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Autore: Kara Clary    29/09/2014    7 recensioni
E se aprendo il vostro diario segreto ad un certo punto comparissero i pensieri di qualcun altro? E se questa finestra verso il suo animo vi rendesse partecipe delle sue sofferenze e del suo primo amore? Cosa fareste?
Questa è la storia di come Zoe Summers reagì e di come il suo cuore iniziò a battere per le parole di qualcuno a cui non poteva dare un volto.
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Occhi blu
 

Battei le palpebre più volte, nel caso le scritte fossero davvero frutto della mia immaginazione.

No, erano ancora lì, a fissarmi con quella grafia sgraziata, un po’ obliqua, tipicamente maschile. Stavo impazzendo? Non ne avevo idea, ma il rimbombo del mio cuore nelle orecchie mi impediva di pensare lucidamente.

Vorrei essere come loro, vorrei vedere tutto in modo diverso, senza questo alone di consapevolezza, che noi non abbiamo nessuno scopo, che nulla ha senso.

Le scritte si erano interrotte in quel punto e il fatto che rispecchiassero i miei pensieri di un attimo prima non aiutava certo a migliorare la confusione che avevo in testa. Richiusi il diario di scatto, serrai le palpebre e feci un lungo respiro. Inspirai ed espirai, ancora ed ancora; ripetendo alla perfezione la procedura che il bastardo mi aveva insegnato per controllare l'ansia che spesso sfociava in attacchi di panico (un giorno vi spiegherò perché chiamavo il mio terapeuta in questo modo).

Si, purtroppo a volte soffrivo di attacchi d'ansia, una diretta conseguenza delle manie di controllo ereditate dalla mia dolce mammina (sono ironica, se non si fosse capito). Se mi rendevo conto di non avere il pieno controllo di una situazione, c'era un buon settanta per cento di possibilità che l'attacco di panico fosse dietro l'angolo ad aspettarmi. Non volevo però che accadesse, era ormai parecchio tempo che riuscivo a gestirmi e questa volta non sarebbe stato diverso. Avevo deciso, avrei affrontato la situazione con razionalità.

Più o meno.

Andai in bagno e mi feci una doccia. Probabilmente era tutto frutto della mia mente stanca e affaticata. Non c'era motivo di allarmarsi, mi ripetei come un mantra. Il getto d'acqua calda mi aiutò a rilassarmi e quando tornai in camera, con addosso il pigiama e i capelli asciutti, ero quasi convinta di essermi immaginata tutto. Mi misi a letto e presi il diario fra le mani. Con dita incerte lo aprii e… eccole. Le scritte sgraziate erano ancora lì, a fissarmi in modo sinistro. Ma quello che mi fece balzare il cuore in gola fu il fatto che le parole erano aumentate.

Sta arrivando. Non importa quanto io cerchi di nascondermi, né quanto mi sforzi di ignorarlo. Sento i suoi passi sulle scale. Passi che sembrano rimbombare in eterno nella mia testa. Domani alla Blue Hills High School avranno qualcosa di cui parlare. Non posso scappare, non posso reagire, ci ho provato una volta, ma lui è più grosso, più imponente e l'alcool lo rende ancora più forte. Tutto quello che posso fare è aspettare che la porta di camera mia si apra cigolando, che lui entri dentro e che-

Le scritte si erano nuovamente interrotte, la grafia era diventata sempre più nervosa e disordinata fino ad interrompersi bruscamente con una strisciata d'inchiostro. Sentii i battiti accelerare per la nuova scoperta. Blue Hills High School. Questo ragazzo frequentava la mia scuola! Questo ragazzo mi era vicino. Era qualcuno che conoscevo? Qualche compagno di laboratorio o…

I riferimenti erano velati, ma ero abbastanza certa che lui fosse in qualche modo maltrattato da qualcuno. Magari da un genitore, magari da un padre alcolizzato. Un pensiero si innescò potente nella mia mente.

Scott!

