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Autore: DarkEyes    09/10/2008    0 recensioni
Introduzione rimossa poichè non vi sono cenni relativi alla trama. Si prega di inserirne una valida.
Rinoa81, assistente amministratrice.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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2.

 

 

****

 

Avevo sedici anni e avevo da poco appreso ciò che ero. Era sera e stavo tornando a casa, la strada era deserta tranne per qualche auto che di corsa passava illuminandomi coi fari. Avevo scoperto uno di loro mentre aggrediva una donna e d’istinto ero corsa per difenderla, ma dopo qualche secondo ne arrivò un altro ed io ero ancora alle prime armi. Non ero tanto forte.

Mi trascinarono in un vicolo buio ed ebbero la meglio su di me, mi colpivano con forza e senza sosta digrignando quelle loro orribili zanne, l’ultimo colpo mi fece sbattere con la testa contro il muro. La vista si annebbiò e le vertigini mi fecero cadere a terra priva di sensi, o quasi. I due si gettarono velocemente su di me, cominciarono a tastarmi il collo con le loro mani fredde, sentii le zanne di uno graffiarmi una guancia. Ero troppo debole e stordita per reagire, avevo male dappertutto e la testa vuota, mi tenevano bloccata a terra.

- Lasciatela stare! – una voce tuonò, era sicura e autoritaria, io provai ad aprire gli occhi ma una fitta al cervello mi fece desistere.

- Lasciarla? Ma è impazzito? – urlò uno dei due che era sopra di me.

- E’ sangue fresco, perché dovremmo? – grugnì l’altro.

- Vi ho detto di lasciarla stare! Obbedite! – ordinò la voce autoritaria e i due si separarono da me mentre l’altro invece si avvicinava.

- Come ti senti? – sussurrò dolcemente inginocchiandosi al mio lato, io provai a rispondere aprendo appena le labbra ma un’ondata di nausea mi permise solo di gemere. Dovevo essere davvero uno spettacolo pietoso.

- Col mio aiuto riesci a sederti?-

Deglutii a fatica cercando di reprimere lo stimolo di vomitare e annuii appena con la testa provocando fitte lancinanti alla nuca. Lui mi passò un braccio dietro le spalle e mi aiutò a sollevarmi ma in quell’istante fu come se il mio cranio esplodesse, ansimai di dolore, urlai e la mia stessa voce mi echeggiò dolorosamente nelle orecchie. Mi strinse a lui poggiandomi l’altra mano sulla fronte, le sue dita erano fredde ma in quel momento era piacevole quel tocco sulla pelle, cominciò a sussurrarmi parole incomprensibili. La voce era avvolgente e morbida come velluto, mi cullò e io mi rilassai abbandonandomi contro la sua spalla, il dolore sembrò pian piano calmarsi riducendosi ad un generale senso di malessere. Una sciocchezza in confronto a come mi sentivo prima!

- Va meglio? – chiese e io aprii gli occhi per guardarlo. La sua bellezza mi colpì subito, aveva capelli neri e lisci che gli arrivavano fin sulle spalle, occhi grigi e profondi bordati da ciglia folte e scure, la pelle chiara come cera.

- Sto meglio si.. – risposi incerta mentre continuavo a fissarlo, qualcosa in lui non mi era chiaro, era come se fosse avvolto da un’aura luminosa, e poi come avevo fatto a riprendermi così velocemente da quella botta? Lui sorrideva compiaciuto.

- Cosa mi hai fatto? Chi sei? - domandai allarmata sgusciando via dalle sue braccia. Il sorriso si spense dalle sue labbra esangui e una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto, gemette curvandosi su se stesso e lentamente si rannicchiò sull’asfalto. Respirava affannosamente e in quell’istante vidi sotto il suo labbro superiore lampeggiare due grossi canini appuntiti.

- Ma.. sei.. un vampiro! Che diavolo mi hai fatto? – sibilai infuriata mentre lui continuava ad boccheggiare di dolore davanti ai miei occhi.

