Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: aloneinthedark92    27/09/2014    0 recensioni
Ciao a tutti, mi riprongo con una long sulla Gran Bretagna ai tempi del medioevo, tra parti, governatori, usurpatori ed una ragazza che cambierà il destino di un intero paese. Buona lettura!
Dal testo:
Quando ormai il sole tramontava all’orizzonte, colorando di rosa, blu scuro ed arancione il cielo e spuntava la prima stella, dalla stanzetta scoppiarono grida di felicità, mentre uno degli infermieri si apprestava a compiere le azioni che avrebbe permesso al nascituro di respirare. Quando ebbe finito e lo ebbe avvolto in una copertina di lana, si avvicinò a Dawn
- Congratulazioni, è una femmina- Esclamò, soddisfatto. Dopodichè la mise in braccio alla ragazza, che iniziò a cullarla con una ninnananna.
Genere: Drammatico, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Paura e senso di impotenza: ecco come si sentiva Destiny in quel momento. Nulla era andato come stabilito nel piano: il Viandante sapeva chissà come del loro arrivo e gli aveva teso una trappola, John stava morendo e nonostante la rossa si sforzasse, non riusciva a vedere possibili vie di fuga da quella situazione. Il cieco terrore la teneva inchiodata al pavimento, costringendola a guardare in volto la persona che detestava di più al mondo: Duncan.
-Guarda guarda chi si rivede, ne è passato di tempo dal nostro ultimo incontro, eh, piccola Destiny?- disse l’usurpatore, spezzando il silenzio che si era venuto a creare- Se avessi saputo prima del tuo arrivo ti avrei accolta in modo migliore, avresti dovuto avvertire. Per fortuna però un uccellino l’ha fatto al posto tuo-

La 17enne lo guardò, accigliata, senza capire a chi si riferisse; ma quando vide Courtney apparire da dietro di lui, con un sorriso trionfante sul viso, ogni dubbio fu spazzato via: le fughe nella foresta servivano per dare aggiornamenti all’avversario sulla sua posizione ed i suoi progressi nell’addestramento; probabilmente gli aveva anche spifferato del loro piano per entrare nel castello ed ucciderlo.

Lanciò un occhiata truce a John, come per dirgli “Te l’avevo detto di non fidarti”, al che lui si fece piccolo piccolo, sorridendo e mostrando i denti, evidentemente spaventato. L’amica sbuffò, tornando a concentrarsi sul duo che le ostruiva l’unico modo per fuggire da quella situazione, ma le risultò difficile visto che ogni sentimento di paura era stato rimpiazzato da una furia cieca.

Decisa finalmente a pareggiare i conti con entrambi, la rossa si mise in piedi, sguardo basso e sguainando la spada dal fodero.

-Uh, la piccola Destiny vuol giocare a fare l’eroina?- commentò per provocarla l’avversario, fischiando- Vediamo cosa sai fare-
Senza farselo ripetere due volte, la ragazza si scagliò all’attacco verso la sua nemesi; sapeva che nonostante gli insegnamenti di Jo non era ancora alla sua altezza, ma sperava di riuscire a ferirlo, o perlomeno tenergli testa. Ma si sbagliava: dopo un paio di scambi, l’avversario la disarmò con facilità, calciando lontano l’arma prima che potesse recuperarla, poi la prese per il collo e la sollevò da terra, stringendo quel tanto che bastava per farle mancare il respiro ed iniziare a scalciare.

La guardò annaspare, divertito, per qualche secondo, dopodiché le soffiò nell’orecchio: -Davvero deludente, vuoi dirmi che questi tre mesi non sono serviti a niente?- mentre la ragazza al suo fianco ridacchiava, compiaciuta.

-Lasciala stare, mostro!- urlò invece John, preoccupato; al che il Viandante si voltò a guardarlo, mentre il ghigno stampato sul volto si allargava, poi ribattè, divertito: -Vieni a prenderla se ci tieni così tanto-

Chiedendosi se il nemico fosse conscio che avesse dieci frecce conficcate nel corpo, il ladro si rialzò, usando la spada come perno e stringendo i denti per cercare di resistere alle fitte di dolore che lo trapassavano da parte a parte ad ogni minimo movimento, doveva pensare all’amica prima di tutto. Una volta in piedi, barcollò verso l’usurpatore, sentendo le forze venire meno mentre la vista sdoppiarsi e sfocarsi.

Stancatosi o impietositosi di quel gioco, dopo averlo osservato per qualche secondo, Duncan gli lanciò contro la ragazza, che venne presa al volo da John ed entrambi rovinarono a terra.

