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Autore: Lost In Donbass    02/10/2014    1 recensioni
A volte finire in punizione può essere un buon modo per conoscere gente. A volte può essere un buon modo per trovare l'anima gemella. A volte puoi trovare persone che ti cambiano qualcosa dentro. E forse, loro sono stati fortunati a finirci, se quella si può chiamare fortuna, ovviamente. Otto ragazzi, otto vite diverse, una città opprimente e misteriosa e dei legami fragili come vetro, ma profondi come radici. Perchè qualcosa è destinato ad accadere. E loro ci sono dentro.
Avranno fatto bene Kate e Zayn a mettersi insieme? Riuscirà Hope a conquistare il cuore del ragazzo che ama? L'amore tra Harry ed Eli è destinato a durare o a naufragare come i due ragazzi? Riuscirà Louis a combattere i demoni interiori e a riemergere? E Niall, coronerà il suo sogno?
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNDICI SCHIARITE ALL'ORIZZONTE 
Eli si alzò che era mattina inoltrata. Aveva dormito male e il dolore pulsante alla testa le ricordava che la sera prima aveva davvero esagerato con la birra. Si guardò allo specchio del bagno e fece una smorfia. Aveva gli occhi gonfi e arrossati e due occhiaie da far paura. Si sciacquò il viso e scese in cucina. I suoi fratelli dormivano ancora e non era il caso di svegliarli. La ragazza intrecciò i lunghi capelli rossi e si preparò una tazza di the. Di mangiare non aveva proprio voglia anche perché aveva un leggero senso di nausea. Si affacciò alla finestra e rimase a guardare una coppia di grossi corvi affaccendata a costruire un nido su uno degli alti comignoli del palazzo di fronte. Aveva voglia di camminare e di stare da sola. L’idea del vocio che di lì a poco avrebbe invaso la casa le fece aumentare il mal di testa. Aveva scoperto che Douglas e Louis in realtà si conoscevano da tempo in rete e si era parecchio innervosita quando suo fratello, prima di andare a dormire le aveva detto che Louis era davvero un tipo figo, schiacciandole l’occhio con fare allusivo e gli altri si erano messi a ululare come un branco di lupi impazziti. Che si facessero un po’ i cazzi loro, dannazione!
Eli si infilò la giacca di pelle, si calcò un berretto in testa e uscì nella mattinata ventosa. Le strade erano semi deserte, essendo domenica, e lei camminò di buon passo verso Calton Hill. Quando arrivò in cima si sedette su una panchina da dove il panorama spaziava su tutta la città e rimase lì immobile, con i Linkin Park che le urlavano “Numb” a ripetizione nelle orecchie.
***
Louis era andato a trovare sua madre all’ospedale. Avevano dovuto ricoverarla di nuovo perché il suo stato mentale era ancora peggiorato e il loro medico temeva che la probabilità che la donna potesse compiere atti autolesionistici fosse piuttosto elevata. Era ormai tardo pomeriggio e la giornata iniziata grigia e ventosa stava avviandosi alla conclusione avvolta in una spessa nebbia giallastra. Louis si strinse nel vecchio cappotto e rabbrividì. Si sentiva rabbioso e impotente. Sua madre, imbottita di tranquillanti, sulle prime non lo aveva nemmeno riconosciuto. E dopo, aveva continuato a scambiarlo con suo padre. Camminava a testa bassa, negli occhi l’immagine di sua madre con gli occhi spenti e vuoti e una smorfia disperata sulle labbra screpolate, e non si accorse di lei finchè non andò a cozzarle contro. Nemmeno lei l’aveva visto, altrettanto impegnata a districare le sue sensazioni perennemente ingarbugliate.
-Merda! – esclamò la ragazza –E stai un po’ attento a dove vai, idiota!
Non ebbe bisogno nemmeno di guardarla per capire chi fosse.
-Scusa, Eli. Ero soprapensiero.
Lei arrossì violentemente e fece un passo indietro.
-Louis! Oh, Cristo … scusami, non ti avevo visto. Scusa, non volevo insultarti … Io …
-Tranquilla, O’Shaughnessy.
