modo contagioso.
Gemma non sapeva chi era il vero Louis, non sapeva come si comportava con me, non sapeva del modo in cui trattava chiunque fosse più debole di lui, non conosceva la metà delle sue caratteristiche di stronzo, immaturo e prepotente .
 
La scuola era finita, mi accascia sul divano vecchio di pelle facendo un respiro di sollievo.
Sentì le chiavi girare nella porta, la maniglia aprirsi e vidi entrare mia madre con seguito mia sorella che tenevano in mano delle borse della spesa; corsi in cucina per frugare dentro esse in cerca di qualcosa che avrebbe potuto saziare la mia fame.
«Hazza, abbiamo prenotato le vacanze!» disse mia sorella agitando in aria un mazzo di biglietti d’aereo a mo’ di trofeo.
«Smettila, fammi vedere!!» saltai e sfruttai la mia altezza, sproporzionata per la mia età, per sfilare i biglietti dalle sue mani.
«Non. ci. credo!» dissi scandendo le parole per lo stupore.
«Sapevo saresti stato felice.» annunciò mia madre con un sorriso.
Miami, il sogno della mia vita, la città perfetta, la città dei sogni per delle vacanze estive: svegliarmi la mattina presto, andare a correre sulla spiaggia bianca, fare surf e, finalmente, rilassarmi non pensando a niente e a nessuno.
Mi misi a controllare i biglietti scrutando il giorno di partenza, l’orario e la durata della vacanza: sarei partito tra due settimane, una notte di inizio luglio, per stare via circa un mese.
Era un sogno?
Le mie illusioni svanirono quando per noia mi misi a sfogliare i biglietti: erano cinque, qualcosa non quadrava.
“Io, Gemma, mamma, papà..”  riflettei nella mia mente mentre contavo con le mani per essere ancora più sicuro.
«Mamma, vi hanno dato per sbaglio un biglietto in più.» dissi fiero della mia scoperta.
«Ehm no. Gemma ha tanto insistito per far venire anche Louis con noi..»
«Scherzi vero?» 
«È un ragazzo così cortese che non ci darà nessun problema.. Poi loro sono grandi, se la cavano da soli!» 
«Ah.» dissi cercando di apparire felice, ma dalla mia bocca uscì una sillaba di delusione.
 
Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che era solo un brutto incubo.
Sopportare quel ragazzo con le sue doppie facce e i cattivi commenti per tutto l’anno scolastico era difficile, ma ancora accettabile facendoci l’abitudine ; le vacanze estive erano l’unico mio momento di fuga e non volevo, non dovevo avere lui tra i piedi.
Una cosa però mi sollevò il morale, se era con mia sorella non avrebbe mai fatto commenti sgradevoli su di me, quella sua parte la doveva tenere nascosta.
Corsi in camera mia buttandomi sul letto immergendo la testa nel cuscino cercando di liberare la mente dalla confusione in cui era immersa: Louis era davvero così sadico da rovinarmi perfino quelle vacanze che sembravano un sogno?
Chiamai Niall, l’unico in grado di farmi ragionare in questi casi.
«Niall, ho bisogno di te. Non immaginerai mai cosa..»
«Sono da te tra dieci minuti. Okay?»
«Va bene, a dopo.»
Era assurdo pensare a come quel ragazzo potesse capirmi, aveva un talento speciale, molto umanistico; lo consideravo come un fratello.
Tolsi i vestiti che indossavo e mi misi una tuta per restare più comodo, infilai un paio di all star bianche, un cappello di lana che portavo in qualunque stagione, giorno o ora, e uscì sul portico dove Niall mi stava già aspettando.
«Andiamo da qualche parte. Qui non posso parlartene.»
«Va bene amico, ma ti avviso: mi stai facendo preoccupare!»
Ci allontanammo qualche centinaio di metri da casa e iniziai a raccontare.
«Ho due notizie: una bella e una brutta. Da quale inizio?»
«Quella bella!» rispose il biondo con fare confuso e curioso.
«Vado in vacanza per un mese a Miami..» dissi con aria triste.
«Cos’è quel broncio? Dovresti essere felice!»
«Frena, manca la notizia brutta..»
«Niente potrebbe rovinare una notizia come la vacanza che sognavi da sempre!»
«Allora chiama Louis Tomlinson “niente”. »
«Mi pigli per il culo?»
«Magari! Peccato che abbia una sorella in preda a una cotta adolescenziale per un cattivo ragazzo..»
Scoppiammo entrambi a ridere, Niall era sconvolto e io non avevo proprio idea di cosa mi stesse aspettando.





SPAZIO AUTRICE:
grazie a chiunque legga questa storia, la recensisca e usi il suo tempo per qualcosa che ho creato io.
non c'è molto da dire, spero vi piaccia e sarei curiosa di sapere le vostre impressioni sulla storia.
a presto, è una promessa!

twitter: @idolspower




 
   
 
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