-Destiny, come stai?- chiese quest’ultimo, per sincerarsi delle condizioni di lei- Non sei ferita, vero?-

-Solo nell’orgoglio..- rispose lei, sorridendo amaramente, mentre cercava di riprendere fiato e si massaggiava la gola con la mano destra; nella frazione di secondo dopo si accorse di dove si trovava, così arrossì di botto e si tolse, esclamando, preoccupata: -John, scusami, scusami tanto non mi rendevo conto..-

-Tranquilla, sto bene- replicò lui, fingendo per rassicurarla, mentre stringeva nuovamente i denti a causa di un'altra punta di dolore- L’importante è che tu sia sana e salva e che quel bastardo non ti abbia fatto nulla. E poi sei leggera, non penso che tu abbia fatto più danno di queste frecce- la rossa sbuffò, il rossore che le imporporava le guance aumentava: possibile che anche in simili frangenti gli venisse voglia di scherzare?

Ad interromperli ci pensò il Viandante, che disse, seccato: -Ma che bel quadretto amoroso, quasi quasi mi commuovo! Peccato che per voi sia il momento di salutarvi, ma non vi preoccupate: vi rivedrete presto- successivamente, l’espressione stizzita si tramutò in un ghigno compiaciuto, poi aggiunse, rivolto alla mercenaria: -Tu occupati di quel John, non dovrebbe essere difficile visto che è praticamente moribondo; io chiudo definitivamente una faccenda che mi assilla da anni-

Allarmata da quelle parole, Destiny balzò in piedi ed arretrò, spaventata: non aveva nemmeno un arma con cui difendersi, come faceva a sconfiggerlo? Ad intervenire in suo aiuto ci pensò l’amico che, dopo essersi rimesso nuovamente in piedi, ribattè, deciso: -Tu non toccherai neanche con un dito Destiny finchè ci sono io, carogna-

Il ghigno compiaciuto del Viandante si tramutò in un espressione di fastidio quando abbaiò, scocciato, in direzione dell’alleata: -Allora, Courtney, quanto devo aspettare prima che tu mi levi di torno questo rompiscatole!?- -Mamma mia quanto sei noioso- rispose lei, sbuffando sonoramente, poi aggiunse, quando quello la fulminò con lo sguardo: -E va bene, e va bene, ci penso io- fece qualche passo verso il ragazzo, giocherellando con la lama del coltellino che aveva in mano ed assaporando già il gusto metallico del sangue; quando fu abbastanza vicina, però, con un rapido gesto che sorprese tutti il ladro le diede una forte spinta, facendola barcollare indietro e successivamente rovinare addosso all’usurpatore, assumendo una posizione equivoca, mentre quello gridava e strepitava.

-Scappa, Destiny, li tengo occupati io questi qui!- esclamò invece serio l’amico; ma la rossa non si mosse, bloccata dai ricordi dell’ultimo scontro avuto col Viandante al villaggio, dove Cody aveva detto la stessa cosa. Ma stavolta non sarebbe fuggita come una codarda, voleva rimanere e mettere finalmente la parola fine a quella storia.

-Che stai facendo!?- urlò ancora lui, ammonendola- Và, fuggi, scappa! Se rimani qui ti ucciderà, lo capisci!?-

-Si, ma..- fece per ribattere la 17enne, ma quello sorrise e replicò, per rassicurarla: -Non preoccuparti per me, me la caverò, vedrai- colpita, la ragazza sgranò gli occhi ed arrossì, mentre il suo cuore fece una capriola; distolse lo sguardo, interrompendo il contatto visivo e cercando di nascondere il rossore che le incorniciava il viso, mischiandosi con quello dei capelli, e mormorò: -Va bene, ma tu cerca di tornare vivo, d’accordo? Buona fortuna- poi, dopo un veloce bacio sulla guancia di lui come ringraziamento, raggiunse l’uscita della stanza e se ne andò lungo il corridoio, inseguita dagli strepitii, urla e tonfi provenienti dagli Alloggi Reali.

