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Autore: air_amavna    01/10/2014    1 recensioni
Era strano che dopo tutto quel tempo io pensassi ancora a lui, ritornava nella mia mente anche quando meno me l'aspettavo. Quando camminavo per strada vedevo il suo viso ovunque, in ogni passante, e sperai che anche lui stesse facendo lo stesso con me.
Mi stava pensando o mi aveva già dimenticata?
Ricordavo ogni momento passato insieme a lui, da quando mi ospitò sul suo marciapiede sporco, facendomi sentire al sicuro, fino a quando rubammo la macchina del mio capo per fuggire lontano. Quando disse che mi amava, anche se ci conoscevamo da poco, mi sentii la ragazza più felice della terra.
Le sue parole erano indelebili, incise nel mio cuore e nella mia mente, non le avrei mai dimenticate.
Sequel della One Shot "Freedom". Si consiglia di leggerla prima di iniziare questa storia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Freedom'
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-Capitolo dodici-

 


“Ho solo voglia di restare sola” avevo detto, quella stessa mattina. Ero distesa sul letto, con gli occhi rivolti verso il soffitto, i capelli confusi sul cuscino e il cellulare stretto in una mano.
Sentivo che qualcosa sarebbe cambiato, non solo in me stessa, ma anche negli altri. Evidentemente, ero così presa dai sentimenti che Harry mi faceva provare, che stavo oscurando tutto quello che mi circondava.
Avevo addirittura esultato mentalmente, quando Zayn aveva lasciato casa, quel sabato sera tardi.
Non avevo nessuna voglia di alzarmi da quel letto, la notte scorsa non ero riuscita a chiudere occhio. Mi ero rigirata tra le lenzuola, sempre più confusa e stanca, e mi ero addormentata con la schiena schiacciata al muro.
Eve non voleva sul serio andare a quella festa, lo aveva detto solo per non scatenare un putiferio nel nostro misero salone, e avrei dovuto darle ragione. Avrei dovuto stare a casa con lei, a guardare uno dei tanti film fantasy che lei amava e mangiare pacchi interi di patatine e popcorn. Ma io volevo andarci.
Avevo bisogno di rivedere quegli occhi, che ormai erano diventati i protagonisti dei miei tormentati sogni.
La suoneria del cellulare catturò la mia attenzione, e feci un respiro profondo, prima di leggere il nome sullo schermo.
Non risposi, lasciando che la suoneria finisse e che lui si arrendesse. Zayn era diventato quasi un peso e forse lo era sempre stato. Stavo cominciando a trovare la sua presenza fastidiosa e mi sentivo male, come se qualcosa se ne stesse andando dalla mia vita.
Quando aprii l'armadio, cominciai a scegliere quale vestito elegante indossare, perché nonostante Niall avesse detto che era una festa vera e propria, non mi fidavo. Nessuno si sarebbe fidato, in realtà.
Niall era un caso perso, ma per quanto potesse essere idiota, era una delle persone a me più care. Era vero che capiva sempre qualcosa per un'altra, mi faceva fare tante di quelle brutte figure che avrei voluto semplicemente picchiarlo, ma il suo essere idiota e amante delle feste, lo rendeva quel che era.
Quello che notai, infondo all'armadio, era un vestito rosso fuoco, velato. La prima volta che lo indossai avevo da poco conosciuto Lydia, e quando mi vide, disse che quel vestito era perfetto per me. Provai una sorta di nostalgia, avrei voluto averla al mio fianco, e non solo per la scelta dei vestiti, ma anche per le sue battutine sarcastiche sul mio modo di vestire troppo semplice.
Lei era alla moda, popolare e bellissima, e ci sapeva fare con tutti.
Il cellulare vibrò, e mentre scorrevo il dito sullo schermo, notai che il messaggio proveniva da un numero sconosciuto.

Verrai?”

Lo lessi per tre volte, e nella mia fantasia più profonda, sperai fosse Harry. Ma in cuor mio, sapevo che poteva essere solo Zayn.
Decisi di rispondere, perché speravo troppo che non fosse lui. E poi, non avrei risolto nulla ad evitarlo, già lo avevo fatto troppe volte.

Ci vieni pure tu? Non avevi detto di no?”

La risposta non tardò ad arrivare, e mi mancò il respiro nel leggere quelle parole.

Io ci vivo lì”

Per un momento non ci credetti, non poteva essere lui. Eppure, mi sentivo così felice, come una bambina quando scarta il suo regalo sotto l'albero di natale, io mi sentivo peggio. E tutto quello mi spaventava così tanto che avevo cominciato a camminare avanti e indietro per la stanza, calpestando a piedi nudi il tappeto colorato.

