Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Ukki    26/09/2014    3 recensioni
[TeruShi Crack!Pairing]
Aveva visto persone, uomini e donne, di una bellezza feroce ed elegante e disumana. Shirou era carino, nella sua graziosa eccentricità, ma non aveva nessuna ragione (nessuna ragione legittima) per catalizzare così la sua attenzione.
E lui non aveva nessuna ragione, ugualmente legittima, per concedergliela.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14



«Hai bisogno di qualcosa o hai soltanto voglia di chiacchierare? Perché, nel secondo caso, avrei da fare, se non ti dispiace.»
Hera era stanco. Poteva capirlo dall'affievolirsi della sua voce in fondo alla frase, dalla cadenza strascicata di certe parole. Insanamente stanco, avrebbe detto; si era ripetuto un migliaio di volte che preoccuparsi per lui era del tutto insensato, e che stava sprecando il suo tempo, perché Tadashi sapeva badare a se stesso -non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che sapeva badare agli altri.
Ultimamente, però, Terumi si era sorpreso sempre più spesso a pensare che, forse, Hera sapeva badare agli altri e non a se stesso.
Era abbastanza generoso da danneggiarsi, e abbastanza inconsapevole per non rendersene conto. O magari se ne rendeva conto, solo che non gli importava, chissà.
«Potrei aver bisogno di chiacchierare» mormorò, e lo sentì sbuffare all'altro capo del filo. «Davvero ci lascerai entrare in casa domani?»
Hera rimase in silenzio per qualche secondo in cui Terumi poté immaginarlo stringere le labbra e corrugare le sopracciglia. «Penso che Fubuki ci tenga» rispose alla fine, sommessamente. «E che Tomo ne abbia bisogno.»
«Non è quello che ti ho chiesto» gli fece notare, anche se non importava davvero.
«Non è vero. Mi hai chiesto se vi lascerò entrare, e io ti ho dato le ragioni per cui lo farò. La mia risposta implicava un sì.»
Terumi guardò fuori dalla finestra: la faccia tonda della luna aveva assunto una sfumatura rosea quasi florida. La luna, pensò, non avrebbe mai dovuto essere di quel colore. Era nata per essere bianca, e bianca sarebbe dovuta rimanere. Qualcuno l'avrebbe spinta fuori dal cielo, se avesse continuato a infrangere le regole.
«Grazie, allora. Lo fai felice. Shirou, dico.»
Un sospiro, dall'altra parte. «È nel tuo interesse, no?»
Se si fosse trattato di qualcun altro -chiunque altro-, Terumi avrebbe potuto pensare che a parlare fosse stata un'abitudine indelicata. Ma Tadashi non era mai distrattamente indelicato. Comunque, annuì.
«È carino vederlo felice.»
«Terumi.»
«Tadashi.»
Un altro sospiro, più profondo. Forse Shirou aveva finito di mangiare, a quell'ora: probabilmente si stava scambiando auguri e bigliettini con i marmocchi due piani più in basso. Era quello che gli umani facevano la vigilia di Natale, gli sembrava di ricordare. Si chiese se avrebbe tenuto compagnia ai più piccoli mentre questi aspettavano l'arrivo del tipo vestito di rosso che arrivava cavalcando renne volanti -o qualcosa del genere.
«Non puoi trasformarlo in una sua copia. Non è giusto. Nei confronti di nessuno dei tre.»
«Non è una sua copia.» L'aveva ringhiato più aggressivamente di quanto avesse previsto, e si affrettò ad abbassare la voce. «Cioè, all'inizio pensavo che... Insomma. Ma non gli somiglia. Non sul serio. Va bene così. Non ho bisogno di qualcuno che gli somigli, vero?»
«Pensi di aver bisogno di Shirou?»
«Non penso che lui abbia bisogno di me.»
Non fece male quanto si era aspettato. Non lo faceva sentire in colpa. Era un dato di fatto.
La luna era assurdamente rosa.
Il giorno dopo sarebbe stato Natale.
Shirou avrebbe potuto benissimo vivere la sua vita senza di lui.
La cosa gli interessava in qualche maniera? Sì, più di quanto avrebbe dovuto. Era lecito che gli interessasse? No, ma ci era già arrivato da un po'.
«Non credo che lui abbia davvero bisogno di qualcuno» osservò Tadashi alla fine, in un cauto tono piatto. «Quindi non conta.»
«Sì che conta. Conta per Tomo. E per Yuki.»
«E per te.»
Il respiro di Terumi si cristallizzò sul vetro in un alone lattiginoso. Ci disegnò un fiorellino con la punta del dito -o forse era un fiocco di neve. Non lo so se conta per me. Alla fine, però, quella era una bugia, come sostenere che la luna non avesse il diritto di essere rosa.