Il ragazzo era talmente depresso per la situazione della madre che non si impappinò neppure. La guardò con gli occhi vuoti dietro gli occhiali, poi fece un piccolo cenno con la testa e proseguì. Lei lo rincorse.
-Ehi, Louis … stai bene?
Lui annuì.
-Sì, tutto ok. Scusami ma ora devo andare a casa.
La rossa rimase un attimo ferma a guardarlo allontanarsi nella nebbia, poi gli corse dietro.
-Louis, aspetta! – arrivò accanto a lui, leggermente ansante. –Scusa ma non mi sembra che tu stia bene.
Il ragazzo si morse il labbro screpolato e sembrò rimpicciolirsi dentro al vecchio cappotto. Sentiva le lacrime bruciargli dietro agli occhi e cercò di trattenerle. Non voleva piangere davanti a lei. Cercò di ingoiare il groppo che gli chiudeva la gola e disse con voce roca:
-Niente. Non è niente. Non preoccuparti per me. Non è il caso. Sono solo un po’ stanco.
Eli scosse la testa:
-No. Non posso lasciarti andare così. Vieni a casa con me. Dougie lo conosci già e anche gli altri, più o meno. Non puoi stare da solo, Louis. Non così.
Lo prese per mano e sentì una fitta di tristezza nel sentire quanto gelida fosse.
-Vieni, - ripetè, tirandolo con delicatezza verso l’attraversamento – Se vuoi, puoi anche restare a dormire. Non so cosa ti sia successo, ma riconosco i demoni, Lou. E se stai da solo, ti ingoieranno. Lo so bene. Vieni, non manca molto.
Il ragazzo non riusciva a parlare. Sentiva che se avesse aperto bocca, avrebbe pianto. La mano di Eli era calda e piano, piano il calore della ragazza penetrò dentro di lui, allontanando il gelo che lo artigliava. Si lasciò condurre verso la casa di lei in silenzio.
Quando lei aprì la porta, fu investito da una luce calda, dai Pogues a tutto volume e dalle voci dei fratelli O’Shaughnessy. E fu immensamente grato alla ragazza dai capelli rossi che era arrivata a salvarlo.
***
Hope chiuse la comunicazione e rimase ferma per un po’, giocherellando distrattamente col cellulare. Sapeva benissimo che Liam era attratto da lei e la cosa non le piaceva perché era consapevole del fatto che tra loro non ci sarebbe mai stato nulla. Per fortuna, sembrava che ormai l’avesse capito anche lui e infatti era tornato insieme a Michelle. Così adesso poteva parlare con lui senza quel velo di imbarazzo che provava prima. Ne era felice, perché lui le era davvero simpatico e in più la capiva bene. Come ora. La sera prima mentre tutti erano impegnati a sbronzarsi come un gruppo di barboni lei aveva osservato bene Kate. Come lei non avesse staccato mai gli occhi da Horan, nemmeno quando era con Zayn. Come avesse continuato ad elogiarlo e a bisbigliare nell’orecchio di Perrie con gli occhi brillanti fissi su di lui. Zayn doveva averlo notato anche lui, ma sembrava non averci dato peso. Tutto questo le faceva sperare che le cose avrebbero potuto cambiare a suo favore. Se Kate aveva perso interesse per lui, innamorandosi di Niall, beh, allora lei … aveva campo libero. Il solo pensiero le fece avvampare le guance. Doveva pensare … doveva dare una piccola mano al destino … Avrebbe parlato con Niall. Dopotutto lavoravano per lo stesso scopo.
Si alzò e indossò la vecchia maglietta slabbrata che indossava per dipingere e si chiuse nella stanza dei graffiti. Un sorriso beato le si era stampato in faccia mentre spruzzava la vernice sul muro.
***
Niall aveva trascorso la domenica beandosi della vittoria. Tutta la sua famiglia lo aveva festeggiato ed ora se ne stava spaparanzato beatamente sul letto. Aveva provato a chiamare Louis  ma aveva il telefono staccato e si era augurato che il ragazzo stesse bene e che non fosse successo nulla a sua madre. Afferrò il cellulare e si mise a rimirare per l’ennesima volta le foto di Kate. Sospirò. Era bellissima. Ripensò alla sera prima, a quello che era riuscito a dirle, a come lei lo avesse guardato tutta la sera. Chissà … forse, forse Kate aveva capito che lui l’amava disperatamente.
