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Autore: Eldur    30/09/2014    9 recensioni
«Dovrai, per tutta la settimana, fare qualunque cosa ti chieda il signor Malfoy, ad esclusione, naturalmente, dei compiti e di ciò che potrebbe essere compromettente alla tua e alla sua causa» dichiarò.
Ginny sorpresa, strabuzzò gli occhi. «Ma, professoressa…»
«Niente ma, signorina Weasley. La prossima volta che vorrà lanciare un incantesimo su qualcuno, per quanto fastidioso possa essere, ci penserà più di una volta» la interruppe la professoressa.

Ginny Weasley e Draco Malfoy si odiano. Allora perchè a Hogwarts non si sente parlare d'altro che di loro? Lavanda Brown e Calì Patil sono sicure che stiano insieme, e Ron non prende affatto bene la notizia. Anzi, costringe Ginny a raccontare la sua storia. Il problema però è più grosso del solito, perchè il ragazzo di Ginny non è un Grifondoro qualunque come i suoi ex. Il suo ragazzo non è altri che quel pallone gonfiato di Malfoy...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Il manuale del fidanzamento di Ginny Weasley'
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Capitolo 7: Come eseguire una ronda in compagnia del tuo peggior nemico
 




Dopo aver passato la sera a sistemare gli archivi di Pozioni nei Sotterranei, Draco si trascinò verso il suo Dormitorio, stanco e afflitto. Dopo aver passato una giornata intera a eseguire gli ordini della Weasley, non voleva far altro che dormire.
Purtroppo lo aspettava un’altra riunione tra Serpeverde nel suo Dormitorio, lo sapeva bene. Aveva evitato i suoi compagni per troppo tempo, ormai, ed era inevitabile che lo stessero aspettando in quel preciso istante.
Una volta aperta la porta del suo Dormitorio, infatti, trovò Avery, Mulciber, Nott e Zabini insieme a Tiger e Goyle (che stavolta erano presenti alla riunione) stranamente in silenzio, come se avessero smesso di parlare esattamente nel momento in cui Draco aveva aperto la porta. E probabilmente era così.
«Malfoy ci degna finalmente della sua presenza!» scherzò Zabini. «Cominciavo quasi a pensare che preferisse rintanarsi con la Weasley da qualche parte, visto il tempo che ormai trascorre con lei!»
Ovviamente risero tutti e Draco si sentì la faccia bollente.
«Non è colpa mia, e se non foste tutti così stupidi lo capireste» dichiarò Draco, andandosi a sedere sul proprio letto e togliendosi le scarpe.
«Oooh, il Salterino non è di buon umore questa sera» commentò Avery, ancora ridendo. «Dai Draco, tocca a te stasera con la scommessa.»
Draco sbuffò. «Sai che consolazione. Ma perché non la facciamo finita con questa storia da bambini del primo anno?»
Mulciber sorrise. «Cosa c’è, hai paura?»
«Ti sembra che io abbia paura? Ho accettato la scommessa, ho fatto tutto quello che mi avete chiesto, sono stato messo in punizione due volte, mio padre mi odia, mia madre è-» e si interruppe, chiudendo di scatto la bocca.
Impazzita, voleva dire, ma ovviamente non poteva. Quanta vergogna avrebbe provato se anche solo uno di loro lo avesse scoperto?
Gli altri sei non sembrarono accorgersi dell’improvvisa interruzione, ma tutti persero il sorriso.
«Noi non ti abbiamo mai detto di usare un filtro d’amore. Hai idea di quanto sia costato ai Serpeverde perdere cento punti tutti in una volta?» disse Nott, ora leggermente irritato.
«Ed è proprio per questo che intendevo chiuderla con queste scommesse-» cominciò Draco, ma venne interrotto.
«Ci hai ingannato!» fece Avery. «Non avresti dovuto usare il filtro!»
Draco sorrise. «Nessuno di voi ha stabilito il modo in cui avrei dovuto baciare Ginny Weasley.»
A queste parole tacquero tutti.
«Io ho chiuso.»
 
