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Autore: Zola_Vi    02/10/2014    3 recensioni
-A lui interessa un altro genere di ragazze- dissi distogliendo il viso dal suo e mantenendolo basso. 
Sorrise. 
-Questo é tutto da vedere- 
-Cioè?- 
-Potresti chiederglielo- 
-A quale scopo?-
-Magari siete anime gemelle- mi fece un occhiolino. 
Si alzò poco dopo, lasciandomi ai miei pensieri, tornando in camera sua. 
“Anime gemelle” aveva detto. 
“Figurati” 
.........................
“Che ci sta succedendo?” pensai. 
All’improvviso, era cambiato tutto. 
Perché lui mi aveva evitata?
Perché lui non mi aveva più parlato?
Era tornato ad odiarmi, come in passato?
Voleva lasciarmi, di nuovo?
Come sempre, dipendeva tutto da lui. 
E io mi sentii debole, incapace di agire, come anni prima. 
-Ti prego. Non andartene un’ altra volta, non riuscirei a sopportarlo- lo supplicai.  
..........................
“Sai… quello che mi fa più rabbia é che io continuo a tenere a te, nonostante tutta questa merda” mi fermai alcuni secondi, per trattenere le lacrime.
“Mentre tu ti sei dimenticato di me da un pezzo”
“É così” disse semplicemente, dopo aver distolto il suo sguardo dal mio.
Quelle parole mi ferirono.
Il mio cuore si frantumò.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra: Ploon. 

 

-Mi chiamerai ogni sera- 

-E ogni mattina mi manderai un messaggino- 

-Poi ci rivedremo a Natale- 

-E passiamo il capodanno insieme, come se fossimo ancora delle bambine!- 

Holmes Chapel. 

College. 

Hayley. 

Lei stava per andarsene, lasciandomi per la prima volta. 

L’avrei rivista solo durante le vacanze. 

Mi mancava già.

-Ho capito, Ploon- rise. 

L’abbracciai, stampandole un bacio enorme sulla guancia. 

-Ripetimi tutto, allora- 

Alzò lo sguardo al cielo, sorridendo. 

-Non ho la memoria corta come la tua, scema- 

-Sei una sorella, Hayley. Ho bisogno di te- 

-Io non scappo- 

-Sarà meglio- sentenziai. 

Ero lì, di fronte alla sua macchina nera, pronta per dirle ‘Arrivederci’. 

Liam stava caricando i bagagli: Harry lo aveva ospitato a casa sua per un paio di giorni. 

E con lui c’era Simon, silenzioso. 

Gli altri erano tornati nelle loro città, per salutare le proprie famiglie. 

Eleanor, Perrie e Arya sarebbero venute con me e i ragazzi in tour. 

Mentre Zoe e Faith avrebbero cercato un lavoro in città, non avendo voglia di studiare. 

-Fatti rispettare dal riccio: tienilo d’occhio- 

-Quando capirai che non ce n’é bisogno?-

Scrollò le spalle, sorridendomi. 

-E’ cambiato, lo so- 

Finalmente ero riuscita a farglielo capire. 

-Fammi sapere quando arrivi- 

-Contaci- 

Poi l’avevo salutata per l’ultima volta, riempendola di raccomandazioni e frasi dolci. 

-Senti anche Liam, mi raccomando-

Mi fece solo un occhiolino, impedendomi di non ridere. 

-Buon viaggio, ti voglio bene- 

 

-Io vado da Harry, Ploon. Ci vediamo là, ok?- 

Annuii, salutando Liam con la mano e sorridendogli. 

Poi posai lo sguardo su Simon, intento a guardarmi. 

-Alla fine, avevo ragione. Eri innamorata di Harry- 

Abbassai il viso, quasi in imbarazzo. 

Mi sentivo ancora in colpa, dopotutto. 

-Spero non te ne pentirai- 

Scossi il capo, timidamente. 

-L’hai sempre amato- sorrise. 

Sembrava non mi odiasse, incredibilmente. 

Secondo la mia opinione, avrebbe avuto tutto il diritto di prendermi a pugni. 

-E hai anche ritrovato Michael- 

Risi, ricordandomi di quella buffa coincidenza. 

