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Autore: pinky_neko    30/09/2014    1 recensioni
Possono due ragazzi, che non si sopportano a vista e che non perdono mai occasione per lanciarsi frecciatine a vicenda, cominciare ad evitarsi anche se evidentemente attratti l'uno dall'altro?
Assolutamente si!
E' cominciato tutto in una serata d'estate.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ai-Ai! Non ci devi mentire! Insomma, siamo i tuoi migliori amici, oltre che i componenti della band di cui fai parte, quindi certe cose puoi dircele senza problemi!”
“No, Reiji. Così non va bene. Non parlerà mai se cominci in questo modo!”
“Ha ragione Ranmaru. E poi cos’è questa storia dei migliori amici? È la prima volta che ne sento parlare!”
“Ma insomma! Con voi due non si può proprio dire niente!” continuò il brunetto, stampandosi in faccia un broncio offeso e gonfiando le guance come fosse stato un bambino di cinque anni al quale avevano rubato il lecca-lecca.
“Senti, secondo me la cosa migliore da fare è chiederglielo direttamente. Sempre se ciò che ci hai detto sia la verità” riprese Ranmaru.
“Certo che è la verità! L’ho sentito precisamente! A Syo-chan piace Ai-Ai! Sono certo che se si mettessero insieme sarebbe un modo perfetto per farli andare d’accordo. Non litigherebbero più come al solito! E poi sarebbero una coppia così carina che-“
“Allora è per questo che ci hai costretto ad andare da Mikaze. Vuoi farlo mettere con quel nano di Kuruso perché sarebbero una coppia così carina” interruppe Camus, scimmiottando il modo di fare di Reiji alla fine della sua frase ed incrociando le braccia al petto un secondo dopo, per poi guardarlo con occhi d’accusa. “Forse non ti è chiara a situazione? IO stavo finendo di scrivere un testo e IO dovevo anche controllare l’ultimo lavoro che il mio kohai mi ha lasciato prima di partire e sempre IO avevo un appuntamento di lavoro tra mezz’ora che TU mi hai costretto a disdire e TUTTO QUESTO solo perché due mocciosi facciano coppia?! Ma mi prendi per il-“
“Calmati Camus. È inutile alzare la voce con Reiji. Ormai lo sai, quando è convinto di ciò che fa, quello che gli dici gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro.”
“Ah, hai poco da lamentarti tu! Immagino stessi semplicemente strimpellando con la chitarra.”
“A parte il fatto che io non strimpello con la chitarra, ma la suono” cominciò accigliato il ragazzo dai capelli argentati, “mi dispiace deluderti Camus, ma Reiji, effettivamente mi ha disturbato in un momento privato decisamente poco appropriato” fece di rimando Ranmaru, sbuffando leggermente al ricordo.
Il conte, cercando di visualizzare cosa potesse mai fare il compagno di band di così privato, finì con l’avere pensieri poco casti sull’amico, che gli procurarono un forte rossore alle gote, cosa che non passò inosservata al minore che subito tentò di chiarire, ancora più infastidito di prima.
“Ma che hai capito! Stavo dormendo!!”
“Ragazzi, facciamo i seri per una volta e torniamo al fatto del giorno.” Con la sua voce ferma, Reiji li fece tornare alla realtà e pensare al perché l’amico dovesse essere così serio solo in situazioni così assurde e non quando realmente c’era bisogno di esserlo.
“Mi dispiace Myu-chan se hai dovuto cambiare i tuoi piani della giornata, mentre tu Ran-Ran non dovresti dormire dopo aver fatto colazione solo perchè abbiamo un periodo di pausa. E comunque, non stiamo facendo questo per due mocciosi qualsiasi! Si tratta di Ai-Ai e di Syo-chan! Dobbiamo aiutarli, siamo i maggiori qui dentro! Non vi pare?”
No, non gli pareva affatto, ma era inutile dirlo ad uno come Reiji, che, piuttosto che rinunciare al suo piano – sempre che ne avesse uno – li avrebbe supplicati in ginocchio ed inseguiti per tutto il Master Course se ce ne fosse stato bisogno.
“E va bene” cominciò Camus, sconsolato. “Ma basta fare le prove del discorso, andiamo e parliamogli, non voglio perdere più tempo del dovuto.”
