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Autore: The Devil    08/10/2008    4 recensioni
Notò qualcosa di nero appoggiato dietro la lastra di pietra della sua mamma.
Lo prese. era morbido e caldo, sembrava un pupazzo, era poco più grande della sua mano; la cosa che colpì il bambino però era lo sguardo della bambolina, che era nero pece, ma diverso da quello dei vestiti o dei capelli, sembrava quasi vivo.
Lo girò di schiena, sulla maglietta era cucito un nome: Sasuke.
[SasuNaru]{Cambiata introduzione}
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sto cercando il luogo che posso chiamare Paradiso.

Ma ho paura di trovarlo.

Perché se poi dovessi lasciarlo, saprei perfettamente che l’Inferno sarà mille volte peggiore di quello che era prima.

Ho come la sensazione che il mio Paradiso non sia qualcosa di astratto.

Ma che abbia un corpo e una mente.

La mia Paura nasce da li, perché se dopo venissi cacciato dal mio paradiso, non so cosa potrei farmi, pur di non tornare, tra le tenebre.

 

Tokyo.

La grande capitale del Giappone.

Città strana, ma importante per tutta la sua nazione.

“mamma?Papà?” le strade del quartiere commerciale erano affollate, nessuno faceva caso a un bambino, anche se solo, anche se chiedeva continuamente aiuto. Perché li non importava se qualcuno si perdeva, tanto i genitori mica se ne andavano, sicuramente lo avrebbero cercato. “dove siete?”. Ma i genitori di quel bambino proprio non tornavano.

Lo sguardo del bimbo andò a posarsi su un punto in cui si erano canalizzate su un punto, stranamente in mezzo alla strada, il bambino si avvicinò, forse anche i suoi genitori stavano guardando.

Facendosi strada tra le persone arrivò verso il centro, dove degli agenti di polizia stavano mettendo delle strisce per evitare che la gente passasse.

Il bimbo vide due corpi, stesi sull’asfalto, quasi completamente ricoperti di sangue, assomigliavano alla sua mamma e il suo papà, ma non potevano essere loro, loro erano ancora li in giro a cercarlo. Poi vide avvicinarsi suo nonno, stava parlando con un agente di polizia.

“Nonno!” Gridò il bambino per farsi sentire, l’uomo lo guardò stranito correndo subito da lui e coprendogli gli occhi con una mano.

“non guardare piccolo” sussurrò il nonno del bambino tornando dall’agente di polizia. “io e mio nipote ce ne andiamo”. L’agente annuì guardando il povero bambino che ormai era rimasto orfano.

Si fecero largo tra la folla di persone, il piccolo aveva ancora gli occhi chiusi, sentiva delle persone sconosciute che parlavano, si stavano rivolgendo a suo nonno.

“che cos’ha da dire?” disse qualcuno. ”Non ha di che commentare sulla morte di vostro figlio e di vostra nuora?” chiese qualcun altro.

“non ho nulla da dire” continuava a rispondere il nonno

Finalmente arrivarono in un luogo silenzioso, finalmente gli occhi del bambino erano liberi di aprirsi.

“nonno, dove sono la mamma e il papà?” chiese il bambino, l’uomo guardando di sottecchi il bambino che stava di fianco a se mentre guidava la macchina.

“Se ne sono andati” disse semplicemente l’uomo continuando a parlare con tono indifferente.

“E quando tornano?” chiese incuriosito il bimbo guardando il nonno.

“Non lo so”

“Li rivedrò?”

“si”
“Quando?”

Quella domanda lasciò spiazzato il vecchio, ma dopo un breve tempo di pausa rispose “un giorno, per adesso dovremo accontentarci di andare ogni anno nel posto dove potranno sentirci anche se non siamo vicini”

“Dove sta anche la nonna?”
“Si” con una brave pausa l’anziano tornò a parlare.”ora mettiti a dormire, il viaggio per tornare a casa sarà lungo”

Accomodandosi meglio sul sedile il bambino fece un ultima domanda: “Dove sono andati?”

