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Autore: Midori No Esupuri    24/09/2014    3 recensioni
[WARNING: MORMOR/MORMORSTAN]
L'evoluzione del rapporto tra l'ex colonnello Sebastian Moran e il consulente criminale Jim Moriarty tramite messaggi.
(11.19) Mi sta assumendo come killer?
(11.20) Esattamente. JM

[...]
(11.24) Stia tranquillo, la sua ferita all’occhio non sarà un problema. So che possiede un conto bancario, mi occuperò di versarle la somma necessaria al costoso intervento che deve sostenere per recuperare la vista. JM
(11.26) Perché?
(11.26) Gliel’ho detto. Mi serve un collaboratore. JM

Nota: Capitoli comprensivi di messaggi e parte narrativa.
Genere: Angst, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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#6: Shopping
 
Mercoledì 8 gennaio
 
(09.45) Sebby, svegliati. JM
 
Dopo una settimana di convivenza, Jim non aveva ancora imparato a non mandare messaggi all’ex militare di prima mattina, così come quest’ultimo non aveva ancora imparato a spegnere il telefono prima di andare a dormire. O meglio, un paio di volte lo aveva fatto, ma la mattina successiva il suo cellulare vibrava e suonava fastidiosamente sul comodino, segno che Jim si era divertito ad accenderlo appositamente per importunarlo. Quel criminale era un coinquilino irritante, più disordinato di un adolescente nel pieno della ribellione, e capace di strillare come un gabbiano stridulo al telefono – o contro di lui – quando qualcuno non sottostava ai suoi ordini. Sebastian era arrivato alla conclusione che Jim – mai chiamarlo col nome intero, gli aveva detto poco dopo il suo trasferimento nella villa – aveva dei seri, serissimi problemi comportamentali, dovuti forse ad una qualche storia familiare strana. Certo, non che lui fosse l’emblema del figlio con una famiglia perfetta: madre morta di parto, padre violento, alcolizzato e incline a violentare sua sorella, omicida fino al giorno in cui era stato proprio Sebastian a porre fine alla sua vita. Si accigliò nel sonno nel ripensare a quel pomeriggio di marzo, in cui aveva visto suo padre uccidere sua sorella minore e si era vendicato per tutta la sofferenza che quell’uomo causava in casa loro. Scosse la testa per scacciare i pensieri, il cellulare vibrò di nuovo e il biondo ringhiò irritato contro il cuscino: finalmente poteva dormire per più di tre ore a notte, e il suo coinquilino si divertiva a svegliarlo per i motivi più assurdi.
 