I suoi pensieri furono interrotti dallo squillo del telefono, pensò che fosse Louis e rimase leggermente stupito nel vedere che si trattava di Hope. Strano, pensò mentre si accingeva a rispondere.
Man mano che la ragazza parlava, il sorriso sulla faccia di Horan si allargava.
-Grandioso, Hope. Sono sicuro che questa volta funzionerà! Buona notte, stellina. Domani sarà una grande giornata!
***
Lunedì mattina un inconsueto sole splendeva nel cielo azzurro smalto e l’aria era insolitamente tiepida. Hope si truccò e si vestì con cura, prese la borsa con i libri e si avviò verso la scuola. Era piuttosto elettrizzata al pensiero di cosa sarebbe successo di lì a poco. Se i suoi conti erano giusti, quel giorno stesso Kate avrebbe lasciato Zayn e si sarebbe messa con Niall. E lei … beh, a quello preferiva non pensarci altrimenti iniziava a sudare e i battiti acceleravano troppo. Un passo alla volta, si disse. Ora togliamo Kate da mezzo, poi …
Si sentiva un po’ in imbarazzo ad aver architettato la messinscena che di lì a poco avrebbe recitato ma era per una buona causa. In fondo, lo faceva anche per Kate. Era evidente che la sua bruna amica aveva preso una cotta per Niall. Lei e Zayn insieme non funzionavano poi così bene, questo era un fatto. Altrimenti Kate come avrebbe potuto anche solo pensare di innamorarsi di un altro quando aveva Zayn?
Arrivò davanti alla scuola e si diresse sotto il grande albero dove si riunivano di solito. Niall era già lì e la ragazza notò che indossava una felpa e una giacca nuovi. I due si sorrisero e lui le fece l’occhiolino. Ma Hope riusciva a vedere che anche lui era molto nervoso. Harry era poco più in là in compagnia delle gemelle Thomas che gli si erano appiccicate addosso una per parte. Liam invece le venne incontro sorridendo.
-Ehi, Hope! Sei particolarmente bella oggi. Cos’è, un qualche anniversario?
Lei scosse la testa, imbarazzata. –No. Beh, chissà … potrebbe diventarlo – si lasciò sfuggire, arrossendo subito dopo.
Per sua fortuna arrivo Michelle che attaccò a parlare a ruota libera su come aveva passato la domenica, così lei potè far finta di niente.
Poco dopo arrivò Zayn che le dedicò un sorriso smagliante.
-Hope, sei uno splendore stamattina! Proprio come questa bellissima giornata!
La ragazza dovette appoggiarsi al muro di cinta perché si sentiva le gambe molli.
-Grazie … ehm, sei … molto gentile ..- balbettò.
In quel momento si sentì il familiare strillo di Kate:
-Buongiorno a tutti! Avete visto che giornata fantastica?!
La mora saltellò allegramente a baciare tutti. Quando fu il turno di Niall però si limitò ad un abbraccio veloce anche se lo sguardo che gli lanciò valeva più di mille parole. Con Zayn si scambiarono un bacio che a Hope sembrò piuttosto freddo.
-E’ ora di entrare. – fece Liam guardando l’orologio. Dove sono Louis ed Eli? Qualcuno li ha visti?
-No. – Niall allngò il collo –Là c’è Harry con le gemelle … ma del Tommo e della mia compatriota non c’è traccia … magari oggi marinano …
-Sì, Louis …. –Zayn lo guardò con aria scettica.
Si avviarono verso l’ingresso e proprio mentre entravano dal cancello spuntarono Eli e Louis sullo skateboard di lei. Niall scoppiò a ridere: Louis aveva gli occhi sbarrati dietro alle lenti e il cappello di lana che teneva perennemente in testa era sul punto di scivolare giù. Eli stava dietro e lo teneva stretto, guidando con perizia lo skate in mezzo ai ragazzi. In un attimo i due saltarono giù dallo skate che lei si fece saltare in mano con un colpo di tacco.