-Mi stupisci ogni volta, tu- 

Lui era sempre lo stesso, nonostante fosse stato ferito. 

-Senti, Simon… Non ti ho mai detto che mi dispiace…- 

-Non ce n’era bisogno. Lo sapevo- 

Lui era stato mio amico, prima ancora di essere il mio ragazzo. 

Ormai mi conosceva come le sue tasche. 

Sapeva che non l’avevo solo usato: gli avevo voluto un gran bene. 

-Possiamo rimanere amici- dissi, nel modo più sincero possibile. 

-Io ti amo, ancora- 

-… Ma non voglio perderti- aggiunse, dopo un po’. 

-E’ un si?- 

Sorrise. 

-Si- 

 

-Ehi, piccioncini! E’ pronto il pranzo!- 

Saltai immediatamente in piedi, lasciando le povere gambe di Harry rilassarsi. 

Corsi da Gemma, cuoca impeccabile. 

Il mio stomaco necessitava di cibo, immediatamente. 

-Ho preparato i tuoi piatti preferiti- sorrise. 

L’abbracciai, velocemente e subito, e mi sedetti a tavola. 

Liam era di fronte a me, allegro come sempre. 

-Cosa facciamo oggi pomeriggio?- 

-Gemma ti porta a fare un giro-

Il corpo di Harry, alto e muscoloso, comparve dalla porta. 

Vi si era poggiato con la spalla, sorridendo. 

-Come?- 

La sorella sgranò gli occhi, stupita da quell’affermazione così decisa e sicura. 

-Io devo uscire con James-

Si riferiva, ovviamente, al suo ragazzo. 

Non faceva altro che parlarmene. 

Mi scoppiava la testa da tutte le informazioni che mi aveva fornito su di lui. 

-Puoi venire con me e Harry nel bosco, te lo facciamo vedere- sorrisi al moretto, che ricambiò senza alcun problema. 

Sentii Harry sbuffare, così, gli lanciai un’ occhiata di rimprovero, divertita allo stesso tempo. 

Sapevo volesse trascorrere un po’ di tempo con me, da solo. 

Gli mandai un bacio con la mano e vidi comparire sulle sue guance le due adorabili fossette. 

-Ti faccio anche vedere l’albero da cui é caduto, come un salame, rompendosi un braccio e una gamba- sghignazzai. 

Gemma rise, ricordandosi la vicenda. 

-Avevi pianto- ammise, infine. 

-Non é vero- protestò suo fratello, visibilmente imbarazzato. 

-C’era mancato poco, però-

Fissai il volto dei riccio, attentamente. 

E capii che Gemma era riuscita a farsi odiare, anche questa volta. 

-Era stato coraggioso, invece- lo difesi, dopo alcuni minuti. 

Era la prima volta che accadeva: solitamente mi schieravo dalla parte di sua sorella. 

Ma quel ricordo era sempre stato dolce per me. 

Quel bimbo tenero e premuroso, nella mia memoria, aveva preferito soffrire un po’ di più, ma non far girare da sola per il bosco la sua Piccola Peste, per paura che si perdesse e rimanesse sola e spaventata. 

Era stato impeccabile e perfetto. 

Harry sorrise, andando al suo posto e sedendosi, a capo tavola. 

 

-Vuoi arrampicarti, Liam?- 

Scosse il capo, guardando l’altissimo albero di fronte a se. 

-Posso farlo io, Harry?- 

Era buffo gli chiedessi il permesso, in effetti. 

-Tanto poi fai come pare a te- rise. 

-Non ha tutti i torti- continuò l’altro. 

-Ma…- 

-Sali, pesciolino- 

 

*Flashback*

 

-Ploon, so che sei qui!- 

La sua voce, ogni giorno in pieno cambiamento a causa della crescita, riecheggiò nelle mie orecchie. 

Posai il libro che tenevo tra le mani e guardai in basso, vedendo il suo volto. 

Mi sorrise, dolcemente. 

-Puoi scendere?- 

Grugnì, facendogli capire che non l’avrei fatto. 

-Devo parlarti- 

-Fallo da lì, allora-

Alzò gli occhi al cielo, continuando a rimanere in piedi vicino al tronco del mio albero. 

-Hayley mi ha detto che Josh ti ha chiesto di uscire- 

Corrugai la fronte. 