Mi arrivò una chiamata dallo stesso numero, e risposi, cercando di contenere il mio tono di voce.
“Scarl”
Era lui. Avrei riconosciuto quel timbro vocale ovunque.
“Harry” risposi, non sapendo cosa dire.
Mi sentivo così imbranata a volte, perché la mia timidezza usciva sempre nei momenti meno appropriati.
“Come stai?”
Ci pensai su, e rimasi in silenzio, senza trovare una risposta adatta. Se avessi risposto di sì, avrei mentito ed era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Ma se avessi detto di no, mi avrebbe chiesto il motivo.
“Non tanto bene” risposi infine, rendendomi conto solo in quel momento di essermi persa nei miei pensieri.
“Cos'hai?”
Mi manchi, voglio vederti e assaporare le tue labbra proprio come l'ultima volta. Vorrei restare tra le tue braccia tutta la notte, se solo fosse possibile”
“Nulla”
“Non ti credo” disse subito. “Io ci sono per te Scarl, lo sai questo, vero?”
Non ero ero del tutto sicura di saperlo, ma sentirmelo dire era tutta un'altra cosa. Lo immaginai sdraiato sul letto a fissare il muro, con i suoi ricci scompigliati sul cuscino. Avrei voluto essere lì e infilarci le mani all'interno, solo per guardarlo sorridere.
“Adesso sì”
“Quindi oggi ci sei? Se vuoi ne possiamo parlare”
“Sì”
Eravamo entrambi imbarazzi, e scoppiò a ridere, facendomi prendere un colpo. Lo seguii e quando lo feci mi sentii straordinariamente meglio.
“Che fai?” chiese poi, senza mai smettere di ridere.
“Ho appena scelto il vestito da indossare per stasera. Tu invece, cosa stai facendo? Non dovresti aiutare gli altri per i preparativi?”
“No, figurati. Ci sono una trentina di camerieri, io non servo a nulla. Mi sono finto malato e adesso sono in camera da letto a parlare con te”
La voglia di andare lì e stare con lui si impossessò di me.
“Come hai avuto il mio numero?” chiesi d'un tratto, aggrottando le sopracciglia.
“Niall”
Come non detto. Avrei dovuto saperlo, ormai quel ragazzo faceva il tifo per me e Harry. Mi aveva anche detto che avrebbe aperto un fanclub su di noi, e risi troppo dopo quella affermazione.
Ridemmo per la maggior parte del tempo e scoprii tante cose di lui. Scoprii che amava il cioccolato bianco, cantare sotto la doccia, la musica pop e sopratutto guardare film d'amore.
Sentirlo parlare così tranquillamente, come se fossimo due semplici amici, mi aveva riempito il cuore di speranze. Era da un po' che tenevo tra le mani il vestito e avevo paura di averlo sgualcito.
“Cosa indosserai questa sera?” domandò.
“Un vestito rosso” risposi, facendo passare le dita sul tessuto leggere dell'abito.
“Il rosso è il mio colore preferito” sussurrò, rendendo le mie guance altrettanto rosse. Che senso aveva arrossire? Ero patetica.
Sentii la porta principale sbattere con forza, e intuii che fosse arrivato Niall a prendermi.
“Sarà arrivato Niall” sospirai, sapendo di dover attaccare prima o poi.
Se non mi muovevo, avrei fatto tardi.

Quando mi guardai allo specchio, ammirai il vestito scendere morbido sopra le ginocchia, il bracciale alla base del braccio e il colore rosso delle mie labbra.
Non era un caso che avessi messo quel colore, ormai ero senza controllo. Non avevo esagerato con il trucco, non mi piaceva tanto coprire gli occhi con gli ombretti colorati.
Ero molto cambiata. Ricordavo che prima, amavo truccare i miei grandi occhi di nero, rendendoli molto più scuri.
I capelli li avevo lasciati sciolti e ondulati al naturale, con un paio di orecchini a cerchio.
Niall non mi aveva salutata, avevo sentito solo delle urla provenire dalla cucina, e sapevo che stavano litigando.
Quei due erano davvero strani, e io non vedevo l'ora che lui lasciasse Samantha per correre da lei.
Sentii dei gemiti, e pensai seriamente che si stessero per prendere a pugni. Ma quando corsi, per verificare che nessuno dei due fosse morto, li vidi.
Eve era poggiata sul tavolo e Niall era infilato tra le sue gambe. La stringeva forte e le mani di lei impugnavano con aggressività il tessuto bianco della maglietta del biondo.
Si baciavano con prepotenza, mordendosi le labbra piene, come se si stessero per mangiare. Se non li avessi fermati sarebbero andati oltre, e avrei finito per vedere un video porno in live.
La mano sul seno piccolo della mia amica mi fece tossire, non riuscendo a fermarli.
Ero davvero senza parole, sapevo che prima o poi quei due sarebbero scoppiati, ma non credevo così presto e nemmeno fino a questo punto.
“Ragazzi” alzai la voce, controllando per l'ennesima volta l'orologio. Eravamo già in ritardo e io non potevo aspettare ancora.
Un grugnito uscì dalle labbra di Niall e cercai di guardare tutto se non loro. “Dio, Eve”
“Ragazzi!” urlai così forte che si staccarono spaventati, senza fiato. Continuarono a guardarsi e quando capirono che ero solo io, proseguirono a fare quello che stavano facendo.
“Niall, dobbiamo andare!”
Eve mi ascoltò e lo spostò, per poi scendere dal tavolo. Si sistemò il vestito verde e provò a non guardarmi.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai alla porta, aspettando che i due si avvicinassero. Stavo sorridendo così tanto che di sicuro ad Eve avrebbe dato fastidio.
“Eve, non puoi lasciarmi in questo stato” sussurrò piano Niall, ma non così a bassa voce come avrebbe sperato. Avvicinò le labbra al collo della mia amica e lei chiuse gli occhi a quel contatto.
“Ho capito, vi aspetto fuori” sbottai, uscendo finalmente da quella casa.



