Rating:
per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Harry Potter, Ginny Weasley, Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus
non aveva idea di come Harry lo avesse convinto ad andare al mare.
Disclaimer: I personaggi ed
i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì,
prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i
diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece
di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per
pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna
violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole/pagine:
680/2
Nota: La storia fa parte di una
mini-raccolta di one shot
brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di
famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre
seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per
amare” (la storia la potete trovare su EFP
oppure nel Gioco
Creativo n°13 “Un anno di sorrisi per Severus”
(se scorrete nell’indice, dal 18 ottobre, trovate i vari capitoli)).
Non
è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono
perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.
Giochi d’acqua e di famiglia
Mare
Mentre
era sdraiato, cercando di non cuocersi al sole come un pollo arrosto, provò a
ricordare come Harry Potter fosse riuscito a convincerlo a seguirlo in quella
folle gita, ma il caldo gli aveva annebbiato ogni pensiero, anzi, sicuramente
gli aveva fatto evaporare ogni libbra di cervello.
«È
stato gentile da parte di Minerva tenerci i bambini, oggi.»
«Si
sente un po’ come la loro nonna, ed io sono contenta che ne abbiano un’altra.»
Da
quant’era che parlavano quelle due?
Aveva
ormai perso il conto e non capiva tutte quelle chiacchiere: al mare non ci si
andava per rilassarsi?
Oltre
che per abbrustolirsi, ovvio.
Forse
avrebbe addirittura preso fuoco, prima o poi, ne era
assolutamente certo.
L’unica
fortuna di quella giornata, era che i bambini erano rimasti a casa, per essere
precisi, ad Hogwarts – “ma sempre di casa si tratta,
alla fine”, pensò Snape – e Minerva McGonagall era stata così meravigliosa da
prenderseli tutti per un’intera giornata.
Solo
che faceva troppo caldo.
Lui
era abituato al freddo e all’ombra dei Sotterranei e al vento fresco che
soffiava quasi sempre nella loro piccola villetta, ma
lì! Lì era troppo, troppo caldo e non c’era per niente abituato!
Sbuffò
ripetutamente, ma tutto quello che ottenne furono le occhiatacce delle due
donne e il respiro che era più caldo della sua pelle, mentre Harry lo guardava
con assoluta comprensione.
“Maledetto
te che mi hai trascinato qui per lamentarti come e più di me, e maledetto sia
io per essermi fatto convincere!”
«Dovreste
bere qualcosa» suggerì Severus alle due donne.
«Perché? Non
abbiamo mica sete» spiegò Hermione per entrambe, in
fondo avevano disparate bibite a portata di mano, se avessero voluto, gli
bastava allungare il braccio e prenderle.
«Infatti,
non mi riferivo alla sete, soltanto al vostro cianciare pettegolo che deve
avervi asciugato la lingua.»
Harry
si ritrovò a sghignazzare mentre le due donne, allibite, lo fissarono con
sguardo truce, indispettite dal mago che le stava spudoratamente deridendo con
il suo solito sarcasmo.
Il
viso di Ginny assunse una sfumatura molto simile ai suoi capelli raccolti in
uno chignon e, quando si arrabbiava, era meglio non stare sulla traiettoria
delle sue fatture, soprattutto perché quel dannato costume non aveva tasche
dove mettere la bacchetta.
«Io
e Severus andiamo a fare una passeggiata» così dicendo, i due uomini sparirono,
lasciando sole le due donne, prima che Ginny riuscisse ad afferrare la sua, di
bacchetta.
«È
strano vederti in queste vesti» gli disse Harry quando furono lontani, sulla
battigia, con i piedi nudi accarezzati dall’acqua salata che si muoveva lenta
sotto una leggera brezza.
«Non
credo che questo straccetto possa essere considerato un abito» rispose, facendo
sorridere il giovane mago, lui, invece, si sentiva veramente ridicolo, coperto solamente da un costume verde e argento che gli
arrivava a metà cosce.
“Se
non altro, la mia premurosa moglie ha
scelto due colori normali, molto Serpeverde e non un rosso che acceca la vista
come quello che ha Harry.”
L’acqua
era calma, di un meraviglioso turchese e così trasparente che si potevano
vedere i pesci nuotare intorno ai piedi, solleticando ogni linea di pelle: era
una bella sensazione, e il fresco del mare pian piano fece sparire il calore
che si era accumulato sul suo corpo.
«L’altro
giorno ho visto Sarah dare un bacio sulla guancia a James.»
«Cosa?»
quelle parole furono più fredde di una doccia gelata: non voleva assolutamente
che sua figlia s’imparentasse con un Potter, e poi
erano troppo piccoli per qualsiasi cosa!
L’avrebbe
chiusa in casa fino a quando non fosse stata maggiorenne, poco ma sicuro!
«Anzi,
veramente gliene ha concessi
due o tre, non ricordo con precisione.»
A
quelle parole, Severus perse l’equilibrio e cadde nell’acqua, inzuppandosi
dalla testa ai piedi mentre Harry rideva sguaiatamente, senza nemmeno sforzarsi
di trattenere le risa.
Snape
si alzò, fradicio, lo squadrò malamente dalla testa ai piedi e poi si allontanò
dalla riva: un bel bagno gli avrebbe spento tutto il furore che aveva
accumulato, sperando che l’immagine di Sarah e James sull’altare, annegasse
nell’acqua.
E
poi era da tanto tempo che non faceva una bella nuotata.