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Autore: Lachiaretta    26/09/2014    25 recensioni
Amelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi però questo passato tornerà a bussare alla sua porta, inghiottendola completamente.
Cattivi ragazzi, corse illegali, auto illegali, scommesse, sesso, droga e alcol.. ma soprattutto lui, Jake Haiden.
QUESTA STORIA PRENDE SPUNTO DALLA TRAMA DI GOSSIP GIRL, IN PARTICOLARE I PRIMI EPISODI, E DA FAST AND FURIOS. LEGGETE L'AVVISO IN APPENDICE AL PRIMO CAPITOLO PER TUTTE LE INFORMAZIONI AL RIGUARDO.
PRIMI CAPITOLI IN REVISIONE.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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THE RACER


I primi capitoli sono in fase di revisione a causa di errori.. 

The Racer ha anche una pagina su FB sulla quale troverete ogni martedì un piccolo spoiler, immagini e su cui potrete farmi domande. Se volete accedervi clicca qui. Vi aspetto.

Buona lettura.


Ciao.. intanto ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la mia storia ai preferiti ... Ben 8. E alle seguite 4.
Grazie grazie grazie.
E sono contenta che vi piaccia la storia. 
è molto importante essendo una piccola creatura tutta mia... e mi spaventa molto.. Ho paura di scrivere una schifezza slacciandomi da un libro (Hunger Games) o da un personaggio famoso (Josh Hutcherson) e sapere che ad almeno qualcuno via piace mi rende una delle persone più felici del mondo.. 
​Quindi vi ringrazio ancora tantissimo e vi lascio alla lettura del capitolo sperando di non deludervi!!!