****
 
Nei due giorni che seguirono, Draco Malfoy si fece vedere poco in giro, e ancora di meno in compagnia della Weasley. Cercava ovviamente di vendicarsi della terribile giornata che la Weasley gli aveva fatto passare, ma senza esagerare. La Weasley gli aveva già ripetuto molte volte che era un fifone e forse cominciava a crederci anche lui. Il problema, in effetti, era che non voleva assolutamente finire nelle grinfie di quella ragazza ancora una volta.
Le chiedeva di fare cose faticose, ma non compromettenti, o almeno cercava di non farle fare cose compromettenti. Tutte le volte che le dava un ordine, temeva che questa gli si rivoltasse contro, dicendogli che non era finita e che finalmente toccava di nuovo a lei.
Ginny lo schermiva e lo insultava come al solito, ma lui cercava di tenersi il più possibile neutrale e indifferente.
La ragazza se ne lamentava con Harry e Hermione, anche se in realtà trovò molto poco tempo per parlare con loro, visto che tutti e due si appartavano in biblioteca da soli. Quando Ron li vedeva, cercava in tutti i modi di evitarli, e Ginny sapeva che lo faceva per non lasciare che i sensi i colpa verso i suoi due migliori amici aumentassero. Perché, in fondo, gli dispiaceva. Sapeva di aver sbagliato ad aggredirli così, quando in realtà lui non aveva posto proprio alcun divieto. Sembrava quasi impossibile che non si fosse ancora accorto dei sentimenti che Harry provava per Hermione, eppure era così.
Per quanto Malfoy fosse antipatico e sempre in mezzo ai piedi, aveva avuto ragione a dire che Ron non era capace con le ragazze. Ma ovviamente Ginny non lo avrebbe mai detto al biondo, non gli avrebbe mai dato questa soddisfazione. Anzi, probabilmente avrebbe evitato di parlargli per tutta la vita. Venerdì sera infatti, dopo un litigio particolarmente violento nei giardini su chi dei due avesse avuto il diritto di decidere quali fossero le richieste compromettenti, Ginny e Draco si erano ritrovati entrambi in punizione con la Sprite nella serra numero 4 a ripulire vasi incrostati di terra e viscidume (probabilmente derivanti dal Pugnaccio). Ed era tutta colpa del biondo, ovviamente. Se non avesse tirato fuori la bacchetta per primo, Ginny non avrebbe mai estratto anche la sua dalla tasca della giacca, e nessuno dei due si sarebbe ritrovato ancora in compagnia dell’altro in punizione.
«Ti odio» si era ritrovata a dire Ginny, mentre scrostava i vasi con furia. «Ti odio.»
Draco aveva sorriso. «Per me è lo stesso.»
Allora Ginny aveva alzato lo sguardo e lo aveva fissato negli occhi di Draco, che dopo un po’ aveva smesso di sorridere. Erano rimasti a guardarsi per minuti, fino a che Ginny, arrossita fino alle punte dei capelli, non aveva distolto lo sguardo e aveva ricominciato a pulire i vasi.
«Ti odio» aveva ripetuto e Draco era scoppiato a ridere.
«È tutto quello che sai dire stasera?»
«Stai zitto.»
Draco aveva riso ancora. «Certo che stasera sei davvero loquace.»
«Sei tu che hai cominciato a fare il misterioso l’altro giorno. Se stasera sono io a non parlare allora non va bene? Malfoy, vaffa-»
«Ehi!» aveva esclamato Draco sottovoce, allarmato. «Lo sai che la Sprite è lì, vero?»
Si erano girati entrambi verso la professoressa che, quasi sdraiata su una sedia, russava rumorosamente. Poi si erano guardati e avevano riso insieme. In seguito Ginny, accortasi della persona con cui stava ridendo, era ridiventata seria e scontrosa.
«Stai tranquillo, tanto non sente niente» aveva borbottato Ginny, tornando a pulire nervosamente un vaso che non riusciva proprio a scrostare. Quando quello andò in frantumi per la forza con cui lo stava strofinando, respirò rumorosamente e si infilò le mani nei capelli, anche se erano sporche di terra, quasi come se se li volesse strappare per la rabbia.
Draco la guardò confuso e, senza pensare, agitò la bacchetta, riparando il vaso e pulendolo con la magia.
Ginny, quindi, aveva alzato di nuovo la testa. «Lo sai che non puoi farlo con la magia! Vuoi un’altra punizione?» aveva detto a bassa voce e si era girata a guardare la Sprite.
«L’hai detto tu stessa che non si accorge di nulla, no?» aveva detto Draco. «E poi, potresti anche evitare di aggredirmi sempre in questo modo.»
Ginny era arrossita. Dopo qualche minuto di evidente lotta interiore, aveva deciso che in fondo Draco aveva ragione e che non sarebbe arrivata a nulla se avesse continuato a insultarlo e ad assalirlo.
«Grazie per… il vaso» aveva sussurrato, arrossendo ancora di più. «È la tua presenza a rendermi nervosa» aveva aggiunto, lasciando Draco senza parole.
Dopodiché avevano continuato a pulire in silenzio, come se niente fosse successo.
Quando la Sprite si era svegliata, aveva finto di non essersi clamorosamente addormentata e aveva controllato l’orario; in seguito li aveva mandati a dormire. Nel momento in cui i due avrebbero dovuto separarsi per andare nei rispettivi Dormitori, erano rimasti lì impalati in un corridoio a guardarsi l’un l’altro, senza sapere che cosa dire.
«Beh,» aveva cominciato Draco in imbarazzo, con una mano nei capelli, «sembra che domani siamo tutti e due liberi.»
«Già» aveva replicato Ginny, guardando per terra.
«Allora buonanotte, Weasley»
«Buonanotte, Malfoy» aveva detto Ginny.
Mentre guardava Malfoy allontanarsi, senza che si fosse mossa da dove si trovava, vide Draco che si voltava verso di lei nell’oscurità.
«Sai,» disse con una voce diversa dal solito, a momenti dolce, «quasi mi dispiace non darti più ordini.»
 
