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Autore: Svazzi    03/10/2014    1 recensioni
Raccolta di Shot ispirata a "30 Days"
Dalla seconda shot
Harry era davanti a me, i capelli appiccicati al viso, le guance arrossate per lo sforzo e le labbra semichiuse mentre cercava di riprendere fiato e mi guardava, mi guardava con quegli occhi magnetici e trasparenti, mi guardava facendomi sentire nuda e indifesa, mi guardava impedendomi di respirare regolarmente e impedendo al mio cuore di tornare al suo battito ideale e, in un attimo, le sue mani furono sulle mie guance e le sue labbra sulle mie. Tutto si fermò in quel momento, c’erano solo le sue labbra, delle quali sentivo il sapore per la prima volta, e le sue mani che infiammavano le mie guance.
Non c’era niente, c’era solo Harry, con il suo tocco delicato e il suo bacio al sapore di menta.
Interruppe il bacio facendomi sentire improvvisamente vuota, come se all'improvviso mi mancasse un organo o un arto, ma appoggiò la fronte sulla mia e i nostri occhi si fusero insieme creando un bellissimo miscuglio di azzurro e verde, rimase a guardarmi come se avesse davanti l’oggetto più prezioso che avesse mai visto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Claire'
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Ero talmente agitata che non riuscivo nemmeno a disegnare, era il ventesimo disegno che buttavo nel cestino. Mi alzai dalla sedia e cominciai a fare avanti e indietro per la stanza, erano le 6.30 e nel giro di un’ora Harry sarebbe stato seduto al tavolo della sala da pranzo insieme ai miei genitori.
Dopo quattro lunghi mesi mio padre si era deciso ad invitare Harry a cena e io non avevo la più pallida idea di come comportarmi.
Mio padre detestava Harry, l’aveva visto poche volte in quei mesi, ma non poteva sopportarlo.
Sciolsi i capelli che tenevo legati in una crocchia disordinata per disegnare, mi allisciai la maglietta più volte prima di aprire la porta e andare al piano di sotto.
Mia madre era indaffarata ai fornelli mentre mio padre faceva zapping in TV, Caroline era seduta sul tappeto a giocare con le sue bambole. Quando mi sentì arrivare alzò i  suoi occhi blu si di me «Claire, vieni a giocare con me?» mi chiese con quei dannatissimi occhi  da cucciolo a cui non sapevo dire di no, forse giocare con la mia sorellina mi avrebbe aiutato a calmare i nervi.
Mi sedetti vicino a lei e presi una bambola cominciando ad accarezzarle i capelli.
«Claire, a Harry piace l’arrosto vero?» mi chiese mia madre uscendo dalla cucina, aveva le guance rosse a causa del calore dei fornelli e i capelli erano raccolti in una coda disordinata, sorrisi.
«Certo mamma, non preoccuparti» risposi, sentii mio padre grugnire dal divano «E chi se ne importa se gli piace o meno» borbottò cambiando ancora canale; perché l’aveva invitato a cena se doveva comportarsi così? Amavo Harry, e se ne doveva fare una santissima ragione.

Alle 7.30 in punto il campanello suonò, finii di apparecchiare in un batter d’occhio e andai ad aprire la porta.
Un bellissimo Harry in camicia, giacca e jeans neri si presentò davanti a me, i capelli tirati indietro dando spazio ai suoi splendidi occhi verdi e in mano uno splendido mazzo di orchidee, dei cioccolatini, un peluche e un sacchetto con dentro una bottiglia di vino, aveva delle mani eccessivamente grandi.
«Ciao piccola» disse dandomi un bacio sulle labbra.
«Ciao Harry, cosa diamine hai portato?» chiesi prendendo in mano i fiori alleggerendogli il peso
 «Ho portato dei fiori per te, dei cioccolatini per tua madre, una bottiglia di vino per tuo padre e un peluche per Caroline» disse sorridendo e mettendo in mostra le sue adorabili fossette, scossi la testa «Non dovevi» gli lasciai un bacio sulla guancia.
Non facemmo nemmeno in tempo a chiudere la porta che Caroline si era fiondata all’ingresso «Ciao Harry!» i codini biondi dondolavano da una parte e dall’altra mentre saltellava da un piedino all’altro.
«Ciao piccola, questo è per te» Caroline adorava Harry e Harry adorava Caroline, era così dolce con lei. Lo obbligava spesso a giocare con lei e con le sue bambole, lui si sedeva e, senza batter ciglio,  cominciava a giocare “all’ora del tè”.
La bimba prese il suo nuovo peluche e se lo rigirò tra le mani prima di correre in sala da pranzo e farlo vedere ai miei genitori.
Ci avviammo anche noi in sala da pranzo dove mio padre era già seduto a tavola « Ne ha già abbastanza di peluche, non c’era bisogno che gliene comprassi un altro» disse scocciato senza nemmeno salutare, alzai gli occhi al cielo, poteva almeno comportarsi meglio.
 «Mamma, hai un vaso per mettere questi fiori?» chiesi ignorando completamente il commento di mio padre.
«Oh sono bellissimi Harry, le orchidee sono difficili da trovare!» mia madre mi tolse i fiori di mano e li andò a posare in un vaso mettendolo poi al centro del tavolo.
«Questi sono per lei, spero le piaccia il cioccolato – mia madre lo guardò con gli occhi quasi lucidi, adorava il cioccolato e Harry lo sapeva perché gliel’avevo detto io – e questo è per lei signor Marshall, Claire mi ha detto che se ne intende di vino» poggiò la bottiglia di vino che aveva nel sacchetto sul tavolo, per un momento gli occhi di mio padre si illuminarono.
Harry gli aveva portato uno Chardonnay, non particolarmente pregiato, ma il suo vino preferito «Abbiamo già abbastanza vino in casa» bofonchiò senza dare nessuna soddisfazione ad Harry.
Perché si comportava così? L’aveva invitato a cena per fare cosa? Per umiliarlo? Allora avrebbe anche potuto evitare.

