Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: mattstarlight    27/09/2014    2 recensioni
Fu allora che mi scontrai in un passante. Avevo staccato la gamba molto di più visto che il lampione successivo era stranamente più lontano e colpii lo sfortunato tanto da farlo cadere per terra sotto di me.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine dell’ora, appena il professore si allontanò dalla classe, Taehyung si girò verso di me con fare molto arrabbiato e stizzito lamentandosi “Come cazzo eri finito in mezzo a quella merda? Voglio proprio saperlo!” e io, un po’ stupito dalla domanda così estremamente premurosa “Stavo solo facendo un giro per stare un po’ traquillo, niente di più e poi mi si sono presentati davanti! Ma non c’era bisogno che intervenissi… avevo la cosa perfettamente sotto controllo!”…interruppi il mio discorso realizzando la grande cavolata che avevo appena lanciato.
“Certo, crediamoci. Senti… non farti più vedere in giro immischiato con quella gentaccia, intesi?” ribattè Taehyung.
Ma li conosceva? Beh, a giudicare dalle loro facce quando lo hanno visto mi sa proprio di si…
Feci un cenno con la testa e nel mentre si alzò dal banco e uscì dalla classe.
Appena solcò l’uscio della porta mi si avvicinò un ragazzo. Era uno di quelli del gruppo di poco prima. Il suo fare era molto più pacato e tranquillo rispetto all’assalto di prima.
“Ma… tu conosci V?” approcciò lo studente. “Chi è V?” risposi confuso…
“Il tuo compagno di banco! Non accetta di essere chiamato in altro modo da nessuno! Comunque…evitalo se puoi. E’ più pericoloso di quanto pensi… nessuno vorrebbe mai avere a che fare con un tipo del genere, neanche il più gradasso dei bulli!” interruppe bruscamente la conversazione quando sentì la voce di Taehyung avvicinarsi dal corridoio alla classe.
E’ perché non mi avrebbe detto di voler essere chiamato così? Aspetta… finora non ho mai avuto occasione di chiamarlo per nome…forse aspetta che qualcuno lo chiami…E se provo adesso? Pero… adesso che ci penso…è così pericoloso V? Eppurre era lui che mi aveva tirano fuori da quella sitazione…AAAHHHH! Ma che casino!
Taehyung rientrò dentro l’aula e ne approfittai per chiamarlo per nome. Quando sentì essere pronunciato in quel modo tutti i maschi della classe si girarono verso di me. Percepivo uno spavento nei loro occhi ma più per pietà che per vera paura.
“Che vuoi?” lanciò Taehyung contro di me smorzando quella breve tensione che si era creata. Ne segui un vociare generale mentre il ragazzo tornava a sedersi al mio fianco. E adesso? L’ho chiamato… devo pur dirgli qualcosa!
“Ti volevo ringraziare per prima visto che non ne ho avuto ancora l’occasione…” giustificai io.
“Lascia perdere, non ne parlare più!” concluse lo hyung.
Quando girai la testa in avanti, nel tragitto, incrocia la testa del ragazzo che mi era venuto a parlare prima lanciandomi un “Te ne pentirai, evitalo finchè sei in tempo!” con gli occhi.
 
Le restanti ore di scuola passarono tranquille fino ad arrivare all’uscita pomeridiana. Col suono dell’ultima campanella Taehyung si dileguò in pochi secondi tanto da far quasi arrabbiare il professore.
All’ingresso principale c’era molta folla e non vidi i compagni con cui ero solito tornare a casa e quindi decisi di partire da solo. Non avrebbe avuto molta differenza visto che finivo sempre con lo stare in disparte e camminare a metri di distanza dal gruppo.
Girato l’angolo verso il viale dove mi divertivo a saltare di luce in luce preferii evitare di giocare nuovamente… non volevo altri incontri imbarazzanti.
 
“Jungkook! Jungkook!” mi sentii chiamare da dietro. Girata la testa verso destra mi apparve Taehyung che correva nella mia direzione abbastanza affannosamente…E ora che vuole?
Quando mi raggiunse “Senti, di solito io mi faccio chiamare V in giro quindi… se proprio devi chiamarmi chiamami hyung. Non so perché ma detto da te ‘V’ suonerebbe male” e scoppiò in una risata chiassosa.
Era un complimento o una battuta di cattivo gusto? Perché non lo potevo chiamare V come tutti gli altri? Bah… ormai non voglio neanche perderci tempo con queste cavolate!
“Dove devi andare?” mi chiese all’improvviso.
“Casa mia si trova alla fine del viale quindi sono quasi arrivato” sbrigai velocemente cercando di pormi a distanza da lui ma questi non voleva saperne di allontanarsi da me.
Quando arrivai davanti casa mia continuava a non volersene andare e dovei inventarmi qualche scusa “Io sarei arrivato… tu abiti vicino?” e mi sentii risposto “Emh… si… più o meno a qualche isolato da qui. Perché?”
Ma come perché? Non è evidente che dovresti andare per conto tuo?
 
Quello fu un momento così imbarazzante che rimase nella mia mente per molte notti.
Io ero sul primo gradino delle scale di casa mia e raggiungevo la sua altezza. Senza proferire parola ci guardavamo negli occhi. Non c’era bisogno di parole, i miei occhi erano incantati nei suoi e altrettanto era lo hyung. L’aria sembrava essersi calmata e tutt’intorno noi si creava una specie di quiete che isolava complemente dai rumori del traffico.
 
Quando realizzai la cosa sentivo il calore farsi strada nella mia faccia… sentivo il mio viso farsi rosso. “Emh… allora vado ciao!” feci uscire velocemente dalla bocca schiavando la porta di casa e richiudendola alle mie spalle senza voltarmi. Rimasi in ascolto dietro la porta aspettando un suo movimento.
Dopo dieci secondi buoni sentii i primi passi dello hyung che si allontanavano. Mi spostai dalla porta alla finestra scrutando la situazione all’estero. Taehyung era ormai una figura indistinta tra le tante che si avventuravano dall’altra parte della strada.
 
Mentre spiavo il mio amico il resto della mia famiglia continuava a fissarmi e io me ne accorsi solo quando mi girai completamente distogliendo l’attenzione dalla strada.
Ero ancora rosso in viso e mia sorella fu la prima a notarlo.
“Il nostro kookie si è fatto un amichetto! Puahahahah! Ma non ti sembra di esagerare spiandolo dalla finestra???  Puahahahah!”
Certo che la delicatezza di mia sorella non ha limiti! Ma in che famiglia sono nato??
“Guarda che stavo solo vedendo se aveva attraversato la strada sicuramente!” ribattei, o almeno cercadi di ribattere.
“Certo, certo” mi rispose appoggiando la mano sulla mia spalla.
“Vuoi due smettetela di litigare che è ora di mangiare!” ci interruppe nostra madre.
   
 
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