CAPITOLO 3
 
Le auto sfrecciano davanti a noi provocando uno spostamento d’aria tale che se non fosse per il braccio di Mr Crab che mi cinge prontamente un fianco rischierei di cadere dalla sua postazione.
La rabbia mi ribolle dentro ancor prima di vedere il ghigno divertito sul suo volto, mentre gongolante esce dall’auto e ci raggiunge.
«E come sempre il vincitore è JAKE HAIDEN!» Esulta Mr Crab al mio fianco sollevando il braccio destro di Jake. «Tra un attimo potrete ritirare le vostre vincite!»
«Ho fatto bene a non lasciarti scommettere» ride strafottente avvicinandosi a me. «Io vinco sempre!»
Annuisco dipingendomi abilmente sul volto un’espressione annoiata. «Dipende dall’avversario, e vorrei farti notare per la maggior parte del tragitto sei stato secondo. Hai avuto solo fortuna» concludo indignata.
«Solo per creare suspance nella corsa, tesoro» ride ancora poggiando entrambe le mani sui miei fianchi e avvicinandomi a lui. «Dove hai lasciato Robert?» Sussurra al mio orecchio, impedendomi di nascondere un sorriso. Allora è caduto nel mio gioco. «Sei decisamente più bella quando sorridi» soffia tremendamente vicino, togliendomi il respiro. Per un istante riesco a pensare al solo desiderio di annientare la distanza che ci divide e alla paura che sia lui a farlo.
«Oh merda. La polizia.» Urla Megan sentendo il suono delle sirene pericolosamente vicine a noi e riportandomi alla realtà, mentre tutti i ragazzi del piazzale sembrano impazzire improvvisamente.
Jake afferra il mio polso intimandomi di seguirlo «Vieni con me!»
Rifiuto controvoglia la sua offerta, ma devo occuparmi di Spencer, l’ho portata io in questo guaio e la devo tirare fuori. Lei è l’unica a non capire la gravità della situazione, rimane ferma guardando tutti correre alle loro auto. L’afferro per un braccio e la tiro verso di me appena in tempo per evitarle uno scontro diretto con un ragazzo che è oltre il doppio di lei e che l’avrebbe sicuramente travolta e stesa al suolo. Se non ricordo male deve far parte della squadra di football della Columbia.
«Dobbiamo andarcene prima che ci trovino qui» urlo alle mie amiche sovrastando le altre voci. In quel momento la decisione di andare a vedere le corse mi sembra ancora più stupida di quanto mi fosse sembrata un’ora fa. Non oso immaginare l’espressione della mia famiglia se venissi arrestata. Sia Spencer che Megan annuiscono e insieme corriamo verso la Porsche, ma ormai le sirene sono troppo vicine a noi. Megan mi fissa sgranando gli occhi terrorizzata. «Ci arresteranno» grida immobile davanti alla sua auto mandando anche Spencer nel panico.
«No, Megan, non succederà se ce ne andiamo ora.»
Lei scuote la testa, le sue mani tremano così forte da non riuscire a premere il pulsante per aprire le portiere. «Non posso guidare così. Non faremo un kilometro prima di essere fermate. Io non sono così brava.»
Mi fissa dritta negli occhi e posso leggere chiaramente la sua supplica silenziosa, incapace di esprimerla a parole. Sa bene cosa mi sta chiedendo e quanto mi costa.
Le sorrido appena. «Dai qua.» Afferro le chiavi e la spingo per farla salire sul sedile del passeggero. Poi mi rivolgo a Spencer che è già balzata sul sedile posteriore. «Allaccia la cintura e tieniti forte. Adesso si corre.»
Infilo la chiave e premo il pedale dell’acceleratore inebriata dal rombo dell’animale che sto per dominare. Guidare era per me come l’alcool per un alcolista o la droga per un drogato. Posso aver fatto di tutto per uscirne ma mi è stato sufficiente ricaderci una sola volta, riprovare per un solo secondo, e tutti gli sforzi fatti in anni di astinenza forzata spariscono. Ingrano la marcia e, stando ben attenta a non investire nessuno e a non sbattere contro le altre auto in fuga, raggiungo la strada. Una volta imboccata mi trovo le auto della polizia ad un paio di macchine da noi e accelero per distanziarle. Scalare dalla prima alla sesta è praticamente automatico, come il passaggio dai 30 ai 120 km orari, superando le auto più lente dei nostri compagni.
Dallo specchietto retrovisore noto un’auto della polizia che ci insegue, sicuramente attirata dal modello dell’auto, dalla velocità e dalla mia abilità nella guida.
Spingo ancora di più sul pedale dell’acceleratore – 140 – e sorpasso una fila di auto rientrando nella mia corsia poco prima di scontrarmi con un’auto che percorre il senso di marcia opposto, incurante delle urla provenienti dal sedile posteriore.  – 160 – Il poliziotto non sembra mollare ma quale velocità può mai raggiungere una volante? Non riesco ad individuare il modello, ma sicuramente non è una Porsche 997 S e non credo che, a differenza mia, possa superare i 200 km/h. L’occasione mi si presenta appena imbocchiamo il ponte di Brooklyn in direzione di Manhattan. Poco meno di due chilometri per far perdere le mie tracce. Spingo ancora sull’acceleratore superando i 230 km/h e sentendo fremere sotto di me l’alto numero di cavalli, la volante della polizia ormai letteralmente un lontano ricordo.
Non dovendo più prestare attenzione allo specchietto retrovisore fisso lo sguardo sulla seconda parte del ponte che mi rimaneva da percorrere e sorrido riconoscendo l’auto di fronte a me.
Un’Audi R8, grigio metallizzato.
Jake.
«Vogliamo divertirci?» chiedo a Spencer e Megan che finalmente hanno smesso di urlare.
«Cosa vuoi fare?» mi domanda Megan vedendomi sorridere malignamente. Senza degnarla di una risposta accelero affondando il pedale fino al limite per raggiungere la velocità massima e, a pochi metri dalla fine del ponte, riesco ad affiancarmi all’auto Jake e, dopo un breve testa a testa, a sorpassarlo con una raggiante Megan che agitava la mano per salutare lui e suo cugino Charlie. Con la coda dell’occhio posso vedere lo stupore sul suo volto. Di fronte a lui mantengo la velocità massima per non farmi raggiungere e, raggiunto il primo semaforo, dopo essermi accertata di essere in grado di attraversare senza causare alcun incidente, attraverso con il rosso lasciandomi alle spalle Jake Heiden che invece è costretto a fermarsi dal sopraggiungere di un taxi.
“IO VINCO SEMPRE!” Urlo soddisfatta rallentando e svoltando in direzione della Columbia.
 