-Cavolo, Lou! Che ingresso! – Niall si stava tenendo la pancia dal ridere e si beccò uno scappellotto da parte di Eli che lo fulminò con lo sguardo.
-Ehi, sorella! Tommo! – Harry aveva mollato le gemelle ed era venuto a salutarli.
Louis si stava riprendendo dallo shock di essere stato abbracciato alla ragazza per tutto il tragitto. Eli abbracciò Harry e gli sussurrò all’orecchio:
-Ehi, Haz, tra mezz’ora ai bagni del terzo piano. Devo parlarti.
Entrarono tutti e si separarono per dirigersi ognuno alle rispettive  aule. Harry seguì Louis nell’aula di informatica. In realtà lui non faceva informatica ma voleva parlare con il suo amico. Si imboscò in fondo con l’hacker e mentre il ragazzo accendeva il monitor cominciò il suo personale terzo grado.
-Ieri sera non eri a casa, Lou. E’ successo qualcosa?
L’altro mugolò qualcosa e si calcò il berretto in testa. Harry sorrise e glielo levò.
-Questo non ti serve, Lou. Cristo, hai dei capelli bellissimi e li tieni sempre nascosti. Allora? Come mai stamattina sei arrivato con Eli sullo skate?
Louis arrossì e borbottò:
-Eravamo in ritardo. Fare colazione a casa O’Shaughnessy è un’impresa titanica.
-Hai dormito in casa di ELI?! E me lo dici così? Dai, Lou, dettagli! Dettagli!
-Non c’è niente da dire, Harry. Ieri … beh, è una storia lunga e non mi va di parlarne qui. Comunque, ho dormito in camera di Cuchul .. cioè, Dougie.
-COSA?! E perché? Ma ti sei bevuto il cervello? Cioè, dico, eri lì con lei e hai dormito con suo fratello?!?
Louis fece per ribattere ma una voce furiosa li interruppe.
-Allora, STYLES! – ruggì la professoressa MacGregor – COSA CI FAI NELLA MIA AULA?!
-Volevo migliorare il mio punteggio.- Harry sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, con tanto di fossette.
La donna emise una sorta di ruggito.
-FUORI DI QUI! IMMEDIATAMENTE!
Harry sgusciò fuori dall’angolo, fece un inchino, una piroetta e fuggì tra gli applausi della classe intera.
Louis sorrise e guardò la professoressa veleggiare verso la cattedra, paonazza dalla rabbia. Bene, si disse, movimentiamo un po’ questa giornata … E, entrato nel suo sistema, iniziò a infettare il sistema della scuola. Di lì a dieci minuti tutti i monitor mostravano a ripetizione Billie Joe Armstrong che si tirava giù i pantaloni mentre cantava King for a day. Louis si rimise il cappello in testa e se lo calcò bene. Poi si appoggiò allo schienale della sedia e attese. Di lì a pochi minuti il preside entrò come un tornado nell’aula.
-Tomlinson! Fai finire immediatamente questo … questo orrore!
Il ragazzo lo guardò con gli occhioni sgranati.
-Io? Ma cosa posso farci … chiamate qualcuno della sicurezza …
-TOMLINSON! ADESSO BASTA! FAI SPARIRE QUEL BRUTTO PERVERTITO DI ARMSTRONG DAGLI SCHERMI!
-Oh, preside, conosce i Green Day?
L’uomo era sull’orlo di un collasso.
La MacGregor venne in soccorso del collega.
-Louis, avanti. Per piacere ….
Il ragazzo si strinse nelle spalle, si alzò lentamente e si avviò verso la porta.
-Andiamo, preside. Devo lavorare dal computer centrale.
Appena lui uscì, seguito dal preside e dalla MacGregor la classe scoppiò in ululati e applausi. Dalle altre classi si affacciavano studenti e professori, i primi esaltati, i secondi – a parte qualche rara eccezione – sconvolti.
