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Autore: Jhonny8699    28/09/2014    1 recensioni
è un tranquillo giorno d'estate a Konoha, la gente è indaffarata nei propri mestieri, quando due ninja misteriosi appaiono alle porte del villaggio. Nessuno sa da dove provengano o quali siano le loro intenzioni, ma attorno a loro si può sentire uno strano chakra, diverso dagli altri. Chi sono questi individui, che intenzioni hanno e quali sono le loro abilità ?. A scoprirlo ci penseranno Naruto e i suoi amici, in una storia piena di azione, battaglie, rivelazioni, relazioni, simpatie ed amori.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fuu, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 11: Il passato di Jitzuko: l’inizio di una grande amicizia.

Da quel giorno, Jitzuko e Fuu cominciarono a vedersi ogni pomeriggio, dopo la scuola. Andavano a casa dell’Uchiha, e lì facevano i compiti, poi si allenavano. Una volta erano persino andati a casa di Fuu, ma dopo averla vista solo una volta, Jitzuko disse “meglio tornare a casa mia”.

Per due mesi, Fuu e Jitzuko si allenarono duramente, sviluppando delle tecniche incredibili. Fuu cominciò ad utilizzare le tecniche col vento, che erano la prerogativa dell’eptacoda, e, soprattutto, cominciò a diventare più coraggiosa. Jitzuko, invece, cominciò a sviluppare le tecniche del suo clan, ma vista la complessità, ci metteva moltissimo: era ormai in grado di utilizzare l’Amaterasu, e riusciva ad utilizzare il braccio del Susano’o; sviluppò, inoltre, le arti con la pece, e quelle con il fuoco, arrivando a creare l’arte della combustione.

Ma un giorno, al termine dell’allenamento… “ok, ci siamo allenati duramente, penso che sia il momento di tornare a casa” disse Fuu, e si incamminò. Non fece a tempo a fare un passo, che Jitzuko la fermò “ferma dove sei, Fuu, tu non vai da nessuna parte”, lei si voltò e vide Jitzuko in piedi, con le braccia conserte e lo sharingan eterno attivo; allora gli chiese “cosa vuoi dire ?”,”voglio dire che non tornerai in quella topaia”,”e allora dove dovrei vivere, secondo te ?” ribatté lei, con tono leggermente arrabbiato, “qui !” disse lui.

Fuu rimase sbalordita da quella affermazione “q-qui ? vuoi dire che dovremmo convivere ?”,”si !perché ? non ti va ?” disse lui, accigliato. Lei si fece rossa, poi disse “m-ma  non ti da fastidio ?”,”perché ? sono solo in casa, dopotutto !”. Lei rimase, in principio, stupita, poi cominciarono a scenderle delle lacrime dagli occhi, e si gettò su Jitzuko, abbracciandolo, “grazie mille ! questa è la più bella cosa che mi sia mai capitata?”, disse, singhiozzando. Lui rimase fermo per qualche secondo, poi disse “figurati, sarà bello avere qualcuno in casa”, poi aggiunse “coraggio, andiamo a fare le valigie. Ti trasferisci oggi stesso”.

Infatti, dopo poche ore, lui e lei uscirono dalla catapecchia, portando dei bagagli. Jitzuko ne teneva uno per mano, mentre il terzo  lo teneva col braccio del Susano’o.
Arrivati a casa Uchiha Senju, Jitzuko le mostrò la camera, “ecco questa è camera tua. Veramente era la mia, ma adesso io dormo nella camera dei miei, quindi è libera. Lascio qui i bagagli, così puoi cominciare a sistemarti”, disse lui e lasciò giù le valigie, poi richiuse la porta, lasciandola sola.

Lei si guardò intorno, poi si stese sul letto. Era il primo letto in cui avesse mai dormito. Restò a godersi il caldo tepore delle coperte, poi le palpebre le calarono.