Arrivate nel parcheggio della Eaton House scendo di corsa dall’auto aiutando Spencer a fare altrettanto. Riesco a stento a trattenere una risata notando che i suoi capelli hanno perso ogni parvenza di piega. Se ne accorge immediatamente e cerca inutilmente di sistemarli infilando le lunghe dita in quel groviglio.
“Tranquilla Spencer, adesso ce ne andiamo a letto. Ci penseremo domani ai tuoi capelli.”  Cerco di tranquillizzarla ma lei mette il broncio e borbotta. “La prossima volta salgo io davanti!” A queste parole scoppio a ridere e con me anche Megan. “E io che pensavo che non saresti più salita in macchina con noi!” Esclamo prendendole entrambe sottobraccio e correndo verso l’ingresso della villa d’epoca. Di un’unica cosa sono sicura, negli ultimi quattro anni non ero mai stata felice come in questo momento. Forse sto finalmente tornando a vivere e finalmente ho di nuovo due amiche.
 
***
 
La mattina seguente vengo svegliata dall’urlo di Spencer che si scaraventa giù dal letto. “Che diavolo ti prende?” Sbraito incapace di aprire gli occhi a causa della luce che penetra nella stanza dalla finestra che ha appena aperto.
“Sono in ritardo per la prima lezione!” Urla afferrando il suo beauty e un telo da bagno.
“Ma a che ora hai lezione?” Le domando. Io ho la prima lezione alle nove e ho impostato la sveglia alle sette in punto. Istintivamente apro l’occhio destro e guardo la piccola sveglia sul mio comodino. Sono le otto e venti. Lancio in aria il piumone e mi trascino giù dal letto, afferrando a mia volta un asciugamano e il piccolo beauty case e correndo insieme alla mia amica verso le docce. Mi lavo con l’acqua fredda per svegliare ogni singola molecola del mio corpo. Non posso essere in ritardo proprio il primo giorno. Terminata la doccia strofino ripetutamente il viso per eliminare ogni traccia del pesante trucco di ieri sera e torno in camera correndo con Spencer sempre alle calcagna. A differenza sua, fortunatamente, io non ho l’imbarazzo della scelta su cosa indossare. Infilo i Jeans chiari, una camicia rosa senza bottoni, lunga sui fianchi e il blaize nero. Ai piedi un semplice paio di ballerine nere. Guardo Spencer che, con indosso una semplicissima maglia nera talmente aderente da sottolinearne troppo il seno abbondante, è indecisa tra un paio di pantaloni cachi corti in caviglia e una gonna lunga fino ai piedi verde militare. “Io metterei i pantaloni, sarai più comoda a correre per i corridoi.” Le suggerisco. Lei mi guarda, non potendo non darmi ragione. Infila i pantaloni e ai piedi un paio di sandali dal tacco altissimo, annullando l’intera comodità dei pantaloni. Scendiamo al piano di sotto e ci fiondiamo in cucina dove afferriamo al volo un caffè e un biscotto alla marmellata prima di uscire in strada verso l’edificio principale.
Non è un buon modo per cominciare il mio primo giorno alla Columbia University.  
 