****
 
Sabato, il primo giorno in cui nessuno dei due doveva sottostare alle richieste dell’altro, la vita a Hogwarts tornò alla normalità. Gli episodi tra Ginny e Draco erano già stati dimenticati e i due non furono più visti insieme oppure a litigare.
Pansy probabilmente non aveva detto nulla della loro “presunta” relazione, e Ginny si era sentita fortunata almeno per una volta. Forse la ragazza era così ferita e così arrabbiata con Malfoy da essersi dimenticata di diffondere pettegolezzi come suo solito.
L’unico cambiamento derivato dalla punizione della McGranitt era il fatto che il Serpeverde, quando incrociava Ginny, le faceva un cenno e la salutava. La prima volta Ginny aveva aggrottato la fronte e aveva risposto al cenno, ancora incredula.
Possibile che Malfoy stesse diventando… socievole?
Nel pomeriggio, però, anche se Ginny non avrebbe mai più voluto trovarsi in una stanza insieme al biondo, dovettero per forza incontrarsi entrambi con gli altri Caposcuola e Prefetti per decidere le ronde di quella sera, del giorno dopo e della settimana seguente. Solitamente le ronde di sabato e domenica sera venivano già decise insieme a quelle di tutta la settimana, ma Ron e Hermione, rispettivamente Prefetto e Caposcuola assegnati alla mansione, si erano dati per malati. Non era poi così strano, visto che i due non avrebbero voluto neanche incrociarsi nei corridoi durante le lezioni.
Quindi Ginny, evitando di pensare a Draco, venne accompagnata alla riunione solo da Harry, che era l’altro Prefetto di Grifondoro.
L’aula adibita alla riunione era stata sistemata in modo che i banchi non intralciassero la ventina di persone presenti. Tutti dovevano essere in grado di guardare la lavagna dove i nomi sarebbero apparsi, una volta decisi.
«Bene, allora» disse James Davidson, Caposcuola di Tassorosso. «Ci siamo tutti?»
Tutti si guardarono in giro, e Harry disse: «Manca Malfoy. E Smith Conrad.»
«Sempre il solito puntuale» mormorò Ginny, infastidita.
Come se si fossero sentiti chiamare, i due Serpeverde entrarono in quel momento nell’aula.
«Scusate il ritardo» disse Malfoy, anche se si vedeva che non gli dispiaceva affatto. Ginny lo fulminò con un’occhiataccia, ma lui sembrò non accorgersene.
Entrambi i Serpeverde si diressero verso Avery e si girarono a guardare la lavagna e Davidson.
Mandy Brocklehurst, Caposcuola di Corvonero, sospirò. «Beh, visto che ci siamo tutti, direi di iniziare.»
Davidson si schiarì la gola. «Allora, iniziamo dalla prossima settimana…» disse, e con la bacchetta picchiettò la lavagna, dove cominciarono ad apparire diverse scritte.
Intanto Ginny, invece di ascoltare, pensava a quanto Malfoy potesse essere snob e fastidioso. Possibile che arrivasse sempre in ritardo a tutto? E che si comportasse sempre come se fosse superiore a tutto e tutti? Non aiutava neanche gli altri Caposcuola ad organizzare i turni, come se lui fosse estraneo alla faccenda.
«Ehi, Ginny» sussurrò Harry, richiamandola dai suoi pensieri, scuotendola gentilmente per la spalla. «Ti stanno chiamando.»
Ginny inorridì. «Oh, scusate! Mi sono distratta.»
Avevano già riempito tutta la lavagna con i turni della settimana dopo. Ma quanto tempo era passato?
Davidson le sorrise, stranamente. «Tranquilla, è tutto a posto.»
Mandy le indicò lo spazio vuoto sulla lavagna, vicino al sabato e alla domenica. «Per la settimana prossima non hai neanche una ronda, perciò ci chiedevamo se ti andava di farla stasera e domani sera.»
«Certo, non c’è nessun problema» esclamò lei, sorridente e disponibile. «Tanto non avevo niente da fare.»
«Bene» disse James. «Adesso manca solo… ah, Malfoy» disse, e lo squadrò con un’occhiataccia, visto l’impegno che stava mettendo nella riunione. «Beh, tu sei l’unico che ha a disposizione ancora delle ore di ronda, quindi direi di inserire anche te per oggi e domani…»
Ginny si accorse improvvisamente della situazione. Deglutì e alzò subito la mano per parlare. «Cosa?!» esclamò, allarmata. «Scusa, James, ma non potrebbe venire Harry con me stasera? Per piacere
Mandy sorrise, a mo’ di scusa. «Malfoy è l’unico rimasto senza turno e visto che voi due questa settimana non avete avuto nessuna ronda… ecco…»
Ginny mandò tutta l’aria fuori dai polmoni e guardò involontariamente Draco. Malfoy era inorridito e aveva forse un tic all’occhio. Se non altro non era l’unica a non voler fare il turno in cattiva compagnia.
«Sono Caposcuola anche io, ho il diritto di cambiare i miei orari con quelli degli altri» disse Draco in difficoltà, prima che James lo interrompesse.
«Nessuno cambierà i tuoi orari con i tuoi, e se tu fossi stato attento alla riunione lo sapresti.»
Ginny si passò una mano sul volto. Di male in peggio…
«Tutto questo solo perché quei due idioti hanno litigato…» mormorò Draco, visibilmente infastidito.
 