Oh mio Dio! Era Scott, ne ero sicura. Balzai dal letto, stringendo il diario tra le mani. Lo scossi più volte, nella vana speranza che altre scritte apparissero. In qualche modo mi sentivo preoccupata per lui, ero sicura che gli stesse succedendo qualcosa di orribile e io mi sentivo impotente, chiusa nelle quattro mura della mia stupida stanza. Dovevo fare qualcosa, ma cosa? Non potevo di certo mettermi a correre per quattro isolati, per di più in pigiama, e fare irruzione nella casa di Scott!

Percorsi il perimetro della mia stanza avanti e indietro senza sosta. La mia mente frullava, formulando in continuazione pensieri, senza mai riuscire ad afferrarne alcuno. Solo quando sentii la porta della serratura di casa cigolare mi infilai a letto e finsi di dormire. Il cuore batteva all'impazzata, rimbombando nel silenzio della mia stanza. Dopo pochi istanti mi resi conto dell'azione piuttosto idiota, visto che mia madre, in realtà, non era di certo il tipo da venire a controllarmi e darmi il bacio della buonanotte. Riuscii ad addormentarmi solo dopo molte ore, quando ormai la mia mente era esausta. Il mio sonno fu percorso da incubi fatti di immagini di Scott. Sofferente. Solo.

 

La mattina dopo mi alzai prestissimo. Indossai un paio di jeans e una delle mie tante T-shirt idiote, su questa c'era scritto “I Like You But If Zombies Chase Us I'm Tripping You″. Sembravo più trasandata del solito e il fatto che non avessi praticamente chiuso occhio non aiutava di certo. Il riflesso dello specchio mi rimandò il volto di una ragazza pallida, con grandi occhi azzurri solcati da profonde occhiaie e i capelli castani legati in una coda di cavallo piuttosto storta. Sospirai e mi precipitai al piano di sotto. Mia madre era già uscita per andare al lavoro, ma non mi importava, l'unica cosa che mi interessava era vedere Scott.

Uscii sul vialetto e finalmente, dopo attimi che durarono in eterno, vidi la sua Honda Civic scassata accostare al marciapiede. Praticamente mi ci lanciai dentro.

«Zoe!» Esclamò Scott, con la fronte corrucciata. «Non ti facevo il tipo che muore dalla voglia di andare a scuola.»

Lo fissai intensamente, prendendo nota di ogni piccolo dettaglio. I suoi capelli corti e neri perfettamente pettinati, gli occhi scuri che mi scrutavano benevoli, la pelle olivastra perfettamente liscia e intatta, come anche la sua mascella regolare. Be', se la sera prima gli fosse successo qualcosa di sgradevole, per ora non ne avevo alcuna prova tangibile. Probabilmente era bravo a fingere. E, sicuramente era confuso dal mio strano comportamento, visto che alzò un sopracciglio e mi chiese:

«Stai bene? Sembra che tu stia per avere un attacco di panico.»

Sembrava seriamente preoccupato e io mi resi conto di aver fatto per l'ennesima volta la figura della pazza davanti a lui. Fantastico, dopo le scenette del giorno prima e di stamattina le probabilità che mi chiedesse di uscire erano ormai nulle. Cercai di ridarmi un tono, lisciando le pieghe dei miei jeans, che in realtà non esistevano.

«Ehm, no sto benissimo, benissimo. Solo un po’ agitata per il test di letteratura.» Gli rivolsi quello che doveva essere un sorriso accattivante, anche se probabilmente somigliava più a una smorfia di dolore, perché lui si accigliò maggiormente. Mise in moto la macchina e ci avviammo verso la scuola.

«E tu, invece, stai bene?» Gli chiesi scandendo le parole lentamente.

«Ehm, sì, ma perché parli così?» Mi lanciò una breve occhiata, prima di tornare a concentrarsi sulla strada.

Fantastico, lo stavo praticamente terrorizzando.

«Così come?»

«Come se stessi parlando ad un sordo!»

«Ma che dici!» Ridacchiai, nervosamente, cercando di alleggerire la tensione.

«Fatto qualcosa di interessante ieri sera?»

«Niente. Sono stato a casa, sai, con la mia famiglia.» Scott si rabbuiò appena, ma io intercettai il suo sguardo triste.