***
 
Prima ora di lezione, Elementi del Processo Penale.
Il professore è già seduto alla sua cattedra quando mi scapicolla letteralmente all’interno dell’aula, tutti gli altri studenti già comodamente seduti.
«suddiviso in tre… Oh. Buongiorno signorina. Benarrivata.» Mi scruta dalla testa ai piedi e per un brevissimo istante spero che voglia sul serio darmi il benvenuto. Dall’espressione contrariata che si dipinge sul suo volto un secondo dopo capisco che non è così.
«Mi scusi per il ritardo professore.» Balbetto sentendo il viso avvampare per l’imbarazzo. «Per oggi lascerò perdere, ma in futuro veda di essere puntuale o non le permetterò di entrare in aula. Ora prenda posto e non ci faccia perdere altro tempo.» Sbotta nervoso. Qualcosa mi dice che non devo stargli molto simpatica. Annuisco appena fiondandomi in una delle sedie rimaste libere ed estraggo dalla borsa il mio quaderno nel caso fosse necessario prendere appunti.
«Dove eravamo rimasti.. Ah già! Dicevo che il corso si divide in tre moduli. Alla fine di ogni modulo sarà previsto un esame, i primi due scritti, l’ultimo orale. Il voto finale sarà determinato dalla somma dei tre nella seguente percentuale 25% per ogni scritto e 40% all’orale. E prima che qualcuno di voi decida di intervenire so che è solo il 90% del voto finale, ma l’ultimo 10% è riservato alle tre persone che otterranno i risultati migliori alle due prove scritte a cui verrà assegnato uno stage in procura. I compiti verranno valutati da me unitamente al nuovo vice procuratore, che assisterà alle vostre prove. È un’esperienza che viene riservata ai soli allievi del mio corso dato lo stretto rapporto di amicizia che ci lega, essendo stato mio assistente per molti anni prima di rivestire questo ruolo, oltre ad essere uno dei miei migliori alunni negli ultimi vent’anni. Cercate di non sprecare quest’opportunità.»
Mi ritrovo ad annuire fissando intensamente il mio insegnante. La possibilità di accedere alla procura è stato uno dei motivi che mi ha spinto a tornare a New York e non sono intenzionata a lasciarmi scappare questa possibilità. Dovrò impegnarmi molto. Mi solleva il fatto che saranno prove scritte e per loro natura oggettive e che non saranno valutate solo dal professore con il quale non ho avuto un eccellente primo incontro e di cui non conosco nemmeno il nome essendomi persa la presentazione.
 
***
 
«AMELIA! Siamo qui.» Megan sventola la mano in aria per attirare la mia attenzione, usa il mio nome completo e questa cosa mi mette sull’attenti, ci deve essere qualcuno degli altri nelle vicinanze. E infatti appena giungo al tavolo trovo seduti al suo fianco Spencer, Josh e Robert.
«Ciao» saluto tutti sorridendo che mi rispondono in coro. Immediatamente Robert si allarga spingendo Josh lungo la panca per farmi posto al suo fianco. I capelli neri gli ricadono spettinati sulla fronte, nascondendo appena gli occhi verde scuro, risaltati dalla felpa bianca con lo stemma dell’università. Deve essere un atleta. Mi siedo e poggio il vassoio del pranzo sul tavolino, afferrando la mela verde e iniziando a mordicchiarla controvoglia. Questa situazione mi ha fatto quasi passare la fame. «Non sapevo che anche voi frequentaste la Columbia» dico alzando le spalle e fulminando mentalmente Megan che poteva almeno prepararmi. «Si. Io sono al secondo anno, mentre Josh è al terzo» mi risponde Robert sfoggiando il suo sorriso smagliante.
«Megan diceva che sei una matricola» inizia Josh «ma stamattina eravamo allo stesso corso del professor Collins, non ti ha accolto molto bene.»
Indubbiamente deve trattarsi del corso di Elementi del Processo Penale, non l’avevo visto seduto in aula. Registro mentalmente il nome del professore che fino a quel momento mi era rimasto sconosciuto.
«Mm Mm. Sono al primo anno ma sono stata ammessa a frequentare i corsi avanzati, in particolare di diritto visto che voglio frequentare Giurisprudenza» rispondo sorvolando sul piccolo particolare di essere stata ammessa grazie alla mia altissima media scolastica in collegio. Questo particolare tuttavia non sembra essere loro sfuggito dal modo in cui mi osservano: Josh mi studia circospetto mentre Robert mi fissa divertito.
«Attento Josh, la ragazza qui potrebbe soffiarti il posto in procura.» Avvampo alle sue parole e riporto lo sguardo su Josh. Anche lui vuole lo stage. «In fondo sono tre posti» gli rispondo scrollando le spalle facendo scoppiare tutti a ridere, tutti tranne Josh.
«Beh vedi di non prenderti il mio allora. Sarai anche brava ma sei solo una matricola, penso di poter ottenere un risultato migliore del tuo» annuncia con aria di sfida. «Calma calma. Dovete prima superare gli scritti» interviene Robert cercando di risollevare la conversazione che in effetti si stava facendo pesante. È tuttavia Josh a porre fine ad ogni possibilità alzandosi dalla sedia e allontanandosi senza nemmeno salutare.
«Scusalo sai. È che ci tiene tanto a quel posto in particolare e fatica ad accettare possibili avversari» cerca di giustificare l’amico ma lo interrompo facendogli capire che non serve. Porto invece il mio sguardo su Spencer che fino ad adesso non ha mai staccato gli occhi dal cellulare, ricevendo e spedendo messaggi continuamente.
«Che le prende?» chiedo a Megan che sbuffa sentendosi evidentemente ignorata.
«Sono ore che mi tampinano. Micheal mi ha chiamato 10 volte per avere il numero di Spencer e Robert voleva assolutamente incontrarti» esordisce guadagnandosi un’occhiata truce da parte dell’amico. «E non è l’unico» termina ammiccando e mostrandomi il suo cellulare. Sia io che Robert ci sporgiamo per vedere di cosa si tratti e sorrido notando una serie di messaggi da parte di Jake Haiden con un unico argomento di conversazione: io.
 