(«Ah» disse Ron.
«Che c’è?» chiese Ginny, confusa dalla reazione del fratello.
«…quindi in effetti siamo stati anche noi – io e Hermione - a spingervi l’uno tra le braccia dell’altro…»
Ginny si spostò una ciocca di capelli rossi dietro all’orecchio. «Sì, se la metti in questi termini, probabilmente sì…»
Ron, quasi depresso, continuava a fissare il tappeto ai suoi piedi.
Ginny aggrottò la fronte. «Guarda che non è mica morto nessuno» gli disse.
Hermione invece lo richiamò. «Dai, Ron, sarebbe successo lo stesso. In effetti già da come si guardavano e si parlavano si capiva che c’era sotto qualcosa…»
Ginny, stranamente, arrossì.
«E poi, penso che la McGranitt abbia solo velocizzato il processo tra i due...»)

 
Ginny, irritata, si voltò verso di lui. «Guarda che quella che dovrebbe avere problemi a stare con te dovrei essere io! L’unica cosa che sei stato capace di fare, questa settimana, è stato fare in modo che finissimo insieme nella punizione della McGranitt, nella punizione della Sprite e adesso qui!»
Draco aveva aperto la bocca per replicare, ma Ginny lo interruppe subito, prima che riuscisse a pronunciare anche una sillaba.
«La colpa è solo tua! Se tu stessi attento durante le riunioni e non facessi il disinteressato, in questo momento ti ritroveresti a fare la ronda di mercoledì o di venerdì o di qualsiasi altro giorno tranne che questo weekend!»
Gli altri studenti seguivano il dibattito con gli occhi spalancati. Davidson fece un cenno con la testa a tutti, e uscì dalla classe insieme a Mandy. Gli altri lo seguirono a ruota.
«Sei stata tu ad iniziare tutto!» ribatté finalmente Draco, con voce roca, quando tutti furono usciti. «Se tu non mi avessi lanciato quell’incantesimo delle Pastoie il primo giorno, non ci saremmo mai ritrovati in queste situazioni!»
Ginny diventò rossa per la rabbia. «Questo perché io ho lanciato quell’incantesimo solo perché mi andava, vero? Non perché mi avevi istigato, giusto?»
Draco si zittì.
«Sono stufa di te e dei tuoi stupidi problemi!» esclamò Ginny infervorata. «Vai un po’ al diavolo, Malfoy!»
E detto questo si sbatté la porta alle spalle.
 