La cena procedeva tranquilla, più o meno, mio padre se ne stava zitto mentre Caroline riempiva Harry di domande stupide e io e mia madre ci divertivamo a sentirlo rispondere; la mia mano stringeva la sua sotto il tavolo nel tentativo di calmare sia me che lui.
«Cosa fai nella vita Harry?» chiese a un certo punto mia madre interrompendo la raffica di domande di Caroline che si erano spostate su “Qual è il tuo super eroe preferito?”.
Harry si pulì la bocca e bevve un sorso d’acqua prima di rispondere «Studio legge e lavoro in un negozio di musica, sto cercando di risparmiare per poter comprare un appartamento tutto mio, senza dover dipendere dal mio coinquilino, è stato molto gentile ad ospitarmi, ma vorrei andare a vivere da solo» rispose sorridendo a mia madre che annuì compiaciuta, le erano sempre piaciute le persone indipendenti, sentii mio padre borbottare qualcosa ma non riuscii a distinguere le parole.
«Allora papà, cosa ne pensi del vino che ti ha portato Harry?» sapevo che lo adorava, ne aveva già bevuti tre bicchieri, ma non avrebbe dato soddisfazione e io mi sarei divertita a provocarlo perché mi ero davvero stufata del suo comportamento immaturo «Oh, ce ne sono di migliori» rispose riprendendo a mangiare l’arrosto che aveva nel piatto, vidi mia madre soffocare una risata mentre Harry mi stringeva la mano sotto al tavolo intimandomi di smetterla.
 «Sei già al terzo bicchiere, vuol dire che ti piace molto» continuai ignorando i tentativi del mio ragazzo di farmi stare zitta «Beh, Claire, è un buon vino, ma ce ne sono di migliori» rispose abbastanza spazientito «Non hai ancora ringraziato Harry».
Il tavolo era completamente silenzioso, nessuno parlava, io e mio padre ci guardavamo, nessuno dei due aveva intenzione di abbassare lo sguardo «Grazie, Harry» disse senza guardarlo, i suoi occhi rimanevano su di me «Di niente signor Marshall».