-E quindi?- 

-Perché non hai accettato?- 

Scrollai le spalle, continuando a fissarlo intensamente. 

-E’ il mio migliore amico, se lo hai fatto per non infastidirmi o roba del genere…- 

-Non mi piace e basta- sentenziai prima che potesse finire la frase. 

Per alcuni minuti non disse nient’altro, abbassando il volto. 

Indossava una maglietta viola, con una scritta bianca sopra, e dei semplici jeans grigi.

I capelli gli cadevano sul volto, più lunghi del solito. 

-Non ti piace nessun ragazzo?- 

Aggrottai le sopracciglia, infastidita. 

Non sapevo se rispondergli o meno. 

Se avessi detto “si”, molto probabilmente mi avrebbe chiesto altre informazioni. 

Se avessi detto “no”, gli avrei mentito. 

-Allora?- 

Sembrava particolarmente interessato alla risposta. 

Era sempre stato curioso. 

Sorrisi, in modo beffardo. 

-Perché dovrei dirtelo?- 

Corrugò la fronte, pensando. 

-Perché te l’ho chiesto- 

Sospirai, togliendo il mio sguardo dal suo e volgendolo verso altri alberi, alla mia altezza. 

-Se sali, te lo dico- 

E poi era caduto, facendomi prendere un terribile spavento.

 

*Fine Flashback* 

 

Narra: Harry. 

 

-Quel Michael?- 

Annuii, continuando a guardarla negli occhi. 

Era stupita, tanto quando me quando lo avevo visto dopo molto tempo. 

-E sta con Arya?- 

Scossi il capo. 

-Non ancora-

Gemma abbassò lo sguardo, pensando. 

-Ero sempre stata convinta del fatto che gli piacesse Ploon- 

Aggrottai le sopracciglia. 

Ero lì di fronte a lei e mi diceva una cosa del genere?

-Non fare quella faccia, Harry. So benissimo che l’hai pensato anche tu-

Era mia sorella, mi aveva visto crescere. 

Sapeva tutto di me. 

Ma perché a volte era così maledettamente esplicita e chiara?

-Era simpatico, però-

-Se lo dici tu- bofonchiai. 

Il suo sguardo s’addolcì e mi sorrise, con tutto l’amore del mondo. 

-E’ passato molto tempo: gli sarà passata, fratellino- 

Gli facevo pena o tentava, per una volta, di essere tenera?

-Ploon adesso dov’è?- chiese, curiosa e cercando di cambiare argomento. 

-Con lui- 

Sghignazzò tra sé, cercando di nascondermelo. 

Corrugai la fronte, sentendomi preso in giro. 

Mi alzai dal divano su cui ero seduto per andare in camera mia, lontano da quel insopportabile sorella che mi ritrovavo accanto. 

-Ehi, Harry!- urlò, quando il mio piede toccò il terzo gradino delle scale.

-Ti voglio bene- 

Sorrisi. 

-Anche io, Gemma- 

 

Narra: Ploon. 

 

-Potresti aiutarmi a conquistare Arya- 

Mi fece un occhiolino e io, divertita, scoppiai a ridere. 

-Non credo ce ne sia bisogno. Hai già fatto colpo- 

Arricciò il naso, forse non convinto. 

-C’é qualcosa che mi dice il contrario-

Questa volta, quella confusa, fui io.  

-Cioè?- 

-Quando siamo in compagnia sembra addirittura innamorata. Ma quando siamo da soli, quasi non mi guarda nemmeno-

Accigliai lo sguardo, non capendo come potesse essere possibile. 

-Perché dovrebbe fare una cosa del genere?-

-Io non lo so- scrollò le spalle. 

-C’é qualche cosa che dovrei sapere?- chiese, interessato. 

Mi fermai a pensare, per alcuni istanti. 

Poi un dettaglio mi venne in mente. 

-Beh, l’unica cosa che mi viene in mente é, direi, che si é baciata, una volta, con Harry- 

Evidentemente stupito, portò il capo in avanti, spalancando gli occhi. 

-Quando?-

-Quest’estate- sorrisi, pensando a tutti quei fraintendimenti che si erano creati. 

-…Non stavamo ancora insieme- aggiunsi, alla fine. 

