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Autore: BlueWolf    30/09/2014    1 recensioni
Guardai i suoi occhi per l'ultima volta, diedi l'ultimo bacio alle sue labbra rosee e infine...
L'ultimo passo indietro e precipitai nel vuoto.
I suoi occhi azzurri furono l'ultima cosa che vidi quella notte.
E poi...
Il buio.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una settimana dopo ero nuovamente in piedi.
I medici non volevano lasciarmi uscire, dovevo restare per degli accertamenti; ma, capendo che non volevo restare in quella stanza un minuto di più, mi avevano lasciata uscire.
Quella sera avrei detto a mia madre del mio Raito, ma intanto dovevo cercare di capirci qualcosa di più.
Mi sarei vista con Cillian e Angel prima di pranzo, dovevano portarmi in un posto, non so dove.
Fatto sta che la sveglia di camera mia segnava le 10.10 e io dovevo muovermi.
Quella mattina l'odore di pancake appena fatti non era nell'aria, mia madre doveva essere ad un colloquio di lavoro, a quanto pare.
Infatti un post-it giallo era appeso alla mia porta, con la luce del sole chefiltrava tra le finestre lessi le due righe riportate velocemente sul quadratino di carta: "Divertiti con i tuoi amici. Questa sera dobbiamo parlare."
Bene, che cosa rassicurante eh.
Non dovevo pensarci, avevo cose più importanti da fare.
Mi diressi alla finesta e spalancai le persiane. I raggi di luce colpivano i cristalli che avevo appeso sul soffitto e creavano divertenti giochi di luce colorati.
Mi raccolsi i capelli in una coda alta e mi diressi in bagno per una doccia veloce.
Dieci minuti dopo ero con la testa nell'armadio a cercare qualcosa da mettere. Optai per un paio di Jeans neri e una canottiera larga, nera, con una scritta: "I'm the weird mistery".

Zampettavo scalsa per casa, i Green Day a volume altissimo riempivano la casa; il telefono mi vibrò in tasca: era Angel.
M'infilai gli anfibi e corsi fuori, la macchina di Cillian era li fuori ad aspettarmi.

Corsi fuori di casa ed entrai in macchina, mi sedetti nei sedili posteriori.
- Siamo in ritardo.- esordì Cillian seccato.
-Oh, ciao anche a te eh.- Il mio tono era un po' sarcastico, ma era decisamente freddo.
-Cillian non fare l'idio.ta. Ciao Demi- Angel mi sorrise attraverso lo specchietto retrovisore.
Cillian stranamente non rispose, com'era suo solito fare, sembrava infastidito.
Per il resto del tragitto il silenzio regnò sovrano.
Guardavo fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce e scompariva alle mie spalle. Il cielo era scoperto, rispetto ai giorni precedenti non sembrava minacciare pioggia.
Ci allontanammo dalla città, verso la campagna, finchè non arrivammo in una struttura enorme, simile ad una caserma militare, alte mura coprivano la visuale su ciò che era all'interno.
Cillian si avvicinò al grande cancello nero, verso sinistra c'era un piccolo foro nel muro, con un apparecchio per il riconoscimento delle impronte.
Cillian ci poggiò il pollice e, subito dopo, il cancello si aprì, scorrendo verso destra. 
Entrammo.
Sembrava una vera e propria caserma; dei grandi edifici non molto alti e con grandi finestre erano sparpagliati ovunque, s'interrompevano solamente alla nostra destra dove c'era un campo che arrivava fino al muro che divideva il mondo esterno da ciò che si nascondeva all'interno.
-Sembra di stare in uno dei miei libri.- parlai quasi sussurrando e piena di stupore.
-Allora ti piace eh- mi voltai verso Cillian e finalmente lui mi rivolse un sorriso.
-Oh, decisamente.- continuavo a guardarmi attorno, appiccicata al finestrino
-Meglio così, visto che sarà la tua nuova casa.- Con quelle parole, Angel, distrusse tutto il mio entusiasmo.

Cillian fermò la macchina e io scesi immediatamente. 
Mi misi di spalle ed incrociai le braccia, che modo splendido per dirmi che non sarei tornata a casa per chissà quanto tempo.
Angel scese dalla macchina e mi poggiò una mano sulla spalla, si rivolse a me con il solito tono calmo -Demi, ascoltami, se segui l'addestramento potrai tornare presto a casa-
Abbassai lo sguardo -E mia madre?-
-Le abbiamo spiegato tutto prima che tu ti svegliassi. Anche tuo padre era come noi. Non vuole perderti come è successo con lui e ha accettato di mandarti qui da noi per farti stare al sicuro.-
-Mio padre?! Lui... Voi... Voi sapete dov'è mio padre?!- Mi voltai velocemente verso di Angel, cercai il suo sguardo, una scintilla di speranza balenò nei miei occhi, ma si spense appena Angel scosse la testa.
-Nessuno sa nulla di quella spedizione, non solo tuo padre è scomparso quel giorno. Tutte le cinque persone partite non sono più tornate. Non solo tu hai perso un genitore.-
Una lacrima scese piano sulla mia guancia...
Cillian mi si avvicinò e mi prese le mani tra le sue, mi guardò negli occhi e mi fece un piccolo e rassicurante sorriso.
-Sei forte, guerriera.-
Mi strinse in un'abbraccio che mi colse di sorpresa, affondai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi.



La neve cadeva lenta, io e Cillian tornavamo da scuola.
La sua mano calda stingeva forte la mia, la cartella mi cadde sulla neve fresca nel mio giardino. Ero terrorizzata, dei signori che non conoscevo parlavano con mia madre.
- Demi... Papà non torna più a casa... Lui è...-
Avevo solo otto anni e il mondo crollò in un solo istante.
I suoi occhi azzurri guardavano dritti nei miei, mi prese le mani e si avvicinò un po' a me -Ehi, asciugati le lacrime, guerriera.-



Trattenni le lacrime e affondai tra le sue bracia.
Una voce maschile ruppe il silenzio di quel momento.
-Bene bene, chi abbiamo qui?- 
Cillian mi lasciò andare e si voltò, un ragazzo alto, con i capelli nero corvino e piuttosto muscoloso mi squadrava con i suoi occhi chiari, non doveva essere molto più grande di me, probabilmente aveva l'età di Cill.
-E tu saresti Demetria?-
-Si... Tu sei?-
-Alexander!- Angel gli corse incontro e lo abbracciò.
-Angy, me l'immaginavo più alta.-
Lo guardai quasi offesa, ma poi lui scoppiò in una gran risata e un sorriso si fece largo tra le mie guance.
Alexander passò subito al sodo.
-Allora, Demi... Posso chiamarti Demi? Oh, certo che posso.- cesticolava velocemente con le mani mentre si strutturava un nostro ipotetico discorso.
-Fammi vedere cosa sai fare.-
-Cosa so fare?- inclinai un po' il capo.
-Si, non hai mai evocato il tuo spirito?-
Scossi la testa in segno di dissenso.
-Oh, non è difficile. Devi solo chiudere gli occhi, toccare il tuo marchio dietro al collo e le parole ti verranno da sole.-
-Alex, non pensi che sia un po' troppo presto?- Cillian fece un passo avanti.
-Beh, tentar non nuoce...- non avevo un tono molto sicuro, a quanto pare non lo ero affatto.
Feci un respiro profondo, chiusi gli occhi, portai due dita a toccare il marchio e un bruciore mi invase il corpo.
Le parole da pronunciare danzavano nitide nella mia mente, feci un secondo respiro e...
-Spiritus Draconis Servite dominae.-
... Svenni.

   
 
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