Probabilmente, io, Eve e Niall, eravamo le persone meno ricche di tutti i presenti. C'era tutto quello che avrebbe avuto una festa: alcool, musica e tanta gente. Ma in quell'area c'era qualcosa di diverso. Ero entrata in una sala diversa, addobbata con grandi tende di un rosso fuoco, tavoli con cibo e bevande, e davanti ad un palco, le persone erano intente a ballare e a scatenarsi.
Le donne indossavano abiti firmati ed eleganti, e come la prima volta, mi sentii in imbarazzo per il mio aspetto. Eve sembrava non importarsene, e mi era vicina, studiando la zona con i suoi occhi verdi poco truccati.
L'odore di cibo era devastante e risi troppo alla vista di un giovane cameriere che cercava di infilarsi tra la folla, con tre piatti su ogni braccio. Afferrammo al volo due bicchieri, solo io e Niall, e cominciai a cercare il viso di Harry.
Tra i vari invitati, riuscimmo finalmente a scorgere Samantha, che si avvicinò correndo, facendo svolazzare il suo vestito dorato. Una volta arrivata si buttò letteralmente nelle braccia del suo fidanzato.
Lo baciò, in un modo a dir poco vomitevole per i miei gusti, e lui non si mosse. Fece fare tutto a lei, e quando le loro labbra si staccarono, Sam sorrise innamorata, per poi prendere la mano di Niall e portarlo a conoscere qualcuno.
Eve, intanto, fissava un punto davanti a sé. Era furiosa, come non mai. Lo capivo dai suoi occhi e dalle sopracciglia inarcate.
Cosa diavolo stava succedendo tra di loro?
“Eve...”
Mi avvicinai, e le poggiai una mano sulla spalla, guardandola dritto negli occhi. Lei, però, non guardava nulla.
“Mi dici che cazzo ci sono venuta a fare?” sbottò, tenendo sempre lo sguardo fisso nel vuoto. Non mi sarei aspettata una reazione simile. Eve era il tipo di ragazza che picchiava i ragazzi, che li minacciava e che avrebbe preferito non averli tra i piedi. Lei non era quella ragazza fragile che mi trovavo davanti.
Mi sarei aspettata una scenata davanti a tutti, eppure non aveva neanche reagito.
“Io me ne vado” aggiunse subito, voltandomi le spalle.
La seguii, evitando di inciampare nelle mie fastidiose scarpe con il tacco, e quando arrivammo di fronte alla porta, i suoi occhi erano tristi e lucidi.
Si fermò a guardarmi e si mordeva le labbra nervosamente, tentando di non far scendere neanche una lacrima agli occhi.
“Io pensavo che una volta arrivati, lui non mi avrebbe lasciata sola” sussurrò, tirandomi con lei al di fuori della porta.
Lì la musica si sentiva pochissimo, nonostante il portone fosse aperto, e le persone entravano e uscivano parlando e cantando.
Sembrava tanto una festa anonima, quelle in cui ci vai solo per prenderti una sbornia, senza neanche fare il regalo di compleanno al festeggiato.
“Ti rendi conto di quello che sto dicendo? Lui è un grandissimo pezzo di merda, e lo odio così tanto che entrerei lì dentro solo per toglierli tutti quei capelli dalla testa”
La lasciai sfogare, e per un momento dimenticai di Harry.
“Ti piace davvero” affermai, sapendo che lo avrebbe sempre negato.
“Da morire” si lamentò, stupendosi lei stessa di quelle parole. “Credo di aver perso la testa”
Abbozzò un sorriso e arricciò il piccolo naso, per poi poggiare gli occhi profondi verso la gente che chiacchierava.
Pensavo che quel momento non sarebbe mai arrivato, che la mia migliore amica non si sarebbe mai ridotta così per un ragazzo. Eppure eccola lì, con gli occhi lucidi e rossi e un'espressione seria sul volto.
Niall mi picchiettò sulla spalla, e quando lo vidi lo minacciai con gli occhi. Li lasciai soli, ed entrai nella sala.



Salve a tutte!
Ok, questo capitolo è piccolissimo, avrei dovuto continuarlo, ma ho preferito aggiornare perché non so quando riuscirò a scrivere di nuovo. Purtroppo quest'anno ho l'esame, quindi non riuscirò ad aggiornare come prima (sono sempre stata una ritardataria, ma dettagli!!)
Spero comunque che continuiate a seguire questa storia, perché ci tengo davvero tanto :)

 

Provate ad indovinare chi sono questi due*O* ahah
 
   
 
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