Continuò a correre, senza mai fermarsi, ma siccome non conosceva il Castello si perse parecchie volte. Disperata e coi polmoni che rischiavano di scoppiarle a causa della corsa, si fermò per riprendere fiato e riflettere, cercando di far mente locale nel cervello ma senza riuscirci: era preoccupata per la sorte di John, l’aveva lasciato solo coi suoi nemici mortali, chiedendosi se avesse fatto la scelta giusta. Tentò di scacciare il pensiero angustiante con uno scrollone della testa e concentrarsi sui passaggi della magione, ma senza successo; poi un altro fatto le attraversò la mente: se Courtney aveva allertato il Viandante del loro arrivo, significava che anche Jo e Robin erano in pericolo! Scattò in avanti, l’ansia che dentro di se cresceva ogni secondo che passava insieme al dolore alle gambe, convincendosi che anche loro stavano bene e non gli era successo nulla ma venendo smentita dai rumori di spade che cozzavano, urla e tonfi provenire dall’esterno man mano che si avvicinava all’uscita. Accellerò il passo, ma quando raggiunse il portone d’ingresso già spalancato vide con orrore che i suoi presentimenti erano fondati: il piccolo cortile era invaso da soldati, riconoscibili dall’armatura argentea sul quale petto spiccava lo stemma con inciso sopra un cobra reale rampante sulla cui testa vi era una corona e dietro due spade con le lame incrociate; in testa portavano l’elmo ma al posto del solito pennacchio rosso vi era una cresta da punk verde che lo percorreva nel mezzo, giungendo fino alla nuca; nonostante le perdite per entrambi gli schieramenti, questi superavano dieci volte gli avversari come numero, e gli invasori sembravano in difficoltà, ponendo però una strenua resistenza, schiacciati a palla sul cancello di legno del ponte levatoio.

Decisa più che mai a dare una mano, Destiny afferrò una spada da un cadavere lì vicino, chiedendogli anche scusa, dopodiché si gettò nella mischia, facendosi largo a suon di affondi e fendenti tra i nemici, raggiungendo infine Robin e Jo.

-Robin, Jo!- esclamò, tirando un sospiro di sollievo vedendo che stavano bene- Meno male, voi due state bene!- -E’ ancora troppo presto per rilassarsi, mocciosa- l’ammonì l’altra, al che si unì anche l’arciere: -Ha ragione, il nemico è forte e ci sta infliggendo pesanti perdite; inoltre,ci hanno teso una trappola agli Alloggi dei soldati, sembravano che sapessero che saremmo venuti. Ma come?- -Courtney- rispose sbuffando la rossa, mentre affondava l’arma nel petto di un nemico, trapassando l’armatura e centrando il cuore, uccidendolo all’istante- Ha avvertito il Re del nostro piano, che ha teso un’imboscata anche a noi; io son riuscita a fuggire, ma ho lasciato John a combattere e..- non riuscì a proseguire a causa di un nodo alla gola che la bloccò; era in ansia per la sorte dell’amico e non riusciva a combattere al meglio se ci pensava. Ad intervenire in suo aiuto ci pensò la Maestra d’Armi che colpì con la lama al collo un soldato che cercava di prendere la 17enne alle spalle, aprendogli un enorme solco dal quale zampillò parecchio sangue.

Dopo un veloce ringraziamento, la ragazza riprese a lottare, senza però riuscire a togliersi quel chiodo fisso che l’assillava: si sentiva quasi in colpa per averlo abbandonato. A venirle incontro stavolta fu Robin che disse, per rincuorarla: -Non preoccuparti, John è uno che se la sa cavare, vedrai che ce la farà- -Grazie- rispose l’amica, su di morale; il ragazzo aveva ragione, non aveva senso preoccuparsi per compagno mentre stava combattendo contro un intera armata, doveva concentrarsi su quello che stava facendo e non pensare ad altro.

Lo scontro proseguì per altri minuti, e le perdite tra i ladri aumentavano ogni secondo che passava, complice anche la stanchezza che si faceva sentire, mentre gli avversari sembravano essere ancora in ottima forma e crescere di numero ogni volta che uno di loro cadeva. Capendo che se fossero andati avanti in quel modo non avrebbero resistito a lungo, Destiny si guardò intorno, cercando un modo per salvare i compagni da morte certa, spremendo le meningi più che poteva, trovando infine delle catene sospese in aria vicino alla cancellata. Un idea le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno: se fosse riuscita a raggiungere il comando per azionare il ponte levatoio, avrebbero potuto fuggire! Così, ignorando le grida della spadaccina che le intimava di tornare indietro, la 17enne si fece nuovamente largo tra la folla a suon di spintoni, raggiungendo infine il meccanismo, un enorme ruota dentata a cui era stata collegata una catena. Dopo essersi sputata nelle mani ed averle fregate tra di loro, la ragazza afferrò due denti ed iniziò a tirare, facendo ruotare il congegno e di conseguenza alzare l’enorme grata.