Louis vide Harry e Eli che si sbracciavano fischiando. Li salutò con un cenno e proseguì serafico. Magari questa volta lo avrebbero sospeso, ma almeno si era divertito. Era un po’ che non succedeva.
Harry e Eli guardarono l’amico allontanarsi e si sorrisero.
-Cosa c’è, sistah? Ho sentito che Lou ha dormito da voi .. con Douglas?!
La ragazza rise:
-Avanti, Haz, Louis è un gentiluomo …
Harry alzò un sopracciglio con aria critica e la corresse:
-No, tesoro. Louis è un cagasotto. E’ diverso.
-Harry! Dai, poverino … secondo me non ci è mai stato con una ragazza. Un po’ di comprensione, bro.
Harry le sorrise:
-Bene, allora dovrai educarlo. Sei brava in quelle cose, se non ricordo male.
-Tempo al tempo, bro. E poi chi ti dice che io voglia stare con lui?
-Lo  guardi in un modo … tipo, un bel gelato?
-Piantala, Haz. Sei peggio dei miei fratelli. E poi ti avevo detto di non fare l’agente matrimoniale!
Harry scoppiò a ridere e fece uno scatto di lato per evitare la spinta della ragazza.
***  
 
La campanella della ricreazione non aveva ancora finito di suonare che un’orda di studenti vocianti si riversò nei corridoi e nel cortile. Harry e Eli andarono in cerca di Louis e lo trovarono mentre usciva dalla presidenza.
-Lou! – urlò Harry correndogli incontro. –Allora? Guai grossi?
-Non ti hanno sospeso, vero? – Eli sembrava seriamente preoccupata.
L’hacker sorrise ed Eli si ritrovò a pensare che aveva un sorriso spettacolare, quanto quello di Harry. Peccato che era più raro di un rinoceronte bianco …
-No. Mi hanno chiesto di mettere a posto alcune cosette e come forma di pagamento mi hanno evitato la sospensione. E’ stato divertente, soprattutto quando, con la loro autorizzazione, ho potuto praticamente vedere tutte le password di tutto il personale docente. Mi sono risparmiato un bel po’ di lavoro a casa…
Harry lo abbracciò ululando. Poi i tre uscirono in cortile. Eli si sentiva stranamente felice in mezzo ai due ragazzi. Si piazzarono sotto l’albero e mentre lei e Harry facevano una gara di tirassegno col suo coltello, Lou trafficava col tablet. Si era tolto sciarpa e cappello e il sole splendeva sui suoi capelli, accendendo bagliori bronzei.
A un certo punto, sollevò la testa e guardò i suoi amici che litigavano per il punteggio e un piacevole calore gli si irradiò nel petto. Fece un piccolo sorriso. Forse era arrivato anche per lui il momento di avere un po’ di felicità.
***
 Kate corse in bagno, si rifece velocemente il trucco e andò in cerca di Zayn. Ormai aveva preso la sua decisione e l’agitazione che l’aveva dominata per tutta la domenica era sparita. Aveva capito che in realtà quello che provava per Zayn era solo un’infatuazione. Certo, lui era uno dei ragazzi più belli della scuola e, sicuramente, era quello più cool con quell’aria un po’ da bel tenebroso. Ma in fondo non era proprio il suo tipo. Niall invece … sentì un’ondata di calore salirle alle guance. Solo pensare a lui le faceva venire le palpitazioni. Vide Zayn accanto al suo armadietto e lo raggiunse di corsa.
-Kate, tesoro. Cosa c’è?
Il moro la guardò con un sorriso.
Lei prese un bel respiro e disse tutto d’un fiato:
-Zayn … ecco, io … beh, non so come dirtelo ma. Penso che le cose tra noi non stiano funzionando troppo bene. Tu sei assolutamente fantastico ma … penso di volere qualcos’altro.
La ragazza prese fiato e si scostò una ciocca di capelli dal viso, mordendosi un labbro mentre attendeva la reazione del ragazzo.
Una piccola parte di Zayn reagì male al discorso di Kate. Insomma, era lui che mollava le ragazze, non il contrario! Ma l’idea che la separazione tra lui e Kate filasse via liscia, senza lacrime e recriminazioni era talmente allettante che bastò a soffocare il moto d’orgoglio.