Lo sapevo! Era certamente lui a scrivere sul diario, questa era una prova inconfutabile. Okay, magari non proprio inconfutabile…

 

 

«Complimenti, Summers.»

La voce di Sydney mi risvegliò dal mio attuale stato di trance. Battei le palpebre e misi a fuoco l'immagine sempre più nitida della mia migliore amica: lunghi capelli neri e profondi occhi marroni, che in quel momento mi fissavano esasperati. La sua carnagione scura, di una dolce sfumatura cioccolato al latte, contrastava spaventosamente con la mia, bianca cadaverica.

«Complimenti… per cosa?» Chiesi distrattamente, appoggiando la schiena al mio armadietto e stringendo i libri di letteratura tra le braccia. Il mio pensiero continuava a correre a Scott, e al diario misterioso che custodivo gelosamente nel mio zaino (o trappola mortale, come lo avevo recentemente soprannominato).

Sydney fece oscillare la lunga chioma corvina. «Per l'entrata in scena di stamattina! Andiamo, tu e Scott sembravate piuttosto affiatati.» Mi fece l'occhiolino e io sbuffai.

In effetti io e Scott avevamo varcato la soglia della Blue Hills High School insieme, quella mattina, e il fatto non era passato inosservato. Presumibilmente perché Scott era davvero un bel ragazzo e, inoltre, il fatto di essere "quello nuovo" lo avvolgeva ancora in quell'aura di mistero che sembrava attirare gli altri studenti, soprattutto di genere femminile, come una calamita. E, diciamo che anche i suoi addominali scolpiti aiutavano.

«Ehm, già.» Borbottai imbarazzata, fissando la folla che sciamava per i corridoi.

«Oh, andiamo! Ho visto come vi guardavate. Puro amore. Scommetto che ti inviterà al ballo di fine anno.»

Puro amore” mi sembrava un'espressione un po’ azzardata, ma evitai di farglielo notare. Sydney era una persona piuttosto suscettibile. In ogni caso, non riuscii a trattenermi e proruppi in una risata amara.

«Non credo che mi inviterà al ballo di fine anno, non dopo la scenetta patetica a cui ha assistito ieri pomeriggio. Oltre allo pseudo interrogatorio a cui l'ho sottoposto stamattina in macchina.»

Sydney mi guardò con espressione corrucciata. «Perché diavolo ti comporti in modo così strano ogni volta che c'è un ragazzo carino nei paraggi?»

Ehm, non esageriamo adesso. Solo perché quella volta, alla partita di football, avevo inavvertitamente rovesciato la mia Diet Coke addosso al capitano della squadra, adesso ero marchiata a vita come "imbranata". C'è da dire che la nostra squadra aveva appena vinto e il capitano, Tyler (probabilmente preda dell'euforia), mi aveva abbracciata e contemporaneamente chiesto di uscire davanti a tutti. Vorrei precisare una cosa, non ero la tipica ragazza timida e cronicamente insicura e non erano propriamente i ragazzi a rendermi nervosa, ma tutto ciò che riguardava la sfera “relazioni di genere pseudo-romantico” con l'altro sesso. Mi paralizzavano, mandando il mio cervello su un altro livello della realtà.

Questa volta la faccenda di Scott era chiaramente tutt'altra cosa, insomma, i suoi pensieri apparivano magicamente nel mio diario terapeutico e inoltre suo padre lo malmenava. Era ovvio che mi comportassi in modo così strano.

«Possiamo cambiare argomento? Per favore?» Sbottai, avviandomi verso l'aula. La mia amica annuì e mi seguì, ma solo dopo aver aggiunto che se non mi fossi data una mossa, sarebbe stata lei ad invitare Scott al ballo.

Fantastico.