-Uhm, ok- 

Corrugai la fronte. 

Era diventato tutto ad un tratto più serio. 

-Cosa c’é?-

Scosse il capo, tenendolo basso. 

-Mi chiedevo se…- 

-Se?- 

Odiavo quando non finiva le frasi, lasciandole in sospeso. 

-Niente, lascia stare- 

 

Narra: Michael. 

 

Lei era felice. 

Finalmente, dopo tanto tempo passato nella menzogna: sorridendo quando l’unica cosa che voleva fare era piangere. 

Non avevo intenzione di rovinarle quel momento, speciale e magico. 

Il suo unico e vero amore l’aveva scelta, dicendole di amarla. 

Ero convinto avesse fatto un errore nel perdonarlo, ma infondo, sapevo, che aveva fatto la stessa cosa con me. 

Lei aveva questa dote. 

Lei perdonava, qualsiasi cosa. 

Ma prima o poi tutto ciò l’avrebbe portata alla rovina, perché non sempre ci si può fidare delle persone a cui si tiene. 

E lei lo faceva, incondizionatamente: mettendo l’anima in tutti i suoi sentimenti. 

Era buona. 

Ma sarebbe cambiata, se non fermata in tempo. 

Non é vero che le persone diventano forti grazie alle delusioni.

Diventano, semplicemente, di ghiaccio. 

E lei c’era andata davvero vicina. 

Non doveva riaccadere. 

Una persona così speciale é troppo preziosa per essere perduta per sempre. 

Arya era strana con me, quasi sospetta. 

Che mi stesse usando per fingersi felice, poiché Harry aveva scelto Piccola Peste?

Il dubbio mi venne, ma non lo esposi a Ploon, ignara di tutto. 

Tuttavia decisi d’intervenire. 

Dovevo parlare con Harry, a quattro occhi e da solo. 

Non avevo più paura di lui, come ai tempi del liceo. 

 

-Cosa vuoi?- 

-Parlare- 

Nonostante il mio corpo fosse poco più muscoloso e alto del suo, torreggiò su di me. 

Era notte, a malapena vedevo il suo volto. 

-Ploon é qui?- 

Scosse il capo, corrugando la fronte sentendo il suo nome pronunciato dalla mia bocca. 

-Voglio solo sapere una cosa- dissi sicuro di me, tenendo il mio sguardo fisso sui suoi occhi scuri. 

Fece un cenno di capo, facendomi capire di poter fare la domanda. 

-Si tratta di Arya- 

Corrugò la fronte.

Forse aveva capito dove volessi andare a parare. 

-Non hai mai provato nulla per lei?- 

Accigliò lo sguardo, passandosi una mano fra i capelli e leccandosi le labbra. 

-E’ un trucco?- 

Cosa?

-No, voglio solo capire- 

-A vantaggio di chi? Tuo?- 

Come sempre era stato intelligente e intuitivo. 

Ero lì per Piccola Peste, non per me. 

Volevo proteggerla. 

Volevo capire se fosse davvero al sicuro, come tanto affermava. 

Emise un ghigno, divertito, ma evidentemente anche infastidito. 

-Ci penso io a Ploon, Michael. Non ha bisogno del tuo inutile aiuto-

-Non mi fido di te- 

Glielo dissi, sputando quella parole con il massimo disprezzo. 

-E io di te- 

Evidentemente Piccola Peste era circondata da persone che l’amavano, ma che si odiavano tra di loro. 

Forse non voleva tutto questo. 

Forse non si rendeva conto in che posizione fosse, realmente. 

Viveva ancora nel mondo delle favole, in fondo. 

-Prova a ferirla e io ti ammazzo-

Si avvicinò al mio corpo velocemente, afferrando la mia felpa. 

-Non sono io quello che non riesce a proteggerla- mi ricordò, ferendo il mio orgoglio. 

 

*Flashback* 

 

22:00. 

Stavo tornando a casa. 

Avevo aiutato tutto il pomeriggio Ploon con matematica: era una frana in quella materia. 

Era fine Marzo e il cielo s’era fatto già buio. 

Quando notai una figura scura avvicinarsi, con passi sicuri. 

Inconfondibile, lo riconobbi. 

Era Harry, o quello che ne rimaneva. 

