Il cielo era grigio
e ricoperto da una coltre spessa di nuvoloni che sembravano voler richiamare un
po’ di pioggia nel deserto anche se il vento contrastava con la loro
volontà e le spingeva lontano verso il mare.
Un uccello nero
piroettò disegnando dei cerchi e delle montagne nell’aria quindi
si gettò in picchiata verso la numerosa folla che si era radunata
silenziosa e composta lungo il perimetro del cimitero di Suna.
Alcuni occhi si
fecero distrarre dal volatile iniziando così a seguirne le evoluzioni
aeree. Temari era a testa bassa affianco al fratello
che intanto faceva vagare il proprio sguardo di tomba in tomba soffermandosi a
studiare gli angoli consumati dal tempo di ognuna di esse.
Lesse a mente ogni
singolo nome che potesse essere ancora identificabile fino ad arrivare alla
lapide che apparteneva alla madre: il suo era stato cancellato dal tempo e dal
vento.
Il marionettista
sospirò e Temari alzò lo sguardo per osservarlo:
- cosa succede? –
chiese a bassa voce in modo da non disturbare
Kankuro scosse la testa:
- nulla Temari…- rispose evasivo quindi diresse la propria
attenzione verso il centro del cimitero.
Gaara era in piedi di fronte al corpo completamente fasciato
e nascosto del vecchio Ooji; tutt’intorno si
stagliavano uno ad uno i membri del consiglio e al fianco del Kazekage, Matsuri:
- questa non
è la fine – disse improvvisamente Gaara
facendo elevare la propria voce sulla folla – ma l’inizio di una
nuova era per il villaggio di Suna, un’era dove
non solo gli anziani saranno guida di esso, ma tutti i suoi abitanti e
soprattutto i giovani. I giovani scriveranno le nuove pagine del destino di
questo mio amato villaggio e gli anziani li aiuteranno con la loro esperienza. Tutto
sarà basato sulla collaborazione…- si
schiarì la voce guardando tutti i visi che aveva attorno – ogni uomo,
civile o ninjia, sarà libero di fare le
proprie scelte, ogni Kazekage sarà libero di
rendersi utile e di amare…non solo il villaggio
–
Kankuro annuì assieme a molti altri, Temari
sorrise:
- preghiamo per l’anziano
Ooji, null’altro dev’essere
aggiunto…- Gaara
abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi imitato subito da Matsuri e, piano piano, da tutti
gli altri abitanti del villaggio.
Dopo qualche istante
di silenzio e riflessione il Kazekage fece un cenno e
voltò le spalle al feretro dirigendosi lontano dal cimitero passando
attraverso la doppia fila di ninjia che si era aperta
al suo passaggio.
Camminava a testa
alta tenendo per mano Matsuri.
Quando il Kazekake fu lontano la folla cominciò a dissiparsi finchè nel cimitero non rimasero solamente due ninjia che preso il feretro di Ooji
lo adagiarono su una lettiga e lo calarono dentro la fossa che gli era stata
preparata.
Riempirono il tumulo
ed eressero la lapide:
Anziano Ooji
erano le uniche
scritte che si leggevano nel blocco di pietra a forma di clessidra.
Al suo fianco c’era
una lapide più piccola e consunta:
Momoki
Tre mesi dopo
Gaara scorreva una ad una le pergamene che aveva di fronte
ponendo la propria firma su ognuna di esse; per tutta la mattina c’era
stato un via vai di ninjia che si recavano nel suo
ufficio a ritirare le missioni da svolgere.
Qualcuno bussò
alla porta per l’ennesima volta:
- avanti –
disse Gaara alzando lo sguardo e poggiando la penna.
Kankuro entrò in compagnia della sorella:
- non ne posso
più! – esordì il marionettista sedendosi sulla scrivania
del fratello e stropicciando alcune pergamene col sedere mentre Gaara faceva una smorfia seccato
- smettila di
lamentarti Kankuro! – lo canzonò la
sorella – sei tu che hai scelto la squadra da allenare! –
Il marionettista
sbuffò:
- senti Gaara non puoi cambiarmi la squadra di mocciosi e
assegnarmene una più tranquilla? Sono impertinenti e sfacciati! –
- come ha detto Temari, sei stato tu a sceglierti la squadra, perciò…- Gaara
sorrise strizzando l’occhiolino alla sorella che guardava divertita la
rassegnazione in faccia a Kankuro.
