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Autore: nat1982    07/10/2008    1 recensioni
Una storia di rapimenti, di amori perduti e amori trovati, un segreto mondiale che potrebbe portare all'estinzione totale dell'umanità. Anthony Seller si ritroverà senza volerlo in un'avventura senza precedenti che lo costringerà a prendere decisioni pesanti, a volte contro la propria volontà.. insomma da leggere tutto d'un fiato!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rapimento
Christen Notche si svegliò dal suo lungo sonno, aveva una terribile emicrania. Non ricordava quasi nulla della sera prima se non una terrificante botta in testa. Adesso si trovava sola in una stanza con poca luce, imbavagliata e legata a una sedia. Si chiedeva come potesse essere finita in quel luogo, cercava di dare una spiegazione logica a quella circostanza nonostante fosse molto difficile trovarla. L’ipotesi di un rapimento era la più plausibile data la sua posizione, imbavagliata e annodata ad una sedia di legno che risultava essere anche piuttosto instabile. Cercava di guardare dalla piccola finestrella in alto a sinistra per riuscire a capire dove potesse essere. Voleva trovare qualche indizio o qualche riferimento che la portassero a capire la sua posizione geografica così che, in caso ce ne fosse stato bisogno, avesse potuto comunicarlo alle autorità, in caso avesse trovato il modo di farlo. Si guardava attorno, i suoi occhi si erano in fretta abituati alla poca luce che la piccola finestra lasciava penetrare all’interno di quella stanza. Intorno a se vedeva degli attrezzi, una vanga, un rastrello e del fieno molto secco, le pareti erano formate da assi di legno invecchiato e il soffitto non era piatto ma a forma di piramide. Percepì che doveva essere chiusa in una fattoria abbandonata o in un vecchio fienile e non si capacitava di come ci fosse arrivata. L’unica porta presente nel fienile emise un rumore stridulo, si aprì scricchiolando e una voce si udì al di la dell’uscio.
    «Maledetta porta s’incastra sempre!»
Christen si accorse che la voce apparteneva ad un uomo, era una voce molto profonda e di grosso timbro. Infine la porta si aprì completamente e apparve un omone molto corpulento. Aveva addosso dei jeans strappati, probabilmente non per una moda attuale, indossava anche un maglione nero, forse perché dicono che il nero snellisce un po’ ma non nascondeva affatto il grande pancione di cui era dotato. Aveva un viso particolare, molto tondo con delle folte sopracciglia e gli occhi un pochino allungati quasi come un orientale. Il colore degli occhi era un nero intenso e molto profondo che metteva soggezione.
    «Si è svegliata la nostra principessa», allargando le braccia e girandosi verso la stanza disse:
«Ti piace la suite del nostro lussuoso albergo? Ti abbiamo riservato quella presidenziale»
Christen evitava di guardarlo direttamente in viso. Lui le tolse il bavaglio dalla bocca. Con le lacrime agli occhi a causa della paura, tirò fuori un pochino di coraggio e urlò.
«Chi diavolo sei?».
«Questo non ha alcuna importanza».
«Perché mi hai rapita? Non sono figlia di un ricco imprenditore o di uno sceicco, cosa vuoi da me?». Christen piangeva impaurita.
«Non ti preoccupare non vogliamo alcun riscatto per te e non ti uccideremo, per il momento ci servi viva».
«Mio marito avrà già chiamato la polizia, fra poco arriveranno qua e ti arresteranno, lurido bastardo!»
«Ma che belle paroline che usi, hai studiato ad Oxford? Stai tranquilla dolcezza, il tuo dolce maritino Anthony ti crede morta, quindi non verrà mai a cercarti, adesso starà già pensando a come farti il funerale. Sai, gli abbiamo fatto uno scherzetto utilizzando il tuo anello nuziale..»
Il bandito scoppio in una grassa risata. In quel momento Christen si accorse di non avere più la fede e rimase sbigottita, erano riusciti in qualche modo a far credere ad Anthony che fosse morta. In quel momento entrò un altro uomo all’interno del fienile, più magro del primo ma sempre di robusta corporatura, indossava anch’egli dei jeans strappati e rispetto al suo amico portava una camicia con il collo alto.
    «Ehi capo, c’è il direttore che ci vuole vedere»
«È qui?»
«No, ha telefonato e ha detto di raggiungerlo alla sede centrale, pare che ci siano importanti novità»
«Va bene, andiamo»
«Della donna cosa ne facciamo capo? La portiamo con noi?»
«Meglio di no, resterà chiusa qui a chiave, tanto siamo fuori dal mondo, nessuno potrà sentirla anche se si mettesse ad urlare» e parlando di lei, il malvivente, guardava intensamente nei suoi occhi azzurri, si avvicinò alla sua bocca, tirò fuori la lingua e gli leccò la parte superiore del labbro emettendo un grugnito di piacere. Lei presa da un momento di rabbia e di ribrezzo gli sputò in faccia e, il malvivente, che non prese molto bene questa reazione, levò la mano destra e gli mollo un sonoro ceffone di rovescio. In quel trambusto non si accorse che un mazzo di chiavi erano scivolate fuori dalla sua tasca e caddero sul fieno che, fortunatamente, aveva attutito il rumore. Christen con un movimento rapido e impercettibile del piede le nascose sotto il fieno.
«Andiamo John, sai che al capo non piace aspettare»
«Si Dom hai ragione ma, aspetta un attimo, non trovo più le chiavi della macchina»
«Le avrai lasciate attaccate al quadro»
«Non credo, ero sicuro di averle in tasca»
«Dai lascia stare le chiavi usiamo le mie, l’importante è che ci muoviamo se no il capo ci spenna vivi»
Le voltarono le spalle e se ne andarono chiudendo la vecchia porta a chiave. Christen ci capiva sempre meno, non riusciva proprio a spiegarsi cosa potessero volere da lei quei due biechi individui.  Passarono pochi secondi e sentì il motore di una macchina in zona, presumibilmente si trattava dell’automobile dei malviventi che, velocemente, si allontanava.
  
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