-Quindi, è finita? – si limitò a dire, fissandola con gli occhi color miele impassibili.
Kate si dondolò sui piedi, leggermente imbarazzata e anche un pochino delusa. Aveva pensato a qualcosa di più passionale… che so, insulti, tentativi di baci violenti … bah, forse era meglio così. Anche se questa conclusione così blanda non era esattamente di suo gusto.
-Direi di sì, Zayn. Penso sia la cosa migliore. Prima di rovinare anche la nostra amicizia. Perché spero che rimarremo amici, vero?
Il ragazzo le sorrise, un sorriso vagamente finto, pensò lei. Evidentemente non ci teneva affatto a lei. Era solo questione di stupido orgoglio da cacciatore.
-Certo, Kate. A dire la verità … beh, volevo dirti anch’io la stessa cosa. Ultimamente, mi ero accorto che quello che provavo per te non era proprio amore. Ma non volevo ferirti.
-Beh, allora va bene così, immagino. – Kate sorrise sollevata e fece un cenno di saluto con la mano prima di allontanarsi a passo spedito alla ricerca di Horan.
Cercò nei corridoi, ma niente. Allora corse in giardino e cercò la testa bionda di Niall nelle vicinanze del grosso albero dove di solito si riunivano. E infatti, lo vide, i capelli che brillavano al sole, nel solito posto insieme a tutti gli altri.
Si rassettò il vestitino turchese, controllò nello specchietto che teneva nella piccola tracolla che il trucco fosse a posto e si avvicinò al ragazzo per dirgli che si era lasciata con Zayn … a causa sua. Ma ciò che vide la fece rimanere impietrita per alcuni secondi.
Niall stava baciando Hope.
Kate emise un mugolio strozzato. Non era possibile! Niall le aveva fatto chiaramente capire di essere perdutamente innamorato di lei! E ora … ora …
-No! – urlò con voce strozzata prima di fare dietrofront e scappare via in lacrime.
Andò a sbattere contro diversi ragazzi nella sua fuga precipitosa verso i bagni delle ragazze ma non sentì nemmeno i vari insulti che le venivano lanciati dai malcapitati travolti. Il cuore le batteva talmente forte che sentiva i battiti rimbombarle nelle orecchie. Mentre stava per raggiungere la porta di ingresso, si sentì afferrare da dietro.
Si trovò davanti Niall, tutto rosso e spettinato per l’inseguimento. Lo fissò boccheggiando, incapace di sillabare alcunché di sensato. Il ragazzo fece per dire qualcosa ma ci ripensò e, presala per i fianchi, la tirò a sé e la baciò con passione. Kate lasciò da parte ogni pensiero che non fosse le labbra del ragazzo e si perse tra le sue braccia. Ma quando si staccarono per riprendere fiato, gli tirò una sberla.
-Come hai potuto?!
Niall sorrise incerto, toccandosi la guancia che si stava arrossando e sempre tenendola ben salda per i fianchi le disse:
-Era solo un modo per attirare la tua attenzione, Kate! Tra me e Hope non c’è mai stato e mai ci sarà niente! Era solo una stupida finta per cercare di sbloccare la situazione … Perché io ti amo da impazzire, Kate Hamilton.
Lei arrossì un pochino, ma poi lo afferrò per il colletto e lo tirò verso di lei:
-E allora baciami, stupido!
I due rimasero incollati l’uno all’altra in un bacio che Kate, più tardi, definì il bacio più fantastico della mia vita. Non sentirono la selva di urla, fischi e battutacce con cui gli studenti lì attorno salutarono il loro focoso bacio. Non sentirono nulla, se non i loro cuori che battevano all’unisono, finalmente a casa.

****
E fuori due! il rugbista e la cheerleader si sono messi insieme! Alè Alè Alè! *coretti da stadio con tanto di vuvuzelas" Eli non è indifferente a Louis e oramai tutto si sta mettendo in ordine. in attesa della resa dei conti, ci inchiniamo solennemente. Buonanotte  
  
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