Fu svegliata da Jitzuko, che disse “alla faccia dell’ambientarsi, ti sei abituata subito. Su, forza, vieni, la cena è pronta”. Fuu scese in cucina, e vide che era apparecchiata e piena di cibi buonissimi. Jitzuko la fece accomodare, poi si sedette e cominciarono a mangiare. Mentre mangiava, a Fuu cominciarono a scendere delle lacrime, allora Jitzuko le chiese “che c’è, non è buono ?”,”no, è tutto squisito, solo che… questa è la prima volta che mangiò con qualcuno. Sono sempre stata sola, emarginata. E tu mi hai accolto in casa tua, mi hai dato un letto caldo dove dormire, e adesso mi hai offerto anche una deliziosa cena. Io non so più cosa dire, sono così felice, non riuscirò mai a …”, prima che potesse finire la frase, Jitzuko le infilò un cucchiaio con del riso in bocca, “hai finito ?”,  chiese lui, “J-Jitzuko !” farfugliò Fuu, “non si parla con la bocca piena”,”ma, ma”,”ora ascoltami Fuu, non devi ringraziarmi, visto che questo non è un’hotel. Questa, ora, è casa mia quanto tua, perciò la gestiremo insieme, ok !”,”ok” disse Fuu, e ricominciarono a mangiare.

Dopo cena andarono a dormire. Fuu si sdraiò nel letto, spense la luce e si addormentò. Anche Jitzuko si mise a dormire, pensando a tutto ciò che aveva fatto.
In mezzo alla notte, Jitzuko si svegliò  in preda ad un forte dolore agli occhi. Gli era capitato spesso, e di solito terminavano dopo quache minuto, ma quello continuava a persistere. Il dolore era lancinante, Jitzuko, tenendosi gli occhi coperti con le mani, cominciò ad urlare “Aaaaahhhhhhh, ahhhh,aaahh !”. Fuu accorse dall’altra stanza, vestita con una vestaglia bianca, “cosa c’è Jitzuko, non ti senti bene !” esclamò la ragazza, preoccupata, “i miei occhi, mi fanno male”, disse lui, “fammi vedere” disse lei, e gli scostò una mano. Quello che vide la terrorizzò: il Mangekyo sharingan eterno era attivo, e le vene degli occhi erano di color rosso acceso; sembrava che gli occhi volessero esplodere da un momento all’altro.

Jitzuko in preda al dolore, disse “prendi la siringa nel cassetto !”, Fuu aprì il cassetto del comodino, e trovò una siringa con una sostanza verde all’interno, poi chiese “e adesso ?”, “iniettamela nel braccio !” urlò l’Uchiha. Fuu gli diede un calcio e lo mandò a terra, ed, un secondo dopo, gli fu sopra; gli tenne stretto il braccio, poi calò la siringa, e gli inoculò la sostanza nelle vene.

Jitzuko cominciò a calmarsi, lo sharingan si disattivò, e lui lasciò cadere le braccia sul pavimento. Respirava affannosamente. Fuu lo aiutò ad alzarsi, poi lo distese sul letto, bagnò un panno, e glielo mise sulla fronte. Jitzuko cominciò ad addormentarsi; sussurrò “grazie Fuu, grazie di cuore”, poi cadde in un sonno profondo. Lei gli rimboccò le coperte, poi tornò in camera sua.

Fuu si continuava a rigirare nel letto, non riusciva a prendere sonno; continuava a pensare a Jitzuko, temeva che avrebbe potuto svegliarsi in preda ad altri dolori. Allora si alzò dal letto ed andò in camera sua, si infilò nel letto, e si avvicinò a lui. Gli mise una mano sul petto, e lo sentì respirare profondamente; il suo cuore batteva a ritmo regolare. Rimase lì vicina, con una mano sul suo petto, e con l’altra, sotto le coperte, strinse la sua mano. E si addormentò così, vicino a Jitzuko, tranquilla e felice.

