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Autore: Arianna18    03/10/2014    0 recensioni
Il quarto anno a Hogwarts stava per ricominciare, nell’aria si respirava un certo senso di impazienza e, allo stesso tempo, di irrequietezza: dopotutto il marchio nero era apparso alla coppa del mondo di quidditch.
Come ogni anno Harry Ron ed Hermione erano assieme in una delle cabine dell’espresso per Hogwarts e discutevano.
- Credi che sia tornato, Harry?- domandò Hermione tentando di mascherare una certa dose di preoccupazione.
- Non lo so Hermione, ma sicuramente la presenza dei mangiamorte e del suo segno non promette nulla di positivo- Harry era agitato, non tanto dall’apparizione del marchio e dei seguaci di Voldemort, piuttosto dai continui incubi che l’avevano perseguitato durante tutta l’estate. Se ne stava seduto sul sedile del treno cercando di trovare una spiegazione logica o un qualsiasi nesso tra i suoi sogni e gli avvenimenti di qualche tempo prima.
- Dovresti avvertire Sirius- commentò Ron. Harry scrisse subito una lettera al suo padrino spiegando dettagliatamente l’accaduto e, una volta conclusa, la affidò ad Edvige che, con un rapido battito d’ali partì dal treno in corsa e diretta chissà dove per consegnare il messaggio.
Quell'anno avrebbe segnato per sempre le vite di ognuno di loro.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Le parole di Harry le avevano finalmente aperto gli occhi, probabilmente Malfoy non era così male come aveva sempre creduto e probabilmente Viktor non faceva per lei. Ammetterlo fu come togliersi un peso dallo stomaco, subito si sentì meglio: cominciava a vedere la situazione una parte alla volta e tutto le sembrava molto più chiaro.
Hermione aveva ritrovato una sorta di equilibrio, di tranquillità, dopo settimane che cercava di nascondere a se stessa l’evidenza. Continuava a guardare verso il fondo del burrone e si stupì di quanto quel posto le piacesse. Non ci aveva mai fatto caso, ma il ponte coperto era esattamente il luogo di cui lei aveva bisogno senza troppa gente che passasse, calmo, dove riusciva a riflettere.
“Forse potrei dargli una possibilità...” Disse tra sé e sé. Dopotutto essere gentile non le costava così tanto anche se si fosse trattato di essere gentile con un Serpeverde: con Malfoy.
Decise di tornare nella sala grande allora s’incamminò senza dare troppa attenzione a chi stesse passando. Mentre camminava si mise a controllare i suoi libri, aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Gliene cadde uno e si precipitò a raccoglierlo, ma mentre si chinava qualcuno, che era stato più veloce di lei l’aveva preso.
Draco stava in piedi davanti a lei con il suo libro d’incantesimi in mano e un’espressione cupa che Hermione non poté fare a meno di notare. Le porse il libro senza nemmeno guardarla.
- Stai bene Malfoy? – Chiese prendendo il pesante manuale. Lui alzò lo sguardo in silenzio e annuì, una mano stringeva ancora il volume. Passarono alcuni secondi a osservarsi a vicenda, ma nessuno dei due sapeva che cosa dire.
Draco non stava bene, dopo che Krum aveva parlato con Hermione era andato da lui ed era stato molto chiaro: “Tu devi stare lontano da lei” gli aveva ordinato e per un attimo riuscì ad intimorire un Serpeverde. Tuttavia Malfoy cercò di sfidarlo, non credeva facesse sul serio: “Se no?” gli rispose, ma evidentemente il campione non aveva la minima intenzione di giocare a chi fosse il più forte e mise fine alla partita afferrandolo per la divisa e sbattendolo contro il muro di pietra dei sotterranei. “Non c’è nessun se! Tu le starai lontano!” Detto ciò lasciò la presa e se ne andò. Draco era sconvolto, scivolò lungo la parete fino a sedersi sul pavimento freddo. L’aveva minacciato, nessuno aveva mai osato farlo, ma cosa ancora più insolita, non aveva reagito.
Ora si trovava davanti ad Hermione ed era così amareggiato che non riusciva nemmeno a parlarle.
- Sei sicuro? –
- Sì... – Rispose freddamente lasciando il libro nelle mani di Hermione. Se ne andò lasciandola lì con i suoi dubbi.
Sicuramente era un comportamento strano, prima le chiedeva una possibilità poi la trattava come aveva sempre fatto. Non capiva e voleva vederci chiaro così corse verso di lui che intanto si era allontanato.