Non gli rivolsi la parola quando mi passò accanto, fingendo di non vedermi. 

Passai oltre, sospirando. 

Poi, tutto ad un tratto, qualche metro più in là, sentii afferrarmi un braccio, con violenza. 

Fui sbattuto a terra, con facilità e velocità. 

-Cosa vuoi?- 

Quando alzai la testa, memorizzai il viso del mio aggressore senza fatica. 

Era Seth, uno degli scagnozzi di Styles: una volta mio amico. 

-La ragazzina- 

Strinsi i pugni, volendo ribellarmi. 

Ma con un calcio ben assestato sul petto, mi fece cadere di nuovo in terra. 

-E non cerco appuntamenti romantici- 

Il mio corpo, ancora fragile e non allenato a quel tempo, si rivoltò contro di lui, invano, un’altra volta. 

-Si divertirà anche lei, vedrai- rise. 

-Non osare toccarla- 

-Altrimenti?- 

Mi prese per i capelli, sputandomi sulla faccia. 

-Portami subito da lei- sibilò. 

-Adesso!- urlò, scuotendomi sempre con più forza. 

Era evidentemente ubriaco. 

Il suo alito puzzava, disgustandomi. 

Sapendo dove si trovasse casa di Ploon, incominciò a tirarmi verso quella direzione. 

-Hai le chiavi di casa sua, non é vero?- 

Non risposi, così meritando un pugno sul naso. 

Incapace di muovermi, vergognandomi persino, le mie gambe cedettero. 

-Che cazzo fai? Alza il culo, stronzo- 

Il suo tono di voce, sempre più alto, mi fece inorridire al solo pensiero che le sue mani potessero toccare il corpo della mia amica. 

Mancavano pochi metri al suo giardino, quando, improvvisamente, un corpo più imponente di quello di entrambi, comparì. 

Alcune parole impercettibili e balbettate uscirono dalla bocca di Seth, diventato, all’improvviso, serio. 

In meno di un minuto fu steso completamente sul marciapiede, immobile. 

-Harry…- 

Poi fu su di me. 

Il suo sguardo, adulto e cresciuto, pieno di odio e, allo stesso tempo, preoccupazione, si avvicinò al mio. 

-Ploon…-  

Non mi fece finire la frase, girandosi verso la casa di Piccola Peste, guardando la finestra di camera sua. 

Le luci erano spente, forse stava leggendo un libro in soggiorno, come al solito. 

Per la prima volta, dopo molto tempo, fui sollevato di vedere Harry. 

-Seth voleva…- 

Corrugò maggiormente la fronte, intimorendomi a tal punto di tacere. 

Ero un codardo, ma non uno stupido. 

Se lo avessi infastidito, avrei fatto la fine del suo “amico”. 

-E’ circondata da idioti- sentii bofonchiarlo, amaramente. 

Si riferiva a Ploon?

Cosa voleva dire?

Poi, senza aggiungere altro, se n’era andato con le mani in tasca, senza voltarsi più indietro. 

“Forse a lei ci tiene ancora” pensai, dopotutto. 

 

*Fine Flashback* 

Non uccidetemi, per favore. 
So che sto andando a rilento e vi chiedo scusa <3 
Ma sia l'ispirazione che il tempo mancano, purtroppo. 
Allora, passando alle cose serie C:
In davvero poche avete recensito il capitolo precedente:( 
Come mai? Era così brutto?:C 
In ogni caso, so che questi capitoli sono un po' di passaggio e quindi possano risultare noiosi.
Anyway, cercherò di migliorare, prometto <3 
Cosa ne pensate di Michael?
Dite che c'é qualcosa di più che una semplice amicizia tra lui e Ploon? Oppure no?
E per quanto riguarda la rissa?;) 
Che mi dite? 
Cosa pensate succederà poi?
E gli altri ragazzi quando riarriveranno? <3 
Ne succederanno delle belle tra poco :3 
Neanche immaginate *-*
A prestissimo, spero. 
E recensite, per favore <3 
Così mi incitate a continuare :') Almeno so che qualcuno apprezza il mio lavoro AHAH. 
-Zola. 


 

(Ricordatevi di andare a leggere anche la mia nuova storia, mi farebbe molto piacere <3)
 
   
 
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