Il giorno dopo fu svegliata da un urlo di gioia proveniente dall’esterno, “Yahooooo !”. Fuu aprì gli occhi, e vide che Jitzuko non c’era più. Si affacciò alla finestra, e vide l’Uchiha sdraiato per terra, ansimante, “che c’è Jitzuko ?”, “oh, buongiorno Fuu !”, disse lui, poi aggiunse “indovina ! ho imparato a governare il Susano’o”, “davvero ?”, chiese lei esterrefatta, “si, guarda”, e si concentrò. Un guerriero color blu scuro apparve: era muscoloso, con le braccia teneva due spada fiammeggianti nere, era coperto da un mantello con un cappuccio a forma di testa di coccodrillo, dal quale si potevano vedere solo gli occhi rosso porpora. Jitzuko restò in quello stato per qualche minuto, poi disattivò il Susano’o, “visto, che te ne pare ?”,”è fantastico, finalmente ci sei riuscito” disse Fuu allibita, “eh già !comunque scendi, che facciamo colazione”.

Fuu scese e si trovò davanti una bellissima colazione. Jitzuko scese qualche minuto dopo, dopo essersi lavato, e cominciarono a mangiare. Dopo colazione, lei gli chiese “allora, cosa vuoi fare oggi ?”,”stasera c’è la festa del villaggio, e intendevo andarci”, disse lui,”la festa del villaggio, non ci sono mai andata” disse lei, con un tocco di malinconia, “come no ?”,”mi hanno sempre emarginata, e non volevo farmi vedere in pubblico”, “allora questa sera sarà la tua prima volta alla festa del villaggio !”, disse lui, “n-no, preferisco non farmi vedere, e poi non ho neanche un kimono !” esclamò Fuu, imbarazzata, “non c’è problema, andremo a prenderlo oggi”,”come oggi ? Ma non puoi continuare a spendere per me, resterai al verde”,”stai tranquilla, i miei genitori erano ANBU, e mi hanno lasciato una bella fortuna; e poi tu sei mia amica !”. Lei arrossì lievemente, poi lui disse “su, preparati, andiamo tra qualche minuto”.

Infatti, dopo una decina di minuti, uscirono, e si diressero al villaggio. Entrarono in un negozio di abiti e lì Fuu scelse un vestito e lo provò. Dopodiche, Jitzuko pagò, e i due uscirono ed andarono a casa.

La sera arrivò in fretta, e i due si prepararono. Jitzuko tirò fuori il kimono che aveva trovato nel nascondiglio, lo guardò un attimo, poi lo indossò; per sicurezza, si allacciò la spada sotto il kimono, poi uscì sul balcone, e vide, su una pianta, una bellissima rosa viola. Saltò da un albero all’altro, poi sguainò la spada e tagliò il gambo del fiore con un colpo secco. Tornò in camera e si mise a guardare la rosa, poi lo nascose sotto il kimono. Sapeva già cosa farne.

Uscì dalla stanza e bussò alla porta di Fuu. Lei uscì, e lui rimase stupito dalla visione. Fuu indossava un bellissimo kimono bianco, con dei fiori dorati ricamati sopra. I suoi capelli erano acconciati come al solito, ma Jitzuko restò comunque esterrefatto davanti a quella visione. Lei disse “va tutto bene ?”,”si, si, benissimo, andiamo ora !”, e uscirono di casa.