Mercoledì ore 00.45. “Megan, chi diavolo è la tua amica? Da dove salta fuori?”
 
Mercoledì ore 00.58. “Dove ha imparato a guidare in quel modo? Ed è pure bellissima. Voglio conoscerla. Chiamami.”
 
Mercoledì ore 01.25. “Siete già tornate alla Eaton o siete in giro?”
 
Mercoledì ore 02.15. “Ok, forse stai già dormendo. Chiamami domani. Ho bisogno di parlare con te di Amelia.”
 
Mercoledì ore 07.05 “Buongiorno Megan. Risponderai ad almeno uno dei miei messaggi? Voglio rivedere Amelia. Tu conosci i suoi orari? Sai dove posso incontrarla.”
 
Mercoledì ore 07.09.”Buongiorno Jake. Ma sei impazzito? Mi sveglio e trovo sei tuoi messaggi, pari al quantitativo di messaggi che in media ricevo da te in un mese. Comunque no, non conosco ancora i suoi orari, ha oggi il primo giorno di lezione. Non so nemmeno se avremo la stessa pausa pranzo.”
 
Mercoledì ore 07.12 “Ok, ma almeno puoi mandarmi il suo numero?”
 
Mercoledì ore 07.13 “Scusa ma no!”
 
Mercoledì ore 07.14. “Dai, non fare la rompiballe. Mandami il numero e basta.”
 
Mercoledì ore 07.15 “No Jake, credo sia giusto chiederlo a lei prima. Pensa se diffondessi il tuo numero tra tutte le sciroccate che ti corrono dietro.”
 
Mercoledì ore 07.17 “Ma io non sono uno sciroccato! Va bene. Capisco. Allora prova a chiederlo appena la vedi e fammi sapere.”
 
Mercoledì ore 07.18 “Ah Megan. Mi raccomando, non menzionare con lei tutti i miei messaggi. Ho una reputazione da mantenere. Limitati a chiederle il numero.”
 