Feci per ribattere qualcosa di molto acido, ma uno scoppio di risate attirarono l'attenzione mia e di Sydney. Un gruppo di ragazzi dell'ultimo anno erano disposti a semi cerchio attorno a un altro ragazzo. La folla mi impediva la sua piena visuale, ma io riuscii comunque a scorgere il suo profilo affilato, gli zigomi alti e i capelli castano chiari, quasi dorati, scompigliati ad arte. Sullo zigomo destro spiccava un livido piuttosto violaceo. Ovviamente conoscevo quel ragazzo, era Sebastian Lynx e frequentavamo insieme letteratura inglese. Oltre ad essere decisamente attraente, era anche un grande stronzo; perciò non avevo mai voluto avere a che fare con lui.

«Sebastian deve aver avuto un altro dei suoi incontri stile Fight Club.» Mormorò Sydney.

Già, Sebastian sfoggiava un livido diverso ogni settimana e se ne vantava illimitatamente con la sua cerchia di amici. Raccontando di come avesse preso a pugni il tale del discount sulla superstrada, oppure l'imbianchino che gli aveva fatto girare le scatole o… be', chiunque probabilmente.

«Idiota.» Borbottai, osservando gli altri ragazzi elargirgli pacche di approvazione sulle spalle.

«E lui com'è ridotto?» Sentii chiedere a Bradley Barton, un fessacchiotto dell'ultimo anno membro del Club di Scacchi.

Sebastian si esibì in un ghigno prepotente. «Molto peggio di me, ovviamente.»

Gli altri risero e io roteai gli occhi. I ragazzi si avvicinarono all'aula di letteratura e io non mi resi conto di essere rimasta impalata a fissarlo, fino a quando i suoi occhi verdi non incontrarono i miei, a pochi centimetri di distanza.

«Visto qualcosa che ti piace, Summers?» Mi sussurrò Sebastian, passandomi accanto e lasciandosi alle spalle un intenso profumo di menta.

Repressi ogni impulso di tirargli un pugno in faccia e di arrossire furiosamente. «Non direi. La violenza non fa per me.» Replicai a denti stretti, prima di fiondarmi in classe.

Il professor Miles si dilungò nella lettura di una poesia di Shakespeare e io ne approfittai per osservare il profilo di Sebastian, seduto un banco davanti a me, nella fila accanto. Da quella prospettiva avevo una visuale perfetta del suo zigomo tumefatto, che stava già assumendo una vaga sfumatura giallo-verde. Era assurdo che un ragazzo come lui si andasse a ficcare in situazioni del genere. Ripensai a Scott e a quello che doveva subire e Sebastian mi risultò ancora più spregevole. La sua era una famiglia agiata, era un ragazzo fortunato, poteva avere tutto dalla vita, ma aveva scelto di buttarla via facendo a botte con chiunque gli fosse a tiro.

Mi chiesi se il livido gli facesse male… sembrava davvero brutto a vedersi e…

Merda. Sebastian aveva intercettato il mio sguardo per la seconda volta. Un sopracciglio gli scattò in alto e mi rivolse una delle sue occhiate indolenti e sprezzanti, che sembravano dire: che-diamine-hai-da-guardare-sfigata. Distolsi lo sguardo in fretta e mi concentrai su Shakespeare.

Per tutta la lezione ebbi la strana impressione di avere i suoi occhi addosso, ma il dubbio si dissolse quando, a pochi minuti dal suono della campanella, trovai il coraggio di guardarlo; era chino sul quaderno, a guardare tutto fuorché me.

Dopo un'ora di filosofia e due interminabili di chimica, corsi in bagno presa da una voglia irrefrenabile di sbirciare sul diario. Non avevo visto Scott per tutta la mattinata ed ero curiosa di scoprire se avesse scritto altro. Mi chiusi in uno dei cubicoli, facendo attenzione a far scattare la serratura. Poggiai a terra lo zaino e tirai fuori il diario. Lo aprii lentamente, quasi avendo paura di non trovare più niente al suo interno. Tutto però era come l'avevo lasciato, a parte una breve frase:

22 Maggio, ore 12:30.

Non avevo mai notato quei penetranti occhi blu... com'è possibile?”

“Penetranti occhi blu”, di chi stava parlando? Un morso incontrollabile di gelosia mi strinse lo stomaco. Scott aveva notato qualcuno, oggi a scuola. Chiusi meccanicamente il diario e mi avviai verso il lavandino. Le fredde luci al neon accentuavano la mia pelle spenta e i capelli ormai completamente fuori dai ranghi, i miei occhi blu erano ancora più stanchi di questa mattina.