«E per me» ripeté piano.
Una slitta, ricordò. Il tipo in rosso arrivava su una slitta.

Schegge vibranti di luce azzurrata brulicavano sulle pareti della stanza. Terumi abbassò lo sguardo: Shirou sembrava uno spiritello addormentato della neve, avvolto da un impalpabile alone argenteo. Stava bene -fin troppo bene- con la sua testa in grembo. Gli scostò una ciocca di capelli dal viso e lo vide sorridere nel sonno. Era rientrato da solo, poco prima di mezzanotte -«Ho pensato che Yuki volesse un giorno libero» gli aveva detto; «Puoi averne uno anche tu.» Non lo voleva.
Shirou gli si era seduto accanto sul bordo del letto, più vicino del necessario (ma non abbastanza vicino), ed era rimasto in silenzio a guardare la sveglia digitale finché la piccola data fosforescente in un angolo non era cambiata con uno scatto. «Buon Natale, Terumi.»
La luce della luna sfarfallava nei suoi occhi. «Buon Natale» aveva mormorato di rimando.
Avevano chiacchierato, forse. L'aveva abbracciato, forse. Non se lo ricordava. Shirou si era addormentato con la testa sulle sue ginocchia, la spalla destra lasciata scoperta dal maglione color crema, e lui non si era mosso da quel momento, salvo uno sporadico accarezzargli i capelli quando sentiva la mano farsi troppo fredda.
Gli occhi iniziarono a bruciargli, e lui realizzò di aver passato un consistente numero di ore a contemplare un ragazzo addormentato, sbattendo a malapena le palpebre. Si morse l'interno della guancia. Aveva vissuto a lungo. Vissuto a lungo e in più di un luogo, aggiunse. Aveva visto persone, uomini e donne, di una bellezza feroce ed elegante e disumana. Shirou era carino, nella sua graziosa eccentricità, ma non aveva nessuna ragione (nessuna ragione legittima) per catalizzare così la sua attenzione.
E lui non aveva nessuna ragione, ugualmente legittima, per concedergliela.
Allora le palpebre del ragazzo vibrarono, e uno spicchio assonnato di azzurro brillò opaco, mentre Shirou si scrollava via la notte di dosso. Terumi lo vide sfiorarsi pensosamente la guancia e sgranare gli occhi davanti alle proprie dita pallide.
Gli ci volle qualche secondo per capire lo stupore dell'altro: niente lacrime. Niente incubi. Sentì gli angoli delle labbra tirarsi in un sorriso. «'Giorno» esordì, tamburellandogli sulla spalla nuda -la pelle si irruvidì di brividi.
«Terumi» mormorò il ragazzo con voce impastata, sbattendo rapidamente le palpebre. Due chiazze arrossate gli si stavano allargando sugli zigomi. «Mi spiace di aver dormito su di te.»
«Tecnicamente, hai dormito sul tuo letto» fece notare Terumi serafico. «Hai solo cambiato cuscino.»
Shirou inclinò la testa di lato e scoppiò a ridere. «Direi che te la cavi abbastanza come sostituto. Ti ho preso una cosa!» aggiunse, i lineamenti vibranti di eccitazione.
Piegò il busto e si sporse a testa in giù oltre il bordo del letto, cacciando le braccia sotto la coperta sgualcita. Terumi osservò con interesse il lembo di schiena lasciato scoperto dal maglione accartocciato.
«Ec-co.» Shirou si sedette sul materasso a gambe incrociate, tirandosi in grembo una scatola nera e rossa dall'aria pesante. Un grosso fiocco occhieggiava sul coperchio. «Buon Natale» concluse il ragazzo porgendogliela -con qualche difficoltà.
Terumi la posò accanto a sé e la esaminò con circospezione per qualche secondo. Una felicità insensata aveva iniziato a scoppiettargli in gola. Sbirciò nel pacco e sentì lo scoppiettare raggiungergli gli occhi; chinò il capo, sbattendo freneticamente le ciglia. Le sue dita accarezzarono la superficie liscia di una dozzina di piccoli cilindri metallici. Non sapeva neanche che esistessero lattine di quei colori.
«Ho pensato che cominciassi a sentire l'astinenza.» Gli zigomi di Shirou erano di nuovo fosforescenti.
Terumi provò un forte impulso di prenderlo tra le braccia, sollevarlo e iniziare a piroettare. Poteva sentire l'eco immaginaria delle sue risate risuonargli nelle orecchie.