Sto ancora sorridendo, in particolare per il contenuto dell’ultimo sms, quando mi accorgo del volto scuro di Robert al mio fianco. Geloso?
«Mi ha chiesto il tuo numero» continua Megan cautamente riassumendo il contenuto della loro conversazione «ma ho preferito chiederti prima di…»
Il suo lasciare in sospeso la frase mi lascia intuire che c’è qualcosa che la preoccupa riguardo al mio numero di telefono. Ed in effetti ci metto poco a capire quale sia il problema:il mio numero è sempre lo stesso e tutti loro probabilmente mi hanno ancora registrata come Mia, o almeno spero che non abbiano cancellato il mio numero. Non posso darlo a nessuno. Lo stesso vale per il mio contatto Facebook che ho creato solo di recente ma il mio cognome potrebbe accendere un campanello d’allarme, soprattutto in Jake che già sembrava aver sospettato qualcosa. Per fortuna esiste la tecnologia e adesso la maggior parte delle persone usa la mail al posto dei semplici messaggi di testo. Posso crearne una apposita con il solo mio nome proprio al completo all’istante ed è quello che faccio tirando fuori dalla borsa il mio Iphone. Nel giro di pochissimi istanti ho un nuovo contatto. Sorrido alla mia amica e le porgo il mio indirizzo. «Dagli pure la mia mail.» Non posso trattenere una risata notando Robert allungare il collo per leggerla. «Tranquillo, la do anche a te se la vuoi» gli dico ridendo e facendolo avvampare.
 
***
 
Diverse ore più tardi, due corsi di matematica e uno di biologia dopo, torno finalmente nella mia stanza e mi scaravento letteralmente sul letto. Con estrema gioia noto le tre valigie e i cinque scatoloni abbandonati vicino alla porta. Finalmente è arrivato il resto del mio bagaglio, ma in questo momento l’ultima cosa che ho voglia di fare è sistemare i miei vestiti nell’armadio. Sentendo le palpebre decisamente pesanti decido di chiudere gli occhi per qualche secondo, o almeno è quello che avrei voluto finchè non vengo svegliata da Spencer che rientra in stanza canticchiando allegramente.
«You make me feel… oh, scusami Mia, non credevo stessi dormendo!»
«No, tranquilla» le rispondo stropicciandomi gli occhi con la mano destra e sbavando irrimediabilmente il mascara su tutta la guancia. «Stavo solo riposando gli occhi.» Mi rendo immediatamente conto di essere in errore notando che fuori dalla finestra il sole è calato ormai d un pezzo. Mi siedo sul letto sgranchendo il collo anchilosato e stiracchiando le braccia. Il cellulare di Spencer suona ancora una volta, il sorriso malizioso che le si dipinge in volto mentre legge il testo dell’SMS ricevuto mi fa intuire che deve trattarsi di un uomo. «Micheal?» Più un’affermazione che una domanda.
«Ah ah» annuisce «è tutto il giorno che ci sentiamo. Mi ha chiesto se lo raggiungo al Victrola stasera. A proposito perché Megan mi ha chiesto di non chiamarti mai Mia davanti agli altri e non dire a nessuno che eravate amiche in passato o che tu hai vissuto a New York anni fa?»
Alla sua domanda mi irrigidisco. In fondo merita di sapere ma per ora non credo di sentirmela di raccontarle tutta la storia. Mi passo entrambe le mani tra i capelli tirandoli indietro nervosamente. Lei coglie immediatamente il mio disagio e lascia perdere il discorso con un sorriso incoraggiante. «Nel pomeriggio ho avuto lezione insieme a Robert, continuava a controllare il telefono. Qualcosa mi dice che aspettava una tua risposta.»
Estraggo il telefono dalla borsa e controllo e mi stupisco di non trovare alcun messaggio. Le mostro lo schermo vuoto del mio telefono scrollando le spalle.
«Che strano. Eppure era tutta la mattina che pedinava Megan pur di essere sicuro di rivederti e sembrava parecchio emozionato appena gli hai dato la tua mail.»
Una lampadina si accende nel mio cervello alla sua ultima parola e apro per la prima volta la mia nuova casella di posta: 5 nuove mail.
 
Messaggio di posta da Robert Campell. Mercoledì Ore 14.30. “Ciao Amelia, ti ringrazio per avermi lasciato il tuo contatto. Questa è la mia mail comunque :).”
 
