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Autore: _Rainy_    26/09/2014    3 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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01.

- E con questo la lezione è finita. Tra due giorni mi aspetto tre rotoli di pergamena sugli effetti della Mandragola sugli animali. Sarete valutati su questa importante ricerca e forse qualche lavoro meritevole potrà anche essere presentato alla Comunità Internazionale Magica di Erbologia. – Concluse la professoressa Sprite, che aveva eccezionalmente tenuto lezione in aula anziché direttamente nella serra.

Hermione Granger, fiera Grifondoro, intelligente e strega più brillante della sua età, poté udire chiaramente Ron sbuffare dietro di lei, sussurrando a Harry:
- Compiti, compiti e ancora compiti! Insieme alla pergamena assegnataci da Lumacorno fanno ben quattro rotoli da elaborare… E in pochi giorni! Sento che morirò…

La bruna sentì quindi l’inconfondibile tonfo del rosso che si accasciava sul banco.

Fece un rapido calcolo: quattro pergamene volevano dire altrettante ore di elaborazione, studio e scrittura per le quali doveva prendersi almeno un intero pomeriggio e l’unico libero che aveva di li a due giorni era iniziato con il trillo della campanella di fine ora.

Rabbrividì: quel giorno anche i Serpeverde erano in biblioteca per fare dei corsi di recupero e studiare libri importanti con la professoressa McGranitt.
L’unica persona che non voleva incontrare era proprio tra i Serpeverde, e non perché avesse paura di lui, ma semplicemente perché non sapeva che reazione aspettarsi dopo che gli aveva clamorosamente sbattuto in faccia il suo Eccezionale.

Prese un bel respiro: in fondo non poteva fare nulla alla quale non si potesse preparare o, alla peggio, rimediare.

Uscì velocemente dall’aula, decisa a non sprecare un minuto di più.
Rallentò solo brevemente quando il professor Lumacorno interruppe bruscamente la conversazione con un Tassorosso per correrle dietro:
- Signorina Granger! Aspetti! Sta andando in biblioteca? Benissimo, faccio un pezzo di strada con lei.

Con quella faccetta tonda, la fronte grondante di sudore e i vestiti quanto mai appariscenti, alla ragazza veniva quasi da ridere a vederlo, ma era pur sempre un professore e rallentò notevolmente:
- Mi dica pure. – Lo incitò sorridendo.
- Si, ecco… - Il professore colse la palla al balzo e si fermò ansimante. – Volevo invitarla a un piccolo party privato, una cosa tra amici intimi insomma. Vede, ho l’abitudine di stringere amicizie con tutti gli studenti migliori di ogni età e questa piccola festicciola è solo un’abitudine di un vecchio quale sono. Ci verrebbe? Naturalmente solo i migliori sono invitati e devo giustappunto andare a cercare Potter…

La ragazza rimase sbalordita qualche istante: sapeva quanto Lumacorno fosse eccentrico, ma non pensava che organizzasse anche feste “per gli studenti migliori di ogni età”. E lei non era proprio il tipo da feste, oltretutto.
- Ehm… Non so cosa dire…
- Oh, stia tranquilla! – Ridacchiò il professore. – Non mi deve rispondere subito. La festa è tra una settimana, in ogni caso. Spero proprio di vederla, signorina Granger.

E detto ciò si voltò senza aspettare risposta e si incamminò velocemente verso la sala professori.
La ragazza lo guardò scomparire dietro l’angolo e non fece in tempo a voltarsi quando sentì una mano familiare batterle sulla spalla con insistenza: Ron.
- Herm! Herm! Dove stai andando? Lavanda Brown ha indetto una specie di riunione tra i Grifondoro nella Sala comune e io e Harry stavamo giusto andando. Vieni con noi? – E le lanciò il suo classico sorriso sornione che spiccava sulla faccia lentigginosa.
- Ehm… Non credo che verrò… - Sussurrò lei: ma perché tutto capitava quando lei stava solo cercando di andare a studiare?!
- Oh… - La guardò sorpresa Ron, poi un lampo di comprensione gli attraversò il viso. – Ah, no, ho capito. Devi studiare. Okay Herm, vai… In effetti credo sarà un’altra disquisizione sui nuovi colori dell’anno e di come la divisa sia fuori moda... Non ti perderai niente insomma. – E sorrise di nuovo.