“In un posto bellissimo, il paradiso” rispose l’uomo carezzandogli la testolina.

“deve essere bello lì” sussurrò il nipotino sotto lo sguardo triste di suo nonno.

 

Ormai nei telegiornali non si parlava d’altro.

“Minato Namikaze, abile scienziato (si dice abbia condotto degli esperimenti anche su se stesso), e di Kushina Uzumaki, la più abile avvocatessa di Tokyo, entrambi morti poche ore fa per un incidente stradale

Il loro unico erede Naruto Uzumaki, un  bambino di 7 anni, è scampato all’incidente per volere del fato, dopo essersi perso, si pensa che è stata proprio l’improvvisa scomparsa del bambino a far perdere attenzione a Uzumaki e Namikaze, i due si erano fermati in mezzo alla strada inconsapevoli delle macchine che passavano.

Il bambino è stato portato via da suo nonno Jiraya Namikaze, mentre osservava i due cadaveri, non ha voluto rilasciare interviste”

“Nonno dove stiamo andando?” Chiese il piccolo Naruto a Jiraya, il più grande lo guardò con un piccolo sorriso.

“Andiamo a parlare con i tuoi genitori” disse, aveva deciso di non far partecipare il bambino al funerale, infatti la cerimonia doveva già essere finita da due o tre ore, così da permettere a lui e al nipotino di visitare i genitori in santa pace.

Il bambino si inginocchiò davanti alla lapide unendo le mani, sussurrò un piccolo messaggio per salutare i suoi genitori. “Ciao Mamma, ciao Papà. Spero stiate bene, nonno Jiraya mi ha detto che siete andati in Paradiso. È bello li? Vorrei rivedervi presto, così magari poi ci torniamo insieme, no? Vorrei trovare un amico così sareste ancora più felici, e forse tornerete prima vero? mi sento un po’ solo qui ma c’è il nonno che mi fa sempre ridere, non pensate che non abbia bisogno di voi, perciò  tornate presto.

Ciao”

Finita la sua preghiera si rimise in piedi, ed attese che anche il nonno facesse la sua, si guardò intorno, era pieno di lapidi come quella della sua mamma e del suo papà, di fianco ai suoi genitori c’era anche la nonna, girò intorno alla lastra di pietra, curioso di sapere come facessero il papà e la mamma a sentirli, notò qualcosa di nero appoggiato dietro la lastra di pietra della sua mamma.

Lo prese, era morbido e caldo, sembrava un pupazzo, era poco più grande della sua mano, i capelli fatti di stoffa erano neri, la pelle morbida quasi bianca, i vestiti scuri erano divisi in maglietta e pantaloncini, non aveva proprio una forma umanoide , visto che le braccia erano corte e non avevano mani e dita, ma finivano con una piccola curva, come d’altronde erano le gambe; la cosa che colpì il bambino però era lo sguardo della bambolina, era di un nero pece, ma diverso da quello dei vestiti  o dei capelli, sembrava quasi vero.

Lo girò di schiena, sulla maglietta era cucito un nome: Sasuke.

- Sasuke - rise internamente, poi pensò – credo che diventerai il mio migliore amico Sasuke –

Abbracciò il bambolotto, per poi tornare dal nonno che lo stava chiamando.

 

Dopo quel giorno mi resi conto che Sasuke era veramente il mio migliore amico, a volte, quando gli raccontavo la mia vita, il suo sguardo sembrava quasi assorto nell’ascoltarmi.

Il nonno mi raccontava che ognuno di noi aveva un paradiso proprio.

Il mio paradiso era il bambolotto trovato dietro la lapide della mamma.

Ma con in passare degli anni sembrava come se, quel oggetto di pezza non bastasse più per riempire il mio vuoto, aiutava certo, ma non colmava.

 

ecco una nuova storiella già quasi finita ^^ *marcia contenta*

lasciatemi tanti commentini se vi piace ^^

Naru: un mini-sasuke *_* *spupazza il pupazzo*

Sasu: -__-

me: =___=

  
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