Il marionettista
scese dal tavolo e si stiracchiò:
- si però non
è giusto! Sono sfortunato perché mi è capitata quella
più terribile! I bambinetti che non ascoltano e non eseguono gli ordini
capitano sempre a me!! – finse di piagnucolare mentre Temari
gli si avvicinava sferrandogli un buffetto affettuoso sulla testa:
- povero fratellino –
disse scuotendo la testa – con loro sei costretto a correre! E si che ti
ho lasciato scegliere! Sei proprio sfortuna nato…-
Kankuro grugnì di fronte alla risata della sorella
mentre seguiva la penna di Gaara che si muoveva al
ritmo della firma che stava ponendo su due pergamene:
- queste sono le
missioni che dovete svolgere domani con le vostre squadre di genin – disse il Kazekage
porgendo i documenti.
Temari allungò il braccio prendendo anche quella del
fratello:
- ci divertiremo! –
affermò seguita dal “come no” di Kankuro
quindi si congedarono.
Gaara si alzò dalla sedia e guardò il sole che
lentamente stava tramontando dietro le infuocate dune. Fece vagare il proprio
sguardo senza soffermarsi su nulla di preciso; seguì le ombre di alcuni ninjia di ritorno dalle missioni e i passetti di un
bimbetto che camminava tenuto per mano dal padre.
Sorrise e chiuse gli
occhi al suono della maniglia che scattava:
- sei tornata…- disse con voce tranquilla
- già…sono stanca ma è andato tutto bene –
Matsuri si avvicinò a Gaara
e lo abbracciò poggiando la testa sulle sue spalle.
Il Kazekage si girò e la cinse con le braccia:
- guardati, sei
tutta impolverata! – e sorrise – non avevo fretta, il rapporto
della missioni potevi anche darmelo in un altro momento! Potevi andare a casa a
farti una doccia e riposarti e quando io fossi rincasato ti avrei fatto la cena…-
La ragazza lo
guardò negli occhi che brillarono nel momento in cui incontrarono un
raggio di luce:
- hai ragione ma non
avrei potuto aspettare così tanto tempo prima di vederti –
Gaara corrugò la fronte interrogativo:
- come mai Piccola
Perla? – le chiese spostandole una ciocca di capelli dal viso.
Matsuri mandò un risolino quindi si sporse verso Gaara in cerca di un bacio.
Il Kazekage la assecondò :
- allora? –
insistette quando si staccarono – sono curioso, cosa succede Piccola
Perla? Come mai sei così felice? –
Matsuri arrossì lievemente mordendosi il labbro
inferiore:
- dammi il tuo orecchio…- disse rivolgendo a Gaara
uno sguardo imbarazzato
Il Kazekage si stupì:
- ma non ci sente
nessuno qui! –
- tu dammi l’orecchio…- ribadì la ragazza e Gaara non potè altro che
abbassarsi lievemente e aspettare che Matsuri gli
sussurrasse cosa la rendeva così felice.
Quando la ragazza
terminò di parlare Gaara era serio in volto
mentre gli occhi cominciarono lentamente a diventare lucidi:
- Piccola Perla…- disse mentre il cuore ed il respiro
acceleravano – grazie…- e si
inginocchiò poggiando la testa sul ventre della ragazza – grazie…grazie…- ripeteva accarezzando la pancia
di Matsuri tenendo gli occhi chiusi dai quali presero
a sgorgare lacrime di gioia.
Matsuri sorrise quando Gaara la
sfiorò con un bacio.
È finita!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
allora avete capito? Sono riuscita a farvi capire cosa succede alla
fine??????????????????? Spero che vi sia piaciuta…grazie
del sostegno che mi avete dato fino a qui, davvero!!! GRAZIE INFINITE!!!!!! Grazie!!!
Ora ci vediamo alla prossima….vi mando un bacio
grande come il mondo e un grazie ancora più grande!!!
Vostra SNK