Proseguì finchè non si creò un varco sufficiente per far passare una persona, dopodiché si mise due dita in bocca e fischiò, attirando l’attenzione di tutti, poi esclamò: -Ragazzi, potete uscire, la porta è aperta!-

Senza farselo ripetere due volte, i ladri sciamarono verso l’apertura dell’ingresso, inseguiti dagli avversari che non volevano lasciarli fuggire; alcuni attaccarono anche la rossa, ma grazie ad un provvidenziale intervento di Robin e Jo furono messi fuori gioco.

-Bella mossa, mocciosa- si complimentò la spadaccina, col primo sorriso sincero che la ragazza l’avesse mai vista fare e rimanendo di stucco; si riprese però quasi subito ed esclamò, preoccupata: -Ragazzi, che state facendo!? La porta l’ho aperta anche per voi, andate, mettetevi in salvo, io me la caverò in qualche modo!-   

-Non se ne parla- ribattè invece la spadaccina, mentre si portava alle spalle di un assalitore, gli spezzava il ginocchio costringendolo a piegarsi e successivamente infilzandolo con l’arma- Se proprio dobbiamo andarcene, allora tu vieni con noi- -Già, ma poi chi tiene aperta l’inferriata?- ribattè sbuffando l’allieva, scocciata dall’insistenza della Maestra d’Armi.

Quest’ultima fece per ribattere, ma un urlo disperato squarciò l’aria della notte; il terzetto si volse a guardare che cosa stesse succedendo, notando un compagno cadere a terra, con un pugnale infilzato nella schiena all’altezza del cuore. Il volto di Destiny sbiancò istantaneamente: aveva già riconosciuto il colpevole, ma volle volgersi lo stesso verso l’ingresso ed appena lo vide il suo battito cardiaco accelerò: furioso come non mai, Duncan era in piedi sulla soglia dell’ingresso, cercandola con lo sguardo e lanciando armi da taglio a chiunque fosse a tiro. Sentì l’ansia crescerle nuovamente nel petto: come faceva ad essere lì? E che era successo a John? Non poteva già averlo ucciso, giusto? Guardò più attentamente, ma non notò la presenza di Courtney e tirò un sospiro di sollievo: se la ragazza non era lì, significava che probabilmente l’aveva lasciata indietro a battersi con l’amico.

Tuttavia, la sensazione di conforto durò poco quando gli sguardi del Viandante e quello della rossa si incrociarono, facendo precipitare nuovamente nel panico lei: l’aveva trovata, ed era un bersaglio piuttosto facile ora che non poteva muoversi perché doveva tenere aperto il cancello per gli altri. Preoccupata, la 17enne cercò di mettere in moto la materia grigia nella speranza di trovare una soluzione a questo nuovo dilemma, mentre l’avversario faceva scivolare dalle maniche due coltelli, sul volto un espressione trionfante.

Bloccata e senza altre vie di fuga, la rossa chiuse gli occhi e trattenne il fiato, aspettando di venire colpita, mentre udiva le grida lontane e disperate di Robin e Jo che non potevano fare altro che restare ad osservare i coltelli che, sibilando e sferzando l’aria, raggiungevano l’obbiettivo e lo tagliava a metà.

Sentendo le orecchie venire sfiorate da un leggero venticello e facendola rimanere ancora intatta, la ragazza schiuse ed aprì gli occhi, perplessa: l’aveva mancata? Che la mira del nemico fosse calata? Sospirò di sollievo, sentendosi salva, ma pochi secondi dopo un nuovo pensiero le attraversò la mente: perché il meccanismo era più leggero? Esitante, si volse verso la ruota dentata e notò con orrore che le catene collegate ad esse erano state tranciate a metà; fu allora che capì: non era lei l’obbiettivo della sua nemesi, bensì i comandi per il cancello! Preoccupata, si girò verso l’enorme inferriata e vide, terrorizzata, che si stava abbassando velocemente, mentre sotto transitavano alcune persone che non appena intuirono cosa stesse succedendo, gridarono disperate.

Destiny scattò in avanti, una disperata corsa contro il tempo per salvare quei poveretti, raggiungendo infine l’ingresso e bloccandolo, riuscendo a tenerlo sollevato quel tanto che bastava per passare. Sorprese, i ladri fissarono la ragazza con occhi pieni di gratitudine, ma quella mormorò, a causa della fatica: -Andate.. Non so per quanto.. Riuscirò a tenerlo..- seguendo il suo consiglio, gli uomini varcarono la soglia, ritrovandosi all’esterno del Castello; poco dopo anche Robin e Jo la raggiunsero, e l’arciere disse, preoccupata: -
-Destiny, non potrai reggere a lungo! Lascia che prenda il tuo posto, così potrai fuggire!-

-Tranquillo.. Sto bene..- ribattè la rossa, facendogli un sorriso forzato e stanco per rassicurarlo- Me la caverò.. Andate.. Vi scongiuro..-
I due amici cercarono di ribattere, ma vedendola così determinata decisero di rinunciare e dopo un veloce “Buona fortuna” attraversarono la barriera, raggiungendo gli altri; proprio quando però anche la Maestra d’Armi fu dall’altra parte, la 17enne ricevette un forte calcio sul fianco destro che la fece volare in aria ed atterrare qualche metro più in là, contorcendosi dal dolore.