****
 
Erano le nove di sera in punto e Ginny batteva nervosamente il piede sulla pietra del pavimento, con le braccia incrociate.
«Stupido furetto…» biascicò furiosa. Malfoy era in ritardo di quindici minuti. Di nuovo.
Qualcuno avrebbe dovuto dirle che cosa aveva fatto di male nella vita per procurarsi un’intera settimana in compagnia di quell’idiota. Non era possibile, non era assolutamente possibile che qualsiasi cosa dovesse fare si ritrovasse sempre a doverla fare con Malfoy. Era stufa di litigare, di sentirlo parlare, di vedere la sua faccia ovunque andasse…
Prima di quel pomeriggio sembrava che le cose si fossero sistemate per il meglio: il giorno prima, dopo la litigata nel pomeriggio, avevano parlato civilmente durante la punizione con la Sprite; si erano salutati casualmente quando si incrociavano nei corridoi, e addirittura lei gli aveva sorriso. Ognuno di quei buoni passi avanti era stato completamente eliminato dalla litigata alla riunione per le ronde.
A quel pensiero il pugno di Ginny andò a scontrarsi contro il muro. Il dolore le fece provare ancora più rabbia. Non ne sarebbero usciti vivi tutti e due da quelle ronde serali. O lei o lui.
«Hai intenzione di consumare il pavimento con il piede?» domandò con voce strascicata Draco, che arrivava proprio in quel momento e camminava tranquillamente, come se non fosse in ritardo colossale.
Ginny lo fulminò con un’occhiataccia.
«Ah,» commentò Malfoy con un sorriso sadico in viso, «hai cambiato tattica? Vuoi incenerirmi con lo sguardo?»
Ginny continuava a covare la sua rabbia in silenzio.
«Se hai intenzione di distruggere qualcosa – o con un piede, o con lo sguardo, o con un pugno –, ti consiglio di farlo in un altro momento.»
Come faceva a sapere del pugno? Si divertiva a spiarla, non c’era altra soluzione. Decise di lasciar perdere per il momento, prima di cominciare a urlargli nuovamente contro.
«Stai zitto, razza di idiota» fu l’insulto che le uscì dalle labbra. Cominciò ad avviarsi e Draco le andò dietro.
«Mi dispiace, Weasley, ok? Neanche a me fa piacere essere bloccato ancora insieme a te» disse, alzando gli occhi al cielo.
 
(«Che simpaticone!» commentò Ron, prima di essere zittito da uno sguardo di sua sorella.)
 