Hermione sorrise a sua volta, riconoscente, e corse verso la biblioteca.
Era ormai quasi arrivata quando scorse un gruppetto di Serpeverde che vi entravano qualche decina di metri davanti a lei, ridendo scherzosamente. Tra di loro c’era Blaise Zabini, ma non Malfoy.
- Dov’è?! – Si ritrovò a pensare e se pentì immediatamente: non le importava nulla del Serpeverde, giusto?

Era cominciato tutto per gioco.
Qualche settimana prima, durante una consegna delle verifiche di Pozioni (verifica della quale lei aveva preso un misero Oltre Ogni Previsione) Malfoy aveva osservato appositamente ad alta voce:
- Tzé, una volta Grifondoro poteva competere con noi, ma ora anche i suoi migliori elementi si riducono a voti ridicolamente bassi. Vero Granger? – Aveva poi concluso, con un tono di sfida.
Quella frase, detta con ostentata superbia, era bastata a far crescere una rovente rabbia (o forse invidia?) dentro la ragazza, che si era voltata e aveva ghignato:
- E’ una sfida, Malfoy?
Lui aveva risposto affermativamente ed era cominciata la loro scommessa. Era qualcosa di particolare, una sorta di competizione che legava i due membri più orgogliosi di case opposte ed era una cosa abbastanza bizzarra, che accadeva raramente ad Hogwarts e proprio per questo aveva subito suscitato un certo interesse. Con alti e bassi erano sempre rimasti in pareggio fino a quell’Eccezionale del giorno prima, portato a casa dalla Granger. L’attenzione della scuola era andata diminuendo, ma la ragazza si era spesso ritrovata a pensare quanto tempo libero sacrificare per battere il biondo Furetto.

E ora era lì, a cercarlo con lo sguardo, timorosa e ansiosa allo stesso tempo all’idea di vederlo.

- Cerchi qualcuno Granger? – Sussurrò una voce ipnotica e sensuale, pericolosamente vicina al suo orecchio, mentre una delicata mano si posava sul suo fianco.

Con uno scatto secco si liberò dal tocco della Serpe, si voltò a fronteggiarlo, sfonderò il suo miglior ghigno e sibilò:
- Speravi fossi tu?

Il Serpeverde ridacchiò e con un gesto teatrale rispose:
- Ne sono praticamente convinto. Non ti preoccupare, però, se hai bisogno di vedermi non devi che fare un fischio e io accorrerò per soddisfare le tue voglie più recondite, mia dama.

In effetti, Hermione doveva ammetterlo, era proprio un bel ragazzo. Si perse un attimo nella contemplazione di quegli occhi grigi che promettevano guai, quei lineamenti duri ma che erano a modo loro affascinanti e quei capelli biondo platino, fini come fili di seta, che contornavano il viso dandogli un che di angelico, che si mescolava e strideva con gli occhi, intrisi di intenzioni pericolose.

- Granger, sei rimasta sconvolta dalla mia bellezza?
- No, io… - Arrossì violentemente la ragazza.
- Ah! – Ridacchiò perfidamente lui. – Sei proprio carina quando arrossisci, sai. 1-0 per me Granger. E ora scusami, ho una lezione che mi attende.

E la superò con passo deciso, la testa alta di chi sa di aver vinto e il sorrisetto di chi aspetta la prossima sfida per trionfare di nuovo, sicuro della propria superiorità.
- Hai scelto la Grifondoro sbagliata con cui fare i tuoi giochetti! – Pensò la Grifondoro e in un nanosecondo si voltò e ghignò:
- Ah si? Potrai sentirti superiore a me quando arriverai a scorgere i miei voti dal basso della tua ignoranza, mio caro furetto.

Malfoy si fermò.
Si immobilizzò in mezzo al corridoio, in una posa plastica che dava l’impressione che stesse per ripartire da un momento all’altro.
Hermione non lo vide distintamente quando si voltò, fece il corridoio a ritrovo e la afferrò per un braccio, tirandola violentemente in una nicchia contro la parete.