“Si, sono d’accordo con Camus. Andiamo e facciamola finita una buona volta con tutta questa storia.” Continuò Ranmaru, già stanco dopo aver percorso il corridoio che portava alla stanza di Ai.
Infatti Reiji, dopo aver chiamato i due amici, si era soffermato un attimo fuori dalla porta di Ranmaru per “provare” quello che sarebbe stato poi il discorso da fare al compagno più giovane, cosa decisamente non voluta dagli altri due.
“Di cosa dovete parlarmi?” la voce monotòno di Ai li raggiunse prima che i tre furono in grado di arrivare alla porta della sua stanza.
“A-Ai-Ai! C-che ci fai qui?” chiese Reiji titubante, come se fosse stato scoperto con le mani nel sacchetto delle caramelle.
“Ho sentito Camus urlare, sono venuto a vedere cosa stava succedendo e vi ho sentito parlare di me. Allora? Dovete dirmi qualcosa?”
Il brunetto lanciò uno sguardo di rimprovero al conte di fianco a lui, per poi continuare. “Quanto hai sentito della nostra conversazione, Ai-Ai?”
Questo si portò una mano sotto il mento prima di rispondere con fare pensieroso.
“Mmm… più o meno da quando hai detto ‘non stiamo facendo questo per due mocciosi qualsiasi’, intendevi me e Syo, giusto?”
“B-beh… effettivamente…” cominciò Reiji che, non avendo provato abbastanza, non sapeva come formulare il discorso.
“A quanto pare Kurusu si è pazzamente innamorato di te e Reiji voleva che voi due vi metteste insieme perche oh! Sareste una coppia super-carina!” concluse Ranmaru, cercando di imitare il tono di voce del maggiore alla fine della frase. “Ora posso tornare a dormire?”
Il brunetto era allibito, almeno quanto Ai, che tutto si aspettava tranne che ricevere una confessione indiretta dal biondino che ultimamente affollava un po’ troppo i suoi pensieri.
“Il nostro compito l’abbiamo fatto, io torno a lavorare” replicò Camus, freddo come il ghiaccio, iniziando a dirigersi verso la sua camera, seguito a ruota da un Ranmaru alquanto seccato.
“Ohi, conte dei miei stivali, non ti prendere meriti che non hai! Ho fatto tutto io il lavoro sporco!”
Rimasti soli, con soltanto le voci dei compagni di band che bisticciavano in sottofondo, Reiji incatenò lo sguardo con quello del ragazzo dai capelli ciano, il quale indubbiamente pretendeva spiegazioni.
“Vedi, quello che ha detto Ran-Ran è vero. Ho per caso sentito gli Starish parlare con Syo-chan…” disse Reiji, cercando di nascondere quella punta di imbarazzo che provava – e che non pensava avrebbe mai provato! – nel parlare con Ai di queste cose.
Per caso, eh?” continuò il più giovane, inarcando le sopracciglia e stampandosi in faccia un sorrisetto compiaciuto. “Dai, entra” e con un gesto della mano, invitò il maggiore dentro la sua stanza e sospirò leggermente al richiudere la porta.
Presero entrambi posto sul letto di Ai, prima che Reiji ricominciò a parlare.
“Allora… questa mattina non ho potuto fare a meno di notare che vi comportavate in modo strano tutti e due. Insomma, Syo-chan era evidente che aveva qualcosa che non andava, visto come ha lasciato la sala da pranzo a colazione, e sono contento di averlo scoperto. Tu invece?”
“Dovrei dirti se sono felice o meno che i tuoi dubbi si siano dissipati? Beh, in tal caso ne sono molto felice”. Chissà perché, ma la maggior parte delle volte che parlava con Ai, Reiji si sentiva quasi sempre preso in giro.
Decise di non scomporsi e di continuare.
“Non fare il finto tonto. Ormai ti conosco meglio di chiunque altro qui al Master Course e ho visto le occhiatine veloci che lanciavi a Syo-chan questa mattina. Sembravi preoccupato o… triste… non saprei dirlo con certezza.”
‘Come fa a venirgli così semplice dare voce a tutti i suoi pensieri, senza nemmeno aspettarsi che magari possono mettere in imbarazzo qualcuno?!’ si chiese Ai, mentre sentiva come un lieve rossore gli imporporava le gote.