Ginny si girò verso di lui. «Oh, grazie mille Malfoy! Ora che ti sei scusato così bene, credo di sentirmi veramente meglio!»
Draco spalancò gli occhi, fintamente sorpreso. «Ah, è sarcasmo, per caso, questo?»
«Hmm no, non direi» ribatté sarcastica Ginny, ma dopo si ritrovò quasi a sorridere. La mascella, in quel momento sembrava avere vita propria.
Draco inarcò un sopracciglio.
Poco tempo dopo entrambi accesero le bacchette. Il coprifuoco era scattato alle nove, perciò gli studenti non dovevano già trovarsi fuori dai loro Dormitori.
Draco ogni tanto fischiettava. Ginny non riusciva a capire il suo comportamento: aveva detto che non voleva stare con lei; e allora perché sembrava così tranquillo, così rilassato? Anche la sera prima, durante la punizione, sembrava a suo agio. Ginny invece era sempre sull’attenti quando stava con lui. Non che fosse colpa sua: era così abituata ad odiare Malfoy che stare in sua compagnia le provocava nervosismo e apprensione. Poco importava che ultimamente avesse imparato a conoscerlo e a prevedere le sue mosse.
«Si può sapere perché sei sempre in ritardo?» domandò improvvisamente, dopo un lungo silenzio, senza sapere neanche lei perché l’avesse fatto.
«Eh?» Draco la guardò, senza che avesse registrato la domanda. Negli ultimi dieci minuti era rimasto zitto, con la testa probabilmente tra le nuvole. Ginny si chiese che cosa stesse pensando.
«Mi chiedevo perché sei sempre in ritardo» ripeté Ginny, un po’ irritata per l’assenza di Draco nella conversazione. Prima lo aveva zittito, e ora voleva che parlasse e la guardasse e… ma che cosa le stava succedendo?
Draco fece spallucce. «Mi prendo i miei tempi, cammino tranquillamente, finisco di fare quello che stavo facendo senza alcuna fretta…»
Ginny roteò gli occhi. «Non te ne frega proprio niente di nessuno, vero? Intendo di chi ti sta aspettando. Cos’è che fai, finisci di baciare le ragazze senza alcuna fretta? Dubito che tu finisca di fare i compiti o quant’altro…» commentò, riprendendo le parole di Malfoy.
Malfoy si passò una mano tra i capelli, forse divertito. «Perché ti interessa? Perché pensi proprio che perda tempo a baciare le ragazze?»
C’era quasi un’insinuazione nella sua voce, e Ginny pensò di essersela immaginata.
«Lascia stare. E’ la prima cosa che mi è venuta in mente» disse Ginny, anche se non era vero. Il solo pensare a Malfoy che baciava un’altra ragazza le faceva venire il voltastomaco. Guardò il corridoio che stavano percorrendo. Era vuoto, fatta eccezione per loro due.
«Di solito,» continuò, cercando di giustificarsi, «quando un ragazzo ha di meglio da fare significa che si sta divertendo con qualche ragazza. E poi ho pensato a quello che hai detto lunedì, quando stavo preparando il filtro d’amore, sul fatto che sono tutte già ai tuoi piedi…»
Draco arricciò un angolo della bocca in un mezzo sorriso, ma appariva pensieroso, come se qualcosa lo turbasse. «Hai una buona memoria» disse.
«…già» rispose lei.
Guardarono dentro uno degli sgabuzzini delle scope, per vedere se qualche studente si fosse nascosto. Ginny era entrata e Malfoy teneva aperta la vecchia porta di legno.
Non c’era nessuno fortunatamente, e la luce che emanavano le bacchette di Draco e Ginny proiettava ombre scure lungo le pareti.
Ginny stava per farsi largo per uscire dallo stanzino, quando anche Draco si fece avanti, lasciando che la porta si chiudesse dietro di lui con uno scatto della maniglia. C’era poco spazio e Ginny quasi si sentì soffocare. Trattenne il respiro. Il corpo di Draco ora era a pochissimi centimetri dal suo.
«Comunque, per quanto riguarda prima… ho come l’impressione che tu sia… gelosa, in qualche modo» pronunciò Draco, con una voce instabile, come se non avesse voluto dire quelle parole ma gli fossero uscite comunque dalla bocca, a tradimento.
Ginny andò in iperventilazione. «Cosa?» gracchiò, sconvolta.
Draco esitò, ma poi continuò. «Quando hai ricordato che ho detto che sono tutte ai miei piedi e quando hai detto che il primo passatempo maschile che ti è venuto in mente è stato il baciare le ragazze… Credo che tu sia gelosa.»
A quella dichiarazione seguirono alcuni secondi di silenzio assoluto.
Ginny quasi si strozzò con la propria saliva. «Sei matto. Di chi mai dovrei essere gelosa?»
«Delle ragazze che sono ai miei piedi,» disse lui, «e… delle ragazze che mi baciano.»
Il cuore di Ginny cominciò a battere a tradimento all’impazzata. Che cosa stava succedendo?
«Non… non ho idea del perché tu stia dicendo queste stupidaggini. Come potrei essere gelosa per te? Io ti odio.»
Draco, a quella dichiarazione, rise. Ora era molto più sicuro di se stesso; si vedeva da come si avvicinava sempre di più alla rossa, incastrandola contro il muro, e flettendo le braccia per arrivare a poggiare le palme delle mani contro il muro.
«Certo che mi odi,» rispose, quasi sussurrando, «però mi hai anche già baciato.»
Ginny deglutì, ormai in evidente difficoltà. Respirò profondamente prima di rispondere. «E quindi?»
«E quindi,» disse Draco, abbassando gli occhi sulle labbra della ragazza, «sai cosa si prova.»
Ginny spalancò gli occhi, quando capì che cosa intendeva il biondo. «Malfoy, sei matto. Malfo-»
Ma Draco aveva interrotto di scatto il suo biascicare confuso.
Le labbra del Serpeverde contro quelle di Ginny erano morbide e calde. Ginny rimase immobile, ma poco dopo, mandando all’aria il cervello per la prima vera volta dopo tanto tempo, spedì in avanscoperta il suo cuore e rispose al bacio, chiudendo gli occhi che prima erano spalancati per la sorpresa.
Sentendo che Ginny apriva la propria bocca contro la sua, i baci di Draco si fecero più audaci e entrambi gemettero. Le bacchette accese caddero a terra, rotolando via.
Poco importava che avrebbero dovuto essere lì fuori nei corridoi, a controllare che nessuno fosse fuori dal proprio letto. Poco importava che fossero Grifondoro e Serpeverde, Weasley e Malfoy, nemici giurati.
Ginny allungò le braccia e infilò le mani nei capelli morbidi e lisci di Draco, mentre Draco la prendeva per la vita e la schiacciava ancora di più contro il muro. Le sue mani risalirono lentamente la camicia dell’uniforme di Ginny, insinuandosi sulla pelle nuda della ragazza. Il contatto la fece gemere ancora di più.
Nessuno avrebbe potuto fermarli, pensava Ginny, mentre baciava il ragazzo ancora con più foga. Nessuno li avrebbe visti, lei e…
Malfoy.
Stava baciando Malfoy.
La consapevolezza la colpì come una secchiata di acqua gelida.
Stava baciando Malfoy.
Si staccò all’improvviso, e il bacio si interruppe con un risucchio. Ginny guardò per qualche secondo il ragazzo, poi aprì la porta dello sgabuzzino mentre raccoglieva velocemente la propria bacchetta.
«Gin- Weasley…» la chiamò Draco.
Ma lei già correva per il corridoio, lontano da lui.
«Weasley!» esclamò ancora, ma ormai era troppo tardi, e Ginny non si voltò per guardare indietro.
Aveva avuto proprio ragione. Solo uno dei due ne era uscito vivo da quella sera, e stavolta – in una maniera subdola che neanche Ginny era riuscita a capire - aveva vinto lui. Perché Malfoy aveva ragione. Lo odiava, ma lo aveva anche baciato. E le era piaciuto da morire.