Invece schioccò le dita, con le guance che gli pizzicavano; il soffitto iniziò a contorcersi, mentre grosse gocce affioravano dall'intonaco e si volatilizzavano lasciando dietro di sé uno sbuffo di vapore. Gli occhi di Shirou si fecero impossibilmente sgranati quando una grossa nuvola lattiginosa iniziò a galleggiare pigramente sopra la loro testa, e Terumi temette che gli sarebbero rotolati fuori dalle orbite quando il primo fiocco di neve svolazzò impalpabile a scioglierglisi sul labbro inferiore.
Contemplò soddisfatto lo stupore crollare dal suo viso, le ciglia tremare e le guance arrossarsi di felicità.
«Per me?» esalò solo il ragazzo in un filo acuto di voce strozzata.
Lui ridacchiò. «Adesso che mi ci fai pensare, forse Yuki potrebbe apprezzare di più, tu che dici?» Gli lanciò una manciata di neve che evaporò dopo averlo toccato. «Buon Natale. Vuoi fare qualcosa prima di andare da Hera?»
Shirou rifletté un attimo, poi si batté una mano sulla fronte -abbastanza forte da stamparsi le cinque dita sulla pelle. «Ho dimenticato di ridare un libro in biblioteca.» Frugò sotto un mucchietto di neve e tirò fuori un libro dalla copertina lucida. «Pensi che mi manderanno una nota di reclamo?» indagò con aria preoccupata, spazzando via il ghiaccio rimasto con il dorso della mano.
Terumi inarcò un sopracciglio, ma non fece commenti. «Seriamente,» iniziò, «quanto è smielata quella roba?»
«Per qualche motivo, è tutto quello che hanno.» Shirou scrollò goffamente le spalle. «Non è poi così male.»
«Almeno sai di che si tratta?»
Il ragazzo gli rivolse uno sguardo confuso da cerbiatto. I suoi capelli avevano iniziato a incrostarsi di brina.
«Dico, hai mai baciato qualcuno? Una ragazza?»
Shirou arrossì violentemente e scosse la testa -per qualche motivo, lo stomaco di Terumi si produsse in un saltello.
«Un ragazzo?»
Negativo. E probabilmente sarebbe svenuto, se ancora un po' di sangue gli fosse levitato al cervello. Al momento, vantava una pittoresca tonalità di porpora.
«Nemmeno Yuki?»
«Credo che Yuki sia da annoverare tra le ragazze, sai» soffiò Shirou senza guardarlo.
«E credimi, non penso che bacerebbe qualcuno di noi. Onestamente, stavo provando a farti diventare viola -ci sono quasi. Uno dei mocciosi là fuori?»
«Terumi.»
«Okay, okay. Credo che possiamo rimediare. Sono contro l'ignoranza nel mondo.»
Sentiva il ronzio del proprio cuore nelle orecchie, e per un attimo si chiese in cosa si stesse cacciando. Poi l'attimo passò, e il rosa sulle guance di Shirou si confuse con l'azzurro dei suoi occhi, le loro ciglia si mescolarono, il respiro si ruppe e lui sentì la pelle morbida sotto le dita.
Confusamente, intravide le pupille contrarsi come spilli piantati nel ghiaccio, prima di allargarsi e liquefarsi in pozze scure. C'era tepore soffice contro le sue labbra; le palpebre sfarfallarono e si chiusero.
Brutalmente, divenne cosciente delle proprie dita annodate tra i capelli innevati di Shirou, e delle mani tremanti del ragazzo sulle sue spalle. A tratti il suo respiro infranto gli graffiava le labbra -e allora lo sentiva farsi più tenero, come per scusarsi. Lo strinse forte e si chiese, preoccupato, se avrebbe finito per spezzarlo.
Lo lasciò andare quando i polmoni iniziarono a dibattersi nella sua cassa toracica, e lasciò riposare le braccia intorno alla sua vita. Il maglione pendeva di nuovo, storpio, su una sola spalla. Shirou lo sistemò e curvò le labbra arrossate in un piccolo sorriso. Gli luccicavano gli occhi.
Per un momento sembrò sul punto di dire qualcosa, poi rise in silenzio e sbatté in fretta le palpebre. Gli appoggiò la testa sulla spalla e si rannicchiò contro il suo fianco. Terumi premette la guancia contro i suoi capelli.
Dopo qualche minuto, la nuvola affondò di nuovo nel soffitto, e la neve iniziò a sciogliersi.

~

Hello there ~
Alcuni di voi hanno aspettato questo capitolo -e io non ho contribuito un granché con i miei aggiornamenti irregolari. Che dire, spero che vi abbia soddisfatto Sono sempre abbastanza insicura quando si tratta di baci *anxiety moment*
Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie se siete arrivati fin qui (e se, almeno un pochettino, shippate la mia piccola OTP)
Baci
Ukki
PS L'immagine mi è stata inviata da S m i l e y S u n, che merita tanto amore -non solo per questo, huh.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Ukki