- Aspetta! Fermati! –
- Che vuoi Granger? –
 - Voglio sapere che ti prende! –
- Non mi prende niente –
- Non ci credo... –
- Bene, fai come vuoi. E ora puoi anche tornartene dal tuo amico! –
- Come scusa? –
- Non capisci Granger? Vattene! Vai da Krum –
- Sei solo uno stupido Malfoy! Sei solamente capace di prendere in giro tutti quelli che ti stanno attorno! E io sono ancora più stupida ad aver pensato di poterti dare una possibilità. Ma ovviamente tu non vuoi niente se non giocare con i sentimenti degli altri! – Hermione si sentiva così umiliata da far fatica anche a formulare una frase sensata.
- Io non sto giocando proprio con nessuno! – Le urlò contro lui, ma subito si fermò, avrebbe potuto continuare il discorso ma qualcosa che gli aveva detto lo aveva colpito.
- Aspetta, quali sentimenti? –
- Parlavo in generale... – non era così.
- Non ci credo –
- “Fai come vuoi” no? – disse lei facendogli il verso.
- A te non interessa Krum... non saresti qui se no –
Hermione non rispose, ma abbassò lo sguardo: Draco aveva centrato il punto.
- Non l’hai mandato tu a cercare di farmi cambiare idea! E’ Così? –
- Cambiare idea? Di cosa stai parlando? –
- Durmstrang mi ha detto di starti lontano, pensavo fosse una tua richiesta. –
- Oh mio dio... – era sempre più imbarazzata, non pensava che sarebbe riuscito a fare una cosa simile.
- Già, e io non ho reagito perché... beh, perché ero sicuro che l’avesse fatto solo perché tu gliel’avevi chiesto... – ora anche Draco era imbarazzato.
- Non gli ho detto di farlo, io... –
- Tu? –
- Ritenevo giusto dirgli cosa fosse successo, ma non credevo reagisse così... –
- Gli ho toccato il suo trofeo, per forza ha reagito così! –
- Non sono il suo trofeo! – Disse lei seccata. Come poteva dire che lei era un trofeo!
- Invece lo sei! Forse tu non ci fai caso a come ti guarda: è disgustoso, come se avesse vinto una stupida coppa di Quidditch! – Draco era davvero irritato, tirò un calcio ad una pietra davanti a lui mentre Hermione non riusciva a dire nulla.
- Lui è uno stupido, non io... – Concluse.
- Mi... mi dispiace... non doveva comportarsi così per un bacio che non significava nulla –
Draco ripeté nella sua testa le parole di Hermione: erano arrivate secche come un pugno dritto alla bocca dello stomaco. Esplose.
- Beh allora mi sono sbagliato evidentemente! Qua l’unica che non capisce le cose sei tu! –
- Come scusami? –
- Un bacio da nulla hai detto? Beh non era un bacio da nulla! Non lo era affatto e anche Krum se n’è accorto! Ed è tutto l’anno che cerco di fartelo capire ma tu sei testarda e continui a vedere quello che vuoi! Prova a usare quella testa per qualcosa che non siano le lezioni Hermione! Per una volta! –
L’espressione sorpresa della ragazza diventò subito più cupa, non se l’aspettava una reazione simile, sentirsi dare dell’idiota da Malfoy e capire che in fondo non avesse tutti i torti la destabilizzò. Pensò a quel bacio, al fatto che le fosse piaciuto e capì definitivamente che Viktor non faceva per lei, ma sicuramente nemmeno Malfoy , eppure qualcosa in lui l’attraeva ed era proprio questo il motivo per cui sentendogli dire quelle cose provò un forte senso di colpa.
L’aveva chiamata “Hermione”, non era mai successo e perciò ritenne che fosse una cosa seria, ma non riusciva a dire nulla. Vedendola rimanere in silenzio Draco scosse la testa come se non ci fosse nulla da fare e fece per andarsene, ma Hermione, facendo appello a tutto il suo coraggio, lo afferrò per un braccio fermandolo.
- Non mi ha lasciato indifferente quel bacio... – A quelle parole Malfoy si voltò appena. Hermione lasciò la presa e alzando le spalle incrociò le braccia al petto.
- E’ stato strano e... insolito, ma... no non mi ha lasciato indifferente e... – Cominciò a farneticare evidentemente imbarazzata, ma non riuscì a finire la frase. Draco si era avvicinato così velocemente che non se ne accorse nemmeno e in men che non si dica aveva posato le sue labbra su quelle di Hermione . Lui la attirò a sé e lei si abbandonò a quel bacio. Era entrata in una dimensione diversa, non riusciva più ad avere il controllo e in quel momento non esisteva né “serpeverde” né “Malfoy” .

