Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: CassandraBlackZone    24/09/2014    2 recensioni
“Hai altre domande, prima che io abbassi questa bellissima leva?”
“Sì.”
“Spara.”
Questa è la domanda più strana che abbia mai posto a qualcuno “Dottore chi?”
Lui sorride senza rispondere e, abbassata la leva, il rotore inizia ad oscillare su è giù. Nella sala riecheggia uno strano cigolio ansimante e iniziamo ad aggrapparci ai corrimano, per quanto gli scossoni sono forti.
Qualcuno mi dica che è tutto un sogno.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nel poker, non importa quanto sia bella o brutta la tua mano, non puoi mostrarla dalla tua espressione.
Kaito, non importa dove sei, mantieni sempre una buona poker face.
Da quando sei morto, papà, ho sempre considerato quelle parole non come un mero consiglio da pokerista, ma come una vera e propria filosofia di vita. Io voglio essere un grande mago, proprio come te. Raggiungerti non se ne parla, ma lo diventerò abbastanza da poter sfiorare almeno una volta la tua perfezione.
Sì. Era questo ciò che mi ero prefissato, che mi ha indotto a cercare il gioiello tanto desiderato dai tuoi assassini per vendicarti,  ed  è ciò che mi ha fatto diventare Kaitou Kid, il ladro gentiluomo, finché non ho incontrato lui.
“Avanti, Kaitou. Non essere timido. Lo dicono tutti.”
In questo momento i lati della sua bocca si stanno allargando in un sorriso alquanto inquietante,  nonostante indossi un buffo papillon e delle bretelle bordeaux accompagnati da una giacca tweed marrone. Infantile, è stato il mio primo pensiero, ma ho dovuto ripensarci appena per un solo istante potei vedere in quei piccoli occhi policromi, coperti da un folto ciuffo castano, e dalle rughe vicine agli occhi, una nota di vecchiaia. Che stia indossando una maschera, ho pensato, ma giudicai troppo presto. Non ne sta indossando nessuna.
 “Allora? Ti sei addormentato?”
Inoltre c’è la sua voce. È così… giovane. Ha la corporatura media di un trentenne, eppure… qualcosa mi fa credere il contrario. È solo una mia impressione? Com’è possibile che un uomo possa mostrare due età diverse senza indossare alcuna maschera? Non so proprio spiegarmelo. È il caso di chiederglielo?
“Tu…” Mi dispiace, papà. Ho paura che stia per perdere la mia poker face. La mia preoccupazione è ben percettibile  anche solo dalla voce. Spero che tu possa aiutarmi, da lassù. “Tu… chi sei?” riesco finalmente a dire.
“Oh, curioso. Davvero molto curioso.” Inizia a gironzolare con le braccia incrociate, attorno all’enorme rotore cilindrico in mezzo all’immensa sala futuristica arancion-…
“A-aspetta… un momento.” È la mia voce quella che trema?
Papà. La poker face è saltata del tutto. I miei occhi sono ormai impegnati ad ammirare le enormi strutture circolari di ferro, circondati da grossi fili elettrici. Le pareti tempestate di forme circolari che fanno da sfondo mi fanno sentire come in uno stato di allucinazione.
Dove. Diavolo. Sono. Finito.
“Ah, mi pareva strano, sai? Voglio dire, sei appena entrato dalla porta di una piccola cabina telefonica di legno, e ti metti ad indagare con lo sguardo un povero vecchio.”
“Sì… un vecch-… Eh??!! Cosa?? Avevo ragione?!”
“Oh, giovane Kaitou Kid. O dovrei chiamarti… Kuroba Kaito, eh? Non stai seguendo la regola più importante che ti ha insegnato tuo padre,”  l’uomo schiocca la lingua in segno di delusione, e inizia ad armeggiare tra la macchina da scrivere, il telegrafo, il grammofono e una serie di rubinetti caldi e freddi “mantenere sempre una buona poker face.”
“Un momento! Un momento!! Che cosa vuoi dire con entrato?! Io non ricordo di essere entrato da nessuna parte!” ed effettivamente è così. Io che sono abituato a mentire, questa è una di quelle poche volte in cui sono sincero. Ero impegnato a rubare l’orologio dell’occhio dell’armonia, la solita routine, con il solito ispettore Nakamori alle calcagna, quando all’improvviso mi sono ritrovato… qui.  Ma come?!
La situazione mi sta decisamente sfuggendo di mano.
“Oh, cielo. Non mi dire che te ne sei dimenticato.”
“Dimenticato ? Come potrei dimenticare… questo!”
“Beh, tecnicamente, come ti ho detto, sei appena entrato. La vera domanda è… perché hai dimenticato, giovane Kaito?”
“Rispondi tu piuttosto! Chi sei?!” Scusa, Shinichi. Devo rubarti la posa solo per questa volta.
“Oh, che sbadato! E’ vero non ci siamo ancora presentati! Beh,” tossisce un paio di volte e si raddrizza il farfallino “E’ un onore fare la tua conoscenza, Kaitou Kid II. Io sono il Dottore.”
“Il… Dottore?”
“Esatto, ragazzo mio. Con la d maiuscola.”
E poi si lamentano del codice 1412. Dottore… mi chiedo di che tipo.
“Hai altre domande, prima che io abbassi questa bellissima leva?”
“Sì.”
“Spara.”
Questa è la domanda più strana che abbia mai posto a qualcuno “Dottore chi?”
Lui sorride senza rispondere e, abbassata la leva, il rotore inizia ad oscillare su e giù. Nella sala riecheggia uno strano cigolio ansimante e iniziamo ad aggrapparci ai corrimano, per quanto gli scossoni siano forti.
Qualcuno mi dica che è tutto un sogno.
 