-Lasciala stare, vigliacco!- esclamò indignata la spadaccina, battendo i pugni sul ferro- Prenditela con me, piuttosto!- ma Duncan non parve ascoltare la provocazione, dirigendosi a passi svelti verso la rossa, che si trovava a quattro zampe e tenendosi la zona lesa; una volta raggiunta, l’afferrò per i capelli facendola gridare per il male, mentre i loro occhi si incontravano nuovamente.

-Hai giocato a fare l’eroina per l’ultima volta, piccola Destiny- le sussurrò, compiaciuto- Ora ti sistemo io..-

-Stronzo- rispose lei, con tutta la cattiveria che riuscì ad imprimere in quella parola e sputandogli nell’occhio; la risposta parve non piacere al ragazzo, che, dopo essersi asciugato col dorso della mano guantata la saliva, la sbattè violentemente a terra, prendendola a calci e procurandogli altra sofferenza e ossa rotte.

Pochi minuti dopo, soddisfatto del suo operato, il Viandante cessò la sua attività e l’adolescente ne aprofittò per cercare di strisciare via, gemendo ogni centimetro che faceva a causa dei colpi ricevuti, mentre nelle orecchie le risuonavano stridule le risate di gioia selvaggia della sua nemesi.

Decisa a non arrendersi, Destiny strinse occhi e denti, cercando di trascinarsi per un altro po’, ma quando si fermò a riposarsi ed alzò gli occhi al cielo, sbiancò improvvisamente: da una torre che riconobbe essere quella degli Alloggi Reali, un ragazzo stava letteralmente precipitando dalla finestra, schiantandosi sul Sentiero di Ronda delle mura con un sonoro schiocco.

Il tempo sembrò fermarsi e dilatarsi per la 17enne, che non riusciva a credere a quello che aveva visto, John non poteva essere morto; ma doveva guardare in faccia la realtà: il suo amico se n’era andato per sempre, e non poteva farci assolutamente nulla. Lacrime di rabbia miste a tristezza iniziarono a rigarle le gote, mischiandosi alla polvere ed il sangue; non le importava se ora tutti potevano vederla in quello stato, piangere come una poppante, per lei ora c’era solo il suo dolore per la perdita di un'altra persona cara.

-Finalmente si è decisa a farlo fuori..- commentò sbuffando l’usurpatore- Courtney ha il brutto vizio di giocare con le sue prede prima di ucciderle- poi aggiunse, notando la nemica che singhiozzava: -Non ti preoccupare, lo raggiungerai presto, quindi è inutile che ti disperi. Ma finchè non saprò che farmene di te, sarai mia ospite- detto questo si voltò, dandole le spalle e avviandosi verso il portone d’ingresso, fermandosi a dare istruzioni alle guardie che afferrarono un inerme e singhiozzante rossa e lo seguirono dentro al castello, ignorando il coro di proteste derivante dal cancello ormai chiuso, mentre in cielo un sole rosso sorgeva, mettendo fine a quella notte di sangue.
 
Angolo Autore:

Ed eccomi tornato con il quindicesimo capitolo, dove John muore e Destiny viene fatta prigioniera da Duncan! Possono le cose complicarsi più di così? Se ci si mette di mezzo un consigliere veramente malvagio che farebbe di tutto per ottenere quante più persone che guardino il suo(a sua detta) magnifico viso(sapete, no? Alto, magro, capelli corti e corvini, subdolo e malvagio..) allora potete scommetterci che l’ultima Roman non farà una vacanza in un Hotel di lusso, bevendo drink e rilassandosi in piscina XD

Spoiler ed assurdità a parte, ringrazio tutti quelli che sono giunti a leggere il capitolo fino a qui, chiunque segua la storia, anche quelli silenziosi, augurandovi buona lettura e scusandomi per eventuali ripetizioni o errori di battitura, sono ancora uno scrittore in erba ma vi giuro che sto lavorando per rimediare ai miei sbagli che mi segnalate xD

Grazie ancora ed a presto

Aloneinthedark92 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: aloneinthedark92