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Autore: Hunterwolf    28/09/2014    0 recensioni
Molti dicono che la guerra è l'unico strumento per raggiungere la pace, per questo si persuade la gente ad arruolarsi, per questo centinaia di uomini e donne rischiano la vita... ma è tutta una bugia : la guerra non è bella, non è giusta e non è eroica, non è altro che sangue fango e merda. la guerra scava dentro i soldati e li rende vuoti e questo Kristoff lo scopre a sue spese. la guerra ha finito con lui e trattiene il respiro aspettando di morire, è uno e non può camminare dei riversi della sua anima, per questo decide di muoversi e di lottare, o almeno di provarci... ma non potrà mai credere che esista qualcuno in grado di salvarlo...
Genere: Guerra, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando era entrato nell’esercito, Kristoff aveva solamente ventidue anni ed aveva dovuto pronunciare un giuramento ufficiale davanti a tutti i suoi superiori, era stata una cosa molto formale, qualcosa che doveva essere ricordata per sempre come un tatuaggio sulla pelle ; invece adesso, a quasi dodici anni di distanza, l’essere assunto dai Metallica gli era sembrata una cosa talmente normale e tranquilla da non sentirsi davvero responsabile.
Erano cambiate un sacco di cose.
Lui era cambiato, in bene ed in peggio.
Era maturato ed era anche rimasto molto illuso da certe cose.
Non se la sentiva di tornare in servizio, fisicamente e mentalmente, il suo cuore era ancora troppo debole e pieno di schifo per trovare di nuovo il coraggio per guardare in faccia tutti coloro che l’avevano ingannato e quelli che aveva, come diceva lui, tradito.
Voleva solamente ritrovare se stesso cercando di non affogare nell’oceano in cui era caduto.
Stava scivolando in basso, ma qualcuno gli aveva offerto la sua mano per fermare la caduta.
Dopo aver stretto la mano a Lars, Kristoff era stato portato a fare una visita medica per sicurezza ed anche per avere un certificato in piena regola : era uscito fuori che era leggermente sotto peso per uno della sua altezza ed età, ma che era ancora nel pieno delle forze ; l’unica cosa negativa di tutta la visita fu lo sguardo del dottore che cadeva troppo spesso sulle sue braccia, il modo in cui toccava le bende lo irritava, perché era impulsivo e poco delicato, ed aveva dovuto spiegargli il motivo delle scottature e di vari tagli e grosse cicatrici sull’addome.
Non l’aveva fatto con molto entusiasmo, ed il dottore aveva capito che era un tasto troppo dolente.
Era stato James ad accompagnarlo, era da una vita che non vedeva un dottore, e vedere Kristoff spiegare i motivi dei suoi mali era come un’immagine di se stesso da piccolo quando doveva spiegare a tutti che lui non giocava a football perché i suoi genitori erano cristiani scientifici.