La tensione era palpabile e la vicinanza dei loro corpi minima. Il Serpeverde afferrò la ragazza per un fianco e lentamente, con fare passionale, la baciò sul collo mordendole brevemente la pelle, mentre lei ispirava bruscamente, incapace di qualsiasi movimento.
Lentamente, poi, si tirò su e la fissò negli occhi per qualche interminabile secondo, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, fissandole alternativamente gli occhi e la bocca dischiusa, mandando scariche elettrice per il corpo della giovane Grifondoro a ogni centimetro in meno che li separava.
Hermione allora si riscosse, mise una mano sulla bocca della Serpe e lo allontanò con un gesto brusco.
Malfoy ridacchiò:
- Aggiungo solo che mirare ai tuoi voti è ben lungi dal mio obiettivo, cara.

Poi, con studiata lentezza, si voltò e entrò in classe, la giacca tenuta ferma sulla spalla, che penzolava come un fantasma color nero e verde che stesse seguendo il suo padrone.

Hermione stette qualche secondo immobile, nel più completo silenzio, dopodichè si accasciò contro il muro sussurrando, in una catena disperata e infinita:
- Cosa è successo? Cosa è successo? Cosa è successo? …

Non sapendo dare una risposta logica a quella domanda entrò in biblioteca, decisa a affogare la sua rabbia nello studio: quel Serpeverde! Come si permetteva di trattarla così?! Lei non era una delle sue solite sgualdrine senza scrupoli che pur di averlo per 10 minuti vendevano tutto ciò che avevano! Lei non ambiva affatto a quello e, anzi, l’idea la disgustava.
Però allora perché si era riscossa solo dopo quell’enigmatico bacio?

- Era una situazione nuova, non sapevi come comportarti, ecco tutto. – Si autogiustificò, senza convincersi minimamente.

Passò il resto del pomeriggio a studiare, quando scese la sera e tutti uscirono dalla biblioteca scorse Malfoy che, prima di dirigersi verso la Sala Grande affiancato da Zabini, le rivolgeva un piccolo sguardo trionfante.
Quella occhiata bastò ad irritarla in pochi secondi e si alzò di scatto, sistemandosi furiosamente gli indomabili ricci dietro l’orecchio e raccogliendo le sue cose, per poi uscire dalla biblioteca passando davanti a Malfoy, uno sguardo sprezzante stampato sul fiero volto della Grifondoro e la consapevolezza che due chiari occhi grigi la stavano fissando allontanarsi.

-

Quando Hermione fece il suo ingresso in Sala Grande, Harry si alzò in piedi e le urlò di raggiungerli subito.
La ragazza, stupita e un po’ preoccupata, si avvicinò al loro solito posto nel lungo tavolo dei Grifondoro e gettò un’occhiata a Ginny e Harry, che la guardavano sorridenti, e a Ron, che invece aveva solo occhi per una ragazza stranamente familiare vicino a lui, che Hermione ci mise qualche secondo a riconoscere come… Lavanda Brown.

Sbalordita fece cadere il libro che teneva in mano a terra, sussurrando:
- Lei cosa ci fa qui?

Ron sorrise sornione:
- Ehi Herm, chiamala per nome: è della mia ragazza che stai parlando!
- La tua ragazza?! – Sussurrò Hermione, con la voce strozzata dalla sorpresa. Poi scoppiò a ridere, raccolse il libro da terra e si sedette al suo posto, incitando Ron a spiegarsi meglio.

Il rosso cominciò, un’ombra di delusione nello sguardo:
- Be’, oggi in Sala Comune, come ti avevo detto, voleva fare un discorso a tutti i Grifondoro presenti e, per farla breve, era proprio sulla sua dichiarazione nei miei confronti. Ha anche elaborato una filastrocca, ma francamente non me la ricordo proprio. – E scoppiò a ridere. – Qui bisogna festeggiare! – Disse quest’ultima frase tirando fuori una fiaschetta di liquore dall’interno della giacca. – Alla salute!