Non poteva dirglielo, assolutamente. Andava contro tutti i suoi preconcetti! Non poteva!
“Ieri sera abbiamo fatto l’amore.”
L’aveva detto.
Dire che Reiji fosse rimasto di sasso, era sminuire la sua attuale condizione. Scioccato? Allibito, forse? Erano tutti aggettivi che si potevano avvicinare alla sua momentanea… immobilità.
“Mh” il brunetto non sapeva che dire. Insomma, l’unica cosa che poteva pensare era che Ai, il suo adorato Ai-Ai, di soli sedici anni, era andato a letto con un altro ragazzo.
“Quindi… tu e Syo…” aveva scordato anche il solito onorifico con il quale si rivolgeva sempre al biondino. Il suo sguardo era perso negli occhi color ciano dell’altro, non riusciva a focalizzarsi in niente tanto era attonito.
“Qualcosa in contrario?” fece Ai di rimando, non potendo dire esattamente a cosa l’amico stesse pensando in quel momento. Questa domanda parve risvegliare dal suo stato di trance il brunetto.
“No, certo che no! In fondo anche io e Ran- ahem, volevo dire, se c’è amore il sesso non conta, no?!” sorrise, cercando di nascondere l’estremo imbarazzo che provava nell’aver quasi rivelato la sua relazione. Se lo avesse fatto, Ranmaru non l’avrebbe più perdonato. Sarebbe stato un uomo morto.
“Si, infatti” replicò l’altro, scrutando il maggiore con occhi affilati, quasi volesse strappargli dalle labbra, con un solo sguardo, tutti i suoi segreti più reconditi.
“Allora cosa c’è che non va? State insieme oppure no?”
Questa volta era il turno di Ai ad essere imbarazzato.
“Beh… eravamo un po’ ubriachi, lui soprattutto, e non sono sicuro che lo volesse veramente. Stamattina non ricordava nulla e…”
“… E questo ti ha spezzato il cuore, ti capisco. In fondo questa era la tua prima volta…” si bloccò un attimo a pensare. “Perché era la tua prima volta, vero?” chiese Reiji, preoccupato della risposta, non sapendo cos’altro poteva aspettarsi dal più giovane del gruppo.
“Certo! Ma per chi mi hai preso!” rispose subito Ai, scioccato dalla domanda rivoltagli.
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, il maggiore continuò.
“Comunque, l’unica cosa da fare è parlargli. Digli come ti senti, che lo volevi veramente – sempre che tu lo volessi veramente!” e la sua risata allegra riempì la stanza.
“Ok, ok, ho capito!” disse Ai, lanciandogli un’occhiataccia a quella risata improvvisa.
Mai al modo avrebbe detto apertamente a Reiji che gli piaceva un altro ragazzo.
Una volta calmatosi, il brunetto riprese a parlare, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
“Aww!! Il mio piccolo Ai-Ai si è innamorato!!!” e fece per abbracciare il più piccolo che prontamente si scansò.
“Credo sia ora che tu te ne vada, Reiji." Tutto voleva, tranne un doppione di Natsuki nella sua camera.
“Va bene, allora ci vediamo a pranzo Ai-Ai!!” e dopo aver aperto la porta, si girò nella direzione del compagno di band per salutarlo con una mano.
Fu allora che ad Ai tornò in mente il discorso interrotto prima.
Il ghigno divertito tornò sul suo volto e lanciò a Reiji un’occhiata piena di malizia.
“Tu e Ranmaru, eh?”
Assodato. Era un uomo morto che camminava.
 


 
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!!
Giusto per chiarire: qui ho scritto che Ai ha sedici anni (ed infatti Syo ne ha diciassette, come detto nel primo capitolo), perché sto ambientando il tutto dopo la seconda stagione di Uta – ho supposto quindi una crescita dei personaggi XD -.
Ci stiamo sempre più avvicinando alla fine di questa fanfic, direi ancora due capitoli, se tutto va bene!! ;) Sono emozionata!! ^O^
Spero che continuerete a seguirmi e che anche questo capitolo vi possa piacere e, come sempre, ogni recensione è più che gradita!! ^^
Un bacione e alla prossima!
Pinky_neko :*
  
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