FEELING SORRY
Venerdì 10 Dicembre. Sapeva cosa significava quella data, per questo alle 7:00 di mattina era già in piedi a gironzolare per casa. Jenna era già andata a lavoro, perfetto. Doveva impegnarsi con tutto se stesso per sceglierle una collana da sogno. Voleva il meglio per Jenna e la sera del loro 5° anniversario era il momento più adatto per dimostrarglielo.
Alla fine ne scelse una di Cartier e badò che fosse ben incartata, doveva essere tutto perfetto. Per un attimo gli balenò in mente l’idea assurda di portarla all’Hard Rock Cafe di New York, che sciocchezza, a lei non piaceva questo genere di cose; preferiva le maniere galanti. Alla fine optò per un ristorante molto carino vicino al mare.
–Amore, dove stiamo andando?- continuava a chiedergli lei, e lui puntualmente rispondeva: -Adesso vedi, abbi pazienza…-
-Ah, sei sempre pieno di sorprese…è per questo che ti amo!-.
Josh non pensava più a quell’incontro, ormai troppo lontano per occupare la sua mente.
Giunti sul posto, Josh si rese conto di aver fatto davvero un ottimo lavoro. Era molto romantico e suggestivo: prima entrare vi era uno spizzo, una specie di terrazzino che dava sul mare notturno. Lei si appoggiò alla ringhiera e disse: -E’ davvero bellissimo, sei dolcissimo Josh!- Ma in quel momento lui le stava scostando i capelli per agganciarle la collana di perle e pietre preziose che le aveva comprato.
–Ma che…?? E’ stupenda! Ma è quella che volevo, Josh, come facevi a saperlo? Non te l’avevo mai detto!-
-Diciamo che sono un ottimo osservatore.- Seguì un bacio appassionato.
Erano davvero felici e trascorsero la serata nel miglior modo che Josh avesse mai immaginato.
Fecero parecchio tardi, perché quando Josh riaprì gli occhi erano…
l’una meno venti! Jenna era rimasta a letto, del resto, era sabato. Si precipitò giù dal letto e si lavò in fretta e furia, dato che all’una doveva vedersi con i ragazzi. A giudicare dalla decina di messaggi lasciatagli da suo fratello Zac, lo stavano aspettando di sotto.
–Ehi, Jo! Ce ne hai messo di tempo, eh? Su, andiamo…oh! Guido io!- e così dicendo, gli diede un buffetto sulla nuca.
Josh non aveva affatto voglia di raccontargli quello che gli era successo. Conosceva Zac e sapeva come si sarebbe comportato in merito: o gli avrebbe detto “come mai non ti sei avvicinato?” oppure avrebbe annuito, e avrebbe fatto finta di niente.
-Eccoci arrivati.- disse Zac.
–Oh, ecco i nostri campioni!- Disse ironicamente Van, battendo una mano sulla spalla ad entrambi. – Ce ne avete messo di tempo!- aggiunse Ryan. Poi Zac irruppe nel silenzio:-A proposito, auguri Ryan!- Josh, che non ci aveva pensato affatto, si sentì mostruosamente in colpa. –Ehm, già! Dovremmo andare da qualche parte!- propose. -Pensavamo di andare all’Hard Rock Cafe! C’è anche una festa lì, mettono in esposizione strumenti che non avevamo visto prima!- disse in fretta Van, sventolando il volantino del manifesto. Josh ebbe modo di leggere tre parole: Paramore, esibizione live. L’attimo dopo stava leggendo: “Con evento speciale, l’esibizione live dei Paramore, la band più amata dai ragazzi alternativi!” Perché non doveva andarci?! Non c’era nulla da nascondere, stava andando a festeggiare con i suoi amici, perché questo avrebbe dovuto influenzare la sua vita in qualche modo?
-Si, è un’ottima idea… ci sto.- Disse guardando ancora una volta il foglio.
–Grande! Non vedo l’ora!- completò van soddisfatto.