(09.54) Sebby!!! JM
 
Lanciò direttamente il telefono sul comodino, con il preciso intento di rimettersi a dormire, ma la porta della sua stanza venne spalancata con pochissima grazia. Jim Moriarty, completamente sveglio e avvolto in un completo color antracite, lasciò andare un sospiro rassegnato nel vedere il suo collaboratore ancora ammassato nelle coperte, in rigida posizione da militare su un fianco. Resistette all’impulso di mollargli un calcio, ripetendosi che la cosa avrebbe causato della sgradevoli macchie sulle sue scarpe nere, poi sorrise: aveva capito il modo perfetto per svegliare Sebastian senza perdere troppo tempo. Prese fiato.
-Colonnello Moran!- gridò, nel silenzio più totale. Quasi rise nel vedere il biondo scattare a sedere sul letto, incespicando nelle coperte – era evidente quanto in Afghanistan non fossero abituati ad usarle – e puntare la pistola nera contro l’armadio, estraendola da un angolo sotto al cuscino. Sebastian si guardò rapidamente intorno, poi diresse uno sguardo assassino verso il moro, tranquillamente appoggiato allo stipite della porta.
-Stronzo.- proferì, senza mezzi termini. Ah, Jim lo ritenne decisamente adorabile con quell’aria corrucciata. Un bambino troppo cresciuto e troppo sviluppato a cui era stato tolto il gelato.
-Vestiti.- rispose, minimamente scalfito dal modo di fare dell’altro. Ormai era ovvio quanto Sebastian fosse orso – per non dire orco – caratterialmente, doveva arrendersi all’evidenza. Certo, non che si aspettasse di assumere come cecchino la quintessenza del galateo, ma pareva che il biondo si trovasse un po’ troppo all’estremo dell’irritante.
-Dobbiamo uscire.- aggiunse come spiegazione, dando le spalle alla stanza e chiudendo la porta. Proprio non sopportava le porte aperte, Sebastian invece aveva quel maledetto vizio di non chiuderne nemmeno una, compresa quella del bagno. Il biondo borbottò qualcosa di inudibile, quasi masticato fra le mascelle ancora un po’ impastate dal tanto dormire, legato alla scarsa voglia di uscire di prima mattina, ma alla fine si infilò i pantaloni mimetici e la canotta, si legò gli anfibi e scese le scale rapidamente. Nel tragitto si infilò il giubbotto in pelle nera, un po’ consunto e con le borchie scolorite, raggiungendo Jim nel vasto ingresso della villa. Il moro gli porse un paio di chiavi, sorridendo appena percettibilmente.
-Vedi di non fare incidenti.- lo avvisò, uscendo dal grande portone laccato in nero e attraversando il cortile, Sebastian lo seguì guardando quelle chiavi. Un’Audi? Di certo non si aspettava di trovare un macinino per caffè fuori da una villa del genere, ma una macchina come quella… E doveva guidarla lui? Guardò il veicolo, nero e lucente sotto il sole pallido di quella fredda mattina, e aggrottò le sopracciglia chiare.
-Fammi capire.- iniziò. -Devo guidarla io perché…?
Jim sospirò.
-Perché sì.
-Che diavolo di risposta è: perché sì?
-La risposta che ti meriti per una domanda simile.
Ecco che tornava il lato irritante del suo capo, inutile dire che non gli era mancato per niente. Jim era parecchio intrattabile al mattino, e la cosa si mitigava molto poco durante il resto della giornata.
-Ah, so perché.- rise, salendo in auto. -Non hai la patente.
Non ci fu risposta, Jim si sedette in mezzo ai sedili posteriori e allacciò con calma la cintura, per poi lisciare la stoffa del completo. Troppo maniacale, pensò il colonnello.
-Dai, non dirmi che non hai davvero la patente!
Il moro lo guardò nello specchietto retrovisore, stringendosi nelle spalle.
-Non vedo come la cosa possa riguardarti, in più non c’è niente di strano. Adesso guida, siamo in ritardo.
-In ritardo? Dove diavolo dobbiamo andare?
-A fare compere.- rispose l’altro, con un sorrisetto veramente femmineo. Sebastian aveva visto quell’espressione solo a scuola, quando le sue compagne commentavano qualche ragazzo di un’altra classe, e non era così sicuro che fosse positivo sul volto di un maschio. Beh, ma Jim era gay, gli aveva detto. Per un attimo, un brevissimo attimo, ringraziò di dormire in una stanza lontana da quella del proprio capo, con la porta ben chiusa e una pistola sotto al cuscino. Non si poteva mai sapere, dopotutto. Guidò con calma fino al centro di Londra e, quando finalmente risalì in auto per riportare Jim e i suoi innumerevoli sacchetti alla villa, erano quasi le due del pomeriggio. Aveva una fame indicibile, non appena il suo capo scattò nello studio con i suoi vestiti nuovi lui si chiuse in cucina e si occupò di cucinarsi qualcosa. Gli piaceva farlo, insieme al medico della loro divisione in Afghanistan aveva fatto il cuoco per tutti gli altri soldati, quasi sorrise a pensarci. La guerra, nonostante tutto, aveva rimpiazzato molti dei suoi ricordi legati alla sua famiglia.
 
(15.07) Per il futuro: evita di essere così insopportabile quando siamo in un negozio. JM
 
Non ci poteva credere, lo stava davvero rimproverando?!
 
(15.07) Sei stato due ore, e dico due ore, davanti ad uno scaffale per scegliere una fottuta cravatta!
 
(15.09) E allora? Io devo vestirmi bene, ho una reputazione internazionale. JM
 
(15.12) Sì, come no.
 
(15.20) Tra l’altro, non ti sei comprato niente. JM
 
(15.22) Quei negozi erano tutti per ricconi snob. Non c’era niente per me.
 
(15.25) Erano tutti negozi da uomo, Sebby. JM
 
(15.28) Per uomini come te, vorrai dire.
 
(15.31) Cosa vorresti dire?! JM
 
(15.32) Calmati. Hai visto come mi vesto? E comunque, a me quel giubbotto piaceva.
 
(15.36) Tu non andrai in giro con un giubbotto mimetico, Sebastian. Hai già i pantaloni, vuoi tingerti anche i capelli e la faccia a macchie? JM
 
(15.40) Beh, agli addestramenti a volte succedeva.
 
(15.43) Oh, cielo. JM
 
(15.43) Non ti comprerai un giubbotto militare, che ti piaccia o meno. JM
 
(15.45) Vuoi comandarmi anche sul modo di vestire?!
 
(15.48) Ovviamente. Sei un mio sottoposto, devi vestirti bene. Non esiste solo il tuo stupido militare, sai? JM
 
(15.52) E non esiste solo il tuo stupido gessato, sai?
 