Molto tempo prima
 

“Kaito! Kaito! Eccomi!”
“Muoviti Aoko! Non abbiamo tutto il tempo, sai?!”
“Scusami! Volevo prendere dei souvenir! Non ti arrabbiare!”
Londra era più caotica che mai. Le strade brulicavano di turisti muniti di macchine fotografiche e guide turistiche. Un tripudio di accenti di diverse lingue sparse in diversi punti storici della città; dal tedesco all’italiano, al cinese al francese e tante altre. Gli indici puntati sull’immenso Big Ben o il London Eye, il profumo di waffles e castagne.
Kaito iniziò ad avere un certo languorino. Il povero giovane mago non si era fermato neanche un secondo assieme ad Aoko, che lo obbligava a seguirlo nei quartieri della moda più conosciuti. Poté rilassarsi giusto un cinque minuti a Picadilly Circus, ma solo perché lei doveva pagare alla cassa tutto ciò che aveva comprato.
“Guarda Kaito! Non lo trovi carino?! L’ho preso per papà! Pensi ne sarà felice?” con gli zigomi tirati su da un ampio sorriso, Aoko sventolò davanti all’amico un portachiavi con attaccato un pupazzetto di Sherlock Holmes, pipa e cappello da caccia compresi.
Kaito non riuscì e trattenersi dal ridere “ Hai davvero intenzione di regalargli Sherlock Holmes?”
“Eeeeh?! Perché no, scusa? Almeno questo gli darà la carica necessaria per catturare finalmente Kaito Kid!”
“Avresti almeno potuto prendere Lestrade, no?”
Re…sturaddo?”
“Lestrade! L’ispettore. Hai mai letto un libro di Arthur Conan Doyle almeno?”
“Uffa! Quanto fai il difficile! Ispettore, detective… che differenza fa!?”
“C’è un enorme differenza!”
“Oh, taci!”
Il rapporto fra Aoko e Kaito era sempre stato così, fin da quando erano piccoli. Un mix di amore e odio, dove litigi duravano poco più di quindici minuti o anche meno.
“Ti vanno delle castagne?”
“Sì! Buone!”
Come volevasi dimostrare.
 
