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Autore: Lunatica95    28/09/2014    0 recensioni
Un fratello morto, lei che lo rivede in tutte le persone.
E se tra il gruppo di lui ci fosse qualcuno disposto ad aiutarla ad andare avanti?
Lei che piano piano torna se stessa, riportando a galla il suo carattere.
E se uno dei due si innamorasse?
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Tratto dal secondo capitolo
"Non la vedi è cambiata, a me piaceva com'era prima" si piaceva, nel senso che avevo una cotta per lei, ma era la sorellina del mio migliore amico non ci avrei mai provato. Ed ora non sopporto di vederla così triste, così fragile. "Lei non era così, e io la farò tornare in se"
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Hope" una voce mi chiama "Hope ho bisogno di te, dove sei?" Solo ora la riconosco, è Niall.
"Niall quanto mi è mancata la tua voce, dove sei? Non vedo niente" Urlavo per capire dove si trovava, volevo stringerlo a me, volevo risentire il calore della sua pelle, del suo corpo.
"Sono qui, sono sempre qui. Ma ora ho bisogno che tu faccia una cosa" ha bisogno che faccia qualcosa per lui, cosa? Farei tutto per lui.
"Dimmi" continuo ad urlare mentre mi muovevo cercando di trovarlo in quella nube buia.
"Tu devi- devi" silenzio, il silenzio mi circonda.
"Signorina Horan, le sembra il caso di dormire in classe?" La voce della professoressa, di cui non avevo neanche imparato il cognome.
"Niall" mi alzo velocemente dal banco urlando il suo nome. Solo dopo realizzo che tutti mi stanno fissando "scusi professoressa non mi sento molto bene, vado in infermeria" e senza lasciarle il tempo di rispondere prendo la mia borsa a tracolla dirigendomi lontano da quella classe.
Penso che andrò davvero in infermeria, la testa mi gira ma penso sia per il risveglio movimentato, almeno lì potrò riposarmi.
La stanza è vuota. L'infermiera non c'è e forse è meglio così, se no avrei dovuto dirle il motivo per cui ero lì e non mi andava proprio, quella donna di cinquant'anni era tutta energia e vita, sembrava una scolaretta che voleva sapere i gossip di tutti e tutto.
Tutto quello che volevo è dormire, si perché anche se sognarlo mi recava dolore almeno potevo stargli vicino.
Mi stendo sul letto bianco, le lenzuola sono bianche, la federa è bianca. Tutto in questa stanza è bianco. Mi verrebbe voglia di andare a prendere della vernice e dipingere tutto, tutto di celeste. Come i suoi occhi, come i miei.
La porta si apre e faccio finta di dormire, di sicuro è l'infermiera. Dopo pochi secondi di silenzio sento una mano posarsi sulla mia faccia e spostarmi una ciocca di capelli.
Di sicuro questa non è la signora Jones, ovvero l'infermiera. Aveva un profumo dolce ma allo stesso tempo forte, emanava calore. Al minimo tocco tra le sue nocche e il mio volto sentivo il corpo andare a fuoco, e probabilmente anche la mia faccia ci andò.
E' quasi improbabile che non avesse capito che ero sveglia, poi la curiosità di sapere chi era mi portò ad aprire gli occhi. Quello che vidi fu un colpo al cuore.
Due grandi occhi celesti e dei capelli castani mi si presentarono davanti. Conoscevo quegli occhi e anche quel tocco,  solo che l'avevo rimosso, come tutto il resto d'altronde.
Spostai lo sguardo, non ce la facevo. I miei occhi che si stavano riempiendo di lacrime, lui porta troppi ricordi.
"Cosa ci fai qui, Louis?" Chiesi senza guardarlo minimamente e cercando di fare una voce forte. Non volevo che capisse quanto stavo male, non volevo che provasse pietà per me.
Anche se forse tutti sapevano che stavo male, che piangevo nel bagno e che non dormivo la notte. Tutti avevano pietà per me.
"Niente" si gratto la testa mentre faceva un passo indietro, forse imbarazzato "io ho semplicemente visto che entravi qui e ho pensato che stavi male.." fa una pausa, ma cosa vuole da me? Lui e i suoi amici mi hanno ignorato per tutto questo tempo e ora mi si avvicina così? Solo uno di loro potrebbe farlo e di sicuro non è lui, è Liam. Perché Liam è buono e non vede pietà nei miei occhi ma mi capisce, l'ho visto dal sorriso che mi ha dedicato quella mattina e da come ogni tanto nell'intervallo mi cerca con gli occhi e quando mi trova e vede che sono ancora viva torna a chiacchierare con i suoi amici. Liam è semplicemente Liam.
"Bhe non c'era bisogno che entrassi sto bene" urlo. L'ho appena aggredito, senza una ragione senza un perché. Forse semplicemente volevo rimanere sola.
"Volevo solo assicurarmi che stavi bene, scusa se qualcuno ogni tanto si preoccupa per te" urla anche lui. Quanto lo odio, sa farmi innervosire con la minima parola, mi fa saltare tutto il sistema nervoso anche solo respirando.
"Non devi preoccuparti per me!" Urlo di nuovo "Io sto bene cazzo" non ci crede nessuno, neanche io, perché non è la verità. Come fai a stare bene dopo che tuo fratello è morto? Dopo che il tuo cuore si è rotto? Dopo che tutta la tua vita si è sgretolata? Dopo che diventi sola?