Arrivati in paese, Fuu rimase stupita davanti a quelle luci e quelle bancarelle. Cominciarono a camminare lungo le vie affollate. La gente, quando li vedeva passare, si voltava, e a volte bisbigliavano tra di loro. Jitzuko sembrava non farci caso, mentre Fuu era imbarazzatissima. La ragazza, allora, tirò la manica al ragazzo “mmh, che c’è ?” chiese lui,”Jitzuko la gente ci sta guardando !” bisbigliò lei,”e tu ignorali !” rispose lui,”lo so, ma non ci riesco. Ti prego, possiamo an…”,”hey ti va di fare qualche gioco ?” la interruppe lui, e la tirò verso una bancarella. Lei, vedendo tre piramidi di barattoli, chiese “cosa bisogna fare ?”,”è semplice, devi abbattere la piramide con la palla, dai, prova !”, e le porse una palla. Lei tirò tutte e tre le palle, ma mancò sempre il bersaglio. Il proprietario, allora, rise e disse “hey bella mira. Ma, d’altronde, è meglio così, un demone come te non merita un bel niente !” e scoppiò in una fragorosa risata, seguita da quella di tutti gli spettatori lì vicini. Fuu chinò la testa, e una lacrima le rigò la guancia. Jitzuko, che aveva sopportato in silenzio fino ad allora, sbattè una moneta sul bancone, e disse, “adesso provo io !”. A quel punto, dalla sua schiena fuoriuscirono le due braccia schelettriche del Susano’o, che afferrarono due palle. Le lanciò, e le due palle abbatterono le due piramidi al lato, rimbalzarono sui pali che sostenevano la bancarella, e abbatterono la piramide centrale. Al proprietario, se gli fosse stato possibile, sarebbe caduta la mascella a terra. Jitzuko si accorse di avere un’altra palla, la prese, sempre col Susano’o, e la lanciò contro il palo. La palla rimbalzò e centro il proprietario, che finì a terra. A quel punto, Jitzuko allungò il suo braccio gigante dentro la bancarella, e prese un’orsacchiotto appeso. Lo porse a Fuu e disse “andiamo”, e la portò via.

Passarono il resto della serata tra bancarelle e spuntini, quando arrivarono alla fine delle bancarelle. Allora, Jitzuko disse “ti va se andiamo a vedere i fuochi d’artificio su quella collina” e indicò la vicina collina, “s-si, va bene”, e si avviarono. Arrivati in cima, si godettero lo spettacolo dei fuochi d’artificio.

Quando furono finiti, i due restarono un po’ fermi, illuminati dalla luce della Luna. A quel punto Jitzuko porse il fiore a Fuu, “tieni, questo è per te”; Fuu guardò il fiore per qualche minuto, poi lo prese tra le mani, e se lo infilo nei capelli, “grazie Jitzuko, grazie di cuore”, “ah, per un fiore, cosa vuoi che sia ?” disse lui, leggermente imbarazzato, “non è solo per quello ! tu hai fatto così tanto per me, e io non ho ancora fatto niente per te !”, “ma figurati, siamo amici, e gli amici si…”, prima che potesse finire la frase Fuu gli gettò le braccia al collo e, con gli occhi lucidi, disse “tu mi hai aiutata nel momento del bisogno, mi hai aiutata ad uscire dalla mia timidezza; mi hai accolta in casa tua e mi hai sfamato. Io-io-io…”, esitò un attimo, poi disse, tutto d’un fiato “io ti amo Jitzuko,ti amo con tutto il mio cuore !”. Jitzuko sgranò gli occhi a quella affermazione, poi il suo sguardo si addolcì, le cinse la schiena con le braccia, e le disse “anch’io ti amo Fuu, ti amo da quando ti vidi quel giorno, sull’albero. Ti amo da quando i nostri sguardi si sono incrociati”. A quelle parole, Fuu sentì, nella sua mente, le campane suonare a festa.

I due si avvicinarono l’uno all’altra. Le loro labbra si sfiorarono, poi si incontrarono, e i due si baciarono a lungo, appassionatamente.  In quel momento, un ultimo fuoco d’artificio fu sparato in aria e brillò per loro, illuminando quel bacio, che, entrambi, avrebbero voluto durasse in eterno.

Nota dell’autore:

Finalmente abbiamo visto una vera scena d’amore. Jitzuko e Fuu si sono finalmente dichiarati.

Certo che sono andato veloce: sono passato dall’amicizia, alla convivenza, al bacio in un capitolo.

Comunque, ormai siamo a metà, cercherò di terminare in fretta, ma ci vorrà almeno un’altra settimana.

Nel frattempo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo: “Il passato di Jitzuko: la tragedia”. Arrivederci.
   
 
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