“E’ stata proprio una fortuna che tua madre avesse degli affari a Londra!”
“Già… affari…” Se spassarsela per locali significa affari, allora va bene.
“Abbiamo visitato Tower Bridge, il National Museum e la casa di Sherlock Holmes.”
“Gli innumerevoli negozi di vestiti non li conti?”
“Sì, anche quelli. Ora che cosa facciamo?”
“Andiamo in un posto caldo, possibilmente. Sto gelando… ho già finito le castagne.”
“Che ne dici di andare al cinema?” guardatasi attorno, Aoko indicò una grossa insegna theater in stile anni Sessanta “Vediamo cosa danno!”
“Ok. Va bene.”
Kaito e Aoko si misero subito in fila per la biglietteria. Entrambi non poterono non notare il blu accesso dei vestiti che indossavano le sette persone davanti a loro.
“Ehi, ma cos’è? La mania del blu?”
“Ci sarà una qualche strana moda. Siamo a Londra, dopotutto.”
Salve ragazzi!” Una giovane londinese vestita da maschera di sala, si avvicinò sorridente ai due ragazzi con un paio di biglietti dorati. Kaito riuscì a leggere una percentuale e quella che pareva una lista di titoli.
Posso aiutarla?” chiese lui con un inglese pulito e fluente.
Vi ringrazio per aver scelto il nostro cinema! Ecco a voi degli sconti da utilizzare anche da subito! In coppia lo sconto ammonta al 50%!”
“Wow! Davvero? La ringrazio!”

Figuratevi! Grazie a voi!
Dati i biglietti, la donna li salutò con un altro sorriso, per poi continuare a distribuire sconti ad altri passanti.
“Che cosa ha detto… Kaito?” chiese imbarazzata Aoko. Nonostante il suo rendimento scolastico fosse al di sopra della media, l’inglese era ancora il suo tallone d’Achille, a differenza di Kaito, che grazie ai viaggi che faceva assieme al padre e tutt’ora con la madre, conosceva la lingua tanto quanto la magia.
“Sono sconti che possiamo utilizzare ora al cinema.”
“Ma è fantastico! Che fortuna!”
“Già, ma vanno bene solo per gli spettacoli di oggi.”
“Va bene, no? Che cosa c’è?”
“Alcuni non li conosco, altri li ho già visti.”
“Fammi un po’ vedere? Hm… pure io alcuni li ho già visti… che ne dici… di provare questo? Sembra interessante!” Aoko avvicinò gli occhi al biglietto per cercare di leggere il titolo. Le era difficile leggere il numero.”
The day of the Doctor. The Doctor Who’s …
50th Anniversary.” Continuò Kaito “Guarda questa strana cabina. POLICE PUBLIC CALL BOX.
“Ah! Ma certo! L’abbiamo vista anche in un parco, ricordi? Ci facevano le foto dei bambini e dei ragazzi!”
“E a quanto pare va di moda qui, guardati attorno.”
Un po’ confusa Aoko si guardò le spalle e davanti, fino a quando non notò la stessa scritta su borse, magliette e felpe. “Oh, wow.”
“Il giorno del Dottore è finalmente è arrivato. E’ il momento che l’ultimo Signore del Tempo faccia i conti con i suoi demoni ricordandosi della Guerra del Tempo, periodo in cui sterminò la sua stessa gente per il suo bene. A cinquant’anni  della sua prima messa in onda, si prospetta un anniversario pieno di sorprese. Interessante. Cinquant’anni sono un bel po’ di anni. ” Lesse Kaito sul retro del biglietto.
“Uccise la propria gente? Non è un po’… forte come film?”
“Qui c’è scritto che è adatto a tutti. È fantascientifico.  Lo sconto è dovuto al fatto che il ventitre novembre di quest’anno, il giorno dell’anniversario, ha avuto un buon incasso.”
“Oh, ok.”
“Guarda tocca a noi. Andiamo.”
Desiderate?
Kaito avvicinò i biglietti dorati e una banconota da venti sterline “Due biglietti per Doctor Who, grazie.
 
A volte un trucco può fallire.
Ma non devi farlo notare al pubblico.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Salve a tutti, sono Cassandra.
E’ la prima volta che mi cimento in un crossover… perché me ne sia venuto in mente uno con Doctor Who e Kaitou Kid? Ma perché li adoro alla follia! Dico subito di essere consapevole di aver scritto un capitolo piuttosto povero di contenuti ( e probabilmente anche male…  non sono il massimo, ma mi diverto a scrivere perciò non mollo! ), ma vedrò di arricchire questa mia piccola storia fra l’Undicesimo Dottore e Kaito con i prossimi. È solo l’inizio.
Ringrazio in anticipo le eventuali recensioni. Sono ben accettate delle critiche purché costruttive, cosicché possa migliorare in futuro :)
 
Grazie dell’attenzione!
 
Cassandra
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: CassandraBlackZone