•••

Perché doveva sembrare così sbagliato? Hermione continuava a pensare a cosa non riuscisse a convincerla pienamente su ciò che era successo. La sala comune di Grifondoro era insolitamente vuota quella sera, si sentiva solo un leggero fruscio di pagine e lo scoppiettare della legna nel camino. Tutto quel silenzio contribuì ad affollare la mente della ragazza: capitava molto spesso; inoltre, ultimamente, non riusciva più a parlare seriamente né con Harry né con Ron: l’uno troppo impegnato con l’imminente terza prova, l’altro troppo orgoglioso per rivolgerle un minimo sguardo. Voleva raccontare tutto, liberarsi di quel peso. Sperava che Harry entrasse da un momento all’altro, si sedesse lì con lei e le chiedesse di sfogarsi. Hermione osservava la porta così intensamente che sembrava potesse incendiarla.
Passarono pochi attimi e la maniglia si mosse provocando un leggero sussulto nella ragazza; dopo alcuni secondi si ritrovò a fissare Harry impalato all’ingresso della sala comune.
- Perché mi stai fissando? – chiese lui.
- Harry, speravo fossi tu!-
- Qualcosa non va? – Fece lui mentre si sedeva sulla poltrona accanto al fuoco.
- Non lo so, è complicato. Ho ceduto con Malfoy, di nuovo... l’altro giorno dopo che ti ho parlato ho riflettuto sulla situazione e ho deciso che forse non era così sbagliato dargli una possibilità, avevo intenzione di essere più amichevole nei suoi confronti, ma l’ho incontrato e mi sono lasciata prendere dal momento e ci siamo baciati...-
Harry la guardava senza emettere un suono, era insolito sentire quelle parole provenire da Hermione. Aveva sempre disprezzato il Serpeverde, ma le cose erano cambiate improvvisamente. Non era infastidito, non era arrabbiato, come di sicuro sarebbe stato Ron, ma in tutta quella faccenda aveva come uno strano presentimento, come se i conti non dovessero tornare, non tutti.
Forse era così, forse l’agitazione per la terza prova condizionava il suo giudizio. Non volle dirlo all’amica, non dopo aver visto quanto fosse confusa, tuttavia decise che era meglio tenere gli occhi aperti: solo perché Hermione aveva deciso di dar fiducia a Malfoy non voleva dire che lui dovesse fare lo stesso.
- Non c’è nulla di male... quindi ora? – domandò lui.
- Ora non succederà nulla, nessuno deve sapere quello che ti ho raccontato, soprattutto Ronald, non ce la farei a sopportare un’ulteriore scenata – ammise. Harry annuì. Non l’avrebbe mai detto a Ron, sarebbe impazzito. Scosse la testa per scacciare quel pensiero e il suo sguardo incontrò quello preoccupato di Hermione. I due si osservavano seduti davanti al camino, nessuno sapeva cosa dire e ogni parola pronunciata in quel momento sarebbe sembrata fuori luogo. Decisero che forse era meglio non aggiungere nulla e andarono ognuno nel proprio dormitorio.
Intanto, in un'altra stanza, Draco se ne stava sdraiato sul letto sperando che nessuno venisse a disturbarlo, a differenza della grifondoro non aveva la benché minima intenzione di parlare con qualcuno. Ripensò per un secondo a quella mattina e si chiese se avesse fatto la cosa giusta, non era da lui porsi queste domande, ma probabilmente era inevitabile.
Aveva fatto la cosa giusta per un semplice motivo: Hermione lo attraeva in tutti i sensi. Malfoy non poteva fare a meno di pensare a lei, l’unica che era riuscita a tenergli testa.
Non era preoccupato del giudizio dei suoi amici, in realtà loro contavano davvero poco, piuttosto, se la voce si fosse sparsa, sicuramente sarebbe arrivata a suo padre. Di suo padre aveva paura, inoltre non poteva perdere la sua stima, non se lo sarebbe mai perdonato.
Cominciò a riflettere, doveva trovare un modo per affrontare la situazione traendone, come sempre, tutti i vantaggi possibili. Non aveva intenzione di rinunciare ad Hermione e allo stesso tempo doveva tenere tutto nascosto. Ben presto arrivò alla conclusione che nemmeno lei avrebbe voluto sbandierare ai quattro venti cosa fosse successo, soprattutto per evitare discussioni inutili con Ron: era una grifondoro, ma non era stupida.
Draco chiuse gli occhi e incrociò le braccia dietro la testa, non poteva essere così complicato nascondere i fatti, dopotutto lui era sempre stato abile a mentire e a manipolare, perché questa volta doveva essere diverso?
Si addormentò con il desiderio di parlare con Hermione, di essere sicuro che lei pensasse le stesse cose o anche solo che lo corrispondesse. Temeva che Harry o qualcun altro, sapendo dell’accaduto, le avessero fatto un lavaggio del cervello convincendola del fatto che Draco Malfoy non fosse un opzione da considerare, neanche lontanamente.  

   
 
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