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Autore: Danpo    02/10/2014    3 recensioni
Una comitiva di ragazzi che frequentano il liceo, decidono di andare in vacanza tutti assieme.
Ciò che accadrà dopo è ciò che accade nella vita reale, ogni giorno.
Dal testo:
"Per un breve istante desiderai che il bambino morisse così che mia madre potesse sentirsi meglio- David guardò negli occhi Rob - Ora sono figlio unico, e senza madre."
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cose miglioi ci lasciano in estate.'
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3.

The end of the summer.

 

 

L'auto si fermò dinnanzi al vialetto della casa di David. Il ragazzo da dentro la vettura scorse il giardino deserto, proprio come si aspettava. Si voltò verso Robert, con una velata espressione di malinconia «Qualsiasi cosa accada, sai che puoi chiamarmi.» Robert abbracciò l'amico. Sapeva quanto David non volesse tornare a casa, seppur non lo desse a vedere. Non che odiasse la sua famiglia, ma c'era qualcosa che lo metteva a disagio ogni volta che si trovava in mezzo a suo padre e alla sua compagna. Scesero dall'auto e si accorsero che sotto l'ombrello in due si stava scomodi. David aprì il cofano e prese l'unica valigia che si era portato. Abbracciò di nuovo Robert e salutò Julius. Sollevo la valigia pesante e si precipitò dentro. Poco prima di entrare sentì l'auto sfrecciare via. Adesso era solo in mezzo ai suoi genitori.

 

Entrò, chiudendo la porta dietro di sè. Lasciò cadere il trolley a terra ed esultò «Sono a casa!». Ma nessuno parve sentirlo: davanti a lui, la compagna di suo padre stava ascoltando la musica da un paio di cuffiete rubategli dalla sua stanza, mentre stava cucinando, il padre russava rumorosamente sopra il divano di pelle, mentre sua sorelle disegnava qualcosa senza curarsi di lui. Così provò ad alzare il tono della voce, riuscendo ad attirare l'attenzione della sorella, che si girò e gli disse «Bentornato!» gli corse contro, lo abbracciò e poi tornò a disegnare. Provò una terza volta, ma poco prima che potesse aprire la bocca, la donna si girò vedendolo fermo sull'uscio «Oh mio Dio! David! Da quanto sei arrivato? Che ci fai lì fermo?» corse ad abbracciarlò e lo baciò sulla guancia. David avanzò lunga la stanza e si sedette al tavolo, suo padre russava ancora. Ma la matrigna di David andò a punzecchiarlo invitandolo a svegliarsi. E così fece dopo una decina di minuti. Ma si limitò soltanto a farsi baciare sulla guancia da suo figlio e a chiedergli "Come è andata?". Una domanda al quale il figlio avrebbe preferito non rispondere, dato che era andata favolosamente, contrariamente ai piani dell'uomo.

Poco prima di partire suo padre gli aveva ricordato ciò che lo attendeva al ritorno. Avrebbe dovuto ripulire il giardino dalle cartacce che la sorella, avuta con la seconda moglio, avrebbe sicuramente lasciato in giro, e debellare le erbacce che di lì a poco sarebbero cresciute rigogliose sul verde prato. Ma a David questo non importava, e decise comunque di non lasciarsi intimidire e partire per qualche mese con i suoi amici. Era sbagliato ciò? Secondo il padre sì. Gli aveva anche raccomandato di prestare attenzione e di stare attento, perché le vacanze non sono come vengono dipinte da tutti, no. Sono solo un immenso spreco di denaro e di tempo, ecco come la vedeva Harry. E mentre al ragazzo tornavano in mente tutte le cose successe poco prima di partire, i suoi pensieri furono interrotti dal piatto colmo di carne e purè che gli fu posto davanti. «Grazie» e ingoiò il primo boccone. Quando ebbe finito, si alzò dal tavolo e trascinò la valigia in camera sua, desideroso di fare una doccia e lavarsi via quella malinconia.

 

Robert prese il posto accanto a quello di Julius, giusto per fargli compagnia e pochi minuti dopo aver lasciato David, arrivò a casa. La sua dimora era modesta, e si affacciava su una strada poco trafficata che il padre aveva scelto appositamente per non disturbare la madre. Le due valigiesembravano aver perso peso, e il ragazzo procedeva con aria spedita verso l'ingresso. Aprì la porta e subito fu accolto dal calore della casa, mentre il padre gli andava incontro con le braccia tese «Robert! Finalmente a casa!» esordì l'uomo, ma il ragazzo guardò l'angolo della stanza nella quale solitamente la madre alloggiava «Dov'è mamma?» quasi ignorando l'affetto del padre, cercò con lo sguardo il letto in cui la donna di solito riposava «L'ho dovuta trasferire sopra perché la luce del sole l disturbava» disse malinconico «Lei ama il sole. Ne ha bisogno altrimenti diventa pallida» Robert protestò lasciando cadere le valigie «Robert, non sempre ciò che tua madre ama le fa del bene.» gli occhi dell'uomo erano tristi ora «Tua nonna ha già preparato qualcosa da mangiare, va a salutare tua madre e dopo la nonna. Pranzeremo più tardi per oggi». E così fece. Si precipitò nella stanza della madre, correndo. Spalancò la porta e la vide lì, come sempre. Era sdraiata sul letto a baldacchino con la bocca aperta in un sorriso e gli occhi puntati sul figlio, mentre le mani reggevano un libro. L'intera stanza era stracolma di libri che la signora aveva letto. Robert rallentò la corsa per non disturbare la madre «Mamma» la donna sorrise «Vieni, Robert» con un filo di voce e le labbra secche, invitò il figlio a farsi avanti «Ti sei divertito?» Robert le prese la mano e notò che era abbastanza fredda, così cerco di riscaldarla dandole prima un bacio e poi stringendola fra le sue «Sì mamma, è stato tutto fantastico.» E fu lì, che per la prima volta in anni, Robert non si sentì il ragazzo bello e forte che girovagava in cerca di ragazze. E fu lì che Robert si sentì un uccellino che tornava al nido al quale era nato, irremidiabilmente rotto. E anche sul viso del ragazzo, l'estate terminò.
 


L'angolo dell'autore


Hola! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia ancora uno di quelli fatti per presentare i personaggi! Dal prossimo o comunque dai prossimi due comincerò a narrare i fatti veri e propri! Tenetevi pronti e cominciate a shippare coppie improbabili.

   
 
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