Il contratto che aveva firmato appena tornato nello stadio lo avrebbe impegnato per quasi una ventina di mesi tra tour e conferenze in giro per il mondo, era un security a tutti gli effetti ed anche uno strano tutto fare per la band, secondo quello che gli aveva detto Lars, anche se aveva il sospetto che l’avesse detto solo per scherzare un po’.
La firma mancina di Kristoff era molto gotica con le lettere drappeggiate ed allungate elegantemente verso il basso ma anche leggermente squadrate e cariche d’inchiostro nerissimo.
-Okay, con questo sei dentro.- esclamò James quasi felice.
-Quindi, non posso scappare ?-
-Sarebbe da codardi ora come ora.-
-Allora non scapperò.- disse Kristoff rimettendo la penna stilografica dentro una tasca della sua giacca.
-Ne siamo sicuri.- Kirk gli mise una mano sulla spalla e gli porse una tazza piena di caffé bollente nero quanto l’inchiostro.
A Rob non sfuggiva nulla : aveva notato le mani lievemente tremanti di Kristoff, l’angolazione dei suoi occhi e che, soprattutto, i suoi pantaloni erano troppo larghi sulle ginocchia e troppo rovinati per essere nuovi, la cintura era tirata fino all’ultimo buco ed il bordo delle tasche era strappato.
-Non pensi che i tuoi vestiti siano troppo larghi ?- gli chiese alla fine vinto dalla curiosità.
-Non sono miei, sono di mio fratello minore Hansel.-
-Ma dai. Anche tuo fratello è un marine ?-
-No, e comunque glielo avrei impedito in tutti i modi. Lui non è come me ed è così che deve essere.-
Rob gia si stava immaginando Kristoff con Hansel nella stessa stanza, magari che ascoltavano musica e che parlavano delle solite cose da uomini senza curarsi del fatto che qualche donna possa sentire ; sicuramente dovevano somigliarsi per aspetto e da quello che aveva detto, Hansel doveva essere decisamente più tranquillo.
-Sapete, non sono io il fan tra noi due, è lui quello che marinava la scuola per andare ai concerti e che colleziona dischi.- confessò Kristoff forse un po’ imbarazzato.
Kirk alzò un po’ il sopracciglio e lo guardò fisso.
-Come sarebbe a dire ??-
-Non scherzo io. Anzi… gli è quasi venuto un colpo quando gli ho detto che dovevo lavorare per voi.-
-Anche a me sarebbe venuto se fossi stato tuo fratello.- scherzò il chitarrista stringendo un po’ gli occhi di un colore che nessuno riusciva ad identificare al primo colpo, bisognava fissarli intensamente e non tutti potevano.
Kristoff per il momento non era uno di quelli.
Tutti i loro sguardi pesavano ancora, se li sentiva dentro il petto vicino al cuore come proiettili ma non facevano più tanto male, perché aveva capito che non erano nemici, ma, piuttosto, le uniche persone che forse potevano davvero salvarlo da se stesso, ma non se la sentiva ancora di guardarli con attenzione.
Continuava a sfiorare i loro volti con la coda degli occhi, quasi avesse paura di graffiarli, cercava di non voltare la testa troppe volte e sorrideva e rideva piano piano come se non volesse farsi sentire.
Il suo cellulare squillo per rompere il silenzio.
Kristoff lo prese dalla tasca dei pantaloni e vide che era un messaggio di Hansel.
 