"Tu non stai bene e io lo so, e non è l'unica cosa che so di te" cosa vuole dire? Cosa sa di me?
"So molte cose di te e volevo anche parlarti di quello che è successo" ovvio che sa molte cose di me, Niall. Lui parlava in continuazione di me, si lodava con tutti di avere me come sorella.
"Non è successo niente" non riesco più ad urlare, l'energia che sembravo avere prima è scomparsa, disintegrata.
"Non parlavo di Niall" il suo nome, da quanto non lo sentivo pronunciare da qualcun altro, è come un pugnale in pieno petto, è come se mille spilli mi trapanassero. Rialzo inaspettatamente la testa e poso i miei occhi nei suoi. Questo scontro di celesti mi fa girare un po' la testa ma non ho intenzione di riabbassarla.
"No-non.." non riuscivo a parlare anche se mi sforzavo "nominare il suo nome" una lacrima scende dal mio viso. Non ce la faccio proprio a parlare di lui.
"Scusa" sussurra, come se volesse che io non lo sentissi, ma per mia e sua sfortuna il mio udito sembra essere fuori dal normale.
"Di cosa parlavi allora?" Sembra che la mia voce sia ritornata normale, non è rotta dal pianto e neanche roca, era semplicemente impassibile, fredda e distaccata. Ed era giusto così, non dovevo prendere confidenza con questo ragazzo che di sicuro da un momento all'altro sarebbe sparito, come fanno tutti.
"Quello che è successo con quel gruppo di ragazzi" quale gruppo di ragazzi? Penso che abbia notato la confusione nel mio viso perché si affretta a precisare "quel nuovo gruppetto che si è formato a scuola, quelli che hanno fatto dei commenti su di te" allora li ha sentiti anche lui.
In quel momento mi sento un po' in imbarazzo, se sono arrivati a lui chissà chi altro li ha sentiti. Magari tutta la scuola.
Distolgo lo sguardo, non so che dire. Non so dove vuole arrivare, perché me lo dice, perché ne vuole parlare? Come sempre la mia testa, se non è piena dal pensiero di mio fratello, è affollata di domande, le quali forse non troveranno mai risposta.
 "Noi volevamo dirti che non ci importa se tuo fratello non c'è più, c'è si ci importa perché anche se non sembra anche noi soffriamo" ma dove vuole arrivare? "Volevamo dirti che per noi fai parte del gruppo, noi ti capiamo" faccio parte del gruppo. Faccio parte del gruppo.
Non pensavo che ne facevo parte, ho sempre pensato che loro mi reputassero come la sorellina rompiscatole del migliore amico, che preferivano che non ci fossi ma che mi tenevano con loro per Niall e ora non c'è più. Io pensavo che non gli importava niente di me.
Forse mi sbagliavo, Liam non è l'unico che mi capisce, alla fine tutti hanno perso uno degli amici più cari.
Lo guardo, Louis ha lo sguardo basso.
E' strano.
Tutto è strano.
Non lo riconosco.
Un Louis che mi segue e mi parla in quel modo, per dirmi che lui e gli altri c'erano per me. E' questo che voleva dire no? Quel "fai parte del gruppo" era questo che voleva dire.
Voleva dire che è stato lui, sono stati loro, a fare a botte con l'altro gruppo? Per me?
 Non ci posso credere.
"Siete stati voi vero?" chiedo, fissandolo. Noto la barba incolta, forse non è stata tagliata da qualche giorno se non settimana, le occhiaie per il poco sonno e il livido anche lui sotto l'occhio, proprio nello stesso punto dove avevo visto quello di Liam.
"A fare cosa?" Solleva anche lui lo sguardo. Indico il suo livido e capisce.
"Anche se fosse? A seconda della risposta decidi se fidarti di noi?" Ecco di nuovo il suo lato sfacciato, l'odio ancora di più quando fa così.
"No, già mi fido di voi" cerco di ignorare la sua provocazione e gli confesso questa verità, che
neanche sapevo di pensare.
"Bene, ora devo tornare in classe" fa un respiro, forse non sa come concludere la conversazione con un 'a dopo' o un 'ci sentiamo più tardi' oppure addirittura con un 'ti chiamo'. Sono tutte cose che non succederanno.
"Tu riposati, ci vediamo in mensa" non ci do molto peso, perché lo so che è stato detto tanto per, ma forse lui vuole davvero che mi unisca a loro. Mentre se ne va sento che bisbiglia un "comunque si siamo stati noi" e sbatte la porta.
Quei ragazzi mi sorprendono sempre di più.
Forse dovrei davvero provare a stare con loro, ma cosa succederebbe poi?
Il dolore per  la perdita non scomparirebbe, anzi, stando con loro non farei altro che pensare a lui, cosa che già faccio. Ma forse possono farmi svagare, divertire. Forse posso trovare qualche ora di serenità.




Heilàààà
So che sono quasi passati due mesi e mi dispiace...
Ho dato precedenza a l'altra storia perché ci sono molti più lettori ed è molto più avanti...
Poi oggi ho avuto l'ispirazione e ho passato tutto il pomeriggio a scriverlo... Quindi spero vi piaccia...
I personaggi io li ho immaginati così..

Hope Horan : Claire Holt



Louis Tomlinson





I ragazzi



  
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