(15.54) Non osare infangare i miei completi! Sono Westwood, brutto caprone ignorante! JM
 
(15.56) Uh, mi hai offeso! Adesso vado a piangere dalla mamma.
 
(15.57) Tua mamma è morta, stupido. JM
 
(16.03) Caspita, tu sì che hai tatto…
 
(16.03) E vaffanculo, comunque.
 
Come se non lo sapesse già da solo che sua madre era morta, maledizione. Dando alla luce sua sorella, fra l’altro. Si sedette sul letto e iniziò a lucidare con rabbia crescente la pistola, togliendo il caricatore e passando sulla canna un panno asciutto, sfregando ripetutamente. Come si permetteva Jim di fare tanto l’altezzoso? Gli bruciava non sapere niente su quell’uomo tanto irritante, almeno per ripagarlo con la sua stessa moneta, ma l’unica cosa che riusciva a fare era ignorarlo in tutti i suoi tentativi di chiamarlo dallo studio e di mandargli sms sul cellulare. Era offeso, ma più che altro era arrabbiato per non potergli rispondere a tono, anche se a pensarci bene Jim non si faceva scalfire da nulla… E quello era ancora più irritante, cazzo.
-Seb?
Il cielo era quasi scuro oltre la finestra, il biondo aveva messo in ordine le sue cose e ripiegato ordinatamente le proprie magliette nell’armadio, nel ripiano più basso, e accanto aveva sistemato i pantaloni; gli anfibi erano l’unico paio di scarpe sopravvissuto alla guerra e al resto e se li teneva costantemente addosso, così come le medagliette con il suo grado militare e alcune informazioni sulla sua nascita.
-Che diavolo vuoi?- sbottò, poco amichevole. Era sempre stato incline a portare rancore, o comunque a non dimostrarsi molto tollerante con gli sgarri altrui. Ci fu una pausa di silenzio, poi la porta si aprì e Jim comparve sulla soglia, lo sguardo corrucciato e in mano una carta di credito. Sebastian lo guardò, inizialmente noncurante, poi voltò lo sguardo verso la finestra e si concentrò sul cielo scuro, in attesa. Jim si avvicinò e gli porse la carta di credito, anche lui con lo sguardo perso nell’esterno della villa, isolata dalla città ma non troppo, potevano ammirarne le luci soffuse dalla terrazza… Se solo fossero stati i tipi da fare cose del genere. Magari lo erano, ma certamente non l’uno con l’altro: Sebastian era troppo burbero per chiedere di guardare le luci di Londra da una terrazza di notte, Jim invece era troppo impegnato con il lavoro… E troppo burbero, esattamente come il suo coinquilino. In più, Jim Moriarty non chiedeva mai nulla, lui otteneva e basta.
-Va’ a comprarti quel giubbotto che tanto ti piace.- disse, era quasi divertente per il colonnello rendersi conto di quanto l’altro si stesse sforzando di non aggiungere un insulto a quella frase.
-Domani, o quando diavolo ti pare.
Il biondo sorrise, allungando il braccio per prendere la carte di credito, e se la infilò in tasca. Si sarebbe vendicato, altro che giubbotto avrebbe comprato il giorno successivo… Forse era davvero l’ora di aggiungere dei vestiti nuovi nel suo armadio, anche se lo shopping non faceva proprio per lui. Però, doveva ammettere che un gesto del genere non se lo aspettava proprio da Jim, sorrise leggermente e scosse il capo.
-D’accordo.
Altra pausa di silenzio, l’ossessivo guardare fuori del biondo gli fece sfuggire un sorriso molto lieve sulle labbra sottili dell’altro, che tuttavia scomparve nel nulla in una frazione di secondo.
-E adesso va’ a preparare la cena, Seb. Ho fame.
 
•Nota dell'autrice~
Come promesso, eccomi qui con il sesto capitolo di questa fanfiction u.u Che dire, siete sempre di più a seguirla e per me è davvero un'emozione rendermene conto, grazie davvero a tutti ♥ Sebby in questo capitolo è un pochettino omofobo, ma molto presto si ritroverà a cambiare idea sul conto del nostro bel consulente criminale, così come a Jim toccherà vedere molto di più che un irritante orco nei vestiti mimetici del suo cecchino... Ma non diciamo niente di troppo, questa coppia è l'agnst per eccellenza e spero di renderla davvero al meglio. 
Ci vediamo leggiamo al prossimo capitolo, tra una settimana esatta, e grazie ancora a chi segue, legge, recensisce e tutto il resto!
Midori No Esupuri~
  
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