- ..cos’hai? – poi gli chiesi preoccupata, ora era lui ad essere uno spettacolo pietoso.

- Stavi veramente messa male.. per aiutarti ho condiviso con te la mia energia vitale..- disse in un mormorio soffocato, io tentennai il capo confusa.

- Io.. io ho assorbito il tuo dolore e ti ho trasmesso.. una parte della mia energia - mi spiegò lentamente mentre il suo respiro cominciava a stabilizzarsi.

- Ora stai provando il mio stesso dolore? –

- Sta passando. Un vampiro è molto più forte di una giovane umana… - rispose abbozzando un sorriso, poi si distese supino e chiuse gli occhi. – Ora ho bisogno di riposare. Tu vai, corri a casa al sicuro prima che quei due tornino.. –

Io balzai in piedi pronta ad andar via, non me lo sarei mica fatto ripetere, poi mi voltai a fissarlo per l’ultima volta. Lui era ancora steso e il suo corpo era percosso da leggeri fremiti, mi aveva consigliato di andarmene ma io no so perché non ce la facevo a lasciarlo lì solo, in fondo mi aveva salvato la vita anche se non sapevo perché. In qualche modo gli ero debitrice nonostante lui fosse un vampiro.

M’inginocchiai accanto a lui, presi una sua mano tra le mie, era fredda e io ingenuamente volevo scaldargliela. Lui sorrise appena sentendomi al suo fianco, si rilassò e probabilmente si addormentò. Doveva recuperare le energie perse, le sue le aveva donate a me.

Restai a guardarlo per non so quanto tempo, lui era così dannatamente bello, era perfetto. Il cielo si fece sempre più nero e profondo, una leggera ma gelida brezza si alzò a scompigliarmi i capelli e chiusi gli occhi per schermarli dai detriti che volavano.

Qualcosa mi sfiorò la guancia e io spalancai le palpebre, lui si era alzato a sedere e mi guardava con i suoi occhi grigi, gelidi, in cui mi sentivo perdere.

- Sei ferita - sussurrò e la sua voce mi scivolò sulla pelle come un petalo di rosa.

- E’ solo un graffio - risposi riferendomi allo sfregio che il precedente vampiro mi aveva lasciato sulla guancia con i suoi canini, scrollai le spalle infastidita.

- Vorrei sapere perché mi ha salvato la vita? – gli chiesi alzandomi in piedi e anche lui lentamente si tirò su, era molto più alto e possente di me, mi superava all’incirca di 25 cm.

- Perché eri una bambina contro due mostri e stavano per ucciderti - rispose lui con semplicità, l’espressione del suo viso era neutrale quasi distaccata.

- Ma sei un vampiro! Tutti i vampiri di S. Francisco vorrebbero farmi fuori non salvarmi! – esclamai io irritata, mi sentivo presa in giro e odiavo essere chiamata bambina. Lui sorrise e il suo viso si illuminò di una strana luce.

- Farti fuori? – rise divertito – Preferirei fare con te ben altro… - aggiunse pronunciando il verbo “fare” con tono sensuale, io arrossii fino alla punta dei capelli e incrociai le braccia sul petto inviperita.

- Smettiamola con questi giochetti, voglio una risposta seria! – esclamai con decisione e lui smise di sorridere, fece qualche passo avvicinandosi a me.

- Quei due vampiri volevano morderti come si fa con un’umana dal sangue fresco, loro non sapevano chi sei… ma io lo so.. mia piccola prescelta! - disse con voce profonda e ipnotica che mi fece rabbrividire, con una mano mi accarezzò i capelli ma io mi scostai seccata.

- Ucciderti ora che sei così inesperta sarebbe sleale… e io odio essere sleale! –

- Continuo a non capire.. – ammisi alzando le spalle, lui emanava una forte energia, io non ero ancora in grado di quantificare quanto fosse antico.. ma doveva essere un vampiro davvero potente. Per un attimo un’idea guizzò nella mia testa, l’idea che lui potesse essere un.. No! Assolutamente non volevo pensarci!