Dopo che ebbe distribuito generosamente la fiaschetta, che conteneva un liquido trasparente come l’acqua e contente qualche polvere colorata che si intravedeva sul fondo, tra i bicchieri dei suoi amici fu il primo a bere dal suo bicchiere stracolmo. Il lato prudente di Hermione, però, ebbe il sopravvento e cautamente chiese:
- Ragazzi, non si può…
- Avanti Herm, goditi un po’ la vita! – Ridacchiò Ron, visibilmente rosso in volto.
- No grazie – Rise lei. – Ci vuole qualcuno che vi trascini fuori di qui, quando sarete tutti ubriachi…

La battuta di per sé non era il massimo, ma essendo i suoi amici già visibilmente ubriachi (che diavolo di liquore era quello?!) le loro risate si innalzarono potenti per tutta la sala, suscitando la stizza di qualche studente seduto vicino a loro.

Hermione era inquieta. Sentiva che qualcosa non andava. Qualcosa che sapeva di occhi color del cielo piovoso e capelli platinati.
Si voltò lentamente verso il tavolo Serpeverde e il sorriso beffardo del Furetto la fece arrossire, tant’è che si voltò di scatto verso il suo bicchiere di liquore misto ad acqua, fissandolo e poi bevendone un sorso un po’ troppo deciso. Mentre si malediceva per quel gesto affrettato e tracannava un bel bicchiere colmo d’acqua per placare il bruciore che le attanagliava la gola, avrebbe potuto giurare di sentire una risatina candida come il ghiaccio e altrettanto fredda provenire dal tavolo dall’altra parte della sala.

-

- Amico, mi vuoi spiegare cosa ti prende?! – Sibilò Zabini, dondolandosi sulla sedia e attirando l’attenzione dell’amico Serpeverde.
- In che senso, Blaise? – Il biondo finse uno sguardo sbalordito.
- Hai capito perfettamente… - Sussurrò Blaise alzando gli occhi al cielo.
- No, davvero, non capisco… - Ridacchiò, provocando l’irritazione del moro, che sbottò:
- Avanti Draco! Pronto? Da quando in qua scambi languide occhiate con una ragazza che ha tutte le caratteristiche per cui dovremmo girarle alla larga?
- Parli di Hermione?
- Addirittura per nome la chiami?! – Strillò il moro, stizzito. – Draco, avanti! E’ carina, okay, ma non è niente di speciale, è una secchiona frigida incurabile, Mezzosangue e come se non bastasse è una Grifondoro. Okay? Una Grifondoro! Non mi dire che ci sono state altre Grifondoro in passato, perché sappiamo entrambi che non è vero.
- Ah! – Draco ridacchiò. – Che ti posso dire?

Il moro alzò gli occhi al cielo:
- Che mi puoi dire?! Tipo che è tutto un fottuto scherzo? Oppure che hai bisogno dei compiti? Oppure semplicemente potresti degnarti di spiegarmi quale fottuta ragione c’è dietro a questi pericolosissimi gesti che, caro mio, ti fotteranno alla grande. Lei lo farà. E ballerà sul tuo cadavere fottuto. Sei fottuto se continui così, insomma! Ho già coniugato il verbo fottere?

Draco scoppiò a ridere, una risata cristallina che si risuonò nelle orecchie delle ragazze, la cui quasi totalità delle quali si voltò, lo fissò per un breve istante e si sistemò i capelli alla meglio, non ottenendo nessun tipo di effetto sul biondo.
- Che ti posso dire… Non preoccuparti. Non è nulla di serio. – E sorrise all’amico, visibilmente rassicurato.

- Spero. – Ma questo il biondo non lo disse ad alta voce.

-

{ANGOLO AUTRICE}
Ebbene si, non ho resistito e alla fine vi ho dato retta, trasformando la One Shot in una piccola serie Dramionosa… Che ci posso fare? Non resisto a scrivere e scrivere su questi due adorabili maghetti (?) *^*
C’è poco da dire, il prossimo capitolo sarà un po’ più lungo e spero che la storia vi interessi c:
A presto e un bacione,
_Rainy_
ALTRA FICCY IN CORSO:
ORIGINALE-FANTASY; http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2822907
Per altre storie visitate la mia pagina di EFP c:

>> http://raggywords.blogspot.it <<

   
 
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