Messaggio di posta da Robert Campell. Mercoledì Ore 15.30. “Mi chiedevo se per caso avevi un’ora buca e avevi voglia di un caffè.”
 
Messaggio di posta da Robert Campell. Mercoledì Ore 15.45. “Ah puoi dirmelo anche all’ultimo, io non mi faccio problemi ad uscire a metà lezione ;).”
 
Messaggio di posta da Robert Campell. Mercoledì Ore 16.30. “Scusami, spero di non averti disturbata. Io ho finito le lezioni ma stasera sarò come sempre al Victrola. Se venite anche stasera ci vediamo là. Ci sarà tutto il gruppo.”
 
Messaggio di posta da Jake Haiden. Mercoledì Ore 18.00. “Ciao dolcezza. Megan mi ha mandato il tuo contatto. Mi raggiungi al Victrola questa sera?”
 
Sorrido leggendo il suo messaggio. Ha torturato Megan per potermi contattare e mi manda un messaggio così… non saprei nemmeno come definirlo.
 
Massaggio di posta a Jake Haiden. Mercoledì Ore 18.47. “Ciao Jake. Immagino che tu non veda l’ora di incontrarmi ma non so ancora se verrò al Victrola questa sera e soprattutto non credere che verrò per te.”
 
Non devo attendere molto la sua risposta.
 
Messaggio di posta da Jake Haidem. Mercoledì Ore 18.51. “Certo che non vedo l’ora di incontrare una ragazza bellissima e che guida come un uomo. Se non fossi così dannatamente fastidiosa potresti quasi piacermi, ma con un po’ di tempo credo di poterti addomesticare. A stasera splendore.”
 
Guardo il telefono incapace di credere a ciò che mi ha appena scritto. Che sbruffone. Guardo Spencer che mi sorride sorniona. «Allora?»
Le sorrido a mia volta. «Allora credo che anche stasera andremo al Victrola.» Le rispondo raggiante.
Guardo ancora una volta il cellulare e il messaggio di Jake. Non voglio però che creda che io sia lì per lui, anche se è l’unica ragione che mi spinge ad uscire stasera, e soprattutto siamo a piedi, Megan è dai suoi e non rientrerà domani mattina prima delle lezioni. Forse potrei.. anche se sarebbe un po’ perfido.
 
Messaggio di posta a Robert Campell. Mrcoledì Ore 19.03. “Ciao Robert, scusa se ti rispondo solo ora ma non ho avuto tempo di controllare la posta prima. Ti andrebbe di passare a prendere me e Spencer alla Eaton House stasera?
 
Messaggio di posta da Robert Campell. Mercoledì Ore 19.04. “:) A che ora?”

 
 
 Angolo Lachiaretta
LEGGIMI SONO IMPORTANTE


Ed ecco il terzo capitolo.
Spero che vi sia piaciuto... Qualcosa è stato svelato.. o almeno in parte.. 
Mia guida, anzi guida benissimo. 
Astinenza? 
Chissà cosa voleva dire con quello strano paragone..
Boh... Lo scopriremo. Per voi che siete curiose, e che me lo state chiudendo, sappiate che il passato di Mia nasconde un  per così dire segreto che per ora non vi sarà svelato.. Qualcosa verrà scoperto capitolo dopo capitolo, finchè non sgancerò la bomba...
E se te lo stai chiedendo.. cara 
Grety01, si ho preso spunto da te e dalla tua storia nel tenere un segreto per alcuni capitoli... Ma la storia è diversissima quindi PLEASE non te la prendere... Mi è piaciuta tanto l'idea nella tua ff e ho preso spunto..

Per i personaggi sono indecisa se dare loro un volto o meno... non lo so ancora...
Mi piacerebbe avere un banner però...
Tra voi che leggete, c'è qualcuno che ha voglia di farlo per me.. io non ne sono proprio capace *occhi da cucciola*...

Vabbè, bando alle ciance.. spero vi sia piaciuto il capitolo e vi ringrazio comunque per aver letto fin qui!!!!
GRAZIEEEEEEE
 
 
   
 
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