- Il tuo potere si evolverà col tempo e diventerai una grossa minaccia per i vampiri, questo è vero, ma io preferisco averti dalla mia parte piuttosto che contro – ammise lui.

- Cosa vuoi dire? Non diventerò mai una vostra alleata! – esclamai inarcando un sopracciglio.

- Nostra? No no. Mia alleata! – sorrise divertito – Ti ho aiutata perché hai un grande potenziale che potrebbe risultarmi utile, inoltre ora in qualche modo siamo legati… con lo scambio di energia vitale ho condiviso con te un grande dono, ti ho imposto il mio marchio. –

La sua voce seria mi scivolò lungo la schiena come un cubetto di ghiaccio, rabbrividii a quelle parole, non ne sapevo molto di marchi ma sapevo che non era una cosa positiva per me.

- Lo so cosa stai pensando mia piccola prescelta, ma sbagli! – disse avvicinandosi ancora di più, i nostri corpi di sfioravano appena e mi ritrovai a fissare il suo petto, con una mano mi alzò il mento in modo che io potessi guardarlo negli occhi. Erano grigi, freddi e cupi come iceberg ma frementi di vita, palpitanti di bramosia.

- Con questo marchio ti prometto che ti proteggerò da qualsiasi cosa, tu ora sei parte di me. – sussurrò dolcemente – Io rimarrò nel mio mondo e tu continuerai la tua vita nel tuo, non ti sarò d’intralcio… potrai anche dimenticarti di me. Ma se un vampiro oserà toccarti troverà pane per i suoi denti! - sorrise con un lampeggiar di zanne.

- E.. dov’è la fregatura? – chiesi accigliata – Cosa vuoi in cambio? –

- Niente piccola mia.. per ora. Quando sarai grande ne riparleremo.. Ricorda io sarò sempre dalla tua parte, ti proteggerò, ma se un giorno dovessimo trovarci uno contro l’altro.. non sarò così indulgente. –

Deglutii faticosamente, ecco dov’era la fregatura! Se come lui sosteneva, in futuro io sarei diventata così potente, con quell’abile mossa si era guadagnato un posto in paradiso, mi aveva legato mani e piedi in modo che io non potessi mai intralciarlo. Era così assurda quella situazione che avrei voluto scappare via, ma invece me ne rimanevo lì paralizzata continuando a guardare quegli occhi così tremendamente ammalianti.

- Qual è il tuo nome, mia piccola prescelta?- mi chiese con un sorriso pieno di allusioni. Arrossii nuovamente mentre cercavo di controllarmi, ma.. cavolo! Ero una ragazzina e nessun mio coetaneo mi aveva mai sorriso a quel modo, e lui era un vampiro affascinante che mi stava promettendo protezione eterna.

- Katleen - risposi con voce ferma, almeno quella ero riuscita a controllarla.

- Un nome affascinante.. – sussurrò mentre infilava una mano nel suo giubbotto e ne estraeva un cartoncino bianco, me lo porse tenendolo tra il dito indice e il medio. Su un lato era scritto ad inchiostro rosso un indirizzo e un numero di telefono.

- Nel caso ti servisse aiuto.. mi puoi trovare lì. -

- Va bene.. – mormorai continuando a fissare il bigliettino.

- Il mio nome è Gabriel - disse il vampiro e la sua voce mi lambì il viso come brezza ardente. Tornai a fissarlo negli occhi, lui si chinò su di me con il viso a pochi centimetri dal mio, annegai nella profondità del suo sguardo e sentii le mie gambe vacillare.

- Ti proteggerò sempre, piccola mia. Ricordalo.. – sussurrò teneramente, la sua bocca esitò per un attimo sulla mia poi mi diede un casto bacio. Le sue labbra era morbide e calde, il battere del mio cuore accelerò facendomi mancare il respiro ma mi rilassai concentrandomi sulla pressione della sua bocca sulla mia. Senza neanche staccarsi da me scomparve, in un guizzo sparì, e da allora non lo rividi più.

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