“I miei occhi blu…” in quel momento collegai. Forse ero io la persona di cui stava parlando! Studiai i miei occhi allo specchio; certo “penetranti” non era esattamente il termine che avrei usato, piuttosto “inquietanti” o “tristi” o “da pesce lesso”. No, non stava certamente parlando di me. Era stato stupido pensarlo anche solo per un istante.

Guardai l'ora sul mio cellulare e mi resi conto che il pranzo era ormai iniziato da un bel po’. Se non mi fossi data una mossa, mi sarei dovuta ingozzare per arrivare in tempo alla lezione successiva.

Appena aprii la porta del bagno, notai un certo movimento concitato, molti degli studenti erano intenti a parlottare, mentre a passo svelto si dirigevano verso la mensa. Acciuffai al volo un ragazzo che conoscevo e che stava correndo nella direzione degli altri.

«Ma che sta succedendo?»

«Ehi, Zoe ciao! Fight Club in diretta a scuola. Corri, andiamo a vedere!»

Il ragazzo mi afferrò per il braccio e non potei fare altrimenti che seguirlo. Stavo per varcare le porte della mensa, quando una spallata mi colpì il braccio, facendomi barcollare. Alcuni insegnanti mi superarono e si fecero largo tra una piccola folla radunata intorno a qualcosa. Approfittai della loro scia e li seguii. Davanti a me si presentò una scena che mi fece ribollire di rabbia.

Sebastian era in piedi e stava tenendo Scott per il colletto della camicia, leggermente piegato sulle ginocchia. Il pugno di Sebastian era alzato e pronto a calare su Scott, probabilmente era l'ennesimo di una lunga serie dato lo stato in cui si trovava il suo viso.

Un misto di sentimenti, repulsione e furia, mi inondarono. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto tutto questo fosse ingiusto, volevo solo urlare in faccia a Sebastian, prenderlo a calci e proteggere Scott. Ed in parte lo feci. Mi lancia in mezzo, ma due insegnanti che non conoscevo mi precedettero, fermando Sebastian prima che piazzasse quel pugno sospeso sul naso dell'altro.

Mi avvicinai a Scott, vidi che si stava coprendo il naso, da cui scendevano copiosi fiotti di sangue.

Povero Scott, ci mancava solo quell'idiota di Sebastian, nella sua vita già abbastanza travagliata...

Mi voltai verso Sebastian e gli urlai:

«Ma che ti prende pezzo di cretino? Fare il buffone fuori dalla scuola non ti bastava?»

Sebastian aveva lo sguardo fisso su Scott, completamente annebbiato dalla rabbia. Accanto al livido sullo zigomo, ora affiorava un nuovo graffio ed un taglio sulle labbra carnose. La bocca era storta in un ghigno.

«Che c'è Scott? Ora ti fai proteggere dalla tua fidanzata?» I suoi occhi si posarono su di me, accompagnati da una risata amara e mi disse:

«Stanne fuori occhi blu, ti conviene!» Dopodiché, fu trascinato via dagli insegnanti.

“Occhi blu...”

 


Note autrici:

Ciao a tutti!
Se questa storia vi piacerà anche la metà di quanto ci stiamo divertendo noi a scriverla, sarà un successo! :)
Io e Clary ormai siamo una macchina perfettamente oliata, ci stiamo alternando nella scrittura dei capitoli e poi li rivediamo insieme, speriamo che da tutto questo lavoro venga fuori qualcosa di armonioso e piacevole da leggere.

Grazie a coloro che hanno lasciato la loro recensione sul nostro primo capitolo, ci avete veramente dato la spinta per continuare! Siete fantastiche!
Speriamo tanto di ricevere altrettante o più recensioni anche in questo capitolo più lungo e più sviluppato rispetto al prologo.
Buona lettura!



PS: presto vi sveleremo il "Dream Cast" per la nostra storia. Se vi siete già fatte qualche idea fateci sapere ;)

 

  
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