«Oh, è incredibile! Ti invita a cena e poi si comporta così» dissi facendo avanti e indietro, Harry era seduto sul mio letto e mi guardava divertito «Lascia stare Claire, va bene» scossi la testa, non andava affatto bene, doveva capire che ormai avevo vent’anni e non ero una bambina «Sei stato anche fin troppo gentile ed educato Harry, non avresti dovuto portare tutte quelle cose, anzi non avresti nemmeno dovuto accettare l’invito a cena» ero furiosa, Harry era sempre così buono e gentile con me e anche con Caroline, mio padre non aveva alcun motivo di detestarlo così.
Allungò il braccio guardandomi sorridente, sorrisi di rimando e afferrai la sua mano che si strinse prontamente alla mia, mi sedetti in braccio a lui e mi lasciai cullare.
«Va bene, sai perché? Perché tuo padre può dire quello che vuole, io ti amo e prima o poi tuo padre se ne farà una ragione e se non sarà così non mi importa» sussurrò facendomi rabbrividire, gli lasciai un bacio sul collo, vicino all’orecchio «Ti amo, Harry» sussurrai a mia volta stringendomi a lui.
«Tua sorella è proprio una chiacchierona» disse poi scoppiando a ridere, risi con lui guardando le nostre mani perfettamente intrecciate «Caroline ti adora – iniziai a giocare con i suoi anelli – anche mia madre ti adora, credo che sia questo il problema di mio padre, è geloso» mi baciò la fronte mentre io continuavo a torturare le sue dita.
«Non voglio portarti via da lui» sorrisi «È quello che gli dico anche io, non sei mica Ryan Gosling» dissi scoppiando a ridere mentre lui cominciò a farmi il solletico.
Mi bloccò con la sua mano i polsi e mi tenne inchiodata al letto mentre con l’altra continuava a torturarmi «Te la sei cercata tesoro mio» diceva mentre continuava a farmi il solletico.
Si abbassò lasciandomi un bacio sul collo «Sei bellissima quando ridi – il cuore perse un battito, la presa sui miei polsi allentò mentre lui rimaneva sopra di me – sei così bella che potrei guardarti ridere per tutta la vita, con quel naso arricciato e la lingua in mezzo ai denti» detto questo mi baciò, mi baciò come non mi aveva mai baciato.
Mi stringeva delicatamente il volto con le mani mentre le nostre lingue entravano in contatto facendo contorcere il mio stomaco.
Capii cosa voleva fare solo quando sentii una sua mano sotto la maglietta che accarezzava delicatamente la mia pelle procurandomi degli improvvisi brividi di piacere.
 «Voglio fare l’amore con te Claire, voglio amarti davvero» mi sentii avvampare.
Presi ad accarezzargli la schiena tonica da sotto il la camicia «I miei sono al piano di sotto, Caroline e nell’altra stanza e… » non riuscii a continuare la frase dato che la sua bocca aveva cominciato ad assalire il mio collo e le sue mani si facevano sempre più insistenti a scoprire parti del mio corpo.
«Non ti obbligherò Claire, ma devi dirmi sinceramente che non è quello che vuoi. Ti giuro che mi fermerò, ma solo se è quello che vuoi veramente» mi morsi il labbro, era sopra di me, i capelli scompigliati, le guance arrossate e gli occhi luminosi e pieni di lussuria, lo volevo, eccome se lo volevo.
 «Non fermarti, ti voglio
» sorrise e riprese a torturare il mio collo.
Gli sbottonai velocemente la camicia lasciandolo a petto nudo davanti a me, Dio era bellissimo.
L’avevo già visto in costume, ma vederlo così, sopra di me, con i muscoli leggermente in tensione, era una visione paradisiaca.
Mi ripromisi che avrei percorso i bordi dei suoi tatuaggi e li avrei imparati a memoria, gli baciai il petto all’altezza del cuore prima di sfilargli completamente la camicia di dosso.
Poco dopo anche la mia maglietta e il mio reggiseno avevano raggiunto la camicia di Harry in un punto indefinito della stanza e ora la sua bocca era intenta a baciare e mordere ogni centimetro di pelle che prima era coperta da quei due indumenti.
«Sei così delicata – sussurrò – ti farò sentire bene, te lo prometto
» le sue parole mi accarezzavano delicatamente, il cuore batteva così forte che presto mi sarebbe uscito dal petto. Faticavo a respirare mentre le mie mani tremanti cercavano di slacciare i suoi pantaloni.
Non ero mai stata particolarmente audace, ma in quel momento volevo solo lui, volevo sentirlo a contatto con il mio corpo, volevo dargli tutto ciò che possedevo.
Ci liberammo in fretta degli ultimi indumenti rimasti, mi sfiorava con le sue dita come se fossi un oggetto prezioso, un oggetto prezioso e fragile «Ne sei sicura?
» mi chiese premuroso, gli occhi erano pieni di preoccupazione.
Strinsi leggermente le braccia intorno ai suoi fianchi «Sono tua, mi fido di te
» chiuse gli occhi lasciandomi un bacio sulla fronte «Se vuoi che mi fermi devi solo chiedere ok? Se è troppo, se ti sto facendo male, fermami amore ok?» annuii mentre le farfalle nello stomaco svolazzavano più che mai, non mi aveva mai chiamata amore.
Sentii un leggero fastidio e poi un dolore non eccessivamente forte, ma abbastanza da fare uscire delle lacrime involontarie dai miei occhi. Harry baciò entrambi gli angoli dei miei occhi per asciugarle e continuò piano sussurrandomi parole dolci all’orecchio facendo sciogliere il mio cuore.
È vero, faceva un male cane, ma il dolore non era niente in confronto alla sensazione che stavo provando in quel momento. Ero di Harry ed Harry era  mio, inequivocabilmente, lo amavo come non avevo mai amato nessuno e ora ero completamente diventata sua.

«Stai bene?
»  mi chiese mentre passava la mano tra i miei capelli, gli baciai il petto.
«Mai stata meglio, te lo assicuro
» sorrise, quelle dannate fossette dovevano renderle illegali «Credo che rivedrò la mia affermazione di prima, sei bellissima quando ridi, ma quando fai l’amore sei ancora più bella, amore mio» sentii ancora una volta il cuore balzarmi nel petto.
«Non smettere di chiamarmi così per favore
» mi strinse a lui lasciandomi un casto bacio sulle labbra «Non smetterò mai, amore» ed era perfetto, tutto quello era perfetto in quel momento, lui ed io nel mio letto dopo aver fatto l’amore a stringerci ignorando tutto il resto.

 

Ecco finalmente la quinta shot, so che non aggiorno da una vita ma, sinceramente, oltre al tempo che non ho avuto, dato che ho ricominciato l’università e il lavoro, non ho avuto molta voglia anche perché temo che queste shot non vi piacciano molto!
Sono consapevole che forse non sono al livello di 30 Days, ma spero che vi piacciano lo stesso, ho come la sensazione che non sia così!
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate!
Ricordo che se mi volete contattare potete farlo qui
Facebook: Sil Efp
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ImSil__
Ask:
Rupert__

Un bacio
Sil

 

   
 
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