<< Da : Hansel.
Allora bruco, com’è andata ??? o.o’’ >>
 
-Quando parli del diavolo, eh ?- disse Lars sorridendo.
-Come facevi a sapere che era Hansel ?-
-Di solito, quando parli di qualcuno si presenta subito. – rispose James. – credo sia una legge quasi scientifica.-
-Davvero… ? Che strano… ?-
James rise forte, perché quel marine davanti a lui aveva assunto la faccia di chi ha sentito una cosa a lui sconosciuta per la prima volta e sembrava abbastanza infantile.
-Mi trovi così divertente ?- chiese alla fine Kristoff interrogativo.
-Solo un po’.-
-Meglio così. Non sono mai stato uno divertente.-
-Invece, secondo me sei uno spasso.- ribatté Lars con tono convinto.
Kristoff lo fissò serio come per dire “ma mi stai prendendo per il culo, maledetto danese ??”.
Non lo disse ma cercò comunque le parole giuste per incassare il colpo.
-Allora è vero che voi danesi siete strani…- sussurrò tra i denti mentre riceveva un altro messaggio.
 
<< Da : Hansel.
Ehi bruco, rispondi !!! non è che ti sei messo nei guai ??? ti prego, non fare nulla di stupido !!! >>
 
Era di spalle quando lo stava leggendo, ma poi tutti e quattro si misero a sbirciare dalle sue spalle.
-Scusate…- disse Kristoff. – ma sono cazzi vostri ?-
-Ma chi è questo “bruco” ?- chiese Kirk.
-“Bruco” è il soprannome che mi ha dato Hans quando eravamo piccoli… di solito lo dice in tedesco.- gli rispose esausto.
-Anche mio fratello mi chiamava “relitto ambulante”, ma “bruco” non l’avevo ancora sentito.-
Kristoff si era messo a parlottare qualcosa in tedesco e poi il cellulare squillò.
-Pronto ?-
<< Bruco !!! Perché non rispondi ???? >>
Il suono della voce di Hansel per poco non gli fece abbassare l’udito di qualche grado.
-Mi hai mandato due messaggi nel tempo di due secondi, mi volevi dare il tempo di rispondere ?-
<< E perché non mi hai chiamato prima ?? E’ pomeriggio passato, hai idea di quanto sono stato in ansia ? Mi sarò fumato almeno cinque stecche !! >>
-Guarda che lo dico a Rosy che fumi in ufficio, avevi detto che avresti smesso.-
<< Come faccio a smettere se tu mi fai perdere dieci anni di vita ogni volta che ti perdo di vista ?? >>
-Lo so, scusa… sono davvero un caso disperato.-
Abbassò la testa.
Hansel doveva averlo intuito e quindi abbassò la voce.
<< Non sei disperato. Sei solo un bruco che mi rende la vita poco noiosa. >>
Kristoff rise lievemente e si passò una mano tra i capelli, sentì che si erano allungati terribilmente da quando era tornato, non gli erano neanche mai piaciuti i capelli lunghi.
-Ti spiego tutto quando arrivo.-
<< Non serve, sto venendo adesso. >>
Alzò un sopracciglio interrogativo.
-Ma tu non sai dove mi trovo.-
<< Certo che lo so, me l’ha detto Rosy. >>
Alzò gli occhi al soffitto e sospirò come se fosse esausto dalla lunga giornata piena di alti e bassi.
Improvvisamente gli venne voglia di tornarsene a casa con Hansel ma il pensare che l’aveva fatto stare in ansia lo rese un po’ sconsolato e quindi accettò il fatto che stava per venirlo a prendere.
-Hai un fratellino amoroso, eh ?- disse Lars con il suo tono furbetto.
-Tu hai fratelli ?-
-Non di sangue.-
-Allora è troppo complicato da spiegare. È come se una parte di me vivesse in lui… se sta male lui, sto male anch’io, o viceversa.- rispose semplicemente.
Forse per la prima volta in vita sua, Lars Ulrich non seppe come rispondere a quello che quel soldato gli aveva detto, non certo perché non sapeva cosa significasse avere un rapporto speciale con qualcuno, ma perché sapeva fin troppo bene quanto facesse male perdere o far soffrire un “fratello”.
Solo per quella volta non rispose e sorrise.
A Kristoff piacque il fatto di non dover discutere più.
Di nuovo il suo cellulare si mise a squillare e rispose senza guardare chi fosse.
-Ma è tuo fratello, o il tuo baby-sitter ??- chiese James con un sorriso sotto i baffi che non aveva e Kristoff si limitò a girarsi alzandogli il medio destro.
-Che c’è ?-
<< Io sarei arrivato. Non farmi gelare il culo. >> e riattaccò.
-Direi che io posso anche dare.- prese la giacca e se la mise addosso. – finché non torna Jack c’è ben poco che io possa fare.-
-Non credere di farla franca, torna domani e lo farai anche tu.- ribatté Rob con un finto tono autoritario.
Si avvisò verso la porta e si voltò per salutarli, si aprì la porta e la oltrepassò mettendo le mani dentro le tasche e chiuse la porta ; rimase immobile qualche momento.
Guardò la porta…
Si voltò di nuovo alzando gli occhi, come se volesse scacciare un pensiero, ma non riusciva a fare un passo avanti senza continuare a fissare la porta, era come una calamita e fare quel passo gli costò una fatica enorme.
Alla fine cedette e tornò indietro aprendo di scatto la porta.
Si vide davanti James con la mano rivolta verso la maniglia e uno sguardo interrogativo.
-Hai dimenticato qualcosa ?- gli chiese il cantante sorridendo distratto.
-Si… cioè no ! Io, non credo… solo che…-
-Che cosa ?-
-Ecco…-
-Allora ?-
In quel momento si rese conto che non c’era un vero motivo del perché era tornato indietro, e cercò una qualsiasi scusa.
-Vedete… Hansel è un vostro fan molto fedele, e voi veniste con me solo un memento, insomma, me lo fate felice…- disse passandosi una mano tra i capelli.
James si rese conto che era una mezza balla, ma accettò lo stesso assieme agli altri.
 