Angolo dell'autrice:
Dopo vari traslochi/sistemazioni/messe a punto per il mio futuro, sono tornata :D
Questo è uno dei miei capitoli preferiti ed è anche il più lungo fino al adesso (D:), perciò spero che vi piaccia tanto tanto tanto!
Ginny è confusa, si capisce; Draco invece sta cominciando ad avviarsi verso l'illuminazione divina xD
Non ho idea del perchè gli ultimi capitoli abbiano dei titoli sempre più lunghi, sono un po' perplessa ahaha. E' come se non riuscissi più a spiegarmi in due o tre parole, il che è preoccupante x'D
Bene, dopo queste stupidaggini, volevo fare presente una cosa molto importante. Per far funzionare la storia ho dovuto fare delle regole tutte mie, non so se ve ne siete accorti xD In questo capitolo noterete subito il problema principale, che è quello dei Prefetti. Ve lo sarete pur chiesto: ma quanti caspita di Prefetti ci sono?? No, non sono impazzita ahaha, state tranquilli. Siccome la Rowling non ha spiegato molto bene come funziona la storia dei Prefetti e delle cariche, ho cercato di rendere il più possibile le vere informazioni che abbiamo. Dopodichè, visto che c'era il bisogno che Ginny e Malfoy finissero insieme a fare la ronda, ho inventato un pochino, aggiungendo qualche Prefetto... (si, qualche...)
Okay, dopo queste note che quasi quasi sono più lunghe del capitolo più lungo, vi saluto, dandovi appuntamento al prossimo capitolo :)
Ringrazio le fantastiche persone che recensiscono e che hanno aggiunto questa storia, e spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3
A presto!

 
   
 
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