 
Hansel era seduto dentro la sua auto tedesca dal color argento chiaro, batteva le dita sul volante seguendo il ritmo della canzone Run to the Hills degli Iron Maiden che aveva dentro il lettore per cd mentre aspettava che arrivasse Kristoff.
Si sentiva stanco per la giornata stressante.
Gli venne voglia di fumarsi una sigaretta, ma non poteva fumare in auto, Rosy l’avrebbe scoperto subito e poi il fumo non faceva per nulla bene alla sua salute.
Kristoff aveva ragione sul fatto di smettere.
Il punto e che non fumava solo perché era stressato o stanco o per altre stronzate, ma perché a volte gli sembrava di non poter fare proprio nulla per il suo bruco e questo era più frustrante che vederlo ridotto a quella maniera.
Si erano promessi di starsi in coda sempre, anche nelle situazioni più difficili, ma quella volta non lo poteva aiutare.
Aveva svolto tante missioni e non si era mai fatto nulla.
Aveva persino fatto parte di squadre speciali.
Ed ora era traumatizzato da un male che nessuno poteva curare se non se stesso, un male che non era davvero suo ma che non andava via, si era infiltrato nella sua anima ed ora lo stava facendo auto-distruggere.
Guardò fuori dal finestrino con la coda dell’occhio e vide solo degli operatori che facevano avanti ed indietro, ma di Kristoff nessuna traccia.
Sperò che non avesse perso il controllo.
Nello situazione attuale, non poteva immaginare cosa potesse combinare un marine come suo fratello.
Poi alla fine riconobbe la giacca di Kristoff ed i suoi anfibi neri, aprì la portiera e se le chiuse alle spalle, solo quando fu più vicino a lui si accorse che era seguito da altre quattro persone un po’ poi vecchie di lui.
Per un secondo trattenne il respiro.
Poi il cuore si fermò.
Tutta la sua attenzione si concentrò su quei quattro personaggi dietro suo fratello.
-Ehi, ciao !!- disse Kirk venendogli incontro.
Hansel si limitò ad alzare una mano ed a sventolarla come un’idiota.
-Tu devi essere Hansel, il fratello di Kristoff !! Io sono Kirk !!- gli sorridendo cordialmente e prendendogli la mano per stringerla.
-… Kirk Lee Hammett…- sussurrò come uno zombi.
-Si, sono io !-
-Io… io… cioè… non è possibile…-
-Ed invece si.- disse Rob arrivando davanti a lui.
Tutta la sua vita era ferma a quel momento : Kirk gli stava stringendo la mano e Rob sorridendo.
Senza accorgersene, una lacrima gli scese giù dall’occhio sinistro.
-Non dirmi che ti sei commosso.- Rob gli diede una pacca sulla spalla che lo fece tornare alla realtà e subito si voltò per asciugarsi l’occhio.
-E’ solo il freddo !!!-
-Non c’è nulla di male, lo sai vero ?- Kristoff gli parlò in tedesco come se volesse prenderlo in giro.
-Ora tu mi devi spiegare come diavolo hai fatto !!!- esclamò Hansel mezzo sclerato prendendo il fratello per il colletto della giacca, e lui rispose semplicemente alzando le spalle.
Dopo un primo momento di glacialità, Hansel divenne felice come un bambino a Natale e strinse la mano a tutti e quattro, si fece una foto con loro e gli firmarono diversi autografi su dei loro cd che aveva in macchina.
Kristoff lo guardava appoggiato alla portiera della macchina.
Si sentì finalmente bene dopo tanto tempo.
Vedere suo fratello felice per una sua azione fu la cosa migliore degli ultimi mesi.
-Ehi, ora sono io che aspetto te !!- gli urlò cercando di smuoverlo.
-Si, arrivo !!-
Prima di andarsene, Hansel prese da parte i Metallica.
-Ditemi la verità, si è comportato male ?- chiese a bassa voce.
-No, non credo almeno.- rispose Lars. – diciamo che ha avuto un piccolo crollo emotivo.-
-Crollo emotivo ?-
-Si… ci ha raccontato dell’Afganistan.- proseguì Rob.
Hansel abbassò gli occhi addolorato.
-Dovete sembrargli delle persone affidabili se vi ha rivelato l’inferno che ha visto.-
-Forse era solo stanco di tenersi tutto dentro.- ipotizzò James.
-Fin ora l’ha detto solo a me. Vedete, lui è un marine, è un po’ ingenuo ed impulsivo, ma non è cattivo. Lui ci credeva in quello che faceva.-
Fece una pausa e li guardò fissi, come se volesse implorare.
-Io non posso fare molto per lui.-
-Non commiserarti per questo.- Kirk gli appoggiò una mano sulla spalla per consolarlo, lui e Kristoff avevano la stessa espressione quando erano dispiaciuti.
-Però… il fatto che abbia parlato con voi e che ora abbia un altro lavoro potrebbe aiutarlo molto, per questo… io voglio chiedervi un favore…-
-Ovvero ?-
-Vi prego, provate a salvare mio fratello.-
James rimase di pietra a quella richiesta : in tanti anni, nessuno gli aveva mai chiesto di salvare qualcuno e neanche di provarci, non sapeva neanche come si facesse.
Istintivamente stava per dire di no, ma voltò gli occhi verso Kristoff e ci rivide se stesso nei suoi periodi bui…
-Non possiamo salvare nessuno, ma possiamo solo aiutarlo.-
Hansel sorrise felice e gli prese la mano con tutte e due le sue, di nuovo una lacrima gli riempì gli occhi.
-Grazie.-
Se ne andarono poco dopo, mentre loro si stavano accorgendo che ora avevano una responsabilità enorme, forse